sabato 24 maggio 2025

Tentazioni spirituali.

 


EPISTOLARIO


4.   Tentazioni spirituali.   Nonostante gli assalti e le insistenze del maligno, l'anima continua la sua ascesa mistica, anche quando il nemico rallenta i suoi attacchi esterni ed in certo modo spettacolari e adatta la sua strategia ai nuovi rapporti dell'anima con Dio, aprendo, nella lotta sempre accanita e violenta, una nuova fase. La prima intenzione sembra essere quella di ostacolare e interrompere i rapporti di amicizia con Dio, il quale si nasconde o si manifesta attraverso una misteriosa caligine purificatrice sempre più densa e dolorosa.  Padre Pio sente sempre più schiacciante la forza di satana che lo conduce sull'orlo del precipizio e lo spinge sulla via della disperazione; conseguentemente invoca con animo pieno di angoscia l'aiuto morale dei suoi direttori per non soccombere. La partecipazione satanica all'evolversi della notte oscura si fa sempre più evidente:  "La lotta con l'inferno è arrivata al punto in cui non si può più andare più innanzi [...]. La battaglia è superlativamente ed estremamente aspra, a me sembra di soccombere da un istante all'altro" (1 4 1915).  

"Veramente vi sono dei momenti, e questi non sono rari, nei quali mi sento come schiacciato sotto la potente forza di questo triste cosaccio. Non so proprio a quale mezzo appigliarmi; prego, e molte volte la luce tarda a venire. Cosa devo fare? Aiutatemi, per carità, non mi abbandonate" (15 4 1915).  "I nemici insorgono, o padre, di continuo contro la navicella del mio spirito e tutti d'accordo mi gridano: abbattiamolo, schiacciamolo, perocché è debole e non potrà a lungo resistere. Ahimè, padre mio, chi mi libererà da questi leoni ruggenti, tutti pronti a divorarmi?" (9 5 1915).  

L'anima attraversa momenti di estrema violenza; sente la forza schiacciante del nemico e la sua congenita debolezza. Non mancano tentennamenti sull'esito del duello ingaggiato tra le due forze contrapposte e irreconciliabili. Ma la reazione non si lascia aspettare e trionfa la fiducia incondizionata nel Signore. Ecco con quale vivacità e realismo padre Pio esprime questi stati di animo:  

"Deh!, per carità non mi negate il vostro soccorso, non mai negate i vostri ammaestramenti, sapendo che il demonio più che mai va infierendo contro la navicella del mio povero spirito. Padre mio, non ne posso proprio più, mi sento venir meno tutte le forze; la battaglia è proprio al suo ultimo stadio, da un momento all'altro mi sembra di rimaner soffocato dalle acque della tribolazione. Ahimè! chi mi salverà? Sono solo a combattere, e di giorno e di notte, contro un nemico sì forte e sì potente. Chi vincerà? A chi sorriderà la vittoria? Si combatte estremamente da ambo le parti, padre mio; a misurare le forze da ambedue le parti, mi veggo debole, mi veggo fiacco di fronte alle schiere nemiche, sono sul punto di essere schiacciato, di essere ridotto al nulla. Breve, tutto calcolato, il vinto a me sembra che debba propriamente essere io. 

Ma che dico mai?! E' possibile che il Signore il permetterà?! Giammai! Sento ancora rizzarsi, qual gigante, nella più intima parte del mio spirito la forza di gridare forte al Signore: "Salvami, che son per perire"" (1 4 1915).  "La debolezza del mio essere mi fa tremare e mi fa sudar freddo; satana con le sue arti maligne non si stanca di muovermi guerra e di espugnare la piccola fortezza, col prenderla d'assedio per ogni dove. Insomma, Satana è per me come un potente nemico, che risoluto di espugnare una piazza, non si contenta di assalirla in una cortina o in un bastione, ma tutta per ogni parte la circonda, in ogni parte l'assalta, in ogni parte la tormenta. Padre mio, le arti maligne di Satana m'incutono spavento; ma da Dio solo, per Gesù Cristo, spero la grazia di ottenere sempre la vittoria e giammai la disfatta" (4 8 1917). 

 

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