LA DIREZIONE SPIRITUALE
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Effetti
I consigli, le norme, i suggerimenti e le assicurazioni del direttore producevano calma e serenità all'anima spesso avvolta in dense tenebre ed agitata da suggestioni diaboliche, da dubbi ed incertezze sul proprio comportamento, sull'autenticità di certi fenomeni mistici e sulla finalità dei doni gratuiti.
Ecco alcune testimonianze:
"Solo un po' di calma la trovo nel pensare e nel leggere i suoi ammaestramenti" (10 1 1911).
"Solo questa [la voce che lo dirige] io seguo e da questa solo provo in qualche istante un po' di calma in mezzo a tante tempeste" (4 12 1916).
"Il solo sostegno che mi rimane in mezzo a tanto ruggire di tempesta è la sola autorità, cruda e nuda, senza conforto e senza refezione di spirito" (30 1 1921).
Bisogna però riconoscere che i direttori non sempre riuscivano a calmare e tranquillizzare lo spirito, ma ciò avveniva in determinate circostanze dello stato di purificazione, quando ogni espressione men che chiara o qualche osservazione men che opportuna aumentava l'amarezza con una certa violenza: "Ogni espressione che possa avere un doppio significato, per me, durante questo mio attuale stato, è una spada acutissima, che mi trafigge l'anima e mi riduce all'agonia di morte" (15 4 1915).
Si sa che queste reali o apparenti incomprensioni dei direttori sono parte di quel complesso di circostanze, permesse da Dio per compiere la purificazione richiesta per l'unione trasformante. Ecco un altro esempio:
"La vostra lettera mi è giunta in un momento di estrema amarezza spirituale e dessa, lungi dal sollevarmi in qualche modo, ha dato il colmo traboccante alla misura [...]. In queste disposizioni d'animo mi sono trovato questa mattina nel ricevere la vostra lettera. La ho aperta in tutta fretta nella speranza di trovarvi qualche poco di conforto. Ma che!, fin dal leggere le prime righe piene di rimproveri, mi sono sentito proprio venir meno la vita. Ero lì per vestirmi per entrare con la messa, ma ho dovuto ritirarmi dalla sacrestia per andare a soffocare nel pianto la mia amarezza" (3 6 1921).
Un altro effetto della direzione era la garanzia e la sicurezza che riceveva l'anima per proseguire alacremente l'itinerario e per riaffermarsi sempre più nella realtà dei fenomeni soprannaturali e nella verità delle divine ispirazioni. In essa trovava la tavola di salvezza e la norma indiscutibile ed indiscussa. Appena interviene l'autorità con una decisione o con un semplice suggerimento, l'anima si affida ad essa "qual bambino sulle braccia della madre":
"Se mi reggo, si è perché il buon Dio ha riservato l'ultima e più sicura parola all'autorità su questa terra e che non è norma più fedele del volere e del desiderio del superiore" (15 8 1916).
"Io mi protesto, abnegando ogni mio volere e sapere, gusto e notizia; io mi protesto figlio ubbidientissimo della mia guida in tali rigori dell'Altissimo" (4 6 1918; cf. anche 4 12-1916; 1 3 1918; 21 8 1918).
"I vostri avvisi, i vostri suggerimenti non che le vostre paterne riprensioni fattemi a viva voce, per me sono tante leggi immutabili, che mediante il divino aiuto mi vado adoprando di praticarle" (14 6 1920; cf. anche 17 3 1922; 22 2 1922; 28-1 1921; 20 1 1921).
"Credenza secca". Da quanto siamo venuti dicendo, qualcuno potrebbe concludere che un'adesione così assoluta ed incondizionata alla volontà di Dio, manifestata per mezzo dei direttori, non implicasse delle difficoltà o ripugnanze. Invece non fu così. L'autorità assicurava inconfutabilmente che si camminava sulla via giusta, ma essa non la illuminava lungo tutto il percorso. Il più delle volte si trattava d'un'accettazione dolorosa alla natura, sostenuta soltanto da fede pura, senza nessun conforto sensibile.
E' questo un fenomeno caratteristico nel nostro caso, come potrà osservare il lettore. Scegliamo ora soltanto alcuni testi:
"Mi sforzo di stare alle assicurazioni di chi tiene le veci di Dio, ma nell'anima non può mai scendere un raggio di luce. Una credenza secca, senza alcun conforto e solo bastevole a non gittare l'anima nella disperazione" (27 2 1916).
"A questa autorità mi affido qual bambino sulle braccia della madre e spero e confido in Dio di non andare errato, sebbene il mio sentimento mi vuol far credere tutto il possibile" (15 8 1916).
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PADRE PIO DA PIETRELCINA