domenica 1 agosto 2021

Preghiera per la guarigione fisica:

 


GESÙ, per amor nostro, hai preso su di Te i nostri peccati e le nostre infermità e sei morto in Croce  per salvarci e guarirci, per darci la vita. 

Gesù, crocifisso, sei sorgente di ogni grazia e benedizione. Ora alziamo a Te il nostro sguardo e la  nostra preghiera per la guarigione nostra e di tutti i nostri infermi. Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, hai sofferto sul Capo per la corona di spine e sulla faccia per gli schiaffi e gli sputi. 

Per questi tuoi dolori guariscici dal mal di capo, emicranie, artrosi cervicale, ulcere e da ogni  malattia della pelle. Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, hai sofferto agli occhi bagnati di sangue e li hai chiusi morendo per noi. 

Per questi tuoi dolori guariscici dalle malattie agli occhi. Dà la vista ai ciechi. Gesù, abbi pietà di  noi. 

Gesù, con la voce morente hai pregato il Padre di perdonare i tuoi uccisori e con l'udito quasi spento  hai accolto la preghiera del buon ladrone. Per questo tuo amore tra sofferenze, guariscici dalle  malattie alle orecchie, al naso, alla gola. Dà la parola ai muti e l'udito ai sordi. Gesù, abbi pietà di  noi. 

Gesù, ti hanno inchiodato mani e piedi alla Croce. 

Per questo crudele dolore guariscici da paralisi, artrosi, reumatismi, dalle malattie alle articolazioni  e alle ossa. Fa' camminare gli zoppi. Risana gli handicappati. 

Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, nelle tre ore di agonia hai sofferto la sete, il soffocamento e poi sei spirato emettendo un alto  grido, come pazzo d'amore per noi. 

Per questi tuoi estremi dolori guariscici dalle malattie ai bronchi, ai polmoni, ai reni, alla mente e da  ogni tumore e malattia strana. Solleva gli agonizzanti. 

Gesù, abbi pietà di noi. 

Gesù, ti hanno perforato con una lancia il costato, mentre il tuo corpo già morto era coperto di  Piaghe e di Sangue. Per il tuo Cuore trafitto e per il tuo Sangue versato fino all'ultima goccia,  guariscici dalle malattie al cuore, al seno, allo stomaco, all'intestino, alla circolazione del sangue e  da emorragie. Chiudi ogni nostra ferita. Gesù, abbi pietà di noi.

GESÙ, ti preghiamo per i malati qui presenti o presenti nelle nostre intenzioni: familiari, parenti,  amici, conoscenti.  Chiediamo la guarigione per il loro bene e per le necessità della loro famiglia. 

In questo momento ti raccomandiamo in particolare... (dire mentalmente i nomi, o a voce bassa, o a  voce alta perché l'attesa di uno sia la preghiera di tutti). 

Te li raccomandiamo per l'intercessione della Vergine Maria che era accanto a Te sotto la Croce. 

Desideriamo la guarigione perché cresca la nostra fede, si estenda sempre più il tuo Regno  attraverso segni e prodigi. Gesù, se è volontà del Padre che le malattie rimangano, in questo  momento le accettiamo. Sul tuo esempio vogliamo accettare la nostra croce con amore. 

Ma ti chiediamo la forza di sopportare ogni dolore e di unirlo al tuo grande dolore per il bene  nostro, delle nostre famiglie, della Chiesa, del mondo. 

Grazie, Gesù, per quello che farai per noi e per i nostri infermi, perché siamo convinti che qualsiasi  cosa farai sarà sempre una grande benedizione per tutti noi. 

Anche voi siete legati nell'Amore, perché vi è stato dato il dono della vita per questo scopo, per fare le cose del Padre mio.

 


Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo a J. V.


12 luglio 2021

Rosario mattutino - Messaggio UNICO.


Primo mistero. Parla nostro Signore Gesù Cristo.

Figlioli, ricorderete le parole che dissi ai miei genitori, quando mi rimproverarono, dopo avermi trovato nel tempio a parlare con i sommi sacerdoti: "Sono venuto a fare le cose del Padre mio", non capirono allora: "Sono venuto a fare le cose del Padre mio", e quali erano le cose del Padre mio? La salvezza di tutti voi, miei piccoli.

La donazione di Me stesso per tutti voi non fu solo il tempo che durò la Mia Passione, quei momenti di dolore, quei momenti di rifiuto da parte dell'umanità, che quelle persone rappresentavano in quel momento, non furono solo quei momenti di dolore.

Venire a fare le cose del Padre mio, comincia dalla mia nascita, apparendo come una persona qualunque davanti al mondo. Sono cresciuto, come voi state crescendo, mi stavo sviluppando, ho imparato da Mio Padre, Giuseppe, a fare il falegname, fino a quel momento, ero un Bambino qualunque, per tutti i vicini, per tutte le persone che mi circondavano; la differenza è che tu ti immischi nel mondo, smetti di fare le cose per cui sei venuto sulla Terra, per fare le cose di Mio Padre, che è la salvezza delle anime. Sì, miei piccoli, anche voi siete venuti come me, per la salvezza delle anime.

Infatti, io, come Dio, sapevo perfettamente quale era la mia missione TUTTO IL TEMPO, non come quelli che dicono che c'è stato un momento nella mia infanzia o nella mia adolescenza, in cui ho sentito improvvisamente che ero Dio. No, miei piccoli, io sono Dio e ho sempre saputo chi ero, queste sono falsità, guardatevi da questo, miei piccoli, io sono Dio e sono uomo.

Fare le cose del Padre mio, era che dal momento stesso in cui sono entrato nel grembo di mia madre, ho cominciato a lavorare nelle cose del Padre mio. In primo luogo, è stato il Mio Dono per voi, poi il fatto che Io, Onnipotente, proprio come Mio Padre, facendomi piccolo ed entrando nel Grembo, Purissimo e Santissimo, ero già un grande sacrificio, di un Dio Intero, Immenso. Entrare in un grembo che mi ha imprigionato, mi ha tolto la libertà, mi ha reso come te. In un certo senso, ho sofferto quello che soffre un bambino nel grembo materno e poi, alla Nascita, che è stato un altro immenso Miracolo, in cui Mia Madre non ha avuto dolore, ma ho cominciato a sentire quello che sente un bambino: l'inclemenza del tempo, la fame, il dolore, e tutto ciò che è stato offerto a Mio Padre. Ero sempre consapevole, come Dio, di ciò che ero e di ciò che soffrivo. Tutti quei momenti che per voi, potreste dire che un bambino non poteva pensare e offrire, come vi sto dicendo ora, è possibile in Me, perché Io sono Dio e il Mio Sacrificio, è stato quello di farmi Uomo, ma non ho lasciato la Mia situazione Divina, in nessun momento.

Ho continuato a crescere e ho continuato ad offrire ciò che era la Mia Vita, per la salvezza di tutti voi. Ho continuato a sopportare la cattiveria dell'uomo, non più semplicemente l'inclemenza del tempo, la fame, tutto quello che succede intorno a voi, ho sofferto anche io, ma soprattutto la cattiveria dell'uomo. Offrivo tutto per la salvezza di tutti voi e di tutti i tempi.

Ho continuato a crescere ed è arrivato il mio tempo di Evangelizzazione, sono ancora Dio e sono ancora Uomo, e come Dio, con la mia Saggezza Divina e con Poteri Divini, ho cominciato ad Evangelizzare, ma nonostante i miei Doni Divini, le mie capacità come Dio, non le mostro in un modo che possa essere preso come arroganza, ma sempre in Me, tutto era Umiltà, Semplicità e Amore per tutti voi.

Comincio ad evangelizzare e comincio a darvi una evangelizzazione divina che ha lasciato molti stupiti, non hanno capito tutto, ma hanno gradito la mia evangelizzazione. Parole nuove, molto diverse da quelle che sentivano nel tempio, mai prima c'era stato un profeta che facesse miracoli come quelli che ho fatto io. Non c'è stato nessuno come profeta, che fosse il Messia tanto atteso, tutto quello che ho fatto è stato per la salvezza di tutti voi e seguendo gli ordini del Padre mio, ho continuato a fare le cose del Padre mio.

Vi dico tutto questo, miei piccoli, perché anche voi siete obbligati nell'Amore, perché vi è stato dato il dono della vita per questo, a fare le cose del Padre mio.

Vi ho insegnato tutto questo perché foste altri Cristi nel tempo in cui vivevate, e questo è essere altri Cristi, all'esterno, vivendo una vita umana, e all'interno, dedicati alla preghiera, affinché lo Spirito Santo vi guidi nelle parole, nei fatti e nelle azioni. Essere altri Cristi è fare ciò che il Padre mio vi chiede.

Molte anime aspettano di sentire le Mie Parole nelle vostre parole, le Mie Opere in voi e i miracoli, anche attraverso di voi. Sì, Miei piccoli, vi ho già detto che siete obbligati a fare miracoli. Soprattutto quando nascono dal tuo cuore per il loro bene, per la loro crescita spirituale e per la loro salvezza eterna.

Siete obbligati a fare le opere del Padre mio e non soffrirete necessariamente una morte ignominiosa e terribile, come ho fatto io. Certamente, quando siete con Me, accettate la vostra Croce, la Croce di ogni giorno, i dolori di ogni giorno, ma anche i successi di ogni giorno e tutto questo offerto al Padre mio, attraverso di Me, per la salvezza delle anime, e per aver fatto le cose del Padre mio, avrete anche il dono che io come Dio ho: vivere eternamente nel Regno dei Cieli, perché quelli di voi che fanno le Opere del Padre mio, siete miei fratelli e i miei fratelli saranno con Me eternamente.

Vi benedico, Miei piccoli e vi chiedo di nuovo: "fate le opere del Padre mio".

Grazie, miei piccoli.

LA COLLABORAZIONE DEGLI UOMINI

 


Cosa fare con questi diavoli 


DOMANDA: È possibile che Dio permetta a satana di generare tante sventure e tanti mali sull'uomo? 

R. - Questa è la domanda che angoscia e rende incredule tante persone coinvolte in questi inspiegabili drammi di distruzione. Me lo chiedono tante volte: «É possibile che Dio permetta che facciano tutto questo? Non posso credere a queste cose, perché mi sembra impossibile che Dio le possa permettere». 

La spiegazione viene guardando l'uomo, e non satana. 

Dio ha concesso all'uomo una libertà senza limite per fare il bene e anche il male. L'uomo, come vediamo anche oggi, può in mille modi colpire un altro uomo: delitti, rapimenti bombe, inquinamento, lotte, guerre, torture... e può anche servirsi di satana per colpire i fratelli. 

La grande verità: satana fa strage tra gli uomini perché questi lo invocano, ci si mettono in contatto, si donano a lui, partecipano alla sua potenza. 

Il contatto tra l'uomo e satana è cosa vecchia quanto l'uomo: avvenne per il primo peccato con Adamo ed Eva nel paradiso terrestre e non si è più interrotto. 

 

DOMANDA: Oggi con la grande evoluzione dell'uomo, con il progresso della scienza e della tecnica, queste cose sembrano del tutto superate. Ormai si dice, è «roba da medioevo» e fare questi discorsi vuol dire far ripiombare l'uomo nei secoli oscuri di un'epoca sorpassata. Non ti pare? 

R. - Chiunque dice «roba da medioevo» è un ignorante. E mi spiego subito prima che questo termine sembri offensivo per qualcuno. 

Entriamo per un momento nei più antichi millenni della storia che conosciamo. Apriamo prima di tutto la Bibbia. Ascoltiamo la forza che hanno queste sei espressioni bibliche prese dai primi cinque antichissimi libri della Bibbia, chiamati Pentateuco che si ispirano agli insegnamenti di Mosè, vissuto verso il 1400 avanti Cristo: 

«Non lascerai vivere colei che pratica la magia» (Es 22, 17). 

«Non praticherai alcuna sorte di divinazione e di magia» (Lv 19, 26). 

«Non vi rivolgerete né a negromanti né a indovini; non li consultate per non contaminarvi in mezzo a loro» (Lv 19, 31). 

«Se un uomo si rivolge ai negromanti o agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, Io volgerò la faccia contro quella persona» (Lv 20, 6). 

«Se un uomo o una donna in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte con la lapidazione» (Lv 20, 27). 

«Non si trovi in mezzo a voi chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti e gli indovini né chi interroghi i morti: perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore» (Dt 18, 10-12). 

Prendiamo ora una altro brano dalla Bibbia, che si situa in epoca molto posteriore, ai tempi della deportazione e dell'esilio del popolo ebraico in Babilonia (597-538 avanti Cristo). 

Il libro di Isaia parla per bocca di un profeta che viveva da deportato in mezzo ai deportati. Come risulta dal contesto, conosceva benissimo fiumi, canali, tesori e idoli della potente nazione babilonese e fa una durissima e sarcastica requisitoria contro quel popolo per la pratica diffusissima e la fiducia smisurata che riponeva nella magia. 

«Ma ti accadranno queste due cose, d'improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue magie, la forza dei tuoi molti scongiuri... Si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà. 

Ecco, essi sono come stoppia: il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme. Non ci sarà brace per scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi. Così sono diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla giovinezza; ognuno se ne va per suo conto, nessuno ti viene in aiuto... Sta pure ferma nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle magie...» (Is 47, 9-15). 


Riflettiamo ora su questi brani della Bibbia: 

1 - I primi testi presi dal Pentateuco hanno avuto una redazione definitiva circa 500 anni avanti Cristo, ma la loro composizione scritta è iniziata almeno 1000 anni avanti Cristo e si ispirano alle diposizioni del grande condottiero Mosè, che in alcuni casi prescriveva addirittura la pena di morte per chi operava queste pratiche. 

Ci dobbiamo chiedere: ma da dove questo popolo aveva appreso tutte queste forme spiritiche? La risposta non è difficile: questo popolo era fuggito dall'Egitto, dal grande impero dei Faraoni. Questa civiltà, una delle più antiche che conosciamo, aveva avuto inizio circa 4000 anni avanti Cristo e la storia dice che la magia era dominante nella cultura di quel popolo, soprattutto nella corte imperiale. 

2 - II secondo brano preso da Isaia proietta una chiara visione della penetrazione della magia nella vita dell'altra grande cultura di quei tempi lontani. La civiltà assirobabilonese risale a 3500 anni avanti Cristo. 

Dice l'autorevole Bibbia di Gerusalemme, commentando Isaia 2, 6: « La divinazione è stata molto praticata nell'antico Oriente e lo fu anche in Israele malgrado le condanne». 

Pensiamo perciò di poter affermare che già 6000 anni fa esisteva il rapporto degli uomini con gli spiriti. 

3 - Ma all'estensione del tempo bisogna aggiungere l'estensione nello spazio: il medioevo, sorto dopo la caduta dell'impero romano, abbraccia solo, molto limitatamente, una parte del centro Europa, mentre i fenomeni di spiritismo e di magia si riscontrano ancora oggi in tutto il mondo. 

Sappiamo dai missionari degli stregoni di tribù primitive; sappiamo dei grandi centri che si trovano nell'America Latina, che addirittura sono mete di attrattiva turistica. 

Sono abbastanza diffusi oggi libri e opuscoli del vescovo mons. Emanuele Milingo, figlio di una tribù di primitivi dello Zambia. Sono impressionanti le descrizioni che vi si leggono sui riti e i poteri magici degli stregoni di quei villaggi. 

Don Gabriele Amorth, nel suo noto libro, ripete un paio di volte che gli esorcismi più difficili che ha dovuto fare erano su persone che provenivano dal Brasile o dall'Africa. 

Secondo la nostra visione, maturata da lunghe esperienze in questo settore, siamo giunti a una precisa convinzione: dal primo cedimento di Adamo e di Eva, satana non ha più abbandonato la stirpe umana, in ogni luogo e in ogni tempo. 

La conferma autorevole a questa visione ci viene da importanti parole tratte dal documento del Vaticano II. La Chiesa nel mondo contemporaneo (più conosciuta con il titolo latino Gaudium et spes), che è di vasta apertura e dovrebbe essere accettato anche dagli ecclesiastici più esigenti. 

«Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno» (Gaudium et spes 37). 

Dunque tutta la storia umana è contaminata dall'infiltrazione di satana. 

Liquidare con la frasetta: «È roba da medioevo» questa grande realtà documentata dalla storia, sin dalle più antiche civiltà fino a oggi, e dalla sua operatività in ogni parte del mondo, è un atto colossale di ignoranza e siccome l'ignoranza si medica studiando i problemi, basta prendere anche una modesta enciclopedia... 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

Il Terzo Segreto predice: La Grande Apostasia nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Le definizioni infallibili subiscono ai giorni nostri un attacco costante

Nella nostra epoca, tuttavia, non vi può essere più alcuna scusa che  ci possa giustificare se cadiamo nell’eresia o rinunciamo a difendere  le definizioni solenni. Ma è precisamente quello che sta accadendo  ai giorni nostri, proprio come ai tempi di Ario. Gli uomini di Chiesa  valutano le cose sulla base del Vaticano II invece di giudicare il Concilio  Vaticano II sulla base delle definizioni infallibili. Essi hanno dimenticato  che le definizioni infallibili, e non il Vaticano II, sono la base immutabile  dalla quale si misura ogni dottrina, così come un metro serve a misurare  le distanze in centimetri. Nessuno si sognerebbe mai di negare che il  metro misura 100 centimetri e non uno di più. Allo stesso modo la  Chiesa non può decidere all’improvviso che il Vaticano II è il nuovo  metro su cui misurare la Fede.

Torniamo quindi, dopo quest’analisi dettagliata, al punto cruciale  sul Terzo Segreto. È questo il motivo per cui il Terzo Segreto inizia col riferimento della Madonna al dogma della Fede. È questo il motivo per  cui Suor Lucia aveva affermato che il Terzo Segreto sarebbe stato “più  chiaro” dopo il 1960. Per questo, noi tutti stiamo attualmente vivendo  in quel periodo di calamità predetto dal Terzo Segreto. Lo sappiamo  grazie a questi quattro fatti: 

Il primo fatto è che il Terzo Segreto è effettivamente la terza  parte di un unico, grande Segreto. Dobbiamo quindi prima leggere e  comprendere il Terzo Segreto nel suo contesto. Il Terzo Segreto inizia  con le parole: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede,  ecc.” Sappiamo anche che la fine del Terzo Segreto è costituito dalle  parole della Madonna: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il  Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che sarà convertita, e un periodo  di pace verrà dato al mondo.”

Il secondo fatto è che sappiamo che il Terzo Segreto è una profezia,  cioè un racconto di eventi futuri. Lo sappiamo grazie all’affermazione  del Cardinale Ottaviani del 1955. Sappiamo che la profezia profetizza  che il dogma verrà conservato in Portogallo, ed è implicito che esso  invece non si conserverà in altre parti d’Europa, e probabilmente anche  nel resto del mondo. 

Il terzo fatto è che sappiamo che la profezia inizia pressappoco  attorno al 1960. Lo sappiamo grazie al commento fatto da Lucia,  secondo cui il Terzo Segreto – che predice eventi che devono ancora  verificarsi - sarebbe stato più chiaro nel 1960. Ora, perché una profezia  sarebbe diventata più chiara nel 1960? Perché per quell’anno sarebbero  avvenuti diversi eventi che avrebbero reso più chiara la profezia, cosa  che invece non sarebbe potuto accadere se la profezia fosse stata letta  prima di quegli eventi. Pertanto, il Terzo Segreto sarebbe stato più  chiaro nel 1960 perché la profezia avrebbe iniziato ad avverarsi attorno  a quell’anno. Sappiamo che il Terzo Segreto menziona esplicitamente  un concilio, come testimoniato da Padre Döllinger (vedi la rivista The  Fatima Crusader, numero 92, maggio 2009, pagg. 7-11). Il Vaticano II  venne annunciato il 25 gennaio 1959.

Il quarto fatto è che sappiamo di trovarci nel periodo predetto  dal Terzo Segreto, perché esso ha avuto inizio attorno al 1960 (come  spiegato al punto 3) e dal fatto che non abbiamo ancora assistito alla  consacrazione e conversione della Russia, né al periodo di pace che  ne sarebbe seguito, come predetto e premesso nella parte finale del  Terzo Segreto. Poiché ci troviamo nella porzione temporale compresa  tra il 1960 e il periodo di pace promesso, e non ancora avveratosi, ci  troviamo pertanto ancora nel periodo profetizzato dal Terzo Segreto. 

Padre Paul Kramer

 


QUESTA UMANITÀ CERCA LA PROTEZIONE IN QUESTI VACCINI CHE SONO INVECE DEI VELENI.

 


Carbonia 28bis-07-2021

Maria Santissima dice:
Eccomi, sono giunta in mezzo a voi, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Figli miei benedetti, avanti con forza! Abbiate fede nel mio Figlio Gesù Cristo, abbiate amore tra di voi, siate un cuor solo un’anima sola.

Il tempo che viene è un tempo feroce ma chi starà dalla parte del Signore sarà da Lui protetto.

Oggi vengo a comunicarvi un evento speciale figli miei, vengo a darvi l’annuncio che presto Gesù sarà in mezzo a voi, …Lo vedrete in Carne ed Ossa, Lo toccherete come Tommaso, Lo riconoscerete quando metterete il vostro dito sulla sua Carne.

Figli miei, è l’ora funesta che giunge su questa Terra! Giunge la battaglia feroce contro il nemico infernale che, sguinzagliato, sta cercando di distruggere ogni cosa che appartiene a Cristo Gesù, soprattutto i suoi figli, a Lui tanto cari.

Il suo Cuore gronda ancora Sangue per la situazione che vige su questa Umanità ormai perdutasi nelle mani del nemico infernale, un’Umanità che, priva di Dio, del suo Scudo, va incontro alla morte eterna. L’uomo si è illuso di poter fare grandi cose da sé.

Questa Umanità cerca la protezione in questi vaccini che sono invece dei veleni, un veleno mortale figli miei. Non c’è antidoto per questi vaccini, questi non sono vaccini figli miei, sono la vostra distruzione, la vostra morte.

Oggi il Signore vi dice con tutto il cuore: Per voi che siete stati messi a dura prova, …per voi che siete stati penalizzati, supplicate la guarigione attraverso la preghiera, supplicate Gesù, la sua Misericordia, affinché questo veleno possa essere in qualche modo bloccato. Ma ci vuole grande fede, una fede che sposta le montagne, un grande amore veramente per il vostro Cristo Signore e una prostrazione grande a Lui.
Rinunciando a tutto quello che c’è nel mondo che vi allontana dal vostro Dio Amore,  rinunciando alla vostra stessa vita per la vostra salvezza affinché possiate entrare nella vita eterna, in un mondo nuovo che presto il Signore Gesù Cristo vi aprirà con tutto il suo amore, …dove vi metterà a godere di tutto il suo Bene.

Gesù dice: Non preoccupatevi di ciò che vi prospetta il domani figli miei, perché Io sono il Dio Eterno dell’Amore, Io sono il Creatore, Tutto vi darò nuovo, …Io vi farò felici in eterno.

Non rinunciate alla salvezza della vostra anima, non rinunciate alla salvezza eterna, Dio è con voi figli miei, Dio vi ama infinitamente e vuole portarvi a Sé, vuole farvi godere di un mondo celeste, un mondo nuovo, fatto solamente di cose buone.

Il suo Universo vi attende, tutto sarà conosciuto ai vostri occhi, tutto sarà bello quando abiterete in Lui e guarderete le cose dell’Universo attraverso i suoi occhi.

Avanti! Come sempre vi lascio con la Madre SS., in questo Colle benedetto che Io amo in modo speciale, dove presto manifesterò la mia grandezza.

Avanti figli miei, qui ogni cosa va rinnovata, ogni cosa deve brillare. Dio deve entrare in questo luogo e deve mettere i suoi piedi in questa terra!

Vi abbraccio tutti figli miei e vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Maria Santissima dice:
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Cosi urla la vostra Mamma Celeste e così urlate voi, sempre!

In qualsiasi momento, dategli ascolto. Leggete il santo Vangelo figli miei, il santo Vangelo è la Parola di Gesù, le Sacre Scritture sono il vostro insegnamento. Prendete esempio da ciò che i vostri antenati hanno predetto per questi tempi, non fate gli stessi errori degli antichi uomini, ma prendete in considerazione l’annuncio dei profeti e vivete la vita secondo la Legge di Dio e non dell’uomo. Amen


 

sabato 31 luglio 2021

Guardate ciò che accade nel mondo! Guardate ciò che accade in Europa! Soltanto la preghiera vi preserverà dalla terza guerra mondiale!



Tutto quello che Noi vi diciamo, avviene ORA! Non potete negarlo e ciononostante molti si chiudono, chiudono i loro occhi davanti alla verità e rimangono fermi caparbi e immobili come se la fine non arrivasse! Svegliatevi! Alzatevi! Convertitevi al Signore! Chi si chiude davanti alla Verità soccomberà e la sua anima soffrirà nell’oscurità e nella pena, essa avvizzirà ma non morirà mai!

Figli Miei. Credete ai miracoli, che aumentano sempre di più! Credete alle Mie apparizioni! Credete alla Nostra Parola! AscoltateCi! E pregate, pregate, pregate! Soltanto la preghiera vi preserverà dalla terza guerra mondiale, soltanto il Signore può ora ancora mandare le Sue grazie e portare clemenza e mitezza sulla terra!

Credete figli Miei!

Abbiate fiducia, figli Miei!

pregate figli Miei!

Guardate ciò che accade nel mondo! Guardate ciò che accade in Europa!

La “massa uomo” viene manipolata e “si scava da sola la fossa nella dannazione”, cioè voi stessi decidete la vostra rovina, il vostro malcontento “vi conducete” ad azioni irrazionali -fomentate come sempre dal diavolo, ma voi non volete rendervene  conto(!)-, che vi portano alla rovina e alla dannazione!

Gesù è la salvezza da tutte le vostre pene!

Soffro moltissimo nel vedere come vi forgiate da soli la vostra sofferenza!

Dichiarateti per Gesù! Amen.

La vostra amorevole Mamma Celeste.

Un vescovo parla

 


II. LETTERA AI MEMBRI DELLA CONGREGAZIONE DELLO SPIRITO SANTO SULLA PRIMA SESSIONE DEL CONCILIO VATICANO II


FONDAMENTI DELLA LITURGIA 

Il complesso delle preghiere che hanno la loro origine nella Chiesa, quelle che furono da essa formulate, raggruppate, armonizzate intorno ad atti prescritti, forma quella mirabile liturgia che è l'espressione della fede, della speranza, della carità della Chiesa di questa terra verso Dio, per mezzo di Cristo Nostro Signore. Il pensiero di questa liturgia è tutto orientato per prima cosa verso Dio, che introduce la Chiesa nella vita trinitaria. Il Padre si compiace nella sua Chiesa perché vi ritrova ovunque il suo Figlio diletto che non ebbe altro desiderio se non quello di accendere del suo Spirito di verità e d'amore la Chiesa, in tal modo veramente assunta alla vita trinitaria. Ma come tutto ciò che procede dalla Trinità è fatto per viverne e ritornarvi, così la Chiesa, a immagine della Trinità e nel suo spirito d'amore, trae tutte le anime che a essa vengono e che odono il suo appello, a quella nuova vita divina, in Gesù e per virtù dello Spirito Santo. Essa le genera, le nutre, le trasforma nella e mediante la sua liturgia. Si può dire in verità che la liturgia è il seno della Chiesa, ove le anime trovano il nutrimento completo, l'alimento perfetto della loro vita spirituale, l'insegnamento della verità, la stima dei veri valori e della loro gerarchia, l'apprendimento di tutte le virtù. È nell'atmosfera della liturgia che sono nati le scuole, gli ospedali religiosi, gli ospizi, la formazione dei chierici, l'apprendimento della cultura e dei mestieri, le scienze e le arti in novitate spiritus. La storia della civiltà cristiana trova il suo fondamento, il suo sviluppo, la sua vitalità nella grande preghiera pubblica della Chiesa che infonde lo spirito di carità, lo spirito di giustizia a coloro che ne vivono. Tutte le iniziative caritatevoli e sante hanno origine nello spirito che ci è dato dai sacramenti e dal sacrifìcio dell'altare. 


RINNOVAMENTO LITURGICO

 Ecco perché dobbiamo profondamente rallegrarci di constatare nei nostri contemporanei un grande desiderio di vivere della liturgia, un nuovo apprezzamento di questa sorgente incomparabile dello spirito di Dio. Il Concilio non poteva esimersi dall'incoraggiare tali sante aspirazioni guidandole, orientandole. È la Chiesa tutta intera a provare questo desiderio di rimettere la liturgia al suo vero posto nella vita cristiana. I papi per primi furono all'origine di tale rinnovamento, non esprimendo così, d'altronde, se non ciò che numerosi vescovi, sacerdoti e fedeli sentivano nel loro intimo. Non è forse questa, del resto, la maniera d'agire profonda e soave dello Spirito Santo?


LITURGIA E APOSTOLATO

 Ma la questione di ciò che si può chiamare la rinascenza liturgica pone problemi fondamentali per la Chiesa intera. Effettivamente, qual è il compito della liturgia nell'apostolato della Chiesa? La riforma del complesso liturgico edificato nel corso dei secoli deve vertere sull'aspetto del culto liturgico, oppure puntare sulla liturgia come mezzo di apostolato? Ridurre la liturgia a mezzo di apostolato, non più considerandola nel suo aspetto di culto pubblico e di lode di Dio, non significherebbe in realtà sottovalutarla? La disistima della liturgia deriva soprattutto dalla presentazione liturgica di atti e insegnamenti che serbano in sé un valore sempre ugualmente vivo o, al contrario, ha la sua origine nella diminuzione dello spirito di fede e dello spirito religioso nei fedeli, e ciò per motivi estranei alla liturgia? L'attività umana è divenuta talmente estranea a Dio, talmente remota dal suo Creatore, dal suo spirito vivificante, che le anime ancora religiose aspirano a riannodare i legami spezzati tra la preghiera e l'azione. Sarebbe troppo semplice e quasi puerile accusare la liturgia, nel modo in cui attualmente si esprime e si attua, di essere all'origine della diminuzione di fede nei fedeli, e di esserne la causa unica o perlomeno principale. Il papa Pio XII diceva ai parroci e ai quaresimalisti: «Quando noi consideriamo l'umanità che ci circonda e ci chiediamo se sia disposta e atta a ricevere in sé questa realtà della vita soprannaturale, è evidente che per molti la risposta non può essere affermativa. Il mondo soprannaturale è loro divenuto straniero, non dice loro più nulla. È come se gli organi spirituali della conoscenza di verità così alte e così salutari fossero in loro atrofizzati o morti. Si è preteso spiegare un tale stato d'animo con questo o quel difetto della liturgia della Chiesa; si è creduto che basterebbe purificarla, riformarla, onorarla, per vedere quelli che oggi errano ritrovare la via dei santi misteri. Chi ragiona così mostra di avere una concezione superficialissima di quell'anemia e di quell'apatia spirituale. Essa ha radici ben più profonde» (17 febbraio 1948). Diciamo dunque senza esitazione che certe riforme liturgiche erano necessarie e che è auspicabile che il Concilio prosegua su questa via, purché a un certo punto si arresti, essendo inconcepibile che si rinnovino ogni dieci anni messali, breviari, rituali, eccetera, e non meno inconcepibile che si modifichino continuamente i testi e le traduzioni ufficiali. Ma perché il rinnovamento liturgico sia pienamente efficace, è forse ancora più necessario riannodare i legami della preghiera liturgica, della lode di Dio - legami naturali e legami soprannaturali - con le attività quotidiane. Fu ed è ancora, questa, l'opera della Chiesa missionaria. Omnia instaurare in Christo: instaurare tutto in Cristo, vale a dire soprattutto la famiglia, la scuola, il borgo, la professione, la città. Bisogna rifare questo lavoro con l'aiuto delle famiglie cristiane e con il concorso di tutti i movimenti di Azione cattolica e altre associazioni che si industriano di dilatare il regno di Nostro Signore.

È necessario, onde ben situare la riforma liturgica, considerare in maniera chiara ed evidente come la liturgia, che è innanzi tutto lode di Dio, sia un culto pubblico e veramente una preghiera della società, della comunità vista in tutti i suoi aspetti. Le grazie della liturgia discendono sul popolo cristiano e sul mondo per santificarlo in tutte le sue attività. Lo spirito del mondo ha ricacciato nella chiesa e rinchiuso nei limiti dei luoghi di culto la liturgia, la preghiera pubblica e i ministri dell'altare, invadendo campi che erano sottomessi allo spirito cristiano e scavando così un abisso tra la preghiera e l'azione, tra la chiesa e la scuola, tra l'altare e la professione, tra l'Eucarestia e la città; ha distratto gli uomini dalla preghiera, la cui efficacia non si mostra più nella vita. Non è forse questo uno dei motivi della sclerosi della liturgia all'interno delle chiese stesse? La liturgia, mutilata del suo normale effondersi in tutta la vita esteriore, è divenuta sotto certi aspetti incomprensibile alle anime semplici, per le quali sono necessarie le manifestazioni popolari che prolungano il culto all'esterno della chiesa.

Ma lasciamo per il momento quest'ultimo aspetto, che sarà senza dubbio oggetto delle preoccupazioni del Concilio, per tentar di precisare come può concepirsi una nuova espressione della liturgia e quali sono i princìpi che debbono guidarci in questa materia. 


PRINCÌPI DIRETTIVI DI UNA RIFORMA LITURGICA 


Carattere umano della liturgia. 

Riconosciamo in primissimo luogo che la liturgia ha un doppio carattere che la segna e la segnerà sempre: un carattere profondamente umano: «Sciebat quid esset in homine»: «Egli sapeva che cosa c'è nell'uomo» (Gv. 2, 25). La psicologia di Nostro Signore è impressa nella liturgia, egli conosce i bisogni profondi degli uomini, delle loro povere anime ferite dal peccato, ma anche anime di fanciulli di fronte al loro Padre celeste, anime sensibili alla Passione del Figlio di Dio, anime fiduciose verso ciò che rappresenta per esse la loro madre Chiesa, anime più sensibili agli esempi che alle parole, più commosse dal canto che dalla lettura, meglio toccate da una parola viva che da una recitazione, anime preoccupate di un perdono visibile, anime più facilmente educate dagli occhi che dagli orecchi. Egli sa, il nostro Maestro, che tutto questo è necessario, o almeno utile alla nostra santificazione, all'elevazione delle nostre anime verso di lui. 


Carattere divino della liturgia. 

A tale carattere umano della liturgia deve aggiungersi, ancor più reale, il suo carattere divino. Tutto ciò che vi è di umano in essa serve a condurci a Dio, per mezzo di Nostro Signore, nello spirito di luce e di carità. Siamo alla soglia del mistero della liturgia. Fin qui essa poteva somigliare a tutte le iniziazioni dei riti pagani. Entriamo ora nella sfera divina, nella quale Dio stesso si è incaricato di guidarci. Nostro Signore ha detto: «Nemo venit ad Patrem nisi per me»: «Nessuno viene al Padre se non per mio mezzo» (Gv. 14, 6). Più nessuno va al Padre senza passare per lui, per il suo sacrificio, per la sua preghiera. Così, dunque, solo la sua liturgia apre i misteriosi orizzonti celesti in tutta la loro realtà, in tutta la loro unione con le realtà terrestri. Il ministro perfetto della liturgia è il Pontefice, colui che getta il ponte tra le realtà di quaggiù e la vita eterna. Nostro Signore era il solo a conoscere suo Padre: «Neque Patrem quis novit nisi Filius»: «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio» (Mt. 11, 27). Il cielo, vale a dire il Padre, resta per noi il grande mistero, e il dovere della liturgia è di rispecchiare questo mistero, nei suoi silenzi o in talune delle sue cerimonie simboliche, in certi suoi riti e in tutta la sua atmosfera architettonica, musicale, ornamentale, rituale. Bisogna dunque che tutto in essa sia nobile, grande, bello, ordinato, a immagine di Dio stesso presente nel santuario, poiché il tempio non è anzitutto casa del popolo di Dio ma è principalmente domus Dei, dove il popolo viene a incontrare, a trovare Dio e a comunicare con lui. Tale mistero si esprime maggiormente in certe liturgie orientali nelle quali il sacerdote sembra isolarsi con Dio per venire a portarlo più perfettamente al popolo fedele. La liturgia deve dunque conservare sempre ed essenzialmente questi due caratteri fondamentali, essere ciò che è: divina e umana, con orientamento dell'umano verso il divino che è il suo fine ultimo. L'uomo che si accosta a Dio non può divenirne che più umano, ritrovare la vera immagine divina secondo la quale è stato creato: «Rivestitevi dell'uomo nuovo, creato a immagine di Dio nella giustizia e santità verace» (Ef. 4, 24). Solo ricordando questi princìpi fondamentali del mistero di Dio e della psicologia umana, con tutti i dati della teologia del peccato e della giustificazione, della redenzione operata da Nostro Signore, del suo sacrificio e dei suoi sacramenti, e con i dati della vera filosofia concernente l'educazione e l'insegnamento della verità e che abbraccia tutte le facoltà del corpo e della mente, potremo dare ai ritocchi liturgici il loro giusto luogo, la loro vera opportunità. Sforziamoci dunque di circoscrivere e di definire più da presso il problema che ha tanto preoccupato i padri conciliari. 


ELEMENTO UMANO IMPORTANTE: L'INTELLIGENZA DEI TESTI 

Per partecipare realmente a questi misteri della liturgia, l'anima fedele prova il bisogno di sempre meglio e più profondamente comprendere i testi liturgici e di associarsi intimamente a ciò che si opera sotto i suoi occhi. Essa cerca il suo nutrimento spirituale in quei mirabili testi carichi di verità e di vita; sembrerebbe dunque indispensabile offrirgliene l'intelligenza, si tratti di testi letti o di canti.


LINGUA LITURGICA: UNIVERSALE O VERNACOLA? 

Converrà dunque facilitare tale comprensione. Da qui a concludere che si debba proscrivere una lingua incomprensibile il passo è presto fatto. Ma altre considerazioni ci invitano a riflettere bene prima di procedere a misure così radicali. 


Vantaggi della lingua universale.

 In realtà conviene ricordare che noi partecipiamo a un'azione di Chiesa, di Chiesa cattolica, a una preghiera che ci insegna la nostra fede, la nostra fede cattolica. Così la liturgia, nella misura in cui serba un carattere universale, ci forma a una comunione cattolica e universale. Nella misura in cui la liturgia si localizza, si individualizza, essa perde questa dimensione universale e cattolica che s'incide profondamente nelle anime. Sembra opportuno citare due esperienze dirette. È innegabile che le azioni liturgiche, e l'azione per eccellenza, la santa Messa, espresse interamente in lingua nazionale, come è il caso di taluni riti orientali, circoscrivono la comunità cristiana, le impongono dei limiti. Esse richiedono per le comunità in diaspora la presenza di sacerdoti dello stesso paese per celebrare il rito liturgico. Le comunità si isolano e i loro membri soffrono di tale isolamento. E non appare per nulla evidente che tali comunità siano più ferventi e più praticanti di quelle che fanno uso di una lingua universale, incompresa da molti ma suscettibile di traduzioni alla portata di tutti. Un secondo fatto è quello che si manifesta nelle nuove comunità cristiane che traggono argomento proprio dall'universalità della liturgia cattolica come prova della verità della Chiesa cattolica contro la molteplicità, ad esempio, dei riti protestanti È d'altronde questa una delle principali ragioni della coesione dell'Islam, che considera l'arabo classico come la lingua unica del Corano e giunge a interdirne la traduzione. Prima considerazione che fa riflettere. Alludevamo all'espressione della fede universale cattolica grazie a una lingua universale. Non si può negare che la fede sia condizionata dalla formulazione della preghiera liturgica: Lex orandi, lex credendi. La lingua unica protegge l'espressione della fede contro gli adattamenti linguistici nel corso dei secoli e, di conseguenza, la fede stessa. Le lingue parlate sono mutevoli e mobili. E se non si adatta via via l'espressione liturgica alla lingua dell'epoca moderna, si finisce a poco a poco con l'esprimersi ugualmente in una lingua incompresa, come è il caso della lingua usata nel rito etiopico, il gheez, che era la lingua corrente antica, ormai non più parlata né compresa.


Fine ultimo della liturgia: l'unione con Dio. 

Altra considerazione che ha il suo valore: l'intelligenza dei testi non è il fine ultimo della preghiera, né il solo mezzo di mettere l'anima in preghiera, vale a dire in stato di unione con Dio, che è lo scopo della preghiera. L'oggetto proprio della preghiera è Dio. L'anima che si accosta a Dio e si unisce spiritualmente a lui è in preghiera e si abbevera alla sorgente della vita. Sarebbe dunque contrario al fine stesso dell'azione liturgica dedicare all'intelligenza dei testi un'attenzione tale che ostacoli l'unione con Dio. D'altra parte l'anima semplice, non necessariamente colta, veramente cristiana, troverà la sua unione con Dio ora in virtù di un celestiale canto religioso, ora dell'atmosfera generale dell'azione liturgica, della pietà e del raccoglimento del luogo, della sua bellezza architettonica, del fervore della comunità cristiana, della nobiltà e pietà del celebrante, della decorazione simbolica, dell'aroma dell'incenso, eccetera. Poco importa il piedistallo, purché l'anima si elevi in Dio e vi trovi il suo elemento soprannaturale, in virtù della grazia di Nostro Signore. Tutte queste considerazioni non diminuiscono in nulla la necessità di cercare una miglior comprensione dei testi liturgici e una più perfetta partecipazione all'azione liturgica. Ma esse vogliono attenuare quella tendenza spontanea e imprudente a non concepire che un solo mezzo per giungervi, il quale sarebbe l'impiego puro e semplice della lingua parlata e la soppressione della lingua universale della Chiesa in tutta la Messa.


CONCLUSIONE SULLA LITURGIA 

Quali saranno in definitiva le decisioni del Concilio? È ancora troppo presto per dirlo. Vi sarà forse un adattamento nel senso della lingua parlata per la prima parte della Messa, ma il Concilio insisterà vivamente sulla preparazione dei fedeli e sulla loro istruzione liturgica per mezzo delle esortazioni e predicazioni dei pastori e dei catechisti; su una ricerca costante di comprensibilità dei messali posti a loro disposizione, onde facilitare tale migliore intelligenza della liturgia e un'attiva partecipazione spirituale e soprannaturale all'azione liturgica. E, riducendo alle giuste proporzioni queste riforme di particolari, la Chiesa chiamerà tutti i suoi figli, e quelli che non lo sono ancora, ad accostarsi ai misteri divini per accostarsi al mistero di Dio, a unirsi al corpo e al sangue della divina vittima per vivere della vita trinitaria e accrescere così la vitalità del corpo mistico di Nostro Signore, la santa Chiesa di Dio. Poiché tutto è mezzo al fine essenziale, che è di salvare le anime restituendole alla loro filiazione divina. Queste poche riflessioni evocano le preoccupazioni dei padri conciliari intorno alla liturgia e il loro desiderio di renderle il suo vero posto nella vita cristiana. 


ALTRI ARGOMENTI AFFRONTATI DAL CONCILIO 

Altri argomenti sono stati affrontati, quali le fonti della Rivelazione, l'ecumenismo, gli schemi dogmatici in generale, proposti in due gruppi di schemi: il primo affrontava argomenti diversi di teologia dogmatica e morale, il secondo trattava in modo speciale della Chiesa. Ci è impossibile descrivere nei particolari le discussioni che ebbero luogo intorno a tali schemi, non soltanto per via del segreto sulle deliberazioni ma perché dovremmo dedicarvi parecchie pagine. Sembra tuttavia possibile distinguere tre gruppi di interventi in generale.


 ASPETTO ECUMENICO 

Gli uni avevano come oggetto principale l'aspetto ecumenico del Concilio e per ciò stesso tendevano a omettere tutto ciò che nei testi presentati rischiasse di ravvivare le separazioni anziché tendere all'unità. Tale preoccupazione è certo in buona parte all'origine della discussione intorno alle due fonti della Rivelazione; all'origine anche delle richieste di modifiche degli schemi sull'ecumenismo. Aggiungiamo che coloro che si erano particolarmente occupati di questo aspetto del Concilio tendono a insistere sulla collegialità episcopale della Chiesa, sforzandosi di provare la giurisdizione universale abituale del collegio episcopale unito al Papa, anche sparso attraverso il mondo; essi auspicano la costituzione di una rappresentanza episcopale che affianchi la Curia romana e aspirano a dotare di poteri magisteriali e di giurisdizione le assemblee episcopali nazionali. Tutto ciò tenderebbe a facilitare l'unione con le Chiese dissidenti.


ASPETTO PASTORALE 

Un altro gruppo è particolarmente ansioso di orientare il lavoro del Concilio verso la pastorale. Chiede cioè, da un lato, che gli atti conciliari si rivolgano direttamente al mondo e ai fedeli, e dall'altro che il Concilio esamini le possibilità di adattamento della liturgia, dei sacramenti, della disciplina ecclesiastica, del diritto canonico, alle necessità dell'apostolato contemporaneo. Donde la tendenza di costoro a non ricercare le espressioni dogmatiche né le precisazioni scolastiche relative alle definizioni teologiche: dal Concilio Vaticano II deve nascere una nuova espressione conciliare; il mondo d'oggi attende ciò dal Concilio. In questo essi si riallacciano al primo gruppo, quello che si oppone agli schemi dogmatici presentati tradizionalmente; ma il motivo è diverso.


ASPETTO DOTTRINALE 

Infine, un terzo gruppo giudica che non si concepisce un Concilio che non esprima precisazioni dogmatiche contro gli errori moderni che tendono a deformare il dogma o addirittura a negarlo. Donde la necessità di riaffermare verità tradizionali in tal modo che questi errori siano formalmente eliminati. Per questi padri tale è il primo fine del Concilio, che appare loro altresì un fine pastorale, poiché proteggere il proprio gregge contro i lupi significa essere buon pastore. Essi affermano che gli errori compaiono numerosi ai nostri giorni e sono proclamati negli stessi ambienti di Chiesa: in merito alla sacra Scrittura, al peccato originale, alla morale, ai Novissimi, nel campo del dogma; in merito alle prove dell'esistenza di Dio, la conoscenza della verità, la metafisica, la cosmologia, la distinzione tra natura e grazia nel campo delle verità filosofiche: tutto è rimesso in questione. Appare dunque indispensabile a questi padri che il Concilio indichi chiaramente le fonti della verità e riaffermi certi dogmi in maniera esplicita. Essi sono anzitutto ansiosi di far apparire la fede in tutta la sua purezza e la sua integrità. Non pensano che l'omissione sia un incoraggiamento all'ecumenismo, ma al contrario che la verità rechi in sé la grazia di creare l'unità. Essi temono parimenti che l'aspetto puramente pastorale del Concilio lo trascini in discussioni senza fine e preferiscono lasciare la cura degli adattamenti a commissioni post-conciliari. Sono altresì contrari a una decentralizzazione abusiva e ripugna loro una moltiplicazione di assemblee munite di poteri importanti, che introducano nella Chiesa una democratizzazione contraria a tutta la sua tradizione.

Questi timori non sopprimono il desiderio di talune riforme nella Curia romana, nelle assemblee episcopali, nella liturgia, eccetera, purché siano guidate da grande prudenza. È infine nettissima la tendenza a lasciar tali cure al Sommo Pontefice. Questi tre gruppi hanno manifestato il loro pensiero in tutta franchezza e libertà. Perché non dire che appare evidente come il Santo Padre desideri raggiungere questi tre obiettivi? Lo dimostrano i documenti importanti comunicati ai padri conciliari in occasione dell'apertura e della chiusura della prima sessione. Dottrina, pastorale, ecumenismo: tale il trittico sottoposto agli sguardi dei padri del Concilio. E proprio perché il perseguire tali obiettivi in una sola e medesima espressione ha provocato divergenze serie, io mi sono umilmente permesso di proporre quale soluzione una doppia espressione: dottrinale da un lato, che esiga termini scientifici, scolastici, precisi, onde eliminare le ambiguità e gli errori; pastorale ed ecumenica dall'altro, ispirata a una presentazione comprensibile a quelli ai quali è diretta, sotto forma di esortazione e di direttorio. Il Concilio di Trento ci ha dato un esempio di tale doppia espressione nelle sue definizioni ed esposizioni dogmatiche e nel suo catechismo più particolarmente pastorale. Non è forse un dato dell'esperienza che tale dilemma si pone continuamente ai pastori incaricati di insegnare il catechismo, e soprattutto a coloro che lo redigono? È difficilissimo serbare al catechismo tutta la sua ricchezza dottrinale e tutta la sua precisione se si vuole adattarlo nell'espressione alla mentalità e alla psicologia dei fanciulli e dei catecumeni. Donde la necessità di spiegazioni, dell'insegnamento impartito dai catechisti. La seconda sessione ci chiarirà tutti questi problemi appassionatamente interessanti e che hanno avuto un'eco straordinaria nel mondo intero. Il Santo Padre sta provvedendo all'elaborazione di nuovi schemi per mezzo delle commissioni conciliari. Mentre i membri delle commissioni lavorano, è per noi l'ora della preghiera, come per gli Apostoli nel cenacolo nell'attesa dell'avvento dello Spirito Santo. La Vergine Maria era fra essi e fu senza dubbio onnipotente sul cuore di Gesù onde inviasse il suo Spirito. Non cessiamo di pregarla affinché ottenga dal suo divino Figlio l'invio dello Spirito Santo che illumini le intelligenze e i cuori dei successori degli Apostoli in una nuova Pentecoste. 

Parigi, festa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, 25 marzo 1963

Marcel Lefèbvre

Voi sarete la nuova generazione, sarete il sostegno del Nuovo Mondo, della Nuova Chiesa, del Mio Amore in pienezza tra voi.

 


Messaggio del Nostro Dio Padre a J.V.


08 luglio 2021

Rosario serale - Messaggio UNICO


Primo mistero. Dio Padre parla.

Figlioli, quando costruite le vostre case, cercate che le fondamenta siano forti, che siano su un terreno solido, in modo che possano resistere all'assalto del tempo e della natura contro le vostre case e non cadano.

Vi ho promesso che la Gerusalemme Celeste scenderà, sarà il Mio Regno sulla Terra, e come la Chiesa è sostenuta dagli Apostoli, il Mio Regno, tutto ciò che verrà, sarà sostenuto dalle anime, dalle anime già purificate, già purificate e godrete, voi, del Nuovo Regno, il Mio Regno sulla Terra.

Quindi, tutto ciò che sta accadendo ora, questa purificazione che sta avvenendo, è perché queste anime siano il fondamento del Nuovo Regno, il Mio Regno sulla Terra, un Regno di Pace, d'Amore, di Santità, almeno, all'inizio di questo rinnovamento che verrà sulla Terra.

Le anime che sono state scelte per sostenere, per sostenere questo grande dono che vi darò, sono state date da alcuni anni. E vi dico questo perché state vivendo tempi immensi di tribolazione e, soprattutto, una tribolazione spirituale, come non c'è mai stata prima.

Le anime elette stanno crescendo nelle Virtù e soprattutto nell'Amore, stanno proteggendo ciò che è Mio contro le forze di satana. Tu sai che questo tuo nemico ha voluto distruggere tutto ciò che viene da Me, da quando è stato portato via dal Cielo. Ed è stato molto tempo che l'uomo ha sofferto a causa dei suoi attacchi, e ora è il momento per l'uomo, i veri figli miei, quelli che si sono dati per Me, quelli che hanno sofferto nell'Amore, e lo dico così, perché avendo il mio Amore, avete sofferto, perché mi amate, perché amate ciò che è mio, perché amate ciò che mio Figlio ha fatto per voi, e ora l'Amore della nostra Santissima Trinità, sarà la vostra ricompensa, e sarà una ricompensa immensa, come non potete immaginare.

Ti darò un cuore già purificato, trasfigurato, che vivrà pienamente il mio Amore, ed è per questo che sarai trasfigurato, perché il mio Amore è così grande, così Potente, che il tuo corpo non potrebbe sopportare tanto, tanto del mio Amore e tanta Potenza Divina in te.

Voi sarete la nuova generazione, sarete il sostegno del Nuovo Mondo, della Nuova Chiesa, del Mio Amore in pienezza tra voi.

Oggi, tutto è stato avvelenato dal male di Satana. La mia stessa Chiesa sta soffrendo per il suo male, tutti i popoli della Terra stanno soffrendo molto ora, perché gli scagnozzi di Satana vi attaccano in molti modi, ma io continuo a proteggervi. Io proteggo i Miei, ho protetto anche quelli che non volevano stare con Me, ma, come vi ho detto qualche settimana fa, vi ho già dato troppo, e il vostro tradimento è già stato troppo, e quindi, quelli di voi che non sono con Me, sono ora nelle mani di colui che avete seguito.

Gioite, dunque, Miei piccoli, perché nonostante i dolori che soffrirete, godrete immensamente di tutto ciò che vedrete, perché vedrete come, tutto intorno a voi, gli attacchi del nemico, manipolando le forze della natura, non vi toccheranno, Io vi proteggerò. Io proteggo il Mio nuovo popolo, il popolo eletto, perché le loro azioni, le loro azioni hanno conquistato il Mio Amore, e ora arriva la ricompensa per le anime che sanno veramente amare il Mio Amore.

Rallegratevi, dunque, perché, anche se, come vi ho detto, soffrirete, questo sarà per la vostra trasfigurazione, per la vostra illuminazione e perché unendovi ai meriti di mio Figlio, godrete poi della vostra risurrezione, della vostra risurrezione spirituale. Non morirete certamente, ma la trasfigurazione che avrete, sarà del corpo e dell'anima. Rallegratevi di questo, miei piccoli, e pregate, come vi ho sempre chiesto, per coloro che possono ancora essere salvati.

Vi amo immensamente, Miei piccoli, perché avete protetto ciò che è Mio e che ora è vostro.

Grazie, miei piccoli.


ATTACCAMENTO INVIOLABILE ALLA RELIGIONE CATTOLICA

 


NECESSARIO MASSIMAMENTE AI TEMPI NOSTRI CALAMITOSI


RISOLUZIONI SODE PER CONSERVARSI BUON CATTOLICO 


1. La Chiesa Cattolica è Divina,

 Io coll'ajuto della grazia di Dio voglio vivere, e morire figlio fedele della Santa Chiesa Cattolica Apostolica, e Romana , perchè essa è Divina. Essa fu stabilita sulla terra da Gesù Cristo Figlio eterno di Dio, Dio egli stesso ed in tutto uguale a suo Padre. Gesù Cristo è quegli che ha posto S. Pietro per capo de' suoi Apostoli, e che loro ha ordinato di istruire tutte le nazioni del Mondo. Egli è che ha promesso a S. Pietro, ed agli altri Apostoli che avrebbero successori, e che la Chiesa sussisterebbe sino alla consumazione de secoli. Egli è parimente che diede alla Chiesa; in un con l'infallibilità, il potere e la missione divina che avea egli stesso da suo Padre: Ogni potestà mi è stata data in Cielo, e sulla terra ; in virtù di questa pode stà ; andate per tutto il mondo, istruite tutte le nazioni, insegnate loro a fare tutto ciò che vi ho comandato. Come mio Padre ha mandato me, così io mando voi nella stessa maniera. Chi ascolta voi ascolta me, e chi disprezza voi, disprezza me . . . E se qualcheduno non ascolta la Chiesa, sia risguardato come un infedele, ed un pubblicano. - La Chiesa è dunque tutta Divina, poichè ella ha la sua origine, e la sua istituzione, la sua dottrina, e la sua forma da Gesù Cristo, che è veracemente Dio, ed il vero Mes sia già predetto dai Profeti, e che doveva perfezionare la legge di Mosè, e convertire, per mezzo della sua Chiesa, tutte le nazioni della Terra. - Gli altri culti sono tutti umani: Sono stati uomini che gli hanno inventati, e stabiliti con mezzi puramente umani, e spesso scandalosi: E per esempio Lutero, che nel secolo decimosesto stabilì il Luteranismo. Questo frate apostata dilatò la sua setta lasciando la briglia a tutte le passioni, e sfigurando la dottrina antica che egli avea trovata nella Chiesa Cattolica. E stato Calvino parimente apostata quegli che ha fondato il Calvinismo. Questi due fondatori del Protestantismo, ritennero ancora qualche verità della Religion Cattolica, ma vi framischiarono mille errori mostruosi; ed eccovi l'origine dell'eresia moderna.