domenica 18 ottobre 2020

PADRE NOSTRO DELLA "PAMPA"

 


Padre nostro che sei nella pampa



di Roberto Pecchioli



Ci eravamo proposti di tacere definitivamente sulle vicende delle chiesa cattolica. Troppo complicato seguire i cambiamenti, le giravolte e le prese di posizione della gerarchia; troppo triste, per un credente “bambino”, seguace della fede dei padri, veder scomparire una alla volta le tracce del “depositum fidei” bimillenario. Tuttavia, le modifiche alla liturgia della Messa, l’enciclica Fratelli tutti e i cambiamenti introdotti nella preghiera del Padre Nostro ci “inducono in tentazione “, per cui tentiamo una riflessione alla buona, senza pretese di teologia. Non abbiamo usato per caso l’espressione: infatti la variazione più significativa che andrà in vigore dal 29 novembre, prima domenica d’avvento, riguarda un passaggio cruciale del Padre Nostro.  Non chiederemo più a Dio di “non indurci in tentazione”, ma di “non abbandonarci alla tentazione”. In più, la Conferenza Episcopale ha inserito nel testo la parola “anche”, nella parte che riguarda la remissione dei debiti. I novatori, per non farsi mancare nulla, hanno inoltre modificato l’atto penitenziale, il cui esordio, in ossequio alla moda dell’inclusione”, sarà “fratelli e sorelle”, probabilmente per non incorrere nel peccato di sessismo a causa del solitario “fratelli”. Infine, nella preghiera di elevazione, dopo aver reso “gloria a Dio nell’alto dei cieli” non si chiederà più pace in terra agli uomini di buona volontà, ma agli “uomini amati dal Signore”.

Chi ha un minimo di dimestichezza con le cose di chiesa, sa che le novità non sono da poco. La caratteristica più profonda delle religioni è di tendere all’Eterno, all’Assoluto. Hanno un sostrato che non può essere modificato senza gravi conseguenze dottrinarie e pratiche. Ciò vale innanzitutto per il Corano dei mussulmani, che è considerato increato, anteriore al tempo, intangibile opera e volontà di Allah. Il cristianesimo distingue tra Parola, tradizione e dottrina, ma i vangeli sono “parola di Dio”, come il sacerdote ripete solennemente ad ogni lettura durante i riti. Per dirla in parole semplici, i testi “sacri” vanno maneggiati con cura. La preghiera del Padre Nostro fu dettata dal fondatore stesso, Gesù Cristo, raccolta dal Vangelo di Matteo (6,9-13) e da quello di Luca (11, 2-4). In entrambe le versioni, figura la supplica relativa alla tentazione. Nella Vulgata dei testi evangelici l’espressione greca kài mé eisenènkes è resa in latino con “et ne nos inducas in tentationem. La versione ebraica e aramaica è tradotta rispettivamente con “non indurci nella mano del Nemico” e “non portarci nella tentazione “(fonte: <nostreradici.it>).

Il lavoro di interpretazione è delicatissimo e di capitale importanza, poiché della Parola esistono testimonianze, ma non registrazioni (padre Sosa Abascal, Servus Jesus dixit). Al di là del significato letterale, sembra al credente di media cultura che il senso sia l’invocazione a Gesù di soccorrere l’uomo di fronte al male, al peccato, le “tentazioni”. Se è vero, come afferma il protagonista delle innovazioni, il vescovo e teologo Bruno Forte, che “Dio ci ama, non ci tende trappole per cadere nel peccato”, è dottrina perenne che egli permetta le prove per verificare il nostro essere o meno degni della vita eterna, che è la comunione con Lui. Inoltre, ammette Forte, “l’originale greco usa un verbo che significa letteralmente portarci, condurci, richiamato nella versione latina. Però, in italiano indurre vuol dire spingere a, in sostanza, far sì che ciò avvenga. E risulta strano che si possa dire a Dio non spingerci a cadere in tentazione.“


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Padre nostro che sei nella pampa: "Fratelli tutti, ma nel Nulla"? Oggi è l’intero impianto della chiesa contemporanea a lasciare perplessi!


Giusto, ma il significato italiano del verbo indurre è antico, consolidato nel tempo. La chiesa ha eletto per secoli, sino al 1978, papi di nazionalità e madrelingua italiana, senza che alcuno eccepisse il Pater Noster. La ragione non è certo l’ignoranza linguistica, ma, immaginiamo, il legittimo timore di manomettere, attraverso modifiche del testo evangelico, il “depositum fidei”, la tradizione perenne. Spostare una pietra può compromettere l’intero edificio. In realtà, è stato Bergoglio in persona a sollevare il problema in diverse occasioni, forse perché la versione spagnola prega Dio di “non lasciarci cadere in tentazione “. Nel 2017 pronunciò una delle rare frasi in linea con la fede di sempre: “chi ti induce in tentazione è Satana, quello è l'ufficio di Satana. “Conforta che il papa creda all’opera del Maligno. Certo non è Dio a indurre in tentazione, ma, attraverso il libero arbitrio, ha reso l’uomo responsabile delle sue azioni, a cui oppone la sua giustizia, unita alla misericordia. La neo Chiesa sorvola sulla giustizia – che giudica il bene e il male – e enfatizza la misericordia. Ci sarebbe un Dio “vecchio”, giudice arcigno, e uno “nuovo”, un buontempone che perdona tutti con una pacca sulla spalla. Misteri della pampa. La dottrina avvertiva che la misericordia occorre chiederla con umiltà dopo aver riconosciuto il male compiuto. Per il protestantesimo, invece, ci si salva per grazia e fede (sola fide, sola gratia, sola scriptura). 

Nello specifico, il cambiamento si giustifica per la distanza tra l’originario significato di “essere portati, condotti” e l’accezione italiana di indurre (provocare, spingere a qualcosa).  Nessun fedele- e nessun pastore, crediamo - è mai stato “indotto” in errore dalla sottigliezza linguistica. Si cambia per cambiare, adeguarsi ai “segni dei tempi”, per inseguire la modernità facendosi dettare da essa persino il linguaggio della liturgia. Una posizione difensiva e perdente che sconcerta.

L’aggiunta di “anche “nel passaggio della remissione dei debiti non convince del tutto. La preghiera tradizionale in italiano trascurava come ridondante il latino “et” e il greco “kài”. Diremo “rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.” Modifica non necessaria, un’inutile pedanteria frutto di un’ansia di novità a ogni costo che non rafforza i fedeli e lascia indifferenti gli avversari della chiesa. Le nuove formulazioni non porteranno un solo fedele in più alle funzioni e alla recita del Rosario. Ma già, lo scopo della neo-Chiesa non è più l’apostolato, sbrigativamente derubricato a proselitismo.

L’impressione negativa riguarda la corsa al cambiamento affannosa ed affannata di chi si sente in ritardo, inadeguato, non all’altezza dei tempi. La Chiesa ha perduto la sua forza veritativa: è un’opzione tra le tante. Nella gara di decostruzione, spicca l’inserimento del femminile sorelle, accanto a fratelli: vacua cautela politicamente corretta, “excusatio non petita”, una giustificazione non richiesta per schivare accuse di maschilismo.

Conta l’intenzione, vecchia di duemila anni: i cristiani, con il termine fratelli, non hanno mai inteso rivolgersi ai soli fedeli maschi, escludendo l’altra metà del cielo. Pesa doverlo ribadire. Sul piano dei contenuti, colpisce l’innovazione del “Gloria”. La vecchia formula è antichissima, elegante e venerabile, rivolta agli uomini “di buona volontà”. Il Gloria 2.0 (il linguaggio è volutamente poco clericale) corre verso un’ulteriore protestantizzazione della Chiesa. Il riferimento agli uomini (e alle donne, ripetiamolo a beneficio del femminismo) “di buona volontà” rammentava che l’adesione al piano divino è una scelta personale, un proponimento cui l’uomo aderisce con il cuore e l’intelletto, concretizzandolo nelle azioni e nella condotta di vita. Eliminare quel legame sembra un passo nella direzione di un ecumenismo a senso unico che fa proprie le tesi dell’altro.

E’ l’intero impianto della chiesa contemporanea a lasciare perplessi. Conosciamo la preferenza di Bergoglio per la pastorale rispetto alla dottrina. Gli esiti non corrispondono agli sforzi: più la chiesa si apre (e assomiglia) al mondo, più il gregge si disperde e assottiglia. Sul piano teorico, inoltre, si tratta di un cedimento rovinoso alla più complessiva delle culture moderne, il marxismofondato sul primato della “prassi”. Il termine definisce l’azione pratica contrapposta all’attività teoretica o speculativa. La distinzione, introdotta da Aristotele, attribuiva la ricerca della verità esclusivamente all’attività teoretica. Fu ribaltata polemicamente da Hegel e soprattutto da Karl Marx, intendendo l’attività umana trasformatrice del reale e produttrice di storia. Nulla di più distante dalla religione e dalla sua pretesa di verità definitiva. Bergoglio ha proceduto risolutamente nella direzione della prassi – velata da pastorale – soprattutto con le encicliche Laudato sì e con la recentissima, logorroica Fratelli tutti, nonché ponendo il nucleo del suo pontificato nella questione migratoria.

Con Laudato sì, ha sposato le tesi ecologiste con un’accesa difesa non dell’ordine e della legge naturale, ma dell’ambiente, con minimi riferimenti a Dio e al destino dell’uomo. In Fratelli tutti, approfondisce il solco con il passato in lunghe digressioni a tinte para marxiste intrise di un populismo in salsa sudamericana. In particolare, ci pare di individuare un debito culturale del papa argentino con un suo connazionale, l’intellettuale neo-marxista (fu lui a introdurre il termine) Ernesto Laclau, pressoché suo coetaneo - era del 1935- morto nel 2014. Per Laclau, autore del noto La ragione populista, non esiste un’oggettività del popolo, considerato una costruzione artificiale e non organica, addirittura un’invenzione. Il popolo è per Laclau un “universale vuoto” che viene occupato e risignificato nella lotta per l’egemonia tra i diversi populismi. Il popolo non esiste, si costruisce come identità politica. Significativamente, nel paragrafo 158 di Fratelli tutti si afferma che “popolo non è una categoria logica. (…) E’ una categoria mitica.”  

Esisterebbe dunque solo l’equivoca umanità unica. Bergoglio si affretta a prendere le distanza dal populismo di destra, che “finisce in nazionalismo espulsivo, una nozione chiusa di popolo come qualcosa di omogeneo e dato.” Colpisce lo slalom attorno alla dottrina sociale della chiesa rispetto al tema della proprietà privata. Per la Chiesa, essa deve avere una “funzione sociale “, ma non ne ha mai negato la legittimità. Pensiamo al generoso tentativo di applicazione della dottrina sociale di G.K. Chesterton e Hilaire Belloc, il “distributismo” che proponeva un’organizzazione sociale fatta di proprietà privata diffusa, accusando il capitalismo e il comunismo di accaparrarsi la proprietà, il primo nelle mani di un’oligarchia, il secondo di una burocrazia. Bergoglio sembra avanzare – o meglio arretrare – verso una specie di destinazione universale dei beni, poiché i doni della creazione siano stati conferiti all’umanità nel suo insieme.

Lo esprime nel paragrafo 120, con lo scudo di una dichiarazione di San Giovanni Paolo II, “Dio ha dato la terra a tutto il genere umano affinché sostenti tutti i suoi abitanti, senza escludere nessuno né privilegiare qualcuno.” Su questa base teoricamente ineccepibile, Bergoglio ricorda che il principio dell’uso comune dei beni è “il primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale, un diritto naturale originario e prioritario”. La proprietà privata è solo un “diritto naturale secondario e derivato del principio di destinazione universale dei beni creati”. Da ciò si inferisce che le risorse vanno utilizzate senza riguardo alle frontiere per “dare fondamento al diritto dei migranti ad essere accolti in condizioni degne dai paesi riceventi.”

Il paragrafo 124 dice: “La convinzione del destino comune dei beni della terra richiede che si applichi anche ai paesi, ai loro territori e alle loro possibilità. Se non lo osserviamo solo dalla parte della legittimità della proprietà privata e dei diritti dei cittadini di una determinata nazione, ma dal principio primario della destinazione comune dei beni, allora possiamo dire che ogni paese è anche dello straniero, in quanto i beni del territorio non devono essere negati a una persona bisognosa proveniente da un altro luogo. “L’agenda della nuova sinistra, per quanto Bergoglio cerchi di prenderne le distanze in maniera sottile, è la stessa.


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I testi “sacri” vanno maneggiati con cura? La preghiera del Padre Nostro fu dettata dal fondatore stesso, Gesù Cristo, raccolta dal Vangelo di Matteo (6,9-13) e da quello di Luca (11, 2-4)!


Bergoglio si impegna anima e corpo nell’agenda antirazzista (sarebbe almeno opportuno definire che cosa si intenda per razzismo) e al paragrafo 23 lamenta che resta molto da fare in materia di uguaglianza tra uomo e donna. Al 102 avverte che le politiche di identità non hanno altro esito che togliere forza all’unità del “popolo lavoratore” e finiscono per debilitarlo nelle sua ricerca della massima equità.  L’Unità di ieri e il Manifesto di oggi non avrebbero saputo dire di meglio. “Appaiono costantemente gruppi sociali che si afferrano a un’identità che li separa dal resto, e tendono ad organizzarsi in maniera che si impedisca ogni presenza estranea che possa perturbare quell’identità e quell’organizzazione protettiva e autoreferenziale. “

Invero, il paragrafo 13 attacca il tentativo di chi “ampliando il campo della libertà sino alla determinazione della propria identità [individuale] diventa funzionale alla logica di un mercato che abbatte ogni limite. (…) Si incoraggia una perdita del senso della storia che disgrega sempre più. Si avverte la penetrazione culturale di una specie di decostruzionismo in cui la libertà umana pretende costruire tutto da zero. Lascia in piedi solo la necessità di consumare senza limiti e l’accentuazione di molte forme di individualismo senza contenuti.” Esemplare ricostruzione degli ultimi trent’anni, ma qual è la terapia, materiale e spirituale? E’ ancora vigente la legge naturale? Dio, in tutto questo, entra o no? Qual è la risposta concreta del cattolicesimo, al di là del generico appello – non certo nuovo – alla fratellanza universale? Difficile capire in che cosa quella fratellanza differisca dalla “fraternité massonica e rivoluzionaria.  Un alto esponente delle logge francesi afferma che la fratellanza enunciata nell’enciclica è la stessa teorizzata dai “venerabili fratelli”.  

Tra tanto sconcerto, in mezzo alla confusione, abbiamo il diritto di dissentire e criticare in profondità la neo-Chiesa in quanto sostenitrice “politica” di un’idea della vita e della società che poco ci appartiene. Vorremmo tuttavia tornare ad ascoltare la sua voce sul senso finale della vita, sul destino dell’uomo. La rivorremmo madre e maestra. In un tempo nel quale drammatiche sfide ci rendono prede della paura, dell’afflizione e della disperazione, la parola di Dio dovrebbe essere conforto, esempio e bussola.

Parli di Dio, Santità, la preghiamo. Non si perda in traduzioni evangeliche, spirito del tempo (irreligioso) e intemerate alla Greta Thunberg. Lasci alla politica la destra e la sinistra e parli, finalmente, al cuore di un’umanità più che mai inquieta. Inquieto è il nostro cuore fino a quando non riposa in te, pregava Dio un padre della Chiesa, Agostino di Ippona. Un grande poeta cristiano del Novecento, Thomas S. Eliot, nei Cori della Rocca si chiese se fosse l’umanità ad aver abbandonato la Chiesa o viceversa, e mise in bocca a un uomo “moderno” la terribile alternativa: meno chiese e più osterie. Meno chiese e più gel igienizzante, missione compiuta. Fratelli tutti, ma nel Nulla.    

Del 18 Ottobre 2020

Spirito inebriante

 


'Fu che hai inebriato di un vino spirituale la comunità della Pentecoste, infondi nei nostri cuori la stessa ebbrezza. L'ebbrezza di una trasformazione intima in cui Dio si impadronisce dell'anima,  

L'ebbrezza di una espansione dell'essere e di una esplosione di pensiero e di azione,  

L'ebbrezza della Resurrezione del Salvatore che fa trionfare la vita divina nell'uomo,  

E quella dell'amore di Cristo che fa sentire la sua influenza totalitaria su tutti i suoi discepoli.  

L'ebbrezza di una riunione in cui tutti si sentono un sol cuore e un'anima sola,  

L'ebbrezza di chi intraprende la conquista dell'universo per mezzo della carità,  

E quella di testimoniare le meraviglie operate da Dio in mezzo all'umanità.  

L'ebbrezza di essere accompagnati sicuramente ovunque e sempre dalla presenza del Signore,  

L'ebbrezza di una festa nuziale che ha inizio tra le ombre terrene per trovare il suo compimento nella luce totale del cielo.  

TUTTO È PER ESSERE TRASFORMATO.

 


Maria Santissima è con tutti voi che amate suo Figlio Gesù.

Bambini miei, grazie per il vostro sì fedele, grazie per il vostro grande amore per Gesù. Oggi guardavo i vostri teneri cuori e vi stringevo forte al mio Petto. Vedevo la vostra grandezza nella chiamata: chi risponde così è solo perché sente nel proprio cuore il desiderio ardente dell’Amore.

Presto avrete la grandezza a figli di Dio, … Io, la Vergine Sposa dell’Amore, vi porterò i doni dello Spirito Santo, e voi esordirete forti in Dio, e sarete al mio fianco nella sfida finale contro Satana, e sarete vincitori, … perché sarete il Calcagno di Maria, e con Lei, schiaccerete la testa del Serpente Antico.

Avanti, piccoli miei, il tempo è maturo per voi, siete ormai alla vittoria in Dio.

La laguna di Venezia sarà nuovamente causa di disastro per la sua città
che sarà nuovamente sommersa dall’acqua.
Milano avrà una nuova esondazione dal Seveso e sarà grande dolore.
La Campania sta per essere colpita dal fuoco del vulcano.

Amati figli, se non vi convertirete a Colui che vi ha creati avrete a soffrire molto, non siate stolti, abbandonate ciò che non appartiene a Dio e crescete nella fede in Lui, ritrovate in Lui la via della vita e non aggrappatevi più alle cose della Terra, tutto è per essere trasformato, nulla di ciò che oggi conoscete resterà in piedi.
Dio chiama tutti al ravvedimento urgente, prima che la sua ira si posi sulla Terra maledetta da Satana; accostatevi a Lui, rispettate la sua Parola e consacratevi al Cuore Immacolato di Maria.
Vivete e predicate il santo Vangelo di Gesù e rispettate i Comandamenti.
Umiliatevi davanti al Crocifisso e chiedete perdono di tutte le offese a Lui fatte, … chiedete perdono con vero pentimento dei vostri peccati.

Carbonia 17.10.2020

CHIAMA MARÍA

 


Se non ti confessi da più di 30 anni, chiama María.

Portate con voi il Sigillo!

 


“Comunica ai figli che devono portare con loro il Sigillo! Dillo loro per favore da parte Mia , da parte del loro Gesù; Io che li amo moltissimo. Amen. “

Ricordando la straordinaria apparizione della Vergine Maria a Suor Lucia, avvenuta nel 1944, ma conosciuta solo di recente, con la visione di una guerra distruttiva, provocata dall'odio e dall'ambizione degli uomini

 


Articolo pubblicato sul sito il 12 settembre 2014

Con il titolo Notizie apocalittiche da Fátima, il giornalista italiano Antonio Socci informa di una straordinaria apparizione della Vergine Maria a suor Lucia dos Santos, avvenuta nel 1944, ma conosciuta solo di recente. È un complemento alle profezie sempre più attuali di Fatima e, per una provvidenziale coincidenza, viene alla luce proprio nel momento in cui gli eventi mondiali predetti in quelle profezie sembrano vicini al loro esito.

Data l'importanza dell'argomento, abbiamo cercato la fonte di questa informazione, un manoscritto reso noto lo scorso anno, in cui suor Lucia racconta questa visione.

Il documento è stato inserito in una biografia della suora, scritta dalle suore in abito sulla base delle loro lettere e del loro diario spirituale, ancora inedito. Intitolato Un sentiero sotto gli occhi di Maria, è stato pubblicato alla fine del 2013 da Carmelo di Coimbra, dove ha vissuto suor Lucia dal 1948 fino alla sua morte nel 2005 (1).

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Suor Lucia e il Santo Papa Giovanni Paolo II

Ma questa biografia di quasi 500 pagine è stata finora limitata nella diffusione, senza ulteriore pubblicità. Al contrario, l'articolo di Antonio Socci, pubblicato il 17 agosto, ha permesso di far conoscere al grande pubblico e di ricadere rapidamente sui social network il rapporto della visione. (2)
Gli antecedenti della visione

L'apparizione riportata da suor Lucia [FOTO] è avvenuta nel gennaio 1944, quando era ancora un convento religioso delle suore Doroteias a Tuy (Galizia).

n / A

Due anni prima, nel dicembre 1941, aveva già scritto le prime due parti del segreto di Fatima (la visione dell'inferno e gli avvertimenti e le predizioni della Vergine), ma aveva lasciato la terza parte in sospeso, per ordine della Madonna.

Il vescovo di Leiria - diocesi di Fátima - l'ha ripetutamente esortata a scrivere anche questo “terzo segreto”, ma poiché la Madonna le aveva detto di mantenere una prenotazione, ogni volta che ha provato a farlo, non è stata in grado di farlo. La sua perplessità interiore era grandissima: dal momento che il mondo era nel mezzo della seconda guerra mondiale, sarebbe davvero arrivato il momento di scriverlo, come chiese il suo Prelato?

Il racconto di suor Lucia, passo dopo passo

In queste circostanze, verso le 16 del 3 gennaio 1944 - riferisce suor Lucia -, mentre pregava nella cappella del convento davanti al tabernacolo, “chiesi a Gesù di farmi sapere quale fosse la sua volontà”, e con il suo volto nelle sue mani attendeva una risposta: “Ho sentito allora che una mano amica, amorevole e materna mi tocca la spalla, alzo lo sguardo e vedo la cara Madre del Cielo”.

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La Madonna gli dice: "Non temere, Dio ha voluto dimostrare la tua obbedienza, Fede e umiltà, sei in pace e scrivi quello che ti viene detto, ma non quello che ti è stato dato per capirne il significato". E le ordina di mettere quello che scrive in una busta sigillata, annotando al di fuori di questa “che può essere aperta solo nel 1960”.

Poi - continua suor Lucia - “ho sentito lo spirito inondare da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e sentito, - La punta della lancia come una fiamma che si spegne, tocca l'asse della terra ...

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- Rabbrividisce: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nuvole escono dai loro limiti, straripano, allagano e trascinano con loro in un turbine, case e persone senza numero che non si possono contare, è la purificazione del mondo dal peccato in cui precipita. - Odio, ambizione provoca una guerra distruttiva!

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“Allora ho sentito l'eco di una voce dolce nel mio battito cardiaco accelerato e nel mio spirito che diceva: - Nel tempo, una Fede, un Battesimo, una Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell'eternità, paradiso!

“Questa parola Cielo ha riempito la mia anima di pace e felicità, in modo tale che quasi senza rendermene conto, ho continuato a ripetere a lungo: - Paradiso! il cielo!".

Incoraggiata da queste meravigliose parole finali, Suor Lucia ebbe la forza di scrivere il Terzo Segreto, proprio come la Madonna le aveva comandato: 1944, inginocchiato sul letto che fungeva da tavolo. Santa Maria". Così si conclude il racconto della visione (Un sentiero sotto gli occhi di Maria, p. 267).

Ovviamente scrisse solo ciò che le fu rivelato il 13 luglio 1917 - il Terzo Segreto -, omettendo, secondo le istruzioni che aveva appena ricevuto dalla Madre di Dio, ogni riferimento a questa nuova apparizione.

Come interpretare questa visione?

La cosa straordinaria di questa particolare visione è che è accompagnata da parole che la interpretano, completando ed evidenziando così la grandezza e la serietà dello stesso Messaggio di Fatima.

Oltre a mostrare la sua ineffabile gentilezza verso Suor Lucia - che conforta con la sua "mano amorevole, premurosa e materna" e con espressioni di apprezzamento per la sua obbedienza - e autorizzandola a scrivere il Terzo Segreto, la Madonna la premia. con questa visione e le fa “capirne il significato”, anche se avverte di non aggiungerlo alla scrittura ufficiale: ha potuto solo trascriverlo nel suo Diario personale.

L'immagine che Suor Lucia vide in Dio - “la punta della lancia come una fiamma che si spegne” - è notevolmente simile alla spada di fuoco che l'Angelo brandiva nella visione del Terzo Segreto . (3) E questa fiamma, toccando il asse della Terra, sconvolgendo tutta la natura in modo tale che anche "città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti". Il che, a sua volta, coincide con la previsione annunciata nella seconda parte del Segreto che "diverse nazioni saranno annientate" se gli uomini non daranno ascolto alle richieste della Madonna.

Oltre a questo terribile scenario, c'è la "guerra distruttiva", che Suor Lucia ritiene abbia due cause: "odio" e "ambizione".

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Gli atroci massacri di cristiani in Medio Oriente per mano di islamisti dell'ISIS e simili, che rivelano un odio satanico (diremmo quasi odio allo stato puro), e la mortale insurrezione guidata dalla Russia in Ucraina, dove l'ambizione territoriale sta diventando sempre più famigerato, non sono più i primi frutti di questa calamità?

È interessante notare che, parallelamente alla visione, a Suor Lucia è stato dato di capire che queste catastrofi sono causate dal peccato che copre la Terra, e hanno come oggetto la “purificazione del mondo”. Dopo la purificazione arriva un grande trionfo universale per la Chiesa, rappresentato dalla voce che proclama “una sola fede, un solo battesimo, una chiesa”.

Tutto ciò conferma notevolmente le analisi e le previsioni fatte nel corso dei decenni da Plinio Corrêa de Oliveira sulla direzione della situazione internazionale, avvertendo che potrebbe portare a un caos generalizzato di fronte a una grande vittoria per la Chiesa.

Si noti, inoltre, la consonanza di questo esito con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, precedentemente previsto a Fatima, e con simili predizioni della Madonna in apparizioni come La Salette (1846), Akita (1973) e altre.

Sulla soglia del risultato di Fátima?

Oltre a questa visione terribile e grandiosa, vale la pena evidenziare la sua perfetta corrispondenza come tassello chiave nel contesto del Messaggio di Fatima - questa appassionata equazione profetica che è sempre più vicina ad essere risolta -, arricchendola di dettagli importanti che fino ad ora sono stati ignorati. .

n / A

La descrizione di suor Lucia, infatti, non poteva arrivare in un momento più opportuno: il contesto convulso in cui si trova il mondo permette a tutti di comprenderla senza difficoltà, ed è per questo che sembra provvidenziale che venga rivelato ora.

La sua diffusione può aiutare a capire la punizione che verrà se gli uomini non rinunceranno alla malvagità e alla corruzione, e incoraggiarli a "raddrizzare i loro sentieri" (Mc 1, 3) attraverso l'emendamento sulla vita a cui la Vergine esortò Fatima.

In questo modo i creditori saranno fatti di una speciale misericordia di Dio, nel momento di una punizione sempre più probabile. E questo potrebbe essere il più grande vantaggio del messaggio celeste, che dobbiamo tutti riflettere.

Fonte: ipco.org.br - immagini www.rainhamaria.com.br


DIRE NELLA SCRITTURA SANTA:

"Le loro voci si alternavano e dicevano: Santo, santo, santo è il Signore Dio dell'universo! Tutta la terra proclama la sua gloria. Poi udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò? E chi andrà per noi? ecco, ho detto, manda me. Allora va 'a dire a quella gente, lui disse: "Ascolta, senza capire, guarda, senza vedere. Osserva il cuore di questo popolo, assorda le loro orecchie, spegnile. gli occhi, in modo che tu non veda nulla con i tuoi occhi, ascolti con le tue orecchie, non capisca nulla con il tuo spirito. E non guarirti più. Quanto tempo, Signore, ho detto. E lui ha risposto: Fino a quando le città non saranno devastate. e senza abitanti, le case, senza popolo, e il paese è deserto; finché il Signore non ha bandito gli uomini, e la solitudine sulla terra è grande. Se un decimo (della popolazione) rimane, sarà gettato nel fuoco "(Isaia 6).

Lamento, perché il giorno del Signore è vicino come una devastazione provocata dall'Onnipotente.
Per questo motivo lasciano cadere le braccia; tutti perdono il coraggio; sono pieni di terrore ... Presi da convulsioni e dolore, si dimenano come una donna durante il parto. Si guardano l'un l'altro e le loro facce sono in fiamme: ecco, verrà il giorno del Signore, un giorno di spietatezza, di furore e di ira ardente, per ridurre la terra in un deserto e per sterminare i peccatori. Né le stelle nel cielo, né le loro costellazioni luminose, faranno risplendere la loro luce; il sole si oscurerà dall'alba e la luna non invierà più la sua luce.

n / A

Punirò il mondo per i suoi crimini e i peccatori per la sua malvagità. Metterò giù l'orgoglio dei querelanti e umilierò la pretesa dei tiranni. Renderò gli uomini più rari dell'oro fino e i mortali più rari del metallo di Ofir. Scuoterò i cieli e la terra scossa sarà scossa dall'ira del Signore, l'Iddio degli eserciti, nel giorno del suo furore ardente. Gli sciacalli ululeranno nei loro palazzi e i lupi nelle loro case di piacere. La tua ora è vicina ei tuoi giorni sono contati " (Isaia 13).

sabato 17 ottobre 2020

Il presidente cinese chiede ai soldati di prepararsi per la guerra con gli Stati Uniti

 




17.10.2020 -


Dice nella Sacra Scrittura:

"Scatenerò la mia ira su di te; soffierò su di te il fuoco della mia furia; ti consegnerò nelle mani di uomini brutali, artigiani della distruzione. Sarai preso tra le fiamme; il tuo sangue scorrerà in mezzo alla terra; perché io sono il Signore, che ho parlato ". (Ezechiele 21, 36-37)

n / A

"Quando gli uomini dicono: Pace e sicurezza!, Allora la distruzione verrà improvvisamente su di loro, come i dolori delle donne incinte. E non scamperanno." (1Q 5, 3)


"E vidi apparire un cavallo verdastro. Il suo cavaliere si chiamava Morte; e la regione dei morti lo seguì. Gli fu dato il potere su un quarto del paese, per uccidere con la spada, con la fame, con la peste e con le bestie." (Apocalisse 6, 8)


Nota da www.rainhamaria.com.br

CREDO MARIANO Da San Gabriel de la Dolorosa

 


Cari fratelli e sorelle, amati figli di Cristo e di Maria, vi presento il "Credo di Maria" composto da un cuore amorevole della nostra Madre celeste; il cuore di San Gabriel de la Dolorosa:

 Credo Oh Maria! Che, come Tu stessa hai rivelato a santa Brigida, sei Regina del Cielo, Madre di misericordia, gioia dei giusti e guida dei peccatori pentiti; e che non c'è uomo così perverso che, finché vive, non hai pietà di lui; e che nessuno è così abbandonato da Dio che, se ti invoca, non può tornare a Dio e trovare il suo perdono, mentre chi, potendo, non si rivolge a Te, sarà sempre infelice.

Credo che tu sia la Madre di tutti gli uomini, che hai ricevuto da figli, nella persona di Giovanni, secondo il desiderio di Gesù.

Credo che tu sia, come hai dichiarato a santa Brigida, la Madre dei peccatori che vogliono correggersi, e che intercedi per ogni anima peccatrice davanti al trono di Dio, dicendo: abbi pietà di me.

Credo che tu sia la nostra vita e, unendomi a sant'Agostino, ti acclamerò come l'unica speranza dei peccatori dopo Dio.

Penso che tu sia, come ti ha visto Santa Gertrudis, con il tuo mantello aperto e che molte bestie si rifugino sotto di esso: leoni, orsi, tigri, ecc. E che tu, invece di spaventarli, li accolga con misericordia e tenerezza.

Credo che attraverso di te riceviamo il dono della perseveranza: se ti seguo, non mi smarrirò; se vado da te, non mi dispererò; Se mi sostieni, non cadrò; Se mi proteggi, non avrò paura; Se ti seguo, non mi stancherò; Se ti raggiungo, mi riceverai con amore.

Credo che tu sia il soffio vitale dei cristiani, il loro aiuto e il loro rifugio, specialmente al momento della morte, come hai detto a santa Brigida, perché non è tua abitudine abbandonare i tuoi devoti nell'ora della morte, come hai assicurato a San Giovanni di Dio.

Credo che tu sia la speranza di tutti, specialmente dei peccatori; Sei la città del rifugio, in particolare di coloro a cui manca ogni aiuto e soccorso. Io credo che tu sia il protettore dei dannati, la speranza dei disperati, e come ha sentito santa Brigida che Gesù ti ha detto, anche per il diavolo otterresti misericordia, se lui la chiedesse umilmente. Non respingi alcun peccatore, per quanto colpevole possa essere, se si rivolge alla tua misericordia. Tu con la tua mano materna lo porteresti fuori dall'abisso della disperazione, come dice San Bernardo.  

Credo che tu aiuti coloro che ti invocano e che ti venga chiesto di raggiungerci grazie più di quanto ti chiediamo per loro.

Credo che, come hai detto a Santa Gertrude, dai il benvenuto sotto il tuo manto a tutti coloro che vengono da Te e che gli Angeli difendano i tuoi devoti dagli attacchi dell'inferno. Esci per incontrare chi ti cerca e inoltre, senza che ti venga chiesto, spesso dispensi il tuo aiuto e credo che chi vuoi che si salvi si salverà.

Credo che, come hai rivelato a santa Brigida, i demoni fuggano, quando sentono il tuo nome, lasciando sola l'anima. Mi associo a San Girolamo, Epifanio, Antonino e altri, per affermare che il tuo nome è disceso dal cielo e ti è stato imposto per ordine di Dio. Dichiaro di provare con sant'Antonio da Padova la stessa dolcezza nel pronunciare il tuo nome che sentì san Bernardo pronunciando quello di tuo Figlio. Il tuo nome, o Maria, è una melodia per l'orecchio, miele per il palato, gioia per il cuore.

Credo che non ci sia altro nome, oltre a quello di Gesù, così ricco di grazia, speranza e dolcezza per chi lo invoca. Sono convinto con san Bonaventura che il tuo nome non si possa pronunciare senza qualche frutto spirituale. Sono certo che, come hai rivelato a santa Brigida, non c'è anima al mondo così fredda nel suo amore, né così lontana da Dio, che non sia libera dal diavolo se invoca il tuo santo nome.

Credo che la tua intercessione sia moralmente necessaria per salvarci, e che tutte le grazie che Dio dà agli uomini passino per le tue mani, e che tutte le misericordie divine siano operate attraverso di te, e che nessuno possa entrare in paradiso senza passare per te. , che tu sei la porta.

Credo che la tua intercessione non sia solo utile, ma moralmente necessaria.

Credo che tu sia il collaboratore della nostra giustificazione; il riparatore di uomini, corredentrice del mondo intero.

Credo che tutti quelli che non Ti accettano, come arca della salvezza, periranno nel mare in tempesta di questo mondo. Nessuno si salverà senza il tuo aiuto.

Credo che Dio abbia stabilito di non concedere alcuna grazia se non tramite te; che la nostra salvezza è nelle tue mani e che chi cerca di ottenere la grazia da Dio senza ricorrere a Te, intende volare senza ali.

Io credo che chi non è aiutato da Te, ricorre invano agli altri santi: quello che possono con Te, Tu puoi senza di loro; Se stai zitto, nessun santo intercederà; Se intercedi, tutti i santi si uniranno a te. Ti annuncio con san Tommaso come unica speranza della mia vita, e credo con sant'Agostino che tu solo sei sollecito per la nostra salvezza eterna.

Credo che tu sia il tesoriere di Gesù e che nessuno riceve nulla da Dio, se non attraverso la tua mediazione: trovarti va tutto bene. Credo che uno dei tuoi sospiri valga più di tutte le preghiere dei santi e che tu sia capace di salvare tutti gli uomini.

Penso che tu sia un così pio avvocato che non rifiuti di difendere i più infelici. Confesso con Sant'Andrea Cretese che sei il celeste riconciliatore degli uomini.

Credo che tu sia il pacificatore tra Dio e gli uomini e che tu sia il richiamo divino per attirare i peccatori al pentimento, come Dio stesso ha rivelato a Santa Caterina da Siena. Come la calamita attrae il ferro, così attiri i peccatori, come assicuravi santa Brigida. Siete tutti occhi e tutto il cuore per vedere le nostre miserie, abbiamo pietà e aiuto. Ti chiamerò allora, con sant'Epifanio: "Il pieno di occhi". E questo conferma quella visione di santa Brigida, in cui Gesù ti ha detto: "Chiedimi, Madre, quello che vuoi". E gli hai risposto: "Chiedo misericordia per i peccatori".

Credo che la misericordia divina che avevi con gli uomini quando vivevi sulla terra, innata in Te, ora in Cielo è aumentata nella stessa proporzione che il sole è più grande della luna, come pensa San Bonaventura. E questo, così come non c'è corpo in cielo e sulla terra che non riceva luce dal sole, così come non c'è anima in Cielo o in terra che non partecipa alla tua misericordia.

Credo anche con san Bonaventura che non solo chi ti insulta ti offenda, ma anche chi non chiede grazie. Chi ti dà doni non andrà perduto, per quanto peccaminoso, al contrario, come assicura San Bonaventura, chi non è tuo devoto perirà inevitabilmente. La tua devozione è il biglietto per il paradiso, dirò con Efrén.

Credo che, come hai rivelato a santa Brigida, tu sei la Madre delle anime del Purgatorio, e che i suoi dolori siano mitigati dalle tue preghiere. Perciò affermo con sant'Alfonso che i tuoi devoti sono molto fortunati e con san Bernardino che tu liberi i tuoi devoti dalle fiamme del Purgatorio.

Credo che tu, quando sei asceso al cielo, abbia chiesto, e l'hai ottenuto senza alcun dubbio, di portare con te in cielo tutte le anime che erano allora in Purgatorio.

Credo anche che, come hai promesso a Papa Giovanni XXII, libererai dal Purgatorio il sabato successivo alla sua morte tutti coloro che indosseranno il tuo scapolare del Carmen. Ma il tuo potere sta introducendo in paradiso quanti ne vuoi. Attraverso di te il paradiso è pieno e l'inferno è vuoto.

Credo che coloro che si appoggiano a Te non cadranno nel peccato, che coloro che Ti onoreranno raggiungeranno la vita eterna. Sei il pilota celeste, che guida i tuoi devoti al porto della gloria nella navicella della tua protezione, come hai detto a santa Maria Maddalena de Pazzis. Affermo quanto assicura San Bernardo: Professare la tua devozione è un certo segno di predestinazione, e anche quello dell'abate Guerrico: chi ti ama sincero, può essere sicuro di andare in Paradiso, come se ci fosse già.

Credo con sant'Antonio che non c'è santo compassionevole come te: tu dai più di quanto ti viene chiesto; Vai alla ricerca dei bisognosi, cerchi qualcuno da salvare: tante volte salvi proprio quelli che la giustizia di tuo Figlio sta per condannare, come insegna l'Abate di Celles. Pertanto, sono convinto della verità che è contenuta nella visione che ebbe santa Brigida: Gesù ti ha detto "Se le tue preghiere non fossero interposte, in questo caso non ci sarebbe né speranza né misericordia". Penso anche con San Fulgencio che se non fosse stato per Te, la terra e il cielo sarebbero stati distrutti da Dio.

Credo, come hai rivelato a santa Matilde, che sei stata così umile che, pur vedendoti arricchita di doni celesti e grazie senza numero, non ti preferiresti a nessuno. E che, come hai detto a santa Elisabetta benedettina, ti consideravi una servitrice di Dio molto vile e indegna della sua grazia.

Credo che per la tua umiltà tu abbia nascosto la tua maternità a san Giuseppe, anche se apparentemente sembrava necessario mostrargliela, e che servivi santa Elisabetta e che sulla terra hai sempre cercato l'ultimo posto.

Credo che, come hai rivelato a santa Brigida, avevi una concezione così bassa di te stessa perché sapevi di aver ricevuto tutto da Dio, per questo non cercavi la tua gloria, ma quella di Dio solo.

Credo con San Bernardo che nessuna creatura al mondo è paragonabile a Te in umiltà.

Credo che il fuoco d'amore che ardeva nel tuo cuore per Dio fosse di così tante calorie che avrebbe immediatamente acceso e consumato cielo e terra, e che in confronto al tuo amore, quello dei santi era freddo.

 Credo che tu abbia adempiuto perfettamente al precetto del Signore "Ama Dio", e che dal primo momento della tua esistenza, il tuo amore per Dio fosse superiore a quello di tutti gli angeli e serafini. Credo che a causa del tuo intenso amore per Dio, non sei mai stato tentato e che non hai mai avuto un pensiero che non fosse per Dio, né hai detto una parola che non fosse indirizzata a Dio.

Credo con Suárez, Ruperto, San Bernardino e San Ambrosio, che il tuo cuore ha amato Dio, anche quando il tuo corpo riposava, affinché si applichi a te quello che dice la Sacra Scrittura: "Io dormo, ma il mio cuore veglia", e che mentre vivevi sulla terra, il tuo amore per Dio non è mai stato interrotto.

Credo che tu abbia amato il tuo prossimo con una tale perfezione che non ci sarà nessuno che lo abbia amato di più, tranne tuo Figlio. E che anche se l'amore di tutte le madri fosse riunito ai loro figli, di mariti e mogli tra di loro di tutti i santi e gli angeli del cielo, sarebbe questo amore inferiore a quello che professate per una sola anima.

Credo che tu avessi, come dice Suárez, più fede di tutti gli Angeli e i Santi messi insieme: anche quando gli Apostoli dubitavano, non hai esitato. Ti chiamerò allora, con San Cirillo "Centro della fede ortodossa".

Credo che tu sia la Madre della Santa Speranza e il modello perfetto di fiducia in Dio. Che eri estremamente mortificato, tanto che, come dicono sant'Epifanio e san Giovanni Damasceno, hai sempre avuto gli occhi bassi, non fissandoli mai su nessuno.

 Credo a quello che hai detto a Babbo Natale. Elisabetta, Benedettina: che non avevi nessuna virtù senza aver lavorato per possederla, e con santa Brigida credo che hai condiviso tutte le tue cose tra i poveri, senza riservarti più di quanto è strettamente necessario per Te.

Penso che disprezzassi le ricchezze mondane.

Penso che tu abbia fatto voto di povertà.

Credo che la tua dignità sia superiore a tutti gli angeli e i santi e che la tua perfezione sia così grande che solo Dio può conoscerla.

Credo che dopo Dio si debba essere la Madre di Dio, e che quindi non si potrebbe essere più uniti a Dio senza essere lo stesso Dio, come diceva Sant'Alberto.

Credo che la dignità della Madre di Dio sia infinita e unica nel suo genere e che nessuna creatura possa salire più in alto. Dio avrebbe potuto creare un mondo più grande, ma non avrebbe potuto formare una creatura più perfetta di te.

Credo che Dio ti abbia arricchito di tutte le grazie e doni generali e particolari che ha conferito a tutte le altre creature insieme.

Credo che la tua bellezza supera quella di tutti gli uomini e gli angeli, come il Signore ha rivelato a santa Brigida.

Credo che la tua bellezza abbia scacciato via tutti i movimenti di impurità e ispirato pensieri casti.

Penso che fossi un bambino, ma da bambino avevi solo l'innocenza, non i difetti dell'infanzia.

Credo che tu fossi vergine prima del parto, durante il parto e dopo il parto; Eri una madre senza la sterilità della vergine, senza smettere di essere vergine. Hai lavorato, ma senza che l'azione distragga; hai pregato, ma senza trascurare le tue occupazioni. Sei morto, ma senza angoscia, dolore o corruzione del tuo corpo.

Credo che, come insegna sant'Alberto, tu sia stato il primo ad offrire, senza il consiglio di nessuno, la tua verginità, dando l'esempio a tutte le vergini, che ti hanno imitato, e che tu, davanti a tutti, porti il ​​vessillo di questa virtù. Per te, il tuo casto sposo San Giuseppe è rimasto vergine.

Credo anche che tu fossi deciso a rinunciare alla dignità della Madre di Dio, piuttosto che perdere la tua verginità. Dirò con il Beato Alano che praticare la devozione di salutarvi sempre con l'Ave Maria con il Rosario è un magnifico segno di predestinazione alla Gloria ".

 Cordialmente J.J. y M.

"Preghiere e devozioni cattoliche"

RALLEGRATI, POPOLO MIO, PERCHÉ LA GLORIA DI DIO TI ATTENDE NEI NUOVI CIELI E NELLA NUOVA TERRA, CHE IO CREERÒ PER LA TUA DELIZIA!



CHIAMATA DI DIO PADRE AL SUO POPOLO FEDELE. MESSAGGIO A ENOCH


 9 OTTOBRE 2020 

Popolo mio, la mia pace sia con te.

Figlioli miei, l'umanità sta per entrare nel tempo della grande purificazione, dove i guai e i dolori saranno il comune di quei giorni. Assisterete a eventi mai visti prima da occhio alcuno nel cielo e sulla terra; la trasformazione dell'universo farà sì che il vostro pianeta soffra grandi cambiamenti che influenzeranno la vita di tutte le creature. I disastri naturali che accadranno sulla terra, a causa della trasformazione dell'universo, saranno una delle grandi prove che dovrete affrontare.

Molti luoghi sulla terra scompariranno, città e popolazioni cesseranno di essere; le acque del mare impazziranno e molte regioni costiere scompariranno. Forti suoni come rimbombi di trombe si sentiranno in cielo e la stragrande maggioranza di questa umanità ingrata e peccatrice, entrerà nel panico. Il sole e la luna si oscureranno e le stelle perderanno la loro luminosità (Gioele 3. 15). Gli astri saranno scossi e si accelererà la rotazione della terra. In molti luoghi cambierà l'ecosistema terrestre, facendo sì che scompaiano boschi, foreste, fauna e flora.

La trasformazione dell'universo darà origine a una Nuova Creazione, a Nuovi Cieli e a una Nuova Terra, che saranno abitati dal mio Popolo fedele. Quando la terra comincerà a gemere con i suoi ultimi dolori di parto, non entrate nel panico, popolo mio; pregate e lodate la Gloria di Dio e troverete nella preghiera e nella lode, pace, serenità e speranza. Preparatevi, abitanti della terra, perché la trasformazione dell'universo cambierà il corso della vostra vita. Tutto sarà rinnovato in cielo e in terra; la Nuova Creazione sarà spirituale e abitata da esseri spirituali. Il mio Popolo, crogiolato dalla purificazione, sarà rinnovato; la mia Essenza Divina trasformerà i miei Figli in esseri spirituali di natura simile a quella dei miei Angeli.

Rallegrati, Popolo mio, perché la gloria di Dio ti attende nei Nuovi Cieli e nella Nuova Terra, che Io creerò per la tua delizia. Non temere, Popolo mio. Nelle prove che vi giungeranno, mantenete la calma e riponete la vostra fede e fiducia nel vostro Padre Celeste, e tutto passerà secondo la mia volontà. Non uno solo dei vostri capelli si perderà se rimanete uniti a Dio nelle prove che si avvicinano; ricordatevi, il vostro dolore, sofferenza e purificazione nelle prove, è nulla, in confronto alla Gloria, alla Gioia, alla Pace e alla Pienezza, che vi attende nella mia Nuova Creazione.

Rimani nella mia Pace, Popolo mio, mia Eredità

Il vostro Padre, Yahvè, il Signore del Creato

ILDEGARDA DI BINGEN

 


A motivo della sua razionalità, l’uomo ha un posto speciale nel mondo, ne è al centro. Egli è “omnis creatura”, ogni creatura, il microcosmo, il piccolo mondo che ha in sé tutti gli elementi che compongono l’universo. Anche per Ildegarda, come per Giovanni Eriugena, nella sua opera Della divisione della natura, l’uomo è il punto di mezzo e di raccolta. Dice Ildegarda, la terra è un globo luminoso e sta al centro dell’universo e al suo centro sta l’uomo, “…racematio et adunatio, perché egli ha in sé gli elementi. Posto tra il cielo e la terra, in mezzo, egli può operare il bene e il male ed è l’unico che può farlo. Con il capo, con le mani e con i piedi, tocca il firmamento. Ha in mano gli elementi e li muove, come chi tiene in mano una rete…” (così nell’opera Cause e cure) “…Egli stesso fa parte di questa rete e delle vicissitudini che lo circondano, in quanto è dotato di razionalità e responsabile di sé e dell’universo”. È come se l’uomo avesse in mano una rete e con questa rete muove ssegli elementi, cioè, muovesse il mondo.

Ildegarda fa un attento studio dell’uomo, analizzando le facoltà dell’anima come di quelle del corpo e mettendole in rapporto con i componenti dell’universo e dell’analogia che vi si riscontra lei da un’esatta descrizione, soprattutto nella terza grande opera, bella, stupenda, ma difficilissima da leggere e da interpretare. L’uomo è al centro, ma non è il centro dell’universo. Egli è creatura, come tutte le altre e tra tutte le altre. Come d’ogni oggetto si vede l’ombra, così dell’uomo, ma in un altro modo: egli è un’ombra, l’ombra di Dio. L’ombra dimostra la realtà dell’oggetto che la proietta, così l’uomo è la dimostrazione vivente dell’esistenza di Dio onnipotente. Ma è, appunto, un’ombra, vale a dire, ha un inizio, mentre Dio non ha né inizio, né fine.

L’armonia celeste è l’aspetto della Divinità e l’uomo è lo specchio di tutte le opere mirabili di Dio. Secondo Ildegarda, l’uomo è l’opera di Dio per eccellenza. Cielo e terra e l’uomo, al centro tra cielo e terra, al posto datogli da Dio, perché egli, l’uomo, vi eserciti il suo dominio. Signore della Creazione non è un padrone dispotico, la regge e la difende. Ne ha bisogno per vivere e con il contributo che le dà per la conservazione della Creazione mostra la sua somiglianza con Dio, esercitando l’opera che da Dio gli è stata affidata. Egli stesso, poi, è opus splendidum, l’opera più grande, più perfetta di Dio.

La visione che Ildegarda ha del cosmo pone sì l’uomo al centro, postovi da Dio; l’uomo dipende da Dio e dalle creature, entrambi. Ma il vero centro dell’universo è Dio, cui l’uomo tende e cui l’uomo deve tutto. Medioevo, il XII secolo: il secolo in cui l’uomo scopre se stesso nel rapporto con Dio. Come risposta ad una domanda sul senso che Ildegarda attribuisce al nulla

Ildegarda interpreta l’inizio del Prologo del Vangelo di san Giovanni, “…e nulla è stato fatto senza di lui…” in un modo diverso da quanto facciamo noi; l’interpreta come “il nulla è stato fatto senza Dio”. Il male non esiste, in quanto non è una realtà, la sua realtà è proprio di distruggere l’esistenza, l’integrità di una cosa. Ildegarda ritorna a questo pensiero e anche Agostino accenna alcune volte a quel versetto del Vangelo di San Giovanni, che nulla esiste che non è stato fatto da Dio, il nulla esiste senza Dio, è per questo che è nulla. Non ha nulla di positivo, non ha nulla da dare.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

Regina della Famiglia

 


Apparizioni a Ghiaie


La relazione della superiora dell'Istituto delle  Figlie della Sapienza di Bergamo 

 

Ai giudizi dati su Adelaide da varie personalità, aggiungo  la relazione della superiora dell'Istituto delle Figlie della  Sapienza di Bergamo, inviata a monsignor Angelo Bramini, 1'8  novembre 1946, cinque mesi dopo l'ingresso della bambina nel  nuovo istituto. 

Domenico Argentieri (o.c., p. 27) scrive: 

"Da quella relazione apprendiamo: 

a. La piccola Adelaide è furba, ma di una furbizia non  eccezionale, cioè non superiore a quella delle bambine della sua  età. 

b. Non si nota in lei doppiezza né attitudine ad ingannare; 

il suo sguardo non ha mai lasciato trapelare quel particolare  disagio di chi inganna sapendo di ingannare. Non sa simulare,  né si dimostra capace di gravi menzogne. 

c. Non ricerca l'applauso o l'ammirazione. Quando le allieve prepararono una rappresentazione teatrale, non sollecitò  una parte per sé. Affidatale una modesta parte di comparsa  muta, non mostrò alcuna disinvoltura e spontaneità, contrariamente al suo modo abituale di comportarsi. 

d. Non sa fingere né saprebbe riprodurre come situazioni vissute le situazioni imposte di un qualsiasi libretto drammatico. 

e. Non ha alcun amore per le storie fantastiche e romanzesche. È molto attenta alle istruzioni e alle prediche anche lunghe. Non ha buona memoria, ma segue attentamente le lezioni,  mentre è invece svogliata nello studio dopo scuola. 

f. Appena giunta nell'istituto aveva paura del buio come tutti i bambini. Niente sonnambulismo. Parla frequentemente  durante il sonno come gli altri bambini. 

g. Non si notano in lei capricci e disobbedienza di qualche entità. 

Sente e gusta la pietà, aspira alla santità, ha momenti di raccoglimento più prolungati dopo la comunione". 

Esperti e testimoni hanno osservato attentamente Adelaide  anche per lungo tempo, e sono arrivati alla stessa conclusione  sulla perfetta normalità della bambina, senza che tra loro ci sia  stata la possibilità d'incontro e d'intesa. 

Escluse le varie spiegazioni naturali, resta quella di una  comunicazione con la Madre di Dio, che è anche madre degli  uomini. La spiegazione migliore è un'autentica apparizione  della Vergine Maria. 

Severino Bortolan