venerdì 3 gennaio 2020

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



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Un piccolo pastore sotto il Terrore (1793-1794).  

La Convenzione aveva sperato di distruggere il culto divino, chiudendo le chiese; ma non aveva potuto sopprimere una delle più belle manifestazioni della religione, cioè la carità, la quale continuò sempre a fiorire nella casa dei Vianney. Era ivi una virtù quasi ricevuta per eredità, e l'apostolo di questa virtù tutta divina fu appunto il nostro Santo.  
Uno dei suoi compagni di Dardilly, Andrea Provin l'ha visto dirigersi col suo asino carico di legna verso la casa dei poveri, col volto raggiante. «Metti due o tre pezzi di legna», gli diceva dapprima il padre, poi aggiungeva: «Mettine quanto puoi!» 20.  
Gli infelici erranti trovavano facilmente asilo a Dardilly. I Vincent, genitori di Maria, erano venuti ad un accordo, dal quale traspare tutta la loro buona intenzione, insieme al loro sentire delicatamente cristiano: i Vincent accoglierebbero le donne povere, mentre gli uomini dovrebbero indirizzarsi ai Vianney 27. In questo caso, era Giovanni Maria che indicava la porta della casa paterna ai mendicanti. Questi infelici qualche volta avevano con sé figli piccoli: e Giovanni Maria, vedendoli, si commuoveva fino alle lagrime, li prendeva per mano, li accompagnava in casa e li raccomandava: alla madre. Ve n'erano di quelli che mancavano di zoccoli, di vesti, di pantaloni, della camicia, e la pia e caritatevole madre aumentava la gioia del figlio, correndo all'armadio in cerca di questi doni desiderati.  23  
Senza soggezione i poveri dovevano sedersi alla tavola dei padroni ed erano serviti per i primi. Una sera, così guidati dalla Divina Provvidenza, arrivarono ben venti di questi ospiti.  
- Non c'è brodo per tutti - disse qualche volta la massaia al marito.  
- Starò senza io - rispondeva il brav'uomo 28.  
Fra questi erranti della strada vi erano forse dei preti proscritti, ma anche dei miscredenti, imbevuti delle idee dell'epoca, e fu per una speciale benedizione di Dio su questa famiglia, se i Vianney non furono traditi: certo correvano un bel rischio! S'immagini, che dopo la refezione, sia pure a porte chiuse, gli ospiti erano invitati ad inginocchiarsi, intanto che una voce pura e fresca di bimbo si elevava a dire, in nome di tutti, la preghiera della sera: finita la prece, era ancora, Giovanni Maria, che, coi suoi fratellini, conduceva i poveri al riposo, nella stanza o nel fienile, ove li attendeva un buon strato di paglia. Ed allora la grande pace di Dio avvolgeva la casa della carità.  

 Prima di coricarsi Giovanni Maria faceva quello che aveva visto tante volte fare da suo padre, e che prima aveva già. fatto suo nonno, Pietro Vianney, cioè scopava il focolare al quale si erano assisi i poveri, prendeva i loro mantelli, inzuppati di acqua e li avvicinava al fuoco, perché potessero più facilmente asciugare. Infine, prima di andare al riposo, si intratteneva ancora con sua madre e con sua sorella, parlando di Religione, in omaggio alla sua pietà, che ogni giorno cresceva; con loro recitava qualche preghiera per le anime del Purgatorio, questi mendicanti dell'al di là, e si ritirava dopo avere scambiato l'augurio della buona notte.  
Fin da questo tempo, Giovanni Maria Vianney aveva tenera devozione alle anime del Purgatorio. Durante il 1793 «ci morì una zia, - racconta Margherita, - e tra di noi dicevamo: È un nuovo fastidio, perché bisognerà aggiungere un Pater ed un'Ave di più; ne avevamo già abbastanza». Ma Giovanni Maria che aveva allora sette anni ci riprese: «Mio Dio, che cosa è mai un Pater ed un'Ave di più? È subito detto» 29.  
Ben presto il nostro Santo, che non fu un fanciullo avvezzato mollemente, dovette dormire, secondo l'uso della campagna, in un angolo della stalla, ove era stato preparato un letto per lui e per Francesco. «Siamo buoni, - diceva a suo fratello maggiore - per non essere sorpresi come i peccatori».   
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Canonico FRANCESCO TROCHU

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