sabato 4 giugno 2022

Di quale mezzo Dio si è servito per ispirare questa devozione

 


LA DIVOZIONE AL S. CUORE 

DI N. S. GESÙ CRISTO 

Il Beato P. de la Colombière d. C. d. G. fu uno dei primi di cui Dio sì  servì per indurre i fedeli a questa devozione. Questo gran servo di Dio fu  ancor più illustre per la sua gloriosa qualità di Confessore di G. C. in  Inghilterra, che per quella di predicatore di S. A. R. la duchessa di York,  poi regina d’Inghilterra; rinomato a ragione per i suoi libri nei quali ha  saputo così bene unire la sodezza al garbo e questo all’unzione, ma più  stimato ancora per quella virtù sublime a cui s’era obbligato con voto  espresso di tendere senza posa, e a cui giunse in breve tempo, destando  l’ammirazione di tutti quelli che lo conobbero ed anche degli eretici. Questo  gran servo di Dio, dico, concepì subito una sì giusta idea della sodezza ed  importanza di questa devozione, ricevette da Dio dei favori sì grandi  mediante la pratica di questi santi esercizi, da credersi obbligato a non  trascurare nulla per render pubblico un tesoro che appartiene a tutti, e che  tuttavia la maggior parte ignora. Ecco ciò che aveva scritto nel diario dei  suoi Ritiri spirituali, fatti a Londra e pubblicati dopo la sua, morte: 

«Terminando, egli dice, questi Esercizi, pieno di fiducia nella  misericordia del mio Dio, mi son fatto un obbligo di promuovere con tutte  le forze possibili l’esecuzione di, ciò che mi fu comandato dal mio adorabile  Maestro, in riguardo al suo prezioso Corpo nel SS. Sacramento dell’altare,  dove lo credo veramente e realmente presente… ricolmo di dolcezze che io  posso gustare e ricevere dalla misericordia del mio Dio, senza poterlo  spiegare… ho compreso che Dio voleva ch’io lo servissi, procurando il  compimento dei suoi desideri circa la devozione ch’Egli ha suggerito ad una  persona a cui si rivela con grandissima famigliarità, e per cui mezzo ha  voluto servirsi della mia debolezza. L’ho già suggerita a molte persone in  Inghilterra e ne ho scritto anche in Francia, dove ho pregato un amico a  farla entrare nel luogo dov’egli si trova; essa vi sarà molto utile, e il gran  numero d’anime privilegiate che si trovano in quella Comunità mi fa  sperare che la detta pratica in quella santa casa sarà gratissima a Dio. Oh,  perché non posso, o mio Dio, essere dappertutto per divulgare ciò che voi  attendete dai vostri servi ed amici? Essendosi dunque Iddio manifestato  alla persona che si ha motivo di credere che sia secondo il Cuor suo, per le  grandi grazie che le ha fatte, essa se ne aprì con me ed io le imposi di  scrivere ciò che mi aveva detto e che io stesso ben volentieri ho riportato  nel diario dei miei Esercizi, perché Dio nell’esecuzione di questo disegno  vuole servirsi delle mie deboli forze. 

«Mentre me ne stavo dinanzi al SS. Sacramento un giorno della sua  ottava, così quest’anima santa, io ricevetti dal mio Dio alcune grazie  eccessive dell’amor suo: e mentre io ardevo dal desiderio di  contraccambiarlo rendendogli amore per amore, Egli mi disse: — Tu non puoi darmene un contraccambio maggiore che facendo ciò che già più volte  t’ho chiesto — e scoprendo il suo Cuore divino: — Ecco, (disse) quel Cuore  che ha tanto amato gli uomini, che nulla ha tralasciato fino a esaurirsi e  consumarsi per mostrare l’amor suo verso di loro; e per riconoscenza io  non ricevo dai più che ingratitudini con disprezzi, irriverenze, sacrilegi e  freddezze, che hanno per me in questo Sacramento d’amore! Ma ciò ch’è  ancor più doloroso, chi mi tratta così sono proprio dei cuori a me  consacrati! Perciò ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus  Domini sia dedicato a una festa speciale per onorare il mio Cuore,  tributandogli una riparazione d’onore con un’ammenda onorevole,  comunicandosi in tal giorno per riparare le offese ch’Egli ha ricevuto nel  tempo ch’è stato esposto su gli altari. Io poi ti prometto che il mio Cuore si  dilaterà per diffondere in abbondanza gli influssi del suo amore divino su  quelli che gli renderanno questo onore. 

« — Ma Signore, a chi vi rivolgete voi? — gli rispose questa persona —  a una creatura tanto misera e povera peccatrice, che per la sua stessa  indegnità sarebbe anche capace di ostacolare il compimento del vostro  disegno? Avete tante anime generose per eseguirlo! … 

« — E non sai, tu, povera innocente, che io, per confondere i forti mi  servo dei soggetti più deboli? Che di solito proprio sui più piccoli e poveri di  spirito io dimostro la mia potenza, affinché essi non attribuiscano niente a  se medesimi? 

« — Datemi dunque il modo, gli dissi, di fare ciò che mi comandate.  «Allora Egli soggiunge: — Rivolgiti al mio servo N. N. (il. P. de la  Colombière) e digli a nome mio che faccia il possibile per diffondere questa  devozione e di appagare il Mio Cuore divino. Non si scoraggi punto per le  difficoltà alle quali andrà incontro, ché non gli mancheranno; ma sappia  che è onnipotente chi, diffidando pienamente di sé, confida soltanto in me». 

Il P. de la Colombière, che aveva un discernimento finissimo, non era  uomo da credere con facilità a qualsiasi cosa, ma aveva delle prove troppo  evidenti dell’alta e soda virtù della persona che gli parlava, per temere in lei  la minima illusione; perciò si diede subito al ministero che Dio gli aveva  affidato; ma per adempirlo con ogni sodezza e perfezione volle cominciar da  se stesso, e prima fece la sua consacrazione intera al S. Cuore di Gesù,  offrendogli tutto quello che stimò essere in sé capace d’onorarlo e di fargli  piacere; e le grazie straordinarie che ricevette da questa pratica lo  confermarono ben presto nell’idea che s’era fatta dell’importanza e della  solidità di tale devozione. Così non appena egli ebbe considerato i  sentimenti tenerissimi di Gesù verso di noi nel santo Sacramento, dove il  Suo Sacro Cuore arde perennemente d’amore per gli uomini, e sta sempre  aperto per diffondere su loro ogni sorta di grazie e di benedizioni, non poté  rappresentarsi, senza gemere, gli oltraggi orribili che Gesù vi riceve da sì  lungo tempo dalla malizia degli eretici e dallo strano disprezzo, che la  maggior parte dei Cattolici ha per Gesù in questo augusto Sacramento.  Questo oblio, questo disprezzo e questi oltraggi toccarono la sua sensibilità  e lo spinsero a consacrarsi di nuovo al S. Cuore con quella bella preghiera,  ch’egli chiama l’Offerta al S. Cuore di Gesù, e si trova in fine di questo  libro. 

Il viaggio in Inghilterra del Servo di Dio; la prigionia e il poco tempo  che sopravvisse al suo ritorno in Francia, gl’impedirono di istruirne  maggiormente il pubblico. Ma Dio non ha lasciato imperfetta l’opera di lui.  Egli medesimo ha ispirato questa devozione, che aveva fatto conoscere a  S. Geltrude (Vita: l. 4, c. 4) come riservata a questi ultimi tempi, per  scuotere con tal mezzo la tiepidezza e l’accidia dei fedeli; e per mezzo d’un  libretto scritto quasi a caso, senza studio, senza arte e senza disegno, ha  destato questa devozione anche in quelle persone che non l’avevano mai  gustata, anzi prima, senza quasi conoscerla l’avevano per così dire  screditata. E Dio s’è servito anche di queste per diffonderla quasi  dappertutto1. 

Così in meno d’un anno si è vista questa devozione felicemente  diffusa. I Direttori più sapienti, i dottori e i prelati ne han fatto  personalmente l’elogio, i predicatori l’hanno predicata con buona riuscita;  sono state erette cappelle in onore del S. Cuore di Gesù, scolpita e dipinta  la sua Immagine e consacrati altari in suo onore; mentre le Religiose della  Visitazione che, animate dallo spirito del loro Fondatore, ne furono le più  zelanti o almeno le prime, ebbero la gioia di sentir cantare solennemente a  Digione, nella cappella fatta costruire da loro al S. Cuore di Gesù, la Messa  composta in suo onore. Il loro esempio è già stato imitato con frutto  grandissimo da parecchie altre Religiose. Questa solida devozione s’è  diffusa e stabilita con meraviglioso successo in quasi tutta la Francia, è  passata nelle altre nazioni, ed ha perfino varcato gli oceani, stabilendosi a  Quebec e a Malta, e si ha motivo di credere che per mezzo dei missionari si  sia propagata in Siria, nelle Indie e fino in Cina. 

In conclusione, l’approvazione generale avuta da questa devozione e la  stima che ne hanno fatta le persone d’un merito e d’una virtù  universalmente conosciuta, fanno sperare che Gesù Cristo sarà ormai  meno dimenticato, meglio servito e assai più amato. 

P. GIOVANNI CROISET S.J.

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