giovedì 6 aprile 2023

Gesù celebra l'Ultima Cena con gli Apostoli

 


Questo Giovedì Santo ci porta la memoria di quell'Ultima Cena del Signore con gli Apostoli. Come negli anni precedenti, Gesù celebrerà la Pasqua circondato dai suoi. Ma questa volta avrà caratteristiche molto particolari, perché è l'ultima Pasqua del Signore prima del suo transito al Padre e a causa degli eventi che si svolgeranno in essa. Tutti i momenti di questa Ultima Cena riflettono la Maestà di Gesù, che sa che morirà il giorno dopo, e il suo grande amore e tenerezza per gli uomini.

La Pasqua ebraica era la principale delle festività ebraiche ed era istituita per commemorare la liberazione del popolo ebraico dalla servitù dell'Egitto. Questo giorno sarà memorabile per voi, e lo celebrerete solennemente in onore di Yahweh, di generazione in generazione. Sarà una festa in perpetuo1. Tutti gli ebrei sono obbligati a celebrare questa festa per mantenere viva la memoria della loro nascita come popolo di Dio.

Gesù affidò la disposizione del necessario ai suoi discepoli prediletti: Pietro e Giovanni. I due Apostoli fanno con cura i preparativi. Portarono l'agnello al Tempio e lo immolarono per poi tornare ad arrostirlo nella casa dove si svolgerà la cena. Preparano anche l'acqua per le abluzioni,2 "erbe amare" (che rappresentano l'amarezza della schiavitù), "pane azzimo" (in memoria di coloro che hanno dovuto smettere di cucinare i loro antenati alla partenza frettolosa dall'Egitto), vino, ecc. Hanno fatto uno sforzo speciale in quanto tutto era perfettamente organizzato.

Questi preparativi ci ricordano l'attenta preparazione che dobbiamo compiere in noi stessi ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa. Si rinnova lo stesso sacrificio di Cristo, che ha dato se stesso per noi, e anche noi siamo suoi discepoli, che prendono il posto di Pietro e Giovanni.

L'Ultima Cena inizia al tramonto. Gesù recita i salmi con voce ferma e accento particolare. San Giovanni ci ha comunicato che Gesù desiderava ardentemente mangiare questo pasto con i suoi discepoli.

In quelle ore accaddero cose singolari che i Vangeli ci hanno lasciato registrate: la rivalità tra gli Apostoli, che cominciarono a discutere su chi sarebbe stato il più grande; l'esempio lampante di umiltà e di servizio in Gesù che svolge l'ufficio riservato al più piccolo dei servi: cominciò a lavare loro i piedi; Gesù si rivolge con amore e tenerezza verso i suoi discepoli: figlioli miei..., viene a dire loro. "Il Signore stesso ha voluto dare a quell'incontro una tale pienezza di significato, una tale ricchezza di memoria, una tale commozione di parole e sentimenti, una tale novità di atti e precetti, che non finiremo mai di meditarli ed esplorarli. È una cena testamentaria; È una cena affettuosa e immensamente triste, mentre misteriosamente rivela promesse divine, visioni supreme. La morte è rovesciata, con presagi inediti di tradimento, abbandono, immolazione; la conversazione si spegne subito, mentre la parola di Gesù scorre continuamente, nuova, dolcissima, tesa in supreme confidenze, così sospesa tra la vita e la morte".

Ciò che Cristo fece per i Suoi può essere riassunto in queste brevi parole di San Giovanni: Egli li amò sino alla fine.5 Oggi è un giorno particolarmente opportuno per meditare sull'amore di Gesù per ciascuno di noi, e su come stiamo rispondendo: sui rapporti assidui con Lui, sull'amore alla Chiesa, sugli atti di riparazione e riparazione, sulla carità con gli altri, sulla preparazione e il rendimento di grazie della Santa Comunione, nel nostro desiderio di cooperare con Lui, nella fame e nella sete di giustizia.

Parlare con Dio

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