1. «Maria diede alla luce il suo figlio, lo fasciò e lo adagiò in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nel rifugio. L'Angelo disse ai pastori: Ecco, vi do la buona notizia di una gioia grande per tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato a voi un Salvatore. E questo sia per voi il segno: troverete un bimbo avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
Gesù dunque nasce nella povertà, e la sceglie come condizione permanente della sua vita: «Gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi hanno le loro tane, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». E la eleva a prima beatitudine: «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli».
Beatitudine: come?
Maria e Giuseppe, chini sul Bimbo nella grotta di Betlemme, non sentono la povertà: provano solo la gioia indicibile che è nato il Salvatore. Questa gioia è talmente intensa, da far sparire ogni altra preoccupazione. Il loro cuore è libero, Gesù è la loro ricchezza che vale più di tutti i tesori del mondo.
2. La povertà non è una beatitudine in sé, ma per il regno dei cieli che racchiude. È beatitudine nella misura che diventa libertà di spirito di fronte a tutto, pur di possedere Dio. Veramente ricco non è colui che ha tante cose, ma colui che può farne a meno perché il suo bene è al di là delle cose.
La spinta che viene dal mondo a inseguire le ricchezze è un inganno satanico: nello spasimo di inseguire beni che non avranno mai, molti finiscono per non saper gustare i doni che già possiedono.
La consacrazione a Maria comporta anche una scelta per i poveri. Maria ci porta a preferire gli umili, a visitare i malati, a vedere Gesù in ogni sofferenza umana.
3. Consacrarsi a Maria significa scegliere una sovrana libertà di spirito di fronte a tutto ciò che non è Dio. Significa accontentarsi di poche cose, alimentando invece la capacità di gustare i doni di Dio, e Dio stesso nei suoi doni.
Questa libertà di spirito nei confronti di tutto ciò che non è Dio è indispensabile per la vita cristiana. Quanti per facilitare la propria carriera aderiscono a sette o ideologie contrarie alla fede! Quanti per il vile denaro passano sopra i richiami della coscienza! Gesù invita a fare una scelta molto chiara tra Lui e Mammona, idolo che simboleggia il denaro.
Lo spirito di povertà, nella condizione normale, esige che ci si accontenti di quanto basta per vivere, senza rincorrere con ansia le ricchezze.
Nelle persone più sensibili alle cose di Dio può sorgere l'impulso evangelico a lasciare completamente il mondo e a seguire Gesù nella povertà: «Se vuoi essere perfetto - dice Gesù al giovane ricco -, vendi ciò che hai e danne il ricavato ai poveri; poi segui me» ( Mt 19, 21). Chi prende questo invito sul serio «avrà il centuplo in questa vita e la vita eterna» (Mt 19, 19). A tutti Gesù dice: «Cercate innanzi tutto il regno di Dio e la sua giustizia; il resto vi sarà dato in sovrappiù» (Mt 6, 33). È una parola da prendere sul serio: Gesù non vien meno alle sue promesse!
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