LETTERA 69
A Maria Kolbe, Cracovia S.l.G.C.
Grodno 23 X 1922
Cara mamma!
Scrivo già dalla cella del convento di Grodno1 e ti dico subito come ci sono capitato: alla stazione mi ha accompagnato l'economo P. Anselmo, per prevenire tutte le necessità e per poter trovare un buon posto nella carrozza ferroviaria. Sono salito con i miei due compagni di viaggio2. Dovevo ancora recitare una parte del breviario, ma nel treno c'era buio. Mi sono avvicinato allora al finestrino ed ho pregato alla luce della lampada elettrica della stazione. Un ebreo ha notato la mia difficoltà e subito mi ha offerto una candelina. È stata sufficiente; per ringraziarlo gli ho promesso di ricordarlo nella s. Messa.
A Varsavia abbiamo attraversato la città in carrozza, quindi mi sono recato in convento. Ho celebrato la s. Messa, naturalmente davanti all'immagine della ss. Vergine, ho fatto una breve e fraterna conversazione, mi sono recato in città con P. Rainerio per informarmi sui prezzi della carta e della tipografia, e dopo il pranzo ci siamo avviati in carrozza verso la stazione «Warszawa Wilenska».
In compagnia di buoni soldatini siamo arrivati in breve tempo a Bialystok, abbiamo cambiato treno e in serata siamo giunti a Lososna, da dove un carro ci ha portati fin sotto le mura del convento.
Qui c'è aria di campagna e la gente è buona, perciò è anche piacevole starci. È chiaro che dove l'obbedienza manda, dispone: sempre ogni cosa in modo che ci si possa trovare nel modo migliore e così è avvenuto anche questa volta. Io mi sento contento ed anche i miei contatti per l'edizione promettono molto bene. A dire il vero, all'inizio uno dei tipografi aveva fissato 100 marchi per ogni copia, esclusa la carta, ma per la medesima proposta un altro tipografo ha chiesto un prezzo molto più basso, su per giù 6-8 volte meno che a Cracovia. Comunque, devo orientarmi al più presto per installare una nostra tipografia, in tal modo sarà ancora più facile.
La mia stanzetta guarda verso il sole, perché è situata a meridione, mentre il locale per il lavoro editoriale è molto ampio e in buono stato. Se la Mammina Immacolata lo vorrà, forse fra non molto si metterà in piedi una piccola tipografia.
La chiesa è molto ampia ed è dedicata alla ss. Vergine Maria [degli Angeli]. Quindi si presta bene. Negli altari laterali s. Francesco e s. Antonio brillano nelle loro vesti argentee. In un altro altare laterale c'è anche un quadro della ss. Vergine, oggetto di particolare venerazione: sicuramente è famoso per le sue grazie. Anche se non ho avuto ancora il tempo di osservare molto il convento, tuttavia a prima vista ha un aspetto caratteristico.
Ho inviato oggi una cartolina a Irene in occasione del suo onomastico, perché prima non avevo avuto la possibilità di farlo. Le ho anche fatto sapere che avevo scritto a Franco, al vecchio indirizzo3.
Terminando, chiedo solo una preghiera affinché io conosca bene e compia la volontà di Dio, ossia la Volontà dell'Immacolata, sicché, secondo lo spirito della «Milizia», io possa essere un vero strumento nelle sue mani immacolate.
Il figlio affezionato
P. Massimiliano M. Kolbe
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(1) P. Massimiliano partì da Cracovia la sera del 19 X 1922. Giunse a Grodno la sera seguente. Per trasportare la redazione del RN non ci furono grosse difficoltà: tutto trovò posto in una borsa. - (2) Fr. Zdzislaw Koémiriski (ex-chierico) e Antonio Kelar, aspirante del seminario minore. - (3) Francesco Kolbe si era trasferito momentaneamente da Krasnik a Kozia Gora, distretto di Chelmno. Ciò avvenne probabilmente verso la fine di agosto del 1922. Irene era la moglie di Francesco.
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