domenica 28 luglio 2019

Dolore e Misericordia



Il giorno 29, il Signore mi disse: 

“L'oro si prova nel crogiolo ardente. Tutto ciò che state vivendo è necessario per la crescita... Ti amo molto, credilo, e tu  amaMi di più. Anche se credi di non potere amare ancora di più, continua ad esercitarti in questo: l'Amore è come un  recipiente di gomma che si dilata, con la differenza che questo recipiente non scoppia mai, ma, piuttosto, diventa più  fine, fino a tramutarsi in un materiale nobile”.

Più tardi, continuò: 

“È Mio desiderio che ogni Anima sia santa, per potere giungere a Me nel momento della sua morte, e perché possa rimanere nel Regno che il Padre tiene pronto da sempre. Indubbiamente, voglio purificare l'Anima già sulla Terra,  affinché, nel limite del possibile, non debba purificare in Purgatorio ciò che non è riuscita a purificare in vita; per questo, quando una persona è ben disposta e desidera conoscerMi, amarMi, farMi conoscere e purificarsi sulla Terra, Io compio il Mio lavoro di “vasaio”, modellando ancora una volta l'argilla, ed aggiungendo un poco d'acqua per affinare la 
pasta, oppure battendo e lavorando la pasta per ammorbidirla, ed infine, quando ormai è pronta, la sottopongo a cottura nel forno ardente delle Virtù, perché l'Opera risulti liscia al tatto, brillante e degna di essere presentata ed offerta al Re”.

Anche se ero certa di avere assistito al viaggio di mia madre verso il Trono del Signore, mi interrogavo se la sua Anima dovesse ancora espiare, per qualche tempo, nel Purgatorio... È stato, allora, che il Signore mi disse: 

“Perché permetti che il Demonio semini dubbi nella tua mente? 

Abbi fiducia e prega... Non lo potrete capire fino a quando non vi troverete da questa parte, però, anche se avrete la  quasi certezza (come ho rivelato ad alcune Anime) che i loro Morti già godono del Paradiso, voi continuate a pregare per loro, perché, così facendo, portate a termine ciò che in loro era mancante, oppure accrescete ciò che altre Anime vicine hanno potuto presentare, nel momento in cui si sono incontrate con Me.

Quando dicevo: “Venite a Me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi...” (Mt. 11,28) lo dicevo anche per te. Molte delle  cose che Io permetto o mando, a volte ti sembrano stupide o ingiuste. La Fede deve insegnarvi che Io pianifico tutto a fin di bene. Ricorda che l'Anima, che conserva la pace e la Fede nelle avversità, ha diritto di sperare nel Mio Amore e nei Suoi benefici”.

Come un regalo speciale di Dio, abbiamo poi ricevuto la visita del nostro Assessore Ecclesiastico Internazionale, un grande amico e Sacerdote molto beneficato dal Signore, che ha concelebrato insieme al mio Direttore Spirituale una Messa di Guarigione e di perdono, nella quale abbiamo sentito molto forte la Presenza viva di Gesù tra noi. Entrambi i Sacerdoti erano uniti a Gesù, nell'Amore e nella pietà, per questa parte del Suo Popolo sofferente. La mia famiglia ed una coppia da noi molto amata, a cui dobbiamo eterna gratitudine, abbiamo partecipato all'Eucaristia. Quante cose ci sono da risanare nell'Anima di ogni Essere Umano! Con riconoscenza, abbiamo potuto averne la prova.

Catalina Rivas

SPIRITO SANTO



Vieni, o alito vitale, e fa che i mortali ti credano qual sei veramente, cioè lo Spirito del Padre e del Figlio. Teque, utriusque Spirituin, credamus omni tempore. 

Non lasciatevi imbrogliare dal “mondo dell’ apparenza” del male, perché esso non porterà mai frutti.



Maria Madre di Dio

Figli Miei non attaccatevi alle pagliuzze, non affidatevi a un barlume di speranza,

 perché come la parola stessa dice, è soltanto un barlume e non può essere mai la vera e reale speranza, perché questa può essere donata solo da Mio Figlio ed è Lui che soddisferà la vostra speranza.

Tutto quello che Satana vi porge, serve unicamente a uno scopo: allontanarvi sempre di più da Gesù e da Dio Padre. Chi ha fiducia in Mio Figlio, non sarà schiavo di nessun barlume, ma sarà ricolmo della vera speranza di Mio Figlio, una speranza che ha radici, una speranza che cresce e fiorisce e porta frutti. Una speranza che porta gioia, che fa risplendere la vostra anima e riempie di grande felicità i vostri cuori. Questa speranza, vi viene regalata da Mio Figlio,  vi fa avvicinare sempre di più a Lui e non passa mai.

Non lasciatevi imbrogliare dal “mondo dell’ apparenza” del male, perché esso non porterà mai frutti

Tutto è preparato per rendervi felici, darvi  false speranze, presentandovi un’apparenza che passa con la minima corrente d’aria!Credete in Mio Figlio, abbiate fiducia in Lui e affidateGLI la vostra vita, allora tutto andrà per il meglio -così non avverrà se vi affidate al diavolo mimetizzato e nascosto nell’attuale” mondo luccicante” che vi abbaglia e vi rovina, che vi fa  soffrire che vi allontana dalla fede e infine vi porta direttamente alla dannazione.

Svegliatevi! Non tenetevi più ad alcuna pagliuzza, esse sono così instabili come le fondamenta su cui il male costruisce per voi il suo mondo dell’ apparenza. “PERICOLO DI CROLLO “dovrebbe essere scritto davanti ad ogni portone d’ingresso di  questo suo impero, ma visto che presso Satana non esistono diritti per i figli di Dio-guardate il vostro mondo attuale!- non troverete da nessuna parte questi avvertimenti. Al contrario verrete attirati con false promesse, i vostri sensi  verranno storditi, intossicati e abbagliati da questo mondo dell’ apparenza, che si vota, esclusivamente, alla materia, in cui il denaro e la bellezza, il sesso e la brama stanno al primo posto e voi andate diritti incontro all’abisso.

Figli Miei, cambiate strada! Prima che sia troppo tardi! Trovate nuovamente la strada verso Dio Padre e non diventati schiavi del mondo immaginario del male e non aspirate a farvi  parte! Questo Miei cari figli ha già portato molti di voi a cadere. E questo, Miei amati figli, è il momento, in cui Satana vi porge le sue pagliuzze, a cui voi vi aggrappate passando da una all’altra senza mai arrivare da nessuna parte. Vi allontanate sempre di più dai valori di Dio Padre e di Mio Figlio, invece di restare nell’umiltà e di aver fiducia in Mio Figlio, vi perdete in un mondo in cui Dio, sembra non avere più alcun ruolo.


LA SANTISSIMA EUCARESTIA



IL DIO NASCOSTO

Veramente un Dio ascoso sei Tu, Dio d'Israele, salvatore. 
Isaia, XLV, 15.


Che il Figlio di Dio ci abbia amati sino a farsi uomo, si comprende in qualche modo: è il Creatore che restaura l'opera delle sue mani. Che l'Uomo-Dio sia morto sulla Croce, anche si spiega come un eccesso di amore.
Ma ciò che non si giunge a comprendere, ciò che spaventa i deboli di fede e scandalizza gl'increduli, è che Gesù Cristo, coronato di gloria, dopo compiuta la sua missione sulla terra, voglia ancora rimanere con noi e in uno stato di più grande umiliazione e annientamento che a Betlemme e sul Calvario stesso.
Solleviamo con profondo rispetto il velo misterioso che copre il Santo dei Santi e cerchiamo di comprendere, per quanto ci è dato, l'eccessivo amore che ha mostrato per noi il divin Redentore.

I. - Questo stato nascosto di Gesù è di grande gloria per il suo Eterno Padre, perché Gesù vi rinnova e glorifica tutti gli stati della sua vita mortale. Quello che non può più fare nella gloria del Cielo, lo fa col suo annichilamento sull'altare.
Con quale compiacenza l'Eterno Padre guarda questa povera terra su cui vede il suo Figlio, che ama come Se stesso, fatto così povero, umile ed ubbidiente!
Nostro Signore ha trovato il modo di rinnovare incessantemente e perpetuare il Sacrificio del Calvario, perché al Padre suo si rappresenti senza interruzione l'atto di carità ineffabile con cui gli rese una gloria infinita, immolandosi per distruggere il regno di satana, suo nemico.

Gesù continua contro la superbia quella guerra che dovrà sterminarla. Come a Dio nulla è più odioso della superbia, cosi nulla gli da gloria al pari dell'umiltà. La gloria del Padre, è questa adunque la prima ragione dello stato nascosto di Nostro Signore nell'Eucaristia.

II. - Sotto quei veli Gesù lavora alla mia santificazione. Per farmi santo debbo vincere l'orgoglio e stabilirmi nella umiltà: di questa Gesù mi dà nell'adorabile Sacramento l'esempio e la grazia. Dalla divina sua bocca sono uscite queste parole: Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore. Ma, dopo trascorsi diciotto secoli, l'umiltà sarebbe appena un nome se noi avessimo soltanto il ricordo degli esempi della vita mortale del Salvatore. Noi potremmo dire: Signore, io non vi ho veduto umiliato.

Ma Gesù è là per rispondere alle nostre scuse, ai nostri lamenti: dal Tabernacolo, dall'Ostia sacrosanta ci fa intendere soprattutto l'amoroso invito: Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore. Imparate da me a nascondere le vostre opere buone, le virtù, i sacrifici; umiliatevi, appressatevi a me!
E la grazia dell'umiltà si trova nello stato umiliato di Gesù nel Santissimo Sacramento. Qual gloria umana potrà temere di abbassarsi, se il Re della gloria discende fino a questo stato? Qual ricco non stimerà la cara povertà di Gesù in Sacramento? Chi potrà ricusare di ubbidire a Dio e a quelli che lo rappresentano, quando Dio obbedisce all'uomo?

III. - Gesù così velato fa coraggio alla mia debolezza. Io posso accostarmi a Lui, parlargli, contemplarlo senza timore. Se la sua gloria splendesse, chi di noi oserebbe parlare a Gesù? Sul Tabor caddero pieni di spavento gli Apostoli, per averne visto un solo raggio. Gesù vela la sua potenza, che altrimenti spaventerebbe l'uomo. E vela la sua santità, che, vista nel suo splendore, scoraggerebbe le nostre deboli virtù.

Come la madre balbetta col suo bambino e si abbassa perché questo possa giungere sino alla sua altezza ed abbracciarla, così Gesù si fa piccolo coi piccoli per sollevarli fino a Sé e per suo mezzo fino a Dio. Gesù vela e tempera il suo amore per noi; che il suo ardore ci consumerebbe, se qualche cosa non si frapponesse tra noi e le sue vampe: Il Signore tuo Dio è fuoco divorante.
Ecco in qual modo Gesù velato nel Sacramento adorabile fa coraggio alla nostra debolezza. Il velo eucaristico non è dunque la prova più grande del suo amore?

IV. - Il velo eucaristico perfeziona la nostra fede. La fede è l'atto dell'intelligenza liberata dai sensi. Or qui i sensi non hanno che fare. E' il solo mistero di Gesù Cristo nel quale i sensi non hanno che vedere. Negli altri, nella Incarnazione, nella Redenzione, i sensi vedono Dio fatto bambino, l'Uomo-Dio che muore: qui ai sensi altro non si presenta che un velo impenetrabile; la fede sola è in azione, è il regno della fede.

Questo velo ci obbliga a fare un sacrificio di gran merito, il sacrificio della nostra ragione: qui bisogna credere contro la testimonianza dei sensi, contro le leggi ordinarie della natura, contro la propria esperienza; bisogna credere sulla parola di Gesù Cristo. Non si può fare che questa domanda: Chi è là? - Io, risponde Gesù Cristo. - Cadiamo a terra e adoriamo!
E questa fede pura e indipendente dai sensi, libera nella sua azione, ci unisce semplicemente con la verità di Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento: la carne non giova a nulla, le parole che vi ho detto sono spirito e vita. L'anima valica i limiti posti dai sensi ed entra nella mirabile contemplazione della Presenza dell'Uomo-Dio sotto le specie sacramentali, abbastanza velata perché possiamo starle così dappresso, abbastanza visibile agli occhi della fede.

Ma v'ha di più: questo velo, invece di essere una difficoltà, diviene, per una fede umile e sincera, uno stimolo, un incoraggiamento. Noi siamo portati a voler raggiungere una verità astrusa, a scoprire un tesoro nascosto, a sormontare un ostacolo. Così l'anima fedele, davanti al velo eucaristico, cerca il suo Signore, come Maddalena al sepolcro; le sue brame si fanno ognor più vive; lo chiama come la Sposa dei Cantici; si compiace nell'attribuirgli tutte le bellezze, nel coronarlo di tutte le glorie: l'Eucaristia è per essa quello che Iddio è per gli spiriti beati, una verità, una bellezza sempre antica e sempre nuova, che non si stanca di scrutare, di penetrare: quaeram quem diligit anima mea! O Signore, o diletto dell'anima mia, io Ti cercherò senza posa, mostrami la tua faccia adorabile!
E Gesù si manifesta gradatamente, giusta la vivacità della fede e dell'amore, all'anima nostra, la quale pertanto trova in Gesù un alimento sempre nuovo, una vita che non si esaurisce mai. Il divino oggetto della sua contemplazione le si mostra sempre adorno di una qualità novella, di una nuova,e più grande bontà; e come su questa terra l'amore vive di godimento e di desiderio, l'anima con l'Eucaristia gode e desidera nel tempo stesso, si ciba ed ha fame ancora! Soltanto la sapienza e la bontà di Nostro Signore potevano darci questa mirabile invenzione, il velo eucaristico. 

di San Pietro Giuliano Eymard

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Strumenti della provvidenza

Tu devi essere uno strumento della provvidenza di Dio per gli altri. Cosa puoi fare per loro? Puoi dare qualcosa che ti avanza o che non ti è indispensabile. Ma fallo per amore.
Madre Teresa di Calcutta racconta che, in una circostanza, un papà consultò sua moglie ed i suoi figli, se dovevano comperare una televisione nuova, perché la vecchia era molto deteriorata, oppure dare il denaro risparmiato ai poveri di Madre Teresa. Uno dei suoi figli disse di volere la televisione, ma il parere degli altri fu di dare il denaro a Madre Teresa. Lei dice: 
“Vi sono persone molto povere che ogni mese mi mandano una rupia. Sembra nulla, vero? Ma per me significa tanto... C’è un uomo che dà il sangue per i poveri. Va all’ospedale, dà il sangue e mi porta il denaro che ha ricevuto per darlo ai poveri. Che gesto meraviglioso!”(27). 
Qualche tempo fa stavo camminando per le strade di Calcutta e mi si avvicinò un mendicante che mi disse: «Madre Teresa, tutto il mondo dà a lei. Anch’io voglio darle qualcosa». Lo guardai fisso e dissi: «Molto bene». Allora egli aggiunse: «Durante tutto il giorno ho ricevuto soltanto venti rupie» [circa 25 centesimi di dollaro], un niente, ma per lui significava molto. Presi il denaro e vi posso dire che non ho mai visto un’allegria tanto grande come quella di quel mendicante. Tutto il suo viso appariva raggiante di gioia, perché anche lui aveva potuto dare qualcosa a Madre Teresa”(28). 
“C’è gente veramente in difficoltà e generosa. Qualche tempo fa venne una donna e mi disse: «Io vorrei aiutarla Madre, ma vado tutto il giorno di casa in casa, lavando biancheria. Ciò che guadagno devo portarlo a casa per dare da mangiare ai miei figli. Ma credo che anche così posso dare qualcosa per i poveri. Mi permetta di venire una volta alla settimana per lavare la biancheria dei bambini». Da allora, sta venendo un’ora alla settimana per prestare questo servizio”(29).  
“Un giorno camminavo per le strade di Londra. Ad un tratto vidi un uomo rannicchiato in un angolo, solo ed abbandonato. Mi pregò di avvicinarmi. Così feci. Gli strinsi la mano fra le mie. Allora, mi guardò e mi disse profondamente emozionato: «Oh, era tanto tempo che non sentivo il calore di una mano amica!» Gli brillarono gli occhi e si mise a sedere. Il semplice calore di una mano amica diede un raggio di gioia e di speranza nella sua vita”(30). 
“Accertatevi bene chi sono i vostri vicini. Li conoscete? A volte c’è un malato, qualcuno che ha bisogno di un po’ di aiuto, forse qualcuno che ha bisogno di fare la spesa o qualcuno cieco che ha bisogno di scrivere una lettera. Cercate di fare piccole cose, dimenticate le grandi, a volte dei semplici fiori per chi è ammalato. Fate piccole cose con molto amore”(31). 
Una volta un uomo molto ricco di Melbourne, in Australia, mi diede un assegno in bianco e mi disse: “Scriva la cifra che vuole per aiutare i suoi poveri”. Senza scompormi gli resi l’assegno e gli dissi: «Non ho bisogno dei suoi dollari, io ho bisogno di lei. Voglio che venga lei stesso a servire i poveri». Il banchiere, in un primo momento, rimase sorpreso e a disagio, ma poi comprese. A partire da quel giorno, dedicava tre ore alla settimana per servire nell’ospizio degli anziani. è facile dare delle cose, però amare è dare se stessi. E non si è mai troppo giovani per amare né troppo vecchi per smettere di amare veramente e con sincerità”.

LA VITA DI SAN BENEDETTO



Mauro cammina sull'acqua

Un giorno mentre il venerabile Benedetto sedeva nella sua stanza, il piccolo Placido, già altre volte nominato, usci ad attingere l'acqua nel lago. Immergendo sbadatamente il secchiello che reggeva per mano, trascinato dalla corrente cadde anche lui nell'acqua e l'onda lo travolse trasportandolo lontano da terra, quasi quanto un tiro di freccia.

L'uomo di Dio benché fosse dentro la cella si accorse immediatamente del fatto. Chiamò in gran fretta Mauro e gli gridò: "Corri, fratello Mauro, corri, perché Placido, che è andato a prender l'acqua, è cascato nel lago, e le onde già se lo stanno trascinando via!".

Avvenne allora un prodigio meraviglioso, che dopo Pietro apostolo non era successo mai più. Chiesta e ricevuta la benedizione, Mauro si precipitò volando ad eseguire il comando che il Padre gli aveva espresso e convinto di camminare ancora sulla terra, corse sulle acque fin là dove si trovava il fanciullo, trascinato dall'onda, lo acciuffò pei capelli e poi, a corsa veloce, ritornò indietro. Non appena toccata terra, rientrato in sé, si volse, vide e capi di aver camminato sull'acqua. 
Sbalordito di aver fatto una cosa che non avrebbe mai presunto di poter fare, fu preso da spavento e si affrettò a raccontare ogni cosa al Padre. Benedetto attribuì subito il prodigio alla pronta obbedienza di lui, Mauro invece insisteva che tutto era potuto accadere soltanto per il comando di lui, e che egli non era affatto responsabile  di  quel  miracolo  in  cui  era  stato  protagonista  senza  neanche accorgersi. In questa amichevole gara di umiltà si frappose arbitro il fanciullo che era stato salvato: "Mentre venivo salvato dall'acqua - disse - io vedevo sopra il mio capo il mantello dell'abate e sentivo che era proprio lui stesso che mi tirava fuori".

Pietro: sono veramente meraviglioso í fatti che racconti e son sicuro che  gioveranno all'edificazione di tanti. Io per conto mio più sorbisco i miracoli di  questo uomo tanto buono e più me ne cresce la sete.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

Fermare il diffondersi della guerra



O mio dolce Gesù, porta via le guerre, che distruggono l’umanità. 
Proteggi gli innocenti dalla sofferenza. 
Proteggi le anime che cercano di portare la vera pace. 
Apri i cuori di coloro che sono afflitti dal dolore della guerra.  
Proteggi il giovane e il vulnerabile. 
Salva tutte le anime le cui vite sono distrutte dalla guerra. 
Rafforza tutti noi, caro Gesù,  
che preghiamo per le anime di tutti i figli di Dio  
e concedici la grazia di resistere alla sofferenza  
che può venire durante i periodi di conflitto. 
Ti preghiamo di fermare la diffusione della guerra  
e di portare le anime nel Sacro Rifugio del Tuo Cuore. 
Amen. 

L‟umanesimo è un affronto a Dio



Mia amatissima figlia, non preoccupatevi per lo spirito del male, che corrompe il mondo. Lasciate tutto a Me, poiché fino a quando voi Mi amerete, Mi venererete ed amerete gli altri, secondo la Mia Santa Volontà, Io vi proteggerò dalla pena di tutte le cose che sono contro di Me. 

La pena peggiore che dovrete sopportare, sarà quella di essere testimoni dei cosiddetti “atti di carità” e delle preoccupazioni per le emergenze umanitarie su scala mondiale, che serviranno a mascherare le vere intenzioni dei Miei nemici. Voi saprete, nei vostri cuori, che l‟ingannatore è all‟opera, quando il mondo laico e coloro che pretendono di rappresentarMi parlano di politica e di atti umanitari, ma mancano di proclamare l‟importanza di preservare la vita umana a tutti i costi, allora riconoscerete che questo non è ciò che Io desidero. Se coloro che dicono di rappresentarMi, non parlano con la stessa passione del male dell‟aborto, così come fanno riguardo ad altri atti contro l‟umanità, allora state attenti perché c‟è qualcosa che non va. 

Mio Padre punirà tutti coloro che uccidono i Suoi figli, tra cui quei bambini che vengono nutriti ancora nel grembo materno, in attesa di nascere. Gli autori di tali crimini subiranno un castigo terribile se non si ravvedono dei loro peccati contro di Lui. Coloro che sono Miei e che rappresentano la Mia Chiesa sulla terra, hanno fallito nel proclamare la Verità. L‟omicidio, compreso l‟aborto, è uno dei peccati più grandi contro Dio. Ci vuole uno straordinario atto di contrizione per essere assolti da un tale peccato. Perché allora la Mia Chiesa non lotta con vigore contro questo peccato, uno dei gesti di sfida più abominevoli nei confronti di Mio Padre? Perché vi distolgono dal riconoscere il più grave dei peccati, mentre predicano l‟importanza delle azioni umanitarie? 

L‟umanesimo è un affronto a Dio perché si concentra sui bisogni dell‟uomo e non sulla necessità di pentirsi dei peccati davanti al Creatore di tutto ciò che esiste. Se ignorate i peccati mortali che portano alla dannazione eterna, chiaramente definiti nelle Leggi stabilite da Dio, allora nessuna delle grandi iniziative compassionevoli in favore dei diritti civili della specie umana, potrà espiare tali peccati. 

Se credete in Me, e se Mi servite, allora occorre che voi parliate solo della Verità. La Verità è che il peccato è il vostro più grande nemico, non coloro che vi perseguitano. Il peccato mortale, se non vi pentite, vi condurrà all‟Inferno. Se siete in peccato mortale e trascorrete del tempo sostenendo grandi opere di carità ed azioni umanitarie, ma non vi pentite, allora la vostra anima si perderà. 

Ricordate la Verità. Non lasciatevi ingannare da discorsi, atti o opere di carità, quando il compito più importante è quello di combattere il peccato mortale. Il Mio servitore consacrato che si rifiuta di rammentarvi le conseguenze del peccato mortale, non capisce il senso della sua missione di servirMi. Non si può trascinare il peccato sotto terra e nasconderlo alla vista, come se non esistesse. Nessuna dose di empatia per le persone che vengono perseguitate nel Mio Nome, compenserà il fatto che i peccatori non si riconciliano con Me, Gesù Cristo, per ottenere il perdono dei peccati. 

Il vostro Gesù 

26 Dicembre 2014



sabato 27 luglio 2019

Molti non credono a nulla e chi non crede a nulla, nega così anche l’esistenza del male, di Satana che vi porta tutto il male di questi e dei tempi passati.



San Giuseppe

Molti non credono a nulla e chi non crede a nulla, nega così anche l’esistenza del male, di Satana che vi porta tutto il male di questi e dei tempi passati.

Figli Miei. Se non credete a nulla, siete un facile bersaglio per il Malvagio. Dovete cominciare ad ascoltare nuovamente gli insegnamenti di Dio. Credete a Mio Figlio e credete alla Bibbia. Ciò che vi è scritto è di grande attualità anche in questi tempi e SOPRATTUTTO in questo tempo in cui voi vivete, perché i fatti delle profezie della fine dei tempi, sono quelli che oggi avvengono sulla vostra terra!

Leggete ciò che è scritto e ascoltate ciò che Gesù e la Sua Santa Madre vi dicono, attraverso tutti i veggenti del vostro mondo. 

Tutto coincide con ciò che è stato profetizzato già milioni di anni fa.

Chi ha il cuore puro entrerà nel Nuovo Paradiso e la sua ricompensa sarà amore e pace.

Chi invece crede di poter continuare a dormire, chi rinnega l’esistenza di Gesù e di Suo Padre, Dio l’Altissimo che vi ama sopra ogni cosa, costui avrà un brutto risveglio;

infatti, il giorno in cui Mio Figlio apparirà in alto nel Cielo, accompagnato da tutti i segni, egli si troverà davanti a porte sbarrate e non potrà entrare nel Nuovo Paradiso, creato per tutti figli di Dio. 

Escluso dal regno della pace, cadrà vittima della dannazione, perché verrà il giorno in cui sarà possibile UNA SOLA decisione per la salvezza della vostra anima eterna ed è questa: il vostro SI a Gesù. Chi non GLI regala il suo SÌ, andrà dal diavolo e si dirigerà da solo nella profondità dell’ inferno.

Questo grande errore, che la “società di oggi” commette, sarà la causa della sua caduta. Senza fede e senza rispetto per l’unico Creatore, può accadervi solo del male.

Maria madre di Dio:
 figlia Mia. La comunità dei Santi è pronta per tutti voi e aspetta voi e le vostre preghiere con cuore aperto. Tutto ciò che voi chiedete nella preghiera, a favore di qualcun altro, loro lo comunicano e lo portano immediatamente davanti al santo trono di Dio Padre.

 Le vostre preghiere vengono rese cosi ancora più potenti, e il raccolto sarà grande

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



Il Tempio

“I sacerdoti, scribi e farisei si reputavano perfetti nella sapienza. Possedevano la perfetta conoscenza della lettera delle Scritture, ma erano assolutamente privi dello spirito della sapienza. Non possedevano la verità ossia la luce dell’amore che illumina la verità della Legge di amore. Avevano zelo, ma zelo sbagliato, perché fuori della carità, quindi, fuori della verità. Avevano una loro propria giustizia o santità datasi da se stessi, alla quale non sapevano rinunziare, perché rinunziarvi significava piegare il capo, spogliarsi della propria mantalità per accogliere altri dettami di una santità non consona ai loro gusti, amanti come erano degli onori e delle supremazie. Santità nuova, poi, da chi proposta? Da un popolano galileo, anche se, professandosi Figlio di Dio, dava lezioni e faceva opere da Dio. Poteva il superbo Israele che aveva sostituito alla prima Legge, semplice e perfetta, sostituita da un codice di precetti umani che, scaricando i potenti dai pesi, opprimevano il piccolo popolo, i poveri. Poteva il Tempio accettare ciò che veniva da un uomo di umile condizione?
Poteva Israele che, al posto del Messia spirituale presentato dalle profezie, si era costruito l’idea di un Messia umano, conquistatore di tutta la Terra, poteva Israele accettare l’insegnamento di Gesù che invitava ogni credente a diventare giusto per avere il Regno di Dio e la Vita eterna? Poteva Israele sottomettersi alla giustizia di Dio? No, non poteva e non si sottomise. La stessa umiltà di condizione e di aspetto di Gesù urtava il concetto che del Messia si erano fabbricati questi orgogliosi, urtava la loro mente, le loro abitudini. Si sentivano “dèi” per prestigio di potere, se non di santità. Erano “i Principi dei sacerdoti, gli Scribi e i Farisei!” Gesù era solo un falegname. Loro tenevano lezioni nel Tempio, sedevano sulla “cattedra di Mosé”. Per trent’anni, Gesù aveva avuto per cattedra solo il banco del falegname Giuseppe, e per gli altri tre anni, i boschi, le rive dei laghi e dei cortili di umili case. Insegnava l’umiltà con la parola e con l’esempio. Aveva scelto tra il popolino i suoi apostoli. Del più rozzo e ignorante aveva fatto il capo e il pontefice della sua Chiesa.
Per coloro che facevano tutto consistere nell’esteriorità e nell’opulenza, questa umiltà di origine, di carattere, d’insegnamento e di vesti, erano tanti motivi, anzi pretesti, per non riconoscere in Gesù il Messia promesso, il Figlio di Dio” (Lez. sull’Ep. ai Rom. p. 256).
“Chi mi uccideva non credeva che Io fossi il Figlio di Dio. Al massimo mi credevano un profeta. Solo i semplici di cuore, i puri, gli umili vedevano la verità sotto l’apparenza. I grandi, no; erano gonfi di superbia, e questa è fumo che nasconde la verità e corrompe il cuore. Ma se non potevano credere che l’atteso Messia fosse un povero Galileo, loro che se lo sognavano nato in una reggia, un mite che predicava rinunzia, loro che lo pensavano un conquistatore di popoli, un ristauratore della potenza di Giuda, giudicavano però che Io ero un pericoloso denunziatore dei loro misfatti.
Mi uccidevano per questo! Compivano così il sacrificio decretato da secoli, ma non sapevano di fare tanto. Credevano unicamente di fare cosa utile a loro, ai loro interessi.
Per giustificare il delitto che preparava togliendo di mezzo Colui che temeva per le sue parole sincere, e per il timore che, diventando re, purificasse il Tempio dei suoi abusi, quella astuta volpe di Caifa disse: “E’ bene che un uomo muoia per il popolo!” Era un bene superiore a quello sognato da Caifa. ma per darvelo, ho conosciuto il rigore del Padre” (Quad. ‘44, p. 216).
Ripudio di Gerusalemme (Gesù Risorto agli Apostoli): “Rimanete per ora nella Gerusalemme negatrice che deve stupire per i continui prodigi divini dati in risposta alle sue negazioni. La Chiesa nascerà in questa cità di tutte la più indegna. Ma Gerusalemme è sempre Gerusalemme, anche se colma di delitti e del deicidio in essa compiuto. Nulla le gioverà: è condannata! Ma non tutti i suoi cittadini sono condannati. Intanto rimanete qui per i pochi giusti che vi rimangono, e perché è la Città regale, la Città del Tempio e, come predetto dai profeti, in essa è stato unto, acclamato ed esaltato il Re-Messia che qui deve iniziare il suo Regno sul mondo. Qui, dove Dio ha ripudiato la Sinagoga per i suoi troppi orrendi delitti, deve sorgere il Tempio nuovo verso il quale accorreranno tutte le nazioni. Rimanete qui fino a quando Gerusalemme ripudierà voi, come ha ripudiato me, odierà la Chiesa come ha odiato me e deciderà di sterminarla. Allora portate altrove la sede della mia Chiesa. Per ora la mia Chiesa è simile a creatura già concepita, ma ancora in formazione nella matrice (prima della Pentecoste, sua nascita).
Gerusalemme è la matrice nella quale il cuore ancora piccolo della Chiesa nascente manda le sue piccole onde di sangue alle poche membra che gli si radunano intorno. Giunta l’ora di Dio, la matrice matrigna espellerà la creatura in essa formata che andrà a crescere altrove, formandosi un grande corpo che si estenderà su tutta la Terra, libero da ogni legame col Tempio, vittoriosa sulle rovine del Santuario distrutto, prosperando nel centro del mondo” cioè dell’Impero romano (Poema 10°, p. 224).

René Vuilleumier

Il Sacro Cuore




Riparazioni e consacrazioni


La consacrazione delle nazioni

Come abbiamo accennato, al Redentore possono essere consacrate non solo le anime e le famiglie, ma anche le nazioni. 
Leone XIII insegnava infatti che la consacrazione al Sacro Cuore «reca speranza di vita più prospera ai popoli, appunto perché serve a ristabilire e a rafforzare i vincoli che, per legge di natura, legano anche gli Stati a Dio» 90.
A partire dalla fine del XVIII secolo, parallelamente al movimento internazionale per l’intronizzazione del Sacro Cuore nelle famiglie, si sviluppò anche un movimento mondiale per la consacrazione delle nazioni (un tempo) cristiane al Cuore di Gesù. Ne ricordiamo qui alcuni esempi storici di grande rilievo, che hanno avuto conseguenze significative a beneficio della Chiesa e dei popoli.
Al Portogallo spetta l’onore di essere stata la prima nazione a consacrarsi al Sacro Cuore. Lo fece alla fine del secolo XVIII, quando erano più violenti gli attacchi contro la Chiesa e contro questa devozione. La Regina Maria I (1734-1816) ottenne nel 1777 dalla Nunziatura apostolica un decreto che le permetteva di far celebrare la Messa e l’Ufficio del Cuore di Gesù nei suoi Stati, fra i quali il vastissimo Brasile. La Regina ottenne poi da Papa Pio VI anche la facoltà di consacrare il regno lusitano al Cuore divino e che la sua festa diventasse di precetto. Il 6 luglio 1779, ella consacrò l’impero portoghese al Sacro Cuore 91. Nel 1790, ella inaugurò nella capitale, Lisbona, la basilica del Sacro Cuore di Gesù, con fastose cerimonie ed enorme partecipazione popolare: era la prima basilica al mondo dedicata al Cuore divino.
A partire dalla metà del XIX secolo, ci fu un’ondata di consacrazioni nazionali al Sacro Cuore. Nel 1873, ad esempio, per iniziativa dell’episcopato ma alla presenza delle autorità politiche, l’Irlanda si consacrò al Cuore divino.
Ancor più importante fu la contemporanea consacrazione dell’ Ecuador, voluta dal suo presidente, Gabriele García Moreno, figura esemplare di statista cattolico, amico di Pio IX. Assieme al gesuita Manuel J. Proaño, direttore della sezione nazionale dell’ Apostolato della Preghiera, egli convinse l’arcivescovo di Quito, José Ignacio Checa, a convocare l’episcopato per fare una prima solenne consacrazione della nazione, che avvenne il 30 agosto 1873. Il successivo 30 agosto la sanzionò ufficialmente con un decreto governativo e poi, il 25 marzo 1874, nella cattedrale di Quito, in qualità di Capo di Stato, egli stesso pronunciò la consacrazione, proclamando l’Ecuador «Repubblica del Sacro Cuore» 92.
García Moreno non voleva solo un atto formale e superficiale, ma spingeva il suo popolo a fare un salto di qualità, riparando alle proprie colpe passate e avviando lo Stato verso una riforma cristiana delle proprie istituzioni. Fu proprio per questo che la Massoneria ordinò di assassinare i promotori della consacrazione. Difatti il 6 agosto 1875 García Moreno venne massacrato di pugnalate e il 30 marzo 1877, un Venerdì Santo, l’arcivescovo Checa fu avvelenato.
Il gesto dell’ Ecuador spinse altre nazioni dell’America Latina a imitarlo: tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si consacrarono al Sacro Cuore l’ El Salvador, il Venezuela, la Colombia, il Messico, il Brasile, il Nicaragua e la Bolivia. Quanto all’ Europa, si consacrarono il morente Impero Austro-Ungarico (1914), per bocca dell’imperatore Francesco Giuseppe, la Francia (1915), il Belgio (1919), la Spagna (1919) e la Polonia (1920).
Anche se tardiva, fu molto significativa la consacrazione della Spagna. Il 30 maggio 1919, davanti a una immensa folla, Alfonso XIII riunì la famiglia regale, la Corte, i ministri e i vescovi per consacrare il regno al Sacro Cuore, davanti al grandioso monumento dedicatogli in cima al Cerro de los Angeles, presso Madrid. La formula consacratoria, esprimente un atto di umile vassallaggio spirituale al «Re dei Re e Sovrano dei Sovrani» (1Tim., 6,15), proclamava fra l’altro: «O Cuore di Gesù sacramentato, Cuore dell’ Uomo-Dio, Redentore del mondo e Sovrano di tutti i sovrani! La Spagna, popolo della vostra eredità, oggi si prostra con rispetto davanti a questo trono delle vostre bontà che si erge al centro della nostra penisola. (...) Venga a noi il vostro santissimo Regno, che è Regno di giustizia e di amore. Regnate dunque nei cuori degli uomini, all’ interno dei focolari, nell’ intelligenza dei dotti, nelle aule delle scienze e delle arti, e anche nelle nostre patrie leggi e istituzioni» 93. Quattro anni dopo, ricevendo Alfonso XIII in Vaticano, Pio XI gli disse che quel gesto «è stato in tutto degno della storia e del valore del popolo cavalleresco per eccellenza». 
La Spagna confermava solennemente le proprie radici cristiane. Questa proclamazione, simile a quella già lanciata da García Moreno, non poteva essere tollerata dalle sette anticristiane e laiciste, ormai dominanti nella vita politica internazionale. La reazione difatti non tardò. Da tempo indebolito, il Regno spagnolo subì gli attacchi concentrici della massoneria e del comunismo che, con una serie di colpi di mano, abolirono la monarchia, costrinsero il Re all’esilio e proclamarono la repubblica, rapidamente divenuta socialista e laicista. Suscitò universale sdegno il celebre gesto simbolico del luglio 1936, con cui miliziani repubblicani, esprimendo il loro odio, fucilarono e poi abbatterono la grande statua del Sacro Cuore nel Cerro de los Angeles: quella stessa che anni prima aveva ricevuto gli omaggi del popolo spagnolo. Lo scontro era ormai inevitabile: proprio a partire da quell’anno esplose la terribile «guerra civile», conclusasi con la sconfitta di una repubblica che era diventata comunista. La statua del Sacro Cuore venne restaurata e ricevette un pubblico omaggio riparatore. Alla Spagna tornata cristiana venne risparmiata la tragedia della II Guerra Mondiale.

Guido Vignelli

Sangue prezioso



Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto 
per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita 
in riscatto per molti (Mc 10,45).


O Sangue prezioso di Gesù, 
prezzo infinito del riscatto 
dell’umanità peccatrice, 
bevanda e lavacro delle anime nostre, 
che proteggete continuamente 
la causa degli uomini 
presso il trono della suprema Misericordia, 
profondamente vi adoro. 
Vorrei, per quanto mi è possibile, 
compensarvi delle ingiurie e degli strapazzi, 
che ricevete di continuo dalle umane creature, 
e specialmente da quelle 
che ardiscono temerariamente di bestemmiarvi. 
Chi non benedirà questo Sangue 
di infinito valore? 
Chi non si sentirà infiammato d’affetto 
verso Gesù che lo sparse? 
Chi sarei io, se non fossi stato ricomprato 
da questo Sangue Divino? 
Chi l’ha cavato dalle vene del mio Signore 
fino all’ultima stilla? 
Questo è stato certamente l’amore. 
O amore immenso, che ci ha donato 
questo balsamo salutare! 
O balsamo inestimabile 
scaturito dalla sorgente di un amore immenso, 
fate che tutti i cuori e tutte le lingue 
vi possano lodare, 
benedire e ringraziare adesso e per sempre. 
Amen. 

Molti di voi, povere anime, non credono all’inferno. Questo è un grande errore.




Maria Madre di Dio

Chi è infedele a Dio Padre non  potrà conoscere questo così bel paradiso! Tenete sempre a mente questa realtà, Miei amati figli. 

Molti di voi, povere anime, non credete all’inferno. Questo è un grande errore, perché erroneamente supponete che la vita dopo la vostra morte in qualche modo, sia conclusa.

Siccome non credete nell’inferno, siete ancora più esposti al pericolo di dirigervi verso di esso! Voi rifiutate di credere agli insegnamenti di Mio Figlio. Non credete a nulla di ciò che esiste veramente, e negate che la Vita Vera cominci solo dopo la vostra morte fisica. Naturalmente la maggioranza di voi sente comunque, in qualche modo, che non possono venire cancellati, perché nessuno può immaginarsi di” venire cancellato”. Anche quelli fra voi, che dicono una cosa simile, non lo credono veramente, perché Dio Padre vi ha dotati di questa consapevolezza. In quanto esseri viventi non ci si può immaginare una fine definitiva, chi crede di poterlo immaginare imbroglia se stesso. Ascoltate e guardate nel vostro profondo, nel vostro cuore, nella vostra anima e vi renderete conto che lei, l’anima non muore mai. Per questo, Miei amati figli, cominciate a credere di nuovo a Dio Padre e a Gesù, perché altrimenti il diavolo vi ruberà e ve la passerete molto male.

Figli Miei, nessun uomo è da solo responsabile del suo destino. Nessuno può bastare a se stesso, ciò vuol dire che voi fate parte di un grande tutto e questo non può essere modificato da nessuno di voi Vi è stato dato il vostro libero arbitrio per prendere liberamente delle decisioni, ma non per isolarvi completamente dal vostro Creatore, perché questo non può avvenire. 

Solo attraverso di LUI, voi siete in grado di vivere, solo grazie a LUI voi potete esistere, perché senza di LUI nulla esisterebbe, senza di LUI nessuno di voi vivrebbe. 

Convertitevi prima che sia troppo tardi!

Non aspettate l’arrivo del Giudizio, perché allora può essere troppo tardi per molti di voi.

DIO E’ AMORE



In ogni confessione i peccati accusati sono tutti perdonati ed abbiamo la certezza del perdono di Dio, la Grazia divina torna ad abitare nelle nostre anime come se i peccati non fossero mai stati commessi. Gesù ha affidato il ministero del perdono alla Chiesa ed attraverso la assoluzione sacerdotale siamo tranquilli che Dio ci ha perdonato, siamo riconciliati con Lui attraverso la mediazione della Chiesa e possiamo serenamente accostarci al Sacramento della Eucaristia, nel quale riceviamo non un segno o un simbolo, ma Gesù stesso in corpo, sangue, anima e divinità, cioè nella sua umanità e divinità, ovverossia nella completezza della sua persona divina e umana. 

Fuori dalla confessione possiamo, anzi dobbiamo chiedere perdono a Dio. Tutte le volte che cadiamo nella colpa è bene subito umiliarci al cospetto di Dio e domandare a Lui perdono con piena contrizione del cuore, senza perdere tempo ed attendere l'occasione per confessarci. 

Ma non possiamo mai essere certi che Dio ci abbia perdonato, se non nella Confessione, nella quale per intercessione e mediazione della Chiesa otteniamo certamente il perdono sacramentale da parte del Signore.Ma voglio riprendere alcuni concetti relativi al peccato d'origine, perchè il suo ruolo è centrale nella storia del combattimento tra il bene ed il male, anche perchè con Adamo ed Eva inizia sulla terra la storia del peccato. 

Essi erano ricolmi della Grazia Divina, ma non erano nella pienezza, non erano nella visione beatifica di Dio.Voglio con questo dire che essi pur essendo per Grazia inclini al bene, piuttosto che al male, disponevano del libero arbitrio, cioè della libertà di disporre ogni loro azione secondo la loro volontà ed il loro intelletto. 

E' difficile capire come abbia agito il tentatore, e come abbiano potuto fidarsi di lui, tradendo la benevolenza del Creatore che essi conoscevano essendo nella comunione con LUI per Grazia. Una cosa è certa, il Signore volle sottoporre i nostri progenitori alla stessa prova di fedeltà alla quale sottopose gli angeli prima che il mondo fosse creato. 

Gioacchino  Ventimiglia

Charles de Foucauld



In primo luogo, preparare il terreno in silenzio, con la bontà, con il contatto, con il buon esempio: stabilire il contatto, farsi conoscere da loro e conoscerli; amarli, dal profondo del cuore, farsi stimare e amare da loro; con ciò, far cadere i pregiudizi, ottenere fiducia, acquistare autorità – e questo richiede tempo –, poi parlare in privato ai meglio disposti, con molta prudenza, a poco a poco, a ognuno in maniera diversa, in modo da dare a ciascuno quello che è capace di ricevere. 
I musulmani sono incapaci di discussione. La fede può nascere in loro, con l’aiuto della grazia, soltanto quando ci saremo imposti alla loro ammirazione e alla loro stima, vivendo in mezzo a loro le virtù cristiane. 
Prima di parlar loro del dogma cristiano, bisogna parlare di religione naturale, condurli all’amore di Dio, all’atto d’amore perfetto. Quando saranno arrivati a compiere atti d’amore perfetto e a chiedere con tutto il cuore la luce a Dio, saranno vicini alla conversione. Allorché vedranno uomini più virtuosi di loro, più sapienti di loro, che parlano di Dio meglio di loro, e che sono cristiani, allora essi saranno disposti ad ammettere che forse quegli uomini non sono nell’errore, e saranno pronti a chiedere a Dio la luce. 

LA CROCE




Volume 3
La Croce sofferta da Voi, Gesù Cristo, mi ha liberata dalla schiavitù del demonio e mi ha sposata con la Divinità con nodo indissolubile; la Croce è feconda e partorisce in me la Grazia;  la Croce è luce, mi elimina l’inganno del temporale e mi svela l’Eterno;  la Croce è fuoco e tutto ciò che non è di Dio trasforma in cenere, fino a vuotarmi il cuore dal minimo filo di erba che potrebbe esservi. La Croce è moneta di inestimabile valore;  se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di possederla, mi arricchirò di monete eterne, fino a divenire la più ricca in Paradiso, dato che la moneta che vale in Cielo è la Croce sofferta in terra. La Croce, poi, non solo mi fa conoscere me stessa, ma mi dà anche la conoscenza di Dio. La Croce mi innesta tutte le virtù. La Croce è la nobile Cattedra dell’Increata Sapienza, che mi insegna le dottrine più elevate, sottili e sublimi. La Croce, da sola, mi svelerà i misteri più nascosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta, tutto ciò essendo nascosto ai dotti ed ai sapienti del mondo. La Croce è acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi somministra anche il nutrimento per le virtù, facendomele crescere, e mi lascia soltanto quando sarò ricondotta alla Eterna Vita. La Croce è rugiada celeste che mi conserva  ed abbellisce il bel giglio della purità. La Croce è l’alimento della Speranza. La Croce è la fiaccola della Fede operante. La Croce è legno asciutto che conserva e mantiene sempre acceso il fuoco della Carità. La Croce è legno asciutto che fa svanire e mette in fuga tutti i fumi di superbia e di vanagloria e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà. La Croce è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i loro artigli.L’anima che possiede la Croce, è invidiata ed ammirata dagli stessi Angeli e Santi e suscita rabbia e sdegno nei demoni. La Croce è il mio Paradiso in terra; se nel Paradiso dei Beati ci sono i godimenti, nel Paradiso in terra ci sono i patimenti. La Croce è la catena d’oro purissimo che mi congiunge con Voi, mio Sommo Bene, formando l’unione più intima possibile, fino a fare scomparire l’essere mio, tramutandomi in Voi, mio ‘ Oggetto amato ’, tanto da sentirmi perduta in Voi e vivente della stessa Vostra vita ”.
“ La Croce è tanto potente e le ho comunicato tanta grazia, da renderla più efficace degli stessi Sacramenti; ricevendo il Sacramento del mio Corpo, sono necessari le disposizioni ed il libero concorso dell’anima, per ricevere le mie grazie, altrimenti, tali grazie possono mancare; la Croce ha la virtù di disporre l’anima alla grazia ”. 
“ La Croce è uno specchio, dove l’anima vede la Divinità e, guardandosi, coglie i lineamenti più somiglianti a Dio.  La Croce non solo deve essere amata e desiderata, ma la creatura deve considerarla un onore ed una gloria. Questo è operare da Dio e diventare come Dio per partecipazione, poiché solo Io Mi gloriai della Croce, feci un onore del mio patire e amai tanto la Croce che, in tutta la mia vita non volli stare un momento senza la Croce ”. 
“ Figlia mia,  quanto è preziosa la Croce!  Il Sacramento del mio Corpo, nel darsi all’anima la unisce con Me, la trasmuta, fino a farla diventare come Me;  con il consumarsi delle specie, si disunisce l’unione realmente contratta;  per la Croce, ciò non avviene. La Croce prende Dio e l’unisce con l’anima per sempre e, per maggiore sicurezza, la Croce si pone come suggello.  Dunque, la Croce suggella Dio nell’anima, in modo che non ci sia mai separazione tra Dio e l’anima crocifissa ”. 
“ Figlia mia,  se l’Eucaristia è caparra per la futura gloria, la Croce è il saldo per comprarla.  L’Eucaristia, essendo seme che impedisce la corruzione, è come quelle erbe aromatiche, che vengono usate per ungere i cadaveri, affinché questi non siano corrotti; l’Eucaristia dona l’immortalità all’anima ed al corpo;  la Croce abbellisce l’anima ed è tanto potente che, se c’è contrazione di debiti, se ne fa mallevadore;  offrendo sicurezza, la Croce, si fa restituire la scrittura del debito contratto e, dopo avere soddisfatto ogni debito, forma per l’anima il trono sfolgorante nella futura gloria.Sì, la Croce e l’Eucaristia si complementano ed una dà speranza più dell’altra ”.
“ La Croce è il mio letto fiorito, non perché in Essa non abbia sofferto atroci spasimi, ma perché, per mezzo della Croce, ho partorito tante anime alla grazia ed ho visto spuntare tanti bei fiori che hanno prodotto tanti frutti celesti; vedendo tanto bene, ho considerato mia delizia quel letto di dolore e Mi sono dilettato della Croce e del patire ”. 
“ La Croce assorbe nell’anima la mia Divinità. Rende l’anima simile alla mia Umanità e ricopia in essa le mie stesse opere ”. 
“ Figlia mia,  sono tristi tempi che Mi costringono a castigare, poiché gli uomini si sono tanto insuperbiti, che ognuno crede di essere Dio per se stesso;  se Io non mettessi mano ai flagelli, farei un danno alle loro anime, perché soltanto la Croce è l’alimento dell’umiltà;  se ciò non facessi, Io stesso farei loro mancare il mezzo per farli umiliare e per farli arrendere dalla loro strana pazzia;  tuttavia, la maggior parte degli uomini si irrita e Mi offende.  Io Mi comporto come un padre che spezza a tutti il pane per alimentarli; ma alcuni figli non lo vogliono prendere, anzi se ne servono per gettarlo in faccia al padre. Che colpa ha il povero padre?  Tale sono Io;  perciò, compatiscimi nelle mie afflizioni ”. 

Estratti dall’Opera sulla Divina Volontà scritta da Luisa Piccarreta

Pregate tutti i giorni questa preghiera



e causerà grandi cambiamenti.


Signore, dammi la forza di cui ho bisogno per poterTi sempre difendere.
Signore aiutami a provare amore per il mio peggior nemico.
Signore rendimi forte nella battaglia per le anime, in modo che io abbia sempre la forza di pregare secondo le Tue intenzioni.
Signore perdona anche me quando pecco.
Voglio essere tuo, adesso e per l’eternità. Amen

Vorrei regalare la Mia misericordia a ogni anima, ma voi dovete accettarla.



Chi Mi nega il suo SÌ sarà perduto per Me e non ci sarà nulla che Io dopo potrò fare per lui.

Figli Miei. Io vi amo moltissimo ed è il Mio amore che mi porta a combattere per ognuno di voi per liberarvi dalle grinfie del male, e per preservarvi dalla dannazione eterna.

 Vorrei regalare la Mia misericordia a ogni anima, ma voi dovete accettarla. 

Le grazie che Io accordo a tutti i Miei figli, sono grandi. Il Mio Spirito Santo scende sopra ognuno di voi. AscoltateLo, lasciatevi illuminare da Lui, perché così trovate la strada verso di Me, il vostro Gesù e verso Mio Padre, Dio l’Altissimo, e insieme supereremo ogni malvagità, e creeremo posto per l’amore nei vostri cuori e intorno a voi!

 Lasciatevi conquistare da Me, il vostro Gesù, e a voi accadranno miracoli!

 La Mia misericordia vi perdonerà! Non aspettate fino a quando la giustizia prenderà il posto della  misericordia, perché è quest’ ultima che vi preserva da un grande castigo. Accettatela e seguiteMi.

Io, il vostro Gesù sono sempre qui per voi e così anche

 la Mia Santissima Mamma- a cui così tanti di voi non dimostrano la venerazione, e la dignità che Lei si merita in quanto Madre dell’unico vero figlio di Dio -

Il vostro Gesù che vi ama moltissimo.

Il mistero di Gesù.



Se tu comprendessi in pieno il mistero di un Dio che per te si è fatto uomo, moriresti di amore. In cielo non morirai d’amore perché sarai immortale. Il Figlio di Dio è morto per te, perché, credendo in lui, vivessi per sempre. Gesù è la vita dell’anima come l’anima è la vita del corpo. Gesù è la realtà visibile del Padre, come il Padre è la realtà invisibile del Figlio.
Come la parola dell’uomo esprime il suo pensiero, così Gesù, parola sostanziale del Padre,esprime il Padre. Conoscendo Gesù, conosci il Padre (Gv 8, 19 ; 14, 7); vedendo Gesù, vedi il Padre (GV 14, 9-10). Gesù e il Padre sono una cosa sola. (Gv 10, 30; 14, 9). Non capirai Dio se non conosci nulla di Gesù. Gesù non conosce la verità, egli è la verità (Gv 14, 6). O signore Gesù, Figlio di Dio, che ti sei fatto uomo per ridonarmi la natura divina, che sei sceso sulla terra perché io potesse salire al cielo, che hai affrontato la morte perché avesse la vita, donami l’intelligenza del tuo mistero.

Francesco Bersini

Mi perdo nel tuo amore


"Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue".



S. Camillo de' Lellis, il grande apostolo degli ammalati, per poter trovare conforto nella sua ultima agonia e affrontare serenamente il giudizio di Dio, volle avere davanti agli occhi il ricordo della passione di Gesù e dei dolori di Maria. Fece perciò dipingere per tempo un Crocifisso dalle cui piaghe colava abbondante Sangue e ai piedi del quale stava la Vergine Madre che intercedeva a suo vantaggio. In quel quadro volle essere dipinto anche lui, prostrato a terra. Dalla sua bocca ha voluto che uscissero queste parole: "Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue". E fu proprio contemplando quel Sangue, versato per lui, e fonte di consolante fiducia, che rese l'anima a Dio.