domenica 5 aprile 2020

Offerta di me stessa come vittima d'olocausto all'Amore misericordioso del buon Dio



Quest’anno, il 9 giugno, festa della santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri d’essere amato. 
 Pensavo alle anime che si offrono come vittime alla giustizia di Dio al fine di stornare e attirare sopra se stesse i castighi riservati ai colpevoli, questa offerta mi pareva grande e generosa, ma ero lungi dal sentirmi portata a farla. <>

Offerta di me stessa come vittima d'olocausto all'Amore misericordioso del buon Dio 

    Mio Dio Trinità beata, desidero amarvi e farvi amare, lavorare per la glorificazione della santa Chiesa, salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che sono nel purgatorio. Desidero compiere perfettamente la vostra volontà e arrivare al grado di gloria che m'avete preparato nel vostro regno. In una parola, desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e vi domando, o mio Dio, di essere voi stesso la mia santità. 
    Poiché mi avete amata fino a darmi il vostro unico Figlio perché fosse il mio salvatore e il mio sposo, i tesori infiniti dei suoi meriti appartengono a me ed io ve li offro con gioia, supplicandovi di non guardare a me se non attraverso il volto di Gesù e nel suo cuore bruciante d'amore. 
    Vi offro inoltre tutti i meriti dei Santi (che sono in cielo e sulla terra), i loro atti d'amore e quelli dei santi Angeli; vi offro infine, o beata Trinità, l'amore e i meriti della santa Vergine, mia madre diletta. A lei abbandono la mia offerta e la prego di presentarvela. Il suo Figlio divino, mio sposo diletto, nei giorni della sua vita mortale, ci ha detto: <>. 
    Sono dunque certa che esaudirete i miei desideri; lo so, mio Dio, più volete dare, più fate desiderare. Sento nel mio cuore desideri immensi e vi chiedo con tanta fiducia di venire a prendere possesso della mia anima. Ah! non posso ricevere la santa comunione così spesso come vorrei, ma, Signore, non siete l'onnipotente?... Restate in me come nel tabernacolo, non allontanatevi mai dalla vostra piccola ostia... 
    Vorrei consolarvi dell'ingratitudine dei cattivi e vi supplico di togliermi la libertà di dispiacervi. Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso... 
    Vi ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che m'avete accordate, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. Sarò felice di vedervi comparire, nel giorno finale, con lo scettro della croce. poiché vi siete degnato di darmi come eredità questa croce tanto preziosa, spero di rassomigliare a voi nel cielo e di veder brillare sul mio corpo glorificato le sacre stimmate della vostra passione. 
    Dopo l'esilio della terra, spero di venire a godervi nella patria, ma non voglio ammassare dei meriti per il cielo, voglio lavorare solo per vostro amore, con l'unico scopo di farvi piacere, di consolare il vostro Sacro Cuore e di salvare anime che vi ameranno eternamente. 
Alla sera di questa vita, comparirò davanti a voi a mani vuote, perché non vi chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno macchie ai vostri occhi. Voglio perciò rivestirmi della vostra giustizia e ricevere dal vostro amore il possesso eterno di voi stesso. Non voglio altro trono e altra corona che voi, o mio Diletto!... 
    Ai vostri occhi il tempo è nulla. Un giorno solo è come mille anni e perciò potete prepararmi in un istante a comparire davanti a voi... 
    Per vivere in un atto di perfetto amore, mi offro come vittima d'olocausto al vostro amore misericordioso, supplicandovi di consumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima i flutti d'infinita tenerezza che sono racchiusi in voi, e così possa diventare martire del vostro amore, o mio Dio!... 
    Che questo martirio, dopo avermi preparata a comparire davanti a voi, mi faccia infine morire e la mia anima si slanci senza alcuna sosta verso l'eterno abbraccio del vostro amore misericordioso... 
    Voglio, o mio Diletto, ad ogni battito del cuore rinnovarvi questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa ridirvi il mio amore in un faccia a faccia eterno!... 

Teresa di Gesù Bambino 
9 Giugno 1895 

Il peccato ha indurito i loro cuori e ha accecato molti, perché non vedono nulla e non sentono nulla.



Messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo 2 Aprile 2020

Pace al tuo cuore!

Mio figlio, anche nei momenti di dolore e tribolazione, agli uomini piace peccare e offendere il Mio Cuore Divino. Il peccato ha indurito i loro cuori e ha accecato molti, perché non vedono nulla e non sentono nulla. Se non c’è pentimento o conversione, non c’è perdono e misericordia, per questo lascio che la mia giustizia continui, punendoli per i loro peccati.

Ti Benedico!


E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:
Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore, e si convertano e io li guarisca!
Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui. 
(Giovanni 12: 39-41)

Se, tuttavia, il nostro Vangelo rimane velato, è velato per coloro che sono persi, per i non credenti, la cui intelligenza il dio di questo mondo ha accecato, al fine di non far risplendere la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. (2 Corinti 4: 3-4)

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Perdonare è vincere Chi subisce un'operazione chirurgica deve star fermo anche soffrendo. Ogni dolore è come l'incisione di un'ascesso, di qualcosa che non va e devi accettarlo con calma. Non ti accorgi che quelli che ti circondano ti raffinano con i loro urti? La pazienza è un atto di interiore fortezza. Il perdono è una vittoria. La dolcezza è un trionfo di carità. Invoca lo Spirito Santo perché ti dia la forza di vincerti e di vincere il male in ciascuno dei tuoi familiari.

don Dolindo Ruotolo

La Corredentrice



Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta

Sofferenze morali connesse, intrecciate, fuse a quelle del Figlio suo, come sono le  inestricabili liane delle foreste equatoriali, che non si possono separare per reciderne una  sola, ma che si deve spezzarle con un unico colpo di accetta per aprirsi il varco,  recidendole insieme. 
Ci fa pena la madre di un figlio destinato alla morte per morbo insanabile, la madre di  un condannato al supplizio dal rigore dell’umana giustizia. Ma pensiamo a questa Madre  che, dal momento che ha concepito il Figlio di Dio, non ha smesso di tremare,  pensando che era “il condannato”. Pensiamo a questa Madre che, quando Gli ha dato il  primo bacio sulle carni morbide di neonato, ha sentito le future piaghe della sua  Creatura, Lei che avrebbe dato dieci, cento, mille volte la sua vita per impedirgli il  momento dell’immolazione. Questa madre che sapeva e che doveva desiderare quell’ora tremenda per accettare la Volontà del Signore, per la gloria del Signore, per bontà  verso l’umanità. Non, non vi è stata agonia più lunga, finita poi in un dolore ancora più  grande sul Calvario. Ma la Redenzione aveva bisogno di due vittime. Perché l’uomo  peccò con la donna e la Donna deve redimere così come redime l’Uomo. E Dio la volle  sul Calvario con il Figlio, per mescolare l’acqua del pianto verginale al vino del sangue  divino e celebrare la prima ed unica Messa. Lei, che si è crocifissa il sorriso sul volto suo,  per confortare il Figlio  (“Poema”, vol. IX, p. 40-41). 

Maria, l’agnella immolata, può dire: “Mi è concesso, a me, creatura, di consolare il  mio Creatore. Perché noi sappiamo che la nostra ubbidienza consola l’Eterno” 
(“Poema”, vol. IX, p. 141-142). 

“Anche Lei ha assaporato l’amaro dell’abbandono del  Padre, ma per questo suo dolore offerto alla Redenzione ha pregato e ottenuto di far  superare al Figlio l’angoscia dell’orto degli ulivi e di portare a termine la dolorosa  passione” (“Poema”, vol. IX, p. 232). 

“Se Giuda si fosse gettato ai piedi di Maria chiedendo pietà, Ella, la Pietosa, lo  avrebbe raccolto come un ferito e sulle sue ferite sataniche avrebbe sparso il suo  pianto che salva e lo avrebbe portato ai piedi della croce, tenendolo per mano, perché  Satana non lo potesse ghermire né i discepoli colpirlo; portato, perché il suo sangue  cadesse per primo su di lui, il più grande dei peccatori. Ed Ella sarebbe stata  sacerdotessa mirabile sul suo altare, fra la purezza del Cristo e la colpa di Giuda,  perché Lei è madre dei vergini e dei santi, ma anche madre dei peccatori. Ma Giuda  non volle...”  (“Poema”, vol. IX, p. 303-304). 

“Le carni di Maria sono contuse con gli stessi flagelli del Figlio suo, le spine stanno  alla sua fronte. Ha sentito le stesse percosse, gli stessi chiodi, la stessa agonia, la  stessa morte sua” (“Poema”, vol. IX, p. 319), mentre è esposta allo scherno di tutto      un popolo che urla così: “Inchiodate sulla croce anche il seno che lo ha portato! Via le  vipere che partoriscono i demoni! A morte! Mondate Israele dalle femmine congiunte  col capro! Scendi dalla croce e Ti crederemo! Salva Te stesso, Tu che hai guarito e  salvato gli altri!” (“Poema”, vol. IX, p. 340). 

“Per la Donna vestita di Sole tornerà nel mondo il Bene, come per una donna è  venuto nel mondo il male. E sarà vinto Satana, il quale aveva vinto e rovinato  l’umanità, servendosi di una donna, Eva. Vi è da annullare una pagina scritta da  Satana. E lo fa il pianto della Donna, di Colei che sola può fregiarsi appieno del titolo di Donna, perché ha capovolto Eva nel suo triplice peccato. Infatti Ella è Ubbidienza  assoluta, Purezza assoluta, Umiltà assoluta”. (“Poema”, vol. VI, p. 855) 

Pablo  Martín  Sanguiao 

I cuori marci nel peccato sono più pericolosi di un virus mortale, perché uccidono l’anima.



Messaggio della Regina del Rosario e della Pace  1° Aprile 2020

Pace al tuo cuore!

Figlio mio, molti hanno ancora il cuore indurito e chiuso, nonostante la forte chiamata del Signore alla conversione e al pentimento. I cuori induriti non possono meritare il Regno dei Cieli. I cuori marci nel peccato sono più pericolosi di un virus mortale, perché uccidono l’anima.
Pentiti, pentiti, o umanità, e apri il tuo cuore al Signore, Dio del cielo e della terra. Prima che la sua rabbia cada su di te in un modo mai visto prima, scuotendo le basi della terra. Ascoltate la voce del Signore. Non siate sordi alla sua chiamata!

Ti Benedico!

Regina della Famiglia



La lettera di Giovanni XXIII 

Il giudizio che la ritrattazione scritta di Adelaide Roncalli  non ha alcun valore, perché fatta sotto costrizione morale, viene  confermato dall'autorevole parere del Papa Giovanni XXIII,  nella lettera inviata l'8 luglio 1960 al bergamasco monsignor  Giuseppe Battaglia, vescovo di Faenza. 

Adelaide smentisce la ritrattazione dettatale  da don Luigi Cortesi 

Il 5 luglio 1946, Adelaide, dopo aver frequentato la terza  classe elementare presso le Suore Orsoline, ritorna a Ghiaie per  trascorrere alcuni giorni di vacanza in famiglia. 
L'11 luglio 1946, accompagnata dalla cugina Annunciata, va a casa di don Italo Duci, il quale a proposito delle apparizioni  le chiede: 
Guardavi le stelle? 
No, la Madonna. 
 Allora dì pure a quelli che te lo chiedono, che hai visto  la Madonna. Affermare ciò non è superbia, perché la Madonna  non ti è apparsa per i tuoi meriti. 
A questo punto don Italo ricorda ad Adelaide la ritrattazione scritta e gliela mostra. 
Essa ripete a lui e ad Annunciata che l'ha scritta sotto dettatura di don Luigi Cortesi. 
Stando così le cose, don Italo dice alla bambina che deve riaffermare per iscritto che ha visto la Vergine. 
La sera dopo Adelaide, accompagnata da Annunciata, va  alla scuola materna diretta dalle suore, ed entrata da sola in  un'aula, su un foglio con la data e la firma, scrive queste parole:  "È vero che ho visto la Madonna". 
Intanto viene chiamato don Italo il quale sta sorvegliando 
i ragazzi della scuola di disegno, in attesa del maestro. 
Adelaide esce contenta dall'aula e gli mostra lo scritto. 
Don Italo le dice: 
"Non basta, devi mettere nel foglio perché hai scritto la ritrattazione". 
Adelaide entra di nuovo da sola nell'aula, e dopo poco  tempo corre a portagli il foglio in cui si legge: "Io ho detto che  non ho visto la Madonna perché mi aveva dettato don Cortesi ed  io per ubbidire a lui ho scritto così". 
Don Italo Duci stava nell'atrio della scuola materna,  assieme alle suore e ad Annunciata, e a tutte ha fatto apporre la  firma nel foglio. 
Adelaide prendeva gusto a invitare tutti a firmare. Mentre  indicava a don Italo il posto della firma, gli disse: "Don Cortesi  non ha firmato". 
Don Italo Duci, nel suo diario aggiunge: "Adelaide è turbata. Sente di dover dire che ha visto la Madonna e sulla coscienza pesano le negazioni fatte sotto costrizione morale". 

Severino Bortolan

«SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO...». Giov. 4, 10



«Quando Iddio ama un'anima di un amore non comune, ma da beniamina, le dà Gesù Crocifisso, cioè non le dà mai Gesù senza la croce.
La croce è un pegno d'amore.
La croce è come l'anello nuziale; dopo la mia grazia, è uno dei doni più grandi che lo possa fare.
L'amore vero ed efficace si mantiene saldo nella prova. Chi mi ama, mi serve e chi mi serve, mi onora.
Mi compiaccio di abitare nei cuori afflitti e oppressi per mio amore, perchè dove maggiormente si soffre, più perfettamente si ama.
Quanto più tu chiudi gli occhi alle cose della terra, tanto più Gesù te li apre alle cose del cielo, e quanto più mortifichi il tuo corpo, tanto più si vivifica lo spirito.
Hai per Sposo un Dio crocifisso: potresti desiderare altro che la croce?
Chi ama la croce, ama Dio. * s
Vi sono varie qualità di croci: croci che vengono direttamente da Dio e alle quali l'uomo non può sottrarsi per nessun motivo, nè in alcun modo; e croci che l'uomo si merita con le sue infedeltà alla grazia e specialmente con l'ingratitudine e la trascuratezza delle grazie ricevute.
Io maturo le anime nel dolore.
Io non so trovare cosa più preziosa della croce, perchè le gioie, le consolazioni, gli onori passano, ma il merito della croce resta.
Non devi più cercare riposo che nella croce.
L'amore vero, dove vede un sacrificio si slancia come a una preda, e più il sacrificio è nascosto, intimo, e noto solo a Dio, più lo fa volontieri.
Il dolore è la fucina del divino amore.
Il sacrificio deve essere per un'anima ciò che è l'olio per una lampada. Più l'olio è fino e più la luce è bella, ma costa anche di più.
Non lasciar vedere ciò che ti costa, fa' come se ti facesse molto piacere.
In tutte le opere che intraprendi per mio amore, troverai la tua croce; in tutte, sempre.
La mia croce è sempre stata e sarà sempre il sigillo della verità e dell'autenticità delle mie grazie.
La tua unica consolazione sarà nella croce, quella croce che lo feci mia, portandola per primo.
Sempre avanti, tieniti abbracciata alla croce come alla tua salvezza; ama la mortificazione, praticala fedelmente in tutte le occasioni, sia spirituali sia materiali; dà tutto al tuo Gesù che ti ha dato tutto e, se è necessario, dagli anche la vita. Sii umile,
umile, umile, e il demonio fuggirà da te. Egli teme le anime umili.
La croce è come una Comunione continua: Io vi sono nascosto come sotto le specie sacramentali. La S. Comunione si può fare una volta al giorno, ma la comunione del dolore, tutto il giorno.
Tu devi andare incontro con amore a tutte le croci che Gesù ti prepara; devi riceverle con spirito di fede.
Se tu vuoi farmi vivere in te, devi crocifiggerti spiritualmente: la croce è la mia volontà e i chiodi saranno la tua fedeltà.
Il più perfetto consiste nel fare la volontà del Signore tale e quale è, nè più nè meno; così nel soffrire, non desiderare di esserne più carica, nè di esserne liberata.
Fa sempre la mia volontà, anche quando ti costa di più ;tu sai che Io conto tutti i tuoi sacrifici e te li compenso abbondantemente.
Non si può essere mio vero amante, se non si ama con me anche la croce. Questa servì a me quale testimonio dell'amore grande che ho portato agli uomini; ai miei fedeli e ai miei seguaci deve servire quale prova evidente dell'amore generoso che mi portano. Tutti devono portare la croce, ma non tutti sanno portarla come si deve. Prendendola di mala voglia, la trovano pesante e insopportabile. Non così accade a chi sinceramente mi ama: unicamente bramoso di dimostrarmi l'amore che mi porta, sceglie il patimento e il dolore quale mezzo efficacissimo per tale scopo, abbraccia volontieri la croce, se la tiene ben preziosa e non la cambierebbe certamente con le più grandi gioie di questo mondo.
Chi giunge a scoprire la preziosità della croce, trova in essa la fonte perenne di un gaudio ineffabile che rallegra l'anima, anche quando è oppressa da ogni sorta di dolori e di affanni.
Chi mi ama di puro .amore, mi serve con fedeltà e generosità. Non mi piacciono i cuori divisi e suddivisi. Chi ama le creature più di me ed è disposto a sacrificare il mio amore a quello delle creature, è indegno di me. Chi invece si consacra tutto a me e si dà alla pratica di ciò che il mio puro amore esige, troverà in me e per me il vero gaudio celeste.
Il dolore è un potente vincolo per due cuori che si amano sinceramente.
Il mistero della croce è un mistero d'amore; sono poche le anime che Io introduco negli intimi penetrali del dolore.
Si sta bene sulla croce con Gesù e per Gesù: si prova una soavità tutta particolare, quando si è imparato a starvi; ma bisogna imparare da Gesù. Gesù solo sa insegnare il segreto di trovare dolce ciò che è amaro, caro ciò che è ripugnante».

Suor Benigna Consolato Ferrero

Seguirti fino in fondo



Noi ti acclamiamo, Signore,
cantiamo e lodiamo il tuo nome,
eppure i nostri gesti
non hanno la gratuità del tuo dono,
le nostre scelte non riescono
a far brillare quell’amore con cui tu ci hai amato.
Con la preghiera rispondiamo alla tua voce,
pronti come sempre a dirci tuoi discepoli fino in fondo,
ma poi chi di noi ti riconoscerà
lungo i sentieri scomodi del Calvario?
Insegnaci a seguirti, Signore Gesù.
Amen.

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA 03 APRILE 2020



Figli di Dio, Uno e Trino:

L’AMORE DIVINO SI DIFFONDE NELLA CREAZIONE IN CERCA
DI QUELLI CHE LO AMANO.

Con l’inizio della SETTIMANA SANTAvi invito ad essere misericordiosi con voi stessi e a rivedere con sincerità e trasparenza le azioni e le opere di tutta la vostra vita, cosicché eliminiate volontariamente l’immondizia che avete nel cuore e vi disponiate ad incamminarvi al calvario che sta per sopraggiungere per l’umanità.

IL NOSTRO SOMMO RE DESIDERA CHE I SUOI FIGLI LO INVOCHINO CON CUORE SINCERO, CONTRITO ED UMILIATO, SUPPLICANDO IL PERDONO DIVINO AL FINE DI POTER RIPRENDERE IL VERO CAMMINO VERSO LA VITA ETERNA, NON SENZA AVER PRIMA RICONOSCIUTO ED ESSERVI PENTITI DI QUANTO AVETE OFFESO LA TRINITÀ SACROSANTA, CHE È PRESENTE IN OGNI PERSONA.

Per trovare la forza spirituale necessaria per andare avanti senza perdervi, dovete ricorrere alla Trinità Sacrosanta.

Dovete prendere per Mano la Nostra Regina e Madre, per potervi addentrare con la forza spirituale sulla via di grandi battaglie, di calamità, di carestie e di quello che destabilizzerà l’uomo: LA CADUTA DELL’ECONOMIA. (1)

Voi, come umanità, avendo accettato la mondanità e le insinuazioni del demonio, vi siete contaminati con la grande malattia demoniaca della superbia e SICCOME NON VI GUARDATE DENTROnon riconoscete quello che non è di Dio e trovate giustificazioni perfino quando si va contro il dono della vita.

In questo momento l’uomo si trova davanti al risultato delle sue azioni e sta vivendo nel panico, che si è impadronito della maggioranza delle persone.

SIETE AVVIATI ALL’ORLO DEL PRECIPIZIO, PER QUESTO VI CHIEDO DI RITROVARE SUBITO L’UMILTÀ E, PRIMA DI INVOCARE IL CIELO AFFINCHÈ VI ASCOLTI, DOVETE PENTIRVI DELLE OFFESE COMMESSE E DECIDERVI AD UNA COMPLETA CONVERSIONE.

UNA PERSONA NON CONVERTITA, CAMMINA TRA I SASSI E TRA LE SPINE CHE RENDONO IL CAMMINO PIÙ GRAVOSO.

Popolo di Dio, vedrete con i vostri occhi l’inizio della GUERRA MILITAREnon solo quella BATTERIOLOGICA che state vivendo adesso.

Ah… come si abbatterà l’Ira Divina su coloro che avranno portato il dolore della malattia sugli esseri umani!

Voi dovete lavorare sullo spirito in piena coscienza e con un’assoluta libertà interiore e allora vi vedrete per quello che siete e imparerete a camminare senza le stampelle dell’ego.

Voi siete amati dal Nostro Re. Questo è il momento in cui dovete cercarlo, cosicché vi giunga il Soccorso del Cielo e non cadiate nelle grinfie del male.

Voi sarete saturati da ogni genere di offerte, ma sapete bene che vi trovate nelle tenebre che il male ha diffuso tra l’umanità.

VOI, POPOLO DI DIO, FORTIFICATEVI PERCHÈ NON FINIATE PER ESSERE GETTATI NEL LAGO DI FUOCO, DOVE SARÀ PIANTO E STRIDOR DI DENTI! (Lc 13,28)

Voi non siete soli, VIVETE IN PIENEZZA LA COMMEMORAZIONE DELLA SETTIMANA SANTA OFFRENDO UN CAMBIAMENTO INTERIORE, vivendo ogni giorno come se fosse l’ultimomeditando sulla vita passata per ricostruire quello che dovete ricostruire, uniti al Divino Volere, e quindi cambiando vita, troverete il sostegno necessario per quello che sta per arrivare. 

La terra continuerà a tremare con forza. Questo flagello peggiorerà.

E VOI PREPARATEVI PER L’IMMINENZA DELL’AVVERTIMENTO
CHE TUTTE LE PERSONE DOVRANNO AFFRONTARE.
NON LASCIATE PASSARE I GIORNI NELL’INDIFFERENZA…!

Dovete filtrare quello che vi viene trasmesso, cercate le menzogne, cercate quello che le potenze stanno nascondendo, cercate cosa stanno tramando dietro a questa sofferenza dell’umanità, che ricadrà nuovamente in questa malattia.

Voi, Popolo di Dio, non dimenticatevi dei medicamenti che il Cielo vi ha dato perché li utilizzaste in questo momento. (2)

Voi siete protetti, sviluppate questa protezione diventando figli di Dio in SPIRITO E VERITÀ”.

 CHI È COME DIO?
NESSUNO È COME DIO!

San Michele Arcangelo

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Il nostro amato San Michele Arcangelo ci ha fatto una panoramica sull’umanità.
Se vogliamo avere la Protezione Divina, dobbiamo guadagnarcela, se non la si cerca e non la si desidera, non la si otterrà.  

Il nostro amato Signore Gesù Cristo non obbliga nessuno a cercarlo o ad accettarlo, la ricerca Divina deve nascere dall’uomo. 

Pertanto, mettiamoci in cammino con sete di Dio, con la sete di ottenere quella forza che proviene dall’Alto, con la sete di salvezza, con la sete di ottenere quella vittoria che ci permetterà di salvare l’anima.

Amen.

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE



SECONDA TESTIMONIANZA

Una seconda, infallibile testimonianza ci è data dalla uniformità del giudizio esposto da parecchie persone di grande scienza e virtù. Tutte, indistintamente, affermarono atee le divine rivelazioni avute riguardo a Geltrude, sia che trattassero la correzione dei loro difetti, o il progresso nelle virtù, erano tali da convincerle che il Signore aveva scelto quell'anima per adornarla di grazie straordinarie.
Ella, sprofondata nell'abisso dell'umiltà, si considerava indegnissima dei divini favori, compiacendosi di consultare altre persone che stimava migliori di sè, per conoscere se quello ch’ella provava era realmente opera di Dio. Dopo maturo esame, tali persone dichiararono che il Signore esaltava la sua Sposa, non solo con le grazie di cui Ella aveva parlato, ma con altri favori ancora più sublimi.
Una persona, che aveva grande esperienza di divine rivelazioni, venne da lontano al nostro Monastero. Siccome non conosceva nessuno, pregò istantemente Nostro Signore di metterla in relazione con una Monaca che potesse infervorarla nel divino amore.
Rispose Gesù: « Colei che si siederà a quel posto vicino a te, è veramente la mia fedelissima. Sposa, l'eletta fra mille ». Infatti Geltrude venne a sedersi vicino a lei, ma seppe così bene, per spirito di umiltà, nascondere i doni meravigliosi di cui era adorna, che la visitatrice, alquanto delusa, se ne lamentò davanti a Dio con rimpianto.
Ma Gesù confermò ch'ella era veramente la sua fedelissima Sposa, prediletta fra tutte.
Più tardi la stessa persona ebbe un intimo colloquia con Matilde di Hackeborn, cantora del Monastero, di felice me moria, e fu affascinata da' suoi discorsi pieni della dolcezza dello Spirito Santo. Perplessa e indecisa osò domandare a Nostro Signore come mai tanto esaltasse la prima, preferendola a tutte, mentre sembrava neppure notare la seconda. E Gesù: « Io opero grandi cose in quest'ultima, però sappi che quelle che opero nella prima sono di gran lunga più grandi ».
In altra occasione una persona pregava per Geltrude e, ammirando le delicatezze del Salvatore per la sua Sposa, Gli chiese: « O Dio, che sei tutto amore, cosa scorgi in quest'anima per esaltarla con tante preferenze, e per inclinare verso di lei il tuo Cuore con tanta tenerezza? ».
Rispose Gesù: « Sono attratto verso di lei da un amore gratuito, amore che, con dono speciale, ha disposto e va conservando nell'anima sua cinque virtù che formano la mia delizia: cioè vera purezza, per il continuo influsso della mia grazia, vera umiltà, in mezzo all'abbondanza de' miei doni; infatti, più opero in essa grandi cose e maggiormente si sprofonda nel suo nulla per la conoscenza della sua fragilità; vera bontà, che le fa desiderare la salvezza di tutti gli uomini; vera fedeltà, che le fa offrire tutti i suoi beni a vantaggio universale; infine vera carità che la spinge ad « amarmi con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze e il prossimo come se stessa (Luc. X, 27) per amor mio ».
Dette queste parole Nostro Signore mostrò a quella persona uno splendido gioiello a tre foglie, che adornava il suo sacro petto.
Aggiunse Gesù: « Io porterò sempre questo gioiello in onore della mia Sposa, e le tre foglie parleranno chiaramente a tutta la Corte celeste. La prima foglia dirà ch'Ella è veramente proatma mea (Cant.) infatti nessuno al mondo è più vicino a me di questa Sposa amatissima. La seconda foglia esprimerà che non v'è sulla terra creatura alcuna, verso la quale io mi senta così dolcemente attirato. Infine lo splendore della terza foglia dimostrerà che nessuno al mondo uguaglia la fedeltà di quest'anima, la quale, godendo dei miei doni, me ne rimanda sempre la lode e la gloria ».
Il Signore si compiacque di aggiungere: « Il cercarmi nel SS. Sacramento dell'altare, o nell'anima e nel cuore della mia amata Sposa Geltrude, vale quanto essere sicuro di ritrovarmi ».
Un giorno ella si era raccomandata alle preghiere di una persona, la quale ne parlò a Nostro Signore, che ebbe questa risposta: « Sono tutto suo: l'amore mi ha reso suo prigioniero e l'ha unita a me come il fuoco unisce, fondendole, la verga d'oro e quella d'argento ». Continuandosi il colloquio, quella persona insistette: « Amatissimo Signore, che fai Tu per essa? ». Egli rispose: « Il suo cuore, battendo all'unisono col mio amore, mi, procura un'incomparabile gaudio; ritengo però in me fino all'ora della sua morte l'ardore dei palpiti del mio Cuore; in quel supremo momento, Ella, per loro mezzo, proverà tre effetti potenti: il primo sarà la gloria a cui il mio divin Padre l'inviterà; il secondo sarà la gioia che proverò nel riceverla; ed il terzo sarà l'amore col quale lo Spirito Santo ci unirà eternamente » (Araldo del divino amore, libro III, c. LI-LII, libro IV, cap. IV e libro della Grazia speciale, 1, I, cap. V e libro V, cap. XXXII).
La stessa persona, pregando altra volta per Geltrude, ricevette questa risposta: « Ella è per me una colomba senza fiele, perchè fugge accuratamente il minimo peccato volontario. E' un giglio candidissimo che mi compiaccio di tenere in mano, giacchè prendo le mie delizie in un'anima casta e pura; è una rosa olezzante, per lo spirito di pazienza che l'anima a ringraziare Dio nella tribolazione. E' un fiore primaverile, sul quale mi riposo con compiacenza, perchè scorgo nell'anima sua ardente zelo per giungere alla vetta della virtù, ad una elevatissima perfezione. Ella è infine una nota melodiosa che dolcemente risuona nel mio diadema, giacchè in esso tutte le sue sofferenze sono sospese come altrettante campanule d'oro, che rallegrano gli abitanti del cielo ».
Un giorno Geltrude faceva in refettorio la lettura prescritta prima di cena; giunta a quelle parole: « bisogna amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze» (Luc. X, 27) le pronunciò con tanta enfasi, che una delle sue consorelle ne fu profondamente commossa e disse al Signore: « Ah, mio Dio, come ti ama questa Tua Sposa che ti parla d'amore con tanto entusiasmo! ». Le rispose il Signore: « Dalla prima età l'ho portata e custodita fra le mie braccia, conservandola illibata fino al momento in cui, di sua spontanea volontà, si è unita a me: allora mi sono dato interamente a lei con la mia divina virtù, abbandonandomi, a mia volta, a' suoi sacri amplessi. L'ardore della sua carità scioglie l'intimo del mio essere come la cera si liquefa al fuoco, così la dolcezza del mio divin Cuore, fusa al fuoco del suo amore, distilla perennemente gocce celesti nell'anima sua ».
Aggiunse il Signore: « La sua anima mi è talmente, cara che ne feci il mio rifugio. E' là che io mi nascondo per consolarmi degli oltraggi che mi hanno recato gli uomini, e mi riposo nel suo cuore. Permettendo che soffra tribolazioni di corpo e di spirito, essa le riceve con tanta gratitudine, le sopporta con tanta pazienza e umiltà; unendole ai dolori della mia Passione, che mi vedo costretto a placarmi ed a perdonare, per amor suo, a innumerevoli peccatori ».
Una pia donna, cedendo alle sue istanze, pregava per la correzione di alcuni suoi difetti: ma Nostro Signore le disse: « I difetti di cui sii lagna la mia prediletta Sposa, le sono molto utili. Io riverso sull'anima sua ogni giorno tale abbondanza di grazie che, per preservare la sua umana fragilità dagl'insulti dell'amor proprio, devo nasconderle sotto le leggere nubi dei suoi difetti. Il concime feconda la terra, e il sentimento che ha un'anima della sua infermità fa germogliare la riconoscenza; ogni qualvolta pertanto si umilia dei suoi mancamenti, io le elargisco una grazia che li distrugge; tramuto a poco a poco i difetti in virtù e l'anima un giorno, in una luce senza ombre, si troverà completamente trasfigurata ».

RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO






***
Monsignor GAUME

L’ATTIMO È FUGGENTE, ALL’IMPROVVISO VI TROVERETE DI FRONTE A COLUI CHE VI HA CREATI. PREPARATEVI AL MOMENTO!



L’attimo è fuggente, all’improvviso vi troverete di fronte a Colui che vi ha creati. Preparatevi al momento!
Amati figli, è il vostro Dio Creatore che vi parla, porgete l’orecchio alla mia Parola e venite a Me.
Seguite le mie regole, o uomini, tutto sta per entrare nel buio profondo della morte, Satana avanza indisturbato perché voi glielo permettete. Ravvedetevi in fretta, o uomini, prendetevi cura della vostra anima, della vostra sorte. 
Uomini di miseria infinita, ascoltate ciò che oggi il vostro Dio vi dice: datemi obbedienza, lo dico per la vostra salvezza.  
Sono il vostro Dio Amore, il Padre vostro che è nei Cieli, vi avverto per il vostro bene: Correggetevi, o uomini, state seguendo la via della morte eterna, non avrete scampo se continuerete a viaggiare con il Male.
Figli miei, diletti del mio Cuore, è giunto il tempo di tornare a Casa, è giunta l’ora del vostro ritorno al Padre vostro Dio Creatore, non sciupate questo mio appello, non ci saranno più richiami di salvezza, l’ora è questa, … chi non ascolterà la Mia voce perirà nelle mani del Demonio.
State conducendo una vita di peccato, non vedo in voi ravvedimento, nessuna conversione! Vi state destinando, nella vostra libertà, a scegliere l’Inferno.
L’avvertimento è entrato ma questa Umanità continua nelle sue nefandezze, non prepara il proprio cuore all’incontro con il suo Dio, l’Altissimo! Siete testardi, disubbidienti, privi di timor di Dio. Ah, figli miei, quale inganno in voi, il vostro pensiero è gestito da Satana! 
Attenti, o uomini, l’ingannatore fa bene la sua parte, voi siete sprovveduti, non conoscete i suoi poteri e non meditate neppure per un solo istante sulla sua malvagità, siete belli che fatti di lui, siete divenuti suoi schiavi, sottomessi al suo volere.
Poveri figli miei e non più miei per vostra libera scelta, …ah, quale sventura in voi! Se non vi correggerete ora, non potrete più risollevarvi, cominciate a rimediare la vostra condotta, presto ci sarà la scelta finale: o con Me o contro di Me!
Avrete il risveglio della coscienza.
Io parlerò dentro di voi, conoscerete la mia voce,
e deciderete, nel vostro libero arbitrio,
se stare con Me, il vostro Dio Amore
oppure con Satana.


L’attimo è fuggente, all’improvviso vi troverete di fronte a Colui che vi ha creati. …. Preparatevi al momento!

Carbonia 02.04.2020

Buona Domenica delle Palme!



La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di noi. Buona Domenica delle Palme!

TRATTATO SULL’INFERNO



LA COMPARSA DEL PECCATO

Il primo uomo peccò, e i suoi discendenti l'hanno imitato, ma Dio rimane misericordioso. "Se noi manchiamo di fede, Egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,13). La Chiesa si rallegra per questa fedeltà misericordiosa di Dio: "E quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei Profeti hai insegnato a sperare nella salvezza".

Nella Genesi, il racconto del primo peccato si conclude con la profezia di una redenzione divina. Lì vediamo Dio che si rivolge al tentatore e gli dice: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Gn 3,15). La fede della Chiesa ha visto in queste parole la prima di tutte le profezie, secondo cui Cristo sarebbe venuto a salvarci. Gesù è la "stirpe" o la "progenie" della donna, e "la ragione per cui è apparso il Figlio di Dio fu per distruggere le opere del diavolo" (1 Gv 3,8).

Lungo i secoli della storia della salvezza anteriori a Cristo, Dio ha ripetutamente chiamato gli uomini al pentimento, ad una rinnovata grandezza, e alla salvezza. Non ha mai dimenticato di essere stato Lui che ha creato l'uomo, e ha fatto l'uomo non solo perché fosse la sua creatura, ma anche perché partecipasse della Sua vita divina e della Sua amicizia. Più e più volte si parla del Suo amore per il Suo popolo eletto, paragonandolo all'amore di un marito per la sua sposa, un amore che perdura anche se costei lo tradisce; il Suo è un amore insondabile ed eterno, che alla fine la porterà alla fedeltà: "Io la attirerò a me... parlerò al suo cuore... essa risponderà come nei giorni della sua giovinezza... E ti fidanzerò a Me per sempre; ti fidanzerò a Me nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore" (Os 2, 16-17, 21).

Dio, intendendo e preparando nel suo grande amore la salvezza del genere umano, si scelse con singolare disegno un popolo, al quale affidare le sue promesse. Infatti dapprima concluse un'Alleanza con Abramo e poi col popolo d'Israele per mezzo di Mosè. Con questa Alleanza, Dio si è impegnato di assisterli e di salvarli; in cambio richiese che impegnassero se stessi ad essergli fedeli.

Dopo averli liberati dalla schiavitù dell'Egitto, Dio parlò loro per mezzo di Mosè: "Voi stessi avete visto... come ho sollevato voi su ali di aquila e vi ho fatto venire fino a Me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia Alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli (Es 19,4-5). E quando Mosè "riferì tutte queste cose, come gli aveva ordinato il Signore, tutto il popolo rispose insieme e disse: Tutto quanto il Signore ha detto noi lo faremo" (Es 19,7-8). E, tuttavia, essi e i loro discendenti caddero ripetute volte nel peccato, e fecero l'amara esperienza delle pene e dei castighi, conseguenze del peccato. Ma la misericordia incessante di Dio diede loro possibilità di pentimento, e rinnovò l'Alleanza, sempre di nuovo: con Giosuè, con Davide, al tempo di Esdra. Le Alleanze di Dio con gli uomini sono un segno della libertà e della ricchezza del Suo amore. Con esse il Signore di tutta la creazione liberamente lega se stesso agli uomini. Egli entra in alleanza con coloro che liberamente decide di favorire con speciali doni. Allo stesso tempo, tuttavia, il suo amore permane universale: è rivolto a tutti. Anche a quelli che ha scelto in modo particolare. Egli dichiara apertamente che sono stati scelti per essere coloro per mezzo dei quali Egli vuol portare la salvezza a tutti. Così, Egli disse ad Abramo: "Io ti benedirò... e per la tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra" (Gn 22,17- 18).

Dio, per mezzo dei profeti da Lui inviati, ha insegnato al suo popolo la maniera di vivere in attesa della sua misericordia redentrice. "Israele, parlando Dio stesso per bocca dei profeti, comprese il suo piano con sempre maggiore profondità e chiarezza". Questi profeti non erano solo uomini sinceri ed entusiasti. Erano i rappresentanti di Dio. Dio li aveva chiamati e poteva

far sì che gli altri li riconoscessero come suoi profeti. Tuttavia le parole dei Profeti non furono sempre bene accolte, perché essi richiedevano la fede personale e la conversione interiore, e insistevano sulla fedeltà a tutta la legge di Dio. I Profeti insegnarono agli uomini a sperare nella salvezza che il Messia avrebbe portato. Difatti, il Vangelo, che Cristo ingiunse agli apostoli di predicare, era stato prima promesso per mezzo dei Profeti. Cosi, i profeti dei tempi antichi parlarono della grazia della salvezza futura, la Buona Notizia di Cristo, che era già la salvezza per coloro che aspettavano fedelmente il loro Salvatore.

La salvezza di questi ultimi è menzionata nel Nuovo Testamento, nella Lettera agli Ebrei, dove è detto di quelli che furono favoriti col dono della fede nel tempo dell'Antico Testamento: "Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano... Per questo Dio non disdegna di essere chiamato loro Dio: ha preparato, infatti, per loro una città" (Eb 11, 13-16).

Fin dai primordi della Chiesa, il compimento delle profezie dell'Antico Testamento ha guidato gli uomini verso la fede, o ha confermato la loro credenza. Tale compimento non è solo la realizzazione, nella vita di Cristo, di eventi particolari predetti dai Profeti.

È l'Antico Testamento nel suo insieme: sono tutte le sue promesse e le sue attese che si vedono realizzate in Cristo. Il compimento supera di molto le attese; non sarebbe possibile avere un quadro dettagliato del mistero di Cristo soltanto dalle promesse dell'Antico Testamento. Ma se alla luce della venuta di Cristo si getta uno sguardo retrospettivo sull'Antico Testamento, ci si rende conto quanto sovrabbondantemente si siano realizzate in Lui tutte le promesse e tutte le speranze.

Non si può negare che nella profezia ci sia una certa oscurità, perché essa tratta di un mistero e si rivolge alla fede. Inoltre, il linguaggio dei Profeti è sovente un linguaggio di simboli e di immagini poetiche. Ma anche così, durante i secoli anteriori alla venuta di Cristo, le promesse profetiche di questo evento confermavano il popolo nella speranza, e, al tempo di questa venuta, diedero testimonianza a Cristo. La Chiesa insegna che le profezie dell'Antico Testamento riguardanti Cristo, come le profezie proprie di Gesù nei Vangeli, sono "segni certissimi della divina rivelazione".