PREZIOSA GEMMA DAL CUORE DI MARIA
Il dì 21 maggio 1815 nella santa Comunione, il Signore si degnò donare alla povera anima mia tre gradi di umiltà. Per mezzo di questa grazia fui liberata da una certa inclinazione naturale, che tutti abbiamo al male. Le nostre anime non si avvedono chiaramente di questo, ma solo ne provano in sé i cattivi effetti. Questa cattiva inclinazione mi fu dunque mostrata sotto la forma di un animale bruttissimo; fu questo brutto animale messo in fuga dalla grazia di Dio, e così ne fui liberata.
Dal giorno 22 maggio a tutto il 3 dì giugno il mio spirito se l’è passata in piangere i propri peccati, desiderando ardentemente di convertirmi una volta davvero. Con gran fervore del mio cuore, piangendo e sospirando, chiedevo a Dio la grazia, sperando nei meriti di Gesù Cristo. Mi slanciavo a viva forza verso di lui, cercavo di far violenza al suo bel Cuore; da lume supremo veniva rischiarato l’intelletto, particolare cognizione mi dimostrava qual bene sia il possedere Dio di perfezione infinita.
A questa cognizione l’anima era presa da veemente desiderio di possederlo; quando da amore accesa andavo sospirando, e mi cresceva l’affanno e il bel desio di amar, con vivo desiderio cercavo di possedere l’amato mio tesoro; da ostacolo respinta ne venivo ognor, di quale affanno e pena era al mio cuore il non potermi al mio Signore avvicinare. Cosa non avrei dato per rimuovere l’ostacolo, la propria vita avrei sacrificato.
Beata Elisabetta Canori Mora
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