Dovete temere che i vostri peccati v'impediscano di diportarvi con rettitudine quando vi si dia qualche distinzione molto onorifica o si cerchi dal demonio d'indurvi a una vita più comoda, ed altre cose del genere. Ma non abbiate paura dei vostri peccati quando si tratta di soffrire qualche cosa per amore di Dio e del prossimo, potendo pur darsi che nel fare una di queste opere vi apportiate tanta carità da meritarvi un perdono generale. Ecco quel che teme il demonio. E per questo cerca di richiamarvi in mente i vostri peccati. Persuadetevi invece che il Signore non abbandona mai chi lo ama, quando questi si espone al sacrificio unicamente per Lui. Però, consideri se nell'esporsi al sacrificio si proponga qualche personale interesse, perché io parlo solo di coloro che vogliono contentare il Signore nel modo più perfetto.
Ho conosciuto ai nostri giorni un certo uomo che avete visto pur voi quando venne a trovarmi, religioso degli Scalzi di fr. Pietro d'Alcantara. Iddio gli aveva infuso tanta carità che piangeva a calde lacrime perché gli impedivano di andare a sostituirsi a uno schiavo. E ne parlò anche con me. Finalmente, dopo molte insistenze, ottenne che il suo Generale gliene rilasciasse la licenza. Era già a quattro leghe da Algeri, dove intendeva recarsi per soddisfare al suo santo desiderio, quando il Signore lo chiamò a sé, sicuramente per dargli un gran premio.4 Eppure quanti prudenti lo tacciavan da pazzo, giacché tale egli pareva a chi, come noi, non ama tanto il Signore! Ma vi è forse maggior pazzia che terminare con tanta discrezione il sogno di questa vita? Oh, piaccia a Dio che meritiamo, non solo di entrare in cielo, ma di esser nel numero di coloro che molto si sono avanzati nel suo amore!
So benissimo che per compiere tali opere è necessario un grande aiuto di Dio, per cui vi consiglio, figliuole mie, di domandar sempre come la sposa la dolcissima pace di cui parlo: dominerete tutte le paure del mondo, a cui fareste guerra in tutta calma e tranquillità. Se Dio concede a un'anima la grazia di unirsi a Lui in una così stretta amicizia, non è forse evidente che ella debba rimaner ricca dei suoi stessi beni? Si tratta di grazie che non sono in nostro potere. Quello che noi possiamo è di chiedere e desiderare che Dio ce le accordi, e anche questo con il suo aiuto, Quanto al resto, che può mai fare un verme come noi? Il peccato ci ha resi così miserabili e vili che, pensando alle virtù, le concepiamo alla stessa stregua della nostra bassa natura. Che fare, dunque, figliuole mie? – Chiedere quel che chiede la sposa.
Se una contadinella divenisse sposa di un re ed avesse figliuoli, non sarebbero questi di sangue reale? Orbene, se nostro Signore fa a un'anima l'immensa grazia di unirsi a Lui strettamente, quali desideri, quali figli di opere eroiche non ne devono nascere se essa non vi pone ostacolo?
Perciò torno a ripetervi che se il Signore vi fa la grazia di compiere per amor suo atti come quelli che ho detto, non dovete preoccuparvi d'aver commesso dei peccati. Occorre che la fede predomini sulla vostra miseria, e non abbiate a spaventarvi, se prima o dopo che vi siete determinate, vi accada di aver paura o debolezza. Non fatene conto se non per stimolarvi di più. Lasciate che la carne faccia il suo ufficio. Rammentatevi di quel che disse il buon Gesù nell'orazione dell'orto: La carne è inferma,6 e ricordatevi di quel suo sorprendente e doloroso sudore.
Se era pure inferma la sua carne divina che non aveva peccati, come vorremmo che la nostra sia così forte da non sentir paura per le persecuzioni e i travagli che la minacciano? Però, quando vi è in mezzo, si assoggetta allo spirito: quando la volontà è unita a Dio, la carne non si lagna più.
SANTA TERESA DI GESÙ
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