Provvidenza e miracoli
Non mi dimenticherò mai di ciò che disse una volta una madre di famiglia: “Molti bambini muoiono, perché i loro genitori non pregano”. Allo
stesso modo, potremmo dire che molti miracoli non accadono e molti malati non guariscono, perché non si prega. Pregare è dare il permesso a Dio affinché intervenga nella nostra vita per il nostro bene.
E, quindi, molte cose buone accadono, mentre diversamente, potrebbero facilmente condurci alla morte, invalidità o al disastro totale. Abbiamo già parlato di casi straordinari, miracoli operati da Dio. Ma l’intervento
di Dio dovrebbe essere normale, anche in casi estremi, se avessimo fede e se lo chiedessimo con fiducia di figli.
Madre Briege Mckenna ha scritto un libro I miracoli accadono davvero, dove racconta casi di guarigione straordinari, prodotti dalla fede. Dice che un giorno “portarono
un bambino che presentava bruciature molto gravi e vesciche in tutto il corpo. Ricordo di aver pensato: Dio mio, non c’è veramente nulla da fare! Sta molto male. Qui non abbiamo medici né medicine. Preghiamo
per il piccolo e, poi, il sacerdote disse alla donna anziana che lo aveva portato a messa: - Lascialo lì ed iniziamo la celebrazione della messa”... - Al termine della messa, andai a vedere come stava il bambino.
L’avevano collocato sotto la tavola che serviva da altare, ma lì non c’era. Chiesi alla donna: - Dov’è? - Lei mi indicò un gruppo di bambini che giocavano lì vicino. Vidi il bambino
e si vedeva che stava molto bene. Era sparito tutto. E le chiesi: -Cosa è successo? - L’anziana mi guardò e disse: - Come che cosa è successo? Non è forse venuto Gesù?”(78)
Sì, Gesù Eucaristia è la maggior fonte di miracoli in qualsiasi parte del mondo e non solo nei grandi santuari mariani come Lourdes o Fatima. Un giorno
le telefonò un giovane sacerdote perché pregasse per lui; aveva un cancro alle corde vocali e doveva essere operato entro tre settimane per asportare la laringe. Lei gli disse: “Padre, ogni giorno, quando
celebra la messa e consuma l’ostia consacrata, lei si incontra con Gesù. Lei tocca Gesù e lo riceve dentro di lei e non solo come la donna emorroissa che gli toccò il bordo del mantello. Chieda a
Gesù Eucaristia di essere guarito”.
Tre settimane dopo, entrò all’ospedale per essere operato. Mi chiamò più tardi per dirmi che non ci fu operazione. I medici scoprirono che il
cancro era sparito e le sue corde vocali erano come nuove(79). Ho conosciuto sacerdoti straordinari come padre Emiliano Tardif o padre James Manjackal con un ministero straordinario di guarigione degli infermi. Dio ha operato
meraviglie tramite loro. E così molti altri. E Dio continua operando meraviglie nella misura della nostra fede e della nostra fiducia in lui. Ricordo padre Feliciano Diez, agostiniano riformato che raccontava sempre
di quando era bambino, gravemente ammalato con le gambe paralizzate. Suo padre lo portò al santuario della Madonna del Pilar di Saragozza per pregare per lui. Il giorno seguente quando si svegliò, era completamente
guarito.
Un giovane sacerdote di Lima mi raccontava che, quando era bambino, si ammalò gravemente di polmonite. Poiché i genitori vivevano nella Sierra del Perù
e non vi erano medici né possibilità di portarlo all’ospedale più vicino, sua madre lo portò in chiesa e lo consacrò alla Madonna, offrendoglielo perché, guarito, potesse diventare
sacerdote. Dopo tre giorni, senza nessuna medicina, era completamente guarito. Da giovane, non era molto disposto a diventare sacerdote; ma, a poco a poco, il Signore lo guidò al seminario e venne ordinato sacerdote
a 29 anni il 7 marzo 2004. Il suo nome è Ivan Luna.
Padre Giovanni Salerno, del quale abbiamo già parlato, racconta molti casi di guarigioni straordinarie: “Durante i miei anni da missionario ho visto molti miracoli.
Parlo di miracoli straordinari, non solo di guarigioni da una forte febbre o cose simili, incluse malattie o traumi che necessitavano un intervento chirurgico. Non dimenticherò mai il caso di Justo, che cadendo da cavallo
si era rotto la spina dorsale. Il guaritore lo curava con urine sedimentate, mescolate a foglie di coca. E questo, per lunghi mesi. è facile immaginarsi che infezione venne fuori!... Nella spina dorsale di Justo brulicavano i vermi. Gli mancavano almeno tre chili di carne: i suoi muscoli erano scomparsi completamente,
consumati dalla malattia. Si era creata come una caverna... Preferii non toccarlo in assoluto. Dissi: - Non posso fare nulla. Se hai fede (dissi a sua madre), Dio t’aiuterà. - E lei mi rispose: - Cosa devo fare
per avere fede ed ottenere questo miracolo? Non ho più nulla: il guaritore si è già portato via le mie galline ed i porcellini d’india. -
- Per ottenere il miracolo, le dissi, devi solo chiederlo a Dio: non occorre denaro, né animaletti, solamente pregare con fede. Recita tre Ave Maria, chiedendo alla
Vergine Santissima che ti faccia il miracolo.
Dopo tre giorni, andai a visitarlo e quale fu la mia sorpresa, quando constatai che a Justo si era riformata la carne, dove prima si vedeva solo una specie di caverna! Ed
era carne tenera e rosata come quella di un neonato. Restai a bocca aperta, rabbrividendo. Al quinto giorno Justo tornò al suo più che normale stato di salute”(80).
Teodosia aveva un braccio roso dalla uta, un tipo di lebbra che esalava un odore pestilenziale. Avevo preparato i ferri chirurgici per amputarglielo e dicevo a me stesso:
Cosa faccio? Amputandole il braccio la farei diventare ancora più povera. Allora, con l’intenzione guadagnare un po’ di tempo per decidere meglio come procedere, le dissi: - Vieni domani per l’amputazione
del braccio. - Nel congedarla, le dissi: - Perché non chiedi alla Vergine Maria che ti faccia il miracolo?
Lei mi chiese: - Cosa devo fare? Le diedi un po’ di acqua di Lourdes, dicendole: - Prendila e, durante la notte, chiedi alla Vergine Maria che ti faccia questo miracolo.
-
Il giorno seguente la stavo aspettando, deciso ad amputarle il braccio... All’improvviso, sentii uno schiamazzo crescente intorno al dispensario. Era Teodosia che,
incontenibilmente felice, mostrava il suo braccio agli altri malati che la circondavano e diceva loro: - Guardate il mio braccio. Lo avete visto come fino a ieri cadeva in pezzi e appestava. Ora è sano. - E sulla spalla
portava un agnellino come regalo”(81).
“Basilio, un bambino di nove anni, soffriva di idrocele. Questa infezione si era estesa a tutto il suo corpo, così da sembrare una grande palla gonfiata. In
qualsiasi parte della sua pelle, dove si appoggiava un dito, questo affondava. Gli amministrai un certo tipo di medicine, ma inutilmente: il bambino non guariva, anzi, al contrario, peggiorava sempre di più... Dissi
a sua madre,dandole un po’ di acqua benedetta: - Chiedi questo miracolo alla Vergine Maria. Nessuna medicina può guarirlo. -
Il giorno seguente, venne sua madre e mi disse: - Basilio ha fame. Deve darmi qualcosa da mangiare... - Andai nella capanna di Basilio. Non potevo credere a ciò che
stavo vedendo. Tutto era tornato normale. Tornai ad esaminarlo nel dispensario con maggior attenzione e dovetti ammettere che Basilio era stato guarito”(82).
“Una volta arrivai verso sera a Coyllurqui. Mi portarono un capo della guardia civile disteso sopra una lettiga improvvisata. I parenti che lo trasportavano mi dissero
che da otto giorni non mangiava e sputava continuamente sangue dalla bocca. Anche davanti a me continuò a vomitare sangue fino a riempire un recipiente. Era veramente molto grave ed io non avevo farmaci neanche per
arrestare l’emorragia.
La moglie del malato mi supplicava perché facessi tutto il possibile per salvarlo. Allora, dovetti parlarle molto chiaramente, dicendole che avevamo bisogno di un
miracolo della Vergine Maria per poterlo guarire. Devo dire che, curando i malati, ho sempre fatto molto ricorso alla medaglia miracolosa ed anche in questo caso parlai al malato ed a sua moglie delle grandi grazie che la
Vergine Santissima concede a quelli che con molta fede portano su se stessi la sua medaglia miracolosa. Vedendo la viva fede dei due, misi la medaglia miracolosa al collo dell’infermo ed insieme a sua moglie recitammo
tre Ave Maria. Verso mezzanotte, un forte rumore, proveniente dall’inferriata del dispensario, mi svegliò si soprassalto, mentre uno strano calore si propagava nella mia camera. Mi alzai in fretta per vedere cosa
era accaduto, ma pensai che poteva essere stato uno dei figli del malato venuto a visitare suo padre a provocare quel frastuono. Il mattino dopo fu grande la mia sorpresa quando lo vidi seduto sul letto. Stava mangiando un
bel pezzo di pollo! Con calma mi raccontò che verso mezzanotte, la Signora rappresentata sulla medaglia miracolosa gli aveva fatto visita e lo aveva toccato sulla fronte e lui era guarito immediatamente. Dopo volle
che gli dessi una gran quantità di quelle medaglie per far conoscere a tutti il potere misericordioso e materno della Vergine Maria. Quanti chili di medaglie miracolose abbiamo distribuito ai poveri! Potrei raccontare
molti altri prodigi operati dalla Vergine Santissima per mezzo della medaglia miracolosa, quando la si porta con molta fede(83).
Madre Teresa di Calcutta racconta che una volta “uno dei nostri dottori, oculista, lavorava molto con i nostri poveri ed era molto amabile con loro. Dedicava loro
due ore al giorno. Durante queste due ore si dedicava solamente ai poveri, tutto gratis: visita, lenti, medicine ... Un giorno mi disse: - Madre, ho un tumore maligno e morirò entro tre mesi. - Andò negli Usa
e gli dissero la stessa cosa. Ritornò a Calcutta e la sua famiglia lo portò all’ospedale. Andai a visitarlo all’ospedale, portai una medaglia della Vergine Miracolosa e gli chiesi di dire: - Maria,
Madre di Gesù, dammi la salute. - Incaricai anche la famiglia di pregare la Madonna. Nonostante fosse una famiglia indù, dovettero pregare con molta fede. Dopo tre mesi, quando sarebbe dovuto morire, l’oculista
venne a casa mia e mi disse: - Madre, sono stato dal medico, mi ha esaminato ai raggi x, fatto le analisi e non ha trovato traccia del tumore. - Un autentico miracolo. Ora porta un catenina al collo con la medaglia miracolosa”(84).
Dio fa miracoli con le cose più semplici, quando c’è la fede. Santa Margherita Maria Alacoque, a volte, scriveva su un foglietto Sacro Cuor di Gesù
confido in Voi e lo faceva prendere al malato affinché lo guarisse.
Di san Giovanni Bosco si racconta che quando era in se-minario, adottava uno stratagemma per aiutare i malati con l’invocazione di Maria. Consisteva nel ripartire
pillole di mollica di pane oppure piccole buste con una miscela di zucchero e farina, imponendo a quelli che ricorrevano alla sua scienza medica, l’obbligo di accostarsi ai sacramenti, pregare un numero determinato di
Ave Maria alla Vergine e la Salve Regina. La prescrizione delle medicine e delle preghiere era di tre giorni, a volte di nove. I malati, inclusi i più gravi, guarivano(85).
Quanti prodigi continua ad operare il nostro buon Dio tra la gente che ha fede! Dio ama tutti, perché per lui, ricchi o poveri, dotti o ignoranti, tutti sono suoi
figli e ama tutti con amore infinito e vuole benedire tutti con abbondanti grazie e miracoli.