sabato 5 settembre 2020

Confidenza



PADRE dolcissimo, a noi questo è bastato: sapere quello che di Te ci ha rivelato il tuo Unigenito, il diletto Figlio Gesù: che Tu sei anche nostro PADRE e PADRE di tutti e di tutto, perché tutto quello che esiste fuori di Te è opera del tuo Amore.

Tu Sei l'Inaccessibile, eppure più di tanto non puoi essere dentro di noi;

Sei l'Invisibile, eppure non puoi essere tanto più percettibile da noi;

Sei l'Inafferrabile, eppure sei Colui che meglio non si può possedere.

O PADRE, concedici di essere, nel modo più possibile, nella Identità con il tuo Figlio Gesù, perché con Lui possiamo sentire Te, vivere di Te, amare Te, per essere in Lui, con Te, una cosa sola, come esistenza originale e finale del tuo Amore Paterno

 (Madre Eugenia Elisabetta Ravasio)

L’umanità presto riceverà una correzione! Questa correzione vi farà comprendere che tutto quello che sta succedendo è prodotto dai vostri peccati e dalle vostre ribellioni.



Messaggio di Dio Padre per tutta l’umanità, ricevuto nella città di Panama, da Discipulo, il 7 ottobre 2018

Amati figli, prestate attenzione ai Miei urgenti appelli, capite che vivere nella Mia Volontà implica un totale abbandono alla Mia amorevole Provvidenza.
Chi confida in Me, non avrà né timore, né paura, né angoscia.
Ascoltate con attenzione, poiché presto la Mia Giustizia vi abbraccerà e una Grande Gioia vi invaderà! Presto il Mio Spirito sarà sparso su tutta la circonferenza della terra, sui Miei figli e sulle Mie figlie spargerò i più meravigliosi tesori della conoscenza e della sapienza.
Vi invaderà una Grande Gioia… il Mio Spirito verrà effuso!!!
Tutti, assolutamente tutti, sapranno che Io Sono! E che al di fuori di Me non c’è altro Dio; tutti quelli che si definiscono dei in questo mondo saranno umiliati, perché hanno alzato il loro braccio arrogante contro di Me, hanno disprezzato le Mie Leggi e non hanno fatto caso ai Miei Avvertimenti.
Reclamerò la Mia Gloria, quella Gloria che Mi hanno rubato, la gloria che Io non ho ricevuto da parte delle Mie Creature!
E che cos’è l’uomo?
Oh …  solo un sospiro che è sgorgato dal Mio Cuore!

Un giorno tonerà a Me… abbandonando le sue miserie nel seno della terra da dove è stato creato.
L’orgoglio e la superbia delle sue opere, dei suoi piani e dei suoi progetti crolleranno. Saranno abbattute le alte torri ed i grattacieli, quando la terra obbedirà al Mio Ordine e sarà scossa e gli elementi si dissolveranno.
Allora se Mi ascolterete e se piangerete, vestendovi di sacco e coprendovi il capo di cenere e contriti di cuore Mi invocherete, Io vi risponderò e stabilirò le Mie Legge ed i Miei decreti in forma definitiva nei Cieli Nuovi e nella Terra Nuova che Io creerò!
Quindi parlerò chiaramente con i Miei figli e farò scendere su di loro la conoscenza e la sapienza.
Così sarà… se Mi sarete fedeli e se ascolterete la Mia Voce e se non vi darete alla compiacenza dei vostri vizi e peccati, che tanto Mi offendono.

Dopo… nessuno ruberà, né mentirà, ameranno solo Me ed Io li proteggerò sotto la Mia Potente Mano dalla confusione che è prossima e nella quale si vedranno immersi popoli e nazioni.

L’umanità presto riceverà una correzione! Questa correzione vi farà comprendere che tutto quello che sta succedendo è prodotto dai vostri peccati e dalle vostre ribellioni.

Io ho stabilito l’ordine degli eventi e non lo cambierò per riguardo alla Mia Sacra Eredità, quella di Giuda, di Giuseppe, di Beniamino e di Ruben, della Sacra Casa di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, per riguardo a Davide e per le preghiere e per le suppliche dei Miei servi i profeti.

Conserverò il Mio Patto e la Mia Alleanza che si riassumono nella Promessa di Cieli Nuovi e Terra Nuova.

Ah… amati figli… Il Mio Cuore di Padre si affida a voi.
Avete ottenuto la Grazia e la Benedizione mediane il Sacrificio del Mio Amato Figlio che ha dato la Sua Vita sulla Croce per voi, la Vita Sacra del Mio Figlio amato, il cui Sangue calpestate di continuo.
Questo stesso Sangue ora grida a Me, chiedendomi Giustizia.

Per amore al Mio Nome, la Mia Giustizia verrà su ogni carne e tutto quello che abbia vita e conoscenza della Sua vita, Mi renderà Gloria e produrrà frutti di vera fede, di speranza e di carità…
E nessuno potrà negare che Io Sono un Dio d’amore e che non gradisco né la morte né il dolore.
 … Ecco, figli Miei, che sta arrivando la relegazione temporanea del Mio Silenzio…

 Oh amata umanità… Cosa vi costa volgere il vostro cuore a Me?...
 Venite, sì venite a Me!... Io aspetto con ansia l’anelato ritorno…
Io Sono il vostro Dio e disidero soltanto effondere su di voi il Mio Amore e la Mia tenerezza di Padre.

Ricevete la Mia Amorevole Benedizione. Ricreerò l’Universo, infondendovi il Mio Spirito… e farò tornare gli esiliati ed avrò compassione della Mia Eredità.
Tutti i sopravvissuti che Ho scelto in molti paesi, vedranno la Mia Gloria quando si compirà la Mia Promessa e rinnoverò il Patto con il Mio Popolo.
Nessuno allora camminerà più nelle tenebre ed Io Mi mostrerò così come Sono alla Mia creatura.

Stabilirò di nuovo saldamente le basi della terra, rafforzando il suo asse e tutti sapranno che non c’è niente di più forte del Mio Amore e della Mia Parola.

Io, Yahvè Ho parlato, Io l’Ho firmato, Io l’Ho detto!

Chi è don Luigi Villa?



Il Tempio satanico  dedicato a Padre Pio

Nell’ottobre 1998, don Villa mi consegnò una pagina della Rivista “Luoghi dell’infinito” del settembre 1998, che riportava il disegno della croce che lo scultore Arnaldo Pomodoro intendeva costruire per la “nuova chiesa” di Renzo Piano, dedicata a Padre Pio, in San Giovanni Rotondo.
Gliel’aveva inviata un suo conoscente, che, tra l’altro, gli aveva evidenziato certi strani simboli che comparivano sui bracci della croce e che sembravano martelli e cazzuole. Subito, iniziai ad analizzare quella strana croce.
Dopo circa un mese, dissi a don Villa: «Sui bracci inferiore e laterali di questa croce, sono rappresentati i tre stemmi dei gradi: 11°, 22° e 33° della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato; inoltre, nella parte centrale è rappresentato il grembiule massonico e sul braccio superiore è rappresentato Lucifero, in diversi modi». Poi aggiunsi: «Il significato di tutti questi simboli è: il Culto del Fallo, il Culto dell’Uomo e il Culto di Lucifero. Questo simboleggia la Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, generalmente rappresentata anche con due “Stelle a cinque punte”, l’una con la punta in altro; l’altra con la punta in basso».

La direzione del progetto di questa “nuova chiesa” era nelle mani del famoso architetto Renzo Piano, ma la responsabilità del progetto era della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, il cui presidente era mons. Francesco Marchisano, mentre il responsabile liturgico e teologico e della “nuova chiesa”, che dava le istruzioni a Piano, perché “il progetto si caricasse via via di espressività”, era mons. Crispino Valenziano.
Mons. Marchisano era una vecchia conoscenza di don Villa. Infatti, lo aveva già denunciato come massone sul n° 109 di “Chiesa viva” del giugno 1981, con tanto di dati di immatricolazione massonici. La sua carriera, però, era proseguita indisturbata fino alle sue nomine a Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e a Presidente della Fabbrica di San Pietro, conferitegli da Giovanni Paolo II.

Nel settembre 2002, a queste due nuove promozioni, don Villa rispose col dossier: “Una nomina scandalo”, in cui riportava anche tre lettere di mons. Marchisano al Venerabile Gran Maestro della Massoneria italiana, dove, in una di queste, scriveva:
«Illustre e Venerabile Gran Maestro, con molta gioia ho ricevuto, tramite il F. MAPA (= Mons. Pasquale Macchi, segretario personale di Paolo VI - n.d.r.) il Vostro delicato incarico: organizzare, silenziosa mente in tutto il Piemonte e nella Lombardia, come disgregare gli studi e la disciplina dei Seminari…».
Il dossier fu distribuito in migliaia e migliaia di copie e certi personaggi del Vaticano vennero fino a Brescia da don Villa per comprarne alcuni pacchi, mentre altri, da Roma, gli confidarono il loro disagio e la loro disperazione.
Ma sembrava che nessuno potesse arrestare l’ascesa irresistibile di questo Prelato massone.
Gli mancava solo la nomina a Cardinale; ma nella lista dei papabili Cardinali del Concistoro, previsto per il 21 ottobre 2003, il suo nome non appariva nell’elenco. Pensavamo che la ragione fosse la pubblicazione e la vasta distribuzione del dossier “Una nomina scandalo”, in cui si dimostrava, in modo definitivo, l’appartenenza alla Massoneria di mons. Marchisano.
Ma tre giorni prima della data della lettura, da parte del Papa, dei nomi papabili del Concistoro (28 settembre 2003), mi trovavo nell’ufficio di don Villa, quando squillò il telefono. Il Padre prese la cornetta del telefono, rimase in ascolto, poi la depose e mi disse: «Lo sa cosa mi hanno appena comunicato? Mons. Marchisano sarà nella lista dei Cardinali!».
Tre giorni dopo, in TV, tutti videro Giovanni Paolo II mentre leggeva l’elenco dei nomi dei futuri Cardinali, quando, ad un tratto, spuntò la mano del suo segretario personale che teneva un foglietto che depose sul leggio. Anulla servì lo scatto d’irritazione del Papa… dopo poco, Egli lesse anche il nome: Mons. Francesco Marchisano.

Il 1° luglio 2004, la “nuova chiesa” di San Giovanni Rotondo, dedicata a San Padre Pio fu inaugurata.
Il 20 febbraio 2006, uscì il Numero Speciale di “Chiesa viva” 381, dal titolo: “Una ‘nuova chiesa’ a San Padre Pio – Tempio massonico?” che dimostrava la natura massonica dei simboli che erano stati impressi, ovunque in questo tempio, e che il loro significato “unitario” era la glorificazione della Massoneria e del suo “dio” Lucifero con orribili insulti a Nostro Signore Gesù Cristo e alla SS. Trinità.
La simbologia massonica del Tabernacolo esprime la sostituzione di “Gesù Redentore” con “Lucifero redentore” dell’uomo, mentre quella sulla croce di pietra esprime la sostituzione di “Gesù Cristo Re dell’Universo”
con “Lucifero re dell’universo”. Ma l’insulto più grave è quello rivolto alla SS. Trinità per essere stata cacciata e sostituita con la blasfema e satanica “Triplice Trinità” massonica.
Per la prima volta nella storia, veniva pubblicata una rappresentazione geometrica della “Triplice Trinità” massonica, il segreto più gelosamente custodito dalla Massoneria!

Quando don Villa lesse questo studio, mi disse che, sicuramente, il Papa non avrebbe potuto ignorarlo, perché i significati occulti di questo tempio satanico erano talmente gravi ed inquietanti che, mantenere il silenzio su una simile denuncia sarebbe stato addirittura impensabile. 
Ma non fu così!

Dopo due mesi, però, qualcosa si mosse: circa 150 Prelati insieme all’ex Segretario di Stato, card. Angelo Sodano, si recarono a San Giovanni Rotondo, in occasione del 50° anniversario della fondazione della Casa Sollievo della Sofferenza, e vi rimasero per un’intera settimana (dal 1° al 7 maggio 2006).
Come ci fu riferito, in seguito, da uno dei presenti: «Quei Prelati, per l’intera settimana, e io lo so perché anch’io ho partecipato alle riunioni, di sera e di notte, hanno studiato il suo Numero Speciale sul Tempio satanico di Padre Pio».

Al che, io meravigliato, risposi: 
«E con quale risultato?».
«Non sono riusciti a confutarlo!».
«E allora?», incalzai.
E lui: «Hanno deciso di mettere tutto a tacere!».

La notizia, però, era talmente esplosiva che alcuni giornali e riviste italiani pubblicarono lo scandalo, ma all’appello mancò tutta la stampa e le radiotelevisioni nazionali.
Il fatto non ci preoccupò più di tanto, sia perché eravamo abituati a questa politica del “mettere tutto a tacere”, sia perché, essendo stati insultati Nostro Signore Gesù Cristo e la SS. Trinità, nessuno poteva pretendere di mettere il bavaglio a queste tre Persone Onnipotenti e direttamente interessate alla questione.


L’edizione dello studio sul Tempio satanico in lingua italiana fu seguita dalle edizioni tedesca, inglese, francese, spagnola ed ora, anche polacca.
Anche se lentamente, l’orrore per questo Tempio satanico si diffondeva in Italia e all’estero, e il flusso dei pellegrini, che, in passato, non avevano mai mostrato di apprezzare questa strana nuova costruzione, si assottigliava continuamente, col conseguente calo pauroso del flusso delle offerte.

L’impossibilità di aver potuto confutare lo studio dai contenuti tanto inquietanti e la crescente attenzione da parte del pubblico nazionale e internazionale, che cresceva di giorno in giorno, imponeva una “risposta” che non prevedesse, però, il dover entrare nel merito degli argomenti sollevati e delle tesi dimostrate.

Fino a quel momento, la politica obbligata del potere si limitava alla frase: “metteremo tutto a tacere”… ma il significato di queste parole, oltre al black-out dei mass-media, poteva assumere, però, anche altri significati.

a cura dell’Ing. Franco Adessa


LA VITA DI SAN BENEDETTO



Il piccolo monaco fuggitivo

Gregorio: tra i suoi monaci Benedetto ne aveva uno, ancora giovanotto, che  passava un po' troppo i limiti nell'affetto verso i genitori. Un giorno senza chiedere  affatto la benedizione, uscì dal monastero e se ne andò a casa. Ma il giorno  stesso, poco dopo arrivato, fu colto da malore e morì.
Lo seppellirono; ma il giorno dopo trovarono che il suo corpo era stato rigettato  fuori della terra. Fu sepolto di nuovo, ma il giorno seguente ecco di nuovo lo  stesso fenomeno: respinto fuori e insepolto come prima.
Pensarono di correre in fretta ai piedi del Padre Benedetto, e lo supplicarono  con gran pianto, che si degnasse di riammetterlo nel suo perdono. L'uomo di Dio  senza indugio consegnò loro, di sua mano, l'ostia del Corpo del Signore, dicendo:  "Andate e con gran riverenza posate sul petto di lui il Corpo del Signore, e così  seppellitelo".
Eseguirono queste istruzioni e la terra ricevette il corpo del fanciullo e non lo respinse mai più.
Adesso, Pietro, tu puoi misurare bene quanto merito avesse agli occhi del  Signore Gesù Cristo un uomo così santo: persino la terra si rifiutava di accogliere  uno che non era nelle grazie di Benedetto.
Pietro: me ne sono accorto molto bene e ne rimango immensamente stupito.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

FALSI PROFETI



Tra gli evangelizzatori, sorgeranno molti falsi profeti. 


Mia amatissima figlia, presto i cambiamenti che ho predetto, concernenti la Mia Chiesa sulla terra, saranno rivelati. 

Le sette laiche tenteranno presto di impadronirsi di tutto ciò che i Miei seguaci ritengono sacro ed introdurranno un nuovo movimento moderno all‟interno della Chiesa. Diranno che questo modernismo aiuterà a reclutare nuovi servitori consacrati ed introdurrà delle disposizioni più accettabili per dare gloria a Dio, così che una nuova e più giovane generazione possa essere attirata di nuovo nelle Chiese di Dio. Tutti questi nuovi rituali, le preghiere e le discussioni pubbliche, che presenteranno come una nuova e più moderna interpretazione della Mia Santa Parola, maschereranno una dottrina vuota e non verranno da Me. 

Il nuovo movimento sarà incoraggiato come parte di un‟evangelizzazione globale, in cui la falsa dottrina, che sarà attentamente formulata in modo che sia considerata teologicamente perfetta, attirerà milioni di persone. Moltissime persone saranno coinvolte in questa forma di modernismo e, per questo, esse si allontaneranno dalla Vera Fede. Quello che sarà visto come un risveglio radicale della fede Cristiana, condannerà pubblicamente la Verità. 

Molti saranno ingannati e, tra gli evangelizzatori, sorgeranno molti falsi profeti. Questi falsi profeti promuoveranno un falso Cristianesimo, che sostituirà i Santi Vangeli così come sono stati dettati da Me e dai Miei Apostoli. Mentre le voci dell‟apostasia saranno ascoltate in ogni paese, in diverse lingue e tra razze diverse, la vera Parola di Dio sarà quasi dimenticata. Inoltre, dalle labbra di questi falsi profeti e sedicenti predicatori della fede, si riverseranno molte menzogne. Le Mie Scritture saranno dichiarate come non più aggiornate ai bisogni degli uomini ed ai desideri delle persone che vivono nel XXI° secolo. 

Per molte persone, la loro mancanza di fede in Me, ha fatto sì che fino ad ora non abbiano più avuto alcun interesse verso la Mia Santa Parola. Presto, cambieranno idea e abbracceranno con entusiasmo il più grande inganno che il mondo abbia mai visto, e mentre molti afferreranno quello che credono essere un risveglio ristoratore del Cristianesimo, tutto ciò di cui si nutriranno sarà dettato dai nemici di Dio. 

Fate sapere che l‟uomo non potrà mai vivere una falsa dottrina, la cui scia concorrerà a causare una totale distruzione, allorquando le anime saranno divorate da questa bestemmia. Ciò che non proviene da Me, condurrà verso un gruppo globale, il quale sarà applaudito dalle persone di tutto il mondo. Sarà giunto allora, il momento in cui la nuova religione mondiale verrà annunciata ed accolta nella Mia Chiesa. Ciò condurrà l‟anticristo ad occupare un posto d‟onore nella Mia Chiesa, come predetto, allorché sarà invitato, quale ospite d‟onore, da parte di coloro che lavorano in completa sottomissione a Satana.  

Voglio ammonire quelli di voi che saranno tentati di indulgere in questa falsa dottrina: “ Non di solo pane vivrà l‟uomo, ma di ogni Parola che esce dalla Bocca di Dio!” 

Il vostro Gesù.

 13 Settembre 2014

Oltre la morte



Maria Simma e le anime del purgatorio


b) Il mio rapporto con le anime del purgatorio

In questo suo libro Maria Simma dice fra le altre cose: «Fin dall’infanzia avevo un grande amore per le anime del purgatorio; anche mia madre ci teneva moltissimo e ci ripeteva sempre questo consiglio: quando avete qualcosa di importante da fare, rivolgetevi alle anime del purgatorio: sono gli aiuti più validi.
Nel 1940 si manifestò per la prima volta a me un’anima del purgatorio. Sentendo che qualcuno andava e veniva per la mia camera, mi svegliai. [...] Vidi allora uno straniero che passeggiava lentamente. Lo interpellai con tono burbero: “Come sei entrato? che cosa hai perso?” Fece come se non sentisse nulla e continuò il suo andirivieni. [...] Balzai dal letto e cercai di afferrarlo. Non presi che aria, non c’era più nulla. Ritornai a letto e l’intesi di nuovo camminare. [...] Mi alzai ancora una volta, camminai lentamente verso di lui, volli fermarlo... una volta ancora pescai nel vuoto. Dopo la Messa andai dal mio direttore spirituale e gli raccontai ogni cosa. Mi disse: «Se capita ancora qualcosa di simile, non domandare “chi sei”, ma, “che vuoi da me”.
La notte seguente ritornò: era la stessa persona della notte precedente. Le domandai: Che vuoi da me?Rispose: Fa’ celebrare tre messe per me e sarò liberato”.
Pensai allora che fosse un’anima del purgatorio. Lo dissi al mio confessore che me lo confermò. Dal 1940 al 1953 ogni anno vennero solo due o tre anime, di solito in novembre. [...] Padre Alfonso Matt, che era pure il mio confessore spirituale, mi consigliò di non allontanare mai un’anima, ma di accettare tutto generosamente.
Quando un’anima viene, mi sveglia bussando o chiamandomi, o scuotendomi, o in altro modo ancora. Le chiedo subito: “Che vuoi” o “che devo fare per te”. In questo modo essa può dirmi ciò che le manca.
Così un’anima mi domandò un giorno: “Una delle cose che ha più efficacia per noi è la sofferenza sopportata con pazienza, soprattutto quando si offre per le mani della madre di Dio affinché egli la utilizzi per chi vuole”. E mi chiese di soffrire per lei. Ciò mi parve abbastanza strano, poiché fino a quella volta nessuna anima mi aveva espresso un tale desiderio. Allora le risposi: “Sì, ma che devo fare?” Mi rispose: “Per tre ore proverai un grande dolore per tutto il corpo; ma dopo tre ore potrai alzarti e continuare i tuoi lavori come se non fosse successo nulla: Così potrai togliermi vent’anni di purgatorio”.
Accettai. Mi colsero allora tali dolori che capivo a malapena dove ero, pur essendo cosciente di aver accettato in espiazione di un’anima quelle sofferenze che dovevano durare tre ore. Mi sembrava che quelle tre ore dovessero esser passate da un pezzo, e che si trattasse piuttosto di tre giorni o di tre settimane. Quando tutto fu terminato, mi resi conto che in fondo erano passate solo tre ore. Alle volte dovevo soffrire soltanto cinque minuti; ma mi pareva lungo quel tempo!

Nel 1954 (era l’anno mariano) ogni notte venivano delle anime. Alle volte mi dicevano chi erano e mi incaricavano di varie missioni per i loro parenti. In questo modo il caso fu conosciuto dal pubblico; ciò per me fu spiacevole, poiché, per conto mio, non ne avrei parlato a nessuno se non al mio padre spirituale. [...] Mi capitava anche di dover annunciare alla parentela di rendere dei beni acquistati male, cosa che era chiaramente indicata. Ci furono dei casi in cui i membri della famiglia stessa non erano al corrente di simili fatti ed erano tuttavia veri. Era il mio parroco e direttore spirituale che trasmetteva i messaggi a gente di altri villaggi vicini e lontani.

Nell’anno 1954 le anime venivano a trovarmi anche durante il giorno. Al termine dell’anno mariano venivano due o tre volte alla settimana. Di solito appaiono il primo venerdì del mese o in un giorno di festa della Santissima Vergine o durante la Quaresima. Durante la Settimana Santa, soprattutto, molte di loro hanno il permesso di venire; poi nel mese di novembre e durante l’Avvento. [...]
Le anime che ho conosciuto le riconosco subito; le altre no, a meno che non mi dicano chi sono. Esse appaiono il più delle volte in abito da lavoro. Se erano persone invalide o con gravi deficienze fisiche o mentali appaiono risanate. Quelle che erano in carrozzella camminano perfettamente; i muti parlano, i sordi odono, i ciechi vedono.
Le anime sanno di noi e di quello che ci capita molto più di quello che noi crediamo. Sanno, ad esempio, chi prende parte alla loro sepoltura, se si prega o se si va semplicemente per fare atto di presenza, senza dire una preghiera, cosa che succede sovente. Sanno anche cosa si dice su di loro durante la veglia funebre, perché sono molto più vicine a noi di quello che supponiamo e si rendono conto di chi assiste alle messe offerte per loro. Esse sono presenti ai loro funerali e alle messe offerte per loro. Non hanno piacere di funerali in pompa magna; li preferiscono semplici ma fervorosi. Non vogliono che il loro corpo sia cremato, perché se non hanno un luogo di riferimento è più facile che ci si dimentichi di loro. La cremazione è permessa dalla Chiesa, purché non si neghi la risurrezione, ma esse preferiscono tutto quello che porti la famiglia a pregare e il non avere una tomba fa sì che ci si dimentichi di loro.
Vogliono anche che si rispetti il loro corpo e che si eviti qualsiasi profanazione. Piace loro che si versi sulla tomba acqua benedetta e si tenga acceso un cero benedetto. Le visite al cimitero fatte con amore, sono da loro gradite e le aiutano più di quello che immaginiamo. Anche il semplice atto di ripulire la loro tomba è di aiuto, corrispondente all’amore che ci mettiamo. Personalmente, quando vado al cimitero, che è assai prossimo alla mia casa, accendo per le anime una candela, aspergo acqua benedetta ed esse mi ringraziano. Un giorno venne a trovarmi una bambina di sei anni e mi disse che aveva spento una candela nel cimitero per prendere la cera e giocare. Per questo si trovare in purgatorio anche se per poco tempo. Mi chiese di accendere per lei due ceri benedetti.

Un bambino di 11 anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero le candele che ardevano sulle tombe e per aver rubato la cera per divertimento.
Come si vede, ci sono anche bambini in purgatorio, perché, prima di quello che noi pensiamo, hanno coscienza del bene e del male. Un giorno venne una bambina di quattro o cinque anni e mi disse che era in purgatorio perché aveva ricevuto in dono da sua madre una bambola, uguale a quella ricevuta da sua sorella gemella. Aveva rotto la sua e, temendo di essere scoperta, la cambiò con quella della sorella sapendo che stava facendo qualcosa di male e che sua sorella ne avrebbe sofferto.

Vi sono anche sacerdoti in purgatorio. Una volta mi si presentò un sacerdote per chiedermi aiuto; vidi che la sua mano destra era nera e sporca. Mi disse: “Dì a tutti i sacerdoti che incontri di benedire senza stancarsi le persone, le case, gli oggetti sacri. Io trascurai di farlo perché non davo grande importanza a ciò e per questo motivo soffro in questa mano”. I sacerdoti possono dare tante benedizioni e esorcizzare le forze del male. Soprattutto i sacerdoti possono celebrare messe per le anime purganti e questo è il più grande aiuto! Se si sapesse qual è il valore di una sola messa per l’eternità, le chiese sarebbero piene anche durante la settimana! Nell’ora della morte, le messe cui abbiamo partecipato con devozione saranno il nostro maggior tesoro. Hanno più valore delle messe fatte celebrare per noi dopo la nostra morte. Sono importanti anche le indulgenze. Un’anima mi parlò della loro importanza e disse che per acquisire un’indulgenza plenaria è necessaria la totale purezza dell’anima, che sia distaccata da tutto quello che è terreno.

Quando un’anima mi appare e, dopo che ha avanzato le sue richieste, rimane più tempo con me, so che posso parlare con lei e farle delle domande. Normalmente, dopo un po’ di tempo, viene un’altra anima a darmi la risposta con il permesso di Dio. Nel mio quaderno tengo annotate le risposte riguardo ad altre anime, se sono state liberate o sono ancora in purgatorio. Può succedere che trascorrano due o tre settimane o anni prima di ricevere una risposta. Non mi hanno mai parlato di nessuno che sia all’inferno, ma da questo non si deve concludere che non esiste, ma solo che Dio non permette di dirlo. L’inferno c’è e lì vi è molta gente. Se mi chiedono qual è il mezzo più efficace per non andare all’inferno, dirò che è quello di essere umili. le persone umili non vanno all’inferno. Gli orgogliosi sono coloro che corrono il maggior pericolo di finire all’inferno.

I peccati che ricevono un castigo più severo sono quelli contro la carità: maldicenza, calunnia, rancore, i litigi per invidia e cupidigia... Quante volte si pecca contro la carità, esprimendo parole o emettendo giudizi senza carità! Una parola può “uccidere” o risanare un’anima. Per questo è molto importante perdonare e non serbare rancore neppure verso i defunti. Ricordo un caso avvenuto a Innsbruck. Una donna non riusciva a perdonare suo padre. Mentre era vivo, non le aveva dato l’affetto di padre e non le aveva dato neppure l’opportunità di studiare per diventare una professionista. Per questo non poteva perdonarlo. Dopo la sua morte, il padre apparve a sua figlia, non una, ma tre volte, supplicandola di perdonarlo, ma lei non voleva. Dopo un certo tempo, questa donna si ammalò e allora capì che doveva perdonarlo, altrimenti non sarebbe vissuta in pace. Presa questa risoluzione, lo perdonò di tutto cuore e l’infermità cominciò a scomparire. L’odio avvelena l’anima fino a produrre infermità fisiche e mentali, Al contrario, l’amore apporta sempre salute, pace e gioia.

Un contadino venne a visitarmi e mi disse:

- Sto costruendo una stalla. Ogni volta che il muro arriva ad una certa altezza cade dall’altra parte. [...] Deve esserci qualcosa di soparannaturale lì dentro. Cosa si può fare?

- Hai forse un defunto che ha qualcosa contro di te? - gli chiesi - o che era animato da sentimenti ostili nei tuoi riguardi?

- Per questo sì! Pensavo giustamente che non potesse essere che lui che, anche sotto terra, non mi lasciava tranquillo, rispose.

- Chiede solamente che tu gli perdoni, null’altro.

- Cosa? perdonargli? a lui che mi ha fatto tanti torti da vivo? perché possa andarsene in cielo? No, no! non ha che da espiare.

- Non se ne andrà subito in cielo; dovrà ben espiare questo torto, ma sopporterà più facilmente la sua pena. Non ti lascerà più in quiete finché tu non gli abbia perdonato dal fondo del cuore. Come puoi dire nel Padrenostro: perdona le nostre offese come noi perdoniamo coloro che ci hanno offeso? è come se dicessi a Dio: non perdonarmi come neanch’io perdono.

L’uomo rimase pensoso, poi disse: “Hai ragione. In nome di Dio lo perdono perché Dio perdoni anche a me”. Da quel giorno non ebbe più problemi con la stalla ed ebbe amore e pace nel suo cuore.

Un giorno venne a trovarmi un uomo la cui moglie era morta l’anno prima; da allora tutte le notti sentiva bussare alla porta della sua camera da letto. Andai a casa sua e nella notte mi apparve un grosso animale che sembrava un ippopotamo. Poi venne il demonio sotto forma di un serpente gigantesco che voleva strangolare l’ippopotamo... Sparirono. Poco tempo dopo venne un’anima dalla parvenza umana e disse: non temere: lei non è dannata, ma è nel purgatorio più terribile che esista. Mi disse che aveva vissuto dieci anni in inimicizia con un’altra donna e che lei era la causa di tutto. L’altra donna avrebbe voluto rappacificarsi, ma lei si era sempre negata. Inoltre aveva rifiutato di far pace anche durante la sua ultima infermità. Per questo è importante perdonare, altrimenti il nostro purgatorio sarà molto lungo.

Un giorno venne a visitarmi un uomo che voleva informarsi sulla sorte eterna di due defunti del suo villaggio. Era l’anno mariano 1954 e la risposta giunse immediata. Un mese dopo io diedi la rispsota: La signora S è in cielo e il signor H è nel più profondo del purgatorio. Lui mi disse: è impossibile. La signora S morì in ospedale in seguito a una pratica d’aborto, mentre il signor H che era sempre il primo in chiesa e l’ultimo ad uscire sarebbe ancora in fondo al purgatorio? [...]

Ma alcuni giorni dopo venne a trovarmi una signora che conosceva bene questi due e mi disse: La signora S. era per me come una sorella. Era debole dal punto di vista morale, è vero, ma ne ha sofferto molto; in lei questo difetto era dovuto in gran parte a tare ereditarie. Morì in seguito a pratica anticoncezionale, è vero, ma il prete che l’ha assistita nel momento della morte ha dovuto ammettere: vorrei morire con i sentimenti di pentimento di questa donna. Ella morì nel Signore e fu seppellita religiosamente. Il signor H. invece era il primo in chiesa e l’ultimo ad uscire, ma criticava gli altri senza limitarsi. Ciò che mi ha indignato maggiormente fu che durante il funerale della signora S. nessuno era più eccitato di lui. Non poté fare a meno di questa riflessione: una simile carogna non doveva essere sepolta al cimitero.
Allora dissi alla signora: Ora tutto è chiaro per me: il Signore non vuole che giudichiamo gli altri. Il signor H. criticava questa donna anche al cimitero, ma il Signore fu misericordioso con lui perché l’ha salvato. è molto pericoloso condannare qualcuno. [...] Non possiamo dunque mai giudicare. Ora il signor H. è nel purgatorio profondo.

Una volta venne un’anima e mi disse: Ho commesso un crimine contro Dio. Un giorno, per superbia, presi una croce e la distrussi pensando che, se Dio esisteva, non me lo avrebbe permesso. Quasi subito mi venne una paralisi che fu la mia salvezza. In seguito mi chiese di dire a sua moglie di fare alcune cose per aiutarlo e per liberarlo dal purgatorio. Ella era uscita dalla chiesa cattolica e si era fatta protestante. Quando le narrai la vicenda del suo sposo, mi disse: Credo in quello che mi dice, perché l’episodio della distruzione della croce lo sappiamo solo io e lui. Così tornò nuovamente nella chiesa cattolica.

Un medico un giorno si presentò lamentandosi che doveva soffrire molto per aver accorciato la vita dei suoi pazienti con iniezioni, affinché non soffrissero oltre [eutanasia]. Nessuno ha il diritto di togliere la vita, perché mentre si è vivi, anche se si è in coma, si possono ricevere le benedizioni di Dio tramite le nostre preghiere e le buone opere.

Una donna mi disse: Ho dovuto stare 30 anni in purgatorio per non aver lasciato entrare in convento mia figlia. Per questo dobbiamo riflettere sulla grave responsabilità dei genitori che non acconsentono alla vocazione sacerdotale o religiosa dei loro figli. Nessuno ha il diritto di modificare i piani che Dio ha tracciato per ognuno da tutta l’eternità.

Un altro giorno si presentò un’anima e mi disse: Mi conosci? Io le risposi di no. Lui replicò: Ma tu mi hai incontrato. Nel 1932 hai fatto un viaggio in treno e io ero tuo compagno di viaggio. Allora mi ricordai molto bene di quell’uomo orgoglioso che criticava a voce alta la Chiesa e la religione. Avevo 17 anni e gli risposi come potei. Lui mi disse: Sei troppo giovane per darmi lezioni. Quando scesi dal treno, dissi al Signore: Signore, non lasciare che questo uomo si perda. Proprio questa preghiera l’aveva salvato. Quanto può fare la preghiera, seppure piccola ma fatta con fede. Quanto valgono le opere di carità per gli altri!

Un giorno mi apparve un’anima con un secchio vuoto. Le chiesi perché lo portasse con sé. Mi disse: è la mia chiave del paradiso. Non ho pregato molto durante la vita; andavo in chiesa raramente, ma una volta per Natale pulii gratuitamente la casa di una povera anziana, e questo fu la mia salvezza.

Nel 1954 cadde una valanga che seppellì molte persone in un piccolo villaggio di montagna. Un giovanotto di vent’anni seppe che chiedevano soccorsi e uscì a portare aiuto. Sua madre voleva trattenerlo, perché vi era un grande pericolo per lui. Il giovane tuttavia uscì per salvare coloro che chiedevano soccorso, ma una valanga seppellì anche lui. La seconda notte dopo la sua morte venne a chiedermi che gli facessi celebrare tre messe. I suoi familiari si meravigliarono che potesse essere liberato così presto, perché non era mai stato molto fervente, anzi proprio il contrario. Ma il giovane mi confidò che Dio era stato molto misericordioso con lui percé aveva voluto aiutare il suo prossimo e aveva compiuto un’azione così bella. Se avesse vissuto più a lungo, non avrebbe potuto ottenere una morte così bella agli occhi di Dio: e cioè una morte durante un atto di carità verso il prossimo.

In quello stesso anno 1954 in un altro villaggio ebbe luogo un’altra valanga che causò molti disastri. Si raccontava che cent’anni prima un’altra valanga aveva distrutto il villaggio, ma questa era stata peggiore, pur senza conseguenze più gravi. Perché? Le anime mi dissero che una donna di nome Stark aveva offerto le sue preghiere e le sue sofferenze per la sua gente. Altrimenti mezzo paese sarebbe stato distrutto. Quanto valgono le sofferenze sopportate con pazienza! Salvano più anime della preghiera! Per questo non si deve ritenere la sofferenza un castigo, poiché può essere un tesoro se lo offriamo con amore per la salvezza degli altri. Solo in cielo potremo sapere tutto quello che abbiamo ottenuto con le nostre sofferenze sopportate con pazienza, in unione con i patimenti di Cristo. La sofferenza è un grande dono che ci avvicina a Dio e agli altri.

Un giorno del 1954, verso le 2,30 della sera, passeggiando nel bosco incontrai una donna molto anziana tanto che sembrava avesse cent’anni. La salutai amabilmente ed ella mi disse: Perché mi saluti? Nessuno mi saluta, Nessuno mi dà da mangiare e debbo dormire sulla strada. La invitai a mangiare e a dormire nella mia casa. Lei mi disse: Ma io non posso pagare.
Non importa, insistei. Non ho una bella casa, ma sarà meglio che dormire in strada. Ella allora mi ringraziò e mi disse: Dio ti ricompensi. Ora sono liberata. E sparì. Fino a quel momento non avevo capito che si trattava di un’anima del purgatorio. Certamente durante la sua vita non aveva voluto aiutare qualcuno che aveva bisogno di cibo e di alloggio e doveva attendere che qualcuno le offrisse quello che lei aveva rifiutato agli altri.

Un altro giorno mi apparve l’anima di un giovane che mi disse: per non aver rispettato le leggi del traffico, ebbi un incidente stradale e morii a Vienna. Gli chiesi: Eri pronto per entrare nell’eternità?
Non ero pronto, rispose, ma Dio dà due o tre minuti per potersi pentire e solo colui che rifiuta questo viene condannato. Quando uno muore in un incidente, le persone dicono che era la sua ora. Questo è vero quando uno non ha colpa. Ma io avevo colpa, perché nei disegni di Dio io avrei dovuto vivere ancora trent’anni. Per questo l’uomo non ha diritto di esporre la sua vita ad un pericolo mortale senza necessità.
Egualmente è molto importante nell’ora della morte abbandonarsi alla volontà di Dio e accettarla. Una madre di quattro figli stava per morire e disse a Dio: Signore, se è la tua volontà accetto la mia morte, ma ti affido il mio sposo e i miei quattro figli. Per questo atto di confidenza e di abbandono totale andò dritta in cielo. Vale la pena abbandonarsi senza condizioni nella mani del nostro Padre Dio e confidare in lui fino alla fine.

P. Angel Peña