Il piccolo monaco fuggitivo
Gregorio: tra i suoi monaci Benedetto ne aveva uno, ancora giovanotto, che passava un po' troppo i limiti nell'affetto verso i genitori. Un giorno senza chiedere affatto la benedizione, uscì dal monastero e se ne andò a casa. Ma il giorno stesso, poco dopo arrivato, fu colto da malore e morì.
Lo seppellirono; ma il giorno dopo trovarono che il suo corpo era stato rigettato fuori della terra. Fu sepolto di nuovo, ma il giorno seguente ecco di nuovo lo stesso fenomeno: respinto fuori e insepolto come prima.
Pensarono di correre in fretta ai piedi del Padre Benedetto, e lo supplicarono con gran pianto, che si degnasse di riammetterlo nel suo perdono. L'uomo di Dio senza indugio consegnò loro, di sua mano, l'ostia del Corpo del Signore, dicendo: "Andate e con gran riverenza posate sul petto di lui il Corpo del Signore, e così seppellitelo".
Eseguirono queste istruzioni e la terra ricevette il corpo del fanciullo e non lo respinse mai più.
Adesso, Pietro, tu puoi misurare bene quanto merito avesse agli occhi del Signore Gesù Cristo un uomo così santo: persino la terra si rifiutava di accogliere uno che non era nelle grazie di Benedetto.
Pietro: me ne sono accorto molto bene e ne rimango immensamente stupito.
tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno
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