giovedì 4 aprile 2019

LA SANTISSIMA EUCARESTIA



LA MERAVIGLIA DI DIO
Ha lasciato memoria di sue meraviglie il Signore.
Salmo CX, 4.

L'Eucaristia è l'opera di un immenso amore, servito da una potenza infinita, l'onnipotenza di Dio. L'angelico dottore S. Tommaso d'Aquino chiama l'Eucaristia la meraviglia delle meraviglie, miraculorum maximum. Per rendercene convinti basta meditare ciò che intorno a questo mistero c'insegna la fede della Chiesa.

I. La prima delle meraviglie che si operano nell'Eucaristia è la transustanziazione. Gesù prima, i sacerdoti poi, per suo ordine ed istituzione, prendono del pane e del vino, pronunziano su tale materia le parole della consacrazione, e subito tutta la sostanza del pane e tutta la sostanza del vino scompare, è mutata nel Corpo sacrosanto e nel Sangue adorabile di Gesù Cristo.

Sotto le specie del pane come sotto quelle del vino trovasi veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo glorioso del divin Salvatore. Del pane, del vino non rimangono che le apparenze: un colore, un sapore, un peso; per i sensi è pane, è vino; ma la fede ci dice che è il Corpo ed il Sangue di Gesù velati sotto gli accidenti, i quali non sussistono che per un miracolo: miracolo che solo l'Onnipotente può operare, perché è contro le leggi ordinarie della natura che le qualità dei corpi esistano senza i corpi che le sostengono. E' l'opera di Dio; la sua volontà è la ragione di questi fatti come della nostra esistenza. Iddio può tutto quello che vuole: questo non gli è più difficile di quello. Ecco la prima meraviglia dell'Eucaristia.

II. - Un'altra meraviglia, contenuta nella prima, è che il miracolo rinnovasi alla semplice parola di un uomo, del Sacerdote, e quante volte egli vuole. Tale è il potere comunicatogli da Dio: vuole egli che Gesù sia su questo altare? e Gesù vi discende! Il sacerdote compie la stessa meraviglia che Gesù Cristo operò nella Cena eucaristica: da Gesù Cristo ha tale potere, agisce in suo nome. Nostro Signore non ha mai resistito alla parola del suo Sacerdote. Oh, miracolo della potenza di Dio: la creatura debole e mortale fa che sia sull'altare il Verbo Incarnato!

III. - Nel deserto Gesù prese cinque pani, li benedisse, e gli Apostoli né nutrirono cinquemila uomini: pallida immagine, quella moltiplicazione, delle meraviglie dell'Eucaristia.

Gesù ama tutti gli uomini; vuol darsi tutto e personalmente a ciascuno; ognuno avrà la sua parte della manna di vita: bisogna dunque che si moltiplichi tante volte quanti saranno quei che lo vogliono ricevere e quante volte lo vorranno; bisogna che in qualche modo la mensa eucaristica ricopra il mondo. Ed avviene così per sua potenza: tutti lo ricevono interamente, con tutto quel che è; ogni Ostia consacrata lo contiene; dividete l'Ostia santa in quante parti volete, Gesù è tutto intero in ciascuna delle parti; la frazione dell'Ostia, invece di dividerlo, lo moltiplica.

Chi potrà dire il numero di Ostie che Gesù, fin dal Cenacolo, ha messo a disposizione dei suoi figli!

IV. - Ma non soltanto Gesù si moltiplica coi sacri frammenti; nello stesso tempo, per una meraviglia connessa a quella, Egli è contemporaneamente in un numero infinito di luoghi. Nei giorni della sua vita mortale Gesù non era che in un luogo, abitava una sola casa, pochi uditori privilegiati potevano godere della sua presenza e della sua parola; ora nel Santissimo Sacramento egli è, quasi direi, dappertutto contemporaneamente. La sua umanità partecipa in qualche modo dell'immensità divina che tutto riempie. Gesù è tutto intero in un numero infinito di templi ed in ciascuno. Ed è ben giusto che sfa così: poiché tutti i cristiani sparsi sulla faccia della terra sono le membra del corpo mistico di Gesù Cristo, egli che né è l'anima, deve essere dappertutto, sparso in tutto il corpo, a dar la vita. ad intrattenerla in ciascuno dei suoi membri.

Signore Gesù, noi adoriamo la tua potenza, che moltiplicò le meraviglie per farti dimorare in mezzo ai tuoi figli, metterti alla loro portata ed essere tutto a loro disposizione! 

di San Pietro Giuliano Eymard

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