venerdì 17 dicembre 2021

GESÙ BAMBINO NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA

 


«...Stavo pensando alle lacrime che versò il Bambino Gesù nella sua nascita e dicevo tra me: “Quanto gli potettero essere amare quelle lacrime, come gli potettero ora gelare, ora bruciare quel tenero volto, perché da quello che io conosco, le lacrime hanno due effetti, a seconda della causa per cui vengono versate. Se la causa viene da un amore, bruciano e fanno dare in singulto; se poi sono prodotto dal dolore, sono gelate e fanno tremare. Nel mio regio Bambinello c’era un intenso ed infinito amore e un dolore senza termine, sicché molto gli potettero costare le sue lacrime”. Ora, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e faceva vedere il suo volto bagnato di lacrime, ma tante, che l’una scorreva appresso all’altra, fino a bagnargli il petto e le mani, e sospirando mi ha detto: “Figlia mia, le mie lacrime incominciarono fin dal primo istante del mio concepimento nel seno della mia Mamma Celeste, fino all’ultimo respiro sulla croce. La Volontà di mio Padre Celeste mi affidò anche il compito delle lacrime, e ne dovevo versare tante dai miei occhi, quante ne dovevano versare tutte le creature insieme. Come concepii tutte le loro anime in Me, così dovevo versare tutte le loro lacrime dagli occhi miei. Vedi dunque quanto dovetti piangere: dovetti versare dai miei occhi le lacrime che le creature versano per passione, affinché le mie smorzassero le loro passioni; dovetti versare le lacrime che ci vogliono dopo il peccato, per dar loro il dolore di avermi offeso ed il convincimento del male che hanno fatto, preparando con le mie lacrime il proposito di non più offendermi. Dovetti versare le lacrime per intenerire le anime, per far loro comprendere le pene della mia Passione, come pure versai lacrime abbondanti d’amore per elettrizzare le anime ad amarmi, per attirare la loro simpatia ed il loro cuore tutto per  Me. Basta dirti che non c’è lacrima che spunta sull’occhio umano, che non versai dai miei occhi. Nessuno seppe le tante mie lacrime, i tanti miei pianti nascosti e segreti. Quante volte, anche da tenero bambinello, volavo dalla terra al Cielo e, poggiando la mia testolina sulle ginocchia di mio Padre Celeste, piangevo, piangevo e singhiozzando gli dicevo: «Padre mio, vedi, sono nato nel mondo alle lacrime e al dolore, simile ai fratelli miei, che nascono alle lacrime e muoiono nel pianto, ed Io amo tanto questi fratelli, che voglio versare tutte le loro lacrime dai miei occhi; neppure una voglio farmi sfuggire, per dare alle loro lacrime, lacrime d’amore, di dolore, di vittoria, di santificazione e di divinizzazione». Quante volte la mia cara Mamma, guardandomi, restava trafitta, nel vedermi tutto bagnato di pianto, e, per il dolore di vedermi piangere, Lei univa le sue lacrime alle mie, e piangevamo insieme; e a volte ero costretto a nascondermi per dare sfogo al pianto, per non trafiggere sempre il suo Cuore materno ed innocente. Altre volte aspettavo quando la mia Celeste Mamma, per necessità, doveva occuparsi in altre faccende domestiche, per dare sfogo alle mie lacrime, per poter compiere il numero delle lacrime di tutte le creature”. (Vol. 18°, 25.12.1925)

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