venerdì 2 giugno 2023

Ammenda onorevole al S. Cuore di Gesù.

 


LA DIVOZIONE AL S. CUORE DI N. S. GESÙ CRISTO


Esercizi di questa devozione 

 

Per esercizi di questa devozione intendiamo l’ammenda onorevole,  l’atto di consacrazione e le altre preghiere vocali, che si fanno a Gesù Cristo  in certi giorni dell’anno, consacrati in modo speciale a onorare il Suo  S. Cuore, e le meditazioni che possono farsi in quei giorni. 

Notiamo qui che sebbene queste pratiche siano assegnate per certi  giorni dell’anno, tuttavia esse non sono talmente legate a quelle che non  possano essere utilissime anche in altro tempo, purché si facciano sempre  devotamente. 

 

Ammenda onorevole al S. Cuore di Gesù. 

Questa ammenda onorevole deve essere fatta dinanzi al SS.mo Sacramento il  venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, e conviene rinnovarla ogni primo venerdì del  mese dopo la Comunione. 

Adorabilissimo e amabilissimo Gesù, sempre pieno d’amore per noi,  sempre commosso dalle nostre miserie, sempre stimolato dal desiderio di  farcì partecipi dei tuoi tesori e di donare te stesso a tutti; Gesù, mio  Salvatore e mio Dio, che spinto dall’eccesso del più ardente e prodigioso di  tutti gli amori, ti sei posto nello stato di Vittima nell’adorabile Eucaristia,  dove ti offri in sacrificio per noi mille e mille volte ogni giorno, quali devono  essere i tuoi sentimenti in cotesto stato, mentre per tutto ciò non trovi nella  maggior parte degli uomini che durezza, oblio, ingratitudine e disprezzi?  Non ti bastava, o mio Salvatore, aver scelto la strada più faticosa per  salvarci, benché con molto minore dispendio potevi mostrarci l’eccesso  dell’amor tuo? Non bastava abbandonarti per una volta a quell’agonia  crudele e a quella mortale oppressione che doveva causarti la vista orrenda  dei nostri peccati, di cui ti eri caricato? Perché volerti ancora esporre ogni  giorno a tutte le indegnità di cui era capace la malizia più nera degli  uomini e dei demoni? Ah, mio Dio e mio amabile Redentore! Quali furono i  sentimenti del tuo S. Cuore alla vista di tante ingratitudini e di tanti  peccati? Quale l’amarezza in cui hanno sommerso il tuo Cuore tanti  sacrilegi ed oltraggi? 

Mosso da immenso dolore per tante indegnità, eccomi prostrato e  annientato dinanzi a Te per farti ammenda onorevole, al cospetto del cielo e  della terra, di tutte le irriverenze e gli oltraggi che hai sofferto sui nostri  Altari, sino dalla istituzione di questo Sacramento adorabile. Col cuore  contrito e spezzato dal dolore ti chiedo mille e mille volte perdono di tante  malvagità. 

O mio Dio, perché non posso io bagnare con le mie lacrime e lavar col  mio sangue tutti quei luoghi, dove il tuo S. Cuore è stato sì orribilmente oltraggiato e dove i pegni dell’amor tuo divino sono stati ricevuti con  ingiusto disprezzo? Perché non posso io con qualche nuova forma di  ossequio, d’umiliazione e di annichilamento riparare a tanti sacrilegi e  profanazioni? Perché non posso io per un istante essere padrone del cuore  di tutti gli uomini per poterti in qualche modo risarcire, col sacrificio di  quelli, di tutto l’oblio e l’insensibilità di chi non ha voluto conoscerti, o  avendoti conosciuto, ti ha così poco amato? 

Ma, o amabile mio Salvatore, ciò che mi copre ancor più dì confusione,  ciò che deve farmi più gemere, è che io stesso sono stato nel numero di  quegli ingrati! Mio Dio, che mi leggi in fondo al cuore, tu vedi il dolore che  io sento delle mie ingratitudini, e il dispiacere che provo nel vederti trattato  tanto indegnamente; tu sai quanto io son disposto a soffrire e a fare ogni  cosa per dartene soddisfazione. Eccomi dunque, o Signore, col cuore  spezzato dal dolore, umiliato e prosteso a terra pronto a ricevere dalla tua  mano qualunque cosa ti piacerà d’esigere da me a risarcimento di tante  offese. Colpisci, o Signore, colpisci, ed io benedirò e bacerò cento volte la  mano che eserciterà su di me un sì giusto castigo. Oh potessi essere una  vittima degna di riparare tante ingiurie! Potessi bagnare e lavare con le  lacrime e col sangue mio tutti i luoghi dove il tuo sacro Corpo è stato  trascinato per terra e calpestato coi piedi! Sarei davvero, fortunato se  potessi con tutti i tormenti possibili riparare tanti oltraggi, tanti disprezzi,  tante empietà! Che se non sono degno di questa grazia, ti sia grato almeno  il vero mio desiderio. 

Eterno Padre, accetta dunque l’ammenda onorevole che ti faccio in  unione a quella che questo S. Cuore ti presentò sul Calvario, e a quella che  Maria stessa ti fece a piè della Croce del Figlio suo: e in considerazione  della preghiera del suo S. Cuore, perdonami le mie indegnità e le  irriverenze commesse, e con la tua grazia rendi efficace la volontà e la  risoluzione mia di non tralasciar nulla a fine di amare ardentemente e  onorare con tutti i mezzi possibili il mio Sovrano, il mio Salvatore e il mio  Giudice, che io credo realmente presente nell’adorabile Eucaristia. In  avvenire dimostrerò col rispetto con cui starò alla sua presenza e con la  mia assiduità nel visitarlo, che io lo credo in essa realmente presente. E  siccome io mi professo d’onorare in modo speciale il suo S. Cuore, così in  questo Cuore medesimo voglio trascorrere il resto di mia vita. Concedimi la  grazia che ti chiedo, di rendere in esso l’ultimo respiro nell’ora della mia  morte. Così sia.

P. GIOVANNI CROISET S.J. 

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