La vita cristiana
Ricordi quel fariseo, scrupoloso osservante della Legge mosaica, citato nel Vangelo da San Luca? Ragionava pressappoco così: "Signore - diceva - io non faccio male a nessuno: non sono ladro, adultero, ingiusto..., digiuno, pago le tasse..., e dunque...". Dunque, concluse Gesù, quell'uomo uscì dal tempio non giustificato. Infatti:
- quand'anche fossimo persone perbene, noi, davanti a Dio, siamo miserabili peccatori bisognosi di salvezza; e "se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la Verità non è in noi". (1 Gv.1,8) 40
- la vita propria del cristiano non consiste essenzialmente nella buona condotta morale, ma in "qualcosa di divino" che gli viene dato in dono, una "vita nuova", soprannaturale, che riceve da Dio. "In verità ti dico, se uno non nasce di nuovo dall'Alto, da acqua e Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio." (Gv.3,5)
- infine per il cristiano il "comportarsi bene nella vita " ha un solo nome: santità, che non si limita a rispettare scrupolosamente un "codice di buon comportamento", ma osserva i Comandamenti di Dio (tutti!) e tende alla pienezza dell'amore di Dio e del prossimo fino all'eroismo.
Ferdinando Rancan
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