CRISTO CROCIFISSO E L'ANTICO TESTAMENTO
Dopo il peccato dei nostri Progenitori, e il giudizio che ne segui, "il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì" (Gn 3, 21), poi li allontanò dal giardino dell'Eden, perché lavorassero la terra da dove erano stati tratti.
Così essi cominciarono quel lungo cammino, quello stesso che avrebbe poi seguito tutta l'umanità che da loro sarebbe venuta: forse consapevoli di ciò, essi si fecero premura di portarsi dietro quella ricchezza di parole che Dio consegnò a ciascuno di loro nell'atto stesso di giudicarli, e ancor più quelle con le quali Dio aveva condannato Satana, prospettandogli l'inimicizia di una Donna che, insieme ad un suo Figlio, gli avrebbe schiacciato la testa: in questa condanna di Satana, c'era per loro una certa assoluzione della loro colpa, mentre in quella Donna e nel suo Figlio, vedevano una sicura speranza di un prossimo ritorno a quel Giardino, dal quale erano stati cacciati.
Perciò tutto l'Antico Testamento sarà sempre animato da una speranza, da una attesa di quella Donna, di quel Liberatore, sia a livello di individui che a livello di società, al punto che san Girolamo dovrà poi insegnare che l'ignoranza di questo Testamento sarebbe ignoranza di quello che sarebbe seguito, cioè del Nuovo Testamento, di Cristo!
A questo punto, anche noi dovremmo sapere che quella speranza, cioè quel Figlio di quella Donna che poi verrà, Lui, quel Figlio, c'è già ora, perché Lui è il Verbo eterno, Figlio del Padre, e, come visto sopra, è stato incaricato dal Padre a prendere, quando il tempo verrà, la natura umana da quella Donna, per poi salvare questo mondo, schiavo di Satana, facendo di quella sua natura umana un grande, totale Sacrificio fino a soffrire una obbrobriosa Passione e Morte di Croce.
Intanto, in attesa di quel tempo, Lui, insieme ai nostri Progenitori, ha già preso posto su questa terra, pronto a compiere la sua missione di salvezza, anche se siamo ancora agli inizi del Testamento Vecchio, ed Egli si trova davanti due persone sole da salvare, cioè Adamo ed Eva; ma per Lui il tempo per quella sua missione è già urgente.
In quei due, infatti, Egli vede già tutti noi, loro discendenza: tutti e ognuno, fino a quell'ultimo che sarà alla fine della vita del tempo e del mondo. Anzi, anche prima, cioè prima della stessa creazione del mondo e dell'uomo, Egli ci aveva visti e ci aveva amati, tutti, uno per uno! Ma quanto eravamo diversi. Infatti, prima ci poteva vedere dentro quella condizione di divina bellezza, nella quale Egli ci poteva pensare ed amare. Ora invece gli toccava vederci dentro lo squallore di morte del peccato, cioè dello stampo di Satana!
Ma non per questo Egli, il Verbo di Dio, ritirerà la parola data al Padre, ma continuerà a guardare avanti verso ciascuno di noi, per raccoglierci tutti dentro il seno della sua misericordia, cioè dentro quel Sacrificio della Croce, in cui vedrà la sua e nostra Vittoria: perciò il suo sguardo sarà sempre là: là su quella Croce, abbracciato ad Essa, fino a quel "Consummatum est" che segnerà la sua morte e la nostra vita!... e Lui sarà, per definizione: il Crocifisso!
II Cristo Crocifisso, capolavoro di Amore!
Ma, se quel momento, quel fatale momento verso cui guarda continuamente come a quello nel quale realizzerà pienamente quella Volontà del Padre di un Sacrificio di morte in Croce, se quel momento avverrà solo più tardi, nella pienezza dei tempi dentro il Testamento Nuovo, tuttavia quel momento, è Lui stesso!, perciò subito anche il Testamento Antico dovrà sentirne gli effetti di redenzione, come già è presente nella speranza di Adamo ed Eva e nella generazione che nascerà.
Ed ecco che lui, il Verbo che verrà poi dalla Donna, comincerà a segnare della sua presenza tutto il Vecchio Testamento, e lo segnerà particolarmente in tre settori: l'individuale, il sociale e il religioso; una segnatura, sia ben chiaro, che rifletterà appunto quel fatale momento che Lui già vive, cioè quel futuro della sua vita e morte in Croce!
Circa il settore individuale, cioè quello delle varie personalità che segneranno l'Antico Testamento, saranno poi i cosiddetti santi Padri della Chiesa a scoprirle e a segnalarcene il rapporto loro con Cristo. Eccone un esempio da parte del Vescovo Melitone di Sardi; parlando infatti del Verbo di Dio, cioè di Gesù Cristo dice: "Egli è colui che fu ucciso in Abele - in Isacco fu legato ai piedi - andò pellegrinando in Giacobbe - in Giuseppe fu venduto - fu esposto alle acque in Mosè - nell'Agnello fu sgozzato - fu perseguitato in Davide - nei profeti fu disonorato...".
Anche San Tommaso d'Aquino, nella sequenza del Corpus Domini, cantando questo mistero, dice: "Egli è stato prefigurato nelle varie figure bibliche: fu immolato in sacco - nell'Agnello pasquale è stato prefigurato - è stato dato ai Padri nella manna".
Si può dire in conclusione, che non c'e personaggio dell'Antico Testamento in cui non sia stata avvertita, dai santi Padri, la presenza di Cristo, segnata in lui dal Verbo.
Passando al settore sociale, cioè della vita religiosa del popolo ebraico, ecco che gli accostamenti tra esso e il popolo di Cristo si fanno anche più evidenti, quasi automatici, senza bisogno di interpreti: infatti il popolo cristiano consegue al popolo ebraico - il passaggio di questo dalla schiavitù d'Egitto alla Terra Promessa, per quello è il passaggio dalla terra al Cielo - la loro manna nel deserto è la nostra Eucaristia in questo deserto del mondo - l'agnello della loro Pasqua, è l'Agnello immacolato - perfino i loro peccati si intrecciano con i nostri, come avviene nei canti, cosiddetti "lamenti" della settimana santa: "Popolo mio, che male ti ho fatto? Io ti ho guidato fuori dall'Egitto, e tu hai preparato una croce al tuo Salvatore; Io per te ho flagellato l'Egitto, e tu mi hai consegnato per essere flagellato; Io ti ho nutrito di manna nel deserto, e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli; Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza, e tu mi hai dissetato con fiele e aceto".
Da questi "lamenti" risulta, in certo modo, una piacevole confusione, perché mentre l'offeso è sempre uno, cioè il Verbo nell'Antico e Gesù nel Nuovo Testamento, gli offensori invece sono due, cioè i due popoli: ebraico e cristiano; il primo riceve le grazie del Verbo, il secondo invece risponde alle grazie maltrattando Gesù... È dunque proprio vero che lui, con la sua Croce, dei due ne ha fatto un popolo solo!
Ma è nel settore religioso, divino e umano, cioè il settore dei Profeti, che il Verbo rivela il segno della sua presenza. Sappiamo che, come diciamo nel Credo, lo Spirito Santo ha parlato per mezzo dei Profeti, e lo Spirito Santo, come è tutto nel Padre, cosi è tutto anche nel Verbo. Ne consegue che fu proprio Lui, il Verbo, a guidare tutti i Profeti di allora, perché predicessero quella sua venuta quale Redentore del mondo, quando sarebbe nato dalla Donna nel Testamento Nuovo.
Ma nel medesimo tempo, perché anche quelli di allora, cioè nel Testamento Vecchio, sapessero che quella Redenzione, per loro, era già iniziata, volle che un Profeta (il secondo o terzo Isaia) vissuto durante il regno di Ozia, 740, narrasse nei particolare quella Passione che Lui avrebbe sofferto 650 anni dopo.
Questo racconto che porta come titolo: "I quattro canti del Servo", lo troviamo in Isaia, cap. 42, 49, 50, 53. Nel leggerli, uno che ha anche solo una elementare conoscenza dei Vangeli, si accorge che si tratta della Persona di Cristo, dei suoi fatti, del suo carattere.
Il primo canto mette in luce particolarmente il carattere di Gesù "mite e umile di cuore" cioè come viene proposto nel Vangeli: 'Ho posto il mio spirito su di lui... Egli porterà il diritto alle nazioni... non griderà... non spezzerà una canna incrinata... Non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta... lo ti ho chiamato per la giustizia... perché tu apra gli occhi ai ciechi, faccia uscire dal carcere i prigionieri, e dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre'.
Il secondo canto si apre alla grande missione: "Ascoltate, o isole, udite attentamente, o nazioni lontane... il Signore dal seno materno mi ha chiamato... mi disse: è troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe... io ti renderò luce delle nazioni, perché tu porta la salvezza fino all'estremità della terra....
II terzo e quarto canto affrontano la storia della Passione: "lo non ho opposto resistenza... ho presentato il dorso ai flagellatori... la guancia a quelli che mi strappavano la barba... non ho sottratto il viso agli insulti e agli sputi... Il Signore mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra" - "Molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto... non ha bellezza, né apparenza... disprezzato e reietto dagli uomini... come uno davanti al quale ci si copra la faccia... Eppure egli si è caricato delle nostre colpe e si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti... il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui".
Naturalmente questi canti e i relativi capitoli vanno letti per intero.
Generazioni e generazioni, sia dell'Antico che poi del Nuovo Testamento, si sono chiesti, leggendo queste pagine, del Profeta: "Di chi mai parla questa profezia?".
Ma la risposta è stata possibile solo quando è venuto lui, il Verbo fatto carne nel seno della Vergine, Lui, il Cristo, Uomo-Dio, mandato dal Padre per salvare il primo uomo peccatore e con lui la prima donna e tutta l'umanità che ne sarebbe derivata, insieme a tutto il mondo, con essi schiavo del peccato; ma questa salvezza sarebbe avvenuta attraverso un grande Sacrificio, cioè una lunga Passione culminata in una morte di Croce! Tutto ciò si compirà, come vedremo subito, nel prossimo tempo, cioè nel Nuovo Testamento, ma il Verbo, già presente ora nel primo Testamento, ha voluto spargerne i segni concreti e visibili, come abbiam visto prima, e come avverrà in tutti i tempi a venire, cioè fino a quando il tempo sfocerà nell'eternità: quel Sacrificio sulla Croce sarà sempre celebrato, perché Cristo e Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore, sarà sempre con l'uomo!... sempre: e nel Primo Testamento e nel Secondo, e nel periodo dell'assenza di Cristo, dove la sua Chiesa ne celebrerà all'altare la sua Passione e Croce, quando poi ritornerà, preceduto dal segno del Figlio dell'uomo, per la vittoria finale sui nemici, perfino nelle Nozze dell'Agnello e il suo viaggio nuziale all'ingresso nell'eternità, la sua bandiera sarà la Croce... Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore!
Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.