mercoledì 13 maggio 2020

Santi Martiri del I – II e III Secolo



Dalla Gerarchia Cardinalizia di  Carlo Bartolomeo Piazza 
e dalle Rivelazioni Private della mistica 
 Maria Valtorta 


Martirio e morte del piccolo Castulo e S. Messa  di S. Paolo al Tullianum. 


29 febbraio 1944 
Vedo un buio stanzone39. Lo dico stanzone tanto per dire  ambiente vasto e in muratura. Ma è un sotterraneo nel quale la  luce entra a malapena da due feritoie a livello del suolo che servono anche per l’areazione. Molto insufficiente, d’altronde,  rispetto alla quantità di gente che è nell’ambiente e all’umidità dello stesso che trasuda dalle muraglie fatte di blocchi quasi  quadrati di pietra connessa con calcina, ma senza alcun  intonaco, e dal suolo di terreno battuto. 
So che è il carcere Tullianum. Me lo dice il mio indicatore.  So anche, per la stessa fonte, che quella folla accatastata in così  poco spazio è data da cristiani imprigionati per la loro fede e in attesa d’esser martirizzati. È tempo di persecuzione, e precisamente una delle prime persecuzioni, perché sento parlare  di Pietro e Paolo e so che questi sono stati uccisi sotto Nerone. 
Non può credere con che vivezza di particolari io “veda” questo carcere e chi vi è accolto. Potrei di ogni singolo  descrivere età, fisionomia e vestito. Ma allora non la finirei  più. Mi limito perciò a dire le cose, i punti e i personaggi che più  mi colpiscono. 
Vi sono persone di tutte le età e condizione sociale. Dai  vecchi che sarebbe pietoso lasciar spegnere dalla morte, ai  bambini di pochi anni che sarebbe giusto lasciar liberi e  giocondi ai loro giuochi innocenti e che invece languono, poveri  fiori che non vedranno mai più i fiori della terra, nella  penombra malsana di questa carcere. 
Vi sono i ricchi dalle vesti curate ed i poveri dalle povere  vesti. E anche il linguaggio ha variazioni di pronuncia e di stile a  seconda che esce da labbra istruite di signori o da bocche di  popolani. Si sentono anche, mescolate al latino di Roma, parole  e pronunce straniere di greci, di iberi, di traci, ecc. ecc. Ma se diversi sono gli abiti e gli eloqui, uguale è lo spirito guidato da  carità. Essi si amano senza distinzione di razza e di censo. Si amano e cercano d’esser l’un l’altro di aiuto. 
I più forti cedono i posti più asciutti e più comodi - se  comodo si può chiamare qualche pietrone sparso qua e là a far  da sedile e guanciale - ai più deboli. E riparano questi con le  loro vesti, rimanendo senza altra cosa che una tunica per la  pudicizia, usando toghe e mantelli a far da materasso e  guanciale e da coperta ai malati che tremano di febbre o ai feriti  da già subìte torture. I più sani sovvengono i più malati dando loro da bere con amore: un poco d’acqua mesciuta da un orcio in un rustico recipiente, intridendo, nella stessa, strisce di tela  strappate alle loro vesti per fare da bende sulle membra slogate  o lacerate e alle fronti arse da febbre. 
E cantano dentro per dentro40  Un canto soave che è certo  un salmo o più salmi, perché si alternano. Non sento il bel  canto che accompagnò la sepoltura di Agnese41. Questi sono  salmi. Li riconosco. 
Uno di essi incomincia così: “Amo, perché il Signore ascolta  la voce della mia preghiera” (S. 94)42. 
Un altro dice: “O Dio, Dio mio, per Te veglio dalla prima  luce. Ha sete di Te l’anima mia e molto più la mia carne. In una  terra deserta, impraticabile e senz’acqua...” (S. 62). 
Un bambino geme nella semi oscurità.  
Il canto sospende. 
“Chi piange?” si chiede. 
“È Castulo” si risponde. “La febbre e la bruciatura non gli  dànno tregua. Ha sete e non può bere perché l’acqua brucia sulle sue labbra arse dal fuoco”. 
“Qui vi è una madre che non può più dare il latte al suo  piccino” dice una imponente matrona dall’aspetto signorile. “Mi  si porti Castulo. Il latte brucia meno dell’acqua”. 
“Castulo a Plautina” si ordina. 
Si avanza uno che dalla veste giudicherei o un servo di  famiglia cristiana, che condivide la sorte dei padroni, o un  lavoratore del popolo. È tarchiato, bruno, robusto, coi capelli  quasi rasati e una corta veste scura stretta alla vita da una  cinghia. Porta con cura sulle braccia, come su una barellina, un  povero bambino di sì e no otto anni. Le sue vesti, per quanto  ormai sporche di terra e di macchie, sono ricche, di lana bianca  e fina, e ornate al collo, alle maniche e al fondo, da una ricca  greca ricamata. Anche i sandali sono ricchi e belli. 
Plautina si siede su un sasso che un vecchio le cede. Plautina  pure è tutta vestita di lana bianca. Non ricordo il nome delle  vesti romane con esattezza, ma mi pare che questa lunga veste  si chiami clamide e il manto palla. Però non garantisco della mia  memoria. So che questa di Plautina è molto bella e ampia e l’avvolge con grazia facendo di lei una bellissima statua viva. 
Ella si siede sul masso addossato alla muraglia. Vedo  distintamente i pietroni che la sovrastano, sui quali ella spicca  col suo volto lievemente olivastro, dagli occhi grandi e neri e  dalle trecce corvine, e con la sua candida veste. 
“Dàmmi, Restituto, e che Dio ti compensi” ella dice al pietoso portatore del piccolo martire. E divarica un poco le  ginocchia per accogliere, come su un letto, il bambino.
Quando Restituto lo posa, vedo uno scempio che mi fa  raccapricciare. Il viso del povero bambino è tutto una  bruciatura. Sarà stato bello forse. Ora è mostruoso. Non più  che pochi capelli sul dietro del capo; davanti la cute è nuda e  mangiata dal fuoco. Non più fronte né guance né naso come  noi li pensiamo, ma una tumefazione rosso-viva, rósa dalla  vampa come da un acido. Al posto degli occhi, due piaghe da  cui colano rare lacrime che devono essere tormento alle sue carni bruciate. Al posto delle labbra, un’altra piaga orrenda a vedersi. Si direbbe che lo hanno tenuto curvo sulla fiamma col solo viso, perché l’arsione cessa sotto il mento. 
Plautina si apre la tunica e, parlando con amore di vera  madre, spreme la sua tonda mammella piena di latte e ne fa  stillare le gocce fra le labbra del bambino, che non può  sorridere, ma che le carezza la mano per mostrarle il suo  sollievo. E poi, dopo averlo dissetato, fa cadere altro latte sul  povero viso per medicarlo con questo balsamo, che è un sangue  di madre divenuto nutrimento e che è amore di una senza più  figli per uno senza più mamma. 
Il bambino non geme più. Dissetato, calmato nel suo spasimo, ninnato dalla matrona, si assopisce respirando  affannosamente. 
Plautina sembra una madre dei dolori per la posa e per l’espressione. Guarda il poverino e certo vede in lui la sua creatura o le sue creature, e delle lacrime rotolano sulle sue  guance, e lei getta indietro il capo per impedire che cadano sulle  piaghe del piccolo. 

A cura di Mario Ignoffo

MADONNA DI FATIMA PROCESSIONE ROSARIO E SANTA MESSA 2020


Il disordine sarà presente ovunque e i giusti berranno il calice amaro della persecuzione.




Cari figli, la strada della santità è piena di ostacoli, ma coloro che rimarranno fedeli fino alla fine saranno proclamati Benedetti del Padre. Con i vostri esempi e parole, mostrate a tutti che Appartenete al Signore. Non perdetevi d'animo davanti alle vostre difficoltà. Coloro che vogliono il Cielo non devono arretrare davanti alle prove. Il Mio Gesù è con voi. Pregate. Pregate. Pregate. Solamente con la forza della preghiera potete comprendere i Disegni di Dio per le vostre vite. Siate miti e umili di cuore, perché solamente così potete contribuire al Trionfo Definitivo del Mio Cuore Immacolato. Camminate per un futuro doloroso. Il disordine sarà presente ovunque e i giusti berranno il calice amaro della persecuzione. Qualunque cosa accada, rimanete fedeli al Vangelo del Mio Gesù e agli insegnamenti del vero Magistero della Sua Chiesa. Il vostro impegno è, prima di tutto, con il Signore. State attenti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Non sappiamo se c'è Dio. E se c'è, non ce ne importa. Perché ha patito? A che ci giova? Che dia a noi la nostra volontà e ci basta ed egli si tenga pure il suo regno e il suo cielo.



Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia 

Parole di grandissimo amore – con le quali è indicata alla sposa di Cristo la Chiesa militante sotto la figura d'un nobil Castello. E come sarà riedificata la Chiesa di Dio con le preghiere della gloriosa Vergine e dei Santi. 

Io sono il Creatore di tutte le cose. Io il re della gloria e il Signore degli Angeli. Io ho costruito per me un nobile Castello e vi ho posto i miei eletti. Ne scavarono le fondamenta i miei nemici e intanto prevalsero contro i miei amici, in quanto dai loro piedi legati al palo, verrà fuori il midollo. La loro bocca è percossa con i sassi e soffre fame e sete. E, di più, perseguitano il loro Signore. Già gli amici miei chiedono aiuto gemendo, la giustizia chiede vendetta, la misericordia dice di perdonare. Allora Dio stesso dice al celeste esercito presente: Che ve ne pare di questi, che hanno occupato il mio Castello? E tutti, quasi a una voce sola, rispondono: Signore, in te è ogni giustizia e tutte le cose in Te vediamo. Tu esisti, senza principio e senza fine, Figlio di Dio, a te è stato dato ogni giudizio, tu sei il loro Giudice. Ed egli dice: Sebbene tutto sapete in me e vedete, tuttavia per questa sposa presente dite un giusto giudizio. E quelli affermano: la giustizia è questa, che quelli che hanno scavato il muro, siano puniti come ladri. E quelli che persistono nella malizia, siano puniti come invasori. E quelli che son prigionieri siano liberati e gli affamati siano saziati. 
Quindi parla la Madre di Dio Maria, tacendo della voce di prima e dice: Signor mio e Figlio carissimo, tu fosti nel mio grembo, vero Dio e uomo. Tu, per tua degnazione, santificasti me, vaso di terra. Ti supplico, abbi pietà ancora una volta di loro. 
Allora risponde il Signore alla Madre: Benedetta la Parola della tua bocca. Essa sale davanti a Dio, come odore soavissimo. Tu sei la gloria degli Angeli e di tutti i Santi,perché da te è stato consolato Dio e sono rallegrati i Santi. E poiché la volontà tua fin dalla giovinezza era come la mia, così farò ancora una volta come vuoi tu. 
E dice all'esercito: Perché voi combatteste virilmente, perciò, per la carità vostra ancora mi placherò. Ecco, per le vostre preghiere ricostruirò il mio muro. Salverò e sanerò quelli che sono stati sopraffatti dalla violenza e li ricompenserò cento volte tanto dell'offesa patita. E anche ai violenti darò pace e misericordia, se la chiederanno. Quelli che l'avranno disprezzata, proveranno la mia giustizia. 
E ora ti spiegherò cosa significano queste cose. Il Castello, di cui ti ho detto, è la stessa santa Chiesa, costruita con il Sangue mio e dei miei Santi, cementata con il cemento della mia carità; in essa posi i miei eletti ed amici. Suo fondamento è la fede, e cioè il credere che io sono Giudice giusto e misericordioso. Ma ora è scavato il fondamento, perché tutti mi credono e predicano misericordioso, però quasi nessuno predica e crede che io sono giusto Giudice. Essi mi ritengono quasi un giudice iniquo. 
Iniquo infatti sarebbe il giudice, che per misericordia mandasse impuniti gli iniqui, sicché opprimano ancora più i giusti. Ma io sono Giudice giusto e misericordioso, sicché non lascerò impunito neppure il minimo dei peccati, né senza ricompensa il minimo bene. 
Attraverso il muro scavato sono entrati nella santa Chiesa quelli che peccano senza timore, che negano la mia giustizia, tormentano gli amici miei come quelli che sono legati ai ceppi. Per gli amici miei stessi non c'è infatti gaudio e consolazione. Ma ogni obbrobrio e ogni dolore è dato a loro, come se fossero demoni. Se di me dicono il vero, sono confutati e accusati di menzogna. Desiderano ardentemente ascoltare e dire cose rette, ma non c'è chi li ascolti o chi le dica loro. 
Io stesso, Signore e Creatore, sono bestemmiato. Dicono infatti: Non sappiamo se c'è Dio. E se c'è, non ce ne importa. Abbattono e conculcano il mio vessillo, dicendo: 
Perché ha patito? A che ci giova? Che dia a noi la nostra volontà e ci basta ed egli si tenga pure il suo regno e il suo cielo. Io voglio pur essere in loro, ma essi dicono: piuttosto moriamo, prima di lasciare la nostra volontà. 
Ecco, mia sposa, chi sono. Io li ho creati e con una sola parola potrei distruggerli. 
Come si inorgogliscono contro di me! Ma ora per le preghiere della Madre mia e di tutti i Santi, sono ancora così misericordioso e paziente che voglio far arrivare a loro le parole, che uscirono dalla mia bocca e offrir loro la mia misericordia. Se la vorranno avere, mi placherò; altrimenti sperimenteranno la mia giustizia, in modo che saranno, come ladri, confusi pubblicamente davanti agli Angeli e agli uomini e saranno giudicati dagli uomini. 
Infatti come coloro che sono appesi alla forca sono divorati dai corvi, così costoro saranno divorati dai demoni e non consumati. Come coloro che, costretti al palo, non trovano pace, così questi soffriranno dovunque dolori e amarezze. Un fiume ardentissimo scorrerà nella loro bocca, né si sazierà il ventre, ma di giorno in giorno si rinnoverà il loro supplizio. 
Ma gli amici miei saranno salvati e saranno consolati con le parole che escono dalla mia bocca. Vedranno la mia giustizia con la misericordia. Li rivestirò delle armi della mia carità e li farò così forti, che i nemici cadranno come argilla. E vedendo arrossiranno di vergogna perpetua, avendo abusato della mia pazienza. 

CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA SANTISSIMA



Io………… mi affido o Madre, alla Tua protezione e alla tua guida;  non voglio camminare da solo(a) in mezzo alla tempesta di questo mondo.  Mi presento davanti a Te a mani vuote, Madre del Divino Amore, ma con il cuore colmo d’amore e di speranza nella Tua intercessione.

Ti prego di insegnarmi ad amare la Santissima Trinità con il Tuo stesso Amore, cosicché non sia indifferente ai Loro appelli, né indifferente all’umanità.

Prendi la mia mente, il mio pensiero, la mia parte cosciente ed incosciente, il mio cuore, i miei desideri, le mie aspettative, ed unifica il mio essere nella Volontà Trinitaria, come lo facesti Tu, di modo che la Parola di Tuo Figlio non cada su un terreno arido.

Madre, unito(a) alla Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, sanguinante e disprezzato, in questo momento di oscurità, elevo a Te la mia voce supplicante, affinché la discordia tra gli uomini ed i popoli sia annichilita dal Tuo Amore Materno.

 MADRE SANTISSIMA, OGGI TI CONSACRO SOLENNEMENTE TUTTA LA MIA VITA, FIN DALLA MIA NASCITA.
FACENDO PIENO USO DELLA MIA LIBERTÀ, RIFIUTO IL DEMONIO E LE SUE MACCHINAZIONI E MI AFFIDO AL TUO CUORE IMMACOLATO. PRENDIMI PER MANO FIN DA QUESTO MOMENTO E NELL’ORA DELLA MIA MORTE PRESENTAMI DAVANTI AL TUO DIVIN FIGLIO.

Permetti, Madre di Bontà, che questa mia consacrazione sia portata per mano degli Angeli ad ogni cuore, affinché si ripeta all’infinito in ogni essere umano.

Amen.

Sarete sorpresi da “una notizia che farà tremare il Popolo di Mio Figlio”, ma non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento, invece continuate ad obbedire al Vero Magistero della Chiesa di Mio Figlio, al quale siete stati e siete chiamati.



MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA
10 MAGGIO 2020

Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

Amato Popolo di Dio:

VI BNEDICO CON IL MIO CUORE, VI BENEDICO CON IL MIO AMORE.

RIMANETE SULLA VERA VIA, SULLA VIA CHE VI PORTERÀ ALLA VITA ETERNA.

State avanzando passo dopo passo, facendovi guidare dalla stoltezza (Cfr. Pr. 14,9) senza tenere conto degli appelli di Mio Figlio e dei Miei ed in questo modo la croce si fa più pesante.  

Amati figli del Mio Cuore Immacolato, non deviate dagli Insegnamenti di mio Figlio. Dovete stare molto attenti e disposti all’obbedienza.

Mio Figlio vi conduce al cammino della Volontà Divina, per farvi superare gli ostacoli che vi siete forgiati da soli e che vi impediscono di vedere la chiarezza alla quale vi porterebbe l'obbedienza.

TENETE PRESENTE CHE DOVETE DIRE “SÌ, S Ì, OPPURE NO, NO”, (Cfr. Mt 5,37) E NON DOVETE ESSERE TIEPIDI. DOVETE RIMANERE SULLA RETTA VIA, SULLA QUALE NON ESISTONO INVIDIE NÈ RIVALITÀ, CHE SONO GLI ANELLI DI QUELLE CATENTE CHE VI IMPEDISCONO DI GUARDARE OLTRE, LÀ DOVE MIO FIGLIO VUOLE PORTARVI. DOVETE RICONOSCERE LE VOSTRE DEBOLEZZE PERSONALI, PERCHÉ SONO QUESTE ULTIME CHE VI FANNO DISPREZZARE LE GRAZIE DELLE QUALI MIO FIGLIO STA MUNENDO LE ANIME.

Figli, crescete in questo momento, non cadete nell’ostinazione, affinché non abbiate a passare attraverso il dolore che piega la creatura umana, fino a portarla alla docilità.

Sono talmente tanti gli interessi che ruotano attorno al Popolo di Mio Figlio, che questi stessi interessi vi porteranno a soffrire in modo eccessivo, per questo vi chiedo di non dimenticare le Mie Richieste.

RIPARATE, PREGATE MIO FIGLIO CON CUORE SINCERO, ASSETATO DELL’AMORE DIVINO.

Non dimenticatevi della sofferenza alla quale siete avviati, siate umili, ma non disperate, voi avete la certezza della Protezione Divina.

Mio Figlio vi ama talmente tanto che vi invierà il Suo amato Angelo di Pace (*) perché vi sostenga nei momenti di maggiore confusione.

Pregate figli Miei, pregate. Sarete sorpresi da “una notizia che farà tremare il Popolo di Mio Figlio”, ma non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento, invece continuate ad obbedire al Vero Magistero della Chiesa di Mio Figlio, al quale siete stati e siete chiamati.

Pregate figli Miei, la terra continuerà a tremare.

Pregate per il Giappone, pregate per la California, pregate per il Messico, pregate per il Cile.

Pregate figli Miei, pregate per gli Stati Uniti, il fuoco renderà più duro il momento.

Pregate figli Miei, pregate con amore e preparatevi per questo 13 di Maggio, non dimenticandovi che dovete consacrarvi al Mio Cuore Immacolato come se fosse la vostra ULTIMA CONSACRAZIONE.

Io proteggo ciascuno dei Miei figli, li metto sotto la Mia Protezione, li salvo, li libero, grazie alla loro continua costanza di essere figli fedeli a Mio Figlio.  
Rimanete in allerta, non trascurate il cammino spirituale. Non fatevi prendere dalla paura per le Mie Avvertenze, abbiate paura di perdere l’anima. (Cfr. Mt 16,26).

CHI SI CONSACRERÀ AL MIO CUORE IMMACOLATO E RIMARRÀ FEDELE A MIO FIGLIO, OTTERRÀ LA GRAZIA DELLA MIA PROTEZIONE.

NON TEMETE! 
”NON CI SONO FORSE QUI IO, CHE SONO VOSTRA MADRE?”

Vi benedico, vi amo, Mi siete molto cari.

Mamma Maria

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Nostra Madre ci protegge in ogni momento e la protezione materna che ci promette è quella GRAZIA che tutti abbiamo sperato di ottenere, cosicché perseveriamo e continuiamo ad essere fedeli al Suo Figlio Santissimo.

Non trascuriamo questo "Appello" in cui Nostra Madre ci chiede un cambiamento radicale nel nostro comportamento e nel nostro modo di agire, ma soprattutto un cambiamento che deve avvenire in noi, interiormente.

Diamo la mano a Nostra Madre e procediamo fiduciosi assieme a Lei all’incontro con Suo Figlio.

Amen.

martedì 12 maggio 2020

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


Il ruolo del Cortesi 

Riporto una parte della lettera che il noto padre gesuita  Giuseppe Petazzi, inviò a don Cesare Vitali, il 9 novembre 1945.  Egli così scrive: 
"Rev. e carissimo sig. parroco, la ringrazio vivamente del  libro che ella ha avuto la bontà di farmi avere (parla del terzo  libro del Cortesi: Il problema delle apparizioni di Ghiaie)... Egli  afferma di non volere in nessun modo anticipare la decisione  della commissione teologica, mentre presenta conclusioni che  vorrebbero essere definitive... Si adopera in tutti i modi per  demolire il valore della relazione di padre Gemelli, il quale  afferma e dichiara che Adelaide è soggetto normale, ed esclude  così la suggestionabilità come l'isterismo o la falsità della bambina; a forza di sofismi sul valore della sincerità della bambina,  arriva a conclusioni apertamente opposte a quelle di padre  Gemelli e di altri medici e specialisti. Ogni fede si deve prestare  solo alle affermazioni dell'autore che non è né medico né psichiatra, ma solo un dilettante di psicologia che usa termini  scientifici per darsi aria di dotto. 
Vuol affermare ad ogni costo la dipendenza delle apparizioni di Ghiaie dalla rappresentazione dei fatti di Fatima, mentre  la rappresentazione scenica non ha esercitato sull'animo della  bambina alcun effetto di carattere suggestivo (padre Gemelli)... 
Tenta di spiegare l'estasi di Adelaide e la sua insensibilità,  attribuendole un potere volitivo che ripugna ad una bambina: per  negare il miracolo è costretto ad ammetterne uno maggiore e  scientificamente assurdo. 
Insiste nel negare ogni miglioramento spirituale della  bambina dopo le apparizioni; ora per ciò che riguarda le prime  condizioni della bambina dopo le apparizioni, si deve dire che  esse sono una riprova che è impossibile ammettere falsità nella  medesima, perché in tal caso essa avrebbe cercato di atteggiarsi a bontà e devozione per dar credito alle sue visioni, tanto più se,  come vorrebbe l'autore, essa è dotata di furbizia straordinaria... 
Per spiegare l'immenso movimento della folla, non pensa  che è necessario ammettere che molti prodigi siano avvenuti,  quantunque non siano forse dimostrabili scientificamente: cosa  che del resto è comune a quasi tutte le apparizioni... (io non so  dimostrare con analisi chimica che il mio vino è sincero e  genuino, ma pure ne posso avere assoluta certezza)... 
Quanto ai miracoli morali, per lui non hanno nessuna forza  probativa, quantunque secondo la sana teologia e lo stesso buon  senso, essi hanno un peso gravissimo... 
Il punto culminante e decisivo per l'autore è quello ch'egli  intitola "melanconico epilogo", cioè la ritrattazione ch'egli  sarebbe riuscito ad ottenere della bambina. Al qual proposito  possiamo fare le seguenti osservazioni: 

1. Tutto si basa sulla sincerità dell'autore, sincerità di 
cui possiamo legittimamente e seriamente dubitare. 

2. Un coscienzioso esaminatore avrebbe dovuto innanzi-tutto istruire la bambina sul grande male della bugia e di una bugia  sacrilega che si risolverebbe in un gravissimo affronto alla Madonna; egli  invece si è perduto in un mare di sciocchezze cercando abilmente di  suggestionarla fino a condurla a quella dichiarazione che egli voleva ad ogni  costo. 

3. I modi tenuti nel trattare con la bambina sono assolutamente biasimevoli... Egli confessa di aver usato delle  finzioni per strappare ad Adelaide la confessione della verità; e  non pensa che forse furono appunto queste finzioni che  deformarono miseramente la coscienza della bambina fino a farle  fare una ritrattazione... 

4. Il fatto che pochi giorni dopo, la bambina ritrattò la sua ritrattazione parlando alla mamma, e disse di averla fatta  per imposizione di don Cortesi, molto di più insinua il dubbio che  non si tratti che di una miserabile mistificazione...". 
Padre Petazzi così conclude: "Lo studio dell'autore non da nessuna seria garanzia per uomini coscienziosi e dimostra la  necessità che l'inchiesta sia assolutamente sottratta a lui che ha  infelicemente esaurita la missione che arbitrariamente si è  assunto...". 

Il giudizio di monsignor Vittorio Masoni, stimato canonico  della cattedrale di Bergamo, non si discosta da quello di padre  Petazzi. Monsignor Masoni afferma che l'indagine del Cortesi è  superficiale, lacunosa, ed in essa non sono messi nella giusta luce  fatti fondamentali per accertare la verità delle apparizioni come le  guarigioni, i fenomeni solari e i frutti spirituali. 
Inoltre egli si domanda perché don Luigi Cortesi si è presa  la libertà di parlare e di scrivere contro le apparizioni, mentre era  già costituita la commissione teologica che doveva indagare su  quei fatti. 
Egli auspica un processo regolare in conformità alle leggi  canoniche, per l'esame dei fatti di Ghiaie. Un auspicio, il suo, non  ancora realizzato dopo 60 anni da quei fatti. 

Padre Agostino Gemelli, a tutti noto per la sua statura di  francescano e di scienziato, il 22 novembre 1945, diede il suo  autorevole giudizio, sul libro di cui ci stiamo occupando, in  questa lettera che riporto integralmente: 
"Rev.do Don Cortesi, 

Ho ricevuto il volume che Ella ha avuto la bontà di mandarmi sulle affermate apparizioni delle Ghiaie. Mi congratulo con  Lei per lo zelo con il quale ha raccolto i fatti descritti e per il  lavoro che ha compiuto per ricercare una "spiegazione". 
Debbo però fare alcuni rilievi che, per la parte che ha  compiuto, la signorina Dott. Sidlaskaitè sottoscrive come risulta  dalla lettera aggiunta alla presente. 
Noi, nell'esaminare l'Adelaide ci siamo limitati, perché tale  era il nostro compito, a riscontrare se nel soggetto si rilevavano  sintomi o manifestazioni di carattere abnorme. 

Confermiamo che dal nostro esame risulta dimostrato in  modo sicuro che l'Adelaide Roncalli, dal punto di vista dello sviluppo  psichico, rientra largamente nella normalità di un soggetto della sua età. Lo dimostra in modo sintetico il profilo  annesso alla nostra dichiarazione. Il relativo minore sviluppo di  alcune funzioni è di così lieve grado che esse rientrano, anche  senza forzare la mano ai fatti, nella normalità; né alcuna funzione  presenta arresti o deviazioni tali da poter porre giudizio  diagnostico di anomalia. 
***

La Chiesa è ferita e desolata, perché molti di coloro che celebrano il Santo Sacrificio del Mio Divin Figlio non hanno più fede e il loro cuore è pesante e indurito, a causa dei loro dubbi e della loro cattiva vita.



MESSAGGIO DELLA REGINA DEL ROSARIO E DELLA PACE | Sabato 9 Maggio 2020

Pace al tuo cuore!

Figlio mio, vengo dal cielo con il mio Cuore materno pieno dell’amore e delle grazie di Dio. Ti svelo i segreti del mio amore, così come i dolori che il mio Cuore soffre, a causa dei peccatori ingrati che sono così tanti nel mondo. Molti dei miei figli sono diventati indifferenti e freddi, vivendo in una vita di negazione a Dio e al suo amore divino.
Figlio mio, ti ho comunicato molti messaggi in tutti questi anni, da quando ho manifestato per la prima volta in Amazzonia, ma l’Amazzonia non ha voluto ascoltarmi, quindi oggi soffre.
Quante parole dolorose che Io e il Mio Divin Figlio abbiamo dovuto ascoltare da molti dei Miei figli che hanno ferito terribilmente i nostri Santissimi Cuori e molti di queste sono venute da coloro che dovrebbero avere il cuore pieno di amore, dolcezza e dedizione filiale, i miei figli sacerdoti.
La Chiesa è ferita e desolata, perché molti di coloro che celebrano il Santo Sacrificio del Mio Divin Figlio non hanno più fede e il loro cuore è pesante e indurito, a causa dei loro dubbi e della loro cattiva vita.
Prega, figlio mio, prega per i Ministri di Dio che non perdano la fede e la luce delle loro anime, perché il diavolo si è lanciato contro di loro ferocemente, volendo divorarli e portarli al fuoco dell’inferno. Dedicati sempre di più a pregare e sacrificarti per la conversione e la santificazione del clero, perché molti stanno apostatando la vera fede e gli insegnamenti lasciati dal Mio Divin Figlio.
Amo i Miei Figli Sacerdoti e non voglio che nessuno di loro sia condannato. Voglio vederli, un giorno, accanto a Me in Paradiso. Piega le ginocchia a terra e prega il Mio Rosario per tutti i vescovi e sacerdoti che sono feriti non solo nel corpo, ma principalmente nell’anima, a causa della loro infedeltà a Dio e per le loro passioni terrene.
Ogni preghiera, sacrificio e riparazione che offri per loro, consolerà il Mio Cuore Addolorato e Immacolato. Ogni digiuno e penitenza compiuti da loro, rilasceranno così tante catene pesanti di peccato, che vi stringeranno nelle grinfie di Satana.
Mio Figlio Gesù ha soffiato il suo Spirito Divino su di te, dandoti i Suoi Doni e le Sue Grazie, in modo che tu possa aiutare il suo popolo che, in questo momento, è triste, senza fede e abbattuto.
Nuovi Doni ti saranno dati per intraprendere la missione a cui il Signore ti ha chiamato e a cui sei stato affidato. Dio agirà al momento giusto e ti userà sempre di più secondo i Suoi Disegni Divini per il bene della sua Santa Chiesa e del Suo Popolo, per la loro liberazione e il loro rinnovamento spirituale, attraverso il Suo Divino Agire nelle anime e nel cuore di molti dei Suoi figli che accoglieranno sempre più le tue parole e il tuo amore.
Prega intensamente che sarai sempre più unito alla Santissima Trinità e vivo nel Suo Divino Amore, realizzando così la volontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, proprio come hanno fatto i Santi, vivendo e compiendo la volontà di Dio in questo mondo.
Ricorda, figlio mio: l’amore è alla base della santità. Più ami, più vicino a Dio sarai. Amore, amore, amore, affinché tu sia sempre unito a Dio e Dio sia presente nella tua vita e in tutto ciò che fai.

Ti benedico e ti do la Mia Pace

nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME




Solo nella santità l'equilibrio perfetto Unisciti ai dolori di Maria Santissima nei dolori della tua giornata e sii calma e serena, diffondendo pace nella tua famiglia. Questo gran bene della pace deve scaturire dalla tua anima, piena di amore a me Sacramentato. Non devi dimenticare che ogni giorno mi ricevi e sei tempio vivo del mio amore. Non devi dimenticare di fare appello a me, tua Vita, perché io dia ai tuoi la misericordia che li converta. Sii santa, perché solo la santità si impone ai disordini ed alle dissensioni e solo la santità è l'equilibrio perfetto della vita.

don Dolindo Ruotolo

NATURA DELL'UMILTÀ



La nostra volontà, più guasta dal peccato che tutte le nostre altre facoltà e quindi più imperiosa e arrogante, è sempre pronta a comandare e pochissimo disposta a ubbidire; ci vogliono grandi sforzi ed assidue applicazioni per tenerla soggetta e sottomessa. Essa ordina ogni cosa senza aspettare gli ordini, la mozione e la direzione nè dello Spirito Santo. nè della carità che sola deve dominare in noi e muoverci soavemente ad assecondare i desiderii di Dio.
La vera e perfetta umiltà interiore consiste dunque nel sottomettere a Dio la nostra volontà nonché la nostra intelligenza, la quale deve tenersi come morta, in un'attesa fedelissima e docile delle divine impressioni ed illuminazioni che Dio promette ai suoi figli. In tal modo l'anima sarà veramente umile e sarà tale in ispirito e verità; perché sarà umile effettivamente e con perfetto sacrificio. In questo stato, l'anima riconoscerà di non essere nulla che valga qualche cosa, di non essere capace di operare nella giustizia e nella santità, protestando che tutto viene da Dio, tutto dipende da Dio, tutto in noi deve essere operato da Dio.
Conoscere che siamo un niente senza valore, che non sappiamo nulla, che non siamo capaci di nulla e compiacerci in questa vista e in questa conoscenza, ecco il primo grado d'umiltà.
Il secondo grado è di amare la propria viltà, la propria abiezione, il proprio nulla, anche nello spirito degli altri tanto come in noi medesimi, vale a dire, compiacerci di assere conosciuti come vili, come abietti, come cose da nulla, come. peccato, e di essere stimati tali nello spirito degli altri. Infatti, è proprio d'umiltà di far sì che abbiamo amore, gioia e piacere ad essere conosciuti e stimati da tutti per quel che siamo in realtà; se desideriamo di comparire migliori di ciò che siamo, se cerchiamo di scusare i nostri difetti, siamo ipocriti e impostori.
Dal difetto di umiltà nascono la pena, il dispetto e l'affanno che proviamo quando vengono scoperte le nostre imperfezioni. Da qui quell'agitarci e inquietarci penosamente a riguardo della buona riuscita delle nostre opere, volendo acquistarci presso gli altri, col suo spirito di umiltà. Non sapremo sopportare di essere conosciuti quali siamo in realtà, ossia come niente e peccato, poiché non siamo altri in noi e da noi fama, considerazione e stima. Non saremo dunque mai capaci di soffrire ciò che G. C. vuole operare in noi medesimi? Fuorché il nulla e il peccato, tutto in noi è cosa di Dio, se pretendiamo attribuircene anche la minima parte, commettiamo un furto a danno di Dio medesiano.
Noi siamo in tal modo un vero niente, che se Dio ad ogni istante non ci comunicasse l'essere, non vi sarebbe più nulla in noi, non vi rimarrebbe che il niente che è il nostro fondo e che unicamente ci è proprio. Anzi, se v'è in noi qualche cosa nelle nostre facoltà che non sia corrotta dal peccato, ne dobbiamo rendere grazie a Dio che lo ha operato in noi per la sua bontà: a Lui ne appartiene tutta la gloria.
Si può dire che noi medesimi abbiamo peccato in Adamo perchè abbiamo in certo qual modo consentito con lui al peccato e siamo stati coinvolti nella sua colpa. Adamo, infatti, era il nostro procuratóre e teneva come nelle sue mani tutte le volontà dei suoi discendenti. Dio con grande bontà l'aveva scelto per essere il nostro rappresentante, corme l'uomo più perfetto al quale potevamo con la massima ragione affidare l'incarico di trattare con Dio in nostra vece ed in nome nostro. Adamo trattava dunque con Dio a nome di tatto il genere umano; in tal modo la nostra volontà era unita alla sua e consenziente con la sua.
Oltre questa prima colpa che in questo senso può dirsi opera delle nostre mani, colpa che è la causa di tutto quel semenzaio di mali che pullulano in noi ad ogni giorno ed ogni ora, come pure di quella corruzione che portiamo in noi, che S. Paolo chiama peccato perchè nasce dal peccato, ci porta al peccato e per la quale quindi, siamo peccato; oltre quel primo peccato cui abbiamo consentito in Adamo, oltre questa perversità che ci porta continuamente al peccato, noi abbiamo pure commesso moltissime colpe che ci rendono orribilmente deformi.
Donde avviene che, in tutta verità, tutto in noi medesimi ë peccato e, non siamo che peccato: questo fondo di malizia; di cui siamo impastati, è oggetto di orrore per il Signore; tantochè da questa parte siamo figli, di maledizione e non possiamo nascondere che siamo tali agli occhi del cielo e della terna: dobbiamo dunque compiaceri di essere, nella mente di tutti, riconoscinti come tali.
Orbene, l'umiltà è quella virtù che ci fa sentire questo piacere e questa soddisfazione di comparire quali siamo in realtà, di essere considerati agli occhi di tutti come gente da nulla e come peccatori maledetti, poichè non siamo null'altro che questo. Chè se in noi vi sono grazie, virtù e doni, tutto questo è cosa di Dio e non cosa nostra; quindi se vogliamo essere considerati e stimati per queste grazie e virtù, noi ingiustamente derubiamo Dio di ciò che è suo ed a Lui unicamente appartiene.
Bisogna che l'umiltà ci faccia ben considerare ciò che siamo noi e ciò che appartiene a noi, onde lasciare a Dio e rinviare fedelmente a Lui tutto quanto è suo e viene da Lui. Il demonio concentra qui tutti i suoi sforzi e lavora in modo particolare a confondere queste due viste distinte che ci rivelano con tanta. chiarezza ciò che è nostro e ciò che è di Dio. Lavora, a farci, credere che ciò che vi è in noi è nostro, e ne possiamo usare per concepire stima di noi stessi e farci stimare dagli altri.
Ma l'anima veramente umile e attenta a premunirsi contro le astuzie dello spirito maligno, mette tutto i1 suo impegno nel riconoscere sempre ciò che è in se stessa e ciò che da se medesima proviene; tutta la sua aura è di considerarsi come niente e peccato, e di essere soddisfatta che anche altri la considerino come tale; se Ie capita dii ricevere onori. e lodi, nel suo cuore ne ride e si burla A coloro che le dimostrano stima, considerandoli come ciechi e come gente che parla senza ragione; essa prova talora disgusto ed orrore di simili cose, a segno che preferirebbe mille affronti piuttosto che una lode, perchè le umiliazioni sarebbero fondate su la verità, mentre le lodi sono fondate su la menzogna; essa insomma si meraviglia con stupore nel vedersi stimata ben altra di quanto continuamente riconosce, di essere in se medesinna.
Secondo S. Bernardo, il secondo grado dell'umiltà non consiste solamente nel riconoscere che noi non siamo niente, ma ancora che ciò che compare negli altri è pure un niente. Ogni essere, ogni bontà, ogni verità è in Dio; e ciò che se ne trova nella creatura viene per effusione da Dio, mentre il fondo della creatura è il nulla. E oltre che siamo niente come creature, abbiamo una tendenza naturale al niente: e proprio. del niente tendere sempre verso il niente. Ecco ciò che è l'uomo, e il suo desiderio deve essere di comparire tale; diversamente è un ladro verso l'Essere sovrano, perchè vorrebbe appropriarsi ciò che appartiene a Dio e mettersi al posto di Dio.
Il terzo grado dell'umiltà è di voler che gli altri non soltanto ci riconoscano, ma pure ci trattino, come vili, abietti e spregevoli: di ricevere quindi con gioia tutti i disprezzi e tutte le umiliazioni possibili: di non essere mai sazi di obbrobri, ma al contrario desiderarli sempre con ínsaziabilità; in una parola, è desiderare di essere trattati secondo il proprio merito. Ora, siccome l'anima veramente umile considera se stessa come un misero niente e una peccatrice maledetta, né dagli altri vuole essere considerata diversamente, essa, per la virtù dell'umilità desidera pure di essere trattata come un niente, come creatura maledetta e miserabile peccatrice, due titolí meritevoli del disprezzo più profondo che si, possa concepire
Si abbia pure di noi tutto il disprezzo immaginabile, non sarà nulla ancora in confronto di ciò che meritiamo; donde avviene che l'anima veramente umile non può sentirsi disprezzata. Qualunque cosa si dica o si faccia contro di essa, non ne arrossisce; tanto meno se ne offende, perché ogni disprezzo è una multa in confronto di ciò che in essa sente di meritare. Il niente non ha nessun pregio, non ha nulla che possa essere oggetto dei nostri pensieri e delle nostre affezioni, quindi non merita neppure il disprezzo. Perchè chi dice niente, dice assenza di ogni essere e di ogni perfezione mentre soltanto l'essere e la perfezione meritano stima e compiacenza. Inoltre, qual disprezzo non é dovuto al peccato? Esso non ha nulla che sia gradevole e sopportabile, ma al contrario, l'avversio a Dio, che è l'unico vero bene, e quindi il peccato e la privazione di ogni bene.
E' certo che per un'anima veramente umile un'ingiuria è un onore: essendo essa un niente, non merita nè di essere considerata né che si pensi ad essa; non è degna neppure che un uomo al modo se ne occupi sia pur per dsprezzarla. Chi mai si rivolgerebbe al niente, anche per schernirlo? Non si ingiuria un fantasma; non ne vale la pena, poichè è niente. Colui dunque che sa di non essere da se medesimo che un niente e quindi molto meno di un fantasma, si ritiene molto onorato che si pensi a lui anche per ingiuriarlo. Così, se viene dimenticata e disprezzata, non se ne meraviglia; e crede non si possa fare diversamente; lungi dall'essere sorpreso che lo si ingiurii, si stupirebbe se venisse trattato diversamente. Se anche nel suo interno, da Dio viene trattato con disprezzo ed abbandono, l'anima sinceramente umile non ne resterà meravigliata, perché sa di non meritare altro.
E' questo il segno al quale si può riconoscere la vera umiltà; quando l'anima trovasi nelle aridità e si sente interiormente come abbandonata e respinta da Dio, se è veramente umile si mette dalla parte di Dio e ne approva il modo di fare contro se stessa, si abbassa e si annienta nella preghiera condannando sè medesima e riconoscendo di non meritare un trattamento migliore. Dobbiamo riconoscere che Dio con tutta ragione respinge le opere nostre e le nostre persone; e quando sentiamo che ci tratta in questo modo, se ne restiamo afflitti, è che non siamo umili, è segno che non siamo ben convinti della nostra incapacità per qualsiasi bene.
Il nostro niente rivestito da un essere corrotto dal peccato da se stesso in quanto tale, non può far altro che il peccato, non può che fallire in tutte le opere sue. E' questo un gran motivo di confusione, che deve farci          riconoscere          che Dio, il quale é 1’equità, la rettitudine medesima e la vera giustizia, ha pur diritto di respingerci noi e tutto ciò che viene da noi, perchè tutto quanto può esservi nelle opere nostre di santo e a Lui gradito tutto proviene dal Figlio suo, nel quale Egli per l'operazione dello Spinto Santo, prende tutte le sue compiacenze.
Essere dunque così disprezzati e respinti anche da Dio, e inoltre maltrattati dai nostri superiori, dai nostri eguali e persino dai nostri inferiori, in una parola, da ogni creatura, ecco ciò che ci è dovuto e dobbiamo rallegrarcene come della cosa più giusta della cosa migliore e più desiderio per noi, più conforme al desiderio di Gesù Cristo, e che perciò dobbiamo preferire.
Dobbiamo dunque amare lo stare al basso da qualunque bassezza, dovunque la troviamo, non soltanto in questo mondo ma pure per l'altro, non soltanto sulla terra ma pure in Cielo. Dobbiamo compiacerci di stare nel posto più infimo; come raccomanda Nostro Signore, e amare l'ultimo posto in tal modo che lo desideriamo anche in Paradiso.


Tratto da: “Vita e virtù Cristiane” Giovanni Olieri

Preghiera per i Sacerdoti



Onnipotente ed Eterno Dio, degnati di guardare il volto del tuo Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, e per amore di lui abbi pietà dei tuoi ministri. Ricordati, o Dio misericordioso, che sono deboli e fragili creature. Mantieni vivo in loro il fuoco del tuo Amore. Tienili uniti a te, perché il nemico non prevalga su di loro e perché in nessun momento siano indegni della loro sublime vocazione.
O Gesù! Ti prego per i tuoi fedeli e fervorosi pastori, per i tuoi pastori tiepidi e infedeli, per i tuoi pastori che lavorano vicino o nelle lontane missioni, per i tuoi pastori che soffrono solitudine e desolazione, per i tuoi pastori giovani, per i tuoi pastori anziani, per i tuoi pastori ammalati, per i tuoi pastori agonizzanti, per le anime dei tuoi pastori che penano nel purgatorio.
In maniera particolare ti raccomando i pastori che mi sono più cari: il prete che mi battezzò, quello che mi assolse dai peccati, i preti alle cui Messe ho assistito e che mi hanno dato il tuo Corpo e il tuo Sangue nella santa Comunione, i preti che mi hanno guidato, tutti i pastori ai quali mi lega un debito di gratitudine.
O Gesù, guardali e tutti tienili vicini al tuo Cuore e concedi loro abbondanti grazie nel tempo e nell'eternità.

del card. Mundelein 

L'uomo del Serpente rosso si alzerà e schiaccierà molti. C'è molto male già definito che arriverà dalla Cina , dalla Russia , dagli Stati Uniti e dai capi di alcuni paesi europei .



il 5 gennaio 2013 .

"O voi uomini sciocchi , o voi uomini stolti , non potete vedere tutto quello che ho detto che sta adempiendo ?
Più allontano il mio braccio dal mondo , più sarete testimoni dell'aumento di calamità . Presto la Chiesa cattolica dovrà sopportare grandi doglie e con essa tutti coloro che insegnano e predicano la Mia Parola .
L'uomo del Serpente rosso si alzerà e schiaccierà molti. C'è molto male già definito che arriverà dalla Cina , dalla Russia , dagli Stati Uniti e dai capi di alcuni paesi europei . Questo porterà grande devastazione e dolore oltre la vostra capacità di comprendere o immaginare . Pregate, pregate per voi stessi .
( Gesù ha poi spiegato in un messaggio privato profonda sopportazione della sofferenza che è stato inflitta a Christina e al suo direttore spirituale , soprattutto per l'attività ingannevole degli altri )
Io, il Signore permetto questa grande sofferenza in quanto la prendo da voi per la salvezza delle anime degli uomini per i tempi a venire . Non mettete in discussione le tante prove che dovete sopportare . Ringraziatemi e pregate per avere la capacità di unirvi nella Mia saggezza e riconoscere l'enormità che traggo da voi . Voglio che voi sappiate e prendete a cuore che più vi permetto di soffrire , più e più vi amo e diventate uno con Me nella mia vita eterna .
Quanto più si ritira la Mia Mano dal mondo , più si vedranno calamità in aumento e più tutte le persone riconosceranno quello che ho detto . Io voglio che voi siate in pace e sappiate che io sono con voi in modo che quando i guai vi colpiscono , non si dubiti che io sono con voi e che sto solo piagnificando per voi la pienezza di ciò che sopporterete in unione con tutti le piccole anime sofferenti in tutto il mondo . Questo lo faccio attraverso la Mia misericordia , l'amore e la sete che ho per tutte le anime.
Mio popolo , ascolta e senti . Attraverso la mia messaggera ti guiderò nei tempi che ora stanno su di voi e nel tempo a venire . Altrimenti scivolerete nel buio dove solo la confusione regna . Più profondamente scivolerete nel buio , tanto maggiore sarà il pericolo per la vostra anima e il vostro corpo .
Siate in pace . La Mia pace che vi do, Padre, Figlio e Spirito Santo

Christina Gallagher

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



A Gesù coronato di spine

O divino Capo di Gesù, coronato di spine, ti adoro profondamente, ispirando la mia adorazione a tutto l'amore del Cielo, a tutto il pentimento della terra, a tutte le manifestazioni di lode, di riconoscenza, di devozione, di compassione, uscite dal cuore dell'umanità.
Ti adoro, mio Gesù, come Re di dolore e di misericordia. Ogni spina è una significazione della nostra iniquità. L'uomo è giunto al culmine della sua ingratitudine straziando il tuo Capo con le spine dell'incredulità, dell'eresia, della superbia, ma Tu, mio Dio, sei giunto al culmine della misericordia.
Ah! se ti avessimo incoronato d'oro non avremmo il purissimo, il santissimo, il preziosissimo tuo Sangue.
Esso forma una corona ben più preziosa e fulgente dell'oro, e, mentre Ti risplende in capo mandando bagliori di Cielo, lascia cadere su noi, sulle nostre anime colpevoli, una mistica pioggia di gemme, con le quali offriamo al Padre il prezzo del perdono, mentre il Padre le intesse a corona di gloria sempiterna.
Deh!, o mio Gesù, per i patimenti, per le angosce, per le sofferenze che ti costarono quelle spine, abbi pietà di me e di tutti. Crocifiggi con esse la mia volontà, perché sia uniformata alla tua volontà, e trafiggi il cuore perché ti dia tutta la vita e tutto il dolore e tutto l'amore. q. 14

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO