domenica 27 settembre 2020

Oh… amata umanità, la sapienza di Dio vi invia santi apostoli, messaggeri e profeti, ma voi dite: no, non parlateci di castighi, né di dolori, né di minacce. Parlateci della vita facile e piacevole. Non parlateci del fuoco del castigo eterno, no, non parlateci di morte, di desolazione e di distruzione!

 


Messaggio di nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso, ricevuto da Discipulo, nella città di La Paz, Bolivia, 11 novembre 2017 

Messaggio al  Katekon


Esercito degli ultimi tempi.

Esercito della Fede.

Esercito di Elite  (F.E. squadrone 333).


In quel Grande Giorno di Dio, prima che la Sua Ira si accenda, sorgerà Michele. 

È giunta l’Ora del Padre.

San Michele ed i suoi angeli convocano alla battaglia. Le Nozze dell’Agnello sono state preparate. 

L’Esercito degli ultimi tempi procurerà la vittoria finale al Resto Fedele. 

Non conoscerà sconfitta ed i popoli diranno che è un’avanzata poderosa.

 

Con grande potere instaurerà il Regno Trionfante e Glorioso dei Sacri Cuori Luminosi di Gesù Cristo Nostro Signore e della Sua Santa Madre, illuminando il suo Glorioso Trionfo in un’era di grande pace!

 

Allora l’amore sarà l’unica legge sulla terra. La conoscenza e la scienza perfetta di Dio inonderanno la terra e tutto sarà un solo Gregge, con un solo Pastore!  

Nessuno dovrà mendicare il pane, perché sarà sovrabbondante su tutta la terra ricreata. 

 

San Michele vi sta chiamando, vi sta convocando mediante un Editto Celeste ed un infuocato appello. È giunta l’Ora del Padre e la Sua Giustizia coronerà di Gloria la Sua Misericordia. I Popoli cammineranno sotto la Sua Grande Luce. 

 

I Misteri dei Sacri Cuori Uniti saranno rivelati. I troni dei Giudizi sono già stati collocati e la Terra si prepara a ricevere il suo Re. 


Oh… glorioso Elia!

Oh… beato Enoch!

La pioggia pioverà sul giusto ed i suoi campi produrranno latte e miele! 

Sapienza al Mio Popolo! Gloria del Signore! Oracolo del Signore! 

Fonte di Pace, Luce della Luce, Oasi per il Popolo dell’Alleanza e la sua discendenza!

Il Re dice, Io Vivo per sempre! 

Vivo!... E la Mia Gloria risplende sul Mio Resto Fedele. 


Popolo Mio, sorreggiti alla Mia Mano e cammina davanti alla Mia Luce, così non avrai paura Rimanente Mio, né del rumore delle onde del mare, né del tumulto dei popoli.

Il tempo della tribolazione e della purificazione sarà breve, passerà in un batter d’occhio.

Questa tribolazione è talmente necessaria che è parte del Piano Divino Segreto, che farà sì che il mondo si riconcili con Dio.

 


Questo dice il Signore: passerò al setaccio i Miei eletti con la purificazione, con la prova di abbandono totale e di fiducia in Me. 

 

Ogni parte della Creazione dipenderà da Me. 

Il sole stesso, che è stato creato per sostenere la vita è diventato vostro nemico, le sue fiamme vengono lanciate sulla terra con forti esplosioni che stanno causando l’erosione del pianeta e stanno distruggendo l’ordine climatico, invertendolo o accelerandolo.  

 

Ogni particella di ossigeno è stata contata, ogni goccia dell’acqua dei mari è stata misurata per il tempo giusto. 

 

Le praterie sono state rovinate dalla mancanza di pioggia, perché la terra…. oh, figli Miei… sta agonizzando a causa dei crimini e delle aberrazioni di una generazione senza Dio, a causa di un popolo senza amore e senza legge.

Tornate a Me Figli Miei, pentitevi veramente delle vostre perversioni, prima che i flagelli
correggano il Mio Popolo, dice il Signore. 

Presto si solleverà nazione contro nazione, regno contro regno! 

 

Ah… figli Miei: le vostre sentinelle si sono addormentate e non hanno allertato nessuno per la battaglia. “Il Mio Popolo perisce per mancanza di conoscenza”, i Pastori del Mio Popolo non hanno allertato le Mie pecore.

Oh… amata umanità, la sapienza di Dio vi invia santi apostoli, messaggeri e profeti, ma voi dite: no, non parlateci di castighi, né di dolori, né di minacce. 

Parlateci della vita facile e piacevole. Non parlateci del fuoco del castigo eterno, no, non parlateci di morte, di desolazione e di distruzione!

Quindi respingete il Mio Appello ed in questo modo disobbedite alla Mia Sacra Legge!

Questo è quello che mandate a dire a Dio: lasciaci vivere in pace e non mandarci profeti, né persone apocalittiche o veggenti!

 

Bene! Allora presto questo mondo agonizzante si troverà ad affrontare la spada della guerra. 

 

Tornate a Me, guardate, Sono il vostro Dio che, agonizzante, vi sta ancora supplicando dalla Mia Croce! 

Ancora un momento e tutto sarà compiuto. 

Sono il vostro Gesù Crocifisso!


Ixtus.

La grazia attuale.

 


Ma è bene vedere più da vicino che cosa sia la grazia attuale. Tu ne  conosci l'autore che è Dio; ne conosci gli strumenti, che sono le  creature; sai come viene a noi, e cioè col movimento delle creature  sotto la mano di Dio; ma in sostanza che cos'è? Come t'ho già detto,  questa grazia si chiama attuale, perché è prodotta da un movimento,  da una azione della creatura sotto la mano di Dio, e nonché a te  comunica un movimento. Propriamente parlando, la grazia attuale è  quel movimento divino, quell'azione soprannaturale che tu subisci. È  dunque uno scotimento soprannaturale, che Dio produce nelle tue  potenze, sia per se stesso, sia per mezzo delle creature che mette in  movimento.

Dico: sia per se stesso, sia per mezzo delle creature. Ti mostrai  infatti l'azione delle creature sotto la mano di Dio, e ho insistito su  questo, appunto per attirare la tua attenzione su questo punto così  pratico della tua vita e che tu così poco conosci. Ma Dio può anche  agire direttamente su di te, con quei tocchi intimi, che le anime sante  conoscono così bene e che senza dubbio lo stato della tua  dissipazione t'impedì di sperimentare finora. Io non oso parlarti di  queste relazioni immediate dell'anima tua col tuo Dio; te le mostrerà  meglio lui stesso facendotele gustare, se tu consenti a entrar nella  sua intimità.

Ma in che consiste specialmente codesto scotimento che è la  grazia? Tu sai di essere mente, cuore e sensi. Sono dunque la tua  mente, il tuo cuore e i tuoi sensi che vengono scossi. Nella mente lo  scotimento è una luce; nel cuore è un calore; nei sensi è una forza.  Movimento di luce nella mente, movimento di calore nel cuore,  movimento di forza nei sensi; ecco la grazia attuale. Luce nella  mente, per farla vedere; calore nel cuore, per farlo amare; forza nei  sensi, per farli agire.

Tu sai come devi conoscere, amare e servire Dio; hai veduto fin  dove devi salite. Ebbene, è in vista di questo lavoro infinito, che la  grazia, recata dal movimento delle creature, viene ad ogni istante a  colpire la tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi. Essa comincia con  sollecitare ed eccitare, poi sostiene, anima e vivifica. Ti previene e  t'accompagna. Comincia l'opera divina senza di te, e la compie  insieme a te. In tal modo i teologi distinguono la grazia preveniente e  la grazia concorrente.

I tocchi della grazia variano all'infinito. La disattenzione dell'anima  tua ti lascia appena sospettare la verità delle influenze che tu subisci;  la moltitudine degli incontri del tuo essere con gli oggetti che ti circondano, è troppo grande nonché tu ne afferri l'azione. Dio varia in  tal modo all'infinito il suo lavoro su di te: tu lo sai quanto vi è da fare  in te! Ma in una così grande varietà egli si propone uno scopo unico, il  tuo perfezionamento di cristiano, la dilatazione della tua vita, il  compimento soprannaturale del tuo essere. Nulla mai fallisce a  questo scopo: tutto converge verso questo risultato. Cosicché Dio  proporziona la misura e la qualità delle sue grazie alle necessità della  tua vita, secondo i disegni della sua misericordia sopra di te, e  secondo la corrispondenza che tu presti alla sua azione. La grazia  infatti aumenta o diminuisce, diviene più o meno penetrante,  s'insinua più o meno nelle tue facoltà, secondo che le resisti col  peccato o le secondi con la virtù.

Queste influenze, esercitate su di te dal movimento ordinario delle  creature sotto la mano di Dio, costituiscono quello che i teologi  chiamano soccorsi ordinari della grazia. Tu vedi che questi soccorsi  ordinari non sono rifiutati a nessuno, poiché sono dappertutto e per  tutti.

Ma la misericordia di Dio riserva a sé certi colpi straordinarii di  grazia. Quando atterra S. Paolo sulla via di Damasco o il Sig. de  Quériolet a Loudun, quando invia S. Caterina da Siena al papa  d'Avignone per farlo ritornare a Roma, e S. Giovanna d'Arco alla  Francia per liberarla, e in generale tutte le volte che agisce con un  intervento miracoloso, queste sono grazie straordinarie.

D'altra parte Nostro Signore ha costituito nella sua Chiesa dei veri  accumulatori di grazie; permettimi di accennare qui alla preghiera e  ai Sacramenti, di cui ti parlerò nella quarta parte. Questi accumulatori  hanno una potenza illimitata; e quelli che ad essi vogliono ricorrere,  possono ottenere i soccorsi più straordinari e più abbondanti. Li hai  alla mano, e sono completamente a tua disposizione. Non sarà  proprio colpa tua, se trascurando di ricorrervi tu rimarrai troppo  povero di elettricità divina, e se non hai la forza di salire fino alle  altezze a cui Dio ti chiama?

La grazia attuale è dunque un movimento di luce nella mente, per  farla vedere; di calore nel cuore, per farlo amare; di forza nei sensi,  per farli a agire. Ma per vedere, amare e compiere che cosa? Vedrai  qui ancor meglio come questa grazia è attuale. Questa luce che  penetra nella tua mente, le fa vedere esattamente quello che deve  vedere in questo momento. Questo calore, che colpisce il tuo cuore, ti  porta ad amare precisamente ciò che in quell'istante deve amare.  Quella forza che colpisce i tuoi sensi, li sollecita a fare appunto quello  ch'essi devono eseguire in quel momento. Come vedi, si tratta proprio di un soccorso del momento.

Ancora una volta, non potresti immaginare come ad ogni istante  Dio proporziona la sua azione alle necessità della tua vita. Non è a  caso che la sua luce colpisce la tua mente, il suo calore il tuo cuore, la  sua forza i tuoi sensi. Non a caso questa luce si proietta sugli oggetti  che si devono vedere; questo calore sugli oggetti che bisogna amare;  questa forza su ciò che devi fare. La grazia attuale tocca sempre il  punto giusto delle tue facoltà, e il punto giusto degli oggetti delle tue  facoltà. È come una proiezione elettrica, che mette in luce  unicamente ed esattamente ciò che dev'essere illuminato, e ciò che  Dio vuole che sia illuminato, e lascia nell'oscurità i punti circostanti. Se tu sapessi conformarti a quest'azione, non saresti mai distratto;  e la ragione è evidente. poiché il movimento di Dio non ti fa vedere,  se non quello che devi vedere, amare ed eseguire momento per  momento; né la tua mente, né il tuo cuore, né i tuoi sensi possono  divagare a destra o a sinistra, in quegli sviamenti che si chiamano,  distrazioni. Seguendo il movimento di Dio, non si va a destra o a  sinistra, non si è mai distratti. Se adesso tu sei in una continua  distrazione, la ragione si è che non hai mai saputo conformarti al  movimento della grazia, nonché non l'hai compreso.

Così pure non saresti mai inquieto. D'onde vengono le inquietudini?  Vengono o dal fatto che non vedi ciò che in quell'istante devi fare, o  dal fatto che ti preoccupi dell'avvenire. Quando comprenderai la  grazia, il tuo occhio vedrà nell'istante presente con quella chiarezza  che Dio vorrà, e avrai quella determinatezza e quella forza che ti sarà  necessaria, poiché la grazia ti dà la luce, il movimento e la forza; e mi  sembra che ciò debba bastarti. Comprenderai anche che all'avvenire  non bisogna pensare, poiché l'avvenire porterà seco la sua grazia, che  ad esso basterà. 

Non sai con quale insistenza Nostro Signore ha raccomandato di  non mai inquietarsi? Leggi di grazia nel Vangelo il capo VI di S.  Matteo, alla fine soprattutto, che io non posso riferirti qui per intero. Com'è facile e semplice la vita interiore di un cristiano, che si  abbandona al movimento della grazia! Ascolta un esempio. Tu hai  certamente sentito parlare di S. Giovanni Bosco, quel Santo  prodigioso, che ha fatto opere portentose. Ebbene, volendo io un  giorno conoscere più a fondo la santità di quest'anima, domandai  varie cose sul suo interno ad uno dei suoi religiosi, che visse  trent'anni nella sua intimità - In mezzo alle sue innumerevoli opere,  gli dicevo fra le altre cose, Don Bosco era preoccupato? - Don Bosco,  mi rispose, non ha mai, un minuto prima, pensato a quello che stava  per fare un minuto dopo. - Ecco un Santo che comprendeva l'azione  della grazia. Ti cito questo tratto, per farti toccar con mano, come si  fanno e a che punto arrivano i Santi. Anche tu devi imparare a seguire  questo movimento della grazia, se vuoi progredire nella vita cristiana.

François de Sales Pollien

Lettere di Sant'Agostino

 


LETTERA 7 


Scritta nello stesso tempo (388-91). 

A. risponde alla lettera precedente dicendo che la memoria può  esistere anche senza l'immaginazione (n. 1); i fantasmi sono  generati nell'anima attraverso i sensi (n. 2-3); essi sono di tre  generi (n. 4); e possono influire nefastamente sull'anima (n. 5):  risolve un'obiezione ed esorta Nebridio a resistere ai fantasmi  prodotti dai sensi (n. 6-7). 


AGOSTINO A NEBRIDIO 

Può darsi memoria senza immaginazione. 

1. 1. Lascerò da parte i preamboli e comincerò prontamente a  trattare quello che impazientemente desideri che io ti dica, tanto  più che non arriverò presto alla fine. Tu credi che non possa esservi  affatto memoria senza quelle immagini o rappresentazioni, che  sono frutto di immaginazione, che hai voluto chiamare fantasie; io  la penso diversamente. Bisogna dunque, innanzitutto, osservare  che noi non ci ricordiamo sempre di cose che passano, ma per lo  più di cose che durano. Perciò, sebbene la memoria rivendichi a sé  il compito di ricordare fedelmente il passato, tuttavia è certo che  essa in parte è memoria di cose che ci lasciano, in parte di cose che  sono lasciate da noi. Infatti, quando mi ricordo di mio padre,  evidentemente ricordo una cosa che mi ha lasciato ed ora non è  più; quando invece mi ricordo di Cartagine, ricordo una cosa che  esiste e che io ho lasciato. Tuttavia in entrambi questi casi la  memoria conserva il ricordo del passato. Giacché tanto quell'uomo  quanto questa città io li ricordo per quello che ho visto, non per  quello che vedo. 

La memoria e l'atto di ricordare. 

1. 2. A questo punto tu forse domandi: a che mirano codeste tue  considerazioni? Tanto più che osservi come entrambe queste cose  non possano giungere alla memoria se non attraverso la visione fantastica. Ma a me basta avere intanto dimostrato che si può  parlare di memoria anche a proposito di cose che non sono ancora  passate. Procura comunque di ascoltare attentamente che  vantaggio io ne tragga. Alcuni criticano, senza fondamento, quella  celeberrima scoperta di Socrate per cui si sostiene che ciò che  apprendiamo non s'imprime in noi come cosa nuova, ma è  richiamato alla memoria per reminiscenza, e sostengono che la  memoria riguarda le cose passate e che invece quello che noi  apprendiamo per mezzo dell'intelligenza, per asserzione dello  stesso Platone, dura sempre e non può perire e perciò non è  passato. Costoro però non badano al fatto che è passata la visione  durante la quale abbiamo un tempo contemplato con la mente  queste cose; e poiché ci siamo allontanati da esse ed abbiamo  cominciato a vedere altri oggetti in modo diverso, le rivediamo per  reminiscenza, cioè per mezzo della memoria. Perciò se, per  omettere altri esempi, l'eternità in sé dura sempre e non ha  bisogno di alcuna immagine fantastica per servirsene quasi come  veicolo per giungere alla nostra mente (e tuttavia non potrebbe  giungervi se non la ricordassimo), si può avere memoria di certe  cose senza alcuna immaginazione. 

L'anima senza l'uso dei sensi non può avere immagini. 

2. 3. Quanto poi alla tua opinione che l'anima possa immaginare  oggetti corporei anche senza servirsi dei sensi, si dimostra falsa in  questo modo: se l'anima, prima di far uso dei sensi per la  percezione dei corpi, può con la fantasia rappresentarsi questi  stessi corpi, e (cosa che nessuna persona sana di mente mette in  dubbio) si trovava in uno stato migliore prima di essere impigliata  in questi sensi ingannatori, si trovano in uno stato migliore le anime  delle persone che dormono che le anime di quelle che sono deste,  quelle dei frenetici che quelle di coloro i quali non sono affetti da  una tale calamità: infatti sono colpite dalle stesse immagini da cui  erano colpite prima di avere i sensi, questi messaggeri quanto mai  fallaci; e allora o sarà più vero il sole che essi vedono di quello che  vedono le persone sane e deste o le cose false saranno superiori a  quelle vere. Se queste conclusioni sono assurde, come  effettivamente lo sono, l'immaginazione, o mio Nebridio, non è altro  che una ferita che giunge [all'anima] attraverso i sensi; per opera  dei quali avviene non un'evocazione, come tu scrivi, in modo che si  formino nell'anima siffatte visioni, ma l'azione stessa di introdurre  o, per dirlo più precisamente, di imprimere [in essa] queste false immagini. Quanto poi alla tua osservazione, come sia possibile che  immaginiamo dei volti e delle figure che non abbiamo mai viste,  essa è acuta. Perciò farò una esposizione che renderà questa lettera  più lunga del normale: non però ai tuoi occhi, cui nessuno scritto è  più gradito di quello che mi reca a te più loquace del solito. 

Le varie  specie d'immaginazioni. 

2. 4. Io vedo che tutte queste immagini che tu, con molti, chiami  fantasie si dividono molto opportunamente e veracemente in tre  categorie, la prima delle quali è stata impressa [in noi] dalle cose  percepite attraverso i sensi, la seconda da quelle opinate e la terza  da quelle trovate razionalmente. Esempi del primo tipo si hanno  quando la mia mente si raffigura il tuo volto o Cartagine o il nostro  defunto amico Verecondo e qualsiasi altra delle cose che esistono  ancora o sono scomparse, che però io ho visto e sentito. Nella  seconda categoria si devono mettere le cose che noi pensiamo  siano state o siano in un determinato modo, ad esempio quando  per esporre la nostra opinione su qualcosa facciamo volutamente  delle supposizioni che non sono affatto di ostacolo per giungere alla  verità, oppure quello che immaginiamo quando leggiamo la storia e  quando ascoltiamo delle favole o le componiamo o le inventiamo. Io  infatti mi immagino come mi piace e come mi viene in mente il  volto di Enea, quello di Medea coi suoi serpenti alati legati al giogo,  quello di un Cremete e di un Parmenone. A questa categoria  appartengono anche quelle cose che hanno raccontato sia i saggi,  adombrando qualche verità sotto tali figurazioni, sia, come verità,  gli stolti fondatori delle svariate e false religioni: ad esempio il  tartareo Flegetonte, le cinque grotte degli abitanti delle tenebre  infernali, l'asse settentrionale che tiene insieme il cielo, e mille altre  invenzioni fantastiche dei poeti e dei seguaci di false dottrine. Però  diciamo anche nel corso di un ragionamento: supponi che vi siano  uno sull'altro tre mondi fatti come lo è questo; e: supponi che la  terra abbia forma quadrata, e cose di questo genere. Tutto ciò  infatti noi immaginiamo e ipotizziamo a seconda delle circostanze in  cui si svolge il nostro ragionamento. Quanto poi alle cose  riguardanti la terza specie di immagini, si tratta soprattutto di  numeri e di dimensioni. Ciò in parte trova riscontro in natura, ad  esempio quando per via di ragionamento si trova la forma del  mondo, e a questa scoperta segue, nella mente di colui che pensa,  l'immagine; in parte nelle scienze che formano oggetto di  insegnamento, come le figure geometriche, i ritmi della musica e l'infinita varietà dei numeri. Queste cose, per quanto vengano colte,  come io penso, nella loro verità, tuttavia producono delle false  immaginazioni cui l'intelletto stesso a stento riesce a sottrarsi;  sebbene neppure in un ragionamento condotto con metodo rigoroso  sia facile sottrarsi a questo inconveniente, quando nelle distinzioni e  nelle conclusioni facciamo conto quasi di usare dei sassolini fatti per  il calcolo (4 bis). 

L'anima è soggetta alle falsità delle immagini. 

2. 5. In tutta questa selva d'immagini, io sono convinto che tu non  credi che la prima specie riguardi l'anima prima che sia connessa  coi sensi, e su questo punto non c'è bisogno di indugiare a  discutere. Sulle altre due si potrebbe ancora a buon diritto porre il  quesito se non fosse palese che l'anima, quando ancora non è stata  colpita da ciò che vi è di vano nelle cose sensibili e nei sensi, è  meno soggetta ad ingannarsi: ma chi potrebbe mettere in dubbio  che codeste immagini siano molto meno vere delle cose sensibili?  Infatti ciò che pensiamo e crediamo oppure inventiamo è in ogni  parte assolutamente falso, e certamente, come tu capisci, è molto  più vero quello che vediamo e sentiamo. Infine, per la terza specie,  qualsiasi spazio corporeo io mi rappresenti con la mente, sebbene il  pensiero sembri averlo creato in base a rigorosi principi scientifici  che non permettono il minimo errore, io dimostro irrefutabilmente  che è falso poiché sono di nuovo questi stessi principi a provarlo.  Perciò io non posso credere in nessun modo che l'anima quando  ancora non percepiva attraverso il corpo, quando ancora non era  stata colpita, tramite i sensi sommamente fallaci, da sostanza  mortale e passeggera, giacesse in tanta e così vergognosa falsità. 

Si risolve una obiezione. 

3. 6. Donde ha dunque origine il fatto che noi ci rappresentiamo le  cose che non abbiamo mai viste? Che cosa puoi pensare se non che  vi è una facoltà di diminuire e di aumentare, insita nell'anima, che  essa porta necessariamente con sé dovunque vada? Questa facoltà  si può avvertire specialmente nel campo dei numeri. Per essa  accade che, se ci si pone per dir così dinanzi agli occhi la figura di  un corvo, per esempio, che cioè ci sia nota per averla già  osservata, col togliere e con l'aggiungere ad essa qualcosa, si  trasforma in una figura qualsivoglia assolutamente mai vista. Per  essa accade che, indugiando abitualmente il nostro spirito in siffatte cose, figure di questo genere invadono quasi spontaneamente i  nostri pensieri. È dunque possibile all'anima, servendosi  dell'immaginazione, formare da quello che il senso ha introdotto in  essa (togliendo, come si è detto, e aggiungendo qualche cosa) delle  immagini che nessun senso riesce a cogliere nella loro totalità, ma  che sono parti di ciò che aveva colto in questo o quell'oggetto. Così  noi da fanciulli, pur nati ed allevati nell'entroterra, vedendo l'acqua  anche solo in un piccolo bicchiere, potevamo già immaginarci il  mare; mentre il sapore delle fragole e delle corniole in nessun  modo ci sarebbe venuto in mente prima che le gustassimo in Italia.  Da questo dipende il fatto che coloro che sono ciechi fin dalla  tenera infanzia, quando vengono interrogati sulla luce e sui colori  non sanno che cosa rispondere. Giacché nessuna immagine del  colore possono avere quelli che non hanno mai percepito alcuna  immagine. 

Si deve resistere alle immaginazioni sensibili. 

3. 7. Né devi stupirti come mai gli oggetti, che in natura hanno una  forma e possono immaginarsi, non si trovino fin da principio insiti  nell'anima che è in ciascuno, non avendoli essa mai percepiti  dall'esterno attraverso i sensi. Infatti anche noi quando, per lo  sdegno o la gioia e per gli altri sentimenti dell'animo di tal fatta,  produciamo nel nostro corpo vari atteggiamenti e colori, il nostro  pensiero non può concepire tali immagini prima che noi possiamo  provocarle. Queste cose avvengono secondo quei mirabili  procedimenti (che lascio alla tua meditazione), che si verificano  quando nell'anima si agitano i numeri in essa nascosti senza alcuna  falsa rappresentazione corporea. Di conseguenza io vorrei che tu,  poiché avverti che vi sono tanti moti dell'anima privi di tutte le  immagini su cui ora vai investigando, capissi che l'anima ha in sorte  il corpo per qualsivoglia altro impulso piuttosto che per aver  pensato a forme sensibili, che io ritengo non possa in alcun modo  percepire prima di far uso del corpo e dei sensi. Pertanto per la  nostra amicizia e per la fedeltà alla stessa legge divina, amico  carissimo e amabilissimo, io vorrei caldamente raccomandarti di  non stringere alcuna amicizia con codeste ombre infernali e di non  indugiare a rompere quella che da te è stata stretta con esse.  Giacché in nessun modo si resiste ai sensi, e questo è per noi il  dovere più sacro, se accarezziamo le piaghe e le ferite da essi  inferteci. 


 

ANTICRISTO

 


I Gruppi Globali sotto il dominio dell‟AntiCristo.


Mia amata Figlia prediletta, sono soddisfatto del modo in cui hai aumentato il numero di ore in Adorazione a Me. Questo è un bene perché le Mie grazie, concesse a te in questo tempo particolare, rafforzeranno ancora di più la tua volontà di diffondere i Miei messaggi. 

Ora che un maggior numero dei Miei figli si sta rendendo conto che l‟atmosfera in tutto il mondo, sia politicamente che economicamente, è cambiata oltre la loro comprensione, essi vedranno presto la verità. I leader mondiali di cui parlo, che vilmente si nascondono dove non potete vederli, stanno accrescendo i loro piani per dominare il mondo. 

Stanno costruendo eserciti, armi e sostanze velenose, tutti con un unico obiettivo in mente: distruggere i Miei figli. Le teorie del complotto sono denunciate costantemente quando alcuni attenti osservatori pubblicano la verità. Poiché dovete capire che, sono così potenti questi gruppi, il tutto combinato sotto un unico fronte unito di rispettabilità, che possono influenzare la verità e nasconderla agli occhi del pubblico. 

Prendete consapevolezza, figli, che il gruppo del male si leva in battaglia contro i Miei seguaci e leaders nella Chiesa. Sono riusciti a infiltrare la Mia Chiesa dall‟interno. Il loro veleno viene avanti come un ruscello che scorre e sgorga in tutte le direzioni. C‟è un piano non solo per ingannarvi, ma per piegarvi al loro modo di pensare. All‟esterno li si vedrà offrire la salvezza del mondo, sotto le vesti di sforzi umanitari. Le loro soluzioni creative per rendere la vostra vita più facile, saranno nella forma di unificare i vostri soldi, il vostro cibo, la vostra salute, il vostro benessere e la vostra religione come una cosa sola. Tutto sotto un unico dominio. Il dominio dell‟Anti Cristo. 

Vi prego, respingete i tentativi di queste persone malvagie di risucchiarvi, figli Miei innocenti, nel loro piano malvagio. Attraverso il vostro proprio consenso, vi vogliono, indurre al rifiuto di Dio Mio Padre Onnipotente. Una volta che vi controlleranno, sarete persi. Essi controlleranno ciò che mangiate, le pratiche religiose cui partecipate e le medicine che assumete. 

Pregate, pregate Dio Padre per fermare le loro malvagie atrocità ora e chiedete a Lui di redimere le loro anime durante l‟Avvertimento. Indipendentemente da come sono i loro piani subdoli, essi hanno bisogno delle vostre preghiere più di tutto. Sono i burattini di Satana, le povere anime fuorviate, e in molti casi, non sanno quello che stanno facendo o a quali ordini stanno rispondendo. 

Pregate la Mia Coroncina della Divina Misericordia per queste anime ogni giorno, se potete il più a lungo possibile. Aiutatemi a salvarli. 

Il tuo Gesù. 

5 Ottobre 2011

“Il Vicario” di Hochhuth e il vero Pio XII

 


L’AZIONE SILENZIOSA DI SALVEZZA DI PIO XII 

Il Pontificato di Pio XII fu di una grande e santa politica, nel significato più sano della parola, e cioè: come scienza e arte di procurare il bene comune, nella vita pubblica nazionale e internazionale.1 Chi più di Pio XII, infatti, si adoperò, in ogni modo, prima, per evitare la guerra, e poi, per limitarne gli orrori? Chi più di Lui si adoperò per il ristabilimento della pace? Chi, come Lui, più sapientemente, indicò ai Governanti e ai popoli le vie della civiltà e del vero progresso? 

Del resto, quando la politica umana tocca l’Altare, la Chiesa ha il diritto e il dovere di intervenire. E non solo si è toccato l’Altare, ma, addirittura, si è attaccato l’Altare! La Chiesa, infatti, è stata perseguitata; si sono messi in prigione Vescovi, clero e fedeli; si si sono chiusi e profanati i templi; distrutta la libertà di coscienza; si sono usate arti diaboliche per annientare le resistenze psicologiche delle vittime; degradata sempre più la famiglia; si è continuato con le discriminazioni razziali; si è dato sempre maggiore spazio all’immoralità; si è idolatrata la tecnica; si sono create forme di materialismo; si è dato fondo a tutto il sudiciume delle passioni; in una parola, si è calpestato il Vangelo, la legge di Dio, si è irriso alla Chiesa, si è criticato il Papa... Ora: chi tocca Cristo, tocca la Chiesa, tocca il Papa! Pio XII è insorto, per questo; ha parlato, ha stigmatizzato, ha condannato, anche i Partiti politici, talvolta; non per immischiarsi in misere competizioni personali o di parte, ma per combattere deleterie ideologie che detti Partiti hanno seguito e propugnato; come: il materialismo, l’ateismo, l’indif ferentismo, il laicismo. Pio XII, però, non si è fermato alla parola. Per lenire le innumerevoli e inenarrabili miserie, conseguenze della guerra, donò tutto se stesso. Mobilitò la diplomazia e la radio; creò la “Pontificia Commissione di Assistenza”2; accolse nei palazzi pontifici 3 e negli Istituti e case religiose,4 gli sfollati, i perseguitati politici d’ogni colore 5; sfamò e salvò Nazioni intere coi suoi interventi; come sfamò e salvò Roma (che, poi, Lo proclamerà “Defensor Civitatis”); corse a S. Lorenzo e a S. Giovanni, dopo i bombardamenti; istituì gli “Uffici di ricerca”6 per i dispersi; ordinò ai “Suoi Rappresentanti” di visitare e recare aiuti ai prigionieri; of frì, Lui stesso, l’oro richiesto dai nazisti, per la salvezza degli ebrei; intercedette per i deportati, i condannati a morte; ecc. ecc. 7

La Sua coscienza era tranquilla; veramente, tutto quello che poteva e doveva fare, per la pace, per gli ebrei, per tutti, lo aveva voluto e fatto. «Ad imitazione del Redentore Divino, Noi stessi, da quando il Signore volle elevarci, sebbene indegni al Sommo Pontificato, nulla abbiamo omesso per difendere la pace, per avvertire reggitori e popoli dei pericoli della guerra, per proporre norme, atte ad evitare nuovi conflitti, per circoscrivere e mitigarne le disastrose conseguenze. Veramente, in spirito di sincerità, Noi possiamo chiederci: «Quid est quod ultra debuimus facere, et non fecimus? (Is. 5, 4) Che cosa potevamo fare di più, e non abbiamo fatto?» 8. Pio XII sacrificò anche se stesso, per unirsi ai poveri, e per provare Lui stesso la loro indigenze. Ridusse il suo cibo; moltiplicò le penitenze; si vietò qualsiasi riscaldamento nelle stanze. Alle fine della guerra, era così dimagrito, per i digiuni e le penitenze, da essere ridotto a solo 57 chilogrammi di peso! 9 Rolf Hochhuth, tutto questo non lo ha accertato? 

Non ha accertato che quando, nel luglio 1938, anche il Governo Fascista italiano emanò la “Carta della Razza”, e i conseguenti provvedimenti antisemiti, subito, si costituì, a Roma, un “Comitato” per l’assistenza degli ebrei perseguitati dal fascismo? Gli ebrei italiani, infatti, avevano subito compreso che, per loro, non c’era altra speranza di salvezza che nella Chiesa Cattolica! E fu così. Tutti i Vescovi si prodigarono in loro difesa, salvando tutti quelli che poterono salvare. «E questo avvenne per le disposizioni che Pio XII ebbe a dare alla Santa Sede, per noi». ( Raffaele Cantoni, membro onorario dell’Esecutivo mondiale ebraico, e che ricoprì la carica di Presidente del “Comitato d’Assistenza per gli ebrei d’Italia”, dal luglio 1938 al 1943). Fin da quando i regimi di Hitler cominciarono a guardare a noi ebrei come a dei cani appestati che avrebbero potuto infettare la razza ariana, subito noi guardammo e pensammo ad una protezione da parte della Chiesa e del Papa. Noi eravamo certi che avremmo potuto Contare sul Papa e sulla Chiesa nell’ora del pericolo, e non ci ingannammo». Rolf Hochhuth non ha accertato che, nella sola Roma, tra il 1940 e il 1944, circa 25.000 ebrei trovarono scampo e aiuto nell’“Opera San Raffaele”10, sostenuta e protetta dal Vaticano?

Non ha accertato che oltre 40.000 altri ebrei furono “ospitati”, con falsi nomi, in case religiose? Non ha accertato che fu Pio XII ad assicurare il Gran Rabbino, Herzog, rifugiato in Asia Minore, che la Santa Sede avrebbe fatto ogni sforzo per venire in aiuto agli ebrei? Non ha accertato che Pio XII, nel discorso ai Cardinali, del 2 giugno 1943, ribadì il diritto della Chiesa a difendere gli ebrei, «destinati... a costrizioni sterminatrici»? 11 Non ha accertato che tutta l’opera diplomatica della Santa Sede, in quegli anni di guerra, era rivolta, in tutti i Paesi d’Europa, senza alcuna eccezione, a difesa degli ebrei e di tutti gli internati politici?12 Non ha accertato che la “legge anti-ebraica”, applicata nella Croazia del Nord, fu “ostacolata dall’opposizione italiana”, nel sud; e che questa opposizione “era validamente appoggiata dal Nunzio di Zagabria”; e che lo stesso Ambasciatore Kasche la spiegò come dovuta “ampliamente all’influenza del Vaticano”?13 Non ha accertato che, occupata la Francia dagli eserciti tedeschi, la Chiesa protesse gli Israeliti contro lo stesso Governo, tanto che il 13 maggio 1941, il “Paris Soir” si chiedeva: «Chi comanda ai cattolici: il Papato o gli ebrei?»; e il periodico “Je suìs partout”, il 30 ott. 1942, sottolineava: «Tutto è accaduto e continua ad accadere come se la Chiesa sia degli ebrei». Anche la “Oeuvre” del 22 ottobre 1942, scriveva: «Non ci illudiamo: l’alleanza dei grandi arrivisti della Chiesa cattolica con la comunità giudaica resta totale, assoluta» 14.

Rolf Hochhuth non ha accertato che, appunto per questo, Vescovi e Cardinali francesi furono insultati; si chiese, perfino, la testa del Card. Gerlier , e più tardi, anche quella di Mons. Feltin. Il Governo francese comunque, nella persecuzione antisemita, attribuì il suo scacco alla Chiesa. Ed era vero! Ma Hochhuth era un ragazzino, quando capitavano queste cose; quando, alle frontiere svizzere, furono respinti in braccio ai loro persecutori, oltre 40.000 ebrei; quando la Chiesa sola sottraeva Ebrei, quanto più poteva, alla persecuzione, al massacro, ai campi di concentramento e di eliminazione; quando tutto l’Episcopato reagiva e protestava, reiteratamente, per attutire, almeno, la persecuzione. 15

Hochhuth era un ragazzino quando la sera del 16 ott. 1943, le S.S. naziste catturarono, in Roma, più di mille ebrei e Mons. Luigi Hudal, tedesco, per ordine diretto di Pio XII, scriveva al comandante della città: «... Nell’interesse del pie-no accordo tra il Vaticano e l’Alto Comando militare tedesco... io la prego di voler dare ordini perché, immediatamente, vengano sospesi questi arresti, sia a Roma che nelle vicinanze; diversamente, io temo che il Papa prenda, pubblicamente, posizione contro tali arresti; il che darebbe armi alla propaganda»16. Hochhuth era ancora un ragazzino quando Pio XII ordinava ai suoi Nunzi Apostolici di rilasciare “passaporti protettivi” vaticani, a tutti gli ebrei perseguitati dal nazismo;17 quando Pio XII fece organizzare dal clero, d’ogni Paese interessato, un “movimento clandestino”, per sottrarre alla furia nazista e alla deportazione, migliaia e migliaia di ebrei. 18 Hochhuth, inoltre, non ha mai letto le “coraggiose Encicliche”19 di Pio XII, né le chiare “Pastorali” dei Vescovi che denunciavano all’umanità i crimini nazisti, né ha mai letto i famosi “14 discorsi” di Pio XII alla nazione tedesca. Come pure ha ignorato la “decisione” di Hitler, nel 1941, di arrestare, in massa, tutto l’Episcopato cattolico tedesco... (segno evidente, questo, che, anche in Germania, le Gerarchie, dietro chiare direttive pontificie, si erano spinte fino al punto massimo nella loro attività caritativa verso gli Ebrei! Hochhuth ha ignorato che, nei soli anni 1933-39, la Santa Sede ha inviato ben “55 Note” di “proteste” ufficiali, alla Cancelleria tedesca; ha ignorato che Mons. Borgoncini-Duca, Nunzio Apostolico in Italia, riuscì a impedire il trasferimento nei campi di sterminio di quegli ebrei stranieri che i tedeschi avevano rastrellato, in Italia. Ma, forse, Hochhuth ha voluto anche ignorare la macabra frase di Adolf Eichmann: «Io salterò, ridendo, nella tomba perché l’impressione di avere sei milioni di vite sulla coscienza è, per me, la fonte di una soddisfazione straordinaria»! 20

Inutile voler nascondere alla Storia da quale parte pende la paurosa responsabilità morale di quell’eccidio che non ha riscontro (almeno come durata e numero!) nella storia dei popoli, anche più barbari! Il “successo” di quell’ignobile lavoro da scarabeo, che avvoltola lo sterco fuori del proprio recinto, è avvenuto proprio in quegli ambienti sui quali pesa il fatto di aver eliminato21 i sei milioni di ebrei, due milioni dei quali erano bambini! “Il Vicario” ha fornito un “alibi” al tremendo peso della loro coscienza, la quale “sapeva” che c’era tutto un esercito di medici, di infermieri, di soldati aguzzini, impegnati in questo sterminio! Solo Pio XII ha avuto il coraggio evangelico di “condannare” il nazismo e la sua teoria razzista, divenendo, così, il più grande e sincero protettore, il più valido aiuto dei poveri perseguitati. Nel discorso che, il 2 giugno 1948, festa di S. Eugenio, tenne agli Em.mi Cardinali, disse: «... Terrena non metuit! Non temé nulla sulla terra! Ecco il tratto caratteristico che riepiloga la vita e l’attività di tutti i grandi Papi; il tratto di cui la Chiesa ha voluto fare il titolo di onore di tutti i Papi santi. Dal primo momento in cui, nonostante la Nostra indegnità, fummo chiamati a porci al loro seguito, Noi lo abbiamo sentito come un perenne ammonimento per la Nostra condotta, ne abbiamo fatto l’ideale, verso il quale, con tutte le Nostre deboli forze, dobbiamo tendere. In un tempo come il nostro, agitato e agitante, in un tempo in cui la verità e l’errore, la fede di Dio e la negazione di Dio, la supremazia dello spirito e il predomi-nio della materia, la dignità umana e l’abdicazione di questa dignità, l’ordinamento della ragione e il caos della irragionevolezza si af frontano su tutta la superficie del globo, in una lotta definitiva, la missione della Chiesa e del Suo Capo visibile, non può svolgersi ed adempiersi... se non sotto la divisa: terrena non metuit. Aver timore? e di che cosa?». E veramente, la Storia attesta, ormai, come Pio XII si elevò a fermezza apostolica, sempre, nella coscienza di un bene superiore, oltre ogni viltà e opportunismo, proclamando la verità in ogni direzione, e condannando l’errore in ogni sua manifestazione, facendosi difensore della Fede contro ogni materialismo e ateismo. Certo, per un Papa, non è mai facile tracciare un sentiero che passi attraverso il terreno viscido dei partiti e degli Stati. Ma la Chiesa di Cristo, con la sua riga divina e il suo compasso, ancorato all’eterno, ha sempre saputo esplorare e disegnare una sua linea personale, incisiva, che le dà il sicuro movimento della Storia. «Abbracciando, con uno sguardo d’assieme, i trascorsi anni del Nostro Pontificato... Ci sembra che la Divina Provvidenza abbia inteso assegnarci la particolare missione di contribuire a ricondurre, con paziente e quasi estenuante azione, la umanità sui sentieri della pace» 22. Oggi, la Storia, può dare solenne testimonianza a queste Sue parole, a questa Sua generosa, eroica fedeltà con cui adempì alla sua grande missione!

sac. Luigi Villa













L'INFERNO VISTO DAI SANTI

 


Nell'inferno regna pure la tenebra, la notte fonda: in tutte le visioni si parla di tenebre. "Non v'era luce ma tenebre fittissime; eppure quanto poteva dar pena alla vista, si vedeva ugualmente nonostante l'assenza della luce" (S. Teresa). Luogo oscurissimo (S. Veronica). Non c'è che dire, è sempre in atto la stessa logica: il peccato è la negazione di Dio che è luce, vita, bellezza, la verità, l'amore, la fonte in una parola di tutti i valori. Coloro perciò che hanno rifiutato la luce, saranno perennemente nelle tenebre più fitte, perché l'opposto alla luce è appunto la tenebra, la notte, il simbolo di ogni negazione. Chi rifiuta la luce non può che vivere nella tenebra. Tenebra già nella vita terrena e tenebra paurosa nell'inferno. Ma pur nel buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio. 

Nell'inferno è bandito l'amore. Nelle cavernose prigioni e orrendi deserti e laghi dell'inferno - dice la Emmerick - ferve l'eterna e terribile discordia dei dannati. Nell'inferno cioè non può esistere l'amore, perché vi predomina assoluto l'odio verso tutto e verso tutti e anche tra dannato e dannato. Senza amore vi ferve la discordia. La discordia è il contrario della concordia, che è un effetto della carità, dell'amore. La concordia infatti "deriva dal fatto che la carità unisce i cuori di persone in una data cosa, che è principalmente il bene divino, e secondariamente il bene del prossimo". "La discordia è figlia della vanagloria, perché ciascuno degli oppositori si fissa sul proprio punto di vista, senza cedere all'altro; ed è una proprietà della superbia e della vanagloria cercare la propria eccellenza". Nell'inferno non può esserci né pace né amore, e perciò, non potendovi esistere né compagnia né associazione di sorta, vi regna pure la più spaventosa solitudine. Non per nulla è stato detto del diavolo che egli è l'essere non più capace di amare. Ma lo stesso deve dirsi di tutti i dannati. Deve dirsi allora che l'inferno sono gli altri, come ha scritto Sartre. Ciò è vero in pieno proprio nell'inferno dove l'inferno sono gli altri ai quali si vuol fare del male e dai quali si riceve tutto il male possibile. Che se è avvenuto, e può sempre accadere, che qualche dannato - rifacendoci a fatti storici - avverte parenti o amici e conoscenti di stare nell'inferno, esortando a cambiare la vita per non fare la stessa fine, ciò non è dettato da amore o sana preoccupazione. Si tratta solo di misteriosi interventi che i dannati spesso sono costretti a fare, solo perché così vuole Dio nei suoi imperscrutabili disegni. Anche per questo le pene dell'inferno mai potranno attenuarsi: l'amore, da solo, sarebbe già un grande lenimento alle orrende sofferenze. 

Padre Antonio Maria Di Monda

Spirito di sconfinata apertura

 


Vieni ad aprire sull'infinito le porte del nostro spirito e del nostro cuore.  

Aprile definitivamente e non permettere che noi tentiamo di richiuderle.  

Aprile al mistero di Dio e all'immensità dell'universo. Apri il nostro intelletto agli stupendi orizzonti della divina sapienza.  

Apri i nostri giudizi alla luce trascendente del tuo giudizio sovrano.  

Apri il nostro modo di pensare perché sia pronto ad accogliere i molteplici punti di vista diversi dai nostri.  

Apri la nostra simpatia alla diversità dei temperamenti e delle personalità che ci circondano.  

Apri il nostro affetto a tutti quelli che sono privi eh amore, a quanti chiedono conforto.  

Apri la nostra carità ai problemi del mondo, a tutti i bisogni della umanità.  

Apri la nostra attività alla collaborazione con tutti coloro che si adoperano per un medesimo fine.  

Apri il nostro essere, così da renderlo capace di abbracciare tutta la realtà.