domenica 26 settembre 2021

LE CATASTROFI NELLA STORIA DEL MONDO

 


LE  CATASTROFI  NELLA  STORIA  DEL  MONDO 


(A)  Introduzione 

F. Crombette, 

…avendo mostrato giorno dopo giorno che il viaggio nautico cantato da Orfeo non  era un’invenzione ma era veramente avvenuto, e che dunque una grande via d’acqua  esisteva ancora, tra l’Europa e l’Asia, alla fine del XII secolo a.C., … avendo fatto  uscire Atlantide dalla sua leggenda e ricordato le testimonianze della sua esistenza  passata e della sua scomparsa alla fine di questo stesso 13° secolo a.C.,… infine, dopo avere ricordato gli avvenimenti miracolosi  che hanno marcato l’uscita degli Ebrei  dall’Egitto, nel -1226, e che ci sono stati fedelmente riferiti da Mosè nella Bibbia,  confermati d’altronde in antiche cronache o iscrizioni geroglifiche, ci è sembrato del  massimo interesse di ricercare le tracce, lasciate nella memoria collettiva dei popoli,  dell’evento cosmico che noi sospettiamo essere la causa fisica di queste catastrofi. 

Questa memoria dovrebbe essere presente nelle loro scienze (in particolare  astronomiche), nei loro costumi e religioni, e particolarmente nelle loro leggende e mitologie . In questa parte, noi ci applicheremo soprattutto a ricercare, negli scritti dei  primi storici e cronisti, la memoria dei fatti più significativi del passato antico, così  come ha potuto giungere loro attraverso testimonianze orali e scritte che erano ancora  disponibili alla loro epoca.  

Attingeremo tutti questi riferimenti nell’opera di I. Velikovsky “Worlds in Collision” da cui prenderemo alcuni ragionamenti , e trascriveremo, riassumendole,  ampie parti di testi. 


(B)  Le peripezie della storia del mondo 

Le differenti “pulsioni” della storia del mondo (e precisamente di quella della Terra)  corrispondono stranamente alle peripezie della storia degli uomini. E se quest’ultima è  soprattutto segnata dall’infedeltà al loro Creatore, la prima lo è innegabilmente per le  catastrofi che l’hanno periodicamente sanzionata.  

I popoli antichi dividevano la storia del mondo in sezioni distinte (o ère, o età),  separate da cataclismi che annientavano, con i popoli, i loro paesi, le loro civiltà,  culture e tradizioni; i superstiti ricominciavano allora la storia sotto un nuovo “sole”.   Secondo le fonti, ci sono state 4, 7, 9 o 10 età (o “soli”). L’attribuzione di un sole diverso ad ogni età segnalava chiaramente che “i movimenti del cielo” (almeno, così  come apparivano visti della terra) erano stati modificati.  

Ma il numero di 4 è più generale (saremmo attualmente nel 5°). Ora, troviamo  nell’opera di F. Crombette cinque grandi cataclismi, separati da quattro periodi storici  (il 5° è il nostro, essendo il periodo antidiluviano considerato come preistorico).4  

Questi cataclismi sono stati:  

1. - Il Diluvio universale, purificazione della terra infestata dal vizio generalizzato  degli umani. Esso pone fine al periodo preistorico che si conosce solo dalla Bibbia e  dalle tradizioni pagane trasmesse dalla discendenza di Noè.  

2. - La “surrezione” o comparsa di Atlantide, associata alla formazione dell’Oceano  Scitico, il cui scopo era di permettere il popolamento delle Americhe e delle isole  disperse sul globo dopo il Diluvio.5 

3. – L’ “affondamento” di Atlantide, associato alla scomparsa dell’Oceano Scitico che comportò, con la punizione di popoli infedeli, la paura del Cielo –presto trasformata dal Maligno in superstizioni pagane e mitologie politeiste– un rimestamento  generale delle popolazioni e, soprattutto, la separazione del popolo eletto di Dio  (l’Esodo).  

4. - Il prodigio lunisolare del tempo di Giosuè (di cui il prolungamento del giorno fu  solo uno degli effetti, nella distruzione dei nemici di Israele).  

5. - Il prodigio solare del tempo di Isaia 6, nuovo segno dell’Onnipotenza divina che  ridiede fiducia al popolo eletto, ma che anche comportato la distruzione dei suoi  nemici.   

Il quinto periodo che noi viviamo, segnato dall’Incarnazione Divina, aurora di una  Nuova Alleanza, doveva eliminare qualsiasi eventualità di una nuova “correzione” da  parte del nostro Creatore. Ma la perversione generalizzata del nostro mondo attuale non  fa forse supporre l’imminenza della sua fine?  7 

Di questi “periodi” del mondo ci sono rimaste numerose tradizioni; eccone alcune:  

- Uno dei primi autori greci ha parlato di quattro età, quattro generazioni di uomini,  che furono distrutti dal corruccio degli dèi “pianeti”. La terza età fu quella del bronzo.  La generazione seguente ripopolò la terra, impiegando ancora il bronzo… e cominciò a  utilizzare anche il ferro. Gli Eroi di Troia appartengono a questa generazione (la sua),  quella dell’età del ferro.8 

- Esiodo descrive la fine di un’epoca a causa del fuoco (eruzione vulcanica?), dello  scuotimento della terra (terremoto?), e delle onde dell’oceano (tsunami?), ecc..., ibid.  

- In Lucius Ampelius si trova: "Soles fuere quinque” (vi furono cinque soli), nel suo “Liber memorialis” IX, che corrisponde esattamente alla frase di Gomara, nella sua “Descrizione della Conquista del Messico”: “cinco soles que son edades”. 

- La tradizione delle quattro età si ritrova sulle rive del golfo del Bengala e sui monti  del Tibet, l’attuale essendo la quinta. 9 

- Il libro sacro indù “Bhagavata Purana” parla di quattro epoche, e di cataclismi  che distruggono quasi interamente l’umanità mettendo fine ad ogni epoca. L’“Ezur  Vedam” e il “Bhaga Vedam” conservano la nozione di quattro età. 10 

- Un’altra fonte parla di sette epoche. 11 

- Infine, anche uno dei libri dell’Avesta parla di sette età, ma vi vede dei “millenni”.   - Nelle cronache del regno messicano (l’impero azteca), è detto che gli antichi  sapevano che prima che il cielo e la terra attuali fossero formati (nella loro forma  attuale), l’uomo esisteva già, e la sua esistenza si era sviluppata quattro volte. 12 

- La tradizione che parla delle epoche del mondo, precipitate in catastrofi cosmiche,  è molto persistente nelle due Americhe, tra gli Incas 13 e i Maya. 14

- Nelle Hawai 15 e nelle isole polinesiane 16 si parla di nove età.  

- Gli Islandesi, dal canto loro, credevano a nove età (tradizione dell’Edda). 17  

- Nella tradizione rabbinica, sei età sono state vissute prima della nostra éra, e la  terra fu rifatta (riorganizzata), a sei riprese  18, per mezzo di grandi cataclismi che ne  hanno cambiato la faccia.  19  

I cataclismi che delimitavano questi periodi (o “età”, o “soli”), sempre associati a  delle modificazioni dell’aspetto del cielo, sono stati osservati e descritti da tutti i popoli  della terra, che li hanno integrati nei loro miti, fatalmente deformandoli. Essi sono stati  spesso associati ai personaggi importanti del tempo che vi hanno lasciato il loro nome  (Diluvio di Deucalione, Diluvio di Ogyges, ecc...), o anche attribuiti mitologicamente  agli dei che figuravano gli astri in causa  (incendio di Fetonte, per esempio).  

Queste antiche tradizioni, peraltro, differiscono sensibilmente da un popolo all’altro,  sia nel numero delle “età” che nella loro cronologia; e senza uno studio serio (ancora da  fare) il loro utilizzo cieco non potrebbe che condurre ad ipotesi fantasiose. Noi qui  riterremo in particolare quelle che concernono, con sufficiente probabilità, il periodo  dell’Esodo, la cui relativa vicinanza permette abbondanti raggruppamenti.  


(C)  Descrizione delle calamità accadute al tempo dell’Esodo 

1 .- Provenienti  dal  cielo  

Le polveri rosse: 

- Il manoscritto Quiché dei Maya parla di un grande cataclisma, con terremoti,  perturbazioni solari, e la trasformazione dei fiumi in “sangue” 20. 

- In Tracia, la cima delle montagne si chiamò “Haemus” (rosso), nome che Apollodoro attribuisce al torrente di “sangue” che scese dalla montagna 21; e una città egiziana  ricevette lo stesso nome, per una ragione simile 22.  

- In Egitto, il colore rosso è attribuito al “sangue” di Osiride.  

- A Babilonia, è il “sangue” del mostro celeste Tiamat scannato 23.  

- In Finlandia, il mondo è asperso di “latte rosso” nel tempo dello sconvolgimento cosmico 24.  

- Tra i Tartari dell’Altai: il cataclisma dove il “sangue” colora il mondo di rosso è  seguita da un incendio generale. 

- Negli inni òrfici..., è un’“epoca” in cui il mare si agita sollevando delle onde purpuree 25. 

- Cos’è che ha dato al mar Rosso il suo nome? Non certo i coralli, giacché,  normalmente, è blu scuro. Fu il suo colore al momento dell’Esodo.  

- La montagna di Seir, dove errarono gli Israeliti, si chiamò “Edom” (rosso)  

- L’Eritrea (erythraïos: rosso, in greco). Il mare di Eritrea era, nell’antichità, il golfo  d’Arabia, e designava ugualmente il mar Rosso 26.  

Vi sono state “piogge rosse” in altre epoche, ma erano meno importanti e molto localizzate 27.  

Il carattere veramente generale delle piogge rosse dell’Esodo fa evocare un’origine cosmica, più che vulcanica.   

Le piogge di pietre: 

- Ceneri, poi meteoriti (grandine di pietre). Secondo il Midrash e il Talmud, erano  brucianti (quindi non erano blocchi di ghiaccio) 28.  

- In Messico: anticamente, il cielo fece piovere “non acqua, ma fuoco e pietre roven-   ti”29. Vi furono associate delle piogge di nafta, come attestano numerose testimonianze  (papiro Ypuwer, Bibbia, Midrashim, Voguls siberiani, tradizioni delle Indie olandesi e  messicane)  30. 

Le tenebre: 

Molte testimonianze riportano di tenebre consecutive a un cataclisma, che duravano  anche più mesi. Il grado di oscurità vi è mal definito, e non vi sono dei criteri che  possano permettere di datarle, salvo quelli di origine egiziana che si rapportano  all’Esodo  31. 

La luce: 

L’ultima notte era brillante come a mezzogiorno, nel giorno del solstizio d’estate,  secondo i midrashim. Durante il Passaggio, una strana luce illuminò per guidare gli  Israeliti di notte.  

Gli insetti: 

Questa piaga è stata descritta nel libro dell’Esodo, e la si ritrova anche in fonti  egiziane. Ma anche nel testo pehlvi del Bundehesh iraniano 32 e negli annali cinesi del  tempo di Yao, come pure nelle tradizioni delle isole dei mari del Sud 33. Il Baal Zevuv  dei Filistei (o Belzebù di Matteo, Marco e Luca) era il dio delle mosche (ora, lo si  rapporta a Lucifero che era il la Stella del Mattino).   

Il vento di uragano: 

- Terribile, sconvolse la terra, durante un cataclisma cosmico 34. 

- L’uragano devastò e portò via le città e le foreste 35. 

- Un tornado soffiò selvaggiamente tra i detriti che cadevano dal cielo; l’agente fisico  era “Hurakan” (da cui viene uragano). Esso portava via case, alberi, e anche la terra e  le rocce 36. 

- Questo tema è frequente nei Veda indù e nell’Avesta persiano, ed è evocato sotto il  termine di “diluvium venti” 37, di “vento cosmico” 38.  

- Gli indigeni di Puamotu, in Polinesia, raccontavano che la terra, sommersa dall’Oceano, ne fu liberata dal “Tefaafanau” (dove si ritrova la parola Tifone). I  Polinesiani celebrano un dio: “Taafanna” 39 e si ritrova questa parola sotto la forma “Tyfoon” (vortice) in Arabia, dove “Tufan” è il diluvio; e anche in Cina, si ha “TyFong” 40. La consonanza stessa di questa parola evoca il suono della tempesta. La  ritroveremo più avanti nella mitologia e vedremo il suo rapporto con il tempo  dell’Esodo, che fu spazzato dal “vento violento” di cui parla il passaggio biblico.  

- Il mare del Passaggio (“Jam Suf”, in egiziano) non viene dalla parola canna, come  si è detto (“mare delle canne”, è stato tradotto), ma da “Suf”, “Safa”, uragano.  

Tutto ciò indica che questi venti non avevano nulla di comparabile con i “venti forti” delle tempeste attuali, ma erano un soffio... catastrofico, del tutto straordinario.   

Le irregolarità degli astri:  

I racconti di queste catastrofi parlano generalmente delle perturbazioni solari, lunari  o delle stelle. Bisogna intendere qui semplicemente una perturbazione del movimento  della terra, o, tutt’al più, delle posizioni geografiche di essa rispetto al cielo.  

Isaia, nelle sue profezie, parlando di un cataclisma, sapeva che esso avrebbe  comportato tali modificazioni geografiche. Non dice Isaia, 13,13 “Farò sobbalzare i  cieli e la terra sarà mossa dal suo posto per lo sdegno del Signore degli eserciti, nel  giorno della sua ira ardente”? Il che si è verificato. Il rifacimento dei calendari lo  attesta; giacché non vi sono altre spiegazioni possibili per i rimaneggiamenti successivi  del calcolo del tempo, dei mesi e delle stagioni. di cui abbiamo tanto di testimonianze,  per il periodo che va dall’Esodo a Isaia, e per dei popoli sparsi su tutto il globo.  

Erodoto racconta di una strana conversazione con i sacerdoti egiziani: il sole, nel  corso della loro storia, avrebbe cambiato quattro volte il luogo dell’alba e del  tramonto41! Questo passaggio di Erodoto ha molto sconcertato i commentatori 42. Ma  Pomponio Mela ha scritto, nel I secolo, che quei quattro cambiamenti, descritti dagli  Egiziani, non riguardavano solo il sole, ma l’insieme delle stelle 43. Questi  fenomeni,  che oggi sembrano impensabili, si ritrovano segnalati nelle fonti egiziane dirette  (Papiro magico Harris; Papiro Ipuwer; Papiro Ermitage). Come vedervi solo delle interpretazioni poetiche, quando numerosi dettagli indicano certamente la realtà fisica  di questi eventi: spostamento dei poli, delle stagioni, del clima? 44 Ma l’evento più  straordinario fu l’apparizione nel cielo di una cometa spaventosa, che i popoli atterriti  consideravano responsabile –giustamente– delle calamità che essi sopportavano.  

In Lapponia, si riporta che “Jubmel”, il signore del cielo in persona, discese...  lanciando fiamme di collera, simili a serpenti di fuoco... 45  

La storia di Fetonte, che citeremo di seguito, è uno dei migliori esempi in cui il  ricordo di testimoni oculari si “dissolve” in un racconto mitologico, come i sacerdoti di  Saïs spiegano molto bene al greco Solone 46. 

(Vedremo, nelle pagine seguenti, il posto avuto da questa stella cometa nell’esistenza del popolo di Israele, tra l’Esodo e Isaia).  


2. - Provenienti dal suolo  

I terremoti: 

Ipuwer fu testimone del crollo dei palazzi egiziani 47. La testimonianza di terremoti  è generale, in quanto questo fenomeno è sempre presente in ogni catastrofe e, al  momento dell’Esodo, era quasi generale. 

A questo proposito, I. Velikovsky fa un’osservazione molto interessante, stupendosi  della traduzione di “Bkhor” con “primo nato” nel testo della decima piaga. Egli ritiene  che c’è stata una deformazione della parola, che si doveva leggere “Bchor”, che  significa “scelto” (nel senso di “persone scelte”, il “fior fiore”). Tutto questo bel  mondo abitava in case di pietra, così vulnerabili ai terremoti, mentre la gente comune e  gli Israeliti vivevano in capanne o baracche modeste, insensibili ai movimenti del  suolo. E la decima piaga “invocata” da Mosè, consistette allora nella morte improvvisa  dell’alta società egiziana, colpita brutalmente nella notte del sisma, la vigilia di Pasqua.   Le fonti egiziane fanno memoria di queste piaghe, tra le quali la caduta delle case  sui loro occupanti, a causa di un sisma devastante, che ha lasciato il ricordo di una  severa ecatombe. È così che furono risparmiati gli Israeliti e il popolo innocente, di cui  una parte li seguì nell’Esodo  48. 

Eruzioni vulcaniche: 

Queste, che sono state responsabili delle emissioni di pietre e lapilli nelle loro  immediate vicinanze, lo sono state soprattutto delle nuvole di cenere e di polveri tenaci  che ingombrarono l’atmosfera per molto tempo, oscurando il sole e causando le famose  tenebre spesso evocate. 

Al momento dell’Esodo alcune eruzioni sono segnalate, come nel Sinai e nel deserto  d’Arabia, ma ve ne furono ben altre che però non attirarono l’attenzione dei cronisti.   Abbiamo visto che gli Argonauti furono testimoni del risveglio dell’Etna, come pure  dell’apparizione di vulcani sottomarini:  emersione dello scoglio di Scilla,  in Sardegna  e di una nuova isola presso Delos, nelle Cicladi. 


Sollevamento di fondi marini e affondamento di continenti: 

L’affondamento di Atlantide e del gruppo di isole che si estendeva fino alle  Bahamas e alle Antille, e il sollevamento dell’Asia Centrale, svuotando delle sue acque  l’Oceano Scitico, furono contemporanei del re di Grecia, Teseo, dunque dell’Esodo.  

3 - Provenienti  dagli  oceani  

I sismi e i vulcanismi sottomarini provocarono delle variazioni repentine del livello  dei mari, generando dei maremoti che l’uragano amplificava. Le descrizioni che sono  state fatte nei resoconti che ci sono pervenuti sono spesso considerate come esagerazioni poetiche.  

Si legge, nella storia cosmogonica della Lapponia: “... la terra tremò di terrore, di  modo che gli strati superiori affondarono e, precipitando negli abissi così aperti, molti  uomini perirono… Hubmel, il Signore del cielo, scese di persona... io alzerò il mare in  un muro di altezza gigantesca che precipiterò sui di voi, maledetti figli, ecc.” ... 49  

Per chi ha assistito da vicino a Villequier, in Normandia, all’arrivo di un mascheretto sulla Senna, con un terrificante boato, sa molto bene cosa può significare questa  “muraglia marina”, anche se quella che ha potuto vedere non ha superato i 5 metri di  altezza.  

I movimenti marini o oceanici non erano solo ciò che si chiama correntemente  “maremoto”; le maree gigantesche che seguivano, amplificandoli, i movimenti della  crosta terrestre, avevano l’aspetto di vere e proprie montagne d'acqua che potevano  sommergere i continenti per migliaia di chilometri, spazzando via tutto al loro  passaggio. Si è calcolato che la marea provocata da una cometa della grandezza della  terra e che passasse a una distanza pari a 4 volte il suo diametro, solleverebbe l'acqua a  4 chilometri di altezza 50. 

Gli Indiani Choctas dell’Oklahoma raccontavano che, essendo la terra immersa nelle  tenebre... una viva luce apparve..., ma erano onde, alte come montagne, che si avvicinavano rapidamente 51. Il fatto che vi siano stati dei sopravvissuti per raccontarlo, lascia  pensare che queste “montagne” potevano essere delle colline. Tuttavia... nei Midrashim  troviamo la descrizione seguente: “le acque si ammucchiavano all’altezza di 2,5 km ed  erano visibili da tutte le nazioni della terra” 52; e nelle Scritture: “le acque ricoprivano  le montagne e furono sollevate fino ai cieli” 53. Qui, l’esagerazione poteva voler  magnificare la potenza di Dio, e suggerire una altezza fantastica delle acque.  

Ma dei massi erratici pesanti fino a 10.000 tonnellate sono stati trasportati a molti chilometri dal sito di provenienza, ed è stata proprio l’acqua a spostarli! 


(D) Tutti questi disordini indicano come causa la  prossimità  di  una  massa  cosmica 

 

1 - Una cometa si è avvicinata alla Terra. È stata identificata con Venere.  

Forniamo in allegato alcune precisazioni fisiche, da dove emerge chiaramente che  tutte le calamità sopra descritte –ampiamente evocate nelle leggende, nei miti o nei  racconti epici dove si trova conservata la memoria collettiva dei popoli– sono  precisamente quelle che provocherebbe il passaggio, in prossimità della terra, di una  cometa importante. Ora, si dà il caso che questa cometa le cui diverse descrizioni  convergono, è designata come Venere, divenuta in seguito la stella del mattino o della 54sera. Cosa pensarne?   

Noi conosciamo Venere come un pianeta molto calmo, il cui ciclo è particolarmente  stabile. Ma… è sempre stato così? Gli antichi sistemi astronomici contavano solo  quattro pianeti, quelli visibili ad occhio nudo. Erano: Saturno, Giove, Marte, Mercurio.  Ora, avrebbe dovuto esserlo anche Venere 55.  

I Bramini non menzionavano mai cinque pianeti 56. L’astronomia babilonese nemmeno (dice però che in un’epoca successiva Venere si riunì ai primi quattro) 57, e  Apollonio di Rodi fa allusione a un tempo in cui “tutti gli astri non erano ancora nel  cielo”.58 

Un tempo esisteva una tradizione, che si ritrova tra popoli molto lontani gli uni dagli  altri, che: un astro ritornava ogni 52 anni in prossimità della terra, e questo ritorno era  atteso con ansia, poiché talvolta si accompagnava a catastrofi terrestri spaventose 59.  Quando questo ritorno avveniva senza “danni” l’angoscia si trasformava in giubilo e  gratitudine alla divinità celeste (era Venere o un suo equivalente); si facevano dei  sacrifici umani rituali, e un nuovo ciclo cominciava 60. Questa antica usanza messicana  è d’altronde rimasta tra gli Skidi Pawnèe del Nebraska, che facevano dei sacrifici  umani alla “Stella del mattino” divenuta pianeta, quando essa era più brillante del  normale 61.  

Nel Codex Vaticanus, le “età” del mondo sono calcolate per multipli di 52 anni,    ma, contrariamente al sistema citato da Ixtlilxochitl (vedi nota 234), esso aggiunge un  numero variabile di anni a questa cifra (per tener conto delle irregolarità delle comete  dovuta all’influenza dei loro incontri?).  

Si noti che il cinquantesimo anno ebraico era l’anno giubilare: (7 x 7) + 1 = 50. Di  modo che ogni sette giorni tornava il sabbat, e ogni 7 anni l’anno sabbatico. Il primo  giorno di questo anno giubilare era il giorno delle Espiazioni 62.  

Per quale ragione questo sentimento di timore e di penitenza ogni 50 anni? A circa  due anni di differenza, i Maya, che ignoravano le tradizioni giudee, avevano un giorno  di “espiazione” similare.  

Quel giorno, gli Israeliti inviavano un capro (emissario) ad Azazel, nel deserto 63.  Azazel (o Satana) era Lucifero, la stella precitata dal firmamento. La si chiamava anche  Azzael, Azza, Uzza 64. Uzza che, per i rabbini, era l’angelo-stella dell’Egitto precipitato  nel mar Rosso al momento dell’Esodo 65. 

Se, per gli Egiziani, era a Seth Tifone (Tifone non è altro che una rappresentazione di  Venere) che il capro era consacrato 66, per gli Arabi, era ad Al-Uzza che si offrivano  sacrifici umani.  

Tutte queste culture (o superstizioni) si sovrapponevano, e avevano la stessa origine:  il carattere minaccioso di un astro divinità, angelo o demonio, a seconda del livello a  cui lo si poneva. E questo carattere temibile risaliva all’epoca della sua manifestazione  sotto forma di cometa, astro di fuoco trascinante una coda serpente–nuvola, che  perturbava l’atmosfera e precipitava sulla terra una grandine di pietre, sollevava gli  oceani e faceva scaturire il fuoco dalla terra scossa.  

Il carattere di “cometa” che presentava l’astro, il cui nome di Venere è rimasto  (anche dopo che si è stabilizzato in “pianeta”), è dimostrato dalla periodicità di una  cinquantina di anni (orbita allungata) attestata da queste antiche tradizioni anteriori  all’Esodo. (È del resto possibile che questa periodicità sia quella dei suoi avvicinamenti  alla Terra, che la rendevano visibile a occhio nudo e talvolta molto pericolosa). Questo  carattere è confermato anche dalla presenza della sua “coda”.  

Per i Messicani precolombiani “la estrella que humeaba” (la stella che fumava) era Sitlae choloha, che gli Spagnoli chiamavano Venus (Venere) 67. Per i Messicani, una  cometa era “una stella che fuma” 68, ma essendo il verbo “fumare” all’imperfetto, indica che all’epoca della conquista essa non “fumava” più; era dunque allora un pianeta. 

 Nei Veda, Venere assomiglia a fuoco con del fumo 69, il che è confermato anche dal Talmud 70.  

Per i Caldei, Venere aveva una chioma 71, termine ancora usato in astronomia  quando si parla di comete. Per gli Arabi e i Babilonesi, Ishtar (Venere), era Zebbaaj, da  avvicinare al Zevuv o Zebuth, dei Cananei, che evoca la piaga delle “mosche”, nel dio Baal-Zevuv.  

Si può pensare che la cometa si avvicinasse molto alla terra, giacché la sua  luminosità era comparata a quella del sol levante. Un testo cinese dice che era visibile in pieno giorno 72. 

2 - La terra incontra la coda della cometa 

Durante l’Esodo, sembra probabile che i fenomeni osservati: nube luminosa o scura,  grandine di pietre, siano provenuti dalla coda della cometa, avendo la Terra captato con  l’attrazione della sua massa la parte che le era più vicina. Tutti i corpuscoli e le polveri  che la formavano, illuminati dal sole, dovevano darle l’aspetto di un serpente di fuoco, spesso evocato, e diffondere una strana luce.  

3 - Interpretazioni mitologiche  

La dea Venere, che personalizzava questa cometa, è stata coinvolta in molti intrighi,  avventure, o avatar, di cui la maggior parte non era che la trasposizione in un  linguaggio velato di fatti osservati. Ed essa ha giocato questi ruoli sotto una varietà di  nomi, cambiando da un popolo all’altro.  

Essa fu Minerva, e Vesperugo per i Romani; Iside, ma anche Seth-Tifone per gli  Egiziani; Anaitis per gli Iraniani, Lucifero, ma anche Azazel per gli Ebrei, Astarte,  Ishtar, ma anche Zebbaj, Ashteroth-Karnaim per gli Assiro-Babilonesi e gli Arabi;  Tistrye per gli Indù; Pallas-Athene, poi Hispèros, ma anche Pallas-Tifone per i Greci,  senza dimenticare Fetonte da cui tutto ha inizio.  

In effetti, la sua storia comincia al tempo dell’Esodo, e avendo l’astro subìto  trasformazioni, è lo stesso per le dee o gli dei che esso raffigura. La storia di Fetonte è  raccontata molto bene da Ovidio: il “carro del sole” mal condotto da Fetonte (la  traiettoria del sole nel suo percorso diurno aveva dovuto essere modificata) fuori dal  suo percorso abituale, slitta sull’orizzonte e incendia la terra 73.  

Tra l’Esodo e Isaia questo pianeta ancora un po’ cometa ha dovuto “errare” su orbite  variabili con periodi irregolari, subendo le azioni dei pianeti che ha potuto avvicinare.  Perse definitivamente la sua coda e, infine, si stabilizzò sulla sua orbita attuale, una  parte importante della sua energia essendosi trasformata in calore. Queste irregolarità di  Venere erano note agli Israeliti.  

Il libro di Giobbe fa dire al Signore: “Sai tu far uscire Mazzaroth (Venere) al suo  tempo? Conosci tu i cambiamenti del cielo?” Questo Mazzaroth ha posto un problema  agli esegeti! Nella Vulgata (Latina) San Girolamo ha sostituito “Lucifero” al posto di  Mazzaroth. Ma nei Settanta (greco) è detto: “Puoi tu portare Mazzaroth al suo tempo,   e condurre la stella della sera?”  

Durante il suo periodo di instabilità (tra l’Esodo e Isaia) Venere aveva conservato  una parte della sua coda che, oscurata nella sua parte centrale dal cono d’ombra del  corpo principale, le conferiva l’aspetto di una testa con le corna. È forse questa analogia  che la fa assimilare a vari animali con le corna: vitelli, buoi (Apis), mucche, tori, ecc...  e che sono stati oggetto di culti idolatrici.  

Gli Ebrei infedeli, dimenticando Dio e attribuendo la loro fuga dall’Egitto a questo  solo astro, adorarono il vitello d’oro. imitando in ciò i popoli vicini. È probabilmente in  ricordo di questo astro “salvatore” che i Giudei hanno adottato come simbolo la stella a  sei punte. Mosè, per stornare il loro bisogno incorreggibile di oggetti da venerare, fece  costruire il serpente di rame, oggetto sacro che ricordava loro il “serpente luminoso”  che illuminò la loro fuga. (Al tempo di Isaia, considerato come oggetto di idolatria,  questo serpente fu distrutto). 

Questa cometa “con le corna” figurava anche Lucifero (il portatore di luce), cioè  Satana: si devono attribuire a questo ricordo le corna con le quali l’immaginazione  popolare rappresenta il Diavolo? Gli Egiziani adoravano questo astro-divinità sotto la  forma di un toro; la Grecia micenea, sotto quello di una vacca d’oro con una stella sulla  fronte; e il culto della vacca perdura in India. 

Ma un giorno apparve la nostra bella stella del mattino. L’apparizione di questa  nuova stella corrispose alla nascita mitologica di una divinità: Atèna (o Minerva).  Secondo S. Agostino, si diceva che Minerva (la tritonide) era apparsa la prima volta  vicino al lago Tritone, lago africano che, secondo Diodoro, scomparve in un cataclisma.  Egli situava questa apparizione al tempo di Ogyges (dunque al momento di un grande  cataclisma), ma si chiedeva quale astro poteva essere personificato da Atena. 

Altre fonti situano questa apparizione all’epoca di Deucalione, che conobbe un  cataclisma ancora più disastroso e che S. Agostino pone al tempo di Mosè 74. Regna     la massima confusione tra queste due epoche, ma vedono tutte la comparsa di Venere  in un cataclisma.  

I testi messicani riportano che un corpo celeste a forma di serpente… perse  successivamente la sua forma di serpente, e Quetzal-Cohatl divenne la grande stella  brillante che apparve ad Est, la stella del mattino chiamata Tlahuizcal-Panteucli 75.   Questa trasformazione è raccontata da Marco Varrone: “Venus, chiamata  Vesperugo” da Plauto, e l’“adorabile Hesperos” da Omero, fu l’oggetto di uno strano  prodigio: essa cambiò di colore, di dimensione, di forma e di traiettoria, il che non era  mai avvenuto e non si riprodusse più 76.  

Il diciannovesimo giorno del primo mese dopo la luna d’equinozio di primavera  (mese di marzo) era, nel calendario Babilonese, un “giorno di collera”. Questo  diciannove era il Quinquatrus Romano, e Ovidio dichiara che Venere nacque quel  giorno. Ora, la nona piaga (quella delle tenebre) ebbe luogo il 18 marzo, e il grande  sisma (con la morte dei primogeniti, la decima piaga) la sera del 25. La corrispondenza  delle date è significativa, e la correlazione tra Minerva e questo cataclisma è certa.  

In una cronaca samaritana, è scritto che nel corso della conquista della Palestina da  parte di Giosuè, “una stella si levò a Est, contro la quale ogni magia è vana” 77, e,  nelle cronache cinesi, “una stella apparve a Est al tempo di Yao”. 78 

Questa “apparizione” di Venere (stella nuova che non si conosceva prima, almeno  sotto questa forma) è dunque una realtà stabilita da molte testimonianze. Il nome latino  di Venus viene da “venire”. 


CONCLUSIONI 

Le Scritture ci dicono che il Diluvio Universale mise fine ai tempi preistorici.  Benché quei tempi siano molto lontani da noi, pochi, sotto l'influenza modernista,  osano ancora prestarvi fede.  

E tuttavia, anche nel corso della nostra epoca –quella storica– l’intervento di  cataclismi spaventosi non è solo una semplice ipotesi: è una certezza che si basa su fatti  ben documentati. Ma le cause fisiche che Dio fece agire non ci sono state rivelate.  

La spiegazione che noi abbiamo intravisto –l’azione gravitazionale di una stella  errante– è dunque soltanto un’ipotesi, ma fondata sulla logica. Essa conserva dunque  tutto il suo valore, finché non sarà stata dimostrata falsa, o impossibile, il che è lungi  dall’essere.  

Nel quadro di questa ipotesi, l’attribuzione di questo ruolo a Venere (cometa divenuta pianeta), di cui tutto il merito va a Velikovsky, è una seconda ipotesi che si  sovrappone alla prima, che ha l’interesse di basarsi su delle testimonianze umane  innumerevoli.  

Anche se queste sono a volte confuse e hanno perso col tempo una parte del loro  impatto, la loro concordanza, a dispetto della diversità delle loro fonti e del loro  numero, sono un criterio che non si può eludere. Noi ne abbiamo riportato e commentato qui l’essenziale 79. 

Abbiamo tuttavia preso in considerazione soltanto questa parte delle tesi di I.  Velikovsky, che è la meglio fondata. Essa ci ha permesso di completare, confrontandolo, il notevole studio che F. Crombette ha fatto di questo periodo chiave della  storia umana. Si vede così Venere come esecutrice dei disegni di Dio nel corso della  storia degli uomini, che manifesta il Suo corruccio e la Sua potenza ogni 7x7+1 anni  (secondo i numeri sacri con cui ha codificato le sue opere): - sia per punire l’infedeltà  del popolo che aveva eletto, - sia per venirgli in aiuto contro i suoi nemici. 


Tratto dal libro  

“Gli Argonauti – L’oceano Scitico – L’Esodo”,  

di Etiènne Broens, membro del CESHE 

Luisa Piccarreta è una Santa come tutti gli altri Santi, o ci troviamo davanti a qualcosa di nuovo?

 


Le difficoltà che Luisa trova nel suo iter nella Chiesa sono dovute a quello che lei ha scritto.  Qualcuno si è espresso più di una volta dicendo: “Luisa è sicuramente una santa, una grande santa;  ma che peccato che abbia scritto! Che disgrazia i suoi scritti!”  È incredibile, ma vero. 

Chi parla o scrive di lei non può ignorare che abbia scritto, che cosa ha scritto e perché lo ha fatto.  E parlare di tutto questo secondo verità, è molto scomodo. Oggi vanno di moda “i kamikaze”; quando  parlo di Luisa mi sembra che divento uno di loro. Vorrei che chi legge o chi ascolta si sentisse scuotere  la coscienza o si svegliassi dal sonno. Soprattutto vorrei che i responsabili della causa di beatificazione  facessero “un salto sulla sedia” ed entrassero in crisi su quello che stanno facendo e su come lo fanno.   È vero che l’anteriore Arcivescovo di Trani e l’attuale hanno dato ordine di non stampare per  adesso nessun libro di Luisa, anche perché in questi ultimi anni vi è stata non poca confusione e tanti  hanno fatto come a loro sembrava bene, delle volte senza criterio e anche senza garanzie di fedeltà in  ciò che si è stampato e nelle traduzioni; insomma, senza aspettare la Chiesa. Adesso non è più tempo  d’improvvisare, ognuno secondo la propria iniziativa, ma, mi sembra giusto, la Chiesa vuole mettere  ordine e serietà in tutto questo e dobbiamo obbedire, con fiducia nel Signore, perché succede solo  quello che serve al suo Disegno d’Amore.  

Ma mi sembra che c’è anche il pericolo, come dico in una mia conferenza, di voler fare di Luisa “una Santa” (una Santa in più),  evitando il problema dei suoi scritti, della sua dottrina, perché non la  si conosce, né si capisce e… forse non c’è neanche il desiderio di capire. Temo che non ci sia  sufficiente amore alla Verità, sufficiente apertura sincera del cuore per accogliere quello che il Signore  ci offre. Ecco perché, come alcuni dicono, “Luisa Piccarreta è uguale a tutte le altre Sante e bonanotte!”  La risposta è nelle parole stesse di Gesù e di Luisa: 

"Figlia diletta mia, non ti meravigliare di ciò che vedi, perché non sei sola o unica, perché in  tutti i tempi ho avuto le anime, dalle quali, per quanto può una creatura, potessi ricevere in  qualche modo perfettamente lo scopo della mia Creazione, Redenzione e Santificazione, e la  creatura potesse ricevere tutti i beni per cui l’ho creata, redenta e santificata. Altrimenti, se Io  non avessi in ogni tempo sia pure una sola, si renderebbe vana tutta la mia opera, almeno per  quel tempo.  

Questo è ordine della mia Provvidenza, della mia Giustizia e del mio Amore, che in ogni  tempo ci sia almeno una sola alla quale Io possa partecipare tutti i beni, e che la creatura mi  dia tutto ciò che mi deve come creatura; altrimenti, a che pro mantenere il mondo? In un  momento lo sconquasserei. E perciò, appunto, mi scelgo le anime vittime, affinché, come la  Divina Giustizia trovò in Me tutto ciò che dovrebbe trovare in tutte le creature e mi partecipò  insieme tutti i beni che avrebbe partecipato a tutte le creature, in modo che la mia Umanità  conteneva tutto, così nelle vittime trovo tutto in loro, e partecipo ad esse tutti i miei beni.  

Nel tempo della mia Passione vi ebbi la mia carissima Madre, e mentre le partecipavo tutte  le mie pene e tutti i miei beni, Essa, come creatura, era attentissima a radunare in Sé tutto ciò  che mi avrebbero fatto le creature; quindi Io trovavo in Lei tutta la mia soddisfazione e tutta la  gratitudine, il ringraziamento, la lode, la riparazione, la corrispondenza che dovevo trovare in  tutti gli altri. Poi veniva la Maddalena, Giovanni, e così in tutti i tempi della Chiesa. Onde per  fare che tali anime mi siano più gradite e possa sentirmi tirato a dar loro tutto, le prevengo  prima e poi nobilito ad esse l’anima, il corpo, il tratto e fin la voce, in modo che una sola parola  abbia tanta forza, sia tanto graziosa, dolce, penetrante, che tutto mi commuova e m’intenerisca, mi cambi, e dico: Ah, è questa la voce della mia diletta! Non posso fare a meno di  ascoltarla. Sarebbe come se volessi negare a Me stesso ciò che vuole. Se non debbo ascoltarla  mi conviene toglierle la volontà di farla parlare, ma mandarla vuota non mai. Sicché tra essa e  Me passa tale elettricità d’unione, che l’anima stessa non tutto può comprendere in questa vita,  sebbene lo comprenderà con tutta chiarezza nell’altra". (Vol. 6°, 4-9-1905) 

Quindi, Gesù le dice che in tutti i tempi ha scelto anime vittime (come Luisa), alle quali ha dato  tutti i suoi beni e le sue pene, e dalle quali Egli riceve la corrispondenza che tutti Gli debbono.

 Perciò, sotto questo aspetto di Vittima con Gesù, Luisa non è l’unica. Ma poi, quando Gesù parla  della novità del vivere nella sua Volontà (e non soltanto farla), Egli dice, per esempio: 

“Gli stessi Santi si uniscono con Me e fanno festa, aspettando con ardore che una loro  sorella sostituisca i loro stessi atti, santi nell’ordine umano, eppure non nell’ordine divino; Mi  pregano che subito faccia entrare la creatura in questo ambiente divino…” (Vol. 12°, 13-2-1919) 

Stava pensando Luisa: “Possibile che (Gesù) abbia fatto passare tanti secoli senza far conoscere  questi prodigi del Divin Volere e che non abbia eletto tra tanti Santi uno che deva dar principio a  questa santità tutta divina? Eppure ci furono gli Apostoli e tanti altri grandi Santi, che hanno fatto  stupire tutto il mondo…” (Vol. 13°, 3-12-1921) 

–“Amor mio e Vita mia, io non so persuadermi ancora: com’è possibile che nessun Santo non  abbia fatto sempre la tua SS. Volontà e che sia vissuto nel modo come ora dici, nel tuo Volere?”   

–“…Certo che sono stati dei Santi che hanno fatto sempre il mio Volere, ma hanno preso  della mia Volontà per quanto ne conoscevano. Essi conoscevano che il fare la mia Volontà era  l’atto più grande, quello che più Mi onorava e che portava alla santificazione, e con questa  intenzione la facevano, e questo prendevano, perché non c’è santità senza la mia Volontà, e  non può uscire nessun bene, santità piccola o grande, senza di Essa” (Vol. 14°, 6-11-1922) 

–“Mio amato Bene, insieme con Te voglio seguire tutti gli atti che fece la tua Umanità nella  Volontà Divina. Dove giungesti Tu voglio giungere anch’io, per fare che in tutti i tuoi atti trovi anche il  mio. Sicché, come la tua intelligenza percorse nella Volontà Suprema tutte le intelligenze delle  creature, per dare al Padre Celeste la gloria, l’onore, la riparazione, per ciascun pensiero di creatura  in modo divino, e suggellare con la luce, con la grazia della tua Volontà ciascun pensiero di esse, così  anch’io voglio percorrere ciascun pensiero, dal primo all’ultimo che avrà vita nelle menti umane, per  ripetere ciò che sta fatto da Te; anzi, voglio unirmi con quelli della nostra Celeste Mamma, che mai  restò dietro, ma sempre corse insieme con Te, e con quelli che hanno fatto i tuoi Santi”. 

A quest’ultima parola, Gesù mi ha guardata e tutto benignità mi ha detto: –“Figlia mia, nella mia  Volontà Eterna troverai tutti gli atti miei, come pure quelli della mia Mamma, che coinvolgevano  tutti gli atti delle creature, dal primo all’ultimo che dovrà esistere, come dentro di un manto, e  questo manto, come formato in due, uno si elevava al Cielo per ridare al Padre mio, con una  Volontà Divina, tutto ciò che le creature Gli dovevano: amore, gloria, riparazione e soddisfazione; l’altro rimaneva a difesa e aiuto delle creature. Nessun altro è entrato nella mia Volontà  Divina per fare tutto ciò che fece la mia Umanità. I miei Santi hanno fatto la mia Volontà, ma  non sono entrati dentro per fare tutto ciò che la mia Volontà fa e prendere come dentro di un  colpo d’occhio tutti gli atti, dal primo all’ultimo uomo, e rendersi attori, spettatori e  divinizzatori. Col fare la mia Volontà non si giunge a fare tutto ciò che il mio Eterno Volere  contiene, ma scende nella creatura limitato, quanto la creatura ne può contenere. Solo chi  entra dentro si allarga, si diffonde come luce solare negli eterni voli del mio Volere e, trovando  i miei atti e quelli della mia Mamma, vi mette il suo. Guarda nella mia Volontà: ci sono forse altri  atti di creatura moltiplicati nei miei, che giungono fino all’ultimo atto che deve compiersi in  questa terra? Guarda bene; non ne troverai nessuno. Ciò significa che nessuno è entrato. Solo  era riserbato di aprire le porte del mio Eterno Volere alla piccola figlia mia, per unificare i suoi  atti ai miei e a quelli della mia Mamma e rendere tutti i nostri atti triplici innanzi alla Maestà  Suprema e a bene delle creature. Ora, avendo aperto le porte, possono entrare altri, purché si  dispongano ad un tanto bene”. (Vol. 14°, 6-11-1922) 

Insomma, per parlare di Luisa, come per parlare della Divina Volontà, è necessario conoscerla:  altrimenti si fa il ridicolo… davanti a Dio!  E la si conosce soltanto nella misura che la si fa vita della  propria vita.  Io non aggiungo altro.   

P. Pablo Martín 

Agosto 2003 .

SUPPLICA A MARIA

 


Dolcissima Vergine e Madre nostra Maria, per quella spada di dolore che Ti trafisse l'anima, quando vedesti il tuo amatissimo Figlio Gesù inchiodato sulla Croce, ferito alle mani e ai piedi, orribilmente lacerato dai flagelli e ridotto tutto ad una piaga:

concedici, Te ne supplichiamo, un cuore trafitto dal suo santo amore, affinché purificati da ogni radice di male, liberi dalla corruzione del peccato e rivestiti di tutte le virtù cristiane, possiamo con tutto il nostro essere elevarci a Dio dal profondo della nostra miseria e salire al Cielo in corpo ed anima, nel giorno beato della risurrezione.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

 


La terra tremerà con grandi scosse e terremoti, io parlerò a questa generazione infedele dal cielo con nuvole e tuoni potenti.

 


Importante messaggio del nostro Beato Padre, ricevuto dal Discepolo, sabato 18 settembre alle 4:30 a Caborca Sonora, Messico.


Annotazione...( ancora, nostro Padre sta parlando di qualcosa di forte in arrivo, ma non posso scriverlo, accadrà in ottobre e si verificheranno diversi eventi).

 Yahweh, il Padre Eterno, che vi ama con eterna misericordia, vi parla.

 La Mia Giustizia sta arrivando a tutti i popoli, razze, tribù e lingue della Terra, il tempo della Mia Giustizia è in questa generazione incredula e ribelle.

 La Mia fedeltà alla Mia creatura umana ti porta pace e felicità Oh sì... a tutti coloro che sono fedeli, che amano la Verità e che Mi adorano e Mi glorificano prostrandosi davanti a Me in umiltà.

Ricordati della Mia creatura, tu sei l'uomo, la Mia creazione, ti ho dato con amore misericordioso la Vita e il Sangue del Mio Figlio Divino che è Uno con Me.

 I miei Angeli, il coro dei cherubini e dei serafini, vivono su un trono davanti a Me. Angeli e Poteri, Troni, virtù e dominazioni, lodate incessantemente il Mio Nome! Oh, la musica celestiale e divina sale davanti a Me come una colonna d'incenso!  Ora la Terra sarà il Mio Trono, Mio Figlio regnerà! Ma tu, o uomo, sarai setacciato, come l'oro e l'argento sono setacciati nel fuoco.

Io sono Yahweh tuo Padre. Venite figli e ascoltate la Mia Voce attraverso il Mio servo il profeta, egli è una Torre di Guardia, la torre di un guardiano, Io Yahweh lo sveglio e gli comando: ......va nel Mio nome perché tu sei la Mia voce e Io il tuo Dio sono con te.

Annuncia il profeta al mondo oggi e che non ci siano confini per questo messaggio.

 La progenie immorale di Nabucodonosor, la lussuria e l'ambizione di Cesare e Nerone, l'abominio di Hitler e l'anatema di Lutero ritornano sulla terra, con spiriti demoniaci che Io caccerò con il Mio dito e proteggerò Io Dio coloro che Mi amano e osservano fedelmente la Mia parola e si attengono alle Mie leggi e ai Miei comandi.

 La terra tremerà con grandi scosse e terremoti, io parlerò a questa generazione infedele dal cielo con nuvole e tuoni potenti.

L'ora della Mia giustizia è venuta, come quando il fuoco cadde dal cielo, perché la sodomia e il gomorrismo Mi offendono.

Cinque volte è stato moltiplicato il crimine di eresia e blasfemia, Dathan e Abiram sono stati inghiottiti dalla terra e la loro discendenza è finita.

 Ah.... uomini della terra, non c'è più per voi un millisecondo o un secondo per fare il male.

 Ah... la progenie imperfetta che si è impossessata della scienza e della conoscenza, cadrà ai Miei piedi. E davanti alla croce gloriosa, il mio popolo, oh sì, il popolo fedele che Mi ama deve mantenere la mia parola.

Il tempo dell'Esodo finale è tra voi, ascoltate voi paesi dell'America Latina, ascoltate la mia Bolivia, la mia Colombia, il mio Panama, io muoverò O Messico il sottosuolo e darò ora ordini alle stelle, alla luna e al sole. L'acqua degli oceani e l'aria grideranno con una sola voce e l'asse meridionale della Terra sarà invertito, il nord diventerà il sud e il sud il nord.

 Ah.... parla Yahweh il Padre dei poveri, dal Mio trono eterno dico all'Europa, alla Germania, i vostri peccati sono davanti a Me. L'ignominia vestirà di lutto la Francia, l'Italia, gli Emirati Arabi soffriranno nel loro regno, la Russia sarà scossa, la Siria soffrirà, e gli Emirati Arabi soffriranno.

Ah... Mia Spagna... Ah... Portogallo... Guai a voi Brasile... Guai a voi Giappone... Guai a voi Corea... Aprite i vostri occhi governanti iniqui, perché il comunismo e l'ateismo rendono attenti i Miei occhi e le Mie orecchie... La Mia giustizia tornerà nei templi chiusi. Il clero si è pervertito e gli infedeli hanno ascoltato le loro bugie.

 I falsi profeti vi dicono... tutto va bene... Dio è contento, non punisce, così diranno che Io amo il peccatore... e così è... anche se Mi negano, sono la Mia creazione e ho dato il Sangue e la Vita di Mio Figlio Gesù Cristo.

Ma o Mio profeta, le cose non vanno bene, e i governi comunisti e atei perseguitano i cristiani, li bandiscono, li imprigionano, li picchiano, chiudono le chiese... hanno odio per Me e l'odio li consuma sinistramente.

 Io sono Colui che sono! Così dissi al Mio servo Mosè: Io lo decreto, Io lo comando!

Perseguitano i miei profeti, li bandiscono, ma essi sono la voce nel deserto... perché è la fine degli ultimi tempi.

 I sepolcri imbiancati e la razza delle vipere ritornano, inoculano il male per mezzo di un picchetto velenoso e i media si sono venduti con i governi massonici i moderni Giuda i farisei e i sadducei la loro razza e la loro stirpe macchiano la terra, ma la luce della Mia giustizia brillerà!

O figlio dell'uomo, alzati e vai, perché il Mio braccio è con te. Che questo Mio messaggio sia reso noto con urgenza, parlato attraverso questa penna e su questa carta da Colui che è Dio eterno, Colui che è Dio eterno e potente giudice di tutte le tribù, popoli e nazioni!

Infine, figlio mio, che i miei sacerdoti e i miei vescovi ritornino all'adorazione del Santissimo Sacramento... non è forse la vera adorazione del Sangue, dell'Anima e della Divinità e del Corpo Sacro ed eterno di Gesù, il mio amato Figlio in cui mi sono compiaciuto?

 Io sono colui che sono.


ATTACCAMENTO INVIOLABILE ALLA RELIGIONE CATTOLICA

 


 La Chiesa Cattolica è Santa. 

Io voglio vivere, e morire figlio fedele della Chiesa Cattolica, perchè è Santa. Santa nel suo Capo invisibile che è Gesù Cristo: Santa nella sua Fede, nella sua dottrina, e nei suoi Sacramenti, che sono stati istituiti da Gesù Cristo, che santificano quelli che li ricevono degnamente; e Santa nel suo fine, cioè la vita eterna. I Protestanti medesimi convengono che uno può salvarsi , e per conseguenza santificarsi nella Chiesa Cattolica. Leggete l'eccellente opera del Milner sulla Chiesa Cattolica. (*) I nemici della Religione Cattolica che sono ancora di buon senso, e che non vogliono calunniare, confessano che la Fede, e la Dottrina della Chiesa è pura; tutti gli altri culti insegnano errori mostruosi, che fanno arrossire. Il celebre Milner in un'opera recente lo prova all'evidenza. Molti altri eretici stessi, attestano la medesima cosa. La sola Chiesa Cattolica forma dei Santi d'una virtù ammirabile, ed eroica. Noi non abbiamo che ad aprire i libri delle vite dei Santi i più autentici per riconoscere il dito di Dio, e per esclamare: Questa Religione è santa, e vera, la quale fa sante queste persone Tutti questi esempii sorprendenti di virtù e di santità non si trovano fuori della Chiesa: su via, si citino le vite dei santi eretici, e degl'increduli, o degli apostati. Leggete l'Istoria delle eresie e soprattutto dei loro fondatori; non vi tro verete che orgoglio e libertinaggio. Lutero, Calvino, ed altri Capi della Riforma confessano essi stessi che gli uomini sono più cattivi nella Riforma, che nel Papismo. (*) E ancora nella Chiesa Cattolica che si ritrova un'altro contrassegno il più evidente della sua santità , e della sua divinità, la continuazione cioè dei miracoli i più autentici. Volete voi convincervene? Leggete Butler vita de Santi. Questo eccellente scrittore non riferisce un fatto che non regga alla prova d' ogni critica- I nemici dei Cattolici non gli negheranno l'autenticità dei fatti miracolosi, che egli descrive. I soli miracoli che operò S. Francesco Saverio nell'Indie hanno fatto dire a molti dotti Protestanti: Che disgrazia che egli non sia stato de nostri ! (Vita di S. Francesco Saverio scritta dal P. Bachours) Tutte le sette separate dalla Chiesa Cattolica non possono contare nemmeno un sol miracolo Prova evidente che esse non hanno l'appro vazione Divina, di cui si gloria la Chiesa Cattolica; Gli eretici non risponderanno mai a questa obbiezione - . . I Protestanti lungi dall'operar miracoli, dice Erasmo uomo dotto, e poco favorevole al Cattolicismo, non hanno potuto nemmeno guarire un sol cavallo zoppo.


LE MIE CONVERSAZIONI CON LE ANIME DEL PURGATORIO

 



LE MIE CONVERSAZIONI CON LE ANIME DEL PURGATORIO


EUGENIA VON DER LEYEN


Nulla di impuro entrerà in Paradiso

Per l'anima macchiata, ma senza colpa grave (peccati mortali), questa luce è già un giudizio; perché uno stato di colpa non va bene con l'infinita santità e perfezione di Dio. L'unione con Dio, "la sua beatitudine eterna, è dunque impossibile. L'anima non sarebbe stata in grado di sopportare la sua Grandezza.

Certamente la maggior parte delle persone non entrerebbe mai in Cielo se non fosse per quel luogo di purificazione nell'aldilà. Dio dice attraverso la sua Chiesa: "Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma imperfettamente purificati, sebbene sicuri della loro salvezza eterna, subiscono la purificazione dopo la loro morte per ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia di Dio" (Catechismo Chiesa Cattolica 1054).

Il presente tema si basa su quelle parole della Sacra Scrittura: "Santo e sano è il pensiero di pregare per i morti perché siano liberi dai loro peccati" (II Maccabei 12,34-43).

La Chiesa ci ricorda anche quella parabola del Vangelo che parla di una prigione, dalla quale nessuno lascerà finché non avrà pagato l'ultimo centesimo (Matteo 5,24-25).

L'anima che al momento della morte è ancora macchiata dal peccato, si sente indicibilmente abbattuta alla presenza di Dio, come schiacciata dal peso della sua colpa, di cui bisogna espiare; lei stessa è quella che si getta in Purgatorio. Solo allora capisce cos'è Dio e il Suo amore per le anime, allo stesso modo la sfortuna del peccato agli occhi della Sua Divina Maestà. Desidera gettarsi subito tra le braccia di Dio, ma si sente totalmente indegna, è come incatenata; Distrutta dal pentimento e dal dolore, sospira e brama Dio e Lo ringrazia profondamente, perché può ancora riparare ed espiare i suoi molti mali.

La povera anima è consapevole di essere salvata, e questo la conforta nel suo tormento. È certamente una grande misericordia di Dio che anche dopo la morte ci sia un luogo dove può essere riparata. Il Purgatorio è dunque un mistero di grazia, un fuoco della Divina Misericordia.


Anche tormenti fisici

Il terribile tormento che le anime sperimentano a causa del desiderio di Dio si aggiunge alle particolari punizioni corrispondenti ad ogni peccato. Con il pentimento e la confessione si elimina il peccato, ma non la punizione da esso meritata.

Il fuoco purificatore, che la brucia dentro, la tormenterà soprattutto in quelle parti del corpo che furono causa del peccato. Sebbene il corpo sia rimasto sulla terra, la povera anima avrà la sensazione di averlo fermo, perché ha anche una parte nella punizione dolorosa, come quelli che apparvero a Eugenia mostrando la bocca piena di ferite, per i peccati commessi con la lingua; o quello con le mani insanguinate, per aver ucciso.

Questo è un atto di Giustizia Divina, perché dopo il Giudizio Universale il Purgatorio cesserà, e il corpo, che insieme ha peccato con l'anima, rimarrà impunito.

Suor Maria della Natività (morta nel 1798), in complemento a questo dice: "Alcuni anni prima del Giudizio Universale, le pene del Purgatorio saranno aumentate per ogni anima in proporzione alla grandezza della sua colpa. Dio può far soffrire un'anima in un anno, tutto ciò che avrebbe dovuto soffrire in 100 anni. Gli angeli comunicheranno alle anime che, per pagare pienamente il loro debito, le loro sofferenze aumenteranno con l'avvicinarsi del Giudizio Universale.


Le povere anime sono veramente povere

Le Anime del Purgatorio sono giustamente chiamate "Povere Anime", perché hanno un grande bisogno di essere aiutate. Non possono più offrire opere alla Giustizia divina per soddisfare i loro errori, come quando erano sulla terra.

Il Signore Vescovo, Monsignor Keppler di Rottenberg, grande predicatore delle Anime del Purgatorio, dice: "Nel Purgatorio le anime assomigliano al pendolo di un orologio: soffrono e aspettano, soffrono e aspettano". Le anime soffrono e soffrono senza ottenere alcun merito. Invece, sopportando pazientemente i dolori del mondo, ti fanno meritare la Felicità Eterna. Le sofferenze e i dolori di queste anime, secondo sant'Agostino, sono peggiori dei tormenti subiti dai martiri. Secondo San Tommaso d'Aquino e San Bonaventura, le anime del Purgatorio bruciano in un fuoco simile a quello dell'Inferno (come i dannati), con l'unica differenza che i primi ringraziano e benedicono Dio per la sua salvezza, e gli altri, d'altra parte, Lo maledicono.

Questo è il motivo per cui queste Anime Benedette sono così povere, più che un mendicante, perché l'unica cosa che possono fare è soffrire.

Secondo le beate Anne Catherine Emmerick e Anne Mary Lindmayr, le anime che non appartengono alla Chiesa sono una delle più bisognose, perché non hanno nessuno che preghi per loro, sono in assoluto abbandono; i loro parenti, che non credono nel Purgatorio, non pregano per loro, né fanno atti di carità in loro favore.


Le povere anime pregano per i vivi

In una rivista pubblicata dalla Chiesa con il titolo "Voci dall'aldilà", appare quanto segue: Una suora francese ha pregato e offerto molto per una sua suora defunta. Per la bontà di Dio e per nostra istruzione, Egli gli apparve. Egli gli disse: "Ci sono anime che soffrono per il loro purgatorio nei luoghi in cui hanno peccato; alcuni ai piedi dell'altare, ma non per qualche colpa commessa lì, ma come ricompensa per la devozione e il rispetto che nella vita hanno avuto al Santissimo Sacramento e ad altri luoghi santi.

Soffrono meno che se fossero in Purgatorio, e Gesù, che vedono con gli occhi della fede e dell'anima, allevia i loro tormenti.

Le Anime del Purgatorio non sono occupate solo nelle loro sofferenze; pregano molto perché sia fatta la volontà di Dio e per gli uomini che hanno abbreviato e alleggerito i loro dolori. Lodano e magnificano il Signore per la Sua infinita misericordia, perché a molti di loro mancava solo un minimo per cadere nel terribile abisso e condannarsi. Non possiamo mai immaginare l'enorme gratitudine di queste povere anime che furono così liberate da Satana.


L'indulgenza plenaria è molto rara

Tra le altre, una delle domande che la suora ha posto al defunto è stata: l'indulgenza plenaria ti aiuta? Risposta: "Poche, pochissime persone sono in grado di vincerle; è necessaria una vera contrizione del cuore e della volontà, che è rara, molto rara, più rara di quanto si pensi; in Purgatorio riceviamo le indulgenze che ci vengono offerte secondo la volontà di Dio. Se un'anima è all'estremo del desiderio, cioè vicina al cielo, può essere rilasciata con qualche Indulgenza Plenaria che viene offerta, in tutto o in parte, a suo favore. Ma per la maggior parte delle anime questo non accade. Se durante la loro vita le anime avevano poca stima o pensavano poco alle indulgenze, Dio, Giusto ed Eterno, le ricompensa secondo le loro opere. Ricevono solo ciò che Egli ha ragione a dare loro, ma non è quasi mai un'indulgenza totale".


Il giorno di Natale è la grande festa delle Povere Anime

Un'altra domanda: nel giorno del ricordo dei fedeli defunti la maggior parte delle anime viene liberata?: "Nel giorno dei morti un gran numero di anime, per una grazia speciale di Dio, lascia il luogo dell'espiazione ed entra in Cielo; solo in questo giorno tutte le anime hanno, senza eccezione, una parte nelle preghiere della Chiesa. Molte anime per Giustizia Divina ricevono, durante i lunghi anni che devono trascorrere in Purgatorio, questo ristoro unico. Pertanto, non è il giorno dei morti che la maggior parte delle anime entra in cielo, ma il giorno di Natale.


Mille anni prima di Dio sono come un giorno

Quanto durano le pene del Purgatorio? Questo è diverso per ogni anima, eppure i tormenti più lunghi e terribili sono per coloro che hanno un cuore duro; anche quelli di cui parla il beato Enrico Suso (morto nel 1365): "Ci sono persone che hanno fatto arrabbiare Dio così tanto da dover soffrire in Purgatorio fino all'ultimo giorno. Sono i peccatori testardi, coloro che hanno rimandato la loro conversione alla fine della loro vita, che hanno avuto, quindi, prima di morire, un minimo di pentimento".

Tuttavia, il concetto di tempo per le povere anime è totalmente diverso dal nostro. Secondo Ana María Lindmayr, un'ora di purgatorio per loro diventa più lunga di 20 anni di sofferenza nel mondo; per coloro che devono soffrire di più, il tormento diventa eterno, e per gli altri diventa breve.

La suora defunta, parlando del tempo dei dolori del Purgatorio, dice: "Vi dico questo secondo i calcoli umani, perché per noi è diverso... Sono qui da otto anni, ma mi sembra che siano passati sedicimila anni... Oh mio Dio!"


San Michele, Patrono delle Povere Anime

San Michele Arcangelo e le Povere Anime. Un'anima disse: "Egli non è solo il testimone quando viene proclamata la sentenza; è anche l'esecutore della Giustizia Divina... e accompagna l'anima dopo aver completato la purificazione verso la felicità eterna. Egli è compassionevole con noi e ci incoraggia nei nostri tormenti parlandoci del Cielo". A volte è accompagnato dalla Vergine, che vediamo corporalmente nelle sue feste. Nelle sue feste viene a trovarci e ritorna in Cielo con tante anime. Anche il nostro Angelo Custode ci conforta...


Possiamo aiutarti in molti modi

E come?

1. Prima di tutto con la Santa Messa, che non potrebbe mai essere sostituita da nient'altro. Dobbiamo non solo comandare di festeggiare, ma anche di partecipare. Nella Santa Messa offriamo al Padre celeste i meriti e le sofferenze del suo Divin Figlio, le sue sante Piaghe e il suo prezioso Sangue, la sua tempestosa espiazione. Nel Suo amore misericordioso per le anime, Egli ci permette di trasferire questo tesoro infinito e prezioso per Loro, e ugualmente di ricevere e offrire per loro la Santa Comunione, naturalmente, tutto solo attraverso la nostra Beata Madre. Ana Maria Lindmayr sottolinea questo: "Tutte le buone opere devono essere affidate a nostra Madre, non dobbiamo offrire nulla secondo la nostra volontà".

"Sono aiutati in modo molto speciale dalle cosiddette "Messe gregoriane", che vengono applicate per un mese intero dal defunto. La sua origine risale a Papa San Gregorio Magno (540-604).

Nel suo libro Dialoghi si legge che San Gregorio ebbe una rivelazione con la quale confermò che un religioso di nome Giusto era passato dal Purgatorio alla Gloria grazie alla celebrazione della Santa Messa, in cui chiedeva il suo riposo eterno e il perdono dei suoi peccati per 30 giorni consecutivi... Poi questa è diventata un'usanza... Le condizioni erano:

1º Le trenta Messe dovevano essere celebrate ininterrottamente, senza interruzione, ad eccezione del Venerdì Santo e dovevano essere sempre applicate dai defunti stessi. 2º Non era necessario che lo stesso sacerdote li celebrasse, né sullo stesso altare, né in memoria di San Gregorio.

2. Attraverso la sofferenza riparativa. Ogni sofferenza offerta per loro fornisce loro un grande sollievo. La beata Anna Caterina Emmerick dice: "È impossibile descrivere quale enorme conforto portiamo alle povere anime con il nostro autocontrollo e i nostri piccoli sacrifici". Si sa del Santo Curato d'Ars che chiese a Dio di poter soffrire di notte in favore delle Anime del Purgatorio.

3. La recita del Santo Rosario, dopo la Santa Messa, è il mezzo più efficace per aiutarli. Attraverso il Rosario vengono liberate quotidianamente molte anime, che altrimenti avrebbero continuato a soffrire per molti altri anni. In questo modo li affidiamo alla potente intercessione della Madre di Dio, che con il gusto più grande li aiuta, Lei che è la più grande consolatrice.

4. Anche con la preghiera e la meditazione della Via Crucis alleviiamo grandemente i loro tormenti, offrendo al Padre i dolori e la morte del suo Figlio prediletto e le lacrime della sua amata Madre.

Ad ogni stazione potremmo aggiungere "O mio Gesù, con la tua crocifissione, abbi pietà di noi e di tutti i morti". Sono anche molto beneficiati dalla preghiera delle cinque ferite, specialmente davanti alla tomba del defunto.

5. Le indulgenze hanno un valore inestimabile, è quanto dicevano le anime a Maria Simma (1915-2004). Certamente, perché accorciano le loro sofferenze; infatti, l'indulgenza è la remissione totale o parziale davanti a Dio di una punizione temporanea per i peccati che sono stati perdonati, ma non espiati.

Occupiamoci di questi tesori di grazia che Gesù ha conquistato per noi con la sua passione e che ci è donata attraverso la Chiesa.

6. Esercizi di virtù e buone opere. Gesù, attraverso Ana María Lindmayr, ci raccomanda: "Dobbiamo proporci ogni settimana una virtù specifica ed esercitarci in essa davanti a Dio e agli uomini, approfittando di ogni opportunità che ci si presenta". Questi atti, però, devono essere posti nelle mani della Santa Madre, attraverso il nostro Angelo Custode, affinché li usi come meglio le si addice. Ad esempio, gli atti di umiltà e di rinuncia a se stessi possono servire quelle anime che devono soffrire a causa del loro orgoglio e disprezzo per gli altri. Dice espressamente: "È proprio con umiltà che possiamo aiutare le Povere Anime, molto più che con qualsiasi penitenza che potremmo fare".

Le sofferenze delle anime che nella vita hanno peccato con troppo mangiare e bere possono essere alleviate dal digiuno; altri, d'altra parte, hanno bisogno di atti di pazienza e dolcezza, per essere liberati dai dolori dovuti alla loro impazienza e rabbia. I tormenti di coloro che sono stati duri di cuore possono essere mitigati con le opere di misericordia, li aiuta soprattutto ad aiutare con le donazioni per le missioni.

7. Un mezzo molto semplice per aiutarli è la buona intenzione, ad esempio, prima di fare qualsiasi cosa per dire: "Nel nome di Dio" o "Gesù, tutto per te" o "Tutto per il tuo Sacro Cuore attraverso la tua Beata Madre".

Quella suora defunta disse questo così importante a sua sorella: "Accade nel mondo, e anche nei monasteri, che molte buone azioni e opere in se stesse non otterranno il giorno della ricompensa alcun premio per non essere state offerte a Dio prima".

Anche il cosiddetto atto eroico di carità fa parte di queste buone intenzioni nel sollievo delle anime.

Questo atto consiste nel fare volontariato per tutte le buone opere che facciamo a favore del defunto. Con questo non perdiamo nulla, perché: "Quello che hanno fatto al più giovane dei miei fratelli, l'hanno fatto a me".

8. Qualcosa di molto utile per le povere anime, dice Ana María Lindmayr, è l'acqua santa. Spesso il Signore lo incaricò di cospargere l'acqua santa. Aveva la pia abitudine di andare a letto prima di andare a letto dando acqua santa alle Anime del Purgatorio.

Scrisse: "Una notte dimenticai e andai a dormire; ma le povere anime rimasero tutto il tempo a girare intorno al mio letto, mi alzai e le cosparsi con l'acqua santa. Solo allora potevano riposare". Le Anime Sante sentono la forza purificatrice e santificante dell'acqua santa, così come l'amore con cui è data loro.

Santa Maria Maddalena da Pazzi diceva alle sue novizie: "Sorelle, non salite le scale inutilmente!", volendo dire loro di fare anche la più piccola azione come atto di obbedienza e con la giusta intenzione, offrendola a Gesù per amore di Lui!

9. Anche accendere candele per loro conto li aiuta. Primo, perché è un gesto di attenzione e di amore verso di loro; e l'altro, perché essere benedetti illumina le tenebre in cui possono essere trovati. Meditiamo sulla nostra enorme miseria e sulla disgrazia che è quella di essere nel peccato, anche veniale, e facciamo di nuovo la ferma intenzione di combattere, con piena fiducia nella grazia di Dio, nella nostra debolezza e nella nostra malvagità.

Viviamo da oggi consapevoli della presenza divina di Gesù in noi, perché possiamo essere invasi dal suo Amore, che abbraccia tutto, e pienamente conformati a Lui. In questa intima unione con Dio potremo staccarci da tutto e dare molto di più a chi non può fare nulla per se stesso: le Povere Anime del Purgatorio.


Preghiera di offerta per le anime del Purgatorio

Dio gentilissimo e buono, perché è Tua volontà che preghiamo per le povere anime del Purgatorio, Ti offriamo attraverso le mani pure di Maria, nostra Madre, tutte le Messe celebrate in questo giorno per la Tua gloria e per la libertà di tutte le anime del Purgatorio. Ti imploriamo umilmente di avere pietà di tutti loro e di cancellare i loro difetti, per gli infiniti meriti del tuo amato Figlio. Amen.