domenica 9 giugno 2019

Il Sacro Cuore



Origine della devozione


La svolta dell’epoca moderna

Se nel Medioevo molte devozioni ebbero questo carattere glorioso e trionfale, con l’avvento dell’epoca moderna si realizzò un cambiamento nella spiritualità. Già nel XIII secolo era apparsa una crescente attenzione rivolta all’ Umanità del Redentore, alle sue caratteristiche interiori ma anche fisiche, alla sua vulnerabilità, e quindi una crescente sensibilità per i dolorosi misteri della Passione, ma anche dell’Infanzia, dimostrata dal diffondersi di pratiche come la Via Crucis e il Presepio.
Dal XIV secolo, la spiritualità cominciò a perdere il suo stile luminoso e glorioso, per prenderne uno più umbratile e accorato. Molte devozioni si orientarono a svolgere una funzione soprattutto di riparazione ed espiazione delle colpe umane. 
Questo cambiamento era necessario per approfondire le qualità umane e gli avvenimenti terreni riguardanti il Redentore, ma fu accentuato dal cambiamento di clima spirituale che si stava rea lizzando tra il XIV e il XVI secolo. Gli ambienti sociali più elevati stavano allontanandosi dalla Fede, concentrando il loro interesse nell’orgogliosa esaltazione dell’ Uomo, autonomo da Dio e dalla Chiesa. I doni concessi da Dio alle nazioni cristiane cominciavano ad essere usati contro di Lui, per costruire una società in cui l’Uomo, diventato «adulto ed emancipato», potesse regnare al posto del suo Creatore. Nasceva così la Rivoluzione anticristiana, motore del successivo processo di secolarizzazione. 17
In questa nuova situazione, molti scrittori spirituali rilanciarono la devozione del Sacro Cuore, affidandole il compito di espiare le colpe dell’ epoca. Fra essi ricordiamo Giovanni di Landsberg (detto Lanspergio, 1489-1539), l’abate certosino che diffuse le rivelazioni fatte a santa Gertrude e le trasmise ai gesuiti; Luigi de Blois (1506-1566), abate benedettino di Liessies, che trasmise la devozione a san Francesco di Sales (1567-1622); Giovanni Olier (1608-1657), fondatore della Congregazione di San Sulpizio; e soprattutto il gesuita olandese san Pietro Canisio (1521-1597). Dobbiamo innanzitutto a lui se la Compagnia di Gesù, fin dagli inizi, fu sensibile alla devozione al Sacro Cuore, promossa dai gesuiti Louis Lallemant (+1635) e Jean-Baptiste de Saint-Jure (15881657). Un ruolo speciale ebbe san Francesco di Sales (1567-1622) che insegnò non solo la imitazione dei sentimenti intimi di Cristo, particolarmente quelli di umiltà, dolcezza e pazienza, ma anche la conformazione del cuore umano a quello divino. Per sua influenza santa Giovanna di Chantal fondò l’ordine della Visitazione, caratterizzato da questa devozione, e fu proprio ad una religiosa di quest’ordine che, come vedremo, Gesù rivelò i misteri del suo Cuore.
Infine, san Giovanni Eudes (1601-1680) divenne il «padre, dottore ed apostolo» della devozione al Sacro Cuore dei gesuiti, la sua vita spirituale si concentrò nell’ identificazione con l’Umanità del Verbo Incarnato, della quale intendeva imitare le intenzioni, i voleri e i sentimenti, sintonizzandosi con i palpiti del suo Cuore. Siccome alla devozione per Gesù univa quella per la Madonna, egli divenne apostolo dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, che, essendo uniti in un unico armonioso pal pitare, voleva che fossero imitati all’unisono dai fedeli.
Nel 1648, san Giovanni Eudes ottenne l’approvazione di un Ufficio liturgico e di una Messa, da lui scritti, dedicati al Cuore di Maria. Molto più tardi, nel 1672, ottenne anche l’approvazione di un Ufficio e di una Messa per il Sacro Cuore di Gesù, sempre scritti da lui. Dal 20 ottobre 1672 s’iniziò quindi in Francia un culto pubblico al Sacro Cuore, che coinvolse varie diocesi. Una solenne celebrazione fu quella promossa dalla principessa Francesca di Lorena, badessa delle benedettine di
San Pietro a Montmartre, alla presenza di una parte della corte del Re Luigi XIV. Montmartre, presso Parigi: lo stesso luogo sul quale, come vedremo, oltre tre secoli dopo, verrà eretta la basilica votiva del Sacro Cuore! 
Nel frattempo, la devozione si diffondeva in altre corti europee; nel 1688 la Regina di Polonia Maria Casimira la promuoveva nella sua reggia, in ringraziamento per la grande vittoria ottenuta da suo marito, il Re Giovanni Sobieski, sui turchi presso Vienna nel 1683.
In quell’epoca, apostoli e predicatori fecero sì che il culto al Sacro Cuore uscisse non solo dagli ambienti claustrali, com’era già accaduto nel XII secolo, ma anche da quelli ecclesiastici, diffondendosi fra i laici di tutte le condizioni sociali.
La Provvidenza aveva posto le premesse affinché il Sacro Cuore ricevesse un culto universale e ufficiale.

Guido Vignelli

Nessun commento:

Posta un commento