A titolo di Presentazione
Il libro che voi, caro lettore, avete tra le mani è il risultato di tre sogni di monsignor Eymard e che ci è venuto a conoscenza e ci siamo presto resi conto del bene che può fare alle anime, avvertendole di vivere felici qui in questo mondo per essere molto felici nella prossima vita.
Ora, la Santa Madre Chiesa ci insegna che Dio si è degnato di rivelare agli uomini le verità per la nostra salvezza fino all'apostolo Giovanni. Questa è la rivelazione pubblica, ufficiale, alla quale tutti noi cattolici, per grazia di Dio, dobbiamo dare la nostra piena adesione alla fede.
Non credere in questa rivelazione pubblica, che è la Parola di Dio, come ci insegna la Chiesa, è mettere a rischio di condanna il destino eterno.
La Chiesa ci insegna anche che ci possono essere rivelazioni particolari come apparizioni, visioni, oracoli dei santi e ammette persino che ci sono state e che in un certo senso sono approvate dalla Chiesa (Lourdes, Parai Le Monial, Fátima), ma le considera rare, le quali devono essere provate e non possono mai essere presupposte e sono autentiche solo quelle che sono in pieno accordo con la rivelazione pubblica, ufficiale che è Sacra Scrittura. La Chiesa non richiede necessariamente che si creda in particolari rivelazioni da essa riconosciute.
Anche l'imprimatur dell'autorità episcopale non significa il riconoscimento della Chiesa, ma piuttosto che il contenuto di quella particolare rivelazione non va contro la fede e la morale cattolica.
Cosa possiamo dire delle punizioni fisiche che le anime subiscono nel Purgatorio o all'Inferno?
Dio ci parla attraverso confronti, usando cose che noi umani conosciamo per rivelarci approssimativamente le cose del mondo soprannaturale (Osea 12, 10), altrimenti non ci sarebbe comunicazione, rivelazione.
La punizione fisica nel Purgatorio o all'Inferno e persino la felicità in Paradiso è presentata da figure, simboli, sebbene la loro realtà sia più stupenda delle figure utilizzate.
Per quanto riguarda la pena per il fuoco e altre figure che rappresentano la sofferenza, dobbiamo dire che non possiamo specificare in cosa consista. Certo è che non possiamo pensare al fuoco come lo conosciamo, come facciamo in questo mondo.
Non dimentichiamo che tutto è uno stato d'animo. Il peccatore soffre nel Purgatorio (temporaneo) o Inferno (eterno) perché riconosce che Dio è estremamente buono e che egli, volontariamente, è diventato incompatibile con il Bene Supremo.
Nel Purgatorio il fuoco della sofferenza purificatrice è la distruzione di tutto il nostro egoismo, del peccato della nostra anima. Secondo santa Caterina Genova, il fuoco che affligge le anime del Purgatorio senza consumarle è il fuoco dell'amore, più doloroso del fuoco come lo conosciamo qui sulla Terra. Lei ci dice che è una vergogna così intensa che non ci sono parole che possano esprimerlo né l'intelligenza possa concepirlo. La gioia nel Purgatorio è sapere che un giorno vedrete Dio faccia a faccia e, così, l'anima accetta con piacere questa sofferenza che la purifica e la libera.
Nell'Inferno, la sofferenza rappresentata dal fuoco è infinitamente più grande, in quanto l'anima sa di essere condannata, in quanto così l'ha scelta; è il fuoco non dell'amore, ma il fuoco dell'odio, dove la schiavitù dell'egoismo si presenta al massimo. All'Inferno non c'è amicizia, solo odio eterno. Avrete la compagnia dei peggiori assassini, criminali della storia, l'eterna compagnia dei demoni. È un odio che non finisce mai, mai.
Quanti bambini all'Inferno odieranno i loro genitori per essere lì a causa loro, per il loro cattivo esempio, per non aver insegnato loro la via della salvezza, del Vangelo di Nostro Signore. Eretici e apostati si odieranno a vicenda. Odieranno i loro “pastori” e odieranno coloro che una volta li ingannarono togliendoli dalla via della salvezza...
Rendiamo grazie al buon Dio per la fede ricevuta, per la grazia di essere cattolici, in quanto appartenere ed essere fedeli alla Chiesa è segno di predestinazione.
La lettura di questo libro risvegli nel cuore del lettore un grande amore per Nostro Signore, la Vergine Maria, la Chiesa cattolica e i fratelli.
Questo libro, come dice il suo autore monsignor Eymard, “parla del sentimento umano. Sono semplici sogni raccontati con un linguaggio leggero e attraente.
Questo è quello che ho potuto fare, ci dice anche l'autore, per tenere il lettore agganciato fino all'ultima pagina, lasciandolo a meditare su ciò che aveva letto...
E perché non dirlo?
Vorrei addirittura che rimanesse un po' colpito dalla lettura, perché solo allora avrebbe potuto allontanarsi da sin”. Amen, diciamo.
1) Parte: VIAGGIO IN PURGATORIO
Non mi sono mai preoccupato dei sogni. Soprattutto quando parlano di cose non importanti che hanno la loro spiegazione nella stanchezza della vita, nelle preoccupazioni quotidiane o nell'esaurimento nervoso.
Tuttavia, i tre sogni che vi racconterò meritano una menzione speciale, per il loro significato e per il seguito con cui mi sono stati presentati da un messaggero di Dio.
Sognai che mi appariva un angelo con le ali bianche e lunghe come se fossero scomode per il suo corpo, che sembrava neve. Il suo volto era come un vetro, da cui proveniva uno splendore divino che abbagliava la mia visione.
Lo strano visitatore si avvicinò a me e mi salutò con reverenza, dicendo
Salve, rappresentante di Cristo!
Un pò timido, invece, sono riuscito ad aprire bocca e a rispondere:
Salvare! Chi sei e cosa vuoi?
L'angelo continuò:
Sono uno dei cherubini che assistono al sacro trono di Dio Onnipotente (e qui l'angelo si inchinò) e sono venuto a prenderti per mostrarti il Purgatorio. Oggi è sabato, giorno in cui la Madonna manda a chiamare le anime che in vita portavano lo scapolare e i cui proprietari sono morti con esso. Voglio che tu abbia una visione reale di quel luogo di purificazione, dove rimangono le anime a cui non sono ancora state detratte le sentenze.
E, nel sogno, ricordo come parlai all'angelo, dicendo
Sì, messaggero di Dio. Andrò lì per aiutare coloro che conosco che non hanno ancora fatto celebrare Messe per le loro anime.
Vedrete la sofferenza di diversi bambini, studenti delle scuole in cui vivete che, per un motivo molto semplice, ancora oggi non potranno vedere il volto di Dio. Il mio interesse nel portarvi con me è proprio perché so che lì ci sono diversi vostri amici, giovani che sono stati vostri studenti e che la morte ha tolto al mondo all'inizio della loro vita, in gioventù!
E l'angelo mi prese tra le sue braccia soprannaturali come fossero nuvole che mi avvolgevano e attraversavano con me lo spazio infinito che ci separava dall'eternità. L'ampiezza misteriosa che ci circondava in quel momento e la paura che mi faceva tremare mi provocarono nel cuore una profonda angoscia, impressionata da ciò che poteva accadermi.
Dopo qualche tempo, che mi sembrava troppo lungo, in questa vertiginosa salita verso un luogo sconosciuto, udii la voce dell'angelo che mi diceva:
Siamo vicini! Vi chiedo di non spaventarvi!
Ci passavano nuvole pesanti e, mentre salivamo, il vento ululava come un lupo affamato in una notte illuminata dalla luna. Sentivo la pelle d'oca passare attraverso il mio corpo, mentre vedevo, molto più in basso, la grande palla della Terra, muoversi vertiginosamente intorno a se stessa.
Chiusi gli occhi per aprirli più tardi, quando l'angelo mi scosse per mostrarmi una porta di fuoco che avevamo davanti. Spesse fiamme si scagliavano attraverso le fessure, mentre rotoli di fumo scuro invadevano il soffitto del maestoso edificio.
Disse l'angelo:
È qui!
E, a un segno della croce fatta con la mano destra verso l'ingresso misterioso, si aprirono quegli enormi cancelli, che scricchiolavano sui cardini che li sostenevano.
Entriamo.
Uno spettacolo doloroso mi ha quasi spezzato il cuore. Vidi, nel sogno, anime che soffrivano le fatiche del fuoco e che, al mio passaggio, stesero le braccia in atteggiamenti di supplica, senza poter parlare, con un volto che mi provocava profonda angoscia.
Non parlano qui? Ho chiesto.
No. Le anime non possono parlare. Quando raggiungeranno il Cielo, potranno avere conoscenza di tutto, attraverso l'intuizione divina. È proprio questa una delle grandi forme di felicità, nella beatitudine.
E mentre parlavo, l'angelo che mi guidava non si fermò un attimo. Sembrava frettoloso, proprio come qualcuno che aveva tempo impostato per completare una missione. Mi portò nell'abisso del Purgatorio, fermandosi improvvisamente davanti a un'anima. Mi ha fatto notare una ragazzina di 12 anni, più o meno, seduta sull'orlo di una fiamma. La poveretta ondeggiava sui movimenti incerti della fiamma rossa e aveva lo sguardo triste di chi aveva già perso la speranza... L'ho guardata, sapevo chi era. Mi sono ricordato dei suoi ultimi istanti sulla Terra che ho visto. Quando mi vide, si alzò, aprì la bocca, nello sforzo di parlare, di urlare, senza poterlo fare. Poi, provò un sorriso sterico, con una brutta contorsione della bocca.
Ho chiamato il tuo nome:
Marisa!
Ma lei continuava a guardarmi, mentre si sedeva di nuovo sul suo sedile di fuoco, davanti a un semplice gesto dell'angelo che mi seguiva. Ora, l'ho indicato a cinque ragazzi, uno dei quali ho anche incontrato. Era morto molti anni fa di anemia perniciosa e mi era difficile credere che fosse ancora in Purgatorio, in quanto avevo già celebrato diverse Messe per lui.
Sì è vero! disse l'angelo. Loro cinque ora andranno in Paradiso. Le vostre Messe li hanno serviti, sebbene siano stati celebrati da uno solo. Ma Dio ha contribuito con i meriti del sacrificio infinito per loro cinque, in modo che potessero essere salvati nello stesso giorno. Tutti indossavano lo scapolare.
E quella ragazza? Ho chiesto.
Quella ragazza ha detto che l'angelo che sulla Terra si chiamava Marisa, non se ne andrà oggi perché deve ancora purificarsi da alcuni piccoli errori commessi in vita. Trascorrerà un'altra settimana in Purgatorio.
Ho guardato Marisa. E ho sentito tutta l'angoscia del suo spirito. All'udire la sua sentenza, ella rabbrividì leggermente, e, fingendo di non curarsi molto del dolore per le sue ustioni, si raddrizzò meglio sulla punta della fiamma che la avvolgeva di momento in momento, facendola precipitare in quel rosso mare di fuoco immenso.
Mi voltai verso l'angelo e chiesi:
Che cosa ha fatto?
Il cherubino rispose:
Sulla Terra, batté il piede contro sua madre, le rispose con cattive maniere, scappò di casa e si mise con un collega che fu la causa della sua caduta. Si ammalò di un brutto raffreddore che prese sulla spiaggia, mentre si stava dirigendo lì, nascosto ai suoi genitori, con questo collega, e morì di doppia polmonite.
Al Policlinico, vero?
Esattamente! Sei stato tu a perdonargli i suoi peccati, ma ora deve purificarsi dai suoi dolori... Dio la chiamò, nonostante i suoi pochi anni, prima che cadesse in colpe maggiori e si condannasse eternamente.
Ho abbassato la testa e mi sono incamminato verso il cancello di uscita. Dietro di me venne l'angelo con i cinque figli benedetti. E, mentre raggiungevamo la porta fiammeggiante, pensai a innumerevoli altri bambini della Terra, che conoscevo così bene, pensai ad altre persone che erano in grave pericolo di condanna, per non aver prestato attenzione ai consigli dei loro genitori, né aver cercato di pentirsi dei loro peccati o correggersi per le proprie colpe. E quando salutai il messaggero celeste, gli chiesi:
Verrai ancora a prendermi per un'altra visita al Purgatorio?
Ed egli, sbattendo le lunghe ali verso il Cielo, abbracciando i nuovi figli della Madonna, esclamò
NO! Ora, non verrò più a cercarti in Purgatorio. Ti porto in Paradiso la prossima volta!
Quando mi svegliai, erano già le cinque del mattino, ora di alzarmi subito. I lampi dell'alba coloravano di rosso l'orizzonte in lontananza, attraverso la mia finestra aperta. E, mentre pregavo la preghiera del mattino, il ricordo di Marisa non mi è mai uscito di mente... Ancora in Purgatorio, a causa della tua disobbedienza!
E sono uscita per celebrare la Santa Messa per quel bambino sfortunato, nello stesso tempo ho pensato:
Quante Marisa là fuori soffriranno così tanto e così tanto in Purgatorio!...
Commento: Il Purgatorio è biblico?
Ero credente, ero un pastore protestante e, quindi, non credevo nella dottrina del Purgatorio. Mi sento triste quando incontro cattolici che, influenzati dal protestantesimo, non credono nel Purgatorio. Alcuni mi chiedono: il Purgatorio è un dogma di fede? La dottrina sul Purgatorio è biblica? La mia risposta sincera e chiara è: sì, il Purgatorio è un dogma di fede e, quindi, la sua dottrina è biblica. Dopo aver studiato la materia del Purgatorio ho scoperto che questa dottrina era altamente consolante.
La Chiesa insegna che il Purgatorio è uno stato di purificazione morale, in cui le anime, non ancora del tutto pure, si purificano attraverso la punizione, diventando degne del Cielo. Questa è la definizione di dogma.
Quanto alle prove scritturali (dalla Bibbia), le troviamo in II Mac 12, 43-46: “Poi fece una colletta, mandando a Gerusalemme circa diecimila dracme, affinché potesse offrirsi in sacrificio per i peccati: un modo di agire bello e santo, risultante dalla sua fede nella risurrezione, perché, se non avesse pensato che i morti sarebbero risorti, sarebbe stato vano e superfluo pregare per loro. Ma se credeva che una bella ricompensa attende coloro che muoiono piamente, questo era un pensiero buono e religioso; per questo chiese un sacrificio espiatorio affinché i morti fossero liberi dalle loro colpe”. Questo testo del II libro dei Maccabei ci mostra chiaramente che c'è un mistero di espiazione (un Purgatorio) nella vita futura. Leggi anche Eclo 7, 37.
I Cor 3, 11-15: “Quanto alla fondazione, nessuno può porre altro che ciò che è già stato posto: Gesù Cristo. Ora, se qualcuno costruisce su questo fondamento, con oro, o con argento, o con pietre preziose, con legno, o con fieno, o con paglia, apparirà l'opera di ciascuno. Il giorno (del giudizio) lo dimostrerà. Verrà scoperto dal fuoco; il fuoco dimostrerà quanto vale il lavoro di ogni persona. Se la costruzione regge, il costruttore riceverà la ricompensa. Se prende fuoco, porterà il danno. Si salverà, però, passando in qualche modo per il fire”.
L'Apostolo afferma, dunque, che alcuni, pur edificando la propria vita su Cristo, tuttavia la costruiscono con opere imperfette (paglia, fieno), saranno salvati, ma dovranno passare attraverso il fuoco. Questo è ciò che insegna la Chiesa cattolica: molti si salvano, ma a causa delle loro imperfezioni devono “passare attraverso fire” prima di entrare in Paradiso.
Matteo 12, 32: “Chiunque avrà parlato contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato. Se invece parlate contro lo Spirito Santo, non otterrete il perdono né in questo secolo né nel secolo a venire”.
Con questa espressione: “Non otterrai il perdono né in questo secolo né nel secolo a venire”, vediamo che ci sono peccati perdonabili anche nel secolo a venire, cioè nel prossimo mondo. Questo luogo, nell'altro mondo, si chiama Purgatorio.
Matteo 5, 26: “In verità vi dico che non partirete finché non avrete pagato l'ultimo penny”.
Questo non è l'Inferno, dal quale non potete partire; né dal Cielo, luogo di gioia, e non di espiazione; ma dal Purgatorio, unico luogo dove si deve espiare “fino a pagare l'ultimo penny” per le leggere colpe commesse in questa vita.
Apocalisse 21, 27: “Non vi entrerà nulla di profano, né alcuno che pratichi abomini e menzogne, ma soltanto coloro i cui nomi sono scritti nel libro dell'Agnello di life”. Ora, non importa quanto sia puro l'uomo in questo mondo, egli avrà sempre macchie contratte nella sua natura viziata, poiché “il giusto cade sette volte”. Condannarlo all'Inferno per avere piccole debolezze non vuole la bontà di Dio. Donandogli il Cielo lo ostacola immediatamente dall'infinita purezza del Signore. Pertanto, un'espiazione o purgazione è necessaria nella vita successiva, in uno stato chiamato Purgatorio.
Anche la tradizione insegna questa verità, come attestano gli scritti antichi e l'archeologia.
Per comprendere la dottrina del Purgatorio, è necessario sapere che in essa si riconciliano la giustizia e la misericordia divina. Non si può lodare il primo sacrificando il secondo. Dio, che è ricco di misericordia (Efesini 2, 4), è lo stesso Giusto Giudice (II Tm 4, 8), alla cui corte noi tutti compariremo (II Cor 5, 10).
Il sacrificio di Cristo sul Calvario, che si rinnova sull'altare, non vanifica la giustizia divina, ma apre la strada al perdono. Anche questo perdono rientra in un criterio di giustizia. Dio ripagherà ogni persona secondo le sue opere (Matteo 16, 27; Rm 2, 5-8; I Pe 1, 17; Ap 2, 23; Ap 22, 12, ecc).
Molti uomini muoiono e compaiono immediatamente davanti alla Giustissima Corte di Dio e si trovano in condizioni tali da non poter essere condannati all'Inferno, in quanto non sono in peccato mortale, ma, d'altra parte, non sono puri abbastanza per entrare immediatamente nella gloria del Cielo. Né c’era tempo per un pentimento perfetto o abbastanza sofferenza per portarli più a fondo.
Come è certissima la verità che Dio ripagherà ogni persona secondo le sue opere, è certissima l'esistenza del Purgatorio. Grazie a Dio! Lode a Dio!
Dio ci perdona, ma esige dal peccatore perdonato una pena, un'espiazione. Basta leggere i numeri 14, 11. 12. 19. 20-23; Numeri 20, 12; Dt 34, 1-5; II Sam 11, 2-7; II Sam 12, 13-14; Jl 2, 12, ecc.
Il Purgatorio ci purifica dalle punizioni e dalla colpa. È una straordinaria dottrina consolante, perché lì splende il sole della bontà di Dio.
Peccato che il Purgatorio sia presentato solo come luogo di sofferenza e non di gioia, come ci dice san Bernardino de Sena. Il dolore più grande è che, sulla Terra, non abbiamo più amato Dio e ora (in Purgatorio) dobbiamo aspettare un pò per vedere il nostro amato Signore, faccia a faccia. Una cosa è vederlo da lontano e un'altra abbracciarlo.
La radiosa figura del Signore, vista al momento del Giudizio privato, è la nostra consolazione e forza nel Purgatorio. E vedendo Dio, l'anima stessa giudica e si riconosce indegna di entrare direttamente in Cielo.
Il Purgatorio è tempo, l'occasione per purificarsi. È una Scuola d'Amore. Dell'Amore a Dio. Signore, donaci il Purgatorio ora, qui sulla Terra, perché vogliamo amarti intensamente. Come il dolore ci purifica, ci libera...
Vogliamo solo Dio. Solo Lui ci basta. Diacono Francisco Almeida Araújo.
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Continua nella parte 2: Viaggio in Paradiso