sabato 16 marzo 2019

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



3 maggio 1922

"Fui presa da un ardente desiderio di baciare le Piaghe di Gesù. Baciai il mio Crocifisso e chiesi alla Madonna di farlo per me.
"Ella venne ad un tratto, con le mani incrociate sul petto, e dolcemente mi disse: "Che cosa vuoi, Figlia mia, che vuoi? ".
"Oh! Madre mia, baciare i piedi e le mani di Gesù e, se Tu me lo permetti, baciare anche la Tua mano".
"Vuoi baciarla, figlia mia? ... eccola! ..".
"E porgendomi la mano aggiunse:
- "Vorresti baciare le piaghe di Gesù? ...".
"Non mi lasciò neppure il tempo di rispondere... Gesù era già lì, bellissimo, con le Piaghe fiammeggianti".
- "Che vuoi, Josefa? ".
"Baciare le tue Piaghe, Signore! ". "Baciale! "
Egli stesso le mostrò i piedi, quindi le mani e infine il suo Cuore:
- "Questa piaga è tua, ti appartiene. Vedi che non ti rifiuto niente. E tu mi rifiuteresti qualcosa?..."

8 luglio 1922

Josefa è seduta nella sua cella ove ha trascorso le ore terribili di quella giornata che segna il punto culminante degli sforzi diabolici; appare del tutto sfinita, sembra non udire le Ave Maria che sommessamente si moltiplicano vicino a lei per supplicare la Madonna ad accorrere in aiuto della sua figliuola. Ad un tratto il viso contratto si di stende, le labbra si aprono e a poco a poco mormorano la stessa preghiera... davanti a lei ormai libera sta la Madre Immacolata e Josefa si precipita in ginocchio col volto illuminato. Istante meraviglioso in cui tutta la potestà di Satana si infrange e si eclissa di fronte all'intervento sovrano della Regina del Cielo.

Papa Benedetto XVI



Se in certe teologie ed ecclesiologie di oggi Maria non trova più posto, la ragione è semplice e drammatica: hanno ridotto la fede a un'astrazione. E un'astrazione non sa che farsene di una madre.

VITA OLTRE LA MORTE



TESTIMONIANZA 
DELLA DOTTORESSA GLORIA POLO


I talenti

Il Signore mi ha chiesto: “Che cosa hai fatto dei talenti che ti ho dato?” Tu non li hai maiusati. Io sono venuta al mondo con una missione, la missione di difendere il regno dell'amore. Ma mi ero completamente dimenticata di avere un'anima, ancor di più, cheavevo ricevuto dei talenti, ed anche, che io ero “le mani” della Misericordia di Dio. Nonsapevo che tutto il bene che non ho fatto aveva provocato molto dolore al Signore. Hovisto i talenti meravigliosi che Dio mia aveva dato. Tutti noi, fratelli, valiamo molto agliocchi di Dio. Egli  ama a tutti allo stesso modo. A ognuno ha affidato una missione e deitalenti. Io vedo il demonio che è molto preoccupato per i nostri talenti, talenti che Dio ci hadato per metterli al servizio del Signore.

Sapete che cosa mi ha chiesto ancora il Signore? Mi ha chiamata a dare conto per lemancanze di amore al prossimo e mi disse: “La tua morte spirituale è cominciata quandonon ti lasciavi commuovere dalle sofferenze che vedevi intorno a te ... eri viva, ma morta.
Non potete immaginare che cosa è la morte spirituale. è un'anima che odia, un'animabrutta, terribile, amareggiata, arrabbiata, che non lascia in pace e fa del male a tutti.
Quando siamo pieni di peccati, è doloroso vedere lo stato miserabile della nostra anima. Eio avevo visto com'era la mia: fuori bella, profumata e ben vestita; dentro, puzzolente eimmersa nell'abisso. è per questo mi sentivo così depressa e amareggiata. Il Signore mi hadetto: “La tua morte spirituale quando non ti lasciavi commuove dai tuoi fratelli.” Ognivolta che vedevi soffrire i tuoi fratelli, quando sentivi notizie ... erano dei segnali di allerta,ma tu, sempre di pietra! Solo a parole dicevi “poverini”, ma non sentivi dolore, il tuocuore era insensibile, era di pietra!”

Come il Signore mi ha mostrato i talenti. Io non vedevo mai il telegiornale, non avevopazienza, non volevo vedere tanti morti e altre cose sgradevoli ... Ero interessata solo dellaparte finale, la parte della fantasia: dieta, oroscopo, potere mentale, energie ... tutte coseche il demonio utilizza per distrarci, confonderci ... E ora il Signore mi mostrava nel Librodella Vita, come nella Sua strategia divina, una volta il telegiornale è durato un poco di piùe, quando io ho acceso la televisione, il telegiornale non era ancora finito e mostrava unapovera contadina che piangeva sopra il cadavere del marito.

Il demonio, e questo è molto triste, ci fa abituare al dolore degli altri e, quando ci troviamodi fronte a qualcuno che soffre, ci fa pensare che quel problema non mi riguarda. Chi stamale si arrangi, io non centro niente. Il Signore invece mi ha fatto vedere come Gli duole,quando i giornalisti pensano solo a vendere la notizia senza preoccuparsi di coloro chesoffrono, in questo caso di quella povera donna! Io, in quel momento, l'ho vista piangere,ho sentito in me il suo dolore, l'ho sentito veramente, e ho ascoltato con attenzione.
Soprattutto  «dove»,  era  Venadillo,  Tulima,  la  mia  città  natale.  Ma  subito  dopo,  ècominciata  la  parte  della  fantasia,  pubblicità,  dieta  ...  e  mi  sono  dimenticatacompletamente di quella contadina ...

Ma il Signore non l'aveva dimenticata! Ha permesso che io sentissi il suo dolore e volevache io l'aiutassi. Era il momento di usare i talenti che Dio mi aveva dato. Il Signore mi hadetto: “Quel dolore che hai sentito per lei, ero Io che gridavo perché tu la aiutassi. Sonostato Io che ho provocato un ritardo nelle notizie perché tu potessi vedere; ma tu non seistata capace di inginocchiarti e fare almeno una preghiera per lei, nemmeno un minuto! Tisei lasciata distrarre dalla tua dieta e ti sei dimenticata di lei!”

Il Signore mi ha mostrato la sua situazione. Era una famiglia di umili contadini. Avevanochiesto al marito che abbandonassero la casa in cui vivevano ed egli ha risposto di no. Piùtardi sono venuti degli uomini per mandarli via. Il marito se ne accorse e vede che sonoarmati e che vengono per ucciderlo. Io ho visto tutta la vita di quell'uomo e ho sentitodentro di me tutta l'angustia di quell'uomo. Ho visto come, di corsa nascondeva moglie efigli mentre quegli uomini lo cercavano. Aveva tentato di allontanarsi ma senza riuscirci.
Sapete quale è stata la sua ultima preghiera: “Signore, prenditi cura di mia moglie e deimiei figli, a te li affido”. In quel momento lo hanno ucciso ed è caduto a terra. Quando glihanno sparato, il Signore mi ha fatto sentire il dolore di quella donna e di quei bambini,che nemmeno potevano gridare. (piange)

In questo modo, Dio ci fa sentire il Suo stesso dolore e quello degli altri. Ma, quante voltenoi non ci preoccupiamo di questo, non ci preoccupiamo nemmeno un poco ... de nostrifratelli nelle loro necessità. (continua a piangere)

Sapete che cosa il Signore voleva? Voleva che io mi inginocchiassi e pregassi per quellafamiglia, per quella donna e quei bambini! Dopo mi avrebbe ispirato quello che potevofare per aiutarli. Sapete che cosa dovevo fare? Fare alcuni passi e parlare con un sacerdotedi quello che avevo appena visto nel telegiornale. Questo sacerdote era amico del parrocodi quel paese, Venadillo, Tulima, e aveva una casa di accoglienza a Bogotà e avrebbeaiutato quella donna. 

Sapete qual'è la prima cosa che Dio ci chiede? Dei peccati di omissione! Sono così gravi!
Non immaginate quanto! Un giorno d'estate, come me! Questi peccati fanno piangere Dio!
Il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto! Dio piange vedendo i Suoi figlisoffrire per la mancanza di compassione e per l'indifferenza degli altri, per tanti chesoffrono, e noi non facciamo niente per loro! Il Signore ci mostrerà le conseguenze delnostro peccato, per essere stati indifferenti davanti alle sofferenze degli altri; tanto dolorec'è nel mondo per la nostra indifferenza, disinteresse e cuore duro.

Riassumendo, quella contadina, vedendo che la seguivano per ucciderla, è fuggita con ibambini e cerca rifugio a casa del sacerdote di quel paese. Il parroco afflitto, gli dice chedeve fuggire perché se la trovano l'ammazzano! E in fretta ha fatto quello che gli èsembrato migliore per lei. Molto preoccupato l'ha mandata a Bogotà e gli ha dato dei soldie alcune lettere di raccomandazione! Lei è uscita in fretta, con quelle lettere, ed è andata inquei posti che il parroco gli ha raccomandato, ma non l'hanno accolta da nessuna parte.
Sapete dove è finita? Sapete chi, alla fina, ha aiutato quella donna? Coloro che l'hannomessa in una casa di prostituzione!!!

Il Signore mi aveva dato una seconda opportunità per aiutare quella donna. Un anno dopola rivedo. Era una giorno che ero andata al centro della città. Io detestavo andare al centroperché sapevo di incontrare miseria e, siccome mi sentivo superiore, non mi piaceva. Main quel giorno dovevo proprio andare e mentre camminavamo mio figlio mi domandato:“Mamma perché quella donna si veste così con quella gonna corta?” Io gli ho risposto:“Non guardala! Quelle sono donne da disprezzare, che vendono il corpo per fare soldi,sono prostitute, donne sporche.” Pensate un po', con questo modo di parlare e, per di più,avvelenando mio figlio, così ho classificato quella donna, una sorella caduta in disgraziaper colpa e indifferenza di un popolo. 

Il Signore mi ha detto: “Gli indifferenti sono i tiepidi, quelli che io vomito; un indifferentenon entrerà mai in Cielo!  Un indifferente passa nel mondo e non si interessa di niente,oltre casa sua e i suoi interessi. La tua morte spirituale è cominciata quando non ti seiinteressata più di quanto succedeva ai tuoi fratelli. Quando pensavi solo a te stessa e al tuobenessere!”



Salvami dal fuoco dell’inferno



Sono un terribile peccatore, Gesù. 
Con le mie azioni, ho causato avvilenti sofferenze agli altri. 
Come conseguenza, io sono respinto. 
Non sono più tollerato in nessun luogo sulla Terra. 
Salvami da questo deserto e proteggimi dalla morsa del male. 
Aiutami a pentirmi. 
Accetta il mio rimorso. 
Riempimi con la Tua forza  
e aiutami a rialzarmi dagli abissi della disperazione. 
Caro Gesù, Ti offro il mio libero arbitrio perché Tu possa fare di me ciò che 
vuoi, in modo che possa essere salvato dal fuoco dell’inferno. 
Amen. 

Il mondo è sulla soglia di un grande cambiamento



Mia dilettissima figlia, ogniqualvolta i figli di Dio sono testimoni dei conflitti nel mondo e delle terribili atrocità commesse nel nome della giustizia, allora sappiano questo: poiché il male genera altro male, fate agli altri, ciò che vorreste fosse fatto a voi. La Mia Giustizia è connaturata e, nonostante la Mia abbondante Misericordia, dovete temere la Mia Punizione allorché si abbatterà sugli uomini ingrati e malvagi. 

Io non causo danno ad alcun uomo, in quanto questo non viene da Me; ma quando verrà inflitto il male ai figli di Dio, e si diffonderà la malvagità, Io riverserò la Mia Giustizia, in modo che nessun uomo dubiti che questi tempi sono sopra di voi. La malvagità deriva dal peccato. Le anime che soccombono al peccato devono sempre cercare di riscattarsi rapidamente ai Miei Occhi o in caso contrario, il peccato si aggraverà; se avete dei dubbi circa la presa mortale che Satana ha sulle anime piene di odio e violenza, dovete sapere che è estremamente difficile liberarle dal suo controllo. 

Una volta che Satana ha infestato un‟anima, egli tormenta costantemente quella persona finché la sua mente, le sue azioni ed i suoi gesti non sono in unione con il maligno. L‟anima infestata, alla fine, diventa posseduta e solo Io, Gesù Cristo, posso liberare quell‟anima attraverso un esorcismo. Un‟anima può diventare posseduta molto rapidamente, ma possono essere necessari anni per liberarla dalla morsa del serpente; così quando verrà provata la Mia Punizione, essa sradicherà il male e punirà i colpevoli che hanno sottratto la vita degli altri. 
Io punirò chi toglie la vita del corpo e la vita dell‟anima. Nessun malfattore rimarrà invisibile poiché i Miei Occhi vedono ogni cosa. 

Voi conoscete molto del Mio Amore. Non avete dubbi su quanto sia grande la Mia Misericordia, ma l‟uomo mortale non conosce l‟Ira di Dio, poiché nessuno vi ha parlato di questo. La Collera di Dio è reale. Credete che Egli permetterebbe a Satana di distruggere i suoi figli rimanendo seduto a guardare? Credevate che Egli non avrebbe punito le anime che cedono a Satana assecondando ogni capriccio e desiderio? Benché le anime buone possano morire, esse avranno la vita, ma per quanto le anime malvagie possano vivere, esse non avranno la vita. 

Il mondo è sulla soglia di un grande cambiamento, e tutto ciò che Dio ha predetto avrà luogo. 
Tutto quanto Egli ha detto che sarebbe accaduto, accadrà. Benché Io vi abbia inviato i profeti per avvertirvi, voi ancora non avete ascoltato; voi avete respinto molte rivelazioni private che sono state trasmesse al mondo affinché l‟umanità fosse preparata, ma ancora una volta voi non avete ascoltato. 

Dovete pregare che la vastità delle distruzioni nel mondo venga ridotta, poiché se doveste vedere ciò che vi riserva l‟avvenire, cadreste ai Miei Piedi implorando Misericordia. Coloro che non sono riusciti a mantenere viva la Parola di Dio nelle Mie Chiese sulla terra, saranno responsabili della perdita di molti milioni di anime che, altrimenti, sarebbero state salvate. 

Vergogna a voi che Mi chiamate vostro, mentre da un lato proclamate uno stralcio della Verità e dall‟altro Mi maledite. Il dolore e la sofferenza che Io ho sopportato a causa del peccato, e della separazione dell‟uomo dal suo Creatore, stanno volgendo al termine, poiché adesso è giunto il Mio Tempo. Nella battaglia finale per la salvezza delle anime, man mano che il male si intensificherà, sappiate che il castigo di Dio sarà dieci volte superiore a quello inflitto da parte dell‟uomo malvagio sui suoi fratelli e sorelle. 

Non temete il Mio Amore, ma la Mia Giustizia. 

Il vostro Gesù 

18 Agosto 2014 

venerdì 15 marzo 2019

DELL’ACCETTAZIONE E DELLE VESTI DEI FRATI


         
                       
1 Se qualcuno, per divina ispirazione, volendo scegliere questa vita, verrà dai nostri frati, sia da essi benignamente accolto.
2 E se sarà deciso nell’accettare la nostra vita, si guardino bene i frati dall’intromettersi nei suoi affari temporali, ma, quanto prima possono, lo presentino al loro ministro.
Il ministro poi lo riceva con bontà e lo conforti e diligentemente gli esponga il tenore della nostra vita. 4 Dopo di che, il predetto, se vuole e lo può spiritualmente, senza impedimento, venda tutte le cose sue e procuri di distribuire tutto ai poveri.

5 Si guardino i frati e il ministro dei frati dall’intromettersi in alcun modo nei suoi affari, 6 né accettino denaro né direttamente né per interposta persona. 7 Se tuttavia fossero nel bisogno, possono i frati ricevere le altre cose necessarie al corpo, ma non denaro, come gli altri poveri, per ragione della necessità.

5 E quando sarà ritornato, il ministro gli conceda i panni della prova, per un anno, e cioè due tonache senza cappuccio e il cingolo e i calzoni e il capperone fino al cingolo. 9 Finito l’anno e il periodo della prova, sia ricevuto all’obbedienza. 10 Dopo di che non potrà passare ad altra Religione, né andar vagando fuori dell’obbedienza, secondo la prescrizione del signor Papa, e secondo il Vangelo, poiché nessuno che mette mano all’aratro e guarda indietro è adatto al regno di Dio.
11 Se però venisse qualcuno che non può dar via le cose sue senza impedimento, pur desiderandolo spiritualmente, le abbandoni, e ciò è sufficiente.
12 Nessuno sia ricevuto contro le norme e le prescrizioni della santa Chiesa.

13 Gli altri frati poi che hanno promesso obbedienza, abbiano una sola tonaca con il cappuccio e un’altra senza cappuccio, se sarà necessario, e il cingolo e i calzoni.
14 E tutti i frati portino vesti umili e sia loro concesso di rattopparle con stoffa di sacco e di altre pezze con la benedizione di Dio, poiché dice il Signore nel Vangelo: «Quelli che indossano abiti preziosi e vivono in mezzo alle delizie e quelli che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re». 15 E anche se sono tacciati da ipocriti, tuttavia non cessino di fare il bene; né cerchino vesti preziose in questo mondo perché possano avere una veste nel regno dei cieli.

S. Francesco d’Assisi


Preghiera all’Eucaristia



L'unica spiga, Cristo, 
ha dato il pane del cielo infinito.
Finirono i cinque pani da lui spezzati,
ma un pane egli spezzò che vinse la creazione:
più lo spezzi, più si moltiplica.
Ricolmò a Cana le giare di vino abbondante:
lo si attinse, lo si bevve e finì
benché fosse moltiplicato.
Ma la bevanda che offrì nel calice,
anche se modesta, fu di potenza senza limiti.
E' un calice che contiene tutti i vini.
Unico è il pane che spezzi senza limite,
unico è il calice in cui mesci il vino senza fine.
Il grano, Cristo, seminato per tre giorni nella terra
ha germinato e ha riempito il granaio della vita.

(S. Efrem Siro)

Il Creatore vi prepara ad entrare nella Nuova Era d’Amore



Maria Madre di Dio:
la pace sia con voi; figli Miei e figlie Mie, apritevi affinché Gesù entri nel vostro cuore e vi guarisca;

oggi, il Mio Messaggio vi ricorderà chi è Gesù; Gesù è la Sorgente dell’Amore Sublime, la Luce del mondo; per salvarvi Egli sopportò la Croce senza badare all’infamia ad essa unita; Egli è mite ed umile, venite a conoscerLo come vostro Dio, perché il riconoscerlo è la virtù perfetta; sentiteLo, sentite la Sua Santa Presenza, imparate ad annoverarLo fra voi, imparate a dire “noi”; non dimenticateLo fra una preghiera e l’altra, abbiateLo costantemente nel vostro cuore, teneteLo rinchiuso nel vostro cuore;

non prendete i Nostri Messaggi come minacce, i Nostri Messaggi sono Messaggi d’Amore e di Pace che vengono dall’Infinita Misericordia di Dio;

siate graditi a Dio riflettendo prima di aprire le labbra per pronunciare qualunque cosa; non permettete alle vostre labbra di condannarvi; tutto ciò che dite sia la prova che siete figli di Dio, con uno spirito di santità, di sottomissione e di purezza; siate zelanti nel servire la causa del bene;

oggi farò una domanda a voi che M’ascoltate: “amate il vostro prossimo come voi stessi?” voglio ricordarvi che malgrado la vostra debolezza, potete raggiungere la perfezione se vi lasciate guidare dal Signore; abbandonatevi a Lui ogni giorno, offriteGli senza timore la vostra volontà; Egli conosce la vostra capacità e non vi chiederà mai alcuna cosa che possa farvi del male; elevate la vostra anima con la preghiera, crescete in santità, crescete nell’Amore che Dio vi offre così abbondantemente;

non ascoltate mai il Ribelle; non lasciate spazio vuoto nel vostro cuore dando al demonio l’opportunità di tentarvi: rimanete nella Fede, nella Speranza e nell’Amore; siano queste virtù il frutto che riempie il vostro cuore; Dio-è-fra-voi per provvedere a tutto ciò che manca alla vostra anima; le Vigne del Signore si moltiplicheranno e produrranno frutti a sufficienza per nutrire moltitudini;

il Creatore vi prepara ad entrare nella Nuova Era d’Amore; guardate il vostro Creatore come vostro Santo Compagno, vostro Padre, vostro Sposo, vostro Redentore, vostro Consigliere; lodate il Signore per i Suoi Appelli Misericordiosi, poiché Egli dice: “aumenterò i Miei Richiami e non li diminuirò; attirerò a Me i Miei figli per nutrirli con la Mia Stessa Mano; metterò la Mia Legge nel loro cuore ed essi dimoreranno in Me e saranno protetti dal Mio Amore; li conforterò riconducendoli a Me, alla Verità, li svezzerò per dare loro il vero Cibo; morti saranno i giorni in cui nessuna benedizione è stata accolta; toglierò il sudario che copre i morti e Io li risusciterò con la Mia Luce”; l’Amore ritornerà a voi come Amore e vivrà fra voi;

meditate i Nostri Messaggi e vivete i Nostri Messaggi; rassicuratevi, perché Noi siamo con voi tutti; vi benedico e benedico le vostre famiglie, pregate e Io pregherò con voi;

22 Settembre, 1989

SAN GIOVANNI DELLA CROCE



Faccia in modo che le cose siano un nulla per lei, né lei alcunché per le cose; ma, dimentica di tutto, rimanga nel suo raccoglimento con lo Sposo.

GESU’ OSTIA



LA «PRESENZA» IN MEZZO A NOI


Dio diventa visibile e tangibile

"Dio nessuno l'ha mai visto" (Gv 1,18). I nostri occhi corporei non sono capaci di cogliere la dimensione dell'invisibile. Anche se lo fossero, non potrebbero mai sostenere, a causa della loro debolezza, la Sorgente della Luce.
Come può un essere impuro, quale l'uomo è, pretendere di volgere lo sguardo verso quel Trono dove persino i Serafini, la gerarchia più alta dei Cori angelici, si coprono la faccia con le ali (Cfr. Is 6,2)?
Iddio, però, dall'alto della sua misericordia si manifesta agli uomini in Gesù, suo Figlio. Ed è Gesù stesso che ci rivela: "chi vede me, vede colui che mi ha mandato" (Gv 12,45).
Anche quando il suo cammino terreno si è concluso, non ci ha abbandonati. Il Risorto, infatti, continua ad abitare con noi, sotto il segno che lui stesso ci ha dato: la Chiesa, che è il suo Corpo Mistico.
In quanto capo di questo Corpo, Cristo esercita un'influenza fondamentale su tutte le membra che lo compongono, e comunica loro la sua presenza in vario modo e con un diverso grado di intensità.
Nel suo stato glorioso, infatti, Cristo è dotato anche dell'onnipresenza, per cui può, senza spostarsi, stare simultaneamente in diversi luoghi.
Agli apostoli, i primi Pastori, e con essi ai successori che governeranno la Chiesa, prima di salire al Cielo, promette: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Garantisce la sua presenza a chi prega insieme, alla comunità ecclesiale: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).
Cristo, oltre alla sua presenza, trasmette anche quella del Padre e dello Spirito Santo: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).
Dopo aver designato altri settantadue discepoli, il Signore li invia a due a due nei luoghi da evangelizzare, dicendo loro:
"Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (Lc 10,16). L'amore fraterno è il segno vivo della sua presenza; a chi si muove in soccorso degli affamati, assetati, forestieri, ignudi, ammalati e carcerati, assicura: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).
La presenza di Cristo non si esaurisce con queste forme, ma va oltre.
Come il sole proietta i suoi raggi sulla terra, così il Cristo, col suo corpo glorioso assiso alla mensa divina nel tabernacolo della Gerusalemme celeste, prolunga la sua presenza su tutti gli altari e in tutti i tabernacoli del mondo.
Cristo, con l'Eucaristia, completa l'irradiazione della sua presenza nella Chiesa e nei singoli membri, perché ne diventa il cuore che pulsa e che dà vita.
La presenza eucaristica è Cristo vivente con tutta la sua persona: con la sua divinità, ma anche con la sua umanità. L'Eucaristia, quindi, supera tutti i vari modi di Cristo di farsi a noi presente, raggiunge il più alto grado di intensità.
È il mistero, infatti, che conduce all'unità. "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30) afferma Gesù, e prega il Padre "perché tutti siano una cosa sola" (Gv 17,21), come lo sono lui e il Padre.
In virtù di questa verità, unendoci a lui nell'Eucaristia, ci uniamo al Padre. Amando lui nell'Eucaristia, amiamo il Padre. Contemplando lui nell'Eucaristia, contempliamo il Padre. Adorando lui nell'Eucaristia, adoriamo il Padre.
Adoratore del Padre, egli è la strada per far diventare anche noi veri adoratori. Divenire adoratori per mezzo di lui ed in lui, è perciò far propri la lode, il ringraziamento, la preghiera di Gesù, far propria la comunione del Figlio con il Padre nello Spirito Santo.
Madre Maria Costanza Zauli, fondatrice delle Ancelle Adoratrici del SS. Sacramento, nel "Diario intimo" scrive: «L'adorazione è la perfezione dell'amore che spontaneamente tende a donarsi, fino a perdersi nell'Amato».

I SETTE VIZI CAPITALI



EGO TE ABSOLVO 



II . L 'invidia 

L'INVIDIA. è una tendenza a rattristarsi del bene altrui come di attentato contro la nostra superiorità: è spesso accompagnata dal desiderio di vedere il prossimo privo del bene che ci offusca. 

E' vizio che nasce dall'orgoglio, il quale non può tollerare né superiori né rivali. Quando si è convinti della propria superiorità, si prova tristezza nel vedere che gli altri hanno doti pari o superiori alle nostre o che almeno riescano meglio di noi. Materia di invidia sono: le ricchezze, le doti brillanti ecc. 

Questo peccato si manifesta con la pena che si prova sentendo lodare gli altri e allora si cerca di attenuare questi elogi criticando le persone lodate. L'invidia eccita pericolosi sentimenti di odio contro coloro di cui si ha invidia, gelosia: quindi ne vengono, calunnie. derisioni ecc.... 

L'invidia in sé è di natura peccato mortale ma se non è pienamente acconsentita, anzi combattuta è peccato veniale. Bisogna disprezzarne sempre i primi sentimenti e suggerimenti. 

G. Crux

Tu, dono gratuito



Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (Lc 5,38).


Sangue di Cristo,
tu sei dono gratuito
dell’amore infinito di Dio.
Tu solo puoi entrare 
nelle cellule della nostra umanità
e trasformare la natura umana
in un angolo di infinito
dove il mistero circonfuso di luce
trova il suo spazio.
Facci creature nuove,
che già qui e ora, 
come eredi del tuo regno eterno,
vivano la gioia
di essere redente. Amen.

Preoccupatevi prima della vostra anima, poi pregate per gli altri.



Mia dilettissima figlia, non ci devono essere divisioni tra i Miei Discepoli in questa missione per salvare le anime, perché quello è il desiderio di colui che Mi odia. Quando i Miei amati discepoli Cristiani si dividono, e quando si combattono l‟un l‟altro nel Mio Nome, questo Mi provoca una grande tristezza. Il Mio dolore s‟inasprisce quando coloro che proclamano la Mia Parola, in seguito la rinnegano danneggiando gli altri attraverso dei mezzi crudeli, allo scopo di inferire con livore. 

Tutti i figli di Dio sono eguali ai Miei Occhi. Sappiate che i migliori tra voi non sono immuni dalla tentazione di Satana, mentre coloro che provano disperazione e odio nei propri cuori, non sono esclusi dai Miei Doni. Ognuno di voi è un peccatore. Non comparite mai davanti a Me per dirMi che un‟anima non è degna di Me. Non condannate un‟altra persona davanti a Me, né dichiarate che egli è malvagio; infatti, cosa siete voi davanti ai Miei Occhi, se non dei peccatori? 

Il mondo è pieno di amore, ma anche di odio e d‟indifferenza verso di Me, Gesù Cristo, a causa dell‟esistenza del peccato. Solo quando il peccato verrà sradicato il mondo diventerà perfetto. 
Dovete, quindi, preoccuparvi prima per la vostra anima e poi pregare per gli altri; non appena farete così, riverserò la Mia Misericordia su tutti voi. Tutte le volte che un uomo si esalta davanti a Me e parla male di un altro uomo, egli diviene l‟ultimo davanti al Mio Scranno di Giustizia, mentre colui che si umilia davanti a Me diviene il primo. 

Quando accetterete davvero i Miei Insegnamenti? Perché dite di essere Miei quando mostrate odio nei confronti degli altri? Voi non diventerete mai degni del Mio Regno fino a quando non getterete via la vostra maschera di superiorità, e la vostra corazza di orgoglio. 

Il vostro Gesù 

17 Agosto 2014 


giovedì 14 marzo 2019


Io sono la Radice dell’Albero della Vita e da Me emana la Vita Eterna



Mio Signore, 
Tu che sei la Radice dell’Albero della Vita, 
e l’Amore Stesso
e Colui che con il Suo Frutto,
ci dona la Vita Eterna,
sii benedetto.
Le Tue foglie che non appassiscono mai né mai si seccano,
sono di puro Oro bianco
e da Esse emana una Luce splendente.
io credo, adoro, spero e Ti amo,
ti chiedo perdono per quelli che non credono,
non adorano, non sperano e non Ti amano.
Prenditi cura di noi, Emmanuele.
Io Ti benedico, Ti benedico,
Tu che sei il mio Consigliere
durante le notti,
e mi colmi di incessanti preghiere,
pregando su di me.
So che non abbandonerai la mia anima,
poiché ci riveli
il Tuo Cammino di Vita,
con la nostra mano nella Tua Mano.
Salvaci nel Tuo Amore; 
Tu sei la Sorgente della nostra speranza
di giungere a vedere i Nuovi Cieli
e la Nuova Terra, Signore.


Io sono la Radice dell’Albero della Vita e da Me emana la Vita Eterna; fiore, leggi la Scrittura;

(Gesù desidera che apra a caso la Santa Bibbia e apro su ciò che Lui desidera io legga. Apro su Isaia 40,9).

leggi e scrivi: “sali un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme; alza la voce, non temere, annunzia alle città di Giuda, ‘Ecco il vostro Dio!’” la vostra Nuova Gerusalemme è a portata di mano...

Io, Dio, discendo in questa era incespicando su cadaveri; tutto quello che temevo si è avverato; Io discendo per non trovare nessuna fede, nessuna speranza, nessun amore; e i Miei agnelli che ho lasciato pascolare nei Miei verdi Pascoli, li trovo affamati ed in uno stato deplorevole; sono in mezzo alle macerie e cercano un asilo ed un po’ di cibo, ma non ne trovano; sperando, sollevano una pietra dopo l’altra alla ricerca di una briciola o forse di un seme che potrebbero piantare, ma invece di briciole e semi, trovano scorpioni pronti a pungerli ed a riempirli del loro veleno; i Miei agnelli errano di città in città per non trovare che i resti di quella che fu una Grande Città; sì, Io parlo di Gerusalemme, ma solo qualcuno è disposto ad intenderMi;

Io chiamo ognuno dei Miei pastori col proprio nome, ma pochi odono la Mia Voce... Io soffoco, soffoco nel vederli ripieni di parole morte; ascoltaMi, Io ti ho chiamata, figlia Mia, perché tu serva la causa del bene, Io ti ho presa per mano e ti ho formata perché potessi testimoniare, ti ho mostrato la Verità e ti ho tolto il velo dagli occhi perché tu veda chi ho scelto per sedersi sul Seggio di Pietro, e a chi, una volta, dissi: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la Mia Chiesa; e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa; a te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli;”4

Io ho dato a quest’uomo questa Autorità, ed oggi voi cercate di rovesciarlo e di rubare il suo bastone da pastore per governare con lo scettro della Falsità e del Vizio; Pietro? Pietro-dei-Miei-Agnelli, Mio benamato pastore, lo so a qual punto il tuo cuore è lacerato e come sanguina a torrenti a causa di questa generazione ingrata ed infedele; Io so a qual punto hanno fatto dei tuoi occhi una sorgente di lacrime; so quanti tuoi fratelli ti hanno voltato le spalle; quelli sono, Mio diletto, i pastori che non sanno nulla, che non sentono nulla, agiscono di testa loro, ciascuno secondo il proprio interesse, servendo la Follia invece della Sapienza, la Cupidigia invece della Povertà, la Disobbedienza invece dell’Obbedienza;

dalla Mia Croce Io contemplo tutti coloro che abitano nel mondo e dico a voi che popolate le diverse nazioni, che presto l’Ora sopraggiunge, il tempo è quasi compiuto e non trascorrerà molto tempo che passerete le notti a piangere, voi, pastori infedeli, pastori che peccate contro di Me con la vostra infedeltà, voi che gridate Pace! quando invece non c’è Pace; ritornate a Pietro, voi tutti che vi siete persi in diverse direzioni; servite Me, perché servire l’Empietà? siate Miei, non del Ribelle, perché siete così desiderosi di servire il Ribelle? anche gli estranei, persino loro, hanno udito la Mia Voce e comprese le Mie Parole; i Miei Princìpi sono Santi, e Io vi dico molto solennemente che Santi Essi rimarranno ora e per sempre;

figlia, leggi la Mia Parola;

(Il Signore mi ha indicato dove. Di nuovo Matteo 5,18-19).

leggi e scrivi: “in verità vi dico, finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli";

20 Settembre, 1989

IL MIO PENARE



è una chiavina d'oro... piccola, ma che apre un gran tesoro.
E' croce; ma è la croce di Gesù: quando l'abbraccio, non la sento più. 
Non ho contato i giorni del dolore: so che Gesù li ha scritti nel suo cuore. 
Vivo momento per momento, e allora il giorno passa come fosse un'ora.
Mi han detto che, guardata dal di là, tutta la vita un attimo parrà.
Passa la vita, vigilia di festa; muore la morte... il Paradiso resta. 
Due stille ancora dell'amaro pianto, e di vittoria poi l'eterno canto.

 P.G. BIGAZZI 

CRISTO CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL’AMORE



CRISTO CROCIFISSO E IL TESTAMENTO NUOVO


"Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, perché ricevessero l'adozione a figli" (Gal 4,4-5).
Quanto alla donna, dalla quale sarebbe nato il Figlio, si può ben pensare che lui, il Verbo, se la fosse ben preparata, preservandola, fin dalla sua concezione, da ogni macchia di peccato in vista dei meriti della sua Passione e Morte; così che poi, giunta all'età della fecondazione, il Padre potesse inviarle l'arcangelo Gabriele e ne ottenesse il libero assenso perché lo Spirito Santo operasse in lei l'Incarnazione del Verbo.
Entrando poi nel mondo quando ancora era nel seno purissimo di Maria, diede inizio solennemente alla sua missione, proclamando, come era già scritto nel salmo 39: "Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà!".
Parole queste che, all'insaputa di tutti, avrebbero causato una vera rivoluzione sul piano del culto divino; infatti, da una parte avrebbero determinato la fine di tutti i sacrifici dell'Antico Testamento, inaugurando, dall'altra, quel nuovo, grande, vero Sacrificio al quale dava inizio proprio Lui, nuovo, eterno Sacerdote, nel nuovo tempio della Vergine Immacolata; Sacrificio che Lui avrebbe portato a compimento con la sua nuova Vita di 33 anni, terminata con la sua Morte di Croce.
Preceduto dunque da questo mirabile avvenimento, Gesù nasceva dal grembo della Vergine già avviato nella sua Missione, cioè avvolta dalla Volontà del Padre, e san Paolo potrà subito coglierlo: "Annientò se stesso facendosi obbediente fino alla morte!".
E noi, ora, dovendo costruire in sintesi, un'immagine di questa sua vita già presente nei Vangeli, vorremmo coglierne una, fra le tante che Gesù stesso dà di Sé, e la cogliamo in Luca 12, 49-50: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato, finché non sia compiuto!"
In queste espressioni, io penso che possiamo vedere, prima ancora del Gesù nato da Maria, il Verbo incaricato dal Padre per la salvezza del mondo: fin da allora Egli, guardando attraverso i secoli, si è visto immerso in quel battesimo, di cui parla ora, cioè inchiodato a una Croce, fino al punto da poter dire: "Consummatum est", cioè: "Ho vinto il Maligno, ho salvato l'uomo".
Perciò è importante che noi vediamo in quelle espressioni di Gesù, non un determinato momento della sua vita, ma tutta, tutta la sua vita; e nell’"angoscia" non per potersene alla fine sbarazzare, ma per poterla portare a compimento come una grande vittoria contro il Male e per la vita eterna di tutti! Solo interpretate così, quelle espressioni metteranno in pieno risalto davanti a noi il vero Gesù, il Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore!
Perciò, anche tutte le altre parti del Vangelo, anche le più dimenticate e magari sorpassate, lette e meditate alla luce di questo Gesù, di questo Cristo Crocifisso, riacquisteranno la sua presenza, la sua luce, il suo amore. Donde anche una conseguenza: che tutto il Vangelo è Cristo Crocifisso.
Ma in quelle espressioni, c'è una parola che ci porta a riflettere ancora oltre, dentro il mistero di quell`"angoscia", cioè: fino a che, quel battesimo sia "compiuto". Possiamo domandarci: questo sia "compiuto" dobbiamo intenderlo in senso temporale, o in senso di compiutezza? Siccome l'oggetto di quella "angoscia" è detto un "battesimo" e quel battesimo, la riga sopra, vien detto un "fuoco": "sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!'; allora è chiaro che si tratta del fuoco dell'amore, e l'amore non ha tempo, anzi, una volta acceso, ha bisogno di divampare; tutto questo ci obbliga a tornare un po' indietro dal luogo di quel battesimo, cioè: dalla Croce sul Calvario, dove esso ci aveva portato, alla sera prima, nel Cenacolo con i suoi, quando Gesù aveva celebrato il grande Sacramento del suo Corpo che avrebbe subito sacrificato sulla Croce, e del suo Sangue che insieme avrebbe sparso, trasformando il pane della loro mensa in quel suo Corpo sacrificato, e il vino della mensa in quel suo Sangue sparso per loro; li aveva poi ordinati suoi sacerdoti, impegnandoli a celebrare anch'essi la memoria di così grande Mistero, tutti i loro giorni, in tutti i luoghi del mondo, fino alla sua fine, nei cieli nuovi e nella terra nuova.
Così, il giorno dopo, Egli poteva partire, e sul Calvario consegnarsi alla sua Croce tanto desiderata, morire immolato su di essa e con quella morte, trionfare del Male e della Morte, e accendere finalmente il fuoco dell'amore sulla terra, e quel fuoco sarebbe poi divampato in tutto il creato e dappertutto, per la presenza dei suoi.
A questo punto, possiamo dire di aver risposto in parte a quella espressione di Gesù: "C'è un battesimo da ricevere, e come sono angosciato, finché non sia compiuto!": là cioè dove "compiuto" o compiutezza, significava il divampare del fuoco dell'amore; ma della parte che preparava questo finale, cioè di quel "battesimo" che è la Passione del Signore, non abbiamo ancora trattato, ed è ciò che faremo subito.
Premettiamo che tutta la vita umana ricevuta dalla Vergine, con tutte le sue gioie, i suoi dolori, le sue fatiche, i fastidi, le umiliazioni, tutti i giorni e le notti, tutto, doveva essere per Gesù, secondo la volontà del Padre, una offerta a lui, un grande Sacrificio di riparazione per la sua gloria, e di espiazione per i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi; questa vita poi doveva concludersi attraverso una dolorosissima Passione e una obbrobriosa Morte di Croce.
Della vita poi di Gesù prima della sua Passione, diremo in sintesi che fu come il Cielo qui sulla terra. Della sua Passione invece è necessario, con il suo aiuto, parlarne. Lui ne parlava come della "sua ora". Ne parlò con gli Apostoli: perché come avevano intuito la sua dignità divina, così ne accettassero anche la realtà umana. Cominciò a dir loro del suo dover andare a Gerusalemme, essere condannato, dover patire, dover morire. E una, e due e tre volte... Non accettavano il discorso... Dovette partir da solo e vederseli scappare via.
Nella sua Passione non cercò mai l'appoggio di nessuno. Neanche della sua Mamma, la quale (forse istruita da Lui...) non solo non cercò mai di dissuaderlo, ma lo esortò ad andare avanti... anzi, secondo alcuni mistici, sarebbe stata pronta a portarlo Lei stessa sul Golgota, perfino a metterlo sulla Croce.
Comunque è vero che nessuno si mosse per dissuaderlo da tale impresa, e Pietro, che volle tentarlo, dovette sentirsi dire: "Via da me, satana!". Era volere del Padre e ne era geloso. La Volontà del Padre era diventata la sua Volontà: ciò vuol dire che l'amore del Padre per la nostra salvezza, s'era unito al suo amore per noi e l'aveva come raddoppiato.
E ciò può farci pensare che, per quell'amore, Lui non solo non si ribellò alle pene che gli venivano inflitte, ne disse nulla per impietosirli quei suoi carnefici, ma trovò il modo per cooperare con loro, così che quel suo sacrificio fosse ancor di più secondo la misura voluta dal Padre, la misura voluta da Lui, dal suo amore per noi, secondo la misura dei nostri peccati, per liberarcene.
C'è un fatto che può indurci a seguire questi nostri pensieri: la Croce! Quella Croce alla quale lui ha sempre guardato, che Lui ha sempre amato, desiderando di abbracciarla nel suo amore, e ciò proprio perché la Croce è uno strumento tale che sembra ed e fatto apposta per esasperare i dolori di un corpo umano, togliendo al corpo ogni libertà per potersi difendere e lasciando dunque alle ferite diverse ogni libertà per diffondersi e penetrare dentro nei tessuti fino agli ossicini più segreti.
Gesù stesso, parlando dalla Croce con quelle parole riferite dal Salmo 22: "Hanno forato le mie mani e i miei piedi: hanno contato (oppure: posso contare) tutte le mie ossa"; sembra esprimersi in questo contesto: parole che sono un lamento, ma insieme possono sembrare una constatazione.
In tal modo la Croce ha dato al Crocifisso la possibilità di dar tutto,... cioè proprio tutto ciò che lui voleva, cioè tutto ciò che voleva l'Amore, l'amore suo e del Padre. Tutto ciò che voleva anche il nostro bisogno di vita, di una vita soffocata nel peccato! O uomini, o uomini!, questo è Cristo e Cristo Crocifisso! Cristo che sulla Croce non è inutile, insignificante, ma Cristo che vi parla, e vi parla di amore, di libertà e di Vita! Credetelo, credetelo!
Alla fine, in questo contesto di Cristo e della sua Passione, come risalta nelle celebrazione che ne fa la Chiesa, anche la Croce, la Croce stessa ha una sua parte, una sua responsabilità dentro l'opera della nostra Salvezza; ecco infatti come canta la Chiesa: "O Croce, ave! - Unica Speranza". Né va dimenticato che Gesù stesso definì il suo essere sulla Croce la sua "esaltazione"; e tale esaltazione da poter dire: "Quando sarò esaltato, attirerò a me tutte le cose! ". Molto opportunamente dunque, come visto sopra, Papa Benedetto, parlando ai Giovani Universitari, diceva, mostrando loro la Croce: "Essa è l'albero dell'amore e della verità...". Sembra che questo accenno del Papa ci obblighi verso un'ultima riflessione, cioè: tutto questo sublime lavoro di amore è tutto riservato a Lui che è l'Amante, oppure, come avviene, qualche cosa vien richiesta da lui anche a noi, che siamo l'amato?
Rispondiamo subito che Lui, a suo tempo, con i suoi apostoli (che ora siamo tutti noi) ha fatto di tutto per coinvolgerli, come abbiam visto, e tutti sappiamo dunque l'inutilità di quel suo triplice tentativo di coinvolgimento. Gesù non se l'è mai presa, come invece se l'è presa contro quel "Signore, non sia mai!" di Pietro che pretendeva distogliere Lui da quel suo impegno con il Padre: ha sempre taciuto verso di loro; ma, pensando che anche loro sarebbero rientrati, rivolgendosi alle folle, disse a tutti: - "Prendete anche voi, ogni giorno, la vostra croce e seguitemi". E questo ogni volta dopo quel triplice rifiuto dei dodici: ogni volta, rivolgendosi alle folle, invitava tutti: "Prendete anche voi ogni giorno, la vostra croce". E voleva coinvolgere tutti, in attesa anche di chi si fosse ritirato.
Quindi Lui ; Gesù Crocifisso, Lui il nostro Amante, ha fatto la sua parte verso noi, suoi amati, per coinvolgerci nel suo disegno di amore: ora dunque, tocca a noi muoverci verso queste parole: "Prendete anche voi, ogni giorno, la vostra croce"; ne va del nostro onore e del nostro interesse: quanto alle ragioni del nostro onore, ciascuno può pensarle da sé; io, qui, vorrei rilevarne due fra quelle che importano assai al nostro interesse: una riguarda la nostra volontà, l'altra il nostro... Purgatorio!
Circa la nostra volontà, noi tutti dovremmo sapere quanto sia difficile convincerla a fare ciò che vuole Lui: Dio!; e la ragione è semplice: perché dentro di essa ci sono tutti i sette vizi capitali, specialmente la superbia o l'egoismo. Ebbene, quelle parole di Gesù: "Prendete ogni giorno, etc..." sono proprio una medicina, studiata apposta per liberare la nostra volontà dalla schiavitù dell'egoismo! Potete farne subito la prova, naturalmente tenete presente che quelle parole di Gesù comprendono tutte le croci: piccole e grandi, personali o comunque e da chiunque vengano, sempre tuttavia da Lui conosciute e permesse o disposte dal suo amore per noi.
Sicuri dunque del suo amore, possiamo farne subito una prova, cominciando intanto dalle piccole croci quotidiane (queste ci porteranno poi anche verso le più grandi che, volere o no, verranno...). È importante, per entrare spediti in questo esercizio, che ci abituiamo a non lamentarci mai: di niente e di nessuno. A lamentarci delle croci, non ci si guadagna proprio niente. Una volta tolto questo ostacolo, ecco che alla prima croce potremo subito intervenire: "Grazie, Signore, sia fatta la tua volontà".
Quasi subito, o in breve tempo di questo esercizio, noi potremo avvertire dentro la nostra testa una nuova volontà, più pronta al sacrificio, desiderosa di incontralo.
Questa grazia ne realizza insieme un'altra, ancor più grande in certo modo, e riguarda il Purgatorio. Noi siamo tutti peccatori, ma succede che ce ne guardiamo bene dai peccati mortali, perché questi portano all'inferno, mentre non guardiamo ai peccati veniali, perché non ci fanno paura, cioè non prendiamo sul serio il purgatorio!
Attenti bene, perché dopo la nostra morte, tutto scomparirà per noi, e resterà un'unica cosa, cioè Dio: unico Bene, unica Gioia!, ma noi non potremo andare da Lui... e sarà per noi una pena non molto diversa da quella dell'inferno!
Pensiamoci bene, e allora capiremo che anche i peccati veniali sono peccato e comportano anch'essi una pena anche se non eterna; capiremo che il purgatorio non è l'inferno, ma qualche cosa di simile. E capiremo infine che anche il purgatorio lo potremo evitare, facendolo qui in terra, accettando quella parola di Gesù: "Prendete ogni giorno la vostra croce e seguitemi".
Abbiamo così risposto a quella espressione di Gesù (Lc 12, 50): "C'è un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato, finché non sia compiuto". Una espressione che sta anzitutto al centro della sua personalità e, per conseguenza, al centro della sua opera, al centro del Vangelo. - Sta al centro della sua personalità, perché quel "battesimo" non è altro che il mistero della sua Passione e Morte di Croce, il mistero del suo grande Sacrificio per la gloria del Padre e la redenzione del mondo, il mistero stesso del Sacramento Eucaristico, e della Croce stessa...
Ed è per tutto ciò che Gesù e veramente il Cristo, il Cristo Crocifisso, capolavoro dell'Amore. Ed è ancora per tutto ciò che, come diceva ai giovani Papa Benedetto: "Prendete la croce, essa è l'albero dell'amore".
Ma quella espressione sta ancora al centro della sua opera, cioè del Vangelo, per quelle parole: "ed io sono angosciato finche tutto sia compiuto". Ora, se Cristo ha una sua personalità e questa personalità ha i suoi punti salienti, non possiamo trascurare fra questi la sua opera, il Vangelo santo; perciò quell'Io sono angosciato, finché tutto sia compiuto" riguarda anche tutto il Vangelo e tutta quella sua opera che è la Chiesa!
Ne consegue che noi, tutti noi battezzati, responsabili del Vangelo e della Chiesa, non dovremmo mai accostare una parola sola del Vangelo o un'anima sola del gregge di Cristo senza portare in noi, dentro di noi, una presenza, come un'eco di quella parola: "sono angosciato!". Perciò sia leggendo il Vangelo, in ogni sua parola, Cristo è sempre Crocifisso!, sia vivendo il nostro essere Chiesa, Cristo è sempre Crocifisso! Ritorna dunque quella parola del Papa ai giovani: "Prendete la Croce: essa è l'albero dell'amore!".
Uscendo dunque anche da questo secondo tempo, cioè dal Nuovo Testamento, ed entrando nei rimanenti tre, il Crocifisso e la sua Croce si saranno sempre, anche se diventeranno: il Segno del Figlio dell'Uomo, Vessillo della Vita e della Vittoria sul Male e sulla Morte.

Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.

San Bernardo di Chiaravalle




L’umiltà ha sette gradini da discendere. La rinunzia alle cose, secondo l’esempio degli apostoli; il disinteresse delle cose, come Elia e Giovanni; il lavoro fisico, come Paolo; il distacco dei beni terreni nella fortuna, come Davide che fu povero e indi re; la pazienza nella sfortuna, come Giobbe e Tobia; il disprezzo della propria opinione e dell’adempimento della propria volontà.