giovedì 18 aprile 2019

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ VIENE PORTATO IN PRIGIONE  

Continuiamo con il doloroso racconto, che dovrai fare giungere al maggior numero di persone possibile. Io vi illuminerò sul modo migliore per farlo.  
Quando i soldati Mi conducevano prigioniero, in uno dei cortili si trovava Pietro, seminascosto tra la folla.  
I nostri sguardi si incrociarono: aveva gli occhi fuori dalle orbite, fu solo per una frazione di secondo e, senza dubbio, gli dissi molte cose!…  
Lo vidi piangere amaramente per il suo peccato e, con il cuore, gli dissi:  
“Il nemico ha cercato di possederti, ma Io non ti abbandono. So che il tuo cuore non Mi ha rinnegato. Tieniti pronto per il combattimento del nuovo giorno, per la rinnovata lotta contro l'oscurantismo spirituale, e preparati a portare la Buona Novella.  
Addio, Pietro”.  
Quante volte guardo l'Anima che ha peccato, ma essa, Mi guarda?  
Non sempre i nostri sguardi si incontrano.  
Quante volte guardo l'Anima ed essa non Mi guarda, non Mi vede, è cieca… la chiamo per nome e non Mi risponde. Le mando un dolore, una sofferenza, affinché esca dal suo sogno, ma non vuole svegliarsi.  
Miei amati, se non rivolgete i vostri sguardi al Cielo, vivrete come degli Esseri privi di ragione…  
Sollevate il capo e contemplate la Patria che vi aspetta.  
Cercate il vostro Dio e sempre Lo troverete con gli occhi fissi su di voi e, nel Suo sguardo, troverete la pace e la vita.  
ContemplateMi nella “prigione” dove passo gran parte della notte.  
I soldati venivano ad insultarMi, con le parole e con i fatti, spintonandoMi, dandoMi dei colpi, 
burlandosi della Mia condizione di uomo.  
Soltanto quando l'alba fu vicina, stancatisi di Me, Mi lasciarono solo, legato, in una stanza buia, umida e sporchissima, piena di topi.  
Ero legato in modo tale che dovevo rimanere in piedi o seduto su una pietra appuntita, perché è tutto ciò che Mi diedero come sedile.  
Il Mio corpo dolorante fu presto colto dai brividi, a causa del freddo.  
Ricordai le moltissime volte che la Madre Mia aveva coperto il Mio Corpo, riparandoLo quando avevo freddo… e piansi.  

Confrontiamo, ora, la prigione con il Tabernacolo e, soprattutto, con i cuori degli uomini.  

• Nella prigione, ho trascorso una notte… ma quante notti trascorro nel Tabernacolo?  
• Nella prigione, sono stato oltraggiato dai soldati, che erano miei nemici… ma, nel Tabernacolo, vengo maltrattato ed insultato dalle Anime che Mi chiamano Padre.  
• Nella prigione, ho sofferto il freddo, il sonno, la fame, la vergogna, la tristezza, il dolore, la solitudine e l'abbandono. Vedevo, nello scorrere dei Secoli, che in molti Tabernacoli, Mi sarebbe mancata la protezione dell'Amore. Quanti cuori gelidi sarebbero stati per Me come la pietra della prigione!  
• Quante volte avrei avuto sete d'Amore e di Anime!  
• Quanti giorni resto in attesa che la tale Anima venga a visitarMi, a riceverMi nel suo cuore. Ho trascorso la notte, da solo, e pensavo a quell'Anima, per calmare la Mia sete!  
• Quante volte ho fame delle Mie Anime, della loro fedeltà e della loro  generosità!  
Sapranno calmare queste ansie?  
Sapranno dirMi, quando dovranno sopportare qualche sofferenza: questo servirà per dare sollievo alla Tua tristezza, per tenerti compagnia nella Tua solitudine?  
Oh, se almeno, unite a Me, sopportaste tutto in pace e ne foste fortificati… perché avete consolato il Mio Cuore…  
• Nella prigione, ho provato vergogna quando sentivo le orribili parole che si      proferivano contro di Me. 
E questa vergogna è aumentata quando ho visto che, più tardi, queste stesse parole sarebbero state ripetute da Anime da Me amate.  
Quando quelle mani, sporche e ripugnanti, Mi caricavano di colpi e di schiaffi, ho visto tutte le volte che sarei stato colpito e schiaffeggiato da tante Anime che, senza purificarsi dei loro peccati, senza ripulire la loro casa con una buona Confessione, Mi avrebbero ricevuto nei loro cuori.  
Questi peccati abituali, Mi avrebbero ripetutamente riempito di percosse.  
Quando Mi tiravano su, a forza di spinte, essendo senza forze e a causa delle catene che Mi legavano, cadevo in terra.  
Ho visto allora, come tante Anime, legandoMi con le catene dell'ingratitudine, Mi avrebbero fatto cadere sulla pietra, rinnovando la Mia vergogna e prolungando la Mia solitudine.  

    Anime elette, contemplate il vostro Sposo, nella prigione.  
    ContemplateMi, in quella notte di grande dolore e considerate che questo dolore si prolunga nella solitudine di tanti Tabernacoli, nella freddezza di tanti cuori.  
Se volete darMi una prova del vostro Amore, apriteMi il vostro cuore, per poter fare di esso la Mia prigione.  
LegateMi con le catene del vostro Amore.  
CopriteMi con le vostre delicatezze…  
NutriteMi con la vostra generosità…  e
DissetateMi con il vostro fervore…  
Consolate la Mia tristezza e l'abbandono con la vostra fedele compagnia…  
Fate sparire la Mia vergogna con la vostra purezza e la vostra rettitudine… 
Se volete che Io riposi in voi, evitate il tumulto delle passioni e, nel silenzio della vostra Anima, dormirò tranquillo.  
Di tanto in tanto, udrete la Mia Voce che vi dice, soavemente:  
“Sposa Mia, che adesso sei il Mio riposo, Io sarò tuo per l'Eternità; a te, che con tanta premura Mi offri la prigione del tuo cuore, Io prometto che la Mia ricompensa sarà illimitata e non ti peseranno i sacrifici che avrai fatto per Me, durante la tua vita”. 

Messaggi dettati a Catalina Rivas

mercoledì 17 aprile 2019

MESSAGGIO DELL'ANGELO DEL SIGNORE



La pace sia nel tuo cuore.
Eccomi e vi porto un altro messaggio nel nome della Santissima Trinità. 
Prega con me la preghiera che ti ho insegnato per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Gli uomini e le donne che pregano questa preghiera pregheranno ad una voce con i loro angeli custodi. (Pausa) 
Le piaghe sorgeranno in tutti i luoghi lasciando grandi tormenti tra le famiglie e l'angoscia sarà inseparabile per molti e questo farà sì che la salute dell'uomo entri in crisi. Gli ospedali saranno anche insufficienti per servire le popolazioni segnate da malattie sconosciute e la tristezza sarà ancora più grande perché il potere delle tenebre affliggerà il mondo e questo sarà un momento di angoscia e quindi gli uomini affronteranno il tormento spirituale, attraverseranno disordini mai visti prima. (Pausa) 
Una catastrofe lascerà la Spagna coperta da un velo oscuro. Di 'a tutti di tornare a Cristo prima che ritorni.


16/03/2010

Il grande disordine si diffonderà ovunque e molti perderanno la fede.



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 16/04/2019

Cari figli, sono la vostra Madre Addolorata e soffro per quello che viene per voi. Il grande disordine si diffonderà ovunque e molti perderanno la fede. Sarà un tempo di dolore per i giusti che amano e difendono la verità. Vi chiedo di essere fedeli a Mio Figlio Gesù. Non permettete che nulla vi allontani dalla verità. Qualunque cosa accada, testimoniate che siete del Mio Gesù. Non vi dimenticate: è in questo mondo, e non nell'altro, che dovete dimostrare che siete del Signore. Tutto in questa vita passa, ma la Grazia di Dio in voi sarà eterna. Fatevi coraggio e non tiratevi indietro. Il Mio Gesù ha bisogno di voi. CercateLo nell'Eucaristia e siate fedeli al Suo Vangelo. Vedrete ancora orrori sulla Terra. Pregate. Pregate. Pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

martedì 16 aprile 2019

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.  


PIETRO RINNEGA GESÙ  

Mentre il Mio Cuore si abbandona alla sofferenza di tutti questi supplizi, Pietro, che avevo istituito come “Responsabile e Capo della Chiesa” e che, poche ore prima, Mi aveva promesso di seguirMi fino alla morte, ad una semplice domanda che gli viene rivolta e che avrebbe potuto essergli utile per dare la sua testimonianza su di Me, Mi rinnega e, poiché il terrore si impossessava sempre più di lui, davanti alla reiterazione (ripetizione) della domanda, giura di non averMi mai conosciuto e di non essere mai stato Mio Discepolo.  
Interrogato per la terza volta, risponde con delle orribili imprecazioni.  
Figlioli, quando il Mondo protesta contro di Me e mette contro di Me le Mie Anime Elette, Io Mi vedo abbandonato e rinnegato: sapete voi, allora, quanto è grande l'amarezza del Mio Cuore?  
Dirò loro, come ho detto a Pietro:  
“Anima da Me tanto amata, non ti ricordi più delle prove d'Amore che ti ho dato? Hai dimenticato tutte quelle volte che hai promesso di esserMi fedele e di difenderMi?  
Non confidare in te, perché sei perduta… ma, se ricorri a Me con umiltà e salda fiducia, non temere niente… sei ben sostenuta”.  
Anime, che vivete circondate da tanti pericoli, non mettetevi nelle occasioni di peccato per vana curiosi… fate attenzione, cadrete come Pietro.  
E voi, Anime, che lavorate nella Mia “vigna”, se vi sentite mosse dalla curiosità o da qualche umana soddisfazione, a voi, dico di fuggire… ma, se lavorate per obbedienza e spinte dallo zelo per le Anime e per la Mia Gloria, allora, non temete: Io vi difenderò e sarete vittoriose.  
Mia amata, Io ti educo, poco a poco, e con molta pazienza.  
Mi consolo, pensando di avere un’alunna desiderosa di potere imparare.  
Dimentico, così, le tue negligenze ed errori.  
Non spaventarti, se cerco nella Creazione i nomi più belli con i quali chiamarti. Perché li sopprimi?  
L'amore non ha limiti.  
 
Messaggi dettati a Catalina RIVAS 

SANT’AGOSTINO



Estendi la tua carità su tutta la terra, se vuoi amare Cristo perché le membra di Cristo sono diffuse su tutta la terra. (In Io. Ep. tr. 10, 5-8) 
   

IL DIAVOLO IN ALCUNI DOCUMENTI ECCLESIASTICI RECENTI



Perché si arriva a negare l’esistenza di satana?

Principalmente per due motivi: la tendenza innata in noi di credere a ciò che piace e di negare ciò che non piace, o di metterlo in dubbio. Facile creditur quod amatur, dice san Tommaso.

Che il pensiero del diavolo, della sua presenza e della sua attività dia fastidio a molti è cosa più che normale, come è spiegabile che per togliersi questo fastidio e questo incubo essi arrivino a negano del tutto o a vederlo sotto un aspetto puramente allegorico come un simbolo del male in genere, o delle cattive inclinazioni dell’uomo, o delle forze perverse che dominano il mondo, attribuendo- gli un’esistenza a sè staccata da qualunque entità personale. «Il diavolo è un sogno», dice Aleardo Aleardi (1812-i878); è «colui che personifica l’idea del male», soggiunge Arturo Graf (1848-1913); «satana, ovvero l’ipotesi gratuita deve essere il suo pseudonimo preferito», afferma André Gide; è «l’incarnazione degli istinti anali erotici soppressi», spiega Sigmund Freud; è «il male che l’uomo fa all’uomo», dice ancora lo scrittore moderno John Galsworthy; «il simbolo della ribellione, la forza vindice della ragione, che spezza i vincoli dei dogma e assale il Geova dei sacerdoti», canta il Carducci nell’inno a satana.

Insomma il diavolo non è più il diavolo per l’uomo moderno. Questo nome non gli dice più nulla tutta’al più potrà servire ancora a spaventare i bambini e gli adulti che sono rimasti bambini. Per questo accade che tra i cristiani d’oggi siano ben rari coloro che credono effettivamente al diavolo e facciano di questo articolo di fede un elemento attivo della loro vita religiosa. E anche fra coloro che pretendono di essere e si professano fedeli all’insegnamento della chiesa, se ne trovano molti che ammettono senza difficoltà di non essere disposti a credere all’esistenza di satana.

Il secondo motivo deve essere cercato a monte, cioè nell’insegnamento di quei teologi moderni i quali, in contrasto con l’insegnamento ufficiale del magistero ecclesiastico, hanno messo in dubbio l’esistenza del demonio, o, più spesso, l’hanno presentato sotto un aspetto che non è il suo, privandolo di qualunque entità personale e relegandolo nel mondo della fantasia popolare o del simbolismo allegorico.

Già Giovanni Papini scriveva nel 1953:

«I teologi, da qualche secolo, appena bisbigliano di lui (del diavolo) quasi si vergognassero di credere alla sua “presenza reale” o avessero paura di fissarlo in viso, di scandagliarne l’essenza. I Padri della chiesa e gli Scolastici ne parlavano a lungo e gli consacravano trattati interi. Oggi invecei loro timidi successori si contentano di parlarne di sfuggita nel capitolo degli angeli e del peccato originale, quasi con ritegno e pudore come se temessero di scandalizzare gli spiriti liberi che hanno espulso dalla buona società dell’Intellighentzia le “superstizioni medioevali”». 28

Ma dal 1953 in poi i teologi sono andati anche molto più in là di quanto affermava Papini non parlandone più nemmeno in rapporto al peccato originale, confondendo l’esistenza del demonio conla sua presenza in determinati casi — presenza che talvolta non esiste perché nel caso erano intervenute cause naturali spiegabili con la scienza umana —; perché in quei determinati casi la presenza del demonio non c’era, arrivano a negarlo anche, su tutta la linea, nella sua esistenza.

Oppure, ricorrendo a un altro ripiego, confondono il demonio col male. Il diavolo, lo sappiamo, è per natura malefico, fomentatore e sostenitore del male, ma non è il male in se stesso. Autore del male, specialmente del male morale, il peccato, è l’uomo, magari tentato e sollecitato dal diavolo, ma restando sempre responsabile del proprio operato. Il male è sempre un concetto puramente astratto che esiste solo in rapporto a chi lo fa, al suo autore, l’uomo. Identificando il male col demonio, diventato la personificazione del male, diventa anch’egli un concetto astratto, non esistente come entità individuale e personale.

Questa falsa concezione, o meglio questa banalizzazione e distruzione del concetto di demonio, risulta in diversi studi recenti di demonologia, firmati da studiosi, per lo più stranieri, che vanno per la maggiore, i quali hanno avuto una relativamente larga accoglienza di pubblico anche tra i cattolici. I titoli dei loro libri dicono abbastanza del loro contenuto: «La liquidazione del diavolo», 1973, di H. Haag; «La credenza nel diavolo», 1976, di K. Ellinger; «Angeli e diavoli», 1972, di (AA.VV.); «La morte di Satana», 1969, di H. Kelly; «Satana, i demoni sono niente», 1975 (AA.VV.); «Il diavolo è mio fratello», 1986, di G. Franzoni, ed altri.

Dire che queste conclusioni aberranti siano in aperto contrasto con l’insegnamento ufficiale della chiesa è cosa ovvia. Da sempre la chiesa, basandosi sui testi della Sacra Scrittura del Vecchio e del Nuovo Testamento, ha insistito sull’esistenza del demonio come persona e sulla sua opera contro Dio e a danno dell’uomo.

Ci sono al riguardo le testimonianze dei Padri, dai primi secoli fino al medioevo, dei teologi di tutti i tempi, dei papi, dei concili. Tra i concili che trattano di demonologia sono da ricordare specialmente il Lateranense IV (1215), il concilio di Firenze (1447), di Trento (1563) e recentissimoil secondo concilio Vaticano del 1966, sul quale vogliamo fermarci un p0’ più a lungo.

Gli interventi dei papi e del magistero ecclesiastico si sono fatti più frequenti e insistenti in questi ultimi anni appunto per il fenomeno sopra accennato.

15 ottobre 1968: una commissione cardinalizia è incaricata di esaminare il nuovo catechismo olandese che diceva: «Credere o no al demonio non intacca la fede», e obbligò a correggere e a completare tale affermazione.

Il 9 giugno 1971 un rescritto della Congregazione per la dottrina della fede prendeva posizione contro la pubblicazione di Herbert Haag Abschied vom Teufd, la liquidazione del diavolo, uscito in traduzione italiana a Brescia, Queriniana, nel 1973.

Spesse volte i papi, in questi ultimi tempi, sono intervenuti personalmente per richiamare i fedeli alla credenza nel demonio e sui pericoli della sua presenza in seno alla chiesa. Ne ricordiamo alcuni.

Leone XIII (t1903) ne parla in diverse sue encicliche e lettere apostoliche accennando anche al culto satanico praticato e promosso da diverse società segrete di chiara derivazione massonica. Per ostacolare l’opera di satana, specialmente attiva negli anni del suo pontificato, aveva scritto la preghiera a san Michele arcangelo che i sacerdoti erano tenuti a recitare tutti i giorni al termine della santa messa:

«San Michele Arcangelo, sii nostra difesa nella lotta. Contro le nequizie e le seduzioni del demonio sii tu il nostro scudo. Imperet illi Deus, sia Dio a comandare a lui, te lo chiediamo supplichevoli. E tu, principe delle schiere celesti, ricaccia nell’inferno con la potenza divina satana e tutti gli altri spiriti di perdizione che vagano nel mondo per la rovina delle anime. Amen».

Paolo VI il 30 giugno 1968, a conclusione dell’«Anno della fede», pubblicava la solenne Professione di fede in cui era ribadita, tra l’altro, la verità dogmatica dell’esistenza degli angeli buoni e cattivi. Lo stesso papa interveniva più esplicitamente il 29 giugno 1972, festa di san Pietro, nell’omelia tenuta nella basilica vaticana dove affermava di aver la sensazione «che da qualche fessura sia entrato il fumo di satana nel tempio di Dio... Crediamo in qualche cosa di preternaturale venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del concilio ecumenico e per impedire che la chiesa scoppiasse nell’inno di gioia per aver avuto in pienezza la coscienza di sé».

Le parole di Paolo VI trovarono subito nel mondo ateo e laicista del tempo un riscontro in parte violento in parte umoristico. Se ne fece eco il giornalista liberale e laico Vittorio Gorresio che in data 29 luglio 1972, stupito e scandalizzato scriveva sulla Stampa di Torino:

«Paolo VI crede ancora al diavolo? ed ha coraggio di parlare del diavolo a noi uomini del secolo deilumi? Non è possibile, non è ammissibile. Si torna indietro. Con queste premesse non è possibile continuare un dialogo. Ogni suo colloquio con questo mondo diventa certo difficilissimo,.. ».29

Paolo VI per nulla sgomentato per questa improvvisa e stupida reazione ancora quattro mesi dopo, il 15 novembre, commentando le parole del Padre Nostro «Ma liberaci dal male», ritornava sullo stesso tema con accenti ancora più forti e più chiari:

«Quali sono oggi i bisogni maggiori della chiesa? Uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel maleche chiamiamo il demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, è una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Mostruosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico colui che si rifiuta di riconoscerla esistente, oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione fantastica delle cause ignote dei nostri malanni. .

Anche questa seconda uscita del papa suscitò, com’era da aspettarsi, la furiosa reazione dei laicisti con lo stesso risultato della precedente. Le critiche e le irrisioni dell’ateismo, ossia dell’ignoranza, non potevano impedire al papa di proclamare la verità.

Anche Giovanni Paolo II nelle sue ormai tradizionali catechesi del mercoledì non poteva fare a meno di tornare più volte sul terna dell’esistenza del diavolo. Ne riportiamo alcuni stralci.

«Gesù è venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità su Dio e sull’uomo, a questa verità che all’inizio della storia dell’uomo sulla terra è stata falsificata. L’ha falsificata colui che la Sacra Scrittura chiama “il padre della menzogna”» (Gv 8,44) (31 marzo 1985). Sulla caduta degli angeli diceva il 23 luglio 1986:

«Gli angeli ribelli hanno voltato le spalle a Dio contro la verità della conoscenza che indicava in lui il bene totale e definitivo. Hanno scelto contro la rivelazione del mistero di Dio, contro la sua grazia che li rendeva partecipi della Trinità e dell’eterna amicizia con Dio nella comunione con lui mediante l’amore. Invece di una accettazione di Dio piena d’amore, gli hanno opposto il rifiuto ispirato da un falso sentimento di autosufficienza, e persino di odio che si è trasformato in ribellione».

Però sono i discorsi del mercoledì 13 e del mercoledì 20 agosto 1986, nei quali era spiegata la caduta degli angeli e la vittoria di Cristo sullo spirito del male, a fare andare in bestia ancora una volta i nostri bravi laicisti italiani: si è avuta l’impressione che toccare il diavolo fosse per certa gente come toccare e offendere il proprio padre o un parente carissimo. Certe prese di posizione non trovano altra spiegazione.

Nel primo discorso del 13 agosto il papa insisteva sulle conseguenze del radicale e irrevocabile rifiuto di Dio e del tentativo diabolico di sovvertire l’economia della salvezza e lo stesso ordinamento del creato. Un riflesso di questo atteggiamento lo si ritrova nelle parole del tentatore ai progenitori: «Sarete come Dio» (Gn 3,5):

«Così lo spirito maligno tenta di trapiantare nell’uomo l’atteggiamento di rivalità, di insubordinazione e di ribellione, che è diventato quasi la motivazione di tutta la sua esistenza. Respingendo la verità conosciuta su Dio satana diventa menzognero cosmico, “padre della menzogna”. Per questo egli vive nella radicale e irreversibile negazione di Dio e cerca di imporre agli altri esseri creati a immagine di Dio la sua tragica menzogna sul “Bene”, che è Dio. In questa condizione di menzogna satana diventa, secondo san Giovanni, anche “omicida”, cioè distruttore della vita soprannaturale che Dio sin dall’inizio aveva innestato in lui».

Nel discorso del 20 agosto 1986 il papa insisteva sulla vittoria riportata da Cristo crocifisso e risortosul diavolo a beneficio di tutti i credenti:

«Satana continua contro di noi la sua opera tentatrice e malefica — dice il papa — ma solo e sempre entro i limiti che gli sono consentiti da Dio, non oltre. Egli tuttavia non è in grado di annullare la definitiva finalità a cui tendono l’uomo e tutta la creazione, il bene. Egli non può ostacolare l’edificazione del regno di Dio. Anzi possiamo dire con san Paolo (Rm 8,28) che anche l’opera del maligno concorre al bene e che serve a edificare la gloria degli eletti (2 Tm, 2,10). Così tutta la storia dell’umanità si può considerare in funzione della salvezza nella quale è iscritta la vittoria di Cristo sul “principe di questo mondo”. Mentre l’esistenza degli angeli cattivi chiede a noiil senso della vigilanza per non cedere alle loro lusinghe, siamo certi che la vittoriosa potenza del Cristo redentore circonda la nostra vita perché ne siamo noi stessi vincitori».

Dal fin qui detto risulta con sufficiente evidenza che i papi non si sono associati e non si associano aquei «teologi timidi» denunciati da Giovanni Papini, che per conformismo, o per desiderio di popolarità, o comunque per motivi poco lodevoli, «si vergognano di credere alla presenza del diavolo, si contentano di parlarne di sfuggita o di non parlarne affatto per non scontrarsi con gli spiriti liberi dell’incredulità e dell’ateismo».

Il tema dell’esistenza del diavolo e di ciò che egli rappresenta nella storia e nella vita della chiesa non poteva mancare nel concilio Vaticano II (1962-1966). Il Vaticano II, come diremo subito, nei suoi decreti accenna diverse volte al demonio, ma come di passaggio, senza una trattazione ampia e a lungo respiro come ci si poteva aspettare in quegli anni caratterizzati dalla presenza massiccia del marxismo mondiale e della massoneria, infiltrata in tutti i settori della società, e all’indomani delle tristissime esperienze della seconda guerra mondiale con gli orrori del nazismo, e alla vigilia del fatidico Sessantotto i cui fermenti si facevano già notare anche nelle assemblee conciliari. Le occasioni di fermarsi su questo tema non mancavano davvero, e per dare una risposta autorevole agli enigmi della storia e della cronaca quotidiana quella risposta sarebbe stata oltre modo opportuna. Ma non tutti i padri, specialmente stranieri, erano d’accordo sull’argomento. In una relazione del tempo si legge che quando il vescovo di Sion, Svizzera, Monsignor Franois Adam, osòparlare della «presenza attiva di satana» si sentì nell’aula vaticana «une vague de feurire», uno scroscio di risa.

Il concilio nei suoi decreti parla del diavolo 18 volte sempre con testi corredati da citazioni scritturali in riferimento a satana e alla sua attività malefica. Non è possibile riportarli tutti in questocapitolo. Ci accontentiamo di tre che sembrano i più significativi, presi dalla costituzione pastorale Gaudium et Spes:

«Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l’uomo, tentato dal maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine fuori di Dio» (N. 13).

«Così l’uomo si trova in se stesso diviso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale che collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. 
Anzi l’uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato. Ma il Signore stesso è venuto a liberare l’uomo scacciando “ilprincipe di questo mondo”» (ivi).

«Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre, lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore (Mt 24,13), fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia l’uomo deve combattere senza sosta per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche e con l’aiuto della grazia di Dio» (N. 37).

Abbiamo voluto abbondare nelle citazioni dei testi del magistero ecclesiastico sia per far meglio conoscere questi importanti documenti, sia perché in essi è confermata con la massima autorità desiderabile la dottrina demonologica da noi esposta in queste pagine, sia infine perché molti punti particolari da noi poco o troppo fugacemente accennati trovano in questi testi una spiegazione più ampia e una motivazione teologica più fondata.

San Michele Arcangelo, sii nostra difesa nella battaglia. Contro le nequizie e le seduzioni del demonio sii tu il nostro scudo.

IMPERET ILLI DEUS: sia Dio a comandare su di lui, te lo chiediamo supplichevoli. E tu, principe delle schiere celesti, ricaccia nell’inferno con la potenza divina satana e tutti gli altri spiriti di perdizione che vagano nel mondo per la rovina delle anime. Amen.

LEONE XIII

Paolo Calliari

VIVIAMO QUESTO GIORNO IN UNIONE CON LO SPIRITO SANTO,



 Santissima Trinità, con il potere 
del Tuo Santo Spirito discendi in me, 
infondi i Tuoi doni in questa creatura 
che oggi nasce a una vita nuova.  
Quale nuova creatura, dammi sapienza,  
forza ed amore nella luce della Tua Verità.  

Spirito Santo, mi proclamo creatura rinnovata in Te.  
Racchiudi nella mia mente i pensieri di Gesù,  
affinché i Suoi pensieri siano i miei.  

Racchiudi nei miei occhi gli occhi di Gesù, 
affinchè io non sia estraneo ai Suoi sguardi. 
Racchiudi nei miei orecchi gli orecchi di Gesù,  
Cosicchè ascoltino solo la Sua Voce  
e sempre compiano la Sua Volontà. 

Racchiudi nella mia bocca la bocca di Gesù, 
affinchè la mia lingua Lo lodi  
e Lo benedica per tutta l’eternità 
ed io sia strumento di Gesù.  

Racchiudi nelle mie mani le mani di Gesù,  
affinchè formino figli nuovi.  
Racchiudi nei miei piedi di piedi di Gesù,  
affinchè seguano solo Lui.  

Che Tu sia benedetto, Spirito Santo, in unione con il Padre ed il 
Figlio, che Tu sia glorificato oggi, domani e sempre, per tutta 
l’eternità!  
                                                                Amen.  

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA DOMENICA DELLE PALME 14 APRILE 2019



Popolo di Dio:

IN TOTALE ADORAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO (Cfr 1Tim 6,15)NOI DELLE LEGIONI CELESTI STIAMO PROSTRATI DAVANTI ALL’INFINITO AMORE DIVINO, ELARGITORE DI MISERICORDIA PER GLI ESSERI UMANI. 

IL RIFIUTO DI DIO DA PARTE DELL’UOMO, VIENE SUPERATO DALLA DIVINA MISERICORDIA CHE RIMANE IN ATTESA DELLA CONVERSIONE DI COLORO CHE NON LO AMANO, AFFINCHÈ SI POSSANO SALVARE L’ANIMA.

Per la stragrande maggioranza dei figli di Dio, la Settimana Santa non ha alcun significato, è qualcosa che è stato dimenticato, è diventata un’opportunità per prendersi delle vacanze e per entrare in diretto contatto con il peccato, un’opportunità per divertirsi.

SE L’ESSERE UMANO AVESSE ANCORA UN PO' DI SENNO, IN QUESTA COMMEMORAZIONE TROVEREBBE UN’OCCASIONE FAVORELE PER ENTRARE IN CIASCUNO DEI MOMENTI IN CUI IL NOSTRO RE E SIGNORE GESÙ CRISTO HA RIVELATO L’AMORE DIVINO PER I SUOI FIGLI, quell’amore che, quando entrerà in comunione con la propria coscienza ed avrà davanti agli occhi la realtà dei propri peccati, l’uomo rimpiangerà di aver dimenticato.

L’UMANITÀ NON SARÀ PIÙ LA STESSA, PER QUESTA GENERAZIONE CI SARÀ UN “PRIMA” ED UN “DOPO”. 
IL RIGETTO DEL VALORE DELLA PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE E RE GESÙ CRISTO, CONTINUA A TRASCINARE L’UOMO VERSO L’OBIETTIVO DEL DEMONIO: L’ECATOMBE SPIRITUALE.

L’umanità si trova al suo più grande crocevia, ha nuovamente condannato a morte il Nostro Re e Signore Gesù Cristo (Cfr. Lc 23,13-25) ed ha condannato a morte sé stessa. Il mondo è tra le fiamme del male ed è per questo che quelli che sono di Cristo si stanno dividendo da quelli che non vogliono essere di Cristo, è per questo che quelli che vincono le prove per rimanere con il Re dei Cieli e della Terra, si stanno dividendo da quelli che si sono consegnati al male.

POPOLO DI DIO, CRISTO, RE DELL’UNIVERSO, CHIEDE A CIASCUNO DI VOI DI GUARDARSI DENTRO, là dove solo la persona stessa conosce le sue opere e le sue azioni, quelle che gridano: CROCIFIGGILO!quelle che sono insite nell’essere umano e che covano in un apparente silenzio. 
In realtà l’uomo si porta dentro quello che non vuole riconoscere, quella parte che appartiene a coloro che gridarono: CROCIFIGGILO! a quelli che Lo tradirono, che Lo abbandonarono.

L’ignoranza umana porta l’umanità a lasciarsi alle spalle l’evento della Croce, oppure a ricordarlo, ma non a viverlo.

L’uomo non riesce a vivere la pienezza interiore, quella via dell’incontro sulla strada di Emmaus, la mistica del cammino spirituale. Per questo l’umanità è diretta verso quello che si è costruita, verso la propria strada, sulla quale non ha invitato il Nostro Re e Signore Gesù Cristo.

QUESTA SETTIMANA SANTA NON DOVREBBE ESSERE COMMEMORATA, MA VISSUTA NEL PIÙ INTIMO DEL CUORE DELL’UOMO, NELLA FEDE, NELLA SPERANZA E NELLA CARITÀ, SENZA LE QUALI IL TRANSITARE DI UN FIGLIO DI DIO È PIÙ PENOSO.

Popolo del Nostro Re e Signore Gesù Cristo, questo è il momento in cui, affinché la Fede sia piena, dovete entrare in un’altra atmosfera, dovete mantenervi in un microclima privo di contaminazione affinché la speranza non si perda.

Dovete purificare l’aria che respirate di modo che la carità non sia solo un gesto spontaneo, ma sia propria del figlio di Dio, non finta, ma “naturale” e allora l’operare, l’agire ed il reagire sarà alla maniera Divina.

IN QUESTO GIORNO DI ACCLAMAZIONI E DI FESTEGGIAMENTI PER IL NOSTRO RE E SIGNORE GESÙ CRISTO, MENTRE LE PALME VENGONO SOLLEVATE IN ALTO PER ACCLAMARE IL FIGLIO DI DIO, MEDITATE AFFINCHÈ NON ELOGIATE POI QUELLO CHE ÈCONTRARIO ALLA LEGGE DIVINA E NON ACCOGLIATE CON GRANDI OVAZIONI: L’ANTICRISTO.

Popolo di Dio, la crudele realtà dell’umanità non può essere descritta, gli orrori che sta soffrendo la Chiesa del Nostro Re e Signore Gesù Cristo, stanno facendo sì che nuovi martiri stiano alzando la voce e stiano condividendo la Parola che il Nostro Re e la Nostra Regina e Madre stanno dando all’umanità, per metterla in guardia sul potenziale pericolo all’interno del quale si sta muovendo e nel quale vi sta trascinando il demonio.

La Chiesa di Dio che è stata affidata a Noi affinché la custodissimo dalle strategie del male, è divisa, ma voi non lo vedete perché la guardate con la lente della personalità e non con quella dell’anima individuale, che sotto la guida dello Spirito Santo vi aiuterebbe a discernere.

I fedeli strumenti che portano la Parola che ricevono dal Nostro Re e Signore Gesù Cristo, dalla Nostra Regina e Madre o quelli di questo Messaggero della Trinità Sacrosanta, saranno martiri visibili, a causa della negazione di coloro che non sono del tutto estranei alla crisi della Fede della Chiesa.
Chi tiene in mano la luce di Dio e la porta per risvegliare i propri fratelli, viene assediato!

DURANTE QUESTA SETTIMANA SANTA MEDITATE, PALPITATE AL RITMO DIVINO, RESPIRATE AL RITMO DIVINO. 
GUARDATE, ASCOLTATE, SENTITE, CAMMINATE AL RITMO DELLA MADRE DOLOROSA, PERCHÉ IN SEGUITO COME LA NOSTRA REGINA E MADRE, OTTENIATE LA GIOIA DI ESSERE PERSONE NUOVE, RISUSCITATE NEL NOSTRO GLORIOSO RE E SIGNORE GESÙ CRISTO.

Pregate, la terra si muoverà e l’uomo si inginocchierà.

La Fede viene accresciuta vivendo in Cristo, per Lui ed in Lui… 
La Speranza viene mantenuta nel praticare l’Amore… 

La Carità viene coltivata nel compiere la Volontà di Dio…  

e la vostra Regina e Madre è un’esperta in tutte queste cose.

FATEVI ACCOMPAGNARE DALLA VOSTRA REGINA E MADRE. 
GLI OSTACOLI PER I VERI FIGLI DI DIO CHE METTONO IN PRATICA LA SUA VOLONTÀ, NON SI FARANNO ATTENDERE. 
TROVERANNO GRANDI BATTAGLIE NELLA CASA STESSA DI DIO. 

Vi proteggo.

CHI É COME DIO?

San Michele Arcangelo

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli,

Siamo di fronte all’Amore degli amori…

Cristo, Amore, Passione, Morte e Risurrezione, trionfa sulla morte e ci sta chiamando perché trionfiamo sulla nostra morte quotidiana, quella alla quale ci porta la nostra volontà umana.

Questo è il momento giusto per vincere l’ego umano e per fare in modo che Cristo sia tutto in tutti, è il momento di aprirsi per incontrare la Luce che non troveremo in nessun altro luogo.

Quello che l’uomo cerca al di fuori di sé stesso è talmente sprofondato in lui, che la maggior parte delle volte non lo trova.

Addentriamoci ed uniamoci senza contrattempi, senza condizioni, a questo risveglio spirituale che Cristo ci offre ed al quale ci guida e che l’obbedienza ed il compimento della Sua Legge Divina, l’essere Amore, ci sollecitino, tutte cose delle quali l’umanità è carente in questo momento.

Amen.

lunedì 15 aprile 2019

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO




L’uomo sa di essere stato dotato di un’anima e dello spirito, solo che non sa cosa sia la sua anima e non approfondisce riguardo a quello che è il suo spirito. È per questo motivo che in questo momento ci sono così tanti modi sbagliati di cercarmi ed i Miei figli credono che siano tutti validi, non tanto per ignoranza, ma perché ritengono che non abbia una particolare importanza.


CRISTO CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL’AMORE



IL RITORNO DI CRISTO E IL CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL'AMORE

Nel Credo, noi confessiamo questo ritorno dicendo: "E di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine". Tuttavia, stando a ciò che ci dicono gli Atti degli Apostoli: "Quel Gesù or ora salito al cielo ritornerà nello stesso apparato con cui lo avete visto andarvi" (At 1,2), sembrerebbe possibile potersi aspettare un altro ritorno di Gesù prima di quello finale, di cui confessiamo nel Credo; poiché questo si fa aspettare, il soggiorno di Cristo in cielo in sé definitivo per quel che lo concerne, resta una tappa transitoria nell'economia generale della salvezza: vi rimane nascosto agli uomini in attesa della sua ultima manifestazione, al momento della restaurazione universale (At 3,21).
Questa restaurazione universale poi, dovrebbe avvenire alla fine dei tempi; perciò il titolo che abbiam dato sopra ("4° Tempo") non comprende certo un periodo di secoli, come nei precedenti, ma solo il passaggio dal tempo all'eternità: "come la folgore viene da oriente ad occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo" (Mt 24,27). Siccome però questo passaggio segnerà il trionfo del Crocifisso capolavoro dell'Amore, ecco che gli avvenimenti, che in esso avverranno, avranno un'importanza quale non fu in tutto il corso del tempo.
La Scrittura che tratta di questi avvenimenti si diffonde nei cosiddetti discorsi escatologici, cioè discorsi circa le cose ultime, esposti sia dai tre Vangeli sinottici, sia dalle Apocalissi: in essi discorsi si tratta anche della distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani e delle sue conseguenze, ma ciò che a noi interessa qui, ora, è la realizzazione di quella prima grande Profezia, con la quale il Padre impegnava la Donna e il suo Seme a schiacciare la testa di Satana, portando a termine così contro di lui la grande vittoria del Crocifisso.
Ebbene, sono tre i fatti principali che celebrano questa vittoria: il primo lo prendiamo da Mt 24,30: dove, dopo aver parlato di un periodo di grandi tribolazioni, durante il quale il Vangelo del Regno sarà annunziato in tutto il mondo (e allora verrà la fine), aggiunge: "subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria".
Notiamo anzitutto il comparire in cielo il "Segno" del Figlio dell'uomo. Tutti i santi Padri concordano nel vedere in quel segno la Croce! E la Croce splendente come il sole! Ricorderemo tutti come il Verbo di Dio, incaricato dal Padre a nascere dalla Vergine, per fare poi della sua vita umana assunta da Lei la redenzione, cioè la liberazione da Satana per tutti gli uomini, Egli subito, fin dagli inizi del mondo, si era proposto avanti la Croce, come lo strumento più adatto per dare su di esso compimento al suo Sacrificio! Ora, finalmente, era disceso da essa per mostrarla a tutti come il Vessillo del suo Trionfo.
Il secondo fatto che celebra la vittoria del Crocifisso è il giudizio delle nazioni, e lo prendiamo dall'Apocalisse di Giovanni (Ap 20?,11): "Poi vidi i morti grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli Inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Furono aperti i libri e anche il libro della vita. La morte e gli Inferi furono gettati nello stagno di fuoco: questa è la seconda morte. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco".
Cristo era disceso dalla Croce perché era ormai giunta l'ora termine della generazione umana, perciò non c'era più alcuno da salvare: ed era giunta pure l'ora del giudizio, e il primo ad essere gettato nello stagno di fuoco era proprio lui, Satana, insieme alla sua creatura, la morte e insieme quelli che avevano creduto nella morte!
Ed ecco allora il terzo fatto che sigilla la vittoria della Croce e del Crocifisso capolavoro dell'Amore (Ap 21,1): "Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più". Già San Pietro: "Noi aspettiamo cieli nuovi e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la Giustizia" (2Pt3, 13). Qui il Crocifisso capolavoro dell'Amore ha un suo particolare motivo di cantar vittoria: Lui, per il quale era stato creato il primo mondo, con tutte le sue infinite bellezze, prima fra tutte la coppia umana Adamo ed Eva; Lui che di tanto bene ne aveva fatto il capolavoro di quella Sapienza che non era se non Lui in persona, e lui se lo vedeva subito, così appena fatto, imbrattare dalla zampa infernale, sacrilega di Satana, il quale, ingannando la dolce Eva e, per lei, in grande Adamo, li induceva a commettere quel peccato per cui sopra quel suo capolavoro scenderà la notte funerea della Morte e della Maledizione del Padre!, Lui, il Verbo cosa farà? Ma ecco che sulla maledizione prevarrà la Misericordia del Padre, e Lui, per amore dell'Umanità, appena sbocciata alla vita, dovrà impegnarsi per un nuovo capolavoro: il capolavoro dell'Amore: dovrà incarnarsi, caricarsi della Croce, e con essa giungere a quel trionfo di cui sopra, con la comparsa finale di quei "cieli nuovi e quella terra nuova abitati dalla Giustizia".
Così la vittoria su Satana sarà completa e perfetta: vittoria sul peccato, vittoria sulla Morte, vittoria sul Maligno: ormai sulla sua testa il piede della Donna e del suo Seme si è avventato e l'ha schiacciata a morte! Per lui tutto è finito, e con lui tutto il mondo del peccato: ecco i "cieli nuovi e la nuova terra". Ed ecco anche la nuova Gerusalemme, la Sposa dell'Agnello, che discende dal Cielo, per le Nozze eterne!

Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.