venerdì 19 aprile 2019

LA SANTISSIMA EUCARESTIA



Mi amò e diede sé stesso per me. 
Galati, II, 20.

SACRIFICI DI GESÙ NELL'EUCARISTIA


A quali caratteri si riconosce l'amore? Ad un solo, ai suoi sacrifici: ai sacrifici che ispira o che accetta lietamente. L'amore senza il sacrificio è un nome vano, un amor proprio mascherato. Perciò se noi vogliamo conoscere la grandezza dell'amore di Gesù per l'uomo nell'Eucaristia, valutarne il prezzo, vediamo i sacrifici che gli costa l'Eucaristia. Sono gli stessi sacrifici che durante la Passione dell'Uomo Dio: nell'Eucaristia, come nella Passione, Gesù Cristo immola la sua vita civile, la sua vita naturale, la sua vita divina.

I. - Nella Passione, a cui lo spingeva il grande amor suo per noi, Gesù Cristo fu messo fuori della legge. Il suo popolo lo nega, lo calunnia: egli non fa sentire nessuna difesa. E' abbandonato alla mercé dei suoi nemici, senza protezione alcuna: egli non fa valere il diritto del più volgare accusato. Sacrifica i suoi diritti di cittadino, di uomo onesto, per la salvezza, per l'amore del suo popolo.

Nell'Eucaristia ancora Gesù Cristo accetta l'immolazione della vita civile; non gode di alcun diritto: la legge non lo riconosce. Egli, Iddio fatto uomo, il Salvatore del genere umano, appena ha una parola nel codice delle nazioni, che ha redento: vivendo in mezzo a noi, è sconosciuto: medius vestrum stetit quem vos nescitis.

Non ha onori sociali. In molti Stati la festa del Corpus Domini è soppressa. Gesù Cristo non può uscire, né mostrarsi in pubblico! Bisogna che si nasconda; l'uomo ha vergogna di Gesù Cristo! Non novi hominem: non lo conosco! Chi sono dunque costoro che arrossiscono di Gesù Cristo? Maomettani? Ebrei? No, sono cristiani!

L'Eucaristia è senza difesa, senza protezione. Pur che non turbiate pubblicamente l'esercizio del culto, ingiuriate, commettete il sacrilegio: sono cose in cui nessuno ha che vedere. Da parte degli uomini, Gesù Cristo è dunque senza protezione. Prenderà il Cielo la sua difesa? No, come in casa di Caifa, come nel pretorio di Pilato, Gesù è abbandonato dal Padre alla volontà dei peccatori: tradidit eum voluntati eorum!

E Gesù lo sapeva quando istituiva l'Eucaristia, e scelse liberamente tale stato? Sì, per essere nostro modello, nostra consolazione nelle pene, nelle persecuzioni del mondo. E sino alla fine dei secoli resterà così per essere l'esempio e la grazia di ciascuno dei suoi figli. Ci ama davvero!

II. - Gesù Cristo nella Passione al sacrificio dei suoi diritti civili aggiunge il sacrificio dei diritti della vita naturale, di tutto ciò che costituisce l'uomo: l'immolazione della sua volontà, della beatitudine della sua anima che lascia invadere da mortale tristezza; l'immolazione della sua vita sulla croce. Non bastava al suo amore averlo fatto una volta; vuole continuare questa morte nell'Eucaristia. Per immolare la sua volontà, obbedisce alla sua creatura, Egli, Dio; al suo suddito, Egli, il Re dei re; al suo schiavo, Egli, il Liberatore! Obbedisce ai sacerdoti e ai fedeli, ai giusti e ai peccatori; obbedisce senza opporre resistenza, senza che occorra violentarlo; anche ai suoi nemici; a tutti, con la medesima prontezza: non soltanto nella Messa, quando il Sacerdote pronunzia le parole della consacrazione, ma a tutti gli istanti del giorno e della notte, secondo i bisogni dei fedeli: il suo è lo stato permanente di pura e semplice obbedienza. E' mai possibile? Oh, se l'uomo comprendesse l'amore dell'Eucaristia!

Durante la sua Passione Gesù fu legato, perdette la libertà. Qui si è avvinto da Se stesso, s'è imprigionato col vincolo perpetuo ed assoluto delle sue promesse. S'è incatenato sotto le sacre specie, a cui le parole della consacrazione lo uniscono inseparabilmente: è nell'Eucaristia senza movimento proprio, senza azione, come sulla Croce, come nella tomba, benché in Se possegga la pienezza della vita risorta e gloriosa. E' sotto la dipendenza assoluta dell'uomo, come Prigioniero d'amore: non può infrangere i suoi legami, lasciare la sua prigione eucaristica; è nostro prigioniero sino alla fine dei tempi! vi si è impegnato! fin là va il suo patto d'amore!
Gesù non può più, come nel Getsemani, sospendere nella sua anima l'estasi e i godimenti della beatitudine: nell'Eucaristia è glorioso e risuscitato. La perde nell'uomo, nel cristiano, suo membro indegno. Quante volte vede Gesù venire a colpirlo l'ingratitudine, l'oltraggio! Quante volte i cristiani imitano i Giudei! Gesù pianse una volta su Gerusalemme colpevole: quanto a noi, ci ama assai più, e i nostri peccati, la nostra perdita lo affliggono ben più che la perdita dei Giudei; quante lacrime verserebbe Gesù nel Sacramento se potesse piangere!

Finalmente nell'Ostia Gesù, non potendo più morire realmente, prende almeno uno stato apparente di morte: le specie sono consacrate separatamente per ricordare la perdita del suo Sangue che, uscendo dal suo Corpo, cagionò la sua morte dolorosa. Gesù si dà in comunione: le specie vengono consumate, distrutte in noi!
Infine Gesù si espone ancora a perdere la vita sacramentale per le profanazioni degli empi, che distruggono le sacre specie. I peccatori che lo ricevono indegnamente lo crocifiggono nella propria anima, lo legano al demonio, loro sovrano padrone! Rursum crucifigentes sibimetipsis Filium Dei. Così, per quanto è possibile al suo stato di gloria, Gesù immola nell'Eucaristia la sua vita naturale.

III. - Nella sua Passione Gesù non aveva risparmiata la sua vita divina; nemmeno la risparmia nell'Eucaristia.

Nella Passione non si vede la sua gloria, la sua maestà, la sua potenza: è l'uomo dei dolori, il maledetto da Dio e dagli uomini: Isaia non lo riconosceva più sotto gli sputi e le piaghe che deturpavano l'augusto suo volto! Gesù nella sua Passione non lasciava veder altro che il suo amore. Sventurati coloro che non lo vollero riconoscere! Bisognò che un ladrone né adorasse la divinità e né proclamasse l'innocenza, e che la natura piangesse il suo Creatore. Nel Sacramento Gesù continua con amore anche più intenso l'immolazione dei suoi divini attributi. Di tutta la potenza di Gesù Cristo, della sua gloria non si vede qui che una pazienza la quale ci scandalizzerebbe, se non sapessimo che l'amor suo per noi è infinito, è una pazzia! Insanis, Domine!

Questo dolce Salvatore pare che ci dica: Ebbene, non faccio per voi abbastanza? Non merito il vostro amore? Che altro posso fare? Ditemi quale Sacrificio mi resti a compiere!

Oh, disgraziati coloro che disprezzano tanto amore! Si comprende che l'inferno non sia troppo per essi! Ma lasciamo tale pensiero. L'Eucaristia è la prova suprema dell'amore di Gesù per noi, perché è il suo sacrificio supremo. 

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA



3 febbraio 1923

" Questa notte non sono stata all'inferno, ma sono stata trasportata in un luogo senza luce, tranne che nel centro, dove vi era una specie di fuoco ardente e rosso. Fui stesa e legata senza che potessi fare alcun movimento. Attorno a me stavano sette od otto persone nude, il cui corpo nero veniva rischiarato solo dai riflessi del fuoco; stavano sedute e parlavano. Una diceva: "Bisogna agire con precauzione, perchè non si conosca la nostra mano, perchè altrimenti ci scoprono".
Il demonio rispondeva:
"Potete entrare col sentimento della indifferenza... sì, credo proprio che voi potete, dissimulandovi, perchè non se ne accorgano, rendere indifferenti al bene o al male queste persone e gradatamente inclinare la loro volontà verso il male. Gli altri tentateli di ambizione, che non cerchino altro che il loro interesse... l'accrescimento delle loro sostanze, senza preoccuparsi se lecitamente o no, "Quegli altri istigateli all'amore del piacere, alla sensualità! Fate che si accechino nel vizio! (Qui pronunziò parole oscene).
“Quegli altri, infine... prendeteli per il cuore... voi sapete a che cosa tende il loro cuore... andate... andate con sicurezza: fateli amare! appassionarsi! Fate bene il vostro lavoro, senza tregua e senza pietà... bisogna perdere il mondo...e che le anime non mi sfuggano!”
Gli ascoltanti rispondevano di tanto in tanto:
"Siamo i tuoi schiavi... lavoreremo senza riposo. Sì, molti ci combattono, ma noi lavoreremo giorno e notte, senza riposo... Riconosciamo la tua potenza! ".
Parlavano insieme e quello che credo fosse il demonio pronunziava parole orribili. Intesi in lontananza come un rumore di coppe e di bicchieri ed esso gridava:
"Lasciateli gozzovigliare! ... dopo, tutto ci sarà più facile! finiscano il loro banchetto, essi che amano tanto godere! ... Quella è la porta per cui entrerete! ...".
Aggiunse cose così orribili, che non si possono nè dire, nè scrivere. Poi, come sprofondandosi nel fumo, sparirono.
II demonio gridava rabbiosamente per un'anima che gli sfuggiva:
"Istigatela al timore! Fatela disperare! Ah! se essa si affida alla misericordia di quel... (e bestemmiava Nostro Signore), sono perduto! Ma no! riempitela di timore... - non lasciatela un istante e soprattutto fatela disperare! ".
Allora l'inferno fu pieno di un grido unico di rabbia quando il demonio mi cacciò fuori da quell'abisso e continuò a minacciarmi. Diceva tra le altre cose:
"E' dunque possibile? ... Sarebbe mai vero che delle deboli creature abbiano più potere di me che sono tanto forte? Ma mi nasconderò per passare inosservato... mi basta il più piccolo angolo per collocarvi una tentazione: dietro l'orecchio, nelle pagine di un libro, sotto un letto... Qualche anima non fa caso di me, ma io, io parlo, parlo... e a forza di parlare, qualche parola resta... Sì, saprò nascondermi là, dove non potrò essere scoperto"! .

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


LA FLAGELLAZIONE DI GESÙ 

Miei amati, guardateMi come Mi lascio portare, con la mansuetudine di un agnello, al tremendo supplizio della flagellazione.  

• Sul Mio corpo, gia coperto di colpi e distrutto dalla stanchezza, i carnefici, con crudeltà, scaricano, con corde intrecciate e con verghe, terribili frustate.  
È tale la violenza con la quale Mi castigano, che non rimane in Me una sola parte esente dal più terribile dolore…  

• Le percosse ed i calci Mi hanno causato innumerevoli ferite… 

• Le verghe Mi hanno strappato pezzi di pelle e di carne.  

• Il sangue sgorgava da tutte le Mie membra…  

• Caddi di nuovo per il dolore che Mi causavano i colpi dati alla Mia virilità.  

• Il Mio corpo era in uno stato tale che pareva più quello di un mostro… che di un uomo.  

• I tratti del Mio Volto avevano perso il loro aspetto, era ormai ridotto tutto un edema.  

Il pensiero delle tante Anime, alle quali, in seguito, avrei ispirato il desiderio di seguire le Mie orme, Mi consumava d'Amore.  
Durante le ore di prigionia, le vedevo come fedeli imitatrici, mentre imparavano da Me la mansuetudine, la pazienza e la serenità… e non solo per accettare le sofferenze ed i disprezzi, ma per amare quelli che le avrebbero perseguitate e, se necessario, sacrificandosi per loro, come Io Mi sono sacrificato.  
In quelle ore di solitudine, in mezzo a tanto dolore, ardevo sempre di più per il desiderio di compiere, con perfezione, la Volontà del Padre Mio.  
Oh, quanto Mi sono offerto per riparare la Sua Gloria oltraggiata!  
Allo stesso modo, voi, Anime Religiose, che vi trovate nella prigione, scelta per Amore e che, spesso, agli occhi delle Creature, passate per essere inutili e, forse, addirittura perniciose, non temete.  
Lasciate che gridino contro di voi e, in quelle ore di solitudine e di dolore, unite intimamente il vostro cuore al vostro Dio, unico Oggetto del vostro Amore. Riparate la Sua Gloria, oltraggiata da tanti peccati!  
 
Messaggi dettati a Catalina Rivas

PADRE PIO



Il demonio ha tentato Gesú perché non era sicuro ch'era Dio. L'ha conosciuto sulla croce. L'ha conosciuto praticamente alla morte.

VITA OLTRE LA MORTE



TESTIMONIANZA DELLA DOTTORESSA GLORIA POLO


Come si vede nel Libro della Vita

Tento spiegare come si vede nel Libro della Vita. Io ero molto ipocrita, falsa, di quelle persone che davanti ti elogiano e dietro parlano male di te. Davanti tutto bello e dentro ...non sente quello che sta dicendo. Io, per esempio, elogiavo qualcuno dicendo: “Come sei bella, che bel vestito, ti sta molto bene, ma dentro mi dicevo: mi fai schifo, sei brutta e, perdi più, pensi di essere una regina!” Questa era la mia maniera di pensare. 

Nel Libro della Vita vediamo tutto questo, ma con una differenza, che vediamo anche i pensieri. Tutte le mie bugie era scoperte «al rosso vivo» e tutti le potevano vedere. Quante volte sono fuggita da mia madre che non mi lasciava andare da nessuna parte, dicendo delle bugie: “Mamma ho un lavoro di gruppo nella biblioteca” e mia mamma credeva, ed io, invece andavo al cinema, a vedere un film porno, o in un bar a bere una birra con le mie amiche. Ed ora mia madre assisteva a tutto questo, nei minimi particolari. Che vergogna! Che grande vergogna! 

Sapete, quando i miei genitori erano poveri, portavo a scuola una banana per merenda e un poco di latte. Dopo buttavo via la buccia di banana non importa dove. Non pensavo che qualcuno potesse scivolare e farsi male. Anche questo, il Signore mi ha fatto vedere,con tutte le conseguenze; mi ha mostrato tutte le persone che erano cadute e, perfino, come qualcuno ha anche rischiato di morire, a causa della mia irresponsabilità.

Ho visto, con molto dolore, che solo una volta mi sono confessata bene, quando ero adulta.
È stato quando una signore mi ha dato 4.500 pesos più del dovuto come resto, in un supermercato di Bogotà. Mio papà mi aveva insegnato che dobbiamo essere giusti e non toccare mai nemmeno un centesimo di quello che è degli altri. Mi sono accorta di questo quando, in macchina, mi dirigevo verso il mio consultorio, e mi dicevo: “Guarda quella brutta vecchia, quella bestia (ero così che io parlavo) mi ha dato 4.500 pesos in più e adesso mi tocca tornare indietro. Ho guardato nello specchio retrovisore e vedo la strada piena di transito e mi dico: “Io non torno indietro, non posso ritardare, perdere tempo! Chi l'ha comandata ad essere così distratta!”. Ma sono rimasta con il rimorso di coscienza per quei soldi. In questo, mio papà mi aveva educata bene. 

Nella Domenica mi sono confessata, dicendo: “Padre, io mi accuso di avere rubato 4.500 pesos, non li ho restituiti, me li son tenuti!”. Non ho nemmeno fatto attenzione a quello che il sacerdote mi ha detto, ma, sapete, il maligno non poteva accusarmi di essere una ladra!

Il Signore, allora, mi ha detto: “Quella tua mancanza di carità per non aver restituito i soldi, e per te 4.500 pesos non erano niente, ma per quella donna era l'alimentazione di tre giorni. La cosa più triste é che il Signore mi ha fatto vedere quella donna che soffriva e, per colpa mia, ha passato tre giorno senza mangiare, lei e i suoi bambini. 

Quando io faccio qualcosa, il mio atto ha delle conseguenze, c'è qualcuno che soffre per colpa mia. Quello che facciamo, ma anche quello non facciamo, ha le sue conseguenze per noi e per gli altri! Tutti vedremo quello che abbiamo fatto e quello che non abbiamo fatto e le relative conseguenze per noi e per gli altri! Vedremo le conseguenze nel Libro della Vita.
Quando ci presenteremo davanti a Dio per essere giudicati, come è successo a me. Quando si è chiuso il Libro della Vita sono rimasta con una vergogna e una tristezza così grandi, quanto dolore ....

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ È PORTATO DAVANTI A PILATO  

Ho lasciato che Mi trattassero come un matto e che Mi coprissero con una veste bianca, in segno di scherno e derisione. 
Quindi, tra grida furiose, Mi portarono di nuovo alla presenza di Pilato.  
Guarda come quest'uomo, smarrito e pieno di confusione, non sa che cosa fare di Me e, per calmare il furore della turba, ordina che Mi si faccia frustare… 
In Pilato, vidi rappresentate le Anime che mancano di coraggio e di generosità, per rompere energicamente con le esigenze del Mondo e della natura.  
Invece di tagliare alla radice quanto la coscienza dice loro non essere del Mondo e della natura, in quanto la coscienza dice loro di non essere di uno Spirito buono, cedono ad un capriccio, si svagano con piccole soddisfazioni, convengono, in parte, a ciò che la passione esige e, per mettere a tacere i rimorsi, dicono a sé stessi:  
“Mi sono già privato di questo e di quest'altro, può bastare così”.  
Io, a quest’Anima, dirò soltanto:  
“Tu Mi fai flagellare come Pilato! Hai già fatto un passo, domani ne farai un altro.  
Pensi di soddisfare in questo modo la tua passione?  
No!  
Presto vorrai di più e ancora di più.  
Poiché non hai avuto il coraggio di lottare contro la tua propria natura in queste piccolezze, avrai ancora molto meno coraggio più tardi, quando le occasioni saranno maggiori”.  

Messaggi dettati a Catalina Rivas

GESU’ OSTIA



Il concetto di ‘sacrificio’

Nel linguaggio comune la parola 'sacrificio' equivale a privazione, a rinuncia. Ma il vero senso del termine va oltre. 'Sacrificio' deriva dal latino sacrum e facere, cioè 'rendere sacro', 'fare sacra' una cosa. Questa cosa, per renderla sacra, occorre offrirla alla divinità che, accettandola, la fa sacra, la santifica. È chiaro, quindi, che non c'è sacrificio senza offerta, e non c'è offerta senza privazione.
Privarsi di un oggetto vuol dire non possederlo più. L'oggetto che io regalo a una persona non è più mio, ma rimane pur sempre un 'mio' dono. L'oggetto offerto, quindi, mantiene un legame tra la persona che dà e la persona che riceve; stabilisce un patto, un'amicizia.
Ecco, dunque, il significato vero di sacrificio: offerta di noi stessi o di una cosa che ci appartiene a Dio, per legarci intimamente a lui. II sacrificio è semplicemente l'espressione di un dono fatto a Dio. E l'azione, che distrugge l'oggetto del dono, ha l'unico scopo di farlo entrare in suo possesso.
Nelle comunità primitive si avverte la necessità di un intermediario fra gli uomini e la divinità, cioè di colui che con le sue virtù può avvicinarsi più degnamente al divino: il sacerdote. Sono le sue mani che distruggono l'offerta, che provocano il sangue e la morte della vittima.
Il sangue e la morte sono i segni esterni del dolore, causato dal pentimento, senza i quali non può esserci vero sacrificio. Nell'animale, un agnello ad esempio, il popolo vi si riconosce, e il sacerdote, imponendo le mani sulla vittima, dispone interiormente tutti i presenti ad essere immolati anche loro.
Il sangue è il simbolo della vita, è l'elemento che porta la vita, è l'unico mezzo che rimane alla creatura di comunicare col Creatore - ch'è la vera vita - quando il legame fra i due si è spezzato.
Oltre ad attestare la sovranità dell'Essere supremo sul creato, la morte della vittima e la distruzione della cosa offerta suggellano un patto d'amicizia fra il Creatore e la creatura.
Questa è la chiave di lettura dei sacrifici che costellano la storia biblica, a partire da Caino e Abele fino al sacrificio dei sacrifici, ch'è quello di Cristo.


AL FINIRE DEL GIORNO UNIAMOCI IN PREGHIERA CON LA SANTISSIMA VERGINE MARIA




Mia Signora:  
Oggi vengo a supplicarti,  
Sii madre e protettrice della mia vita.  
Tu, che conosci l’amore,  
dammene da bere; 
desidero essere Tuo fedele figlio 
e percorrere con Te il cammino 
che mi porti sicuro a Gesù.  

Mia Signora:  
Oggi vengo a supplicarti  
che non mi allontani più dal tuo sguardo. 
Che io sia colui che accompagnerai in ogni istante. 
Desidero imparare da Te il cammino dell’amore.  

Da Te imploro, Madre d’amore, 
che il Tuo silenzio sia il mio,  
che le mie labbra siano sigillate  
e che la prudenza sia lo stendardo  
che mi distingua come Tuo figlio.  

Tu che percorresti il cammino della Via Crucis,  
prega Dio per me. 
Sia la Croce segno di Risurrezione, 
sia la mia gioia ed io possa trovarvi  
la pienezza della mia vita. 
Amen.  

MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA 17 APRILE 2019



Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

LA MIA BENEDIZIONE È CON VOI AFFINCHÈ OGNI RESPIRO, OGNI BATTITO DEL VOSTRO CUORE, OGNI SGUARDO, OGNI PASSO CHE FATE, SIA PROTETTO DA ME.

Il pericolo spirituale in cui si trova l’umanità è alto e la Mia Intercessione di fronte alla Trinità Sacrosanta per ciascuno di voi non viene meno.
SONO VENUTA A CHIEDERVI DI ESSERE UMILI QUANDO ENTRATE NELLE COSE DI MIO FIGLIO. 

Vi ho sollecitato ad amare Mio Figlio e per amarlo dovete conoscerlo ed è proprio nella conoscenza che il pericolo vi assale, perché se subentra la superbia e si ritiene di avere vasta conoscenza delle cose del Cielo, si può perdere la nozione del pericolo spirituale.

IN QUANTO CREATURE DI DIO, VOI SIETE FIGLI DELLA VOLONTÀ DIVINA, QUINDI NON PRETENDETE DI AVERE ALTRO CHE LA GRAZIA DI DESIDERARE QUELLO CHE DIO DESIDERA DA CIASCUNO DI VOI.

Il maligno vede il vostro desiderio di conoscenza e l’astuzia del serpente infernale attacca più intensamente l’uomo quando vede la perseveranza dei Miei figli che continuano a camminare e a lottare per rimanere vicini a Mio Figlio. Vi attacca allora su vari fronti ed uno di questi, oltretutto molto delicato, è l’intelletto, dove hanno inizio le battaglie, con le speculazioni e con l’orgoglio che si gonfia, appoggiato dai demoni che vagano sulla terra per scegliere il loro bottino.

Non distraetevi figli, la Chiesa di Mio Figlio deve continuare a stare vigile, perché vi trovate al grande crocevia che porta sul cammino verso il calvario, sul cammino della purificazione della chiesa universale.

L’uomo, in questo momento, ha accumulato i mali interiori con quelli attuali e la perversione è inspiegabile; dovete riconoscere con dolore di essere indegni delle grazie del Cielo e, prostrati, dovete riconoscere di non meritarvi la Misericordia di Dio. (Cfr. Eb 4,16).

Amati figli, in molte persone la Fede si sta debilitando in modo estremamente rapido, perché la maggior parte dell’umanità sta vivendo una grande tragedia spirituale ed i pochi che persevereranno, dovranno ritornare nelle catacombe, a causa della persecuzione. (Cfr. Mc 6,34).

NON RIMANETE IMMOBILI DI FRONTE ALLA DESTREZZA DI SATANA. RIPARATE PER QUESTA CRISI DI FEDE DELL’UMANITÀ, OFFRITE LE VOSTRE SOFFERENZE PER I CUORI INFETTATI DALLA PESTE DELL’IMMORALITÀ, PREGATE E DIGIUNATE PER LA CARESTIA D’AMORE NEI CONFRONTI DI MIO FIGLIO.

 L’apostasia sta proliferando ed è la stoltezza che ha portato a questo punto (1Tim 4,1). Mio Figlio patisce per i Suoi figli e voi Lo ignorate.

PRESTO MIO FIGLIO SI CONGEDERÀ DA ME PER RECARSI AL CENACOLO DOVE CONDIVIDERÀ IL PANE ED IL VINO, IL SUO CORPO ED IL SUO SANGUE, CON I SUOI DISCEPOLI, PER DISPORSI ALLE PENE D’AMORE PER COLORO CHE AMA.

E… Cosa fanno i Suoi figli, i Suoi seguaci? …
Come si stanno preparando per accompagnare Mio Figlio nella Sua sofferenza d’Amore per tutta l’umanità? …
Siete consapevoli di questo momento così delicato e decisivo per la Fede? … 
Quanto deve espiare l’umanità? …
Quanto deve patire l’umanità? …
Quanto deve fortificarsi il Popolo di Mio Figlio, per perseverare nella Fede? … 


OFFRITE A MIO FIGLIO L’AMORE, NON PRETENDETE ALTRO, IL RESTO VI VERRÀ DATO IN AGGIUNTA.

SIATE I CUSTODI DEI VOSTRI FRATELLI, UNITEVI AFFINCHÈ IL MALE NON VI TROVI IMPREPARATI.

Pregate gli uni per gli altri, pregate per l’Argentina, patirà moltissimo.

Pregate per gli Stati Uniti.

Pregate per il Venezuela, si oscurerà.

Pregate per l’Italia, sta per giungere il dolore.

Rimanete uniti a Mio Figlio, ricorrete all’ausilio dei vostri Compagni di cammino, non dimenticate i vostri Angeli Custodi, loro vi conforteranno nei momenti di dolore.

PREPARATEVI CON MIO FIGLIO, VIVETE CON MIO FIGLIO OGNI ISTANTE DELLA SUA DOLOROSA PASSIONE ED INCONTRATEVI NUOVAMENTE CON L’AMORE, IN SPIRITO E VERITÀ.

Venite a Me e reiterate quel Sì personale a Mio Figlio e quindi il Sì a favore dell’Amore per il prossimo.

Ricevete la Mia Benedizione Materna e la Mia Protezione Materna sia con voi.

Mamma Maria

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Nostra Madre ci invita ad unirci con il Suo Divin Figlio e per farlo, dobbiamo riconoscerci peccatori e sollecitare il perdono Divino.

Quello che la Madonna ci sta dicendo non sono delle altre parole, ma il Suo parlare è un atto preventivo per farci prendere consapevolezza e perché ci pentiamo, prima che cada la notte.

Fratelli, preghiamo, ripariamo e supplichiamo la nostra Madre Santissima di darci la Sua Protezione in questo che è il momento che precede l’addentrarsi del Popolo di Dio nella prova, dalla quale non c’è certezza di uscirne vittoriosi.

Amen.

giovedì 18 aprile 2019

I SETTE VIZI CAPITALI



EGO TE ABSOLVO


 Della gola 

LA GOLOSITA' è l'amore disordinato dei piaceri della tavola, del bere o del mangiare. 
II disordine consiste nel cercare il diletto del nutrimento per se stesso, come fine: « come coloro, che fanno Dio il loro ventre ». (Tanquerey). 

Le mancanze son varie p. es. mangiar prima che se ne senta bisogno, o fuori delle ore stabilite per i pasti senza ragione, per pura golosità. Cercar vivande squisite per aver maggior diletto; sono i peccati dei buongustai e dei ghiottoni. 

Si pecca se si oltrepassa il limite dell'appetito o del bisogno. Rimpinzarsi di cibo e di bevande, a rischio della salute, mangiar avidamente, ingordamente come certi animali, è condannato perfino dai mondani come grossolanità. Queste mancanze generalmente sono peccati veniali. 

Colpe gravi si hanno nei seguenti casi: 1. Quando si arriva ad eccessi tali da rendersi incapaci, per un tempo notevole di adempire ai doveri del proprio stato, di obbedire alle leggi divine o ecclesiastiche. 2. Quando si nuoce alla salute con l'ubriachezza ecc., o la golosità è fonte di spese esagerate che danneggiano la famiglia. 3. Quando si viola la legge del digiuno e astinenza. 4. Quando la golosità diventa la causa di altre colpe gravi. 

« L'intemperanza della tavola conduce all'intemperanza della lingua: spesso si manca contro la discretezza, si tradiscono segreti professionali, si calpesta il buon nome e l'onore. « Sia che mangiate, sia che beviate, fate tutto alla gloria di Dio. (San Paolo I.Cor. X.) 

G. Crux 

DEI RAPPORTI TRA I MINISTRI E GLI ALTRI FRATI



              1 Nel nome del Signore! 2 Tutti i frati, che sono costituiti ministri e servi degli altri frati, distribuiscano nelle province e nei luoghi in cui saranno, i loro frati, e spesso li visitino e spiritualmente li esortino e li confortino. 3 E tutti gli altri miei frati benedetti diligentemente obbediscano loro in quelle cose che riguardano la salute dell’anima e non sono contrarie alla nostra vita. 4 E si comportino tra loro come dice il Signore: «Tutto quanto desiderate che gli uomini facciano a voi, fatelo voi pure a loro» 5 e ancora: «Ciò che tu non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri».


[14]              6 E si ricordino i ministri e servi che il Signore dice: «Non sono venuto per essere servito, ma per servire»; e che a loro è stata affidata la cura delle anime dei frati, perciò se qualcuno di essi si perdesse per loro colpa e cattivo esempio, nel giorno del giudizio dovranno rendere ragione davanti al Signore [nostro] Gesù Cristo.

S. Francesco d’Assisi


LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ VIENE PORTATO DAVANTI AD ERODE  

Pilato ordinò che Mi conducessero alla presenza di Erode…  
Era un pover'uomo, corrotto, che cercava soltanto il piacere, lasciandosi trascinare dalle sue passioni disordinate.  
Si rallegrò nel vederMi comparire davanti al suo Tribunale, perché sperava di divertirsi con le Mie parole e i Miei miracoli.  
Considerate, figli Miei, quanta ripulsione ho provato alla presenza del più ripugnante degli uomini, le cui parole, domande, gesti e movimenti affettati, Mi coprivano di umiliazioni.  
Anime, pure e virginali, venite a circondare e a difendere il vostro Sposo!  
Erode spera che Io risponda alle sue domande sarcastiche, ma Io non apro bocca: alla sua presenza mantengo il più assoluto silenzio.  
Non rispondergli era la maggiore prova che potessi dargli della Mia Dignità.  
Le sue parole oscene non meritavano di incrociarsi con le Mie, purissime.  
Nel contempo, il Mio Cuore era intimamente unito al Padre Mio Celeste.  
Mi consumavo nel desiderio di dare sino all'ultima goccia del Mio Sangue per le Anime.  
Pensando a tutti gli uomini che, conquistati dal Mio esempio e dalla Mia generosità Mi avrebbero seguito, Mi infiammavo d'Amore e, non solo gioivo durante quel terribile interrogatorio, ma desideravo correre al supplizio della Croce.  

Messaggi dettati a Catalina Rivas

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Intervista dell'ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Colonia con l'Arcivescovo di Colonia, cardinale Giuseppe Höffner. 

Nell’estate 1976 la tragica morte della studentessa di pedagogia Anneliese Michel di Klingenberg ha suscitato grande scalpore. É incredibile - così si affermava - che nel ventesimo secolo si creda ancora al demonio e alla possessione. Della morte della giovane studentessa sarebbero corresponsabili i sacerdoti, che la avrebbero esorcizzata. L’esorcismo dovrebbe essere proibito dalla legge. Come giudica Lei, Signor Cardinale, questo caso? 

Il Cardinale: Occorre distinguere due questioni: 

1. Ci sono degli spiriti, che noi chiamiamo demoni? 

2. Hanno un potere sugli uomini? 

L'uff. stampa: Incominciamo con la domanda, se ci sono dei demoni. Paolo VI ha dichiarato, nell'udienza generale del 15 novembre 1972: «Sappiamo che esiste realmente un essere oscuro, che sconvolge tutti». Il giornalista di Monaco Hannes Burger commentava così le parole del Papa (13 luglio 1976 nel Westdeutsche Rundfunk): «Intorno a simile asserzione, che anche l’odierna teologia considera come assurda, non si può che ridere». 

Il Cardinale: Non mi occupo del tono sprezzante usato da Hannes Burger. Mi limito a dire, che è sbagliato dire che la «odierna teologia» neghi l’esistenza dei demoni, I professori Carlo Rahner e Herbert Vorgrimler asseriscono, che «l’esistenza di forze malvage extraumane (demoni) e la loro opera nel mondo costituiscono una "verità della fede"».4 Il prof Leo Schcffczyk (Univ. Monaco), dichiara, che Satana si gestisce, nella predicazione di Gesù come avversario dell’opera di salvezza.5 Anche il prof, Heinrich Schlier (Univ. Bonn) scrive: «Le diverse potenze, che svolgono sempre una potenza satanica si presentano come esseri personali di potenza».6 Da Josef Ratzinger (Univ. Regensbutg) leggiamo: «L’esorcismo di fronte ad un mondo accecato da demoni appartiene inseparabilmente alla via spirituale di Gesù e all’essenza del suo mandato, come di quello dei suoi discepoli».7 Potrei citare ancora numerosi altri teologi, anche protestanti. Ma accontentiamoci di questi esempi. 

Uff. stampa: Karl Rahner e Herbert Vorgrimler chiamano resistenza dei demoni, la cui personalità è «provata dalla Bibbia e dal Magistero» una «verità di fede».  

Sig. Cardinale, può spiegarcelo meglio? 

Il Cardinale: Il quarto Concilio Lateranense (1215) ha così espresso la dottrina della Chiesa: «Dio, nella sua onnipotenza ha creato, agli inizi dei tempi, in pari modo i due ordini del creato dal nulla: lo spirituale ed il corporale, ciò è il mondo degli angeli, del mondo terrestre e degli uomini, il quale ultimo comprende, in certo qual modo, tutti e due gli ordini, perché il mondo degli uomini è formato di corpo e di spirito. Il demonio e gli altri spiriti maligni sono, per la loro natura, creati buoni. Ma sono diventati cattivi da se stessi».8 
 
Questo testo importante dice tre cose: 

1. Dio ha creato dal nulla tutte le cose: gli angeli, il mondo visibile, gli uomini. 

2. Anche i demoni sono stati creati da Dio, come esseri buoni, cioè angeli. Il male non è parte essenziale dell’essere e non è una forza cosmica. 

3. Quegli spiriti, sono divenuti spiriti maligni per la loro apostasia. 

Ciò che il IV Lateranense ha definito, è autentica verità di fede. Nel 561 il Concilio di Praga dichiarava: «Chi asserisce che il demonio non sia stato in origine creato da Dio come angelo buono e non sia, nella sua essenza, opera di Dio, chi invece, sostiene, che egli sia uscito dalle tenebre senza avere un Creatore, ma che egli stesso sia il principio e la sostanza del male, sia anatema... Chi sostiene che Satana operi di forza propria tuoni, lampi, tempeste, siccità... sia anatema...».9 
 
Ultimamente il Vaticano II ha dichiarato che Gesù Cristo Dio «ci ha strappati dalla schiavitù di Satana e del peccato»10, e che l’opera della Chiesa «confonde Satana».11 

Uff. stampa: Il prof, Herbert Haag dice, che è antibiblico credere all’esistenza di Satana e che Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972 avrebbe fatto «pseudo esegesi» connettendo diversi passi scritturali «come nessun studente del primo semestre (dell’università) potrebbe permettersi». Quando la Congregazione per la preservazione della fede pubblicò il documento «fide cattolica e demonologia», il prof. Haag dichiarò, che «ancora una volta Roma ha parlato anacronisticamente». 

Il Cardinale: L’accusa, che il credere all'esistenza del demonio sia antibiblico, hanno respinto teologi di nome. Il prof. Joseph Ratzinger scrive: «Haag non congeda Satana come esegeta, ma come figlio del suo tempo e come tale egli crede inconciliabile (insostenibile) la credenza ad un demonio. Egli si pronuncia pertanto con l’autorità dell’odierna mentalità e non come interprete della Bibbia».12 Nel messaggio di Gesù, Satana è il grande avversario, il quale però, «non ha potere su Gesù» (Gv. 14, 30), poiché Gesù ha infranto il suo potere. «Il padrone di questo mondo è oramai giudicato» (Gv. 16, 11). È vero che Satana non è al centro del messaggio di Gesù. Ma la «lotta contro il potere dei demoni» fa parte del mandato di Gesù, il quale è venuto al mondo «per annientare le opere dì Satana!» (Gv. 3,8). 

Uff. stampa: Il prof. Haag sostiene, che si possa mettere in tutte le citazioni del Nuovo Testamento, al posto di demonio e di Satana il concetto: «peccato o il male».13 

Il Cardinale: Non è vero. Leggiamo in Gv. 3, 8, «Satana pecca da principio». 
Non si può pertanto dire: «il male pecca dall'inizio», poiché solo un essere personale può peccare, un essere dotato di intelligenza e di volontà, ma non l’astratto «male». 

Uff. stampa: Il prof. Haag sostiene che. secondo la S. Scrittura il demonio sarebbe: «una figura riflessa senza peso».14 Nel modo di pensare giudaico di allora il demonio nel Nuovo Testamento apparirebbe come «esponente del male»15, Cristo ed i discepoli si sarebbero mossi nella medesima mentalità del mondo di allora.16 

Il Cardinale: Ai tempi di Cristo la fede negli angeli e nei demoni non era un’idea dominante. I sadducei sostenevano che «non c’è né la risurrezione, né angelo, né spirito» (Atti 23, 8). Si aggiunga anche, che la S. Scrittura condannava severamente la superstizione allora dovunque molto diffusa. Si legge nel Deuteronomio: «Non ci sia in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia attraverso il fuoco, né chi fa l’indovino o predice le sorti, né àuguri, o magi, né chi fa incantesimi, o consulta gli spettri e gli spiriti, né chi evoca lo spirito dei morti. Chiunque pratica queste cose è un abominio davanti al Signore, anzi è per colpa di queste abominazioni che il Signore, Iddio tuo, caccia quelle genti dinanzi a te» (Deuteronomio 18, 10-12). 

A me sembra, che questa ammonizione dell’Antico Testamento vale pure per parecchi «cittadini illuminati» del 20° secolo, che sono aderenti ad ogni specie di superstizioni. 

L’Uff. stampa: Possono spiriti maligni influire su... 

Il Cardinale: La Sacra Scrittura del Nuovo Testamento afferma codesta questione; perché parla di molti ossessi, che Gesù ha liberato dallo spirito maligno, I proff. Karl Rahner e Herbert Vorgrimler scrivono, che l’influsso dei demoni è da supporre non soltanto là dove ci sono dei fenomeni straordinari», ma che esiste proprio anche «nella natura e la storia, una catena normale, naturale, spiegabile di eventi, una dinamica delle forze demoniache rivolte verso il male».17 Anche il prof. Heinrich Schlier dimostra che le potenze demoniache possono impadronirsi "degli uomini e del mondo nel loro spirito. fino al corporale, per mostrare su essi e per mezzo di essi la loro potenzi". 
Queste potenze hanno «un alleato in me: l’inclinazione egocentrica e la mia avversione verso Dio e il prossimo». Proprio nei nostri giorni non «si può liberare dal sentimento, che il problema del mondo e della storia sia male formulato».18 Tra cielo e terra ci sono cose delle quali gli «illuminati» non hanno nessuna idea. 

Indicazione di fonte: 

Cardinale Joseph Höffner, Teufel - Besessenheit - Exorzismus, nella: Offerten - Zeitung in Theologisches, no. 10, ottobre 1976, annata 29, editore Josef Kral, D - 8423 Abensberg. 

Ricordati, o Regina potentissima, della forza miracolosa sul mondo, che la SS, Trinità ti ha concesso! Pieni di fiducia nei tuoi meriti imploriamo la tua misericordia. O celeste tesoriera di tutte le grazie, dalle quali tu puoi disporre secondo la volontà del tuo Figlio e per la salvezza di tutto il mondo, concedi a noi l'animo di abbandonarci completamente al governo del tuo cuore caritatevole, poiché tu sei la nostra madre e la nostra salvezza giace nelle tue mani. O sublime Regina dell'universo ascolta dunque con clemenza la nostra implorazione, e noi serviremo con gioia Cristo-Re! 

Bonaventura Meyer

CONSACRIAMOCI ALLA SANTISSIMA TRINITÀ PER RIMANERE ALLA SUA PRESENZA



Padre, Figlio e Spirito Santo,  
un solo Dio Vero, una sola Volontà, 
Ti adoro, Ti benedico e Ti ringrazio.  

In questo giorno con piena consapevolezza e 
nel pieno possesso delle mie facoltà mentali 
 e spirituali, desidero fermamente consacrarmi  
alla Tua Santissima Trinità.  

Mentre mi fermo ed elevo il mio sguardo fisico e 
spirituale verso la Tua Divina Presenza, il mio essere mi  
reclama che confermi, ratifichi e ritorni a Te.  

Mi pesa ogni momento del mio passato in cui mi  
sono ribellato, cosciente o inscoscientemente,  
per non essere stato capace di accettare i Tuoi disegni 
 amorevoli.   

Nel nome di tutto quello che Tu hai creato,  
Ti lodo, Ti benedico e Ti adoro.   
Non permettere mai più che mi allontani  
Dalla Tua Presenza, o Santissima Trinità. 

Oggi invito gli angeli, gli arcangeli e la Mia Madre Santissima 
ad accompagnarmi e a pormi il Sigillo della Loro fedeltà 
al momento di questa consacrazione,  
che rinnovo ed offro alla Tua Presenza.  

Sigillo con il Sangue Prezioso del Mio Signore Gesù Cristo,  
questo momento e tutte le aree della mia coscienza, 
affinché non mi permettano mai di separarmi dalla  
Tua Santissima Trinità.           Amen.