mercoledì 15 aprile 2020

1962 RIVOLUZIONE NELLA CHIESANELLA CHIESA



’INIZIO DELLA CRISI


L’eresia modernista

Verso la fine del secolo diciannovesimo si era sviluppato, in seno alla Chiesa cattolica, il movimento modernista, nella prospettiva di promuovere un progressivo adattamento della dottrina e delle strutture della Chiesa alla mentalità relativista e democratica della cosiddetta società moderna, contro cui i Papi avevano invece intrapreso, già da circa un secolo, una serrata lotta.
Tra i principali esponenti del modernismo, un posto di primo piano era occupato dall’ abbé Alfred Loisy, dall’oratoriano p. Lucien Laberthonnière e dal gesuita p. George Tyrrel, mentre in Italia svolgevano una notevole attività, tra gli altri, soprattutto don Ernesto Buonaiuti, don Salvatore Minocchi, don Romolo Murri e, tra i laici, il conte Tommaso Gallarati-Scotti e lo scrittore e poeta Antonio Fogazzaro.
Ora, nonostante le diversità e le differenti sfumature del pensiero dei vari membri del movimento, va detto, fin da subito, che le tesi moderniste erano affette da un “peccato d’origine” comune, un relativismo filosofico di fondo, errore fondamentale che il Decreto Lamentabili, emanato dal S. Uffizio, avrebbe poi così riassunto: “La verità non è immutabile più di quanto lo sia l’uomo stesso, giacché essa si evolve con lui, in lui e per lui”.1
Non si trattava dunque di una cosa da poco, dato che il relativismo comportava necessariamente la completa rovina dei fondamenti della fede cattolica ( se non vi sono verità fisse ed immutabili, il concetto stesso di dogma svanisce) e la conseguente annichilazione della Chiesa.
A sua volta, il relativismo evoluzionista dei modernisti derivava dal concetto che questi ultimi avevano circa l’origine della religione, che essi facevano sgorgare esclusivamente dalla coscienza dell’uomo (errore dell’immanentismo). Ogni verità religiosa, infatti, non sarebbe stata altro che il semplice prodotto della coscienza individuale mossa dal sentimento religioso, sotto la spinta di una “Divinità” vaga ed indistinta, della quale l’uomo non poteva dire alcunché di certo e definitivo. Anche la religione cattolica diveniva quindi, nell’ottica modernista, un semplice prodotto umano, soggetto quindi a continuo cambiamento evolutivo, senza verità fissate una volta per sempre: “Il sentimento religioso, che per vitale immanenza si sprigiona dai nascondigli della subcoscienza - avrebbe poi denunciato Papa San Pio X - è (per i modernisti) il germe di tutta la religione... Ecco pertanto la nascita di qualsiasi religione, sia pure soprannaturale: esse altro non sono che semplici esplicazioni dell’anzidetto sentimento religioso. Né si creda che diversa sia la sorte della religione cattolica...”.2

Sempre su questa base, i libri della Sacra Scrittura, compresi ovviamente i Vangeli, venivano ridotti ad una raccolta di esperienze puramente interiori, nate dal sentimento religioso dei singoli scrittori sacri, ciò che comportava la negazione della storicità dei fatti soprannaturali ivi narrati. I miracoli e le profezie erano, infatti, declassati a semplici espedienti psicologico-letterari, a meri simboli, adoperati per muovere i lettori alla “fede” nella suddetta “Divinità”, nell’ambito di un altrettanto vaga ed indistinta religiosità naturale.

Altrettanto simbolico e non reale, come abbiamo già detto, diveniva il contenuto dei dogmi della Fede cattolica: 
“Le cose, che la Chiesa ci propone a credere come dogmi rivelati - scriveva ad esempio il capofila dei modernisti, l’ abbé Alfred Loisy - non sono verità venute dal cielo, conservate dalla tradizione nella loro forma originaria; per lo storico, sono soltanto un’interpretazione di fatti d’indole religiosa che il pensiero teologico ha raggiunto con faticoso lavoro”.3

Una volta accettati questi falsi presupposti e posta la coscienza umana al centro e all’origine della religione, i modernisti erano necessariamente condotti, con l’implacabile logica dell’errore, a considerare fondamentalmente vere tutte le religioni, nonostante le grandi diversità di dottrine, di riti e di regole morali. Queste differenze venivano infatti ritenute del tutto trascurabili perché considerate, nel sistema modernista, come semplici involucri esteriori dell’unico e identico sentimento religioso naturale comune a tutti gli uomini:
“Posta questa dottrina dell’esperienza - denuncerà infatti San Pio X - (…) ogni religione, sia pure quella degli idolatri, deve ritenersi come vera (...). Ed infatti i modernisti non negano, concedono anzi, alcuni velatamente, altri apertissimamente, che tutte le religioni sono vere”, opera di “uomini straordinari, che noi chiamiamo profeti e dei quali Cristo è il sommo”.4
In quest’ottica, i modernisti erano anche pronti a concedere che la religione cattolica fosse la più perfetta ma, si badi, non l’unica vera.
Una realtà che va tenuta ben presente fin d’ora per comprendere l’altrimenti incomprensibile attuale follia ecumenica della Gerarchia “conciliare”.

Da rilevare, infine, una particolare ed originale tattica messa in atto dai modernisti e che contribuisce a distinguere quest’eresia da ogni altra di stampo “classico”, vale a dire l’uso spregiudicato della simulazione e del linguaggio ambiguo, con lo scopo mirato di rimanere nella Chiesa per cambiarla dall’interno:
“Inoltre - scriverà a questo proposito San Pio X - nell’adoperare le loro mille arti per nuocere, nessuno li supera in accortezza e in astuzia: giacché agiscono promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con così sottile simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto (...). E così essi operano scientemente e di proposito; sia perché è loro regola che l’autorità debba essere spinta, non rovesciata; sia perché hanno bisogno di non uscire dall’ambiente della Chiesa per poter cambiare a poco a poco la coscienza collettiva”.5
Tattica che, dopo cinquant’anni di frenetico lavorìo sotterraneo, ha fruttato il successo del ribaltone dottrinale operato dai Padri del Concilio Vaticano II mediante l’adozione di non poche tesi moderniste, puntualmente spacciate allo sprovveduto “popolo di Dio” come necessario aggiornamento della Chiesa ai mitici tempi nuovi. 
Dulcis in fundo, in questo clima di apostasia sorridente, dopo aver dissolto, nelle loro nebbie gnostiche, Gerarchia, Dogmi e Sacramenti, non v’è da meravigliarsi che almeno una parte dei modernisti si spingesse apertamente, “obbedendo assai volentieri ai cenni dei loro maestri protestanti”, a desiderare “soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato”.6
Classica ciliegina sulla torta di ogni modernismo - di ieri e di oggi - sedicente “riformatore”.

sac. Andrea Mancinella

TU RESA SPLENDENTE



O tu resa splendente dalla luce divina,
fulgida Vergine Maria,
fecondata del verbo di Dio
onde fiorì il tuo ventre
per opera dello Spirito Santo
che in te spirò e da te ritrasse
quanto Eva aveva sottratto
spezzando l’originaria purezza,
avendo contratto il morbo del peccato
per suggestione del diavolo.
Tu mirabilmente , per divino volere, conservasti il tuo
Corpo immacolato,
allorquando il Figlio di Dio
fiorì nel tuo ventre,
concepito dalla santa Divinità nelle divine intatte viscere,
contro le leggi della carne
istituite da Eva.

Santa Ildegarda di Bingen

ECCO, È GIUNTA L’ORA DELLA SUA GRANDE MISERICORDIA: INGINOCCHIATEVI DAVANTI ALLA CROCE.



Maria Santissima precede il suo Signore per preparare la via al suo ritorno.
Miei amati figli, non siate tristi ma gioiosi perché l’ora della fine del Male è giunta, tutto il mondo godrà di questa grazia del Cielo. L’Umanità avrà il suo risveglio in Colui che Mi manda per preparare la via al ritorno glorioso di Gesù.
Figli dell’Amore, state per prendere parte alla Vita, state per essere congiunti al Padre!
Amate creature di Dio, pregate tanto in questo tempo, e sarete meravigliati da Dio, e sarete nella pace.
Il Padre Mi manda a voi quale Regina di tutti i popoli,
Corredentrice nell’ultima Opera in Salvezza.
Egli Mi manda a prendervi per mano
e guidarvi alla vittoria certa in Cristo Gesù, il Salvatore.

Egli è ancora sulla croce a causa dei traditori della sua Chiesa, e di tutti coloro che hanno collaborato alla sua distruzione.
Ma tutto procede secondo i Piani di Dio, non avranno vittoria i malfattori, la loro condanna è giunta alla morte eterna!

Ora attendetevi la manifestazione gloriosa del vostro Re dei re, di Colui che sulla croce ha inchiodato in Sé i vostri peccati.
Ecco, è giunta l’ora della sua grande Misericordia:
Inginocchiatevi davanti alla croce e, prostrati a Lui, chiedete perdono con cuore contrito per tutti i vostri peccati.

I condannati a morte, stanno ora bivaccando sulle vostre anime, sono incuranti di ciò che sta per succedere, ma si troveranno spiazzati e avranno paura. Ecco, la Giustizia di Dio giunge alla sua ora, giunge improvvisa, il suo pianto è grande per la è perdita di molti figli ma è giunto il momento, … nessuno si salverà dal suo Giudizio!
Misere vipere infernali, o voi tutti che avete collaborato con Lucifero contro di Me sarete messi al suo piatto, con lui scenderete agli abissi infernali e lì troverete pianto e stridore di denti. Amen!
Dio proclama la sua Giustizia!
Carbonia 14.04.2020

«MIO DIO, MIO TUTTO!» S. FRANCESCO D'ASSISI




«Che cosa bisogna fare per vivere nella clausura del tuo Sacro Cuore?».

«Vivere alla mia presenza, vedermi in tutto, amarmi in tutto, glorificarmi e servirmi in tutto.
La Regola della Visitazione è tutta impastata di amore e di misericordia.
Alla Visitazione potrai, secondo il tuo desiderio, studiare e approfondire la bontà inesauribile del mio Cuore.
Se entri in Monastero con libertà di spirito, ti incamminerai subito per la via della santità.
Se una povera piccola religiosa passasse tutto il giorno occupata nelle pulizie o a strappar l'erba, ma avesse grandi desideri e vita interiore, non avrebbe in paradiso minor gloria dei più grandi Santi.
Ogni Visitandina ha la sua clausura con sè: il mio amabile Cuore è la sua clausura. ###
La vita interiore è l'anima di una Visitandina. Una religiosa senza questa vita è come un cadavere; bisogna però nutrirla, la vita interiore.
Vi è un apostolato di vita interiore, di immolazione, di vita nascosta, che è l'apostolato proprio delle Visitandine.
La tua vita in Monastero sarà una vita di raccoglimento e di silenzio, ma sarà pure una vita di apostolato: comunicherai agli altri quel fuoco che ti brucia.
Le figlie della Visitazione devono continuare la vita della Madonna sulla terra. ###
Le religiose della Visitazione possono realizzare il loro nome che indica un mistero tanto dolce.
Una visita corporale si può fare in un luogo solo, ma le visite dello spirito si fanno molto più semplicemente. Esse non sono contrarie alla clausura, perchè è proprio della Visitazione aiutare le anime. Quando mia Madre mi portò da S. Elisabetta, lo ero nascosto nel santuario che mi ero scelto; nessuno mi vedeva, ma quanto bene ho fatto.
C'è poi un altro genere di visite: venirmi a trovare nel SS. Sacramento. L'Ordine della Visitazione è, in tutta la Chiesa, quello che imita di più la mia vita eucaristica, perchè agli occhi del mondo non ha niente di appariscente.
Una religiosa della Visitazione deve essere un altare, un tabernacolo, una pisside, un ostensorio, un'ostia.
Il tuo cuore deve essere un altare. L'altare è innalzato da terra (distacco), è coperto di tovaglie bianche (purità di coscienza); quando si celebra la S. Messa, si mette il corporale che è di filo: così, tu devi mettere il corporale con un atto di ardentissima carità.
Poi c'è il tabernacolo che è quasi sempre chiuso, salvo quando si estrae o si nasconde il SS. Sacramento. Il tabernacolo è il tuo esterno che deve essere chiuso mediante il raccoglimento; e quando ti dai al prossimo o alle tue faccende, appena hai finito, torna a chiuderti nel raccoglimento.
La pisside è il tuo cuore: anche quando è nel tabernacolo, il Sacerdote non la lascia mai scoperta, ma la chiude, anzi la copre ancora con il velo; così il tuo cuore deve essere coperto con il velo della virtù.
Ostensorio, devi essere, quando sei in Comunità; allora mi devi mostrare. L'Ostia non è più che l'apparenza: lo devo vivere in te.
Sai perchè faccio tante grazie alle mie Visitandine? Perchè la Visitandina, quando è fedele, non è occupata che di me, per me; è con me, in me e mi usa tante finezze. La purità di intenzione mi rapisce il Cuore.
Tu sei madre delle anime e ne hai tante da salvare. Sì, sono tante, incalcolabili. Ne hai in Europa, in Oceania, in Africa. Quando compi un sacrificio, lo compi qui, ma c'è una rete di fili con cui lo porto le grazie alle anime. E' vero che qualche volta esse resistono, però sentono...
Abbi un grande zelo per le anime: è tempo di uscire dal nido del tuo amor proprio. Percorri tutto il mondo: ci sono tanti ignoranti da istruire, ci sono degli afflitti da consolare, dei dubbiosi da consigliare, dei tiepidi da infervorare. ,
Vi è un apostolato di preghiera, di silenzio, di sacrificio e di amore, che ha un tal peso ai miei occhi, che non si può credere.
Io non abbandono più le anime consacrate a me: quando mi scelgo un'anima, la tengo preziosa come la pupilla dell'occhio.
Sai perchè fra tutti gli Ordini religiosi ho scelto quello della Visitazione per dargli il mio Cuore? Perchè la Visitazione è una religione che mi forma tante martiri quante sono le religiose fedeli. Non è un martirio di sangue, ma un martirio d'amore. I profani non vedono niente. E' un assoggettamento non solo di tutti i giorni, ma di tutto il giorno, di tutti gli istanti, in modo che una Visitandina fedele non ha per sè neppure un istante.
La perfezione. alla quale è chiamata la Visitandina non ha limiti, perchè tende all'unione con Dio, e Dio è infinito in perfezione.
L'Ordine della Visitazione è il mio orto chiuso; in esso crescono fiori di ogni virtù. Tutti i fiori sono belli, ma ve ne sono di quelli che crescono nella serra, al riparo dal gelo, dal freddo, dalla pioggia; sono le anime predilette che sono chiuse nella serra del mio Sacro Cuore.
L'Ordine della Visitazione è destinato a onorare in modo particolare la SS. Trinità. Onorerai il Padre con la purità, il Figlio con l'umiltà, lo Spirito Santo con la soavità.
Tutta la perfezione si può rinchiudere in questa parola detta a riguardo del Verbo: "exinanivit". Così, fatte le debite proporzioni, si dovrebbe poter dire di ogni Visitandina.
Questa parola «annientamento» non è quasi conosciuta nel mondo, perchè il mondo è pieno di superbia, ma dovrebbe essere ricercata da una vera Visitandina. Annientamento innanzi a Dio, innanzi agli uomini e innanzi a se stessa.
L'annientamento innanzi a Dio ha, per conseguenza, un'assoluta dipendenza da Lui.
Sai a che cosa paragono le mie Visitandine? A un turibolo nel quale tutto il giorno esse gettano dei sacrifici.
Desidero di essere conosciuto, studiato con amore, cercato con diligenza, amato con ardore; dalle Visitandine, non mi contento di una conoscenza superficiale, voglio che mi si conosca a fondo.
Essere Visitandina vuol dire godere della gloria particolare che avrà l'Ordine in Paradiso per aver propagato la devozione al Sacro Cuore. Benchè una persona non abbia operato particolarmente, partecipa di quella gloria quale aggregata all'Ordine.
Ho fatto il dono del mio Cuore alla Visitazione e non glielo toglierò per tutta l'eternità; l'ho messo alla Visitazione come in un reliquiario d'oro».
«Religiosa vuol dire consacrata, e una cosa consacrata è data. Nello stesso modo che nei calici consacrati non si mette che il vino destinato a cambiarsi nel Sangue di Gesù mediante la consacrazione, così nel mio cuore non devo mettere che opere buone, destinate a cambiarsi in atti soprannaturali mediante la purità d'intenzione».


PREGHIERA

«O mio Gesù, come desidererei che tutti i palpiti del mio cuore, tutte le azioni della mia vita, tutti i passi che faccio, fossero tante voci che ti domandassero perdono.
Mio Dio, mio Padre, mio Creatore, mio Sposo, vengo a te per offrirti, nell'ardore del mio cuore, i voti che per grazia tua ho fatto alla tua divina maestà. Sono tuoi, i miei voti, perchè tu mi hai dato la grazia di farli; sono tuoi, perchè sono i legami che mi uniscono a te; sono ancora tuoi, perchè su di te conto per poterli ben osservare.
O Gesù, siimi sempre Gesù, e fa che io ti sia sempre sposa fedele. Così sia».

Dio sia benedetto.

Suor Benigna Consolato Ferrero

EUCARISTIA



MI SONO APPENA COMUNICATA, CHE ALTRO POSSO DESIDERARE?

Che eccelsa realtà quella dell’Eucaristia, dove Dio stesso mi si dà come cibo per alimento mio e di tutte le anime! Come è grande l’Eucaristia, dove tutti ci uniamo nel grande mistero di uno stesso PANE, che ci nutre colmandoci di Divinità...!  (20-11-66)

Le mie ansie si soddisfano quando ricevo Gesù nella comunione sotto le specie eucaristiche, perché nell’esilio posseggo Dio nel modo in cui lo bramo. (27-2-73)

Mi sono appena comunicata... Che altro posso desiderare? Qui è soddisfatta ogni mia appetizione, poiché, stando con Cristo, sto col Padre e con lo Spirito Santo e, nella stessa unione della comunione, sto con tutti i miei figli e con tutti gli uomini della terra. (20-11-66)

Dio è mio Padre, e quando io lo ricevo nell’Eucaristia vivo come non mai la mia filiazione divina e la mia unione con tutti i miei fratelli. (20-11-66) 

Mi sono appena comunicata, che altro posso desiderare? Maggiore felicità non esiste, benché tante volte, sensibilmente, non si provi. (17-10-66) 

Quando mi comunico, Dio mi si dà interamente. Cosa devo fare per corrispondere a così grande dono? (11-9-62)

Verbo della Vita, quando Tu mi dai te stesso nella comunione, mi dici il tuo essere felicissimo e, nel riceverti, io te lo ridono come regalo d’amore! (18-9-61)

Mi comunico per divenire Te per partecipazione e poterti cantare, nel tuo amore, agli uomini; e Tu, mi accetti come oblazione per fare di me l’anima-Chiesa di cui Tu hai bisogno, e così poterti dare alle anime, attraverso di me, secondo la tua volontà? (16-4-61)

Gesù, ho bisogno di mangiarti bene per sapermi immolare e cantare con Te, sulla croce, la tua canzone di amore e di dolore. (16-4-61)

Eucaristia...! Infinito Amore nascosto nel petto di chi ti riceve... Se l’anima sapesse che in essa è il Dio nascosto...! (21-10-59)

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA

MUORE LA TERRA, MUOIONO GLI ESSERI CHE L’ABITANO.



È con tutto il mio amore che vengo a voi, piccoli miei!
Amati figli dell’Amore, ormai si spengono le bellezze di questo mondo, la vita nuova nelle sue meraviglie è per essere a voi, in Me.
Cancellerò ogni cosa di male, vi metterò nuovi in Me, nelle delizie del mio Tutto entrerete a visitare l’Amore.
…comprendete, figli miei, queste mie parole e dirigetevi dove tutto è Cielo!

Muore la Terra, muoiono gli esseri che l’abitano, sia nel regno animale che vegetale.
La terra e il mare si scuotono con forza,
vomitano tutto ciò che l’uomo ha gettato nel loro ventre,
tutti i veleni che gli hanno fatto ingerire.

Anche l’acqua delle sorgenti è già infetta, non resterà nulla di buono, tutto si mette nella morte. La mia collera è grande perché Io vi donai una Terra produttiva con campi rigogliosi e sorgenti di acqua limpida.
Siete stati la causa di tutto ciò.
Per la vostra ingordigia di denaro avete sottoposto la natura a rigettarvi ogni cosa, ora i veleni li prenderete voi, attraverso l’aria, il cibo che prendete per nutrirvi e l’acqua per dissetarvi.

La Terra muore, l’uomo perisce a causa della sua stoltezza, attorno a lui si aggira la morte. Poveri uomini, quale sciagura! Siete ormai al decesso!
Ora Mi rivolgo al quel piccolo resto che tutti i giorni nella preghiera incessante supplica il mio intervento divino e chiede la grazia della liberazione:
Figli miei, preparate i vostri cuori,
nessuno di voi sarà trascurato,
perché ecco che Io vengo a mettervi al sicuro.

La Madre mia Santissima
presto busserà alla porta di ogni mio figlio e lo sigillerà in Me.
Ella li riporterà a Me santi e immacolati nell’amore.


Il veleno sparso su questa Umanità dai criminali è stato abbondante, ma nessuno dei figli di Dio perirà. Amen!
Carbonia 13.04.2020

ALLA SCUOLA DELL'AMORE



I frutti di questa presenza

Si diceva all'inizio che le virtù sono secondarie; non perché siano meno importanti, ma perché vengono in seconda luogo, sono il frutto soltanto di una vita di amore e di fede. Prima dobbiamo vivere la realtà del mistero: nella misura in cui vivremo la realtà del mistero noi parteciperemo di quelle virtù che hanno distinto la vita della Vergine; allora vivremo la sua semplicità, e vivendo la semplicità sparisce la molteplicità di tutte le cose. Non è la stessa cosa essere in portineria o essere sacrestana? Non è la stessa cosa vivere in una cella piuttosto che in un'altra? Non è la stessa cosa essere la superiora o essere l'ultima della casa? È la stessa cosa perché l'amore di Dio rende tutto uguale.
Se si vive la comunione con Dio, c'è poca differenza tra essere Papa o essere spazzino. Che aggiunge essere Papa a quello che sono, se Dio vive in me? Ogni missione che io ricevo nella Chiesa, ogni grandezza umana, piuttosto che aggiungermi mi toglie qualcosa, perché mi dà l'impressione che quella sia la vera grandezza, mentre la vera grandezza è questa fede per accogliere il dono di Dio, questa semplicità dell'anima che vive l'unica cosa necessaria, la divina Presenza.
Ma si vivrà con la Vergine anche la sua purezza, e tutta l'anima nostra sarà data a lui solo; non soltanto una verginità fisica, ma una verginità anche spirituale che rifiuta ogni pensiero, ricordo e affetto che non sia per lui; tutto l'essere nostro si consuma in un atto di amore che ci unisce al nostro Sposo divino. E non solo la purezza, non solo la semplicità, ma anche l'umiltà; infatti, vivendo nella luce divina, avviene quello che avviene quando a mezzogiorno si vogliono guardare le stelle, e non si vedono più. E così io nella luce di Dio non mi vedo più, ho perso me stesso, non sono più nulla: egli solo è, lui solo l'Amato!
Non è questa la vera umiltà, l'oblio di noi stessi fino in fondo, fino a non saper più nulla di noi, nascosti, anzi cancellati dalla luce divina? Come dovremmo vivere le virtù di Maria! Vivremo le virtù di Maria se vivremo la nostra unione con Cristo, se vivremo il nostro abbandono allo Spirito, se impareremo dalla Vergine come si crede e come si ama.
Tutto qui; è tutto qui, ed è il Paradiso! Che il Signore ce lo faccia vivere oggi, e domani, e sempre; sia la nostra vita un crescere di questa luce, e sia la nostra vita un crescere della nostra fede, per accogliere sempre più la Vergine che viene, lo Spirito che ci investe, il Cristo che ci afferra e ci possiede. Sia questo il nostro cammino nella vita presente.

Divo Barsotti

Concedimi



Concedimi, o Dio misericordioso,
di desiderare con ardore ciò che tu approvi,
di ricercarlo con prudenza,
di riconoscerlo secondo verità,
di compierlo in modo perfetto, a lode e gloria del tuo nome.
Metti ordine nella mia vita,
fammi conoscere ciò che vuoi che io faccia,
concedimi di compierlo come si deve
e come è utile alla salvezza della mia anima.
Che io cammini verso di te, Signore,
seguendo una strada sicura, diritta, praticabile
e capace di condurre alla meta,
una strada che non si smarrisca fra il benessere o fra le difficoltà.
Che io ti renda grazie quando le cose vanno bene,
e nelle avversità conservi la pazienza,
senza esaltarmi nella prosperità
e senza abbattermi nei momenti più duri.
Che io mi stanchi di ogni gioia in cui tu non sei presente,
che non desideri nulla all'infuori di te.
Ogni lavoro da compiere per te mi sia gradito, Signore,
e insopportabile senza di te ogni riposo.
Donami di rivolgere spesso il mio cuore a te,
e quando cedo alla debolezza,
fa' che riconosca la mia colpa con dolore,
e col fermo proposito di correggermi.
Signore, mio Dio,
donami un cuore vigile, 
che nessun pensiero curioso trascini lontano da te;
un cuore nobile che nessun indegno attaccamento degradi;
un cuore retto che nessuna intenzione equivoca possa sviare;
un cuore fermo che resista ad ogni avversità;
un cuore libero che nessuna passione violenta possa soggiogare.
Concedimi, Signore mio Dio,
un'intelligenza che ti conosca,
uno zelo che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
una vita che ti piaccia,
una perseveranza che ti attenda con fiducia,
e una fiducia che alla fine arrivi a possederti.


SAN TOMMASO D'AQUINO  

martedì 14 aprile 2020

Oggi, sono molti i traditori inseriti dentro la mia Santa Chiesa che lacerano il mio Divin Cuore con le loro azioni maligne



Gesù

Pace al tuo cuore!

Figlio mio, Io sono stato rinnegato con un bacio dal traditore, in passato. Oggi, sono molti i traditori inseriti dentro la mia Santa Chiesa che lacerano il mio Divin Cuore con le loro azioni maligne, permettendo che la gloria e lo splendore della mia Sposa siano profanati, disprezzati, diminuiti e combattuti.

Dense tenebre l’avvolgono, cercando di farla affondare nella grande tempesta che sta attraversando, investita fortemente da onde grandi e violente le quali non sono altro che le false ideologie e gli errori dottrinali e teologici che sono predicati alle anime, confondendole e facendo perdere loro la fede, rinnegando i miei veri insegnamenti con falsità e menzogne. I nemici della fede e della mia Chiesa agiscono di nascosto, ma Io, nell’ora stabilita, strapperò a tutti loro la maschera.

Pregate per il vero Pastore, il Pastore che è stato forzato a rinunciare, per colpa degli agenti di satana inseriti nel mio Santo Santuario. Questi sono i lupi in veste d’agnello, questi sono coloro che a causa del denaro, del potere e del piacere hanno venduto al demonio le loro anime, come Giuda ha venduto la sua e mi ha consegnato per trenta monete d’argento.

Povere anime, ancora un po’ di tempo e tutto finirà per esse. Tutto passa rapidamente. La vita dell’uomo in questo mondo è breve. La cosa più importante è la salvezza della propria anima e guai a coloro che, nel loro ultimo respiro, la mia giustizia trova impreparati, lontani dalla mia grazia.

Consola, figlio mio, il mio Cuore, perché la mia giustizia sarà grande e forte quando cadrà sui satanici, sugli apostati e sugli infedeli e di essi non resterà più alcuna traccia.

Io ti benedico!


EDSON GLAUBER  09.04.2020

Il dogma di Maria Corredentrice: è questo il momento opportuno per proclamarlo?



LA CORREDENTRICE


Perché questo è il momento per il dogma di Maria Corredentrice? 

La lettera apostolica del Papa Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”  (“Rosario della Vergine Maria”), ha riacceso l’interesse sul ruolo di Nostra Signora  nella vita di Cristo e nella storia della salvezza. 
Mark Miravalle –uno dei principali promotori dell’iniziativa di dichiarare Maria  Corredentrice– ha spiegato a ZENIT il suo punto di vista. Miravalle è professore di  teologia e di mariologia all'Università Francescana di Steubenville (USA) e presidente di “Vox Populi Mariae Mediatrici”. 

Zenit: Perché pensa che il titolo di Maria Corredentrice sia un titolo mariano legittimo nella Chiesa? 

Miravalle: Il titolo mariano di “Corredentrice” si riferisce alla partecipazione unica di  Maria nell’opera della nostra redenzione compiuta da Gesù Cristo. Il prefisso “co-”  viene dalla parola latina “cum”, che significa “con” e non “uguale a”. Il termine, per  come è usato dalla Chiesa, non pone mai Maria su un piano di uguaglianza con  Gesù Cristo, il Redentore Divino. Tuttavia la cooperazione umana libera e attiva  della Madre di Gesù nella Redenzione, specialmente nell’annunciazione e nel  Calvario, viene giustamente riconosciuta dal magistero papale e dagli insegnamenti  del Concilio Vaticano II –si veda la “Lumen Gentium”, nn. 56, 57, 58 e 61–  e diventa  un esempio preminente di come ogni cristiano è chiamato a diventare un  “cooperatore di Dio”. 
    Il teologo Padre Cottier, O.P., [adesso è cardinale] recentemente ha difeso il titolo  di Maria Corredentrice negli insegnamenti del Concilio Vaticano II in un discorso  internazionale per la Congregazione per il Clero. Il cardinale Schönborn, ex  segretario della commissione del Catechismo Universale, è anche lui uno strenuo  difensore del titolo, ed uno dei 550 vescovi che appoggiano la definizione papale di  Maria Corredentrice, Mediatrice di tutte le grazie e Avvocata. 

Domanda:  Giovanni Paolo II ha mai chiamato Maria “la Corredentrice” ? 

Miravalle: Papa Giovanni Paolo II ha usato il titolo di Corredentrice almeno in sei  occasioni durante i suoi discorsi, come aveva fatto parecchie volte anche Papa   Pio  XI prima di lui. Per esempio, nella sua omelia a Guayaquil, in Ecuador, nel gennaio  del 1985, Giovanni Paolo II ha dichiarato che Maria era stata “crocifissa spiritualmente con il suo Figlio crocifisso” e che “il suo ruolo di Corredentrice non è cessato  dopo la glorificazione di suo Figlio”.  
I ripetuti e coerenti insegnamenti del Santo Padre su Maria come Corredentrice,  nei suoi discorsi e nelle omelie, sono una manifestazione dell’opinione e del  magistero ordinario del Papa che richiede il nostro “assenso religioso della volontà e  dell’intelligenza”, secondo la “Lumen Gentium”, 25. 
Il Concilio Vaticano II in numerose occasioni fa riferimento ad allocuzioni papali  come sostegno dottrinale alle sue conclusioni conciliari. I discorsi dei papi sono stati riconosciuti dal Concilio come fonti dottrinali legittime, perciò il Magistero mariano  di Giovanni Paolo II dovrebbe essere considerato allo stesso modo in questo  periodo post-conciliare.  
    I santi portano una forte testimonianza a favore del titolo di Maria Corredentrice.  San Pio da Pietrelcina, San José María Escrivá, Santa Teresa Benedetta della Croce  (Edith Stein), San Leopoldo Mandic, il Beato Bartolo Longo e molti altri santi e beati  canonizzati recentemente, hanno usato il titolo, assieme a San Massimiliano Kolbe.  Madre Teresa di Calcutta è stata una leader, nel vero senso della parola, nella causa  per una definizione dogmatica di Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie.  Anche Suor Lucia, la veggente di Fatima, ha sottolineato il ruolo di Maria  Corredentrice nel suo ultimo libro “Gli appelli del messaggio di Fatima”, nel quale  parla di Maria Corredentrice in sei diverse sezioni. 

Domanda: Come risponde all’obiezione che “Corredentrice” non è un termine legittimo perché non figura nel linguaggio della Scrittura e dei Padri della Chiesa?  

Miravalle: Sollevare obiezioni sulla legittimità del titolo di Corredentrice vuol dire  implicitamente criticare Giovanni Paolo II che, ripeto, ha usato ripetutamente il  titolo di Corredentrice. Usare il linguaggio della Scrittura e dei Padri come criterio  per decidere la legittima terminologia della Chiesa significherebbe in pratica  eliminare i titoli mariani dogmatici dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione,  come pure il termine “transustanziazione” e perfino l’infallibilità papale, dal  momento che nessuna di queste verità dogmatiche sono descritte nel linguaggio  della Scrittura e dei Padri. Sarebbe importante evitare qualunque tipo di “semiprimitivismo”, che precluderebbe uno sviluppo legittimo della dottrina o del titolo a  causa della mancanza di un riferimento esplicito nella Scrittura e nei Padri.  
    Il Venerabile cardinale Newman in merito ad un’obiezione analoga, rispose a  Pusey dicendo: “perché contestate il fatto che Nostra Signora venga chiamata  Corredentrice quando siete pronti ad accettare titoli incommensurabilmente più gloriosi  attribuiti a Maria dai Padri: Madre di Dio, Seconda Eva, Madre di Vita, Stella del  Mattino, Nuovo Paradiso Mistico, Centro dell’Ortodossia, e altri simili?”. 

Domanda: Ma la definizione papale di Maria Corredentrice ostacolerebbe l’importante missione ecumenica della Chiesa? 

Miravalle: Negli anni ‘50, i teologi protestanti Miegge e Maury hanno identificato la  corredenzione mariana come il problema fondamentale nella mariologia del 20°  secolo. Più recentemente, è stato osservato che l’omissione dei titoli di Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie nel Vaticano II, per non offendere i cristiani  protestanti, non era effettiva, poiché la dottrina della corredenzione e della  mediazione è rimasta un insegnamento fondamentale del Concilio.  
È tempo di essere più diretti ed espliciti con gli altri corpi ecclesiali cristiani circa  la dottrina cattolica della corredenzione e mediazione mariana, e di articolare questa verità con la più grande integrità e precisione teologica possibili, ma  manifestando allo stesso tempo grande sensibilità verso coloro che non condividono la nostra visione cattolica. Questo sarebbe il significativo beneficio  ecumenico  di  una  definizione  di  Maria Corredentrice. 
Il cardinale O’Connor, di New York, ha dichiarato che una definizione aiuterebbe notevolmente l’ecumenismo perché la sua esatta articolazione assicurerebbe ad altre chiese cristiane che noi distinguiamo adeguatamente fra l’associazione  unica di Maria con Cristo e la potenza redentrice esercitata soltanto da Cristo. 
    Nella “Ut Unum Sint”, il Santo Padre afferma che l’unità cristiana voluta da Dio  può essere raggiunta soltanto tramite un’accettazione del contenuto completo della  verità rivelata, e proibisce qualsiasi compromesso di verità o di sviluppo dottrinale a  favore di un “accordo accomodante”.  
La persona stessa di Giovanni Paolo II offre una valida ragione per l’opportunità  nel presente di una definizione papale di Maria Corredentrice. Questo papa possiede l’autentico dono di essere al tempo stesso “pienamente ecumenico” e  “pienamente mariano”. Chi meglio di Giovanni Paolo II può mantenere il delicato equilibrio fra piena integrità dogmatica e autentica sensibilità ecumenica per  quanto riguarda la formulazione di un nuovo dogma mariano? Non rivela egli  brillantemente nella “Rosarium Virginis Mariae” questo cauto equilibrio?  
    All’inizio dell’anno mariano 1987, il Santo Padre ha esortato la commissione  preparatoria ad avere più “fiducia in Maria per la missione dell’ecumenismo”. La  stessa saggezza deve essere applicata ad un possibile dogma mariano. La Madre  spirituale di tutti i popoli rimane la Madre dell’Unità Cristiana, non il suo ostacolo.  Per quanto riguarda gli Ortodossi, le Chiese nostre sorelle, la loro generosa  celebrazione liturgica del ruolo della Madre di Dio nella nostra salvezza è qualcosa  che la Chiesa d’Occidente dovrebbe imitare e riscoprire. La loro comune preghiera  liturgica “O Madre di Dio, salvaci” mette in luce il cuore del ruolo unico di Maria  nella missione salvifica di suo Figlio. Il patriarca Bartolomeo ha pubblicato nel 1998  un’enciclica sul ruolo della Madre di Dio nella salvezza, che è stata quasi  completamente ignorata in Occidente. Resta il fatto che le chiese ortodosse, come  anche i corpi ecclesiali protestanti, non accettano l’ufficio del Papato e quindi  logicamente non potrebbero mai essere favorevoli all’esercizio di un carisma papale  di infallibilità che proviene da un ufficio che a priori rifiutano. Ecco perché  sostenere che fino a che non riceviamo l’approvazione delle autorità ortodosse e protestanti per un dogma –mariano o di altro tipo– il Papa non dovrebbe  dichiararlo, significa, da un punto di vista filosofico e pratico, escludere completamente  il carisma  dell’infallibilità  papale. 

Domanda: Quanti fedeli cattolici hanno fatto petizioni a favore di questo dogma, e  vedete qualche attinenza fra la proclamazione di questo dogma mariano e la situazione attuale del mondo?  

Miravalle: Negli ultimi 10 anni, circa 7 milioni di petizioni da oltre 150 paesi sono  state inviate alla Santa Sede, assieme all’approvazione di 550 vescovi ed oltre 40  cardinali. Ciò costituisce la più estesa campagna di petizione nella storia della  Chiesa. Alla luce dell’attuale clima di “guerre e rumori di guerre” nel mondo, credo  la proclamazione del dogma di Maria Corredentrice, Mediatrice di tutte le grazie e  Avvocata, sarebbe lo strumento per realizzare il pieno esercizio del ruolo materno  di intercessione di Nostra Signora nel portare la pace ad un mondo senza pace, nell’adempimento della sua promessa di Fatima: “alla fine il mio Cuore Immacolato  trionferà… e un periodo di pace sarà concesso al mondo”. Dio rispetta la libertà umana e la proclamazione papale la “renderebbe libera” di esercitare pienamente  i  suoi ruoli salvifici per l’umanità contemporanea.  

La recente promulgazione del “Rosarium Virginis Mariae” e il dono dei cinque  nuovi misteri luminosi ci ricorda che il Santo Padre mantiene tutto il suo riguardo  per la Madre di Dio. Credo che dovremmo mantenere una mente aperta ed  obbediente al discernimento finale di questo papa del “Totus Tuus” per quanto  riguarda l’opportunità della definizione di Maria Corredentrice. 

Dall’articolo "Why now is the time for a Dogma of Mary Co-redemptrix", pubblicato  da Zenit il 31.10.2002 [traduzione a cura di "Profezie per il Terzo Millennio"] 

Pablo  Martín  Sanguiao

Non fate il vaccino quando uscirà...metteranno di tutto dentro per farci diventare degli zombie


TRATTATO DI DEMONOLOGIA



I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869

Primo tentativo di esorcismo di Teobaldo al santuario di Einsiedeln

Nel maggio 1868 il parroco Brey con un suo amico e compaesano sacerdote, parroco in un paese  vicino, e alcuni parrocchiani tra cui i signori Tresch, Brobeck e Lachemann, decise di portare  Teobaldo al santuario mariano di Einsiedeln, Svizzera, con la speranza che fosse finalmente liberato dal suo male. Teobaldo accettò di accompagnarli di mala voglia. Partiti col treno, a Mùhlhausen  trovarono altri amici, il sacrestano del duomo di Strasburgo, il capo stazione di Colmar, il  provinciale dei marianisti che si unirono a loro. Arrivati senza incidenti a Einsiedeln furonq accolti  dai monaci benedettini e il giorno dopo il padre Lorenzo Hecht cominciò gli esorcismi in una sala  del monastero. La reazione di Teobaldo fu immediata e ferocissima. Cominciò a agitarsi e a  strepitare e quattro uomini non riuscivano a tenerlo fermo. Alle molte domande dell’esorcista non  diede mai nessuna risposta. A un certo momento cadde a terra come morto e rimase per qualche  istante fisso al suolo. Improvvisamente, con rapidità fulminea si alzò e voleva darsi alla fuga ma fu  trattenuto in tempo.
Il giorno dopo la prova fu ritentata con un altro monaco esorcista, il padre Buchmann, ma con lo  stesso risultato. Nei giorni seguenti fu portato nella cappella della Madonna miracolosa. Mentre si  recitavano le preghiere il poveretto tremava tutto, testa, mani, gambe: quale spavento deve incutere  a satana la sola immagine della Madonna!
Risultati inutili questi tentativi, non restava che fare ritorno a Illfurt, dove Teobaldo, ancora sotto  schoc, rimase chiuso in se stesso senza parlare per due settimane.

Paolo Calliari

Le spose di Gesù



Cammini di santità

Preghiera contemplativa

La preghiera di contemplazione infusa e la preghiera di quiete sono due gradi della preghiera passiva, quella che lo Spirito Santo fa scaturire in noi senza alcuno sforzo da parte nostra. Da qui ha inizio un’avventura d’amore che, pur attraversando delle «notti», ci porterà progressivamente all’unione con Dio. Questa preghiera è come un lasciarsi impregnare totalmente dall’amore di Dio vivendo nel suo stesso Cuore. Per arrivare a questo stadio occorre, è imprescindibile, un ambiente di silenzio e di solitudine. Gli sposi hanno bisogno di rimanere da soli, in silenzio, per vivere il loro amore. Solo nel silenzio la sposa potrà «udire» lo sposo che le dice in fondo al suo cuore: “Ti amo”.
La contemplazione è fondamentalmente preghiera d’amore silenzioso in fondo alla nostra anima. È silenzio che prega o preghiera di silenzio. «È notizia e amore divino insieme, cioè notizia d’amore senza l’uso di atti discorsivi o meditazione da parte dell’anima come accadeva prima» (Ll 3, 32). «È avvertire l’amore in Dio con l’intelletto nella pace» (2 S 15, 5).
In questa preghiera non hai bisogno di parlare né di sforzarti... devi soltanto ascoltare, lasciarti guardare, abbracciare, baciare, accarezzare... in poche parole lasciarti amare dall’AMORE. Un’ora di questo silenzio d’amore ti arricchirà più di mesi di intensa attività. L’importante è l’amore perché «tutto sta non nel pensare molto ma nell’amare molto» (4 M 1, 7). «Da Dio non si ottiene nulla se non per amore» (C 1, 13).
D’altra parte non inquietarti troppo per le distrazioni dell’immaginazione. Vai avanti. La fantasia non impedisce la tua preghiera e puoi avere una buona preghiera a condizione che tu ami molto e che le tue distrazioni non siano volontarie.
Quando arrivi a questa orazione, cerca di chiudere gli occhi, raccogliti in te stessa, lasciati condurre... e godi dell’amore di Dio-Trinità (da questo momento la preghiera si rivolge in modo speciale alle Tre Persone). Rilassati e soavemente digli che lo ami..., lasciati invadere dalla sua luce divina, nasconditi con tutte e TRE nel profondo della tua anima e vivi d’AMORE. Per prima cosa, quando inizi la preghiera contemplativa, devi essere molto perseverante. La durata della tua preghiera non deve essere mai inferiore ad un’ora, poiché ci vuole del tempo per immergersi nelle profondità dell’anima. A poco a poco l’unione diventerà sempre più facile, veloce e profonda.
Inoltre più sarai pura nell’anima e nel corpo e maggiormente il Signore potrà unirsi a te ed innamorarsi di te. Arrivando all’orazione di quiete potrai avere esperienze di riposo spirituale, ebbrezza d’amore, ecc. In questa preghiera devi lasciare che lo Spirito Santo prenda le redini e guidi la tua anima. E non dimenticare che hai una grande maestra di silenzio interiore... Maria. Gesù lo troverai sempre a casa di Maria. Lei, guidata dallo Spirito Santo, visse l’avventura contemplativa fino all’unione intima con Dio, da Nazareth fino al Calvario; è madre e modello di tutti i contemplativi. Nei momenti più bui della notte sarà sempre con te come madre amorevole, per guidarti e portarti in braccio.
Affidale la tua vita contemplativa perché ti conduca fino all’unione completa con Dio.
San Luigi Grignion de Montfort diceva che uno dei motivi per cui sono così poche le anime che arrivano alla pienezza dell’amore è che Maria non occupa un posto abbastanza grande nei loro cuori... Chiunque voglia ottenere il frutto della vita, Gesù Cristo, deve possedere l’albero della vita che è Maria. Chiunque voglia portare in sé l’opera dello Spirito Santo deve avere la sua fedele ed inseparabile sposa.

Padre Angel Peña

Rafforza i nostri passi sulla via della pace.



Spirito Santo, 
sorgente di unità e di concordia,
dona pace fra cielo e terra, 
pace fra i popoli,
pace nelle nostre famiglie, 
pace nei nostri cuori. 
Ispira in ciascuno di noi 
sentimenti di amore, di bontà, 
di mitezza, di comprensione, di pace.
La nostra unione di sposi diventi intesa di cuori,
 comunione di intenti, rispetto reciproco.
La nostra famiglia sia luogo di unità 
e di concordia, scuola quotidiana di pace. 
Rafforza i nostri passi sulla via della pace.