venerdì 3 settembre 2021

Nuovi sviluppi su Fatima: le rivelazioni clamorose del 2006-2007

 


La Battaglia  Finale del Diavolo

Il 13 febbraio 2005, all’età di 97 anni (sei settimane prima di  compierne 98) è venuta a mancare Suor Lucia di Fatima. Il 2 aprile 2005,  anche Giovanni Paolo II ha seguito l’ultima veggente di Fatima nel riposo  eterno. Diciassette giorni dopo, il Cardinale Ratzinger è stato eletto al  Soglio Pontificio, scegliendo per sé il nome di Benedetto XVI. Il 22 giugno  2006, Benedetto XVI ha nominato l’ex Arcivescovo Tarcisio Bertone, ora  Cardinale, come sostituto del Cardinal Sodano alla guida della Segreteria  di Stato del Vaticano, incarico che Bertone ha assunto ufficialmente il 15  settembre 2006. A seguito di questi eventi, l’intera vicenda di “Fatima”  avrebbe subito cambiamenti drammatici e la verità sul Terzo Segreto  sarebbe emersa di lì a poco grazie a nuove rivelazioni che avrebbero  scatenato un vero e proprio terremoto. 

Questo terremoto ha avuto inizio con il libro di Antonio Socci Il  quarto segreto di Fatima, pubblicato il 22 novembre 2006, un evento  che abbiamo già ricordato nel Capitolo 4 e altrove, in altri capitoli.  Famoso autore e giornalista Cattolico nonché personalità televisiva di  primo piano, Socci era una figura prominente all’interno della Chiesa mainstream ed era collaboratore e conoscente sia del nuovo Pontefice  che del Cardinal Bertone. Tutto si poteva dire, all’epoca, se non che Socci  fosse un amico dei “Fatimiti”, contro i quali, come abbiamo già visto in  precedenza, aveva iniziato il suo libro proprio con lo scopo di screditarne  le opinioni in merito a Fatima, da lui inizialmente considerate come  vuote “teorie della cospirazione”. 

Socci cominciò a sospettare che qualcosa non quadrasse quando si  vide rifiutare un’intervista amichevole proprio dal Cardinal Bertone, in  merito alla controversia sul Terzo Segreto, malgrado la loro conoscenza  e collaborazione cordiale avvenuta in passato. Dopo aver esaminato le  affermazioni dei “Fatimiti” con un atteggiamento aperto, Socci si trovò  di fronte alle stesse prove inconfutabili che abbiamo riportato in questo  libro. Il libro di Socci, in effetti, cita la prima edizione di questo libro  non meno di 32 volte, insieme ad altre 110 citazioni tratte dalle opere  di Frère Michel e altre fonti su cui si basa la battaglia finale del diavolo.  “Alla fine”, scrive Socci, “Mi sono dovuto arrendere… Qui racconto il mio  viaggio nel più grande mistero del 20° secolo ed espongo il risultato a cui  onestamente sono pervenuto. Risultato che sinceramente contraddice le  mie convinzioni iniziali…”402

Quel risultato portò Socci a concludere che c’è qualcosa di mancante  nella rivelazione del Vaticano: un testo separato del Terzo Segreto,  contenente “le parole della Madonna [che] preannuncerebbero una  apocalittica crisi fella fede nella stessa Chiesa a partire dai vertici.” Questo  secondo testo è probabilmente “anche una spiegazione della visione…  (rivelata il 26 giugno 2000).”403 È questo il testo che Socci definisce  “indicibile” e il cui occultamento, da parte dell’apparato Vaticano, lascia  quest’ultimo soggetto a “condizionamenti e ricatti molto pesanti”.404

È sorprendente anche il fatto che Socci abbia ricevuto una lettera  personale inviatagli da Papa Benedetto XVI “riguardo al mio libro,  ringraziandomi per ‘i sentimenti che lo hanno ispirato.’”405 Per di più,  il Papa non ha mai detto o scritto alcunché che vada nella direzione di  criticare le conclusioni di Socci, e cioè che l’apparato Vaticano - guidato  dal Cardinale Bertone - è impegnato in una vera e propria cospirazione  tesa a nascondere, alla Chiesa e al mondo, le preziose parole della  Madre di Dio! Anzi, la Santa Sede a tutt’oggi ha mantenuto sul libro di  Socci un silenzio ufficiale assai rivelante, che lascia il Cardinale Bertone  a difendersi da solo, in questa vicenda. 

La conferma che, con grande apertura mentale, ha dato Socci  alle tesi presentate dai “Fatimiti” (che erano stati fino ad allora  ingiustamente disprezzati) si è rivelata uno sviluppo dalla portata  eccezionale per la causa di Fatima. I promotori della Linea di Partito  del Vaticano, infatti, non potevano sbarazzarsi di una persona della  caratura di Socci definendolo un impostore, ed il Cardinale Bertone si  è visto quindi costretto, per rispondere al libro del giornalista, a tutta  una serie di mosse che avrebbero sostanzialmente ridotto in briciole la  “versione ufficiale”. Vedremo tra poco come. 

Tuttavia, il contributo più importante che Antonio Socci ha fornito a  chi ricerca la verità in questa faccenda, è stato forse quello di aver dato  ampio risalto alla testimonianza di una fonte di primaria importanza:  l’Arcivescovo Loris Francesco Capovilla, segretario personale di Papa  Giovanni XXIII, il quale ha confermato in modo definitivo e decisivo  l’esistenza di “due testi” che comporrebbero il Terzo Segreto nella sua  integralità. Il libro di Socci riferisce l’intervista concessa dall’Arcivescovo  Capovilla, che ha 93 anni e risiede in provincia di Bergamo, ad un  “giovane intellettuale Cattolico”, Solideo Paolini, il 5 luglio 2006, per  aiutarlo in alcune ricerche che stava conducendo per il proprio libro  sulla controversia del Terzo Segreto. Durante quell’intervista, Paolini  chiese all’Arcivescovo se esistesse un testo non pubblicato del Terzo  Segreto e questi rispose: “Nulla so”. Quella risposta sorprese Paolini, il  quale si aspettava che “se il testo misterioso e mai rivelato fosse stato  una fantasia, il prelato, che è uno fra i pochi a conoscere il Segreto,  avrebbe potuto e dovuto rispondermi che era un’idea completamente  campata per aria e che tutto è già stato rivelato nel 2000. Invece,  l’Arcivescovo aveva risposto ‘Nulla so!’ un’espressione che immagino  volesse ironicamente evocare una certa omertà.”406 Sottintendendo  quindi una certa “omertà”, l’Arcivescovo stava cercando di dirci che  era costretto a negare la verità perché costretto in tal senso da una  qualche cospirazione, che non gli permetteva di fare altrimenti.  Quell’impressione sarebbe stata confermata dagli eventi successivi.

Il 18 luglio 2006 Paolini ricevette per posta, da Capovilla, una  busta contenente alcuni documenti, provenienti dagli archivi personali  dell’Arcivescovo, insieme ad una curiosa lettera d’accompagnamento,  nella quale il prelato consigliava a Paolini di procurarsi una copia del Messaggio di Fatima, un volume che, come ben sapeva l’Arcivescovo,  Paolini aveva sicuramente già da tempo, in quanto studioso e  ricercatore di Fatima. Non era forse, come pensò Paolini, “un invito a  leggere qualcosa in particolare di quella pubblicazione, in relazione ai  documenti inviati dallo stesso Capovilla?” Quell’intuizione si sarebbe  rivelata corretta. Tra i documenti inviati da Capovilla, v’erano anche  delle “note riservate”, datate 17 maggio 1967, nelle quali l’Arcivescovo  aveva annotato le circostanze in cui Paolo VI aveva letto il Terzo  Segreto. Secondo quelle note, Paolo VI lesse il Segreto il 27 giugno  1963, a soli 6 giorni di distanza dalla sua elezione e prima di essere  ufficialmente intronizzato sulla Cattedra di San Pietro durante la  Messa per l’incoronazione papale (cosa che avvenne il 29 giugno).  Tuttavia, secondo l’MDF e la “versione ufficiale”, Paolo VI aveva letto  per la prima volta il Terzo Segreto solo due anni dopo quella data:  “Paolo VI lesse il contenuto con il sostituto Sua Eccellenza Arcivescovo  Angelo Dell’Acqua, il 27 marzo 1965, e rinviò la busta all’Archivio del  Sant’Uffizio, con la decisione di non pubblicare il testo.”407

L’enorme discrepanza tra la data registrata da Capovilla e quella  pubblicata sull’MDF, spinse Paolini a telefonare a Capovilla, alle ore 18.45  del giorno stesso in cui aveva ricevuto i documenti dell’Arcivescovo, per  chiedergli spiegazioni. Capovilla protestò: “Ah, ma vede, io dico la verità.  Sono ancora lucido, sa?” E quando Paolini insistette gentilmente che vi  era, pur tuttavia, una discrepanza non ancora risolta, Capovilla all’inizio  tentò di fornire spiegazioni che sembravano implicare “eventuali lapsus  della memoria, interpretazioni di quanto si intendeva dire,” e Paolini  obiettò all’Arcivescovo che lui [Paolini] si riferiva alla data in cui Paolo  VI aveva letto il Segreto, come riportato da un documento ufficiale del  Vaticano (e cioè Il Messaggio di Fatima (MDF)) che a sua volta si basava  sulle minute ufficiali provenienti dall’archivio del Vaticano. Capovilla  fornì questa risposta: “Ma io giustifico, forse il plico Bertone non è lo stesso  del plico Capovilla…” Immediatamente Paolini interruppe l’Arcivescovo,  ponendogli la seguente domanda: “Quindi, Eccellenza, entrambe le date  sono vere perché del Terzo Segreto esistono due testi?” Dopo una breve  pausa, l’Arcivescovo dette questa risposta esplosiva: “Per l’appunto!”408,  che da sola conferma l’esistenza di un plico e di un testo mancante del  Terzo Segreto di Fatima. 

 Le “note riservate” di Capovilla corroborano la sua testimonianza  nei minimi dettagli. Secondo queste note, nella data in cui Papa Paolo  VI lesse il Segreto (27 giugno 1963), Monsignor Angelo Dell’Acqua – lo  stesso “Sostituto” cui si riferisce il Messaggio – telefonò a Capovilla per  chiedergli: “Cercano il plico di Fatima, lei sa dov’è?”409 La nota continua  con la risposta di Capovilla: “Sta nel cassetto di destra della scrivania  chiamata Barbarigo, in stanza da letto.” Quindi il plico si trovava nella  stanza appartenuta a Giovanni XXIII, che ora era diventata la stanza di  Paolo VI. Non si trovava negli archivi del Sant’Uffizio. La nota continua,  riportando che “il plico di Fatima” fu trovato in quel cassetto: “Un’ora  dopo, Dell’Acqua mi ritelefona. Tutto a posto. Il plico è stato rinvenuto.”  Infine, la nota riporta che durante un’udienza del giorno dopo, Paolo  VI aveva chiesto direttamente a Capovilla: “Perché sulla busta c’è il  suo nome?” Capovilla rispose: “Giovanni XXIII mi chiese di stilare una  nota circa le modalità di arrivo del plico nelle sue mani con i nomi di  tutti coloro i quali ritenne doveroso farlo conoscere.”410 Inoltre, Papa  Giovanni gli aveva anche ordinato di scrivere sull’esterno del plico o involucro: “lascio ad altri commentare o decidere”411. 

Sappiamo per certo, quindi, che un testo del Terzo Segreto era  custodito nella camera da letto del papa, dove fu letto da Paolo VI  il 27 giugno 1963, e che questo era contenuto in un plico sul quale  Capovilla aveva annotato il proprio nome e quello di altri, seguendo le  istruzioni di Papa Giovanni XXIII e le parole di quest’ultimo “lascio ad  altri commentare o decidere”. Quindi non solo Giovanni Paolo II, ma  anche Paolo VI lesse due testi del Terzo Segreto in due date differenti.  È opportuno ricordare un’altra circostanza, il cui significato non era  stato colto appieno prima della pubblicazione del libro di Socci: nel 1960  Papa Giovanni lesse un testo del Segreto che non ebbe alcun problema  a comprendere, senza il bisogno d’aiuto da parte di esperti in lingua  Portoghese; tuttavia, secondo l’Arcivescovo Capovilla, nell’agosto del  1959 il Papa aveva letto un testo che conteneva invece difficili espressioni  dialettali Portoghesi, tali da richiedere la traduzione di Monsignor Paulo  José Tavares.412 Come conclude Socci: “Queste due opposte informazioni  possono spiegarsi ritenendo che si tratta di due letture e di tue testi  diversi.”413 Seguendo questa pista, Socci si è fatto aiutare da un’esperta  linguista, la Professoressa Mariagrazia Russo, la quale ha analizzato il  testo della visione pubblicata dal Vaticano nel 2000. In un’appendice al  libro di Socci, la professoressa conclude affermando che il testo della  visione non contiene alcuna espressione dialettale Portoghese di difficile  comprensione. Il testo che sarebbe stato letto con difficoltà da Giovanni  XXII, pertanto, sarebbe quell’altro, che il Papa custodiva nel cassetto della  sua scrivania. 

È quindi ormai un fatto assodato che tre Papi (Giovanni XXIII, Paolo  VI e Giovanni Paolo II) abbiano letto dei testi del Terzo Segreto in due occasioni differenti - a mesi, se non anni di distanza l’una dall’altra –  durante i loro rispettivi pontificati, mentre la “versione ufficiale” dell’MDF  riporta una sola lettura da parte di ciascun Papa.414 Difficilmente può  trattarsi di una coincidenza o di un errore degli archivi ufficiali, che  avrebbe dovuto ripetersi per ben tre volte di fila. Il fatto che questa  duplice lettura da parte dei Papi sia stata omessa dalla “versione  ufficiale” indica chiaramente che le informazioni sulle letture in due  date differenti non dovevano essere divulgate, perché esse implicavano  necessariamente l’esistenza di due testi differenti facenti parte entrambi  di un unico Terzo Segreto di Fatima. Uno di questi testi non è ancora  stato rivelato. 

Anche prendendo in esame solamente la testimonianza di  Capovilla, questa stabilisce irrefutabilmente l’esistenza di due buste  o “plichi”, all’interno dei quali era stato riposto l’intero contenuto del  Terzo Segreto di Fatima: il “plico Bertone”, custodito negli archivi del  Sant’Uffizio, i cui contenuti furono pubblicati nel 26 giugno 2000;  e il “plico Capovilla”, i cui contenuti rimangono tuttora nascosti,  che si trovava nella camera da letto del Papa. La locazione del plico  Capovilla - all’interno dell’appartamento del Papa - fu confermata dalle  fotografie pubblicate sulla rivista Paris-Match, dalle affermazioni di  Suor Pasqualina e adesso, oltre ogni dubbio, dalla testimonianza e dai  documenti privati dell’Arcivescovo Capovilla. 

A tutt’oggi il Vaticano non ha mai mostrato il “plico Capovilla” ed il  testo del Segreto contenuto in esso. Eppure, come vedremo, il Cardinale  Bertone è stato costretto ad ammettere l’esistenza del plico Capovilla, malgrado non lo abbia mai mostrato in pubblico. Questo fatto, da solo,  priva la “versione ufficiale” di qualsiasi credibilità. 

Socci osserva a ragione che la testimonianza dell’Arcivescovo  Capovilla fornisce “l’unica spiegazione possibile” alle tante discrepanze (molte delle quali abbiamo già esaminato nel capitolo precedente)  riguardanti la data in cui fu ricevuto il documento in questione, il suo  formato ed il luogo in cui era custodito, secondo tutti i resoconti e le  testimonianze raccolte fino ad ora. Per riassumere, abbiamo dinanzi a  noi i seguenti, innegabili fatti: 

•  un documento scritto il 2 gennaio 1944 – data in cui fu scritto il  documento pubblicato dal Vaticano nel 2000 – ed un altro che non  fu messo per iscritto prima del 9 gennaio 1944 e che non è ancora  stato pubblicato; 

•  un documento che arrivò al Sant’Uffizio il 4 aprile 1957 (è quello  pubblicato dal Vaticano nel 2000) ed un altro documento, che non fu  messo per iscritto prima del 9 gennaio 1944 e che non è ancora stato  pubblicato; 

•  un documento custodito negli archivi del Sant’Uffizio (la visione  pubblicata dal Vaticano nel 2000) ed un altro documento custodito  nell’appartamento di Pio XII; 

•  un documento che Papa Giovanni XXIII “comprese pienamente” senza  bisogno di alcuna traduzione e che non contiene alcuna espressione  dialettale di difficile comprensione (quello pubblicato nel 2000), ed  un altro le cui espressioni dialettali dovettero essere tradotte per  Papa Giovanni XXIII da Mons. Tavares; 

•  un documento letto da Giovanni XXIII e rispedito agli archivi del  Sant’Uffizio (la visione pubblicata nel 2000) ed un altro documento  che non lasciò mai l’appartamento di Papa Giovanni e che si trovava  ancora nella scrivania della sua camera da letto quando Paolo VI si  insediò al suo posto, come testimoniato dall’Arcivescovo Capovilla; 

•  un documento letto da Paolo VI il 27 marzo 1965 e poi rispedito  agli archivi del Sant’Uffizio (la visione pubblicata nel 2000) ed un  documento diverso che Papa Paolo lesse il 27 giugno 1963, dopo  averlo recuperato dalla scrivania detta “Barbarigo” nella stanza da  letto del Papa, come rivelato dall’Arcivescovo Capovilla; 

•  un documento di quattro pagine415 contenente 62 righe di testo  (quello pubblicato dal Vaticano nel 2000), ma anche un documento  scritto su di un unico foglio, sotto forma di “lettera al Vescovo di  Leiria,” contenente 25 righe di testo, come testimoniato dal Vescovo  Venancio, dal Cardinale Ottaviani e da altri, documento che non  abbiamo ancora avuto modo di vedere;

•  la descrizione di una visione, pubblicata il 26 giugno 2000, senza  alcuna traccia di parole pronunciate dalla Madonna, ed un altro  documento che contiene “le parole che la Madonna ha confidato  in veste di Segreto ai tre pastorelli alla Cova da Iria,” che è stato  occultato nel 1960 e rimane tuttora celato; 

•  un documento (secondo ciò che disse l’emissario di Pio XII, Padre  Schweigl) che “riguarda il Papa”, cioè quello pubblicato nel 2000,  ed un altro documento - tuttora inedito - che contiene “la logica  continuazione delle parole: ‘In Portogallo si conserverà sempre il  dogma della fede ecc.’”;

•  un documento nel quale la Madonna non dice niente (la visione  pubblicata), ed un documento differente che contiene, secondo il  Cardinale Ottaviani che aveva letto il Segreto, “ciò che la Madonna  le disse [a Suor Lucia] di dire al Santo Padre”;416

•  un documento proveniente dagli archivi del Sant’Uffizio letto nel luglio  1981 da Papa Giovanni Paolo II, mentre si trovava all’ospedale Gemelli  dopo l’attentato di Piazza San Pietro (e cioè la visione pubblicata nel  2000), ed un altro documento che il Papa aveva letto nel 1978, a pochi  giorni dalla sua elezione e che non era stato recuperato dagli archivi. 

Padre Paul Kramer

OGNUNO DI VOI PORTI LA PROPRIA CROCE CON DIGNITÀ.

 


Carbonia 01-09-2021  –  ore 16.22

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Benedetti figli, eccomi qui tra voi, oggi vi attendevo su questo Colle per darvi una benedizione speciale. Sono Maria SS. sono accompagnata da tutto il Cielo, accompagnata dalla SS. Trinità. Figli miei, abbiate pietà di questo momento di dolore del vostro Signore Gesù.

Il suo intervento è a momenti, tutto si è chiuso di ciò che era il passato.
La febbre che ora assalirà l’uomo in Satana sarà quella che permetterà a Gesù di intervenire e dire il suo Basta a questa situazione infernale.

L’ora segna ormai la grande passione per questa Umanità, …il Dio dell’Eterno Amore, il Dio Creatore, richiama ancora i suoi figli al ravvedimento.

Figli miei non c’è più tempo, le cose del mondo devono essere abbandonate, provvedete per le cose del Cielo, mettetevi in direzione delle Cose di Dio, Dio ha chiesto aiuto a tutti i suoi figli e chiede ancora aiuto per terminare quest’Opera di salvezza.

Unitevi, figli miei, in un cuor solo un’anima sola, siate il sale della Terra, siate obbedienti alle richieste di Gesù. Colui che ancora si permetterà di tradirmi non avrà scampo, perché, sta segnando la sua fine. Dio ha già permesso questo in Adamo ma con il nuovo Adamo non è più permesso, la storia è stata largamente conosciuta da tutti, perciò non ripetete gli errori del passato.

State obbedienti alle Leggi di Dio! State obbedienti ai Comandamenti di Dio!

State uniti all’amore di Dio e seguite ora Maria SS., in questa missione ultima in salvezza. Colei che discenderà a prendervi per mano e portarvi alla sfida finale vittoriosi in Me suo Figlio Gesù.

Avanti sono le ultime battute, tutto è compiuto, questo mondo dovrete dimenticarlo per come lo conoscete perché, tutto sarà trasformato, un nuovo popolo abiterà questa Terra e sarà benedetto in Dio e sarà santo in Dio.

Amatevi figli miei, amatevi! Ognuno di voi porti la propria croce con dignità. Abbiate pietà delle vostre situazioni e rispettate quelle del prossimo, …nessuno sa! Ogni uomo conosce la propria storia, vada avanti offrendo al Signore la propria vita come il Signore ha permesso che sia.

Avanti vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Vi attendo su questo Colle ancora per poco figli miei, ancora per poco perché l’ora ormai batte la sua fine.

La tentazione di arrendersi

 


Maestro, abbiamo lavorato duramente tutta la notte e non abbiamo preso nulla. (Il vangelo di oggi, Luca 5:5)


A volte, abbiamo bisogno di assaporare la nostra vera debolezza. Abbiamo bisogno di sentire e conoscere i nostri limiti nel profondo del nostro essere. Dobbiamo riscoprire che le reti della capacità umana, del successo, dell'abilità, della gloria... risulteranno vuote se sono prive del Divino. In quanto tale, la storia è davvero una storia dell'ascesa e della caduta non solo di individui ma di intere nazioni. Le culture più gloriose sono quasi sbiadite e i ricordi di imperatori e cesari sono quasi scomparsi, tranne per un busto fatiscente nell'angolo di un museo.

È solo allora, in questo ritorno alla polvere, sembra, che siamo capaci di riconoscere che siamo non Dio, ma solo fatto a Sua immagine; che siamo non salvato, e ho molto bisogno di un Salvatore. Dovrebbe dirci qualcosa che sono i Santi – spesso i più poveri sia materialmente che di status agli occhi del mondo – quelli che vengono ricordati di più, i loro nomi ancora vivi nei titoli delle città e delle strade. 

È il 2021 e nulla è cambiato. L'America sta crollandoLa Cina sta crescendo; il L'ovest è al crepuscolo; e l'uomo è barbaro come sempre, nonostante il suo “progresso”, come il i nascituri sono ancora schiacciati nel grembo materno, rimangono milioni affamati e senza basi, e il più armi impensabili continuano ad essere fabbricati. Nonostante 2000 anni di cristianesimo, l'umanità è tornata ancora una volta a quella notte in cui deve trovare completamente vuote le reti dei suoi sforzi.

Stiamo vivendo, secondo entrambi i papi e veggenti,[1] nei tempi prossimi dell'Anticristo. E chi è questo Figlio della Perdizione? Secondo la Tradizione, è un uomo reale, non solo un simbolo astratto del male o una potenza mondiale:

…che l'Anticristo è un uomo individuale, non un potere – non un mero spirito etico, o un sistema politico, non una dinastia, o una successione di governanti – era la tradizione universale della Chiesa primitiva. —S. John Henry Newman, "The Times of Antichrist", Conferenza 1

Di cosa tratta quest'uomo? Secondo San Paolo, è uno...

…che si oppone e si esalta contro ogni cosiddetto dio o oggetto di culto, tanto da sedere nel tempio di Dio, proclamandosi Dio. (2 Tess 2: 4)

Se è vero ciò che dicono i papi e i veggenti, che «vi sia già nel mondo il “Figlio della perdizione” di cui parla l'Apostolo» (Papa San Pio X)[2] allora dovremmo già vedere segni di tanta arroganza tutto intorno a noi.

E lo facciamo. La cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale o “Ottimo reset” promosso dal World Economic Forum, dalle Nazioni Unite e da diversi leader mondiali è, al suo interno, a transumanista movimento. È la fusione dell'uomo e della tecnologia per creare un essere umano superiore, la cui mente non solo può essere integrata con tutta la conoscenza su Internet, ma anche caricata su un nuovo corpo o cervello, potenzialmente dando all'uomo "l'immortalità". Sembrano i sogni di un pazzo o le pagine di un romanzo dell'orrore, e uno sarebbe scusato per pensarlo... se non fosse che tutto questo apertamente discusso e perseguito in bella vista:

…una rivoluzione tecnologica che cambierà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo gli uni con gli altri. Nella sua scala, portata e complessità, la trasformazione sarà diversa da qualsiasi cosa l'umanità abbia mai sperimentato prima. Non sappiamo ancora come si svilupperà, ma una cosa è chiara: la risposta deve essere integrata e globale, coinvolgendo tutti gli attori della politica globale, dal settore pubblico e privato al mondo accademico e alla società civile.14 gennaio 2016; weforum.org

È il culmine dell'uomo che fa il dispetto a Dio che trova la sua incarnazione letterale nell'“illegalità” o Anticristo. Ma anche questo programma empio fallirà. “Il Signore Gesù lo ucciderà con il soffio della sua bocca e lo distruggerà con la sua apparizione e la sua venuta”, dice San Paolo.[3] 

Cosa c'entra questo con il titolo di questo articolo? Ebbene, voi ed io, cari fratelli e sorelle, ci troviamo circondati da questa notte oscura. Siamo i protagonisti di questa storia epica, nata per questi tempi. Ma come tale, troviamo anche che anche gli sforzi percepiti "santi" della Chiesa che sono stati costruiti sulle fondamenta della saggezza umana piuttosto che divina stanno cominciando a sgretolarsi.

Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano quelli che la edificano. (Salmi 127: 1)

Una strana parola che mi è venuta in mente diversi anni fa è stata che "L'era dei ministeri sta finendo. "  Mentre riflettevo, capii che ciò che stava finendo non era il ministero in sé, ma questa epoca di divisioni nel Corpo di Cristo - di competitività, di lavorare come piccole corporazioni piuttosto che come Corporazione Mistica. In quanto tale, il Signore sta lasciando tutto che è costruito sulla sabbia sbriciolare. E se questo significa che anche noi stessi gli edifici della chiesa saranno distrutti, allora sarà così. 

Significa anche che molto di ciò su cui tu e io contiamo dal mondo sta anche svanendo, e veloce. Ci stanno contattando ora da tutto il mondo persone che stanno perdendo il lavoro perché si rifiutano di entrare a far parte di "il più grande esperimento della storia umana.” Molti di noi ora vedono bene che gli ultimi giorni della nostra libertà possono essere contati. Anche molti vescovi, cardinali e il Papa si sono uniti a questo apartheid medico.[4] Stiamo adempiendo la profezia di St. John Newman in tempo reale:

Satana può adottare le armi più allarmanti dell'inganno - può nascondersi - può tentare di sedurci in piccole cose, e così di spostare la Chiesa, non tutto in una volta, ma a poco a poco dalla sua vera posizione. Credo che abbia fatto molto in questo modo nel corso degli ultimi secoli ... La sua politica è quella di dividerci e dividerci, di allontanarci gradualmente dalla nostra roccia di forza. E se ci sarà una persecuzione, forse sarà allora; poi, forse, quando siamo tutti noi in tutte le parti della cristianità così divisi, e così ridotti, così pieni di scisma, così vicini all'eresia. Quando ci saremo gettati nel mondo e dipendiamo da esso per la protezione, e avremo rinunciato alla nostra indipendenza e alla nostra forza, allora [l'Anticristo] scoppierà su di noi con furore per quanto Dio glielo permetterà. Poi improvvisamente l'Impero Romano potrebbe crollare, e l'Anticristo apparire come un persecutore, e le nazioni barbare intorno irrompono. —St. John Henry Newman, Sermone IV: La persecuzione dell'Anticristo

E così, vediamo questo - e siamo stanchi. Siamo usurati. Potremmo avere voglia di arrenderci di fronte a una "bestia" così travolgente.

Chi può paragonarsi alla bestia o chi può combatterla? (Ap 13: 4)

Possiamo, infatti, sentire che la Chiesa non è più dalla nostra parte, una Chiesa sfigurata dallo scandalo. Potremmo sentire come se il potere dello Spirito Santo fosse stato prosciugato dalle nostre stesse vene e che ci fossimo aggrappati a un fantasma nella "fede"...

E oggi, la voce di Gesù fa breccia nella nostra delusione e sconfitta:

Immergiti in acque profonde e cala le reti per la cattura. (Il vangelo di oggi)

Nel momento in cui le nostre reti non solo sono vuote, ma sentiamo il vuoto delle nostre reti, Gesù è pronto a riempirle. 

Sono venuti e hanno riempito entrambe le barche in modo che le barche rischiassero di affondare. Quando Simon Pietro vide questo, cadde alle ginocchia di Gesù e disse: "Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore".

Oggi Gesù parla sui mari del nostro tempo e dice alla sua Sposa: “Getta la tua fede nel profondo e io ti riempirò di nuovo di Spirito Santo”.  Questo è il motivo per cui la Madonna ci chiama costantemente alla conversione e alla preghiera, perché creiamo ancora una volta il Cenacolo nei nostri cuori. Lo Spirito Santo, la fiamma viva dell'amore di Dio, è ardente per riempire di nuovo la tua anima di luce e potere. 

Se sei stanco ed esausto, deluso e scoraggiato, allora questo è il momento in cui Gesù sa che sei pronto per riempire le tue reti. Tutto quello che devi fare è Chiedere. 

E io ti dico, chiedi e riceverai; cerca e troverai; bussate e vi sarà aperto... Se dunque tu, che sei malvagio, sai fare buoni doni ai tuoi figli, quanto più il Padre che è nei cieli darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono? (Luca 11: 9-13)

Chiedi e riceverai; prega che i tuoi giorni siano pochi, che siano abbreviati. Il regno è già pronto per te; guarda! (2 Esdra 2:13)


Mark Mallet

SUL NUMERO DI PECCATI OLTRE IL QUALE DIO NON PERDONA PIÙ

 


"Non tentare il Signore tuo Dio" - Matteo, 4:7

Un sermone di Sant'Alfonso Liguori (1696-1787), vescovo e dottore della Chiesa. San Francesco Girolamo, quando visitò i genitori di Sant'Alfonso poco dopo la sua nascita, fece questa profezia: "Questo bambino sarà benedetto dalla lunghezza dei suoi giorni; non vedrà la morte prima del suo novantesimo anno; sarà un vescovo e farà grandi cose per Gesù Cristo". Questa profezia si è certamente avverata. Uno dei santi più compiuti è Alfonso Liguori. Era un avvocato, sia nel diritto civile che in quello ecclesiastico, prima di dedicare tutta la sua vita a servire Dio. Fu fondatore di un ordine religioso, autore di più di cento libri, creatore della moderna teologia morale, rinomato predicatore e confessore, vescovo, compositore musicale e pittore. Per tutti i suoi 91 anni sulla terra, fu anche un uomo di preghiera e di profonda santità personale. Egli dà un esempio di vera vita cristiana che tutti noi faremmo bene a seguire. Ora il suo sermone: 

Nel Vangelo di oggi leggiamo che, dopo essere andato nel deserto, Gesù Cristo permise al diavolo di metterlo sul pinnacolo del tempio e di dirgli: "Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù", perché gli angeli ti preservano da ogni male. Ma il Signore rispose che nelle Sacre Scritture è scritto: Non tenterai il Signore tuo Dio. Il peccatore che si abbandona al peccato senza sforzarsi di resistere alle tentazioni, o senza almeno chiedere l'aiuto di Dio per vincerle, e spera che il Signore lo trarrà un giorno dal precipizio, tenta Dio a fare miracoli, o piuttosto a mostrargli una misericordia straordinaria non estesa alla generalità dei cristiani.

Dio, come dice l'Apostolo, "vuole che tutti gli uomini siano salvati" - I Tim. 2:4; ma vuole anche che tutti lavoriamo per la nostra salvezza, almeno adottando i mezzi per vincere i nostri nemici e per obbedirgli quando ci chiama al pentimento. I peccatori sentono le chiamate di Dio, ma le dimenticano e continuano ad offenderlo.  Ma Dio non li dimentica. Egli conta le grazie che dispensa e i peccati che commettiamo. Quindi, quando arriva il tempo che ha fissato, Dio ci priva delle sue grazie e comincia a infliggere il castigo. Intendo mostrare in questo discorso che quando i peccati raggiungono un certo numero, Dio non perdona più. Fate attenzione.

1. San Basilio, San Girolamo, San Giovanni Crisostomo, Sant'Agostino e altri padri, insegnano che, come Dio secondo le parole della Scrittura, "Tu hai ordinato tutte le cose in misura, numero e peso" - Wis. 11:21 ha fissato per ogni persona il numero dei giorni della sua vita e i gradi di salute e di talento che gli darà, così ha anche determinato per ognuno il numero dei peccati che perdonerà; e quando questo numero sarà completato, non perdonerà più.

2. "Il Signore mi ha mandato per guarire i contriti di cuore" - Isaia 61:1 Dio è pronto a guarire coloro che desiderano sinceramente emendare la loro vita, ma non può avere pietà del peccatore ostinato. Il Signore perdona i peccati, ma non può perdonare coloro che sono determinati ad offenderLo. Né si può esigere da Dio una ragione per cui Egli perdona a uno cento peccati, e toglie altri dalla vita e li manda all'inferno, dopo tre o quattro peccati. Per mezzo del suo profeta Amos, Dio ha detto: "Per tre crimini di Damasco, e per quattro, non la convertirò" - 1:3. In questo dobbiamo adorare i giudizi di Dio, e dire con l'Apostolo: "O la profondità delle ricchezze, della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono incomprensibili i suoi giudizi" - Rom. 11,33. Chi riceve il perdono, dice sant'Agostino, è perdonato per pura misericordia di Dio; e chi è castigato, è giustamente punito. Quanti ne ha mandati Dio all'inferno per il primo reato? San Gregorio racconta che un bambino di cinque anni, arrivato all'uso della ragione, per aver pronunciato una bestemmia, fu preso dal diavolo e portato all'inferno. La Madre divina rivelò a quella grande serva di Dio, Benedetta di Firenze, che un ragazzo di dodici anni era dannato dopo il primo peccato. Un altro ragazzo di otto anni morì dopo il primo peccato e si perse. Voi dite: Io sono giovane; ci sono molti che hanno commesso più peccati di me. Ma Dio è forse obbligato per questo ad aspettare il tuo pentimento se lo offendi? Nel Vangelo di San Matteo (21,19), leggiamo che il Salvatore maledisse un fico la prima volta che lo vide senza frutti. "Che d'ora in poi non cresca più alcun frutto su di te per sempre". E subito il fico si seccò". Dovete dunque tremare al pensiero di commettere un solo peccato mortale, soprattutto se siete già stati colpevoli di peccati mortali.

3. "Non abbiate paura del peccato perdonato, e non aggiungete peccato a peccato" - Eccl. 5:5.  Non dire dunque, o peccatore: "Come Dio mi ha perdonato altri peccati, così mi perdonerà questo se lo commetto". Non dire questo; perché, se al peccato che ti è stato perdonato ne aggiungi un altro, hai ragione di temere che questo nuovo peccato si unisca alla tua precedente colpa, e che così il numero si completi, e che tu venga abbandonato. Guarda come la Scrittura spiega più chiaramente questa verità in un altro luogo. "Il Signore aspetta pazientemente che, quando verrà il giorno del giudizio, li punisca nella pienezza dei peccati" - II. Mac. 6:14. Dio aspetta con pazienza fino a che un certo numero di peccati sia commesso, ma, quando la misura della colpa è piena, Egli non aspetta più, ma castiga il peccatore. "Tu hai sigillato le mie offese come in un sacco" - Giobbe 14:17. I peccatori moltiplicano i loro peccati senza tenerne conto; ma Dio li numera, in modo che, quando il raccolto è maturo, cioè quando il numero dei peccati è completo, Egli possa vendicarsi su di loro. "Mettete mano alle falci, perché la messe è matura" Gioele 3:13. 

4. Di questo ci sono molti esempi nelle Scritture. Parlando degli Ebrei, il Signore in un luogo dice: "Tutti gli uomini che mi hanno tentato ora dieci volte. . . .non vedranno la terra" - Num. 14:22, 23. In un altro luogo, Egli dice che ha trattenuto la Sua vendetta contro gli Amorrhiti, perché il numero dei loro peccati non era completo. "Perché ancora le iniquità degli Amorrhiti non sono complete" - Gen. 15:16. Abbiamo di nuovo l'esempio di Saul che, dopo aver disobbedito a Dio una seconda volta, fu abbandonato. Egli pregò Samuele di intercedere presso il Signore in suo favore. "Sopporta, ti prego, il mio peccato e ritorna con me, affinché io possa adorare il Signore" - I Re 15:25. Ma, sapendo che Dio aveva abbandonato Saul, Samuele rispose: "Non tornerò con te, perché tu hai respinto la parola del Signore e il Signore ti ha respinto", ecc. - 5:26.  Saul, tu hai abbandonato Dio ed Egli ti ha abbandonato. Abbiamo un altro esempio in Baldassarre, che, dopo aver profanato i vasi del Tempio, vide una mano che scriveva sul muro: Mane, Thecel, Phares. Spiegando la parola Thecel, disse al re: "Tu sei stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato carente" - Dan. 5:27.  Con questa spiegazione, egli fece capire al re che il peso dei suoi peccati nella bilancia della giustizia divina aveva fatto scendere la bilancia". La stessa notte Balthassar, il re dei Caldei, fu ucciso" - Dan. 5:30. Oh! Quanti peccatori hanno incontrato un destino simile! Continuando ad offendere Dio fino a che i loro peccati hanno raggiunto un certo numero, sono stati colpiti a morte e mandati all'inferno! "Passano i loro giorni nella ricchezza, e in un attimo scendono all'inferno" - Giobbe 21:13. 

Tremate, fratelli, perché se commettete un altro peccato mortale, Dio vi getterà all'Inferno.

5. Se Dio castigasse i peccatori nel momento in cui lo insultano, non dovremmo vederlo così disprezzato. Ma, poiché Egli non punisce istantaneamente le loro trasgressioni, e poiché per misericordia Egli trattiene la Sua ira e aspetta il loro ritorno, essi sono incoraggiati a continuare ad offenderLo. "Infatti, poiché la sentenza non viene pronunciata rapidamente contro il male, i figli degli uomini commettono il male senza alcun timore" - Eccles. 8:11. Ma è necessario essere persuasi che, sebbene Dio ci sopporti, non aspetta e non sopporta per sempre.  Aspettando, come nelle precedenti occasioni, di sfuggire alle insidie dei Filistei, Sansone continuò a lasciarsi illudere da Dalila. "Uscirò come prima e mi scuoterò" - Giudici 16:20. Ma "il Signore si allontanò da lui". Sansone fu infine preso dai suoi nemici e perse la vita. Il Signore ti avverte di non dire: Ho commesso tanti peccati, e Dio non mi ha castigato. "Non dire: Ho peccato, e che male mi è capitato; perché l'Altissimo è un premiatore paziente" - Eccl. 5:4. Dio ha pazienza per un certo termine, dopo il quale punisce i primi e gli ultimi peccati. E quanto maggiore è stata la Sua pazienza, tanto più grave è la Sua vendetta.

6. Quindi, secondo San Crisostomo, Dio è più da temere quando sopporta i peccatori, che quando punisce immediatamente il loro peccato. E perché? Perché, dice San Gregorio, coloro ai quali Dio ha mostrato più misericordia, se non cessano di offenderlo, saranno castigati con il massimo rigore. Il santo aggiunge che Dio spesso punisce tali peccatori con una morte improvvisa, e non lascia loro il tempo di pentirsi. E quanto maggiore è la luce che Dio dà a certi peccatori per la loro correzione, tanto maggiore è la loro cecità e ostinazione nel peccato. "Perché era meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, tornare indietro" - II Pietro 2:21. Miserabili i peccatori che, dopo essere stati illuminati, ritornano al vomito. San Paolo dice che è moralmente impossibile che si convertano di nuovo. "Infatti è impossibile che coloro che sono stati illuminati una volta - hanno anche gustato i doni celesti. . e sono decaduti, sia rinnovato di nuovo alla penitenza" - Eb. 6:4, 6.

7. Ascolta dunque, o peccatore, l'ammonizione del Signore: "Figlio mio, hai peccato? Non farlo più, ma per i tuoi precedenti peccati prega che ti siano perdonati" - Eccl. 21:1. Figlio, non aggiungere peccati a quelli che hai già commesso, ma fai attenzione a pregare per il perdono delle tue trasgressioni passate; altrimenti, se commetti un altro peccato mortale, le porte della misericordia divina possono essere chiuse contro di te e la tua anima può essere persa per sempre. Quando poi, amati fratelli, il diavolo vi tenta di nuovo a cedere al peccato, dite a voi stessi: Se Dio non mi perdona più, cosa sarà di me per tutta l'eternità? Se il diavolo, in risposta, dovesse dire: Non temere, Dio è misericordioso, rispondetegli dicendo: Quale certezza o quale probabilità ho che, se torno di nuovo a peccare, Dio mi mostrerà misericordia o mi concederà il perdono?  Ecco la minaccia del Signore contro tutti coloro che disprezzano le sue chiamate: "Poiché io ho chiamato e voi avete rifiutato,... io riderò anche della vostra distruzione e mi schernirò quando verrà a voi ciò che avete temuto" - Prov. 1:24, 26. Notate le parole "anch'io"; esse significano che, come avete deriso il Signore tradendolo di nuovo dopo la vostra confessione e le vostre promesse di emendamento, così Egli vi deriderà nell'ora della morte. Io riderò e mi schernirò. Ma, "Dio non si fa beffe" - Gal. 6:7.  "Come un cane", dice il Saggio, "che ritorna al suo vomito, così è lo stolto che ripete la sua follia" - Prov. 26:11. Il beato Denis il certosino dà un'eccellente esposizione di questo testo. Egli dice che, come un cane che mangia ciò che ha appena vomitato, è oggetto di disgusto e abominio, così il peccatore che ritorna ai peccati che ha detestato e confessato, diventa odioso agli occhi di Dio.

8. O follia dei peccatori! Se compri una casa, non risparmi di procurarti tutte le garanzie necessarie per proteggerti dalla perdita del tuo denaro; se prendi una medicina, stai attento ad assicurarti che non ti possa nuocere; se passi sopra un fiume, eviti cautamente ogni pericolo di caderci dentro; e per un godimento transitorio, per la gratificazione della vendetta, per un piacere bestiale, che dura solo un momento, rischi la tua salvezza eterna, dicendo: Andrò a confessarmi dopo aver commesso questo peccato. E quando, vi chiedo, andrete a confessarvi? Voi dite: Domani. Ma chi vi promette il domani? Chi vi assicura che avrete tempo per confessarvi, e che Dio non vi priverà della vita come ha privato tanti altri, nell'atto del peccato? "Diem tenes" dice sant'Agostino, "qui horam non tenes". Non puoi essere certo di vivere un'altra ora, e dici: Domani andrò a confessarmi. Ascolta le parole di San Gregorio:  "Colui che ha promesso il perdono ai penitenti, non ha promesso il domani ai peccatori" - Hom. 12 in Evan. Dio ha promesso il perdono a tutti coloro che si pentono; ma non ha promesso di aspettare fino a domani per coloro che Lo insultano. Forse Dio vi darà il tempo per il pentimento, forse no. Ma se non te lo concede, che ne sarà della tua anima? Nel frattempo, per un misero piacere, tu perdi la grazia di Dio e ti esponi al pericolo di essere perduto per sempre.

9. Per questi godimenti transitori, rischiereste il vostro denaro, il vostro onore, i vostri beni, la vostra libertà e la vostra vita? No, non lo faresti. Come accade allora che, per una misera gratificazione, tu perda la tua anima, il Paradiso e Dio? 

Dimmi: credi che il Paradiso, l'Inferno, l'eternità, siano verità di fede? Credete che, se morite nel peccato, siete perduti per sempre? Oh, che temerarietà, che follia, condannarsi volontariamente ad un'eternità di tormenti con la speranza di invertire in seguito la sentenza della vostra condanna! "Nemo", dice S. Agostino, "sub spe salutis vult aegrotare". Nessuno può essere trovato così sciocco da prendere del veleno con la speranza di prevenire i suoi effetti mortali adottando i rimedi ordinari. E tu ti condannerai all'inferno, dicendo che ti aspetti di essere poi preservato da esso. O follia che, in conformità alle minacce divine, ha portato e porta ogni giorno tanti all'inferno. "Tu hai confidato nella tua malvagità, e il male ti verrà addosso, e tu non conoscerai il suo sorgere" - Isa. 47:10, 11. Tu hai peccato, confidando avventatamente nella misericordia divina: il castigo della tua colpa cadrà improvvisamente su di te, e tu non saprai da dove viene. Che cosa dici? Che risoluzione prendi? Se, dopo questo sermone, non decidi fermamente di darti a Dio, io piango su di te e ti considero perduto.


ECCO, VENGO A PRENDERE I MIEI FIGLI, MA LASCERÒ COLORO CHE MI HANNO RINNEGATO.

 


Carbonia 01.09.2021  –  ore 12.32

Amati figli, il mio Calice è versato, il tempo è finito, ora tutto si manifesterà nell’Inferno.

Avete brindato con la Bestia, siete divenuti suoi, avete preferito lui a Me, ma ora, che farete figli miei? …Chiederete il suo aiuto o Mi urlerete perdono e Mi chiamerete Padre?

È giunta l’ora della mia Giustizia, sono veramente addolorato per la vostra condotta, non mancherò il bersaglio, colpirò a morte i malfattori e li catapulterò all’Inferno.

Sono stanco di questa Umanità incredula e perversa che non ha capito nulla della sua vita. Dio nel suo grande amore ha creato l’uomo a sua Immagine e Somiglianza, aveva progettato per lui il Paradiso perenne, …ma è stato tradito! Quando Lucifero soffiò il suo maledetto male sull’essere umano e riuscì a carpirlo, lo mise alla sua sequela, …e l’uomo perse la stima del suo Dio Creatore. Nonostante le infinite torture infertegli da Satana, ancora oggi l’uomo continua a prostrarsi a lui, si è ormai perduto nella Menzogna.

Figli miei, amati figli dell’Amore, oh voi, mio piccolo resto fedele, in verità vi dico: Tutto si è compiuto, il mio Amore infinito vi salverà.
Ecco, vengo a prendere i miei figli, ma lascerò coloro che Mi hanno rinnegato per preferire Satana.

L’ultima ora giunge funesta per chi non si è confermato in Me, per chi, nonostante i miei infiniti appelli di richiamo alla conversione, ha continuato ad andare a braccetto con Satana. Questa vita è qui finita, per chi non si è ravveduto, per chi non è tornato a Me.

Si scatenerà l’Inferno su questa Terra, i mari si solleveranno, si abbatteranno sulle coste e distruggeranno città intere!

Crolleranno le montagne, …la Terra si aprirà e inghiottirà tutto ciò che è al di sopra di lei, …i fiumi esonderanno, e il ruggito infernale dei vulcani avvertirà del vomito di lava e fuoco che getterà sulla Terra.  

Tutto è compiuto! Io, il Dio dell’Eterno Bene, provvederò solo ai miei figli! Preparatevi figli miei, il vostro nome è già scritto nei Cieli, il vostro Salvatore vi garantisce la salvezza eterna.

Io sono la Luce del mondo, sono l’Amore infinito!

Ravvedetevi o uomini, convertitevi prima che il tuono dal cielo vi sorprenda.

Amen!

Stato doloroso in cui giace la Chiesa. Luisa aiuta Gesù a metterla al sicuro e a guarirla. La Chiesa deve essere purificata

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA


Stato doloroso in cui giace la Chiesa. Luisa aiuta Gesù a metterla al sicuro  e a guarirla. La Chiesa deve essere purificata: 

Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa e con mia sorpresa  ho trovato in mezzo ad una via una donna gettata per terra, tutta piena di ferite e le  membra tutte slogate; non c’era osso al suo posto. La donna, sebbene così malconcia  che sembrava il vero ritratto del dolore, era bella, nobile, maestosa, ma nel medesimo  tempo faceva pietà, nel vederla abbandonata da tutti, esposta a chiunque volesse farle  del male. Onde, mossa io a compassione, guardavo dintorno, se ci fosse qualcuno che  mi aiutasse ad alzarla da terra per portarla in luogo sicuro, e, o meraviglia, al mio  fianco ci stava un giovane che mi pareva che fosse Gesù. Così insieme l’abbiamo alzata  da terra, ma ad ogni moto soffriva pene strazianti, dato lo slogamento delle ossa. Così  pian piano l’abbiamo trasportata dentro un palazzo, sopra un lettino, ed insieme con  Gesù, che pareva che amava tanto questa donna che voleva darle la propria vita per  salvarla e darle la sanità, prendevamo in mano le membra slogate per metterle a posto.  Al tocco di Gesù le ossa prendevano il loro posto e quella donna si trasformava in una  bella e graziosa bambina.  

Io sono rimasta stupita di ciò, e Gesù mi ha detto: “Figlia mia, questa donna è  l’immagine della mia Chiesa. Lei è sempre nobile, piena di maestà e santa, perché la  sua origine è dal Figlio del Padre Celeste; ma in che stato doloroso l’hanno ridotto le  membra a Lei incorporate. Non contenti di vivere santi al par di Lei, l’hanno  trasportata in mezzo alla strada, esponendola al freddo, alle beffe, alle battiture, e i  suoi stessi figli, come membra slogate, vivendo in mezzo alla strada, si son dati ad  ogni specie di vizi. L’amore all’interesse predominante in loro li acceca e commettono  le più brutte nefandezze; e vivono vicino a Lei per ferirla e dirle continuamente: «Sia  crocifissa, sia crocifissa!» In che stato doloroso si trova la mia Chiesa! Quei ministri  che dovrebbero difenderla sono i suoi più crudeli carnefici. Ma per rinascere è  necessaria la distruzione di queste membra ed incorporarle membra innocenti,  disinteressate, con cui, vivendo al par di Lei, ritorni bella e graziosa bambina, quale Io la costituii, senza malizia, più che semplice bambina, per crescere forte e santa.  Ecco la necessità che i nemici muovano battaglia per purgare le membra infette. Tu  prega e soffri, affinché il tutto ridondi alla gloria mia”.  (Vol. 17°, 06.09.1924)

Ognuno è obbligato a trovare la sua parte debole, la sua argilla e chiedere al Signore che la trasformi in ferro, se si vuole resistere sino alla fine.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

Anche Salomone nonostante la sua sapienza, aveva i piedi di argilla e ferro. Il suo cuore debole verso le donne fecero di lui un idolatra. 

Il re Salomone amò molte donne straniere, oltre la figlia del faraone: moabite, ammonite, edomite, sidònie e ittite, provenienti dai popoli di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: «Non andate da loro ed essi non vengano da voi, perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dèi». Salomone si legò a loro per amore. Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine; le sue donne gli fecero deviare il cuore. Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre. Salomone seguì Astarte, dea di quelli di Sidone, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise il male agli occhi del Signore e non seguì pienamente il Signore come Davide, suo padre. 

Salomone costruì un’altura per Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche per Moloc, obbrobrio degli Ammoniti. Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dèi. 

Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva deviato il suo cuore dal Signore, Dio d’Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dèi, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore. Allora disse a Salomone: «Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né le leggi che ti avevo dato, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo servo. Tuttavia non lo farò durante la tua vita, per amore di Davide, tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio. Ma non gli strapperò tutto il regno; una tribù la darò a tuo figlio, per amore di Davide, mio servo, e per amore di Gerusalemme, che ho scelto». 

Il Signore suscitò contro Salomone un avversario, l’edomita Adad, che era della stirpe regale di Edom. Dopo la disfatta inflitta da Davide a Edom, quando Ioab, capo dell’esercito, era andato a seppellire i cadaveri e aveva ucciso tutti i maschi di Edom – Ioab, con tutto Israele, vi si era fermato sei mesi finché ebbe sterminato ogni maschio di Edom – Adad, con alcuni Edomiti a servizio del padre, fuggì per andare in Egitto. Allora Adad era un ragazzo. Essi partirono da Madian e andarono a Paran; presero con sé uomini di Paran e andarono in Egitto dal faraone, re d’Egitto, che diede ad Adad una casa, gli fissò alimenti e gli diede una terra. Adad trovò grande favore agli occhi del faraone, tanto che gli diede in moglie la sorella della propria moglie, la sorella di Tacpenès, la regina madre. La sorella di Tacpenès gli partorì il figlio Ghenubàt, che Tacpenès svezzò nel palazzo del faraone. Ghenubàt visse nella casa del faraone, tra i figli del faraone. Quando Adad seppe in Egitto che Davide si era addormentato con i suoi padri e che era morto Ioab, capo dell’esercito, disse al faraone: «Lasciami partire; voglio andare nella mia terra». Il faraone gli rispose: «Ti manca forse qualcosa nella mia casa perché tu cerchi di andare nella tua terra?». Quegli soggiunse: «No, ma, ti prego, lasciami partire!». 

Dio suscitò contro Salomone un altro avversario, Rezon figlio di Eliadà, che era fuggito da Adadèzer, re di Soba, suo signore. Egli radunò uomini presso di sé e divenne capo di una banda, quando Davide aveva massacrato gli Aramei. Andarono quindi a Damasco, si stabilirono là e cominciarono a regnare in Damasco. Fu avversario d’Israele per tutta la vita di Salomone, e questo oltre al male fatto da Adad; detestò Israele e regnò su Aram. 

Anche Geroboamo, figlio dell’efraimita Nebat, di Seredà – sua madre, una vedova, si chiamava Seruà –, mentre era al servizio di Salomone, alzò la mano contro il re. Questa è la ragione per cui alzò la mano contro il re: Salomone costruiva il Millo e chiudeva la breccia apertasi nella Città di Davide, suo padre. Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto quanto il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutto il lavoro coatto della casa di Giuseppe. In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme, incontrò per strada il profeta Achia di Silo, che era coperto con un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò in dodici pezzi. Quindi disse a Geroboamo: «Prenditi dieci pezzi, poiché dice il Signore, Dio d’Israele: “Ecco, strapperò il regno dalla mano di Salomone e ne darò a te dieci tribù. A lui rimarrà una tribù a causa di Davide, mio servo, e a causa di Gerusalemme, la città che ho scelto fra tutte le tribù d’Israele. Ciò avverrà perché mi hanno abbandonato e si sono prostrati davanti ad Astarte, dea di quelli di Sidone, a Camos, dio dei Moabiti, e a Milcom, dio degli Ammoniti, e non hanno camminato sulle mie vie, compiendo ciò che è retto ai miei occhi, osservando le mie leggi e le mie norme come Davide, suo padre. Non gli toglierò tutto il regno dalla mano, perché l’ho stabilito principe per tutti i giorni della sua vita a causa di Davide, mio servo, che ho scelto, il quale ha osservato i miei comandi e le mie leggi. Toglierò il regno dalla mano di suo figlio e ne consegnerò a te dieci tribù. A suo figlio darò una tribù, affinché ci sia una lampada per Davide, mio servo, per tutti i giorni dinanzi a me a Gerusalemme, la città che mi sono scelta per porvi il mio nome. Io prenderò te e tu regnerai su quanto vorrai; sarai re d’Israele. Se ascolterai quanto ti comanderò, se seguirai le mie vie e farai ciò che è retto ai miei occhi, osservando le mie leggi e i miei comandi, come ha fatto Davide, mio servo, io sarò con te e ti edificherò una casa stabile come l’ho edificata per Davide. Ti consegnerò Israele; umilierò la discendenza di Davide per questo motivo, ma non per sempre”». 

Salomone cercò di far morire Geroboamo, il quale però trovò rifugio in Egitto da Sisak, re d’Egitto. Geroboamo rimase in Egitto fino alla morte di Salomone. 

Le altre gesta di Salomone, tutte le sue azioni e la sua sapienza, non sono forse descritte nel libro delle gesta di Salomone? Il tempo in cui Salomone aveva regnato a Gerusalemme su tutto Israele fu di quarant’anni. Salomone si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella Città di Davide, suo padre; al suo posto divenne re suo figlio Roboamo (1Re 11,1-43). . 

Ognuno è obbligato a trovare la sua parte debole, la sua argilla e chiedere al Signore che la trasformi in ferro, se si vuole resistere sino alla fine. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

Preghiera di Liberazione

 


O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per l'intercessione e con l'aiuto degli arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele, affinchè i nostri fratelli e sorelle siano liberati dal maligno che li ha resi schiavi. O Santi tutti venite in nostro aiuto: Dall'angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Dall'odio, dalla fornicazione, dall'invidia. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Da ogni pensiero di suicidio e aborto. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Da ogni forma di sessualità cattiva. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! Da ogni forma di malefizio, di fattura, di stregoneria e da qualsiasi male occulto. Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore! O Signore che hai detto:"Vi lascio la pace, vi do la mia pace", per l'intercessione della Vergine Maria, concedici di essere liberati da ogni maledizione e di godere sempre della tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Dal Libro di Don Gabriele Amort 

"O Roma, Lui verrà quattro volte a te"

 


Domenica 29 Ottobre 2006 – Messaggio della Madonna


Giuseppe Auricchia: "Sono le ore 04 del 29/10/2006. Vedo la Mamma e mi dice:"

“Scrivi, non temere, questa è una profezia.
Vaticano Luciani fu transitorio, profezia di Fatima.
Il Vaticano Giovanni Paolo II fu la profezia dei tre papi, in cui la Chiesa fu pellegrina nel mondo portando l'evangelizzazione al mondo.
L'attuale Vaticano sarà transitorio.
Dimmi umanità sei eredità di Caino e di Giuda? Quando Lui verrà vi sarà ancora fede sulla terra?
Il tempo che verrà sarà sempre più duro per lo Spirito dell’uomo lontano da Dio, ma a coloro che si affidano a Lui la pace non mancherà.
In verità ti dico: in questo tempo straordinario di grazia per voi e per la Chiesa, si manifesta una frattura nella fede e la diffusione di tante false rivelazioni del tuo Paese. In Italia si stanno formando dei lupi feroci che cercheranno di trascinarvi nell’inganno. Salvate la vostra fede, perché non preparate prima le vostre anime affinché quando verrà non vi trovi sprovvisti. 
O Roma, Roma, sei l’ultima fiamma che si spanderà come l'oriente. O Roma, Lui verrà quattro volte a te.
1. LA PRIMA: percuoterà le tue terre e gli abitanti di essa.
2. LA SECONDA: porterà la strage, lo sterminio fino alle tue mura, perché non aprite gli occhi?
3. LA TERZA: abbatterà la difesa e i difensori al comando della fede. Subentrerà il regno del terrore e della desolazione, ma i tuoi servi fuggiranno e la Sua legge sarà calpestata.
4. LA QUARTA: guai a te se la Sua legge sarà ancora un nome invano perché estenderanno prevaricazioni dotti e ignoranti. Il tuo sangue e il sangue dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai della legge del tuo Dio.
Guai, guai, guai a te. Gli abitanti della terra bagnati dal sangue della città eterna. Il sangue scorrerà sulle strade, ma una grande battaglia, splendida, vittoriosa, sarà costituita dagli empi presso le mura di Roma. Questa città chiamata eterna verrà ulteriormente distrutta.
Roma, tu sarai punita castigata dei tuoi molti errori, dei tuoi peccati per lo scandalo che hai ridotto al colmo. Roma tu pagherai i tuoi peccati.
L'Italia, sede del Vicario di Cristo, sarà umiliata perché il materialismo voluto da te sarà sempre più aggressivo.
Roma, sarai in preda del peccato e perderai la tua fede e diventerai la sede dell’anticristo.
Dio vuole l'unità di tutti gli uomini senza differenza di razza e colore. Unite tutte le chiese senza nessun odio.
Ora figlio Mio, sei stanco, riposa ti parlerò ancora di questa profezia. Benedicendoti, Maria Immacolata".

CONSACRATEVI A ME IO VI AMO

 


"Io SONO LA VERA MADRE VOSTRA,

così vi posso amare non solo con l'Anima, ma anche con il Mio Corpo glorioso. Vi amo con questo Cuore di Mamma che mai ha cessato di battere di amore per voi. Figli Miei, vivete anche voi dove Io sono: vivete in Paradiso con Me. E’ vero, voi siete ancora su questa terra di dolore e spesso ne sentite tutto il peso e la sofferenza. Ma perché, pur vivendo sulla terra di esilio, anche voi non vivete dove ormai si trova vostra Madre? Vivete in Paradiso con Me non lasciatevi attrarre dal mondo, non lasciatevi imprigionare da questa terra. Oggi vi è una tendenza che è così falsa e pericolosa. Si guarda solo a questa terra. Si ha quasi paura che, se si guarda al Paradiso, ci si sottrae agli impegni del vivere quotidiano. Vivere in Paradiso con me, e allora vivrete bene anche su questa terra. Realizzate quaggiù il disegno del Padre Celeste e costruirete attorno a voi la vera felicità. Quanto più guardate al Padre e vivete con Me, tanto più opererete sulla terra per il vostro bene e per il bene di tutti. Il Paradiso, quello vero, non potrà mai trovarsi sulla terra. Quanto vi inganna e seduce il Mio avversario che si scatena per impedirvi di giungere quassù in Paradiso con Mio Figlio e con Me! Il Paradiso è solo nella luce della Trinità Santissima, con Mio Figlio Gesù e con Me. Vivete quaggiù nel Paradiso del Mio Cuore Immacolato; allora sarete sereni e intimamente beati".


ANNOTAZIONI SU GIOBBE

 


1. (1, 1-21) Egli realizzava grandi opere sulla terra: poiché sapeva  trarre profitto dalle opere stesse. Ogni giorno banchettavano, finché  non fossero stati presenti al completo. È questo un segno del loro  amore. Egli offriva sacrifici per loro in base al loro numero. Occorre  intendere che una cosa sono le confessioni fatte in privato  (paragonabili a sacrifici individuali), e un’altra cosa è il sacrificio per  il peccato di tutta la comunità e per tutti i peccati da lei commessi,  sacrificio che diventa segno [della presenza] del Signore. Perché  non abbia a succedere che i miei figli pecchino, bestemmiando Dio  in cuor loro. Giustamente si aggiunge: Perché non abbia a  succedere. Egli infatti immaginava che lo bestemmiassero in cuor  loro. Ed ecco vennero gli angeli di Dio che si fermarono dinanzi a  Dio. La propensione dell’anima verso la verità non si poteva  descrivere in altra maniera, senza cioè che presentasse alcun  richiamo cronologico o ambientale. E con loro venne anche il  diavolo. Ci si chiede se quel con loro sia stato aggiunto perché solo  attraverso di loro egli poté ascoltare. E il Signore disse al diavolo:  Da dove vieni? L’abbinamento tra ciò che aveva compiuto  anteriormente e ciò che gli si permette di fare in seguito costituisce  la risposta alla domanda; quanto poi alla domanda stessa, cioè al  richiamo alla potenza di Dio, che impedisce al diavolo di fare quel  che vorrebbe - si indagherà infatti sui propositi dell’empio 1 - mira a  farcelo conoscere meglio. Ma stendi la tua mano e tocca tutti i suoi  averi. Cioè, dammi il potere di fare questo. Se non ti benedirà  apertamente. È un’espressione che rimane sospesa e deve  completarsi così: Se toccati i suoi averi non ti benedice  apertamente, (sottintendi) come ti regolerai? E il diavolo si  allontanò dal Signore. Dall’interrogazione passò all’azione. E vennero i nemici e li catturarono. In conformità con la parola: Colui  che ora agisce negli increduli 2, fu lo stesso tentatore che spinse  all’azione anche questi nemici. Da notare come egli ha potere sugli  uomini e sugli elementi; tuttavia questo potere gli vien dato da Dio. 

Sono uscito nudo dal ventre di mia madre. Notare quanto conforto  contengano le sue parole, sebbene egli stesse praticando il lutto  conforme esigevano le costumanze. 

2. (2, 6. 8) Ecco te lo consegno; tu però risparmiagli l’anima. Non  doveva azzardarsi a togliergli la vita. E prese un coccio per  astergersi dal marciume. Sta a significare che a quanti confessano i  peccati questi sono cancellati in virtù della passione del Signore.

Sant'Agostino