Fin da piccola, Gesù inculcò a Luisa la devozione alla Sacra Famiglia di Nazaret: Gesù, la Mamma e San Giuseppe:
“Figlia mia, la tua vita deve essere in mezzo a Noi nella casa di Nazaret. Se lavori, se preghi, se prendi cibo, se cammini, devi avere una mano a Me, l’altra alla Mamma nostra e lo sguardo a S. Giuseppe, per vedere se i tuoi atti corrispondono ai nostri, in modo da poter dire: faccio prima il mio modello sopra ciò che fa Gesù, la Mamma Celeste e S. Giuseppe, e poi lo seguo. A seconda del modello che hai fatto, Io voglio essere ripetuto da te nella mia Vita nascosta; voglio trovare in te le opere della Mamma mia, quelle del mio caro S. Giuseppe e le mie stesse opere.” (“Quaderno di memorie dell’infanzia”, pag. 15-16)
Raccontando come lei ha visto la Nascita di Gesù, dice:
“E San Giuseppe? Mi pareva che non fosse presente nell’atto del parto, ma che se ne stava in un altro cantone della spelonca, tutto assorto in quel profondo Mistero, e se non vide con gli occhi del corpo, vide benissimo con gli occhi dell’anima, perché se ne stava rapito in estasi sublime”.
“Continuando a vedere il Santo Bambino, vedevo la Regina Madre da una parte e San Giuseppe dall’altra, che stavano adorando profondamente l’Infante divino. Stando tutta intenta in Lui, mi pareva che la continua presenza del Bambinello li teneva assorti in estasi continua, e se operavano era un prodigio che il Signore operava in loro, altrimenti sarebbero rimasti immobili, senza potere esternamente accudire ai loro doveri. Anch’io vi ho fatto la mia adorazione e mi sono trovata in me stessa.” (Vol. 4°, 25 e 26-12-1900)
La presenza di San Giuseppe nella vita di Luisa è a motivo di quanto ha messo in lei il Signore. Per questo Gesù e San Giuseppe incoraggiano il Confessore:
“Questa mattina vedevo il Confessore, tutto umiliato, e insieme il benedetto Gesù e San Giuseppe, il quale gli ha detto: “Mettiti all’opera, che il Signore è pronto a darti la grazia che vuoi”. “Trovandomi fuori di me stessa, vedevo il padre tutto in difficoltà, riguardo alla grazia che vuole, e un’altra volta Gesù benedetto con San Giuseppe, che gli dicevano: “Se ti metti all’opera, tutte le tue difficoltà scompariranno e cadranno come squame di pesce.” (Vol. 5°, 19 e 20-3-1903)
Gesù ricompenserà il Confessore di Luisa, considerando la sua assistenza a Luisa come l’ufficio di San Giuseppe e della sua Mamma, che Lo assistettero sulla terra. E di fronte al timore di Luisa, di rimanere priva dell’assistenza del Confessore, Gesù le dice:
“E tu, di che temi? Sono Io che ci penserò a tutto, e quando ti dirige l’uno do la grazia all’uno e quando è un altro do la grazia all’altro. E poi, non assisteranno te, ma Me stesso, e a seconda che apprezzeranno l’opera mia, i miei detti ed insegnamenti, così sarò largo con loro”.
Ed io: “Mio Gesù, il Confessore apprezzava molto ciò che Tu mi dicevi, tanto che ci teneva tanto e ha lavorato tanto per farmi scrivere. Tu che gli darai?”
E Gesù: “Figlia mia, gli darò il Cielo per compenso e lo terrò in conto dell’ufficio di S. Giuseppe e della mia Mamma, che avendo assistito la mia vita in terra, dovettero stentare per nutrirmi ed assistermi. Ora, stando la mia vita in te, la loro assistenza e sacrifici li ritengo come se di nuovo me li facessero la mia Mamma e S. Giuseppe; non ne sei contenta?” (Vol. 12°, 25-12-1918)
Ma San Giuseppe ha avuto il Volere Divino come vita, così come lo avevano Gesù (per natura) e Maria (per grazia), e come all’inizio lo aveva Adamo, prima del peccato?
Il Signore, senza nominarlo, risponde quando dice: “Gli stessi Santi si uniscono con Me e fanno festa, aspettando con ardore che una loro sorella sostituisca i loro stessi atti, santi nell’ordine umano, eppure non nell’ordine divino; mi pregano che subito faccia entrare la creatura in questo ambiente divino...” (Vol. 12°, 13-2-1919)
In un’altra occasione stava pensando Luisa: “Possibile che abbia fatto passare tanti secoli senza far conoscere questi prodigi del Divin Volere e che non abbia eletto tra tanti Santi uno dove dar principio a questa santità tutta divina? Eppure ci furono gli Apostoli e tanti altri grandi Santi, che hanno fatto stupire tutto il mondo”. (Vol. 13°, 3-12-1921)
“Amor mio e Vita mia, io non so persuadermi ancora: com’è possibile che NESSUN SANTO non abbia fatto sempre la tua SS. Volontà e che non abbia vissuto NEL MODO COME ORA DICI, NEL TUO VOLERE?”
E Gesù: “Ah, figlia mia, non vuoi persuaderti ancora, che tanto si prende di luce, di grazia, di varietà di valori, per quanto si conosce? Certo che ci sono stati dei santi che hanno fatto sempre il mio Volere, ma hanno preso della mia Volontà PER QUANTO NE CONOSCEVANO. Essi conoscevano che il fare la mia Volontà era l’atto più grande, quello che più Mi onorava e che portava alla santificazione, e con questa intenzione la facevano, e questo prendevano, perché NON C’È SANTITÀ SENZA LA MIA VOLONTÀ, e non può uscire nessun bene, santità piccola né grande, senza di Essa (...) La mia Volontà ha fatto come un gran Signore, il quale ha fatto vedere un suo palazzo estesissimo e sontuoso. Ai primi ha additato la via per andare al suo palazzo, ai secondi la porta, ai terzi la scala, ai quarti le prime stanze e agli ultimi ha aperto tutte le stanze, facendoli padroni e dando loro tutti i beni che ci sono in esso. Ora, i primi hanno preso i beni che ci sono nella via, i secondi i beni che ci sono alla porta (superiori a quelli che ci sono nella via), i terzi quelli della scala, i quarti quelli delle prime stanze, dove ci sono più beni e stanno più al sicuro, gli ultimi i beni di tutto l’intero palazzo. Così ha fatto la mia Volontà: doveva far conoscere la via, la porta, la scala, le prime stanze, per poter passare in tutta l’immensità del mio Volere e far loro vedere i grandi beni che ci sono, e come la creatura, operante in questi beni che il mio Volere contiene, fa acquisto della varietà dei suoi colori, della sua immensità, santità e potenza, e di tutto il mio operato. Io nel far conoscere do e imprimo nell’anima quella qualità divina che faccio conoscere...” (Vol. 14°, 6-11-1922)
“Figlia mia, nella mia Volontà Eterna troverai tutti gli atti miei, come pure quelli della mia Mamma, che coinvolgono tutti gli atti delle creature, dal primo all’ultimo che dovrà esistere, come dentro un manto, e questo manto [è] come formato in due [parti]; una si elevava al Cielo per ridare al Padre mio, con una Volontà Divina, tutto ciò che le creature gli dovevano: amore, gloria, riparazione e soddisfazione; l’altra rimaneva a difesa ed aiuto delle creature. Nessun altro è entrato nella mia Volontà Divina per fare tutto ciò che fece la mia Umanità. I miei santi hanno fatto la mia Volontà, ma non sono venuti dentro per fare tutto ciò che la mia Volontà fa e prendere come in un colpo d’occhio tutti gli atti, dal primo all’ultimo uomo, e rendersi attori, spettatori e divinizzatori. Col fare la mia Volontà non si giunge a fare tutto ciò che il mio Eterno Volere contiene, ma scende nella creatura limitato, [per] quanto la creatura ne può contenere. Solo chi entra dentro si allarga, si diffonde come luce solare negli eterni voli del mio Volere e, trovando i miei atti e quelli della mia Mamma, vi mette il suo.
Guarda nella mia Volontà: ci sono forse altri atti di creatura moltiplicati nei miei, che giungono fino all’ultimo atto che deve compiersi su questa terra? Guarda bene, non ne troverai nessuno. Ciò significa che nessuno è entrato. Solo era riservato di aprire le porte del mio Eterno Volere alla piccola figlia mia, per unificare i suoi atti ai miei e a quelli della mia Mamma e rendere tutti gli atti nostri triplici innanzi alla Maestà Suprema e a bene delle creature. Ora, avendo aperto le porte, possono entrare altri, purché si dispongano ad un tanto bene”. (Vol. 15°, 24-1-1923)
A Nazaret, Gesù e la Mamma prepararono quanto occorreva per la venuta del Regno della Divina Volontà sulla terra; loro erano il Re e la Regina senza popolo, San Giuseppe il primo ministro di un Regno che ancora non c’era sulla terra:
“...Onde pensavo tra me, mentre stavo accompagnando il mio dolce Gesù nella stanzetta di Nazareth, per seguire i suoi atti: Il mio amato Gesù con certezza ebbe il regno della sua Volontà nella sua vita nascosta, perché [se] la Sovrana Signora possedeva il suo “FIAT”, Lui era la stessa Volontà Divina. San Giuseppe in mezzo a questi mari di luce interminabile, come poteva non farsi dominare da questa Santissima Volontà?
Ma mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù, sospirando di dolore nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, certo che in questa casa di Nazareth regnava la mia Volontà Divina «come in Cielo così in terra». Io e la mia Mamma Celeste non conoscevamo altra volontà, San Giuseppe viveva ai riflessi della nostra, ma Io ero come un Re senza popolo, isolato, senza corteggio, senza esercito, e la mia Mamma come Regina senza prole, perché non era circondata da altri figli degni di Lei, a cui poter affidare la sua corona di Regina per avere la stirpe dei suoi nobili figli, tutti re e regine. Ed Io avevo il dolore di essere Re senza popolo, e se popolo si può chiamare quello che mi circondava, era un popolo malato, chi cieco, chi muto, chi sordo, chi zoppo, chi coperto di piaghe; era un popolo che mi faceva disonore, non onore, anzi neppure mi conosceva, né voleva conoscermi. Sicché ero Re per Me solo e la mia Mamma era Regina senza la lunga generazione della stirpe dei suoi figli regali. Invece, per poter dire che avevo il mio regno e governare, dovevo avere i ministri, e sebbene ebbi San Giuseppe come primo ministro, un solo ministro tuttavia non costituisce ministero; dovevo avere un grande esercito, tutto intento a combattere per difendere i diritti del regno della mia Volontà Divina, e un popolo fedele che avesse solo per legge la legge della mia Volontà. Ciò non era, figlia mia; perciò non posso dire che col venire sulla terra per allora ebbi il regno del mio «Fiat». Perciò il nostro regno fu per noi soli, perché non fu ripristinato l’ordine della Creazione, la regalità dell’uomo, ma col vivere Io e la Madre Celeste [in] tutto di Volontà Divina, fu gettato il seme, fu formato il lievito per fare spuntare e crescere il nostro regno sulla terra. Quindi furono fatti tutti i preparativi, impetrate tutte le grazie, sofferte tutte le pene, perché il regno del mio Volere venisse a regnare sulla terra. Onde Nazareth si può chiamare il punto di richiamo del Regno della nostra Volontà.” (Vol. 24°, 7-7-1928)
Infine, nella preghiera di Consacrazione alla Divina Volontà, Luisa dice:
“ San Giuseppe, tu sarai il mio protettore, il custode del mio cuore, e terrai le chiavi del mio volere nelle tue mani. Custodirai il mio cuore con gelosia e non me lo darai mai più, affinché io sia sicuro di non fare nessuna uscita dalla Volontà di Dio.”
(Si trova nel libro “Signore, insegnaci a pregare”)
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Padre Santo, che hai dato al tuo amato San Giuseppe il compito di essere sulla terra il tuo rappresentante e vicario presso il tuo Divin Figlio e la sua Madre, la Vergine Santissima, come Padre e custode amorevolissimo, concedi a coloro che hai chiamato ad essere Sacerdoti e Pastori del tuo popolo, rappresentanti di Gesù Cristo presso la tua Chiesa, quelle stesse virtù che splendettero in San Giuseppe: la sua fede, la speranza, l’amore e quella totale donazione alla tua adorabile e misteriosa Volontà, a partire dalla più profonda umiltà e la più perfetta obbedienza; che siano come lui la Tua presenza viva in mezzo ai tuoi figli, per poter dire con Gesù: “chi vede Me, vede il Padre”
Amen