8. 9. C'è da augurarsi che il fatto valga da esempio, incuta timore, sia di freno alla cattiva cupidigia avida delle cose mondane, insaziabile nei piaceri, nelle dannosissime voluttà, mentre il Signore mostra quanto siano instabili ed effimere tutte le vanità mondane e un inganno le nostre follie. Questo dovremmo meditare invece di mormorare contro il Signore per le punizioni meritatissime. Sull'aia c'è una sola trebbia per far cadere a terra la paglia e mondare il grano. La fornace dell'orafo ha un solo fuoco per mandare in cenere la limatura e purificare l'oro dalle scorie. Così anche Roma ha sopportato una sola tribolazione, nella quale l'uomo pio è stato liberato o purificato, e l'empio condannato, e intendo tanto nel caso che sia stato strappato dalla vita a scontare giustissima punizione, quanto se rimasto qui a bestemmiare, aggiungendo colpe a colpe.
O certamente Dio, nella sua ineffabile misericordia, li lascia in vita per riservare una possibilità di penitenza a quelli che sa di poter salvare. In quanto al penare dei buoni non turbatevi: è una prova. A meno che non succeda di scandalizzarci quando vediamo che un giusto deve sopportare cose indegne, gravi sofferenze su questa terra e dimentichiamo che cosa ha sopportato il Giusto dei giusti, il Santo dei santi. Tutto ciò che sopportò quella città intera, lo sopportò quell'Uno. Ma osservate chi era quell'Uno: Il Re dei re, il Signore dei signori 21, che fu arrestato, legato, flagellato, fatto oggetto di ogni scherno, sospeso alla croce, crocifisso, ucciso. Se tu metti Roma accanto alla croce di Cristo, se vi metti tutta la terra, se vi metti cielo e terra, vedrai che nessuna cosa creata può essere considerata alla pari del suo Creatore, nessun'opera si può paragonare al suo artefice. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto 22, e tuttavia fu perseguitato e tradito. Sopportiamo dunque quello che Dio ci vuol far sopportare. Egli, che ha mandato il suo Figlio per curarci e risanarci, sa, come un medico, anche quale dolore ci può essere utile. Per l'appunto è stato scritto: La pazienza completi l'opera sua 23. E quale sarà l'opera della pazienza se non sopportiamo nessuna avversità? Perché ci rifiutiamo di sopportare i mali temporali? Paventiamo forse di completare l'opera? Vi esorto invece a pregare apertamente, a chiedere gemendo al Signore che sia riservato a noi quello che l'Apostolo dice: Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscita e la forza per sopportarla 24.
Sant'Agostino
Nessun commento:
Posta un commento