domenica 11 agosto 2019

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

Il quarto Comandamento: “Onora il padre e la madre”. 


4.4 “L'uomo lascerà per la donna il padre e la madre  e si unirà alla moglie e saranno una carne sola”. 
 
Da questo tenerissimo incontro fra il gruppo Apostolico e una vecchina che era gelosa del figlio sposato e non accettava di dividerlo con la nuora, possiamo notare come si deve comportare una buona suocera (o suocero) nei confronti della moglie del figlio. 
 
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Gesù procede seguendo la strada fra i monti, talora solo, talaltra raggiunto da questo o da quello fra i suoi apostoli.  
Si ferma una volta ad accarezzare i bambini di un pastore che giuocano vicino al gregge, e accetta il latte che il pastore, che lo ha riconosciuto come il Rabbi descritto a lui da altri che lo hanno visto, gli vuole dare «per Te e per i tuoi».  
Un'altra volta ascolta una vecchietta che, non sapendo chi Egli è, gli racconta le sue pene famigliari per una nuora che è bisbetica e senza rispetto. Pur compatendo la vecchietta, Gesù la esorta ad essere paziente, a persuadere alla bontà con la bontà: «Devi essere madre anche se lei non ti è figlia. 
Sii veritiera: se invece che nuora ti fosse figlia, i suoi difetti ti parrebbero così gravi?».  
La vecchietta pensa... e poi confessa: «No... Ma una figlia è sempre una figlia...».  
«E se una tua figlia ti dicesse che nella casa dello sposo la madre di lui la maltratta, che diresti?».  
«Che è cattiva. Perché dovrebbe insegnare gli usi della casa -ogni casa ha i suoi- con bontà, specie se la sposa è giovane. Direi che dovrebbe ricordarsi di quando fu sposa novella, e come aveva piacere per l'amore della suocera se aveva avuto grazia tanta da trovarla buona, e come aveva sofferto se aveva avuto una suocera cattiva. E non far soffrire ciò che non aveva sofferto, o non far soffrire perché sa cosa è soffrire. Oh! la difenderei la figlia mia!».  
«Quanti anni ha tua nuora?».  
«Diciotto, Rabbi. Sposata a Giacobbe da tre».  
«Molto giovane. È fedele al marito?».  
«Oh! sì. Sempre in casa e tutta amore per lui e il piccolo Levi e la piccola, piccola tutt'affatto, Anna, come me. È nata a Pasqua... Tanto bella è!...».  
«Chi ha voluto che si chiamasse Anna?».  
«Maria, eh! Levi era il nome del suocero e lo ha messo Giacobbe al primogenito, e Maria, quando ha avuto la bambina, ha detto: "A questa il nome della madre"».  
«E non ti pare amore e rispetto questo?».  
La vecchia pensa... Gesù incalza: «Lei onesta, lei tutta casa, lei amorosa sposa e madre, lei premurosa di darti una gioia... Poteva mettere alla figlia il nome di sua madre: ha messo il tuo... lei onora la tua casa con la sua condotta...».  
«Oh! questo sì! Non è come quella sciagurata di Jisabel».  
«E allora? Perché ti lamenti e porti querele su di lei? Non ti pare di fare due misure nel giudicare la nuora diversamente da come giudicheresti per una figlia?...».  
«È che... è che..., ella mi ha preso l'amore del figlio. Prima era tutto per me, ora ama lei più di me...».  
L'eterna vera ragione dei preconcetti delle suocere trabocca finalmente dal cuore della vecchietta insieme alle lacrime dagli occhi.  
«Ti fa mancare qualcosa tuo figlio? Ti trascura da quando è sposo?...».  
«No. Non lo posso dire. Ma insomma ora è della moglie...», e il pianto geme più forte.  
Gesù ha un pacato sorriso di compatimento per la gelosa vecchietta. Ma, dolce come sempre, non rimprovera. 
Compatisce la sofferenza della madre e cerca di medicarla. 
Appoggia la sua mano sulla spalla della vecchietta come per guidarla perché le lacrime l'accecano, forse per farle sentire col suo contatto tanto amore che ella ne sia consolata e guarita, e le dice: «Madre, e non è bene che ciò sia? Tuo marito lo ha fatto con te, e sua madre lo ha, non perso, come tu dici e pensi, ma lo ha avuto meno suo perché il tuo sposo divideva il suo amore fra la madre e te. E il padre di tuo marito, a sua volta, ha lasciato di essere tutto della madre per amare la madre dei suoi figli. E così via di generazione in generazione, risalendo nei secoli sino ad Eva, la prima madre che vide i figli suoi dividere l'amore che avevano, prima tutto esclusivamente per i genitori, con le loro spose.  
Ma non dice la Genesi: "Ecco finalmente l'osso delle mie ossa e la carne della mia carne... L'uomo lascerà per lei suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie e i due saranno una sola carne"? Tu dirai: "Fu parola d'uomo". Sì. Ma di che uomo? Egli era in stato di innocenza e grazia. Rispecchiava perciò senza ombre la Sapienza che lo aveva creato e ne conosceva le verità. Per la Grazia e l'innocenza possedeva anche gli altri doni di Dio in misura piena. Col senso sottomesso alla ragione aveva una mente non offuscata da vapori concupiscenti. Per la scienza proporzionata al suo stato diceva parole di verità. Profeta era dunque. Perché tu sai che profeta vuol dire chi parla in nome di un altro. E poiché i profeti veri parlano sempre di cose attinenti allo spirito e al futuro, anche se apparentemente, attinenti al tempo presente e alla carne - perché nei peccati della carne e nei fatti del tempo presente sono i semi delle punizioni future, o i fatti del futuro hanno radice in un evento antico; ad esempio, la venuta del Salvatore ha origine dalla colpa di Adamo, e le punizioni d'Israele, predette dai profeti, hanno seme dalla condotta di Israele - così Colui che muove le loro labbra a dire cose dello spirito non può che essere lo Spirito eterno, che tutto vede in un eterno presente. E lo Spirito eterno parla nei santi, ché non può abitare nei peccatori. Adamo era santo, ossia la giustizia era piena in lui, ed era in lui la presenza di tutte le virtù, perché Dio alla sua creatura aveva infuso la pienezza dei suoi doni. 
Adesso, per giungere alla giustizia e al possesso delle virtù, molto deve faticare l'uomo, perché i fomiti del male sono in lui.  
Ma in Adamo non erano quei fomiti, anzi era la Grazia a farlo di poco inferiore a Dio suo Creatore.  
Perciò parole di grazia dicevano le sue labbra. Parola di verità è dunque questa: "L'uomo lascerà per la donna il padre e la madre e si unirà alla moglie e saranno una carne sola". 
Tanto assoluto e vero questo, che il Buonissimo, a confortare le madri e i padri, mise poi nella Legge il quarto comando: "Onora il padre e la madre". Comando che non termina con le nozze dell'uomo, ma dura oltre le nozze. Prima, istintivamente, i buoni onoravano i parenti anche dopo averli lasciati per fare una nuova famiglia. Da Mosè in poi è obbligo di Legge. E ciò per temperare i dolori dei genitori, che troppe volte venivano dimenticati dai figli dopo le loro nozze. Ma la Legge non ha annullato il profetico detto di Adamo: "L'uomo lascerà per la donna padre e madre". Era parola giusta, e vive. 
Rispecchiava il pensiero di Dio. E il pensiero di Dio è immutabile perché perfetto. Tu, madre, devi dunque accettare senza egoismi l'amore del figlio tuo per la sua donna. E santa sarai tu pure. Del resto, ogni sacrificio ha un compenso sin dalla Terra. Non ti è dolce baciare i nipoti, figli del tuo figlio? E non ti sarà placida la sera e il tuo ultimo sonno con un delicato amore di figlia vicino, a tenere il posto di quelle che non hai più nella casa?...».  
«Come sai che le figlie mie, tutte maggiori al maschio, sono sposate e lontane?... Sei Tu pure profeta? Rabbi sei. Lo dicono i fiocchi della tua veste e, anche non li avessi, lo dice la tua parola. Perché parli da grande dottore. Sei forse amico di Gamaliele? Egli era qui solo ieri l'altro. Ora non so... E molti rabbi erano con lui, e molti fra i suoi discepoli prediletti. Ma Tu forse giungi tardi».  
«Conosco Gamaliele. Ma non vado da lui. Non entro neppure in Giscala...».  
«Ma chi sei? Un rabbi certo. E parli meglio ancora di Gamaliele…».  
«E allora fa' ciò che ti ho detto. E la pace sarà in te. Addio, madre. Io proseguo. Tu certo entri in città».  
«Sì... Madre!... Gli altri rabbi non sono umili così per una povera donna... Certo Colei che ti ha portato è santa più di Giuditta, se ti ha dato questo dolce cuore per ogni creatura».  
«Santa è, in verità».  
«Dimmi il suo nome».  
«Maria».  
«E il tuo?».  
«Gesù».  
«Gesù!...».  
La vecchietta è trasecolata dallo stupore. La notizia la paralizza e inchioda là dove l'ha udita.  
«Addio, donna. La pace sia con te», e Gesù va via lesto, quasi di corsa, prima che ella si rinvenga dal suo riflettere. 
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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini 
 

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