giovedì 29 agosto 2019

GESù EUCARISTIA l’amico che ti aspetta sempre



IL SACERDOTE 

«La vocazione sacerdotale è un mistero. Il mistero di un meraviglioso scambio tra Dio e l’uomo. Questi offre a Cristo la sua umanità perché Egli possa servirsene come strumento di salvezza, quasi facendo di quest’uomo un altro se stesso (un altro Cristo)... Esiste sulla terra un’altra realizzazione umana più grande del poter rappresentare ogni giorno nella persona di Cristo il sacrificio redentore, lo stesso sacrificio che Cristo compì sulla croce... Per questo la celebrazione eucaristica è, per lui, il momento più importante e sacro della giornata, è il centro della sua vita» (DM 8). «Il sacerdote deve vivere la sollecitudine per tutta la Chiesa e, in un certo modo, sentirsi responsabile di essa» (DM 5) e di tutta l’umanità. Ha una missione universale. 
Gesù ha unito il sacerdote all’azione più santa della storia, all’unico atto pienamente degno di Dio. Per questo deve essere veramente grato del dono della vocazione. Quanto è grande la dignità del sacerdote! «Onora il Signore con tutta l’anima e riverisci i sacerdoti» (Sir 7, 31). «Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù... Se comprendessimo bene ciò che è il sacerdote moriremmo, non di paura ma d’amore» (Curato d’Ars). «Il sacerdozio è la vetta di tutte le dignità e titoli del mondo» (sant’Ignazio di Antiochia). Per questo i santi hanno sempre avuto grande stima dei sacerdoti. Santa Edvige diceva: «Che Dio benedica chi fa scendere Gesù dal cielo e me lo dà». Così anche san Francesco d’Assisi affermava: «Nei sacerdoti vedo il Figlio di Dio... e se incontrassi un angelo del cielo e un sacerdote, prima mi inginocchierei davanti al sacerdote e poi davanti all’angelo».
«Oh venerabile dignità del sacerdote tra le cui mani s’incarna ogni giorno il Figlio di Dio, come si incarnò nel seno di Maria» (sant’Agostino). Il sacerdote è l’uomo dell’Eucaristia e vive per l’Eucaristia. Giovanni Paolo II affermava che «la celebrazione dell’Eucaristia è il centro e il cuore di tutta la vita sacerdotale» (30 ottobre 1996). Egli personalmente diceva: «Nulla ha maggior senso e mi dà maggior gioia di celebrare la santa Messa ogni giorno. Così è stato dal giorno stesso della mia ordinazione sacerdotale» (USA 14 settembre 1987).
E ancora: «Per me il momento più importante e sacro di ogni giorno è la celebrazione dell’Eucaristia. Domina in me la consapevolezza di celebrare sull’altare “in persona Christi”. Non ho mai smesso di celebrare il santo sacrificio. La santa Messa è il centro di tutta la mia vita e di ogni mia giornata» (27 ottobre 1995). Essere sacerdote significa «essere amministratore del bene più grande della Redenzione, che dà agli uomini il Redentore stesso. Celebrare l’Eucaristia è la missione più sublime e più sacra di ogni sacerdote. E per me, fin dai primi anni di sacerdozio, la celebrazione dell’Eucaristia non è stato soltanto il dovere più sacro, ma soprattutto la necessità più profonda dell’anima... il mistero eucaristico è il cuore palpitante della Chiesa e della vita sacerdotale» (DM 9). Dalla sua celebrazione dipendono molte benedizioni per il mondo, infatti la Messa si celebra per la salvezza del mondo intero.
Perciò la Chiesa «raccomanda intensamente al sacerdote la celebrazione giornaliera della santa Messa, che anche se non potesse essere assistita dai fedeli, è un’azione di Cristo e della Chiesa, nella cui attuazione i sacerdoti adempiono il loro principale ministero» (Canone 904 e Vat II PO 13). Il sacerdote nella Messa offre «il santo sacrificio in persona Christi, che vuol dire più che nel suo nome o in sua vece. In persona vuol dire nell’identificazione specifica sacramentale con il Sommo ed eterno sacerdote, che è l’autore ed il soggetto principale di questo suo stesso sacrificio, nel quale, in verità, non può essere sostituito da nessuno» (Paolo VI, Lett. Sul culto dell’Eucaristia N° 8). Nella santa Messa il sacerdote personifica Cristo, secondo il canone 899. Cristo prende possesso della sua persona e, per mezzo di lui, offre se stesso al Padre, come lo fece sulla Croce. C’è un’identificazione del sacerdote con Cristo, perché Cristo assume la persona del sacerdote e agisce attraverso di lui, che è suo ministro e strumento. Il sacerdote gli presta le sue mani, la sua voce, il suo corpo.
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Angel Peña

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