La nube della non-conoscenza
E se mi domandi in qual modo tu possa giungere al lavoro contemplativo, prego Dio onnipotente perché nella sua grande grazia e benevolenza te lo insegni lui stesso. E io faccio veramente una cosa buona a farti capire che non sono in grado di dirtelo. Non c’è da meravigliarsi: la contemplazione è lavoro di Dio solo, che egli compie di sua volontà nell’anima di quanti gli sono graditi, senza tener conto dei loro meriti.
Se manca l’aiuto di Dio, non c’è angelo o santo che possa, anche lontanamente, sentire il bisogno di un simile lavoro. E credo che nostro Signore è disposto a compiere questo lavoro con ugual premura e frequenza, anzi, forse con premura e frequenza maggiori, nei peccatori incalliti, piuttosto che in quanti, rispetto a essi, non l’hanno mai offeso gravemente. E Dio agisce a questo modo perché noi possiamo riconoscere la sua infinita misericordia e onnipotenza: egli lavora come vuole, dove vuole, quando vuole.
Tuttavia, non dà questa grazia, né compie questo lavoro in un’anima incapace di riceverli, anche se non c’è nessun’anima, peccatrice o innocente, in grado di accogliere questa grazia senza l’aiuto della grazia stessa. Né Dio l’accorda in base all’innocenza, né la rifiuta per via del peccato. Fa’ bene attenzione a quel che ho detto: la rifiuta, e non la ritira. Ti prego, sta’ attento a non sbagliarti su questo punto, perché quanto più ci si avvicina alla verità, tanto più si deve stare in guardia dall’errore. Quel che intendo dire è ben chiaro e preciso, ma se non riesci a capirlo, lascialo da parte finché Dio non venga a fartelo comprendere. Fa’ dunque così e non ti angustiare.
Attenzione all’orgoglio, che bestemmia Dio nei suoi doni e incoraggia i peccatori. Se tu fossi veramente umile, la penseresti come me riguardo alla contemplazione: Dio la accorda liberamente, senza tener conto dei meriti. Questo dono divino è tale che, quando è presente, mette l’anima in grado di possederlo e di gustarlo. È impossibile ottenerlo in altro modo. La capacità di contemplare costituisce una cosa sola con la contemplazione, senza alcuna differenza, cosicché chi è attratto verso il lavoro contemplativo, costui e non altri è in grado di farlo effettivamente. Se Dio non opera in essa, l’anima è come morta, e non sente né la voglia né il desiderio della contemplazione. Quanto più la vuoi e la desideri, tanto più la possiedi: né più né meno. Tuttavia, non è né la tua volontà né il tuo desiderio, ma un qualcosa di insondabile che ti spinge a volere e desiderare ciò che non conosci. Non preoccuparti, te ne prego, se il tuo intelletto non riesce ad andar oltre: al contrario, continua imperterrito nel tuo lavoro cosa da avanzare sempre più.
Per farla breve, lascia che quel qualcosa di insondabile agisca in te a suo piacimento e ti conduca dove vuole lui. Lascia che sia lui a operare e tu a subire la sua azione. Guarda pure, se ti pare, ma lascialo lavorare da solo. Non immischiarti, come se tu volessi aiutarlo: finiresti per rovinare tutto. Tu devi essere il legno, e lui il falegname; tu la casa, e lui il padrone che vi abita. Per il momento fatti cieco e rigetta il desiderio di sapere il perché e il percome: una simile conoscenza ti sarebbe più di ostacolo che di aiuto. Infatti è già abbastanza se senti dentro di te l’autorevole spinta di quel non so che, e se in questo movimento interiore non hai alcun pensiero particolare nei riguardi di qualsiasi cosa inferiore a Dio: il tuo puro anelito deve andare direttamente a Dio.
Se le cose stanno in questo modo, allora puoi essere ben certo che è Dio in persona, e non altri, a muovere la tua volontà e il tuo desiderio, e senza vie intermedie né da parte tua né da parte sua. Ora, non aver paura del diavolo, poiché non può avvicinarsi a te più di quel tanto. Infatti, per quanto possa essere scaltro, il diavolo può muovere la volontà di un uomo solo saltuariamente, e per vie traverse. Nemmeno un angelo buono può muovere direttamente e in maniera adeguata la tua volontà. Insomma, non c’è nessun altro che possa farlo, se non Dio solo.
Puoi ben capire da queste mie parole, ma ancor più chiaramente per esperienza, che in quest’opera gli uomini non devono assolutamente far uso di mezzi e di vie, né possono sperare di giungere alla contemplazione grazie a chissà quali aiuti. Tutti i mezzi efficaci dipendono da Dio, mentre lui non dipende da niente, e nessun mezzo può portare alla contemplazione.
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