martedì 15 aprile 2025

IL SILENZIO DI DIO

 


“Il diario mistico di Camilla Bravi” 


Pasqua 1953. 

Da undici mesi sono finite le voci interiori, rappresentazioni ecc. Sembra che Gesù abbia asciugato la vena della mia immaginazione. Ora è preghiera arida, sempre più tenebre, aridità, tentazione. Gesù e Maria si sono nascosti. Ogni tanto qualche sprazzo di luce e qualche attimo di fervore, poi tutto ritorna arido e insensibile. La croce dell'umiliazione, del disprezzo, della incomprensione, del disamore, dell'abbandono e della persecuzione si fa sempre più forte. La malattia si accentua sempre più. La pace sino ad ora non mi abbandona, anche se non è più sensibile. Il Direttore Spirituale è stato trasferito, e da qualche mese prego perché il buon Gesù e la Madonna provvedano a sostituirlo e a mandarmi colui che Essi desiderano. 

Gesù ha mantenuto la promessa. La prova predettami è incominciata e si accentua sempre più. Gesù, sia fatta la tua volontà in me. Accetto la prova purificatrice che mi unirà più intimamente a Te. Dammi in cambio anime da portare al tuo Cuore vivente in Maria. 

Maria Santissima, dolce e cara mia Madre celeste, a Te in modo particolare m'abbandono in questa bufera e battaglia. Dammi l'abbandono cieco in Te e in Gesù, dammi la docilità allo spirito Santo, dammi di vivere il mio canto d'amore, e nascondi nella fortezza del Cuore tuo e del Cuore di Gesù la povera anima mia e tutta me stessa. 

Tieni lungi da me il serpente nemico, o Madre dolce, e rendimi vittoriosa combattendo per me, Tu che vincesti l'infernale demonio. A Te mi affido e in Te confido. Gesù e Maria, Vi amo! Accrescete il mio amore, salvate le anime. Io continuo il mio canto in tutti i cuori, in tutti gli esseri e nel creato. Immergi continuamente il mio canto nell'unica fiamma d'amore che unisce i vostri due Cuori, perché possa viverlo nella mortificazione, nel distacco e nell'amore. 

  

Pasqua 1954. 

La prova si fa più intensa ogni giorno da parte del mondo, dei sensi e dello spirito. Le umiliazioni, calunnie, incomprensioni ecc. aumentano continuamente con la malattia, i dolori fisici, morali e spirituali. Il Direttore nuovo, il rev. Parroco mio, don Alberto Casari, è una santa persona, ma si è ammalato e ho potuto vederlo solamente poche volte; però, malgrado tutto, ogni tanto Gesù e la Madonna non mi lasciano senza qualche lume o consolazione, perché mi abbandoni a Loro ciecamente e perché, quando sono troppo triste, io continui a pregare e confidare in Loro. 

  

Agosto 1955. 

Ieri soffrivo troppo alla vista della mia miseria, e sotto l'impeto della tentazione mi sembrava che per me la santità fosse impossibile. Piangendo pregavo Dio che non mi mandasse all'inferno ove l'avrei perduto per sempre. Egli e la Madonna mi fortificarono con i loro lumi, sempre però nella preghiera e nell'orazione di pura fede. 

Malgrado tutto, cresce la mia dedizione allo Spirito Santo e anche il desiderio della morte del mio io; e accetto la prova, qualunque sia, purché Dio possa vivere completamente in me. Cerco di pregare più che posso, quando mi riesce, perché nei giorni di aridità o di male fisico forte mi è impossibile, e cerco di supplire con atti d'amore e di abbandono. Quando posso, prego tutti i Santi e mi rivolgo a tutti perché intercedano per me. Cerco di ubbidire al Direttore e confidare, abbandonandomi a Gesù e Maria, da cui spero tutto, malgrado la mia grande miseria e nullità. 

Orio Nardi 


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