«Possa tu ascoltare, come se uscisse dal tabernacolo, il grido che ho lanciato dall'alto della croce: "ho sete!".
Se ho voluto abitare per sempre tra gli uomini, l'ho fatto per spegnere questa sete che non mi lascia più.
È il grido del mio cuore aperto, che ha versato le sue ultime gocce di sangue e che aspira a diffondere sempre più i loro benefici redentori su tutta l'umanità.
Ho sete di anime, una sete insaziabile di tutte le anime e di ciascuna in particolare.
Ho sete del loro amore, vorrei attirarle tutte a me.
Ho sete di loro, non per mia soddisfazione, ma perché voglio renderle felici ed esse non possono trovare la felicità se non attaccandosi a me.
Avrò sempre sete fino a quando non mi avranno dato tutto, perché il mio amore è così forte e così totalitario che esige tutto.
Non soffocare il mio grido, non dimenticare il mio richiamo vibrante e incessantemente ripetuto; vieni a estinguere la mia sete!
Che la mia sete non incontri mai in te il rifiuto o il proposito di sfuggire, ma che essa faccia zampillare la tua generosità come una fonte che possa calmarla!
E che la mia presenza eucaristica ricordandoti la mia sete, ti inviti a condurre verso di me altre anime affinché esse pure si abbandonino al mio amore!».
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