domenica 31 maggio 2020

30 maggio 2020 – La fede, la speranza e l’amore vi aiutano a comprendere la Mia Volontà per voi



"La fede, la speranza e l'amore sono il fondamento e gli elementi costitutivi di ogni buona preghiera e di ogni solida vita di preghiera. Queste tre virtù provengono dal Mio Cuore"


Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:
Dio Padre
“La fede, la speranza e l’amore sono il fondamento e gli elementi costitutivi di ogni buona preghiera e di ogni solida vita di preghiera. Queste tre virtù provengono dal Mio Cuore, passano attraverso il Cuore di Mio Figlio, attraverso il Cuore della Mediatrice di tutte le grazie, al cuore dell’uomo. L’una nutre l’altra. Non potete avere fede senza speranza. La profondità dell’amore nel cuore determina la profondità della fede e della speranza. Pregate per coltivare nel vostro cuore una virtù profonda del Santo Amore affinché possiate vivere nella Mia Divina Volontà. La fede, la speranza e l’amore vi aiutano a comprendere la Mia Volontà per voi.”
Leggi Efesini 5:15-17
Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio.

Holy Love

sabato 30 maggio 2020

I seminari sono diventati dei covi in cui alberga l’eresia ed il vizio. Papa Giovanni Paolo II arrivò persino ad affermare: “quanti cristiani sono andati nella direzione opposta a quella indicata dal messaggio di Fatima.



Il Mistero dell’Iniquità


L’imminente Grande Castigo 


C) Una profonda crisi sta paralizzando la Chiesa

Per Padre Cornelio Fabro, uno degli studiosi del mondo Cattolico più  rispettati nel XX secolo, la Chiesa sta vivendo una crisi profonda, che ne  determina la paralisi. Nel suo Problematica della Teologia Contemporanea, 
Padre Fabro ritiene che questa sia la più grave crisi nella storia  millenaria della Chiesa. Anche Papa Paolo VI dovette alfine lamentarsi  del fatto che la Chiesa sembrava essersi impegnata in un tentativo di 
autodemolizione. Questo tentativo di autodistruggersi è arrivato ad un  punto tale che Dio viene ormai quotidianamente offeso da vere e proprie  parodie della liturgia sacra, spesso irriverenti e sacrileghe, che vengono  officiate in Chiese che una volta erano consacrate allo scopo di offrire  il Santo Sacrificio della Messa. In queste chiese sfortunate e dissacrate in tal modo, si compie ciò che fu predetto nei Salmi: “Il nemico ha  devastato tutto nel tuo santuario” (Salmi 74,3). Per chi possiede ancora  uno spirito Cattolico è davvero triste vedere la Scrittura avverarsi in  questo modo. Come documenta approfonditamente Padre John Mckee  nel suo libro The Enemy Within the Gate (Il nemico dentro il Portone, mai  titolo fu più idoneo!), sono tantissimi i sacerdoti e i falsi teologi che  attaccano ormai apertamente i dogmi dell’Eucaristia. “Non credevano i  re della terra e tutti gli abitanti del mondo che l’avversario e il nemico  sarebbero penetrati entro le porte di Gerusalemme” (Lam 4,12); eppure  è proprio quello che è accaduto dinanzi ai nostri occhi, ma per tanti  sacerdoti non c’è “niente di strano”, come se non vi fosse nulla di cui  allarmarsi nella Chiesa post-conciliare. 
La Chiesa è divisa in due fazioni ostili: i Tradizionalisti-Conservatori,  che sostengono la dottrina della Fede; ed i Liberal-Progressisti, che  promuovono il modernismo e le riforme post conciliari ispirate dalla  Massoneria. Padre Alonso, che è stato l’archivista ufficiale e peritus di  Fatima per sedici anni, ha svelato che il Segreto di Fatima è un atto  d’accusa contro le riforme post-conciliari, ed è per questo motivo che  non è stato rivelato integralmente all’umanità. 61 È proprio questo  periodo di cosiddette “riforme post-conciliari” ad aver scatenato quella  che Padre Louis Bouyer definisce La decomposizione del Cattolicesimo,  che è anche il titolo di un suo libro molto famoso [La décomposition du  catholicisme, Parigi, 1968]. 
Larghi settori del clero e dei fedeli hanno ormai abbandonato la fede  Cattolica e attualmente professano una religione del tutto diversa da  quella contenuta nei dogmi di Fede. I seminari sono diventati dei covi in  cui alberga l’eresia ed il vizio. Papa Giovanni Paolo II arrivò persino ad  affermare: “quanti cristiani sono andati nella direzione opposta a quella  indicata dal messaggio di Fatima. Infatti il peccato ha guadagnato un  forte diritto di cittadinanza e si è diffusa la negazione di Dio…”62 Come disse Sant’Agostino, “Dio ci ha creati senza di noi, e non ci  salverà senza di noi,” e Dio è stato così misericordioso da rivelarci ciò  che dobbiamo fare per riportare l’ordine nella Chiesa e nel mondo. 
Ma per farlo Egli pretende la nostra partecipazione. Nostro Signore  ha affidato questa restaurazione a Sua Madre, la quale ha rivelato a  Fatima l’unico strumento che può permetterci d’impedire la catastrofe  imminente che incombe su di noi. Il Messaggio di Fatima non è una  semplice rivelazione privata, bensì una rivelazione profetica pubblica e 
il compimento delle profezie bibliche,63 pertanto esso impone un obbligo  sulla Chiesa. Papa Giovanni Paolo II disse a Fatima che “Il contenuto  dell’appello della Madonna di Fatima è così profondamente radicato  nel Vangelo e in tutta la Tradizione, che la Chiesa si sente impegnata da  questo messaggio.”64

Padre Paul Kramer

Geremia



1Nel settimo mese dello stesso anno, Ismaele figlio di Natania e nipote di Elisama, imparentato con la famiglia reale e uno dei grandi ufficiali del re, si recò a Mizpa da Godolia con dieci uomini. Mentre mangiavano tutti insieme, 2Ismaele all'improvviso si alzò e i dieci uomini che erano con lui colpirono con la spada Godolia e lo uccisero. Così morì colui che il re di Babilonia aveva messo a governare il paese. 3Ismaele uccise anche tutti gli abitanti del territorio di Giuda che stavano con Godolia a Mizpa e i soldati babilonesi che si trovavano là.

Ismaele uccide un gruppo di pellegrini

4Erano già passati due giorni dall'assassinio di Godolia, ma nessuno l'aveva ancora saputo. 5Allora giunsero ottanta uomini provenienti da armate presero con sé la gente che Ismaele Sichem, da Silo e da Samaria. Si erano tagliata la barba, avevano stracciato i vestiti e si erano procurate ferite su tutto il corpo. Portavano con sé doni e incenso da offrire al Signore nel tempio. 6Ismaele uscì da Mizpa e andò loro incontro piangendo. Quando li raggiunse, disse loro: 'Venite da Godolia figlio di Achikam'. 7Ma appena giunsero all'interno della città, Ismaele e i suoi uomini li massacrarono e gettarono i loro cadaveri in una cisterna. 8Però dieci uomini di quel gruppo avevano detto a Ismaele: 'Non ucciderci! Abbiamo nascosto nei campi provviste di grano, di orzo, di olio e di miele'. Perciò Ismaele li risparmiò e non li uccise insieme con i loro compagni. 9La cisterna nella quale Ismaele gettò i cadaveri degli uomini uccisi, era quella grande fatta scavare da Asa re di Giuda quando era in guerra contro Baasa re d'Israele. Ismaele la riempì di cadaveri. 10In seguito Ismaele fece prigioniere le principesse e tutti quelli rimasti a Mizpa, cioè tutta la gente sotto la giurisdizione di Godolia stabilita da Nabuzaradan comandante generale. Ismaele partì con i prigionieri e si diresse verso la regione degli Ammoniti.

I prigionieri di Ismaele sono liberati

11Intanto Giovanni figlio di Kareca e i capi delle bande armate che erano con lui vennero informati di tutti i delitti compiuti da Ismaele. 12Allora radunarono i loro uomini per andare a combattere contro Ismaele e lo raggiunsero presso la grande cisterna di Gabaon. 13-14l prigionieri che Ismaele aveva portato via da Mizpa, appena videro Giovanni con i capi delle bande armate, furono pieni di gioia. Si ribellarono e tornarono indietro per raggiungere Giovanni. 15Ismaele insieme con otto uomini riuscì a sfuggire a Giovanni e andò presso gli Ammoniti. 16Allora Giovanni e gli altri capi delle bande aveva condotto prigioniera da Mizpa dopo l'assassinio di Godolia. C'erano soldati, donne, bambini ed eunuchi. Li condussero via da Gabaon. 17Durante la marcia fecero sosta a Gherut-Chimam nei pressi di Betlemme. Di là volevano raggiungere l'Egitto 18per allontanarsi dai Babilonesi. Infatti temevano rappresaglie dopo che Ismaele aveva assassinato Godolia, il quale era stato nominato governatore della regione dal re di Babilonia.

Angeli nella scrittura dei santi



QUALI SONO LE SCRITTURE CHE INSEGNANO SULLA CREAZIONE DEGLI ANGELI


Al momento, dal momento che mi sono impegnato a trattare l'origine della Città Santa e il primo dei santi angeli, che costituiscono gran parte di questa città, e in effetti la parte più benedetta, poiché non sono mai stati espatriati, darò me stesso al compito di spiegare, con l'aiuto di Dio ... le Scritture che si riferiscono a questo punto. Laddove la Scrittura parla della creazione del mondo, non è chiaro se o quando gli angeli furono creati; ma se ne viene fatto menzione, è implicitamente sotto il nome di "cielo", quando si dice "In principio Dio ha creato i cieli e la terra", o forse piuttosto sotto il nome di "luce" ... .

Tuttavia, sebbene il fatto che gli angeli siano opera di Dio ... non è in effetti esplicitamente menzionato; ma altrove la Sacra Scrittura lo afferma nel modo più chiaro. Perché ... qui gli angeli sono espressamente e per autorità divina si dice che siano stati fatti da Dio, per loro tra le altre cose celesti si dice: "Egli comandò e furono creati" (Sal 148). Chi, allora, sarà abbastanza audace da suggerire che gli angeli furono creati dopo la creazione dei sei giorni? Se qualcuno è così sciocco, la sua follia viene eliminata da una Scrittura di autorità simile, in cui Dio dice: “ Quando furono create le stelle, gli angeli mi lodarono a gran voce. "(Giobbe 38: 7).

Gli angeli quindi esistevano prima delle stelle; e le stelle furono create il quarto giorno. Diremo allora che sono stati fatti il ​​terzo giorno? Lontano da esso; poiché sappiamo che cosa è stato fatto quel giorno. La terra è stata separata dall'acqua ... e la terra ha prodotto tutto ciò che cresce su di essa. Il secondo giorno, allora? Neanche su questo; poiché su di esso il firmamento fu fatto tra le acque sopra e sotto, e fu chiamato "paradiso". ... Non c'è dubbio, quindi, che se gli angeli sono inclusi nelle opere di Dio durante questi sei giorni, sono quella luce che è stata chiamata "giorno" e la cui unità indica la Scrittura chiamando quel giorno non il "primo giorno ", ma" un giorno ".

... Perché quando Dio disse: "Lascia che ci sia luce, e che ci fosse luce", se siamo giustificati nel comprendere in questa luce la creazione degli angeli, allora certamente furono creati partecipi della Luce eterna che è la Saggezza immutabile di Dio, con cui sono state fatte tutte le cose e che chiamiamo il Figlio unigenito di Dio; così che, essendo illuminati dalla Luce che li ha creati, potrebbero essi stessi diventare luce ed essere chiamati “giorno”, in partecipazione a quella Luce e Giorno immutabili che è la Parola di Dio, da cui sono stati fatti sia se stessi che tutto il resto. "La vera Luce, che illumina ogni uomo che viene nel mondo" (Gv 1, 9): questa Luce illumina anche ogni angelo puro, affinché sia ​​luce non in se stesso, ma in Dio; da chi se un angelo si allontana, diventa impuro, come lo sono tutti quelli che sono chiamati spiriti impuri, e non sono più luce nel Signore, ma oscurità in se stessi, essendo privati ​​della partecipazione della Luce eterna. Perché il male non ha natura positiva; ma la perdita del bene ha ricevuto il nome di "male".

Sant'Agostino
Dalla città di Dio, Bk XI, cap. 9

Offerta di se stessi al Cuore immacolato di Maria



Cuore immacolato di Maria, che in cambio del tuo amore per noi ricevi tante offese, io ti offro e consacro in perpetuo tutto me stesso, per corrispondere nel miglior modo alla tua tenerezza materna, per riparare le ingiurie di cui sei oggetto da parte di tanti figli ingrati, e per vivere dal canto mio la consacrazione del mondo intero tanto desiderata dal tuo Cuore. Degnati di accettare quest'umile ma sincera offerta. La mia anima, il mio corpo, la mia vita sono tuoi; e giacché interamente ti appartengo, custodiscimi e difendimi come cosa tua.

AMATO POPOLO MIO, NON DIMENTICATEVI CHE IO SONO IL VOSTRO DIO.



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA



NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO


AMATO POPOLO MIO, NON DIMENTICATEVI CHE IO SONO IL VOSTRO DIO. Gli dei che gli uomini hanno fabbricato, cadranno, uno ad uno: il denaro, al quale tantissimi dei Miei figli si aggrappano, cadrà, di paese in paese, creando rivoluzioni interne, maggiore violenza, grandi tumulti, inclusi quelli razziali. Questo, sarà dovuto al fatto che l’uomo, senza denaro, raggiunge la disperazione. Il crollo dell’economia porta alla caduta dei governi e qui entrerà in scena l’anticristo, con il governo unico e la moneta unica.


Non fidatevi degli accordi di pace, le nazioni si tradiranno.


16.07.2015

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Figurar bene innanzi al mondo... Non ti far vincere dallo spirito del mondo e tieni lontano dall'anima tua e dalla tua famiglia le sue massime. Non ti far vincere dal rispetto umano, che è come una paralisi della santa libertà che Dio ti ha dato. Il mondo esige la libertà del male: tu opponi la più energica libertà del bene. Preoccupati dell'occhio di Dio, non di quello del mondo, preoccupati della figura che devi fare innanzi a Dio, non di quella che puoi fare innanzi al mondo, non seguendo le sue pazzie! Le leggi del mondo sono le crisi dell'anima: a poco a poco fanno le caverne nei polmoni dell'anima, che non respira più la vita soprannaturale. Se cadi in qualche colpa, vieni a me che sono pieno di misericordia e rialzati, rinnovata dalla santa Confessione.

don Dolindo Ruotolo

Un Esorcista Racconta



CHI PUÒ CACCIARE I DEMONI? 

Ci sembra di aver detto con abbastanza chiarezza che Gesù ha dato il potere di scacciare i demoni a tutti coloro che credono in lui e agiscono con la forza del suo nome. In questi casi si tratta di preghiere private, che possiamo tutte indicare con il nome di "preghiere di liberazione". 
Inoltre un potere particolare è dato agli esorcisti, ossia a quei sacerdoti che ricevono espressamente tale incarico dal loro vescovo: essi, usando le apposite formule suggerite dal Rituale, compiono un sacramentale che, a differenza della preghiera privata, coinvolge l'intercessione della Chiesa. 
Sempre però è necessaria tanta fede, tanta preghiera e digiuno: sia da parte di chi prega, sia da parte della persona su cui si prega. L'ottimo sarebbe che sempre, contemporaneamente all'esorcismo che richiede riservatezza, ci fosse un gruppo di persone radunate a pregare. Aggiungo anche che un particolarissimo potere hanno i sacerdoti tutti, anche i non esorcisti, derivante appunto dal loro sacerdozio ministeriale, che non è un onore alla persona, ma un servizio per le esigenze spirituali dei fedeli. E tra queste esigenze c'è certamente anche quella di liberare dalle influenze malefiche. Tutti poi, sia per le preghiere di liberazione sia per gli esorcismi, possono aiutarsi con mezzi sacri: ad esempio, ponendo sul capo dell'interessato il crocifisso, o la corona del rosario, o qualche reliquia: efficacissima quella della santa croce perché è con la croce che Gesù ha sconfitto il regno di Satana; ma sono efficaci pure le reliquie dei santi, verso cui si nutra una particolare devozione. Spesso utili anche le semplici immagini benedette, come quella di S. Michele arcangelo, di cui i demoni hanno particolare paura. 
Credo però che tradirei l'attesa dei lettori se non accennassi anche all'esercito sempre più numeroso di carismatici, di veggenti, di sensitivi, di pranoterapeuti, di guaritori e anche di zingari: è una schiera tanto più numerosa, quanto più i vescovi e il clero, con una leggerezza che va dall'ignoranza alla vera incredulità, hanno abbandonato questo terreno pastorale che è loro proprio. Dedicheremo un capitolo anche a questo. Intanto diciamo qualche cosa sulle persone nominate. 
Faccio una premessa. Parlo di categorie di persone che possono o che pretendono di influire per la liberazione, ma più spesso operano per la guarigione. È difficile fare una distinzione netta. Il demonio sta alla radice di tutto il problema del male, del dolore, della morte, che sono conseguenze del peccato. Poi ci sono mali direttamente 186  provocati dal maligno; il Vangelo stesso ce ne presenta alcuni casi: la donna curva da 18 anni paralisi? e un sordomuto. In entrambi i casi c'era una presenza satanica che causava quei mali, per cui il Signore ha operato la guarigione scacciando il demonio. Vale, in linea generale, la regola che abbiamo data: se un male è di origine malefico i farmaci non ottengono effetto, mentre ottengono effetto le preghiere di guarigione e gli esorcismi. È anche vero che spesso una prolungata presenza diabolica crea nella persona dei mali soprattutto psichici per cui, anche a liberazione avvenuta, il guarito può avere bisogno di adeguate cure mediche. 
Premetto anche che tocco un campo in cui si richiedono competenze specifiche, che un esorcista non può avere. Un esorcista deve conoscere le malattie mentali quanto basta per accorgersi se occorre l'intervento di uno psichiatra; ma non si può pretendere che un esorcista sia istruito in questo campo quanto uno psichiatra. Così un esorcista deve avere cognizioni di parapsicologia e dei poteri paranormali; ma non è possibile che ne sappia quanto uno specialista in materia. Il suo campo specifico resta quello soprannaturale, con un'esatta conoscenza dei fenomeni che ne dipendono e delle cure di carattere soprannaturale. È una premessa necessaria perché stiamo toccando un campo che riguarda insieme il soprannaturale, il paranormale, il preternaturale o diabolico. 
I carismatici . Lo Spirito Santo, con divina libertà, distribuisce a chi vuole e come vuole i suoi carismi, che sono dati non a gloria o a utilità della persona, ma a servizio dei fratelli. Tra questi carismi c'è anche il dono della liberazione dagli spiriti maligni e della guarigione. Si tratta di doni che possono essere dati a individui, ma anche a comunità. Di per sé non dipendono dalla santità personale, ma dalla libera scelta di Dio. L'esperienza però ci dice che, normalmente, Iddio concede questi doni a persone rette, di assidua preghiera, di vita cristiana esemplare questo non significa mancanza di difetti!, di sicura umiltà. Oggi di carismatici, a cui accorrono in folla i sofferenti, ce n'è un'inflazione. Come distinguere i veri dai falsi? Di per sé tale discernimento spetta all'autorità ecclesiastica, che può valersi di tutti quegli aiuti che ritiene opportuni per il suo discernimento. 
Di fatto conosciamo alcuni casi in cui l'autorità ecclesiastica è intervenuta per mettere in guardia da truffatori e da falsi carismatici; non conosciamo casi di carismatici ufficialmente riconosciuti. È un problema complicato e niente affatto facile. Anche perché i carismi possono cessare; ed è possibile che la persona prescelta se ne renda indegna: nessun essere vivente è confermato in grazia. Possiamo fissare quattro norme orientative: 1. che l'individuo o la comunità viva profondamente conforme al Vangelo; 2. che sia del tutto disinteressato neppure si debbono accettare offerte; con le libere offerte si può diventare miliardari; 3. che usi mezzi comunemente ammessi dalla Chiesa, senza stranezze o superstizioni che usi preghiere e non formule magiche; segni di croce, imposizione delle mani, senza nulla che offenda il pudore, che usi acqua benedetta, incenso, reliquie, senza nulla che sia estraneo al normale uso ecclesiastico; che preghi nel nome di Gesù; 4. che i frutti siano buoni. Questa regola evangelica, "dai frutti si riconosce la pianta" Matteo 12,33, resta sempre il criterio che corona gli altri. 
Aggiungiamo altre caratteristiche, che sono tipiche delle guarigioni ottenute per via carismatica: agiscono su tutte le malattie, anche su quelle malefiche ossia provocate dal demonio; non si fondano su abilità o forza umana, ma sulla preghiera fatta con fede, sulla forza del nome di Gesù, sull'intercessione della Vergine e dei santi; il carismatico non perde energia sì da doversi ricaricare con un periodo di riposo come accade ai guaritori, ai rabdomanti e simili, non subisce reazioni fisiche, ma è semplicemente un tramite attivo della grazia. Le guarigioni carismatiche non tendono a porre in bella mostra il carismatico, ma a far lodare Dio, ad accrescere la fede e la preghiera. 

Aggiungiamo ancora una doverosa parola perché anche questo è tutto un campo di cui il Vaticano II ha parlato, ma non è stato applicato ciò che ha affermato. Il razionalismo e il naturalismo hanno invaso il terreno; le manifestazioni straordinarie, i miracoli, la presenza di santi, le apparizioni... sono tutte cose accolte non con gratitudine, ma con diffidenza, con condanne senza esame, o almeno come tremende scocciature. In nessuna chiesa si ripete più la preghiera dei primi cristiani: "O Signore, concedi ai tuoi servi di proclamare con pieno coraggio la tua parola, e distendi la tua mano perché si compiano guarigioni, miracoli o prodigi, nel nome del tuo santo servo Gesù" Atti 4, 29 30. Oggi sembra che questi doni diano solo fastidio. 
Il Vaticano II afferma che lo Spirito Santo "dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali... Questi carismi, straordinari o anche più semplici o comuni, si devono accogliere con gratitudine e devozione". Il documento continua ricordando che i doni straordinari non vanno chiesti imprudentemente. Quanto al giudizio sulla loro genuinità e ordinato uso "spetta all'autorità ecclesiastica, alla quale spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono" LG 12. Le carenze nell'applicare queste direttive sono evidenti e presso che generali. Perciò resta vano che il Concilio affermi che chi riceve carismi dallo Spirito Santo, anche se si tratta di laici, ha il diritto e il dovere di esercitarli, sotto la guida e il discernimento dei vescovi. Vedo con piacere il sorgere di opere che si offrono per aiutare i vescovi in questo lavoro di discernimento; ADESEMPIO,  il Movimento Carismatico 190  di Assisi. È un campo aperto che va attuato. 
Veggenti e sensitivi . Li tratto insieme perché in sostanza hanno le stesse caratteristiche: i primi vedono, i secondi sentono; entrambi si esprimono su ciò che hanno provato, a contatto con oggetti o persone. Per non allargare troppo il terreno a cui si presta questo tema, mi limito a considerarlo in relazione al campo specifico mio, ossia al campo delle influenze malefiche su persone, oggetti, case. 

Più volte sono stato a contatto con queste persone; alle volte le ho direttamente interpellate o chiamate ad assistere in preghiera ai miei esorcismi, per sentire poi che cosa avevano visto o sentito. E avvertivo che le risposte dipendevano dallo spirito di sapienza. 
Alcuni, appena vedono o si trovano accanto persone possedute o infestate, avvertono subito tale inconveniente; alle volte si sentono male quando stanno vicino a tali persone; altre volte vedono la negatività che le colpisce e la descrivono. Basta dare loro in mano una fotografia, o una lettera, o un oggetto appartenente a una persona su cui si hanno dei sospetti, per avere una risposta: se non ha nulla, se è vittima di un male malefico, se è una persona pericolosa perché opera malefici contro gli altri. Può bastare a loro sentire la voce. Ad esempio, persone, in dubbio se hanno ricevuto o no qualche influsso malefico, telefonano a una di queste persone e si sentono dare la risposta. Chiamati in case su cui si sospettano malefici, per le strane cose che accadono, percepiscono se il maleficio c'è o non c'è; indicano oggetti fatturati che occorre bruciare; percepiscono, ad esempio, se occorre aprire un certo cuscino o materasso, e allora vi si trovano quelle strane cose che abbiamo già segnalato. Possono sbagliare; le loro sensazioni vanno poi controllate. Ma alle volte ripercorrono la vita di una persona, precisando con sorprendente chiarezza a quale età ha ricevuto un maleficio, in che modo e a quale scopo è stato fatto, i disturbi che ha provocato. Talvolta ne indicano anche l'autore. 
Un giorno avevo appena introdotto in parlatorio un uomo che mi chiedeva di essere benedetto, quando mi sono ricordato che a quell'ora dovevo telefonare a un sensitivo. Corro al telefono e mi sento dire: "Lei sta per benedire un uomo di una cinquantina d'anni. A 16 anni gli è stata fatta una fattura in odio a suo padre; gli hanno offerto da bere del vino maleficiato e hanno nascosto una fattura in fondo a un pozzo. Da allora questo ragazzo ha incominciato a sentirsi male sempre di più e tutte le cure sono state inutili. Dopo qualche anno suo padre è morto, e lui ha sentito un improvviso miglioramento. Ma è rimasto colpito al cervello al punto di non potersi applicare a nessun lavoro. Provi a benedirlo, ma è un male radicato da troppo tempo e credo che non otterrà nulla ". Le cose stavano esattamente come mi erano state dette. Altre volte, mentre esorcizzavo persone alla presenza di un sensitivo, mi veniva indicato da questi quali parti del corpo dovevo benedire con la stola o ungere con l'olio, perché particolarmente colpite; e alla fine l'interessato affermava l'esattezza dei punti in cui più forte sentiva il dolore. 

Potrei dilungarmi a lungo con esempi in questo campo. Posso dire che le persone da me scelte tra tantissimi che mi sono stati presentati come sensitivi, erano persone di molta preghiera, disinteressate, ricche di bontà e carità, soprattutto umili: se non avessi scoperto per caso o per informazione ricevuta da altri questo loro talento, esse mai me lo avrebbero detto. Di che cosa si tratta: di carisma? Di una facoltà paranormale? Io propenderei a credere che si tratti di un dono paranormale, che la persona usa per fare del bene. Ma non escludo che tale potere possa unirsi al carisma. Non ho visto in queste persone segni di stanchezza, come se subissero una perdita di energie. Ho visto però un progressivo fortificarsi di queste loro doti attraverso l'uso; e questo fa pensare che, alla base, ci possa essere una facoltà paranormale. Aggiungo anche che è difficilissimo trovare autentici veggenti o sensitivi; c'è invece una marea di persone che si ritiene tale e che viene stimata tale. Occorre avere gli occhi bene aperti! 
Guaritori. Intendo parlare di quelle guarigioni che avvengono comunicando una particolare energia, generalmente attraverso l'imposizione delle mani. Qui siamo in pieno campo del paranormale, che in Italia trova un valente studioso nel Prof. Emilie Servadio. Mi limito a dire, senza approfondire un tema che non è di mia pertinenza, che i guaritori non hanno alcuna influenza su mali di natura malefica; come, su questi mali, non ha nessuna influenza la medicina e la scienza umana. 
Pranoterapeuti. Anche questi, come i guaritori, negli ultimi anni si sono moltiplicati a dismisura. Non è mio compito dare spiegazioni sulla teoria del prana o del bioplasma. È tutto un campo su cui la scienza ufficiale studia, senza ancora accettarlo. Mi limito a riportare le conclusioni a cui giunge P. La Grua nel suo libro: La preghiera di guarigione. "Se le guarigioni avvengano per un'energia che il guaritore convoglia sull'ammalato, o per una carica psichica, o per lo stimolo di energie di riserva, è un fatto che queste guarigioni non hanno nulla a che vedere con le guarigioni carismatiche. In più, c'è il pericolo di un'infiltrazione spiritica. Ecco perché si richiede estrema prudenza". 
Ho conosciuto qualche pranoterapeuta veramente disinteressato, di fede, che mette le sue qualità a servizio degli altri con spirito di vera carità. Ma si tratta di mosche bianche "due su mille", mi diceva il noto esorcista di Venezia, Don Pellegrino Emetti. Ciò non toglie la cautela con la quale guardiamo alla pranoterapia. È soprattutto dai frutti e dai metodi, accuratamente studiati, che si riconosce la pianta. 
I maghi. Ne abbiamo già parlato a sufficienza. Ci basti ricordare come possano avvenire guarigioni per opera del demonio, magari sotto nome di entità extraterrestri o di anime guida. Gesù stesso ci mette in guardia: "Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti che faranno grandi portenti e prodigi, tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti" Matteo 24,24. Tutt'altra cosa dal potere diabolico è la pletora di falsi maghi, semplici ciarlatani e imbroglioni, che ingannano la gente dando talismani, nastri, sacchetti. Ho bruciato un foglio di carta da quaderno, con scritte parole incomprensibili, che avvolgeva una corda arrotolata: questo talismano è costato dodici milioni! Ma è venuto da me anche un uomo che, per avere un piccolo sacchetto di cianfrusaglie che avrebbero dovuto liberarlo da un sacco di guai, ha pagato venti milioni. 
Gli zingari. Credo utile spendere una parola anche su di loro perché ne incontriamo sempre nelle nostre contrade. Lascio stare quanto ho già detto a proposito dei cartomanti e degli imbroglioni. C'è un altro aspetto particolare che mi interessa, e preferisco introdurre il discorso con dei fatti. Ho esorcizzato una signora posseduta dal demonio; soffriva da molto tempo di vari disturbi, ma non pensava che la causa potesse essere quella. Una volta, avendo beneficato una ragazza zingara, si sentì dire da questa: "Signora, lei sta male perché le hanno fatto una fattura. Mi porti un uovo fresco". Glielo ha portato e la zingara ha posto l'uovo sul petto della signora, ha recitato una breve preghiera in una lingua sconosciuta in rom? e poi ha aperto l'uovo. Ne è uscito un serpentello. Dopo alcuni mesi la stessa signora ha avuto l'occasione di beneficare un'altra zingarella, di altra provenienza rispetto alla prima. Anche questa ha ripetuto quasi le stesse parole: "Lei, signora, soffre tanto e da tanti anni perché le hanno fatto una fattura. Bisogna che se la faccia togliere. Mi porti un uovo fresco". Questa volta la signora è ritornata in compagnia del marito. La zingarella ha posto l'uovo sul petto della signora, ha recitato una breve formula che pareva una preghiera e poi ha aperto l'uovo. Ne è uscito un ciuffo di capelli. 
Un mio amico medico a Roma, uscendo dalla basilica di S. Giovanni, è stato avvicinato da una zingara che chiedeva l'elemosina. In quel posto le zingare non mancano mai. Ha messo mano al portafoglio, pensando di dare mille lire; non ne aveva, aveva solo biglietti da diecimila. Pazienza; gliene ha dato uno. Quella zingara l'ha guardato e gli ha detto: "Lei è stato molto generoso con me; anch'io voglio farle del bene". Gli ha subito detto i disturbi di salute che aveva e che doveva curarsi il medico conosceva bene quei disturbi, ma... da medico, li trascurava. In più gli ha detto di una truffa che alcuni stavano preparando a suo danno, se non fosse ricorso ai ripari. Tutto vero. 
Come spiegare questi fatti? Non è facile. Certi zingari pare che abbiano dei poteri paranormali che si tramandano di generazione in generazione, da antica data. Si tratta però di casi eccezionali; comunemente presso gli zingari è molto praticata la magia e ogni forma di superstizione. Ce l'hanno nel sangue da secoli e se la tramandano da madre a figlia sono sempre le donne a praticarla. 
Aggiungo, in margine a questi fugaci cenni, che esiste sempre in agguato una tentazione: per i carismatici, per i sensitivi, e per gli stessi esorcisti tanto più per gli altri: quella di ricercare le vie più celeri alla guarigione, al di fuori dei mezzi sacri usuali, e di cadere più o meno involontariamente nella magia. Si incomincia a vedere, tanto per fare un esempio, che con un piattino pieno d'acqua, versandoci gocce d'olio e pronunciando dei nomi, si ottengono risposte, e così si da inizio a una catena di pratiche magiche. Ho visto dei carismatici passare a pratiche di magia e poi ritirarsene; ma non tutti sono capaci di tornare indietro. E ho visto anche sacerdoti non esorcisti usare certi metodi di successo, senza accorgersi di fare vera e propria magia. Il demonio è furbo: è sempre disposto a promettere i regni della terra se ci prostriamo ad adorarlo! 

Don Gabriele Amorth

Commento all‟Apocalisse



Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

Capitolo Primo 

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Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve, e che egli fece conoscere con l‟invio del suo Angelo al suo servo Giovanni. 

VII. Vers. 4. Giovanni alle sette Chiese che sono nell‟Asia. Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire: e dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. 
Vers. 5. E da Gesù Cristo, che è il testimone fedele, il primogenito di tra i morti, e il Prin- cipe dei Re della terra, il quale ci ha amati, e ci ha lavati dai nostri peccati col proprio sangue. 
Vers. 6. E ci fatti regno e sacerdoti a Dio suo Padre: a lui gloria e impero pei secoli dei secoli, e così sia. 
Vers. 7. Ed ecco che egli viene colle nubi, e ogni occhio lo vedrà, anche coloro che lo tra- fissero. E si batteranno il petto a causa di Lui tutte le tribù della terra. Così è. Amen. 
Vers. 8. Io sono l‟alfa e l‟omega, il principio e il fine, dice il Signore Iddio, che è, e che era, e che è per venire, l‟onnipotente. 

L‟Asia , di cui si parla, è una provincia dell‟Asia maggiore, dove v‟erano sette città, sedi d‟altrettante Chiese, con sette vescovi, la cui capitale era Efeso. San Giovanni scrisse e inviò il libro dell‟Apocalisse a queste sette Chiese, che gli furono affidate nella divisione degli Apostoli. Il numero sette, tra gli altri significati, indica bene l‟universalità di tutte le Chiese. S. Giovanni, volendo catturare la loro benevolenza, così che lo ascoltino e leggano, inizia col salutarle, anteponendo umilmente il suo semplicissimo titolo e nome, con le parole Giovanni alle sette Chiese ecc. Il suo nome, infatti, ovunque era udito, era graditissimo e riempiva di gioia spirituale. 

VIII. Al saluto segue l‟invocazione dei beni, come suole avvenire quando si cerca d‟attirare la benevolenza del lettore: Grazia a voi e pace, cioè, prego Dio che otteniate la grazia di perseverare nel bene, la consolazione nelle avversità, la fortezza nelle difficoltà, la pace interiore, l‟unità degli animi e della fede internamente ed esternamente, e il riposo eterno, che sono tutti doni di Dio, come insegna San Giacomo: Ogni bene dato e ogni dono perfetto viene dall’alto, scendendo dal Padre dei lumi (I, 17). Aggiunge subito la fonte della vera pace e della grazia, dicendo: Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire. Con queste parole viene a noi indicato, capaci di conoscere le cose solo discorsivamente, attraverso la diversità del tempo presente, passato e futuro, Dio, origine d‟ogni bene, e la Sua perfezione ed autorità. Il loro significato è pertanto questo: Grazia a voi e pace da Dio, che è ora, che era dall‟eternità, e che sta per venire per il giudizio per vincere con i suoi beati in eterno per sé, in sé, da sé e grazie a sé. 

IX. E dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. Con i sette spiriti s‟intendono i doni dello Spirito Santo, che nel giorno della Pentecoste s‟effuse in sette forme sugli Apostoli, venne inviato in tutto il mondo, e da cui discende sulla Chiesa ogni grazia e vera pace. Benché infatti lo Spirito Santo, in quanto vero Dio, sieda in trono con il Padre e il Figlio nella medesima gloria e maestà, qui si dice tuttavia che è davanti al Trono, per la settiforme largizione dei suoi doni e grazie spirituali, che, secondo l‟eterno beneplacito della Sua volontà, ci vengono donati in vista della nostra salvezza. Allo stesso modo si dice della seconda Persona del Figlio: Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo. S‟intende poi con l‟espressione sette Spiriti l‟universalità degli Angeli, che dinanzi al Suo Trono sono pronti e incaricati da Dio fino alla fine del mondo come amministratori della grazia per la nostra salvezza, il governo e il soccorso della Sua Chiesa e dei Prelati, come la volontà della divina Bontà ordinò loro di fare nei diversi tempi dall‟eternità. 

X. E da Gesù Cristo che è il testimone fedele della gloria, maestà e verità del Padre. Testimone fedele della divina predicazione del Verbo, dei Suoi miracoli, dell‟effusione del Suo sangue prezioso, fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò è il primogenito tra i morti, ossia il primo fra i risorti dalla morte, affinché fosse la causa e il testimone fedele anche della nostra futura resurrezione, dopo i gemiti e le lacrime in questa valle di pianti. E il principe dei Re della terra, ossia: Principe delle potestà terrene, col potere di rimuoverle, sia ad utilità dei suoi eletti, che a castigo dei peccatori, loro permettendo di incrudelire e sovrastare, il che indicò in S. Matteo a consolazione della sua Chiesa, con le parole: Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (XXVIII, v. 18). Il quale ci ha amati da prima, essendo suoi nemici, e ci ha così amati da lavare i nostri peccati sia originali che attuali nel suo sangue innocente, del quale i nostri peccati furono per così dire i traditori e gli assassini. Nel suo sangue, poiché il sacramento del Battesimo e della Peni- tenza, con cui sono cancellati i peccati originale e attuale, traggono la loro efficacia dalla sua passione benedetta. Che ci ha fatti regno e sacerdoti: noi infatti eravamo dispersi ed espulsi dal Paradiso, il regno di Dio, e tenuti schiavi dalla catene dei nostri peccati, nella schiavitù del diavolo, ma Cristo nostro Re ci ha raccolto, e costituiti in un regno ossia in un principato monarchico, la Chiesa Cattolica, un regno santo, ammirevole, potente, su cui le porte dell‟inferno, per quanto s‟accaniscano, mai prevarranno. E ci ha fatti regno, poiché ci ha costituito sotto la santa legge del regno celeste, affinché Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo regni sopra di noi. Noi, infatti, siamo popolo suo per obbedienza, ed egli nostro Re per comando. E ci ha fatti regno, ossia volle farci cittadini del regno celeste, di modo che ormai non siamo più stranieri e ospiti, ma concittadini dei santi e amici di Dio, sopraedificati sul fondamento degli Apostoli, dei profeti e della stessa somma pietra angolare Cristo Gesù. E sacerdoti che offrono con Cristo ogni giorno sull‟altare della Santa Croce come sacrificio infinitamente santo e gradito, non il sangue di vitelli, ma il Suo prezioso corpo e sangue, sui cui gli Angeli bramano guardare, e grazie al quale si placa l‟ira di Dio contro noi peccatori. E sacerdoti, che più non si saziano, come nell‟Antico Testamento, della carne dei vitelli o della manna celeste, ma del prezioso corpo e sangue di Gesù Cristo, l‟Agnello Immacolato, che si offre a noi tutti in cibo e bevanda spirituale. E sacerdoti che offrono per lo stesso Dio accettabili vittime di lode, ossia a tutta la Santissima Trinità e al Padre suo, alla cui gloria il Figlio tutto ordina. A Lui gloria in se stesso e impero sopra ogni altra cosa, per i secoli dei secoli, ossia per l‟eternità. Amen, così sia. 

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Traduzione dal latino di Nicola Dino Cavadini

La santità sacerdotale



Un insegnamento sotto l’egida di san Tommaso

Tutta la filosofia canta la gloria di Nostro Signore Gesù Cristo, che ha creato le cose di questo mondo. La filosofia non è altro che la scoperta delle meraviglie che Dio ha fatto nel mondo, nel mondo materiale, nel mondo spirituale e nel mondo celeste, perché l’apice della filosofia, è la teodicea, è lo studio di Dio, di tutti gli attributi meravigliosi di Dio65. La teodicea ci fa conoscere il Creatore, Colui che è per se stesso, mentre noi non siamo che per Lui66. Il tutto di Dio ed il niente dell’uomo, è un soggetto di meditazione che i seminaristi dovranno seguire per tutta la vita e che dovranno manifestare al tempo stesso nella loro predicazione e nel loro comportamento. La filosofia in definitiva è quella luce del Verbo di Dio che illumina i seminaristi durante i propri studi.

Bisogna studiare e meditare le verità della filosofia alla luce della fede. In effetti, anche delle verità naturali sono oggetto di fede67. Le prime parole del Credo sono proprio delle parole che affermano delle verità della filosofia e quindi della ragione naturale: “Io credo in Dio, Creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. La filosofia si riassume in questo. In definitiva, è tutta la teodicea68.

Dopo gli studi di filosofia, la teologia69 ci fa scoprire la Santissima Trinità, Nostro Signore, l’Incarnazione, la Redenzione, la Chiesa, i sacramenti: delle meraviglie che dovrebbero catturarci sempre di più ed aumentare la nostra carità70.

Che cose grandi, che cose belle, dovranno insegnare ai bambini ed ai fedeli i seminaristi, una volta diventati sacerdoti, per tutta la vita, la grandezza, la magnificenza della misericordia del buon Dio, della bontà di Dio per noi!

I seminaristi che si avvantaggiano dell’insegnamento tradizionale devono ringraziare Dio di far compiere loro questi studi sotto l’egida di san Tommaso d’Aquino, quel gran dottore che è stato posto a modello di scienza e di saggezza per tutti quelli che fanno degli studi ecclesiastici71. Quando pensiamo a cosa siano oggi gli studi in molti seminari e anche nelle università cattoliche…

 Essi dunque devono approfittare di questi anni di studi perché, più tardi, in mezzo alle loro occupazioni pastorali, non sarà loro quasi più possibile dedicarsi a questi libri72.

Possiamo dire che tutti gli studi del seminario fanno comprendere meglio ai seminaristi Dio e Nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, e tutta la Redenzione. Tutta la teologia ruota intorno a Nostro Signore Gesù Cristo, alla sua Messa ed alla sua Croce. Tutta la filosofia è in qualche sorta il sostrato, il piedistallo su cui è elevato il Sacrificio della Messa. Tutti gli studi sono orientati in questo senso. La sintesi della formazione dei seminaristi durante i loro anni di studio, è l’altare, è il Sacrificio della Messa73.

Mons. Marcel Lefebvre

Papa Leone XIII sugli angeli e il rosario



Pregare con i santi angeli

9. preghiamo gli angeli e gli uomini santi, non che Dio possa imparare la loro richiesta attraverso di loro, ma che con le loro preghiere e meriti le nostre preghiere possano essere efficaci. Pertanto, nell'Apocalisse si dice (viii., 4): "Il fumo dell'incenso delle preghiere dei santi saliva davanti a Dio dalla mano dell'angelo" (Summa Theol. 2a tae, q. Lxxxiii. A iv.).
10. Ogni volta che, recitando il Rosario, meditiamo sui misteri della nostra Redenzione, così spesso emuliamo in qualche modo i sacri doveri una volta affidati alle schiere angeliche. Gli Angeli rivelarono ciascuno di questi misteri a suo tempo; hanno giocato agran parte in loro; erano costantemente presenti a loro, con espressioni indicative ora di gioia, ora di dolore, ora di esultanza trionfante. Gabriele fu inviato per annunciare l'Incarnazione della Parola Eterna alla Vergine. Nella grotta di Betlemme, gli angeli cantavano la gloria del neonato Salvatore. L'Angelo diede a Joseph il comando di volare con il Bambino in Egitto. Un angelo consolò, con le sue parole amorevoli, Gesù nel suo sudore sanguinante nel giardino. Gli angeli annunciarono la sua risurrezione, dopo aver trionfato sulla morte, alle donne. Gli angeli lo portarono in cielo; e predisse la sua seconda venuta, circondata da schiere angeliche, alle quali assocerà le anime degli eletti e le porterà in alto con sé nei cori celesti, "sopra i quali è esaltata la Santa Madre di Dio". A quelli, quindi, che fanno uso delle pie preghiere del Rosario in questa Sodalità, possono essere ben applicate le parole con cui San Paolo si rivolse ai nuovi cristiani: "Siete venuti sul Monte Sion e nella città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste e alla compagnia di molte migliaia di angeli "(Eb. XII., 22). Cosa più divino, cosa più delizioso che meditare e pregare con gli Angeli? Con quale fiducia non possiamo sperare che coloro che sulla terra si sono uniti agli Angeli in questo ministero apprezzeranno un giorno la loro beata compagnia in Paradiso? 
- da Augustissimae Virginis Mariae (1897) 

"LA MADONNA AMA FARSI PREGARE"



"La Madonna ama farsi pregare”. Con questa affermazione la piccola Bernadette spiegava perché aveva dovuto chiedere ben quattro volte alla bella Signora come si chiamava, prima che le rispondesse di essere l’Immacolata Concezione.
Perché la Madonna ama farsi pregare? Lo fa perché è una buona pedagoga e una mamma piena di sapienza. Facendoci aspettare nelle risposte, la Madonna ci fa esercitare nella virtù della fede e nella pratica della preghiera. Perseverando in questo esercizio, cresciamo nella fiducia e nell’abbandono e ci rendiamo conto che la risposta del Cielo è un dono di grazia.
*La Madonna ama farsi pregare affinché prendiamo coscienza…*
Così prendiamo coscienza di essere delle creature che non hanno nulla da esibire se non la propria miseria e che hanno tutto da sperare dalla divina misericordia. Nell’attesa piena di speranza le nostre richieste si affinano e comprendiamo che la cosa più importante da chiedere è la grazia inestimabile della conversione.
Con essa ci viene donato in sovrappiù tutto quel “resto” terreno al quale siamo fin troppo attaccati.
La Madonna ama farsi pregare…
*Maria è una sapiente educatrice*
perché abbiamo spesso l’impressione di non essere ascoltati? Che cosa fa la Madonna dopo che noi l’abbiamo pregata e Lei ci ha ascoltato col cuore traboccante di amore? Chiediamoci che cosa accadrebbe se la Madonna ci rispondesse subito, con la stessa rapidità con cui usiamo il telecomando per cambiare un programma televisivo.
Non c’è dubbio che la nostra fede e la nostra vita spirituale ne risulterebbero danneggiate. Invece di essere grati per la grazia donataci con tanta generosità, incominceremmo a pensare che noi siamo persone privilegiate, le quali, appena parlano, trovano il Cielo pronto a correre in loro soccorso.
Invece della gratitudine nel cuore si farebbe strada l’autocompiacimento e invece dell’umiltà la presunzione. Invece di sentirci dei mendicanti bisognosi di misericordia, incominceremmo a sentirci onnipotenti, come quei bambini capricciosi che impongono ai malcapitati genitori la legge del “tutto e subito”.
Ciò non toglie che la Madre possa rispondere subito e secondo le nostre richieste, ma ciò accade piuttosto raramente, perché l’uomo si dimentica presto della sua dimensione di indigente senza meriti.
*Maria è una madre che risponde*
quando i figli si rivolgono alla Madre celeste possono essere certi di trovarla sempre pronta ad ascoltarli col cuore. Però non di rado abbiamo la sensazione che le nostre domande cadano nel vuoto. Noi eleviamo le nostre preghiere e gridiamo il nostro bisogno di aiuto, ma nulla sembra muoversi.
La Madonna è forse insensibile o incapace ad aiutarci, come accade spesso alle nostre madri ? Maria è una madre che non ha problemi a tendere prontamente la sua mano ai figli che si rivolgono a Lei. La Madre di Gesù ha un potere assoluto sul Cuore del Figlio e non vi è grazia che Lei non possa ottenere.
Tutto ciò che chiede il Figlio gliela concede, fosse pure il cambiamento dell’acqua in vino a un banchetto di nozze. Non c’è madre terrena che non faccia tutto il possibile per accontentare i suoi figli nelle loro richieste.
La Madonna è più madre di tutte le madri e possiamo essere certi che non finge di non sentire quando bussiamo alla porta del suo Cuore materno.
*Padre Livio Fanzaga*

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



L’Albero delle devozioni.

Avevo appena finito di leggere un articoletto, firmato da un certo Padre ***, cappuccino, che parlava della devozione allo Spirito Santo. Presentava questa devozione come “La Devozione delle devozioni”. La suddetta devozione, diceva l’articolo, è la prima in assoluto, e merita, rispetto alle altre, la precedenza totale . L’articolo mi aveva talmente sedotto, che mi ero messo a fare subito quello che l’autore del testo diceva di fare: pregare lo Spirito Santo, Lui, sempre Lui,  soltanto Lui. La mia coscienza era tranquilla, dato che la devozione allo Spirit o Santo era diventata per me la “Devozione delle devozioni”, come voleva quel caro Padre, autore dell’articolo.

Qualche tempo dopo mi si presenta l’occasione di pregare il mio Angelo custode.  Non ne sono più capace perché convinto che non devo più “sprecare” il mio tempo  con devozioni che non siano quella dello Spirito Santo: “la Devozione delle devozioni”. Sono convinto che lo Spirito Santo sia più importante, più prezioso, più  degno di encomio di tutti gli Angeli custodi messi insieme. Mi astengo quindi d al pregare l’Angelo perché ho il “santo” obbligo di consacrare tutte mie preghiere allo Spirito Santo.

Passano altri giorni, e le circostanze suggeriscono una novena in suffragio dell e anime del Purgatorio. Io la sostituisco con una novena allo Spirito Santo. Qualche tempo dopo avviene la stessa cosa con un’altra novena. La stessa cosa accade con tutte le mie pratiche di pietà, eccetto la santa Messa e il santo Rosario,  che offro comunque allo Spirito Santo, e in fretta, onde scongiurare ogni rischio di dimenticanza. Per diversi mesi prego solo lo Spirito Santo, ma ad un certo momento un dubbio inizia a spuntare nella mia mente. Mi sembra che il mio modo  di agire nasconda una mezza forma di squilibrio. Io, vittima di un’esagerazione?  ... A dire il vero non riesco ad escluderne del tutto la possibilità, anche se  la cosa mi ripugna. Allora chiedo consiglio. A chi? Alla “logica”, la mia cara logica, un’amica di casa. La mia “logica” mi conferma la legittimità dei miei sospetti, ma tutto finisce lì.

Arriva il 27 dicembre, festa del mio santo Patrono. Approfittando di un momento  di calma, favorevole al dialogo, riprendo il discorso con la mia “logica”, e le  dico: «Sono arrivato al punto che mi sento colpevole se prego il mio santo Patrono. Secondo te è normale?»  Risposta: «Ti comporti come se io fossi il Padre eterno, ma io non sono divina. Perché non lo chiedi allo Spirito Santo?»  Ed io, in  tono di scusa: «Accipicchia, è vero. Hai ragione. Come mai non ci ho pensato prima? Comincerò oggi stesso. »

La sera dello stesso giorno mi metto alla presenza dello Spirito Santo, in ginocchio. Penso a quello che a scuola mi hanno sempre insegnato su di Lui, e cioè che il suo compito è di mettere ordine là dove c’è disordine, non il contrario. Chiarisco il concetto, Glielo presento come a Chi di dovere, aggiungo che il mio modo di pensare è come quello dei miei insegnanti, e termino con una preghierina  con la quale invoco pace per la mia anima ed equilibrio per la mia mente.

Passano tre secondi, e lo schermo della mia immaginazione si apre sulla figura di un bellissimo albero, splendido all’inverosimile. La cosa più sorprendente, per me che sono goloso, è che l’albero è carico di frutta di tutti i generi. Ci sono mele, pere, ciliege, ma l’albero non è nè un melo, nè un pero, nè un ciliegio . Ci sono pure arance, mandarini, banane, fichi, datteri, pesche, albicocche, uva, frutti tropicali! Tutti questi frutti sono maturi e molto appetitosi. Ma a a mma, che meraviglia! Con un albero del genere nel mio giardino non troverei mai  il tempo di annoiarmi!

Prima che mi sfiori l’idea di pensare ad altro, una voce immateriale mi raggiunge dicendomi: 

«Bello. So che lo trovi bello. Questa immagine è per rispondere ai tuoi interrogativi. I frutti che vedi pendere dall’albero rappresentano le varie devozioni.  L’Albero sono Io, lo Spirito Santo. Quando ti senti spinto a prendere uno di questi frutti, e a mangiarlo, non sentirti in colpa. Non mi offendi se mangi di questi frutti, che sono tutti miei. Essi provengono da Me, sono tutti miei, tutti  parte di Me, e sono Io che li offro. Nulla tuttavia ti impedisce di continuare a  prender cura dell’Albero, a zappare un po’ all’intorno, a portargli acqua, a proteggerlo. Gli puoi anche parlare. Queste tue cure renderanno i suoi frutti ancora più appetitosi e ricchi di vitamine di ogni genere, e tutto ciò aumenterà la salute della tua anima. L’anima ha bisogno di nutrirsi tutti i giorni, come il corpo. Lo sai già, vero? ... »  

Silenzio da ambedue le parti. Poi: «Non ti sembra esatto quello che dico?» 

«Certo che mi sembra esatto! Certissimo. ... »

È mai possibile che lo Spirito Santo ci ami tanto da voler qualche volta giocare  con noi, divertirsi, scherzare un po’. Mezzo imbronciato gli rispondo:

«E perché avete permesso all’autore di quell’articolo di penetrare con le sue grosse dita nel “codice genetico” delle mie idee, e di crearvi quello squilibrio,  quegli spostamenti? Perché mai l’avete lasciato fare? … Oooh! Per prepararmi a ricevere le vostre spiegazioni! Insomma volevate essere sicuro che le avrei capite bene, capite del tutto, e a fondo. Mmm … Devo credere?».

Un bellissimo silenzio.

di: Johannes De Parvulis