lunedì 11 maggio 2020

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



Una vocazione tardiva (1805-1809).  
Giovanni Maria Vianney a vent'anni.  

* * * 
I progressi di Giovanni Maria durante parecchi mesi furono quasi nulli, ma ciò non ostante egli continuava il lavoro con una intensità impressionante, sostenuto dalla preghiera e dalla mortificazione. La sua nutrizione era misera e sul suo viso non tardarono ad apparire i segni rivelatori dell'esaurimento delle sue forze.  

La zia Humbert, insufficiente a portare a lui un aiuto personale, pensò bene di interessarne il parroco di Ecully; ma l'abate Balley, sacerdote di vita austerissima, non vi aveva badato soverchiamente. «Era - come lo si è descritto - un uomo che avrebbe avuto bisogno di maggiore nutrimento degli altri e che tuttavia digiunava con estremo rigore» 10. «Ricordati, figlio mio, - disse egli a Giovanni Maria. - che bisogna senza dubbio pregare e fare penitenza, ma che bisogna anche nutrirsi e non rovinare la salute».  

Era vicina una crisi d'anima, il cui scioglimento poteva essere fatale. Non v'ha dubbio che la prova di ogni giorno era ben grave per la sua anima spossata, sulla quale la tentazione era scoppiata come l'uragano. Ne seguì per lui, povero studente, un penoso disgusto per tutto ciò che un giorno aveva fatto parte dei suoi sogni ed il suo pensiero ritornò al focolare ed ai campi paterni, ai lavori nei quali col vigore della sua salute aveva conseguito risultati migliori. «Ritornerò a casa mia!» disse in un'amara confidenza al Curato Balley, non meno accorato del suo condiscepolo.  

Uno sguardo era bastato al vecchio maestro perché potesse penetrare nell'anima del suo allievo e leggerne l'intima pena, ma egli sapeva anche quale prezioso tesoro aveva in custodia e gli rispose così: «Dove vuoi andare, mio povero figliuolo? In cerca di dispiaceri?... Tuo padre non desidera che di averti presso di sé; trovandoti così infastidito, ti terra a casa ed allora addio progetti!... addio sacerdozio!... addio anime! 

Addio anime!... Oh, questo mai! Dio non lo permetterebbe. Un tale richiamo di ricordi, il sacerdozio, la salvezza dei peccatori, la messe abbondante, la mancanza di mietitori 12 bastò a scongiurare la dolorosa crisi, né il demonio dello scoraggiamento osò mai più avvicinare quest'anima pura.  

La memoria di lui rimaneva tuttavia quanto mai labile e, secondo la sua stessa testimonianza, non gli riusciva di ritenere nulla. Si rendeva conto del pericolo e per commuovere il Cielo ed affrettarne i divini aiuti, ricorse ad un mezzo eroico, facendo voto di pellegrinare a piedi, mendicando il suo pane nell'andata e nel ritorno, fino al Santuario della Louvesc, vicino alla tomba di San Francesco Regis, apostolo del Velay e del Vivarais.  

 Si era al 1806, durante la bella stagione. Da Ecully al villaggio della Louvesc vi sono circa cento chilometri. Non ostante l'austerità d'asceta, Giovanni Maria rimaneva sempre vivace e vigoroso, e nel fervore del suo progetto non prevedeva che il suo vigore stesso poteva procurargli delle ripulse. Dopo la S. Messa e la S. Comunione partì col bastone in una mano ed il Rosario nell'altra; camminò a lungo, ma dovette infine cedere agli stimoli della fame e della sete, che incominciavano a farsi sentire e si fermò alla soglia di una casa. Che  cosa voleva questo vagabondo? Con la sua aria da santo non meditava forse una cattiva sorpresa? E la sua storia non era affatto inverosimile? I suoi studi? San Francesco Regis? Chi sarà abbastanza ingenuo da credergli? Non si aveva piuttosto, sotto le apparenze di un tranquillo pellegrino, un soldato disertore, un renitente in cammino per le frontiere di Savoia e di Piemonte? Per questo, il giovane viaggiatore fu trattato come un goloso, un poltrone, fu respinto da ogni porta, e lo si minacciò anche di consegnarlo ai gendarmi 13.  

Avrebbe potuto procurarsi il vitto sufficiente, perché, ad ogni eventualità, aveva portato seco del denaro; ma, fedele al suo voto, non volle comperare nulla14, e proseguì il cammino nutrendosi di erbe e dissetandosi all'acqua delle fontane, finché vinto dalla stanchezza, che gli causava una specie di stordimento, e sfinito dalla fame, aprì il cuore alla speranza ed osò entrare in una casa... Lo ricevette una donna che stava svolgendo un gomitolo, la quale, appena vistolo, gli presentò il filo, domandando gli di tirarlo fin fuori della casa. Giovanni Maria credette si trattasse di rendere un servizio e prese il filo, ma appena fu sulla soglia vide chiudersi la porta ... 15. La notte seguente non poté trovare rifugio presso nessuno e fu costretto a riposarsi all'aperto.  

Fortuna volle che incontrasse più lungi anche persone dal cuore meno duro, le quali gli diedero in elemosina qualche pezzo di pane, che gli permise di arrivare estenuato, ma felice, per vie impraticabili, fino al celebre santuario della Louvesc, situato a 1100 metri di altitudine in mezzo alle montagne dell'Haut-Vivarais.  

Giunto al villaggio, suo unico pensiero fu di inginocchiarsi davanti al corpo del Santo 16 per dire il motivo del suo duro viaggio: ottenere «la grazia di sapere abbastanza il latino per studiare la teologia». Questa grazia la ricevette, ma misurata, ridotta, appena sufficiente. Iddio, che ha i suoi disegni su tutte le anime, voleva mettere alla prova la fede del suo servo per prepararlo a combattimenti più eroici.  

Il devoto pellegrino venerò i luoghi che erano stati resi illustri dalla presenza di San Francesco Regis. Attraversò pregando la vecchia chiesa dalla volta a cassettone 17, dove l'apostolo del Vivarais, tormentato da altissima febbre, aveva dato una missione nel Natale del 1640, doppiamente zelante per la salute dei peccatori, perché riteneva essere quella l'ultima sua opera di bene. Il 26 dicembre, divorato dalla sete, l'intrepido apostolo, dopo di avere confessato e predicato dal mattino fino alle due del pomeriggio, aveva celebrato la sua Messa, per poi ritornare di nuovo a confessare sotto una finestra senza vetri, e dopo un poco di tempo aveva perso i sensi. Lo si era portato al presbiterio per poterlo riscaldare, ma, appena riacquistati i sensi, era ritornato al suo confessionale. Circa la mezzanotte del 31 dicembre seguente moriva per etisia ulcerosa, che lo tolse alla terra, nella ancora giovane età di quarantatré anni. Quali esempi e quali incoraggiamenti per Giovanni Maria! Si lasciava impressionare ed entusiasmare da questa lezione, percorrendo la venerata chiesa e l'antico presbiterio, senza minimamente sospettare che verrebbe un giorno in cui altri pellegrini verrebbero alla sua chiesa ed al suo presbiterio per raccogliere insegnamenti simili.  

Alla Louvesc si confessò e ricevette l'Eucaristia. L'aveva accolto un padre gesuita al quale, aprendo il Cuore con piena confidenza, non nasco e che il voto di mendicare durante il cammino gli aveva reso il viaggio molto penoso. Per mantenere la promessa fatta a Dio doveva ancora andare incontro ai medesimi rischi ed ai medesimi affronti anche nel ritorno? Il confessore fu di avviso contrario e gli commutò il voto, colla condizione che durante il ritorno facesse l'elemosina invece di riceverla 18. Fedele a questo indirizzo, rifece il viaggio a piedi, pagando ovunque il suo pane ed il suo  alloggio, e fu generoso verso tutti quelli che imploravano la sua carità. Questo nuovo modo di santificare il suo viaggio gli fu così gradito che un giorno dirà: «Ho esperimentato la verità di quella parola del Vangelo: È meglio dare che ricevere» 19. Ed aggiungeva: «Io non consiglierei mai a nessuno di fare il voto di mendicare» 20.  

Le noie di un tale viaggio gli fecero toccare con mano le miserie della povertà senza rifugio e lo resero sempre più indulgente e più compassionevole verso i poveri erranti della strada 21  
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Canonico FRANCESCO TROCHU 

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Mai scostante con i tuoi figli... Come sul Cuore di Maria, così sul tuo cuore materno si rifugi l'anima dei tuoi figli e trovi in te il conforto. Non ti rendere mai scostante. Non essere per loro oggetto di critica: essi devono vedere in te la sapienza, l'equilibrio, la maestà, il rifugio di pace, l'amore più puro. Dona loro in retaggio il ricordo della tua fede e della tua preghiera: sono i brillanti più fulgidi della tua vita.

don Dolindo Ruotolo

Cari figli, il cielo e la terra presto si uniranno e il dolore sparirà, perché il Paradiso lo assaporerete.



Trevignano Romano 8 maggio 2018

Amati figli del mio cuore immacolato, grazie per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Figlia mia, desidero, che tu dica ai sacerdoti di non aver paura, le ore della persecuzione sono arrivate, ma voi aggrappatevi a mio Figlio Gesù e continuate ad evangelizzare sempre la verità. Cari figli, il cielo e la terra presto si uniranno e il dolore sparirà, perché il Paradiso lo assaporerete. Io vi amo, perché voi  siete i miei figli cari e le mie lampade accese, andate avanti e testimoniate la vostra fede sempre. Ricordate, dove c'è Dio, c'è amore e dove c'è amore, c'è la carità. Ora, vi benedico nel nome della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, il fuoco dello Spirito Santo scenda su di voi. Amen."

SULLA PREGHIERA



L’oggetto della meditazione 

La meditazione si basa sulla lettura, ma quale lettura è adatta per la meditazione? Le vite dei santi, i trattati spirituali dei dottori della Chiesa come sant’Agostino, san Bernardo, san Bonaventura; gli scritti dei mistici come santa Geltrude e santa Teresa, l’Imitazione di Cristo, ma soprattutto le opere sulla Vita e la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Dal tempo dei Padri del deserto, infatti, la lettura classica per la meditazione, alla quale san Benedetto ha dato il nome di Lectio Divina, è la Sacra Scrittura stessa. 

La Sacra Scrittura è l’opera più utile alla meditazione perché tratta direttamente dell’oggetto della preghiera, cioè Nostro Signore Gesù Cristo Stesso. Difatti in queste pagine ispirate e composte dallo Spirito Santo si trova Nostro Signore Stesso, nascondendosi nell’Antico Testamento sotto le figure le più pellegrine e le storie le più diverse, e rivelandosi nel Nuovo Testamento nella piena luce del giorno, perché è il fine proprio dell’Incarnazione di rivelare Dio a noi. 

Secondo il Deuteronomio (32.13) Dio vuole che il Suo popolo raccolga il miele dalla rupe e l’olio da una roccia durissima. Questa rupe da cui bisogna raccogliere la dolcezza è Nostro Signore Gesù Cristo; la roccia durissima su cui bisogna raccogliere l’olio, che è l’unzione della vera devozione, è ciò che manifesta Gesù Cristo, ossia il corpo della Dottrina Cattolica che nel suo splendore e nella sua inassalibile solidità assomiglia ad una roccia di diamante. Solo su questa base si può erigere quella casa o torre forte e stabile che è la preghiera fervente ed efficace. 

Se non meditiamo sul Signore Stesso, rischiamo di perderci nei sogni, nella sentimentalità, e nell’illusione. In una parola, la lettura adatta ci serve sia come oggetto di meditazione, sia come scudo contro le distrazioni. 

La Sacratissima Umanità di Gesù Cristo, la creatura la più perfetta e gloriosa di Dio, costituisce l’oggetto più nobile che l’intelligenza umana si può proporre, ed ad essa si applica la parola seguente del profeta Geremia (9.23): ‘Così, dice il Signore, non si vanti il saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco delle sue ricchezze, ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo: di sapere chi sono Io e di conoscere Me’. 

Meditando sulla Sacratissima Umanità di Nostro Signore ci uniamo a Lui e siamo portati a praticare tutte le Sue virtù come leggiamo nel libro della Sapienza (15.3): ‘Conoscere Voi, infatti, è giustizia perfetta, conoscere la Vostra potenza è radice di immortalità’. 

Ma oltre a questo, la meditazione sulla Sua Sacratissima Umanità ci porta alla Sua Divinità, la divinità di cui abbiamo tutti sete, e non c’è altra via a Dio, perché Nostro Signore Gesù Cristo Stesso ci dice: ‘Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me’. ‘Ego sum ostium’ dice il Signore: ‘Io sono la porta’. Egli è la porta per cui bisogna passare tramite i sacramenti e tramite la nostra preghiera per raggiungere Dio, per unirci a Dio, perché Egli è l’Uomo - Dio, e come ci dice san Paolo nell’epistola ai Colossesi (2.3-9): ‘In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità’. 

E così il Prefazio di Natale può essere inteso anche in riferimento alla preghiera mentale: ‘Per incarnati Verbi mysterium nova mentis nostrae oculis lux tuae claritatis infulsit: ut dum visibiliter Deum cognovimus, per hunc in invisibilium amorem rapiamur’: ‘per il mistero del Verbo Incarnato una nuova luce della Vostra gloria ha brillato agli occhi della nostra mente, così che, conoscendo Dio visibilmente, siamo rapiti tramite Lui all’amore delle cose invisibili’. 

Ogni azione, ogni parola che è simbolo di Nostro Signore Gesù Cristo, manifestato nella sacra Scrittura, ci porta ad imitarLo e ad unirci a Lui, ma niente fa questo con più grande potenza che la Sua Passione e Morte. In una parola, la meditazione di Cristo Crocifisso è il segreto della santità, come anche della vera devozione e gioia spirituale. Il profeta Isaia ci insegna: ‘Attingerete acque con gioia alle sorgenti del Salvatore ’. Le acque sono le lagrime della compunzione; attingerle alle sorgenti del Salvatore significa considerare le Sue Sante Piaghe, dalle quali si è riversato il Suo Sangue Preziosissimo in flutti sul mondo. 

Lasciando tutta la scienza umana imparata ai piedi dei maestri più illustri, l’apostolo Paolo dichiara di ‘non sapere altro se non Gesù Cristo e Questi crocifisso’, e la dottrina unanime di tutti i maestri della vita sovrannaturale, fin dall’origine del Cristianesimo, è che la meditazione sulla Passione del Signore è la pratica la più adatta per avanzare sulle orme della santità e per raggiungere la vera contemplazione.  

Scrive il venerabile Louis de Blois: ‘In essa si trova una dolce consolazione per l’anima, un incendio inestinguibile del Divin Amore, un balsamo per tutte le sofferenze, la sorgente dove attingiamo tutte le virtù e il modello di ogni perfezione’. 

Scrive s anta Camilla Battista da Varano: ‘La memoria della Passione di Cristo è come un’arca dei tesori celesti, una porta che dona l’accesso per entrare a gustare il glorioso Gesù, ed una perfetta maestra di tutte le arti spirituali: una fonte inesauribile d’acqua viva, un pozzo profondissimo dei segreti di Dio’. 

Meditiamo un giorno sulla Sua agonia nell’orto del Getsemani, un altro giorno sulla flagellazione, un altro sulla crocifissione; torniamo nel corso del giorno alla scena che abbiamo meditato la mattina e ricordiamo alle tre del pomeriggio ciò che ha fatto a quell’ora sul monte Calvario per amore nostro.  

Meditiamo sull’Uomo sofferente che è allo stesso tempo Dio, quell’immensa, eterna, incomprensibile, onnipotente Maestà Incarnata, secondo le parole attribuite a san Bonaventura: ‘Passiamo dalla porta della Sua umanità per raggiungere la Sua divinità, affinché possiamo conoscerLo e amarLo in tutto ciò che ha detto, ha fatto e soprattutto in tutto ciò che ha sofferto; non aveva altra intenzione che questo: di mostrarci quanto ci ama e di chiamarci ad amarLo in cambio della nostra eterna beatitudine’. 

Padre Konrad zu Loewenstein

STORIA UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA



DAL PRINCIPIO DEL MONDO FINO AL Dì NOSTRI

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DELL'ABATE ROHRBACHER

Molto presto ci sarà una grande carestia. Beati coloro che hanno raccolto i frutti del loro giardino, perché possono vivere delle provviste. Non saranno in grado di spiegare che un altro tempo è sorto.



1 maggio 2020 - Festa della Madre e dello Sposo di San Giuseppe  


 Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 Oggi, il primo maggio, nella festa della Madonna e di San Giuseppe, abbiamo celebrato una degna e sacra Messa sacrificale in rito tridentino secondo Pio V. 

Miei amati figli, voglio anche che veneriate il mio Sposo, San Giuseppe, perché lo amo molto, perché è sempre stato al mio fianco e l'ho amato molto e il Bambino Gesù ha venerato molto anche il suo padre adottivo. Non potrei immaginare un padre più caro per il mio unico figlio di Dio. Ha dato al mio bambino Gesù tutto l'amore possibile e il bambino Gesù ha restituito il suo amore. 

Per questo tutti noi vogliamo celebrare e onorare la Madre e San Giuseppe in questo giorno. 

Miei amati figli, voi avete sempre portato gioia al Padre Celeste. Avete preso la strada giusta e avete superato anche le difficoltà più grandi. 

Ora, miei cari e fedeli, avete tutti portato pesanti croci. Non disperate, perché è vicino il tempo in cui mio Figlio, il Figlio di Dio, apparirà in grande potenza e gloria. Sarete invidiati perché avrete una protezione completa. Non può succederti nulla.  Supererete le difficoltà perché non sarete oppressi dalla paura e dal panico di Corona. In questo modo si può reagire in modo sicuro e con calma. 

Perché indossi ancora la maschera? Perché questo è diventato un dovere? Il test Corona sarà presto obbligatorio, così come una vaccinazione obbligatoria. Lo vedrai Darò una certezza per i miei fedeli, che mi sono sempre stati obbedienti, che puoi evitare questo obbligo di vaccinazione. 

Miei cari, vi prego di prestare attenzione ai segni del cielo. Vi mostreranno che il mio intervento è a portata di mano. Ci sarà un violento uragano e poi un tremendo terremoto. Molte persone che non credevano nel soprannaturale saranno prese dal panico, altre cadranno in faccia e altre ancora non lo sopporteranno e moriranno. In alcuni punti una grande palla di fuoco rotolerà sulla terra e non potrete evitarla.

Molto presto ci sarà una grande carestia. Beati coloro che hanno raccolto i frutti del loro giardino, perché possono vivere delle provviste. Non saranno in grado di spiegare che un altro tempo è sorto. 

Figli miei, non sentite che il diavolo sta esercitando il suo potere e vuole trovare in voi i suoi seguaci. Non cadete nel male, ma siate vigili e non dimenticate che il maligno è anche astuto.  Nelle vostre file cercheranno di dissuadervi dalla vera fede cattolica. Quindi siate vigili e recitate il rosario ogni giorno. Solo questo vi darà la sicurezza di sopportare le crisi di pericolo. Io, come vostra Madre, vi proteggerò se vi consacrerete al Mio Cuore Immacolato. La protezione e il supporto vi saranno poi forniti. 

Miei amati figli, se pregate non vi accadrà nulla. Sarete derisi e odiati perché quasi nessuno oggi vorrà sapere nulla della vera fede cattolica. Si vive in un completo isolamento.  Si percorre la via del conforto che il maligno ha in serbo per l'errante. 

Ma voi, Miei cari e fedeli del Padre Celeste, prenderete la vostra croce sulle spalle e la porterete volentieri. 

Mia cara piccola, sei sballottata come una pallina da gioco e a volte non sai cosa ti sta succedendo. Ma non indugiate, il Padre Celeste ha bisogno di questi sacrifici per la missione del mondo. 

Combattete figli miei, è giunto il momento per voi di dimostrare che siete i testimoni della vera fede. Un giorno sarete ammirati. Allora il Padre ricompenserà i suoi fedeli e maledirà gli ingiusti. Beati coloro che sono sotto la protezione dell'Onnipotente. Non gli accadrà nulla di male. Rallegratevi allora, perché avete sopportato fino alla fine e la ricompensa sarà vostra. 

Quanto si è amati, si può poi sperimentare nelle dimore eterne. La salvezza sarà tua per sempre. Parteciperete alla festa delle nozze eterne e le gioie eterne sono certe per voi, Miei amati figli. 

In questo tempo di caos in questo mondo, nessuno può aspettarsi che il prossimo si renda conto del valore di ciascuno. Ogni essere umano è un individuo e ha un compito speciale da svolgere nella vita. 

Oggi inizia il meraviglioso mese di maggio, quando si può costruire l'altare di maggio e regalare i fiori di maggio alla cara Madre. Questo vi darà grande gioia. I fiori di maggio possono essere portati anche in offerte speciali. Canta alla Madre molti bei canti mariani. Questo renderà il vostro cuore di nuovo gioioso e gioioso. È un tempo bellissimo che non bisogna lasciarsi sfuggire inutilmente. 

In questo periodo di crisi del coronavirus, ci vuole molta forza per sopravvivere a tutto, perché da tutte le parti si stanno apportando nuovi cambiamenti, e bisogna seguirli. Cercheranno di metterti in un angolo. Poi riceverete l'illuminazione su come dovreste comportarvi. 

Voi, miei amati figli, sentirete di essere amati in un modo molto speciale. Raggi di grazia emanano da voi, che i miscredenti sentono. Allora sarete invidiati per la vostra fede salda. 

Prendete anche il sacramento della penitenza questo mese. Anche questo vi darà la forza speciale di cui avete bisogno. 

Ora vi benedice con tutti gli angeli e i santi, specialmente con la vostra cara Madre Celeste e Regina della Vittoria e la Regina delle Rose di Heroldsbach e la Regina del Rosario di Mellatz nella Trinità nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. 

Non abbandonate la via della vera fede, perché solo essa offre una protezione speciale in questo tempo di crisi. 

Anne Mewis

SAN PIO V IL PONTEFICE DELLE GRANDI BATTAGLIE



IL SOVRANO DI ROMA 

L'incoronazione di Pio V ebbe luogo colla consueta solennità nella basilica di S. Pietro, il 17 gennaio 1566, anniversario della sua nascita. Ma se fu osservato il cerimoniale, gli usi che accompagnavano d'ordinario la cerimonia, furono alquanto modificati. E quantunque queste modificazioni fossero leggere, suscitarono tuttavia dei commenti, e sembrarono, nell'intenzione del Papa, il simbolo e l'annunzio d'un nuovo sistema di governo. 
   Al ritorno del corteo, gli ufficiali della milizia usavano gettare alla folla delle monete, allo scopo di associarla alla festa. Questa munificenza, accolta con entusiasmo, conciliava al nuovo eletto le simpatie del popolo; ma essa degenerò ben presto, provocando urtoni da tutte le parti e dando occasione a delle violenze. Talvolta ne seguivano morti. 
   Pio V soppresse quest'incentivo a disordini. Anziché eccitare i turbolenti e gli ingordi preferì un'equa distribuzione di larghi soccorsi fatti a domicilio alle famiglie povere. Il popolo approvò questa giusta ripartizione, e applaudi quando seppe che si era soppresso il sontuoso banchetto, solito a darsi agli ambasciatori, e che venivano distribuite a monasteri bisognosi le somme considerevoli destinate ai preparativi della tavola. 
   Gli ambasciatori non furono in questo d'accordo col popolo; ma Pio V, saputo del loro malcontento e delle loro critiche, si consolava - diceva - nella speranza d'essere un giorno meglio accolto da Dio in cielo. Per allontanare ogni sospetto di tirchieria, fece distribuire. quarantamila scudi d'oro ai cardinali che ne avevano maggior bisogno, a diversi personaggi ecclesiastici e ai servitori del conclave, ch'egli aveva visto prodigare i loro beni e le loro fatiche in servizio della Chiesa. 
   Edificati da questi primi atti del Papa, i romani deposero le loro apprensioni, e poterono constatare ben presto la cura che Pio V si prendeva di essi e dell'abbellimento della città. Il suo spirito di pietà non l'assorbiva dunque al punto da fargli dimenticare gli interessi della terra. Diversi lavori del tutto profani,da lui fatti eseguire in varie parti della città, attestarono molto bene la sua munificenza. 
   Condusse a termine le mura di cinta di Borgo, restaurò un bastione di Castel S. Angelo, costruì diversi ponti, e con spese ingenti riparò l'antico acquedotto, che da Sulmona recava 1'acqua vergine alla fontana di Trevi, fresca, limpida, abbondante. 
   Durante il primo anno del suo pontificato (9 settembre 1566) fece edificare manifatture di lana e seta, simili a quelle di Firenze, per avviare il popolo minuto all'industria, e migliorarne i costumi col toglierlo alla vita oziosa. Costruì fortezze sulle coste dell'Adriatico e fortificò le città di Ancona e di Civitavecchia. 
   Nonostante la sua attività, Pio V non poteva da solo portare il peso d'una amministrazione tanto complicata. I cardinali gli fecero intendere, che aveva l'obbligo di associarsi nel governo un membro della sua famiglia, ma lo trovarono molto restio a fare un simile passo; poiché se la condotta esemplare di San Carlo Borromeo creava un precedente favorevole, era ancora troppo vivo il ricordo dei Caraffa, per non nutrire dei timori che si ripetessero i medesimi tristi esempi. 
   Quanti altri nipoti di Papi avevano coi loro intrighi e disordini scemato il prestigio dello zio, e compromessi l'interesse e l’onore della Santa Sede in avventure e guerre, che non avevano altro scopo se non l'ambizione e la vendetta! Pio V voleva romperla con gli errori del passato. 
Tuttavia quest'usanza, che produceva alla lunga dei veri mali, non si era introdotta senza buone ragioni. I negoziati continui della corte romana, gli intrighi politici dei piccoli stati italiani, e la difficoltà di avere tra i cardinali un aiutante, scevro di qualsiasi legame o preferenza, consigliarono i Papi del sec. XVI e XVII a scegliere tra i loro parenti un collaboratore estraneo alle influenze dei partiti e unicamente consacrato alla loro causa. Questo cardinale-nipote, ministro degli affari civili, risparmiando allo zio la noia di tutte le questioni particolari, che pure esigevano vigilanze nel governo, permetteva al Papa di impiegare tutte le sue energie per il bene spirituale della Chiesa. 
   Con queste considerazioni gli amici di Pio V si studiarono di indurlo a seguire l'esempio dei suoi predecessori. Libero dalle preoccupazioni materiali, con quanta facilità avrebbe egli potuto consacrarsi alle riforme religiose, cosi attese e cosi urgenti! 
   “Bisognò mettere in opera una grande batteria, scriveva S. Francesco Borgia al rettore dei Gesuiti di Genova. Parecchi cardinali e un ambasciatore addussero molte ragioni, e specialmente il vantaggio di avere un intermediario per i negoziati. Mercoledì scorso tutti i cardinali in concistoro hanno domandato al Papa due grazie: che nominasse cardinale suo nipote, e gli imponesse lui stesso il cappello rosso” (Lett. 8 marzo 1566). 
   Pio V finì col rassegnarsi. “Io lascio a voi ogni responsabilità, disse ai cardinali, vestras oneramus animas”. E poiché San Carlo Borromeo amava di ritornare a Milano, per esercitare nella sua diocesi le sacre funzioni e dedicarsi al ministero pastorale, chiamò a sé un membro della sua famiglia, Antonio Bonelli, di venticinque anni, come lui domenicano. 
   Il Bonelli era figlio di Gardina, sorella del Papa. Maestri e superiori; che conoscevano la sua bella riuscita al Collegio germanico e all'università di Perugia, nutrivano su lui grandi speranze, tanto più che la sua giovinezza austera e pia rispecchiava molto bene la vita dello zio. Anch'egli si chiamava in religione fr. Michele. 
   Si direbbe che nel far questa scelta, Pio V siasi compiaciuto di sopravvivere nel nipote; onde, conferendogli la porpora, volle assegnargli il titolo di S. Maria sopra Minerva e chiamarlo il cardo Alessandrino. E siccome questa investitura non era dovuta né al caso né al capriccio, il Papa credette bene di darle pubblicità, e da uomo energico che non nasconde quanto gli suggerisce la propria coscienza, non volle nominare il Bonelli in una promozione numerosa di cardinali, ma lo preconizzò solo (6 marzo 1566). 
   I soliti mormoratori non ebbero il tempo di scandalizzarsi, poiché il Papa, dando al nipote un ufficio cosi importante, lo premunì subito contro qualsiasi pericolo di orgoglio. 
   “Pio V, continuava S. Francesco Borgia nella lettera al rettore di Genova, non ha voluto imporgli la berretta rossa, dicendo che il nipote deve vestire il suo abito religioso, e nell'assegnargli i familiari ha voluto lui stesso fare la scelta, perché vuole che il Bonelli abbia con sé delle persone che diano buona edificazione”. 
   Il Papa infatti, non contento di esortare il nipote a non dimenticare la sua vocazione religiosa, volle anche regolare la sua casa, col bandire ogni lusso. La rendita d'un priorato di Malta doveva essere sufficiente a fornirgli un onesto sostentamento; né permise che il Bonelli arricchisse i parenti e accettasse donativi. Il nipote si sottomise agli ordini dello zio molto volentieri, perché, essendo disinteressato, non si curava di speculazioni e di ricchezze. 
   La sua nomina fu molto utile alla Chiesa, perché diede al Papa occasione di promulgare una legge che pose per l'avvenire freno a un grande abuso. Per impedire che il patrimonio della S. Sede, destinato a dignitari ecclesiastici o a membri della famiglia del Papa, non corresse pericolo d'esser ceduto, con una bolla del 1567 decretò che lo si avesse solo in usufrutto. I cardinali poi dovevano promettere con giuramento di obbedire a questa prescrizione, e di contrapporsi a chiunque osasse contravvenirvi. Questa bolla Admonet nos, che ha la data del 29 marzo 1567, fu firmata da Pio V, vescovo della Chiesa cattolica e sottoscritta da trentanove cardinali. “Chi contravviene, si dice tra altro, incorrerà ipso facto la pena dovuta agli spergiuri e perpetua infamia. Noi intendiamo inoltre che durante la vacanza della S. Sede, quando gli elettori riuniti in conclave faranno il solito giuramento di osservare le prescrizioni di Giulio II, nostro predecessore, che riguardano l'elezione del pontefice, si impegnino di osservare inviolabilmente, se viene eletto la nostra presente costituzione; e chi sarà eletto faccia. in iscritto la stessa promessa nel giorno della sua esaltazione e nel giorno della sua incoronazione, e lo scritto ne sia come la conferma”. 
   Questo atteggiamento di Pio V verso i nipoti dimostrava molto bene, ch'egli non si lasciava davvero guidare da considerazioni umane. 
   Altri avrebbero veduto nell'esaltazione dei nipoti un'occasione provvidenziale di ridonare alla sua famiglia l'antico splendore. Egli non lo sognava neppure. I diversi tentativi fatti per lusingarlo andarono a vuoto, come non riuscirono le mene di alcuni gentiluomini, sempre pronti alle adulazioni, per ottenere prebende o denaro. 
   Il marchese di Maine s'era affrettato a mettere la signoria di Bosco a disposizione del Papa; ma questi la rifiutò cortesemente. Molti nobili aspirarono alla mano delle sue nipoti, ma rimasero delusi poiché egli alle nipoti non volle concedere che una dote modesta, volendo che si contentassero di sposare giovani della loro condizione. E siccome l'ambasciatore di Savoia patrocinava officiosamente la loro causa, il Papa tagliò netto dicendo: “I beni della Chiesa sono beni dei poveri e i miei parenti saranno abbastanza ricchi, quando ignorano che cosa sia povertà”. 
   Al fratello del cardo Bonelli non permise di imparentarsi con una famiglia principesca, che sospirava ardentemente questo matrimonio, e quando il detto giovane si sposò con una certa Rusticucci, senza nobiltà e senza dote, volle che questa sua nuova nipote entrasse in Roma non già in carrozza o lettiga, ma, secondo il costume di allora, sopra un muletto portando del panieri da campagnuola. Dei suoi nipoti uno solo, Paolo Ghislieri, ebbe una dignità. Avendo combattuto eroicamente nella battaglia di Lepanto, fu fatto governatore di Borgo, dominio situato presso Roma. Ma per le sue malversazioni dovette presto comparire davanti allo zio. Anziché confessare le proprie colpe, cercò di mascherarle sgarbatamente con delle menzogne, onde il Papa fortemente irritato lo depose dalla sua carica, e con un gesto risoluto, indicandogli la candela che illuminava la stanza, gli comandò di lasciar Roma prima che la cera fosse consumata. 

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Card. GIORGIO GRENTE

O Vergine Immacolata



O Vergine Immacolata, Regina del cielo e della terra, io so di non essere degno di avvicinarmi a te. Ma poiché ti amo tanto, oso supplicarti di essere così buona da volermi dire chi sei. Desidero conoscerti sempre di più, sconfinatamente di più, e amarti in modo sempre più ardente, con un ardore senza limiti. Desidero rivelare a tutti chi sei tu, affinché un numero sempre maggiore di anime ti conosca sempre più perfettamente, ti ami sempre più ardentemente. E tu divenga così la Regina di tutti i cuori che battono e batteranno sulla terra. E ciò quanto prima, il più presto possibile. Quando, o Signora, regnerai sovrana in tutti i cuori e in ciascuno singolarmente? Venga presto, o Maria, il giorno in cui ogni uomo riconosca te come Madre e Dio come Padre e tutti finalmente si sentano fratelli. Amen.

L’imminente Grande Castigo



Il Mistero dell’Iniquità

Analisi della crisi attuale:  
Il Mistero dell’Iniquità si contrappone 
al Regno di Gesù Cristo Re


L’imminente Grande Castigo 


A) L’unanimità delle Profezie Cattoliche —  è giunto il tempo

Lenin stabilì in Russia il quartier generale della rivoluzione mondiale  contro la Chiesa Cattolica. Dio, tuttavia, ha scelto quella nazione per  uno scopo santo, rivelandoci che al fine di ottemperare a questa sua  santa vocazione, il Papa ed i vescovi devono consacrare la Russia al  Cuore Immacolato di Maria. Nel nome di Dio, la Madonna di Fatima  (il 13 giugno 1929) disse: “Egli promette di salvare la Russia con questi  mezzi.”56

A Fatima, la Madre di Dio ha rivelato ciò che deve essere fatto per  ottenere la conversione della Russia e la pace nel mondo. Quel che le  rivelazioni di Fatima rendono chiaro, è che il Grande Castigo, predetto  dai profeti e dagli Apostoli nelle Sacre Scritture e ribadito nel corso dei  secoli dai Santi, sta ormai per accadere, a meno che l’umanità non si  penta dei propri peccati e si faccia umile, tornando al Signore in filiale  obbedienza. 

San Metodio (†385) scrisse: “Verrà un tempo in cui i nemici  di Cristo affermeranno che ‘Abbiamo soggiogato la terra e tutti i suoi  abitanti, e i Cristiani non possono scappare dalle nostre mani’. Allora  un Imperatore Romano [il grande Monarca] solleverà contro di loro  la propria furia... egli si scaglierà contro i nemici della Cristianità e  li distruggerà. Allora la pace e la tranquillità regneranno sulla terra,  ed i sacerdoti saranno sollevati dalle loro preoccupazioni.” 
In un’altra  profezia, rivelata nel suo commento all’Apocalisse il Venerabile  Bartolomeo Holtzhauser (†1658) scrisse: 

“Quando ogni cosa sarà  stata mandata in rovina dalle guerre, quando i Cattolici saranno oppressi  dai loro stessi fratelli traditori ed eretici, quando la Chiesa ed i suoi  servi vedranno negati i propri diritti, le monarchie saranno state abolite  ed i loro regnanti uccisi... allora la mano dell’Onnipotente ottempererà  un meraviglioso cambiamento, una cosa apparentemente impossibile  secondo la comprensione umana. Vi sarà un possente monarca, scelto  dal Signore... egli spazzerà via le false dottrine e distruggerà il regno  dell’Islam. Il suo dominio si estenderà da Oriente a Occidente, e tutte  le nazioni adoreranno il Signore secondo gli insegnamenti Cattolici...  la pace regnerà su tutta la terra, perché il potere divino fermerà satana  per molti anni…”

Secondo San Cesario di Arles (469-543) “Vi sarà una grande  carneficina… gli altari ed i templi saranno distrutti… i pastori della Chiesa abbandoneranno i loro pulpiti e la Chiesa Stessa sarà spogliata  di tutte le temporalità...” Il “Grande Monarca, un uomo assai virtuoso...  assisterà il Papa nella riforma di tutta la terra. Molti principi e molte  nazioni che stanno vivendo nell’errore e nell’empietà saranno convertite,  ed una pace ammirevole regnerà tra gli uomini per molti anni... vi  sarà un’unica legge comune, un’unica fede, un unico battesimo, una  religione. Tutte le nazioni riconosceranno la Santa Sede di Roma...”

Padre Lavinsky (†1708) affermò che: “Il mondo sarà scosso da  guerre civili e distruzioni mai viste prima nella sua storia. La Germania  sarà divisa e avrà molti nemici. La religione verrà ostacolata ed i monaci  saranno esiliati… La Croce, per la meraviglia di tutti, risplenderà  doppiamente in molte terre, grazie al grande monarca.”
Assai significativa è anche la profezia del Vescovo George Michael Whittman (+1833):

Ahimè! Tristi sono i giorni che si avvicinano per la Santa Chiesa di Gesù Cristo. La Passione di Gesù si rinnoverà per la Chiesa e la Sua Guida Suprema nel modo più doloroso. In tutte le parti del mondo vi saranno guerre e rivoluzioni e verrà versato molto  sangue. Tragedie, disastri e povertà saranno diffusi dappertutto,  dato che le pestilenze, le carestie e altre disgrazie si seguiranno l’un l’altra.
Mani violente si abbatteranno sulla Guida Suprema della Chiesa  Cattolica: i vescovi ed i sacerdoti verranno perseguitati, avverrà  uno scisma, e la confusione regnerà tra tutte le classi. Verranno dei  tempi così infausti in cui sembrerà che i nemici di Cristo e della Sua Santa Chiesa, che Egli fondò sul suo sangue, potranno avere la meglio su di Lei… Le sette segrete causeranno grandi rovine, ed  eserciteranno un potere monetario incredibile; per colpa di questo molti saranno accecati, e infetti dei peggiori errori: tuttavia, tutto  questo sarà del tutto inutile… essi non potranno infrangere la  roccia su cui Cristo ha fondato la Sua Chiesa: Portae inferi non  praevalebunt.57

San Gaspare del Bufalo (†1857) predisse “la distruzione dei  persecutori impenitenti della Chiesa, durante i tre giorni d’oscurità.  A chi sopravvivrà all’oscurità e alla paura di quei tre giorni sembrerà d’esser rimasto da solo, sulla terra, perché il mondo intero sarà ricoperto  ovunque di cadaveri.” 
La Beata Anna Maria Taigi (†1837) affermò:

Dio manderà due castighi: uno sotto forma di guerre, rivoluzioni e altri mali e avrà origine sulla terra. L’altro sarà mandato dal Cielo.  Verrà sopra la terra l’oscurità immensa che durerà tre giorni e tre  notti. Nulla sarà visibile e l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà  danno, sebbene non esclusivamente ai nemici della Religione... Durante tali giorni di sgomento... tutti i nemici della Chiesa, visibili e sconosciuti, periranno sulla terra durante questa oscurità  universale, eccettuati soltanto quei pochi che saranno subito dopo  convertiti da Dio.

Suor Rosa Asdente di Taggia (†1847): “Vi sarà un grande  sconvolgimento in Europa… dominerà in tutta Europa uno spirito di vertigine democratica; succederà una grande confusione di genti  contro genti e di nazioni contro nazioni… I Russi e i Prussiani  verranno a portare la guerra in Italia... i preti e i frati saranno  squartati come buoi e molto sangue di costoro bagnerà la terra,  specialmente d’Italia.”

Queste profezie indicano chiaramente la futilità delle mere  aspettative e illusioni umane in merito al desiderio dell’umanità per la  pace e la tranquillità. Anche se la prassi normale è quella di arrestare  e punire chi commette un omicidio, la Prima Guerra Mondiale scoppiò  proprio perché invece di perseguire l’assassino dell’Arciduca Francesco  Ferdinando, secondo le leggi in vigore, l’Austria decise di dichiarare  guerra alla Serbia. 
Tutta l’Europa si aspettava una guerra di breve durata (tranne Papa  San Pio X, il quale allo scoppio delle ostilità affermò con franchezza:  “Questo è un guerrone!”), proprio com’era accaduto con le altre guerre  Europee dei secoli scorsi, ma così non fu. Quella guerra così lunga e  orribile fu una vera e propria catastrofe inaspettata, ma anche del tutto  non inevitabile. La Madonna di Fatima ha detto che “la guerra è un  castigo per i peccati,” e la Prima Guerra Mondiale non fece eccezione.  Nostro Signore disse a Père Lamy (†1931) che “la guerra ha tre cause:  la bestemmia, il lavoro domenicale e la dissacrazione del matrimonio.” La “Prima Guerra Mondiale” venne definita “la guerra per far finire  tutte le guerre,” ma mentre si guardava ansiosi alla fine delle ostilità  e ad una pace duratura, la Madonna di Fatima stava già avvertendoci  di una guerra che sarebbe stata ancor più sanguinosa: “La guerra sta  per finire. Ma se la gente non cessa di offendere Dio, un’altra peggiore scoppierà durante il regno di Pio XI.” 20 anni dopo, i prodromi della  Seconda Guerra Mondiale si sarebbero manifestati proprio come  predetto dalla Madonna di Fatima, sfociando nel peggior conflitto  della storia umana. La Madonna di Fatima ci aveva messi in guardia  anche sul nostro dovere di obbedire alle Sue richieste, altrimenti “la  Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, promuovendo guerre  e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo  Padre soffrirà molto e varie nazioni saranno annientate.”
Gli avvertimenti lanciati dalla Madonna di Fatima indicano che la  catastrofe predetta da Santi e Profeti negli ultimi secoli sta per avere  luogo. Nel 1945, a pochi mesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XII affermò: “il mondo è sull’orlo di un abisso spaventoso...  gli uomini devono prepararsi a patire sofferenze che l’umanità non ha  mai visto prima.”

Alla Beata Suor Elena Aiello (†1961), molto famosa per le sue  profezie, la Madonna disse queste parole: 

“Il Mio Cuore è così triste per le tante sofferenze in un mondo sui cui incombe la rovina… L’ira di Dio è vicina. Presto il mondo  sarà afflitto da grandi calamità, rivoluzioni sanguinarie, terribili  uragani e straripamenti di fiumi ed oceani… il mondo verrà sconvolto da una nuova e terribile guerra. Le armi più mortali  distruggeranno popoli e nazioni. I dittatori della terra, gente  infernale, demoliranno le chiese e dissacreranno la Santa Eucaristia e distruggeranno le cose più care. In questa empia guerra, molto  verrà distrutto di ciò che era stato costruito dalle mani dell’uomo. “Nubi con bagliori di incendio compariranno infine nel cielo e una procella di fuoco si abbatterà su tutto il mondo. Il terribile  flagello, mai visto nella storia dell’umanità, durerà settanta ore. Gli  empi saranno polverizzati e molti andranno perduti nell’ostinatezza del loro peccato. Allora si vedrà la potenza della luce sulla potenza  delle tenebre.... alcune nazioni saranno purificate mentre altre  nazioni scompariranno. 
“La Russia marcerà su tutte le nazioni d’Europa, particolarmente  sull’Italia ed innalzerà la sua bandiera sulla cupola di S. Pietro.
“Anche l’Italia sarà travagliata da una grande rivoluzione e  Roma sarà purificata per i suoi tanti peccati, specialmente quelli  d’impurità...”
Una “guerra terribile verrà da Est ad Ovest, e la Russia con le sue armi segrete, combatterà l’America, travolgerà l’Europa e si vedrà specialmente il fiume del Reno della Germania pieno di  cadaveri e di sangue. Anche l’Italia sarà travagliata da una grande rivoluzione e il Papa dovrà soffrire molto.
“Forti terremoti sommergeranno città e paesi. Epidemie e  carestie porteranno terribili distruzioni, specialmente dove sono i figli delle tenebre.”58

Sono castighi simili a quelli che fanno parte del Segreto rivelato  dalla Madonna ai fanciulli di Fatima – questi avvenimenti avranno  luogo, a meno che le Sue richieste non vengano esaudite. Quando  Giovanni Paolo II parlò del “Terzo Segreto” di Fatima, a Fulda (ho  avuto un resoconto da un testimone fidato), egli ne rivelò una parte:  “... gli oceani sommergeranno intere aree della terra, e da un momento  all’altro milioni di persone moriranno...”

di Padre Paul Kramer

MORTE AL CLERICALISMO o RISURREZIONE DEL SACRIFICIO UMANO




Monsignor Gaume

10 maggio 2020 – Liberatevi dalle preoccupazioni del mondo e affidatele alla Madre Santa



Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“In questi giorni, la vita nel grembo materno non è più rispettata come dovrebbe essere. Di conseguenza, la maternità non è rispettata come dovrebbe essere. La devozione alla Santissima Madre** è diminuita e non è viene considerata con l’amore e il rispetto di quanto lo era nel passato”.
“Tanti favori e grazie si perdono a causa di questo disprezzo per la Madre Santa e per l’importanza del rosario**. Se le anime non capiscono la vera profondità delle grazie che sono connesse al Santo Rosario, esse perdono la direzione nel cammino della santità personale. Come ogni madre, la vostra Madre Celeste desidera dirigere ciascuno dei Suoi figli sulla Via della Salvezza.”
“Quando invocate l’intercessione della Madre Beata, Lei si piega verso la terra con tutto l’affetto di una madre terrena e ancor più perché il Suo amore è perfetto e puro. Ella ascolta con grazia sincera e consola gli afflitti rafforzando il cuore scoraggiato.”
“Vi parlo oggi riguardo alla maternità perché la Madre Santa è troppo modesta per concentrarsi su Se stessa. Ella prega in ogni momento presente per ciascuno dei Suoi figli, ma conserva grazie speciali in più per coloro che sono devoti al Suo rosario. Liberatevi dalle preoccupazioni del mondo e affidatele alla Madre Santa.”
Leggi Luca 2:6-7
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
Holy Love

Non bisogna mendicare la ricompensa dagli uomini



Come nessun male resta impunito, così nessun bene resta senza ricompensa.
Non imitiamo gli ipocriti che mendicano ricompense e corone dagli uomini: noi dobbiamo attenderle da Nostro Signore, non ora, ma più tardi; non per il momento che passa, ma per l'eternità.
Non vi è quindi nulla di meglio e di più grande, in ogni tribolazione e in ogni evenienza, che rientrare nel santuario della nostra anima: là invocare Gesù Cristo nostro Maestro, nostro soccorso nelle tentazioni e nelle contrarietà, umiliarci confessando i nostri peccati, lodare Dio nostro Padre, che abbatte e consola, e disporci a ricevere senza turbamento alcuno, con prontezza e fiducia, dalle mani della sua ineffabile Provvidenza e della sua ammirabile saggezza tutto ciò che Egli vorrà inviare, a noi o agli altri, di prospero o di avverso.

S. Alberto Magno

domenica 10 maggio 2020

Il marchio della bestia è pronto e molti correranno a riceverlo. Ci sarà una struttura chiamata 5G che attiverà il marchio della bestia per il controllo, anche fino alla morte per molti.



Gesù parlò a Christina Gallagher il 26 aprile 2020;

Uomo del dolore, ti invito ad ascoltare e ad ascoltare ciò che ti rivelo attraverso il Mio messaggero. Tu sei solo all'inizio della battaglia dell'anticristo. L'anticristo è sulla terra e molti nel suo esercito lavorano per lui. Il vostro mondo sarà immerso nell'ira della Giustizia di mio Padre. Tu hai rifiutato la Mia Parola e la Mia Misericordia per tutti questi anni. Il mio popolo, il tuo cuore e le tue labbra erano pieni di scherno. Presto entrerete in un tempo di soppressione. Sarete soppressi e pieni di paura. Vi ho chiamato molte volte, ma voi non mi avete ascoltato perché i vostri cuori erano pieni di odio e le vostre bocche piene di sporcizia che non hanno sputato altro che scherno per il Mio messaggio e per il Mio messaggero. Ci sarà la morte eterna per molte di queste persone il cui unico desiderio era quello di vivere nel peccato. Ci saranno molte sofferenze che colpiranno il vostro mondo attraverso il peccato. L'uomo della perdizione, l'anticristo e i molti nel suo esercito si uniscono a voi attraverso la vostra accettazione di tutto ciò che è contro la Mia Vita: l'omicidio è nel cuore di molti - l'aborto, l'eutanasia e l'uccisione dei disabili - tutto ciò che è contrario ai Miei comandamenti. Desidero che tu legga e viva i Dieci Comandamenti del tuo Dio.

La battaglia dell'anticristo continuerà con molte malattie e fame che colpiranno il mondo, ma sarà lui l'anticristo in unione con il peccato a rendere possibile questo.

Ciò che sta accadendo ora (parte del terzo segreto di Fatima che non è mai stato reso pubblico) è l'Abominio - attraverso i leader mondiali che guidano il mio popolo di redenti in una soppressione delle tenebre e della paura. La vita sarà persa, ma in molti casi sta accadendo attraverso il permesso della dittatura. Siete circondati dall'oscurità e da una soppressione che non è da Me. Quanto mi addolora il Mio Sacro Cuore vedere come quelli dei miei pastori che dovrebbero sostenere la Verità e guidare il Mio gregge, si sono dispersi, molti dei quali si sono uniti a lui che non è della Verità. Vi dico: "O pastori, che avete permesso questo, guai a voi se venite al mio cospetto". Avete percorso la strada delle tenebre e vi siete incamminati verso l'inferno.

La mia Chiesa - le sue porte sono ora chiuse senza bisogno, mentre l'innalzamento dell'anticristo sta avvenendo, ponendolo nel suo vero ancoraggio, nel dominio del mondo intero. Le messe nere, che si uniscono più profondamente all'anticristo, si moltiplicano in questo momento per la sua intronizzazione.

Mio caro popolo, vi ho chiamato "uomo del dolore" perché ora attendete il marchio della bestia che vi separerà dalla vita in Me. Il marchio della bestia è pronto e molti correranno a riceverlo. Ci sarà una struttura chiamata 5G che attiverà il marchio della bestia per il controllo, anche fino alla morte per molti. Coloro che ricevono il marchio della bestia, la loro vita in unione con Me finirà per loro, perché sono in unione con colui che è anticristo e la loro unica vita sarà con lui. Ma per coloro che si rivolgono alla Vita e alla Verità e la vivono, lasciate che i miei comandamenti siano nel vostro cuore e nella vostra vita e così rimarrete nella Mia Vita. Come scorre la Mia misericordia e non c'è nessuno che la desideri. Vi siete permessi di essere gettati nella fossa. Anche in quest'ora tarda, se solo poteste aprire il vostro cuore e i vostri occhi e ricevere la Mia misericordia e la Mia saggezza, potrei aiutarvi. Rivolgetevi a Me, popolo mio, perché non c'è ragione per cui non possiate ricevermi in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Chiedetemi aiuto e io vi aiuterò. I poteri del mondo nel male sono uniti per la vostra distruzione, soppressione e controllo. Io, come vostro Signore Dio, permetterò che questo avvenga fino a quando non deciderete di desiderare la Vita o la morte. Sono consapevole che non ci sarà che un residuo che rimarrà fedele e allora invierò all'ora stabilita del Padre mio il castigo al mondo che lo purificherà dalle dense tenebre e dal male e da coloro che si sono uniti ad esso. Mio Padre permetterà al fuoco di cadere dal cielo e molti saranno annientati - anticristo e tutti coloro che si sono donati a lui e verrà un tempo di pace dove non ci saranno lacrime ma pace in unione con il vostro Dio. Non abbiate paura - voi e coloro che sono uniti a voi. Io sarò in mezzo a voi.

Non temete, perché io sono con voi e vi ispirerò a stare in un luogo sicuro nell'Ora che viene, che è vicina. Io, Gesù vi benedico in unione con il Padre mio per mezzo dello Spirito Santo.


Gesù ha pregato per me.




Lo ha fatto “per” me, in mio favore. Ma lo ha fatto anche “per” me, cioè al posto mio, mi ha rappresentato davanti al Padre. 
Stavo pregando per alcune persone in situazioni difficili e di sofferenza. Ad un tratto ho avuto un pensiero, una sensazione, come se il Signore mi dicesse: “Figlio mio, devi sapere che questa tua preghiera –questa esattamente, per questa persona– l’ho fatta Io duemila anni fa, in una di quelle notti (come dice il Vangelo) che ho passato in preghiera, nella solitudine, parlando di te e di questa persona al Padre. Ti ho anticipato, anzi, sono Io che ho preparato questa preghiera ‘per’ te, affinché tu oggi potessi farla, affinché tu potessi condividere questa mia preghiera, che adesso è ‘nostra’… Vedi, in questo modo, questa tua preghiera serve innanzi tutto a fare comunione con Me. E poi, se fosse solo tua, che valore avrebbe? Invece, fatta da Me è divina, ha valore infinito ed è assolutamente efficace perché il Padre sempre mi ascolta (Gv 11,42). Insomma, sono Io che ho pregato ‘per’ te, allora, e ‘in’ te, adesso. 

Pablo  Martín  Sanguiao