lunedì 11 maggio 2020

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



Una vocazione tardiva (1805-1809).  
Giovanni Maria Vianney a vent'anni.  

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I progressi di Giovanni Maria durante parecchi mesi furono quasi nulli, ma ciò non ostante egli continuava il lavoro con una intensità impressionante, sostenuto dalla preghiera e dalla mortificazione. La sua nutrizione era misera e sul suo viso non tardarono ad apparire i segni rivelatori dell'esaurimento delle sue forze.  

La zia Humbert, insufficiente a portare a lui un aiuto personale, pensò bene di interessarne il parroco di Ecully; ma l'abate Balley, sacerdote di vita austerissima, non vi aveva badato soverchiamente. «Era - come lo si è descritto - un uomo che avrebbe avuto bisogno di maggiore nutrimento degli altri e che tuttavia digiunava con estremo rigore» 10. «Ricordati, figlio mio, - disse egli a Giovanni Maria. - che bisogna senza dubbio pregare e fare penitenza, ma che bisogna anche nutrirsi e non rovinare la salute».  

Era vicina una crisi d'anima, il cui scioglimento poteva essere fatale. Non v'ha dubbio che la prova di ogni giorno era ben grave per la sua anima spossata, sulla quale la tentazione era scoppiata come l'uragano. Ne seguì per lui, povero studente, un penoso disgusto per tutto ciò che un giorno aveva fatto parte dei suoi sogni ed il suo pensiero ritornò al focolare ed ai campi paterni, ai lavori nei quali col vigore della sua salute aveva conseguito risultati migliori. «Ritornerò a casa mia!» disse in un'amara confidenza al Curato Balley, non meno accorato del suo condiscepolo.  

Uno sguardo era bastato al vecchio maestro perché potesse penetrare nell'anima del suo allievo e leggerne l'intima pena, ma egli sapeva anche quale prezioso tesoro aveva in custodia e gli rispose così: «Dove vuoi andare, mio povero figliuolo? In cerca di dispiaceri?... Tuo padre non desidera che di averti presso di sé; trovandoti così infastidito, ti terra a casa ed allora addio progetti!... addio sacerdozio!... addio anime! 

Addio anime!... Oh, questo mai! Dio non lo permetterebbe. Un tale richiamo di ricordi, il sacerdozio, la salvezza dei peccatori, la messe abbondante, la mancanza di mietitori 12 bastò a scongiurare la dolorosa crisi, né il demonio dello scoraggiamento osò mai più avvicinare quest'anima pura.  

La memoria di lui rimaneva tuttavia quanto mai labile e, secondo la sua stessa testimonianza, non gli riusciva di ritenere nulla. Si rendeva conto del pericolo e per commuovere il Cielo ed affrettarne i divini aiuti, ricorse ad un mezzo eroico, facendo voto di pellegrinare a piedi, mendicando il suo pane nell'andata e nel ritorno, fino al Santuario della Louvesc, vicino alla tomba di San Francesco Regis, apostolo del Velay e del Vivarais.  

 Si era al 1806, durante la bella stagione. Da Ecully al villaggio della Louvesc vi sono circa cento chilometri. Non ostante l'austerità d'asceta, Giovanni Maria rimaneva sempre vivace e vigoroso, e nel fervore del suo progetto non prevedeva che il suo vigore stesso poteva procurargli delle ripulse. Dopo la S. Messa e la S. Comunione partì col bastone in una mano ed il Rosario nell'altra; camminò a lungo, ma dovette infine cedere agli stimoli della fame e della sete, che incominciavano a farsi sentire e si fermò alla soglia di una casa. Che  cosa voleva questo vagabondo? Con la sua aria da santo non meditava forse una cattiva sorpresa? E la sua storia non era affatto inverosimile? I suoi studi? San Francesco Regis? Chi sarà abbastanza ingenuo da credergli? Non si aveva piuttosto, sotto le apparenze di un tranquillo pellegrino, un soldato disertore, un renitente in cammino per le frontiere di Savoia e di Piemonte? Per questo, il giovane viaggiatore fu trattato come un goloso, un poltrone, fu respinto da ogni porta, e lo si minacciò anche di consegnarlo ai gendarmi 13.  

Avrebbe potuto procurarsi il vitto sufficiente, perché, ad ogni eventualità, aveva portato seco del denaro; ma, fedele al suo voto, non volle comperare nulla14, e proseguì il cammino nutrendosi di erbe e dissetandosi all'acqua delle fontane, finché vinto dalla stanchezza, che gli causava una specie di stordimento, e sfinito dalla fame, aprì il cuore alla speranza ed osò entrare in una casa... Lo ricevette una donna che stava svolgendo un gomitolo, la quale, appena vistolo, gli presentò il filo, domandando gli di tirarlo fin fuori della casa. Giovanni Maria credette si trattasse di rendere un servizio e prese il filo, ma appena fu sulla soglia vide chiudersi la porta ... 15. La notte seguente non poté trovare rifugio presso nessuno e fu costretto a riposarsi all'aperto.  

Fortuna volle che incontrasse più lungi anche persone dal cuore meno duro, le quali gli diedero in elemosina qualche pezzo di pane, che gli permise di arrivare estenuato, ma felice, per vie impraticabili, fino al celebre santuario della Louvesc, situato a 1100 metri di altitudine in mezzo alle montagne dell'Haut-Vivarais.  

Giunto al villaggio, suo unico pensiero fu di inginocchiarsi davanti al corpo del Santo 16 per dire il motivo del suo duro viaggio: ottenere «la grazia di sapere abbastanza il latino per studiare la teologia». Questa grazia la ricevette, ma misurata, ridotta, appena sufficiente. Iddio, che ha i suoi disegni su tutte le anime, voleva mettere alla prova la fede del suo servo per prepararlo a combattimenti più eroici.  

Il devoto pellegrino venerò i luoghi che erano stati resi illustri dalla presenza di San Francesco Regis. Attraversò pregando la vecchia chiesa dalla volta a cassettone 17, dove l'apostolo del Vivarais, tormentato da altissima febbre, aveva dato una missione nel Natale del 1640, doppiamente zelante per la salute dei peccatori, perché riteneva essere quella l'ultima sua opera di bene. Il 26 dicembre, divorato dalla sete, l'intrepido apostolo, dopo di avere confessato e predicato dal mattino fino alle due del pomeriggio, aveva celebrato la sua Messa, per poi ritornare di nuovo a confessare sotto una finestra senza vetri, e dopo un poco di tempo aveva perso i sensi. Lo si era portato al presbiterio per poterlo riscaldare, ma, appena riacquistati i sensi, era ritornato al suo confessionale. Circa la mezzanotte del 31 dicembre seguente moriva per etisia ulcerosa, che lo tolse alla terra, nella ancora giovane età di quarantatré anni. Quali esempi e quali incoraggiamenti per Giovanni Maria! Si lasciava impressionare ed entusiasmare da questa lezione, percorrendo la venerata chiesa e l'antico presbiterio, senza minimamente sospettare che verrebbe un giorno in cui altri pellegrini verrebbero alla sua chiesa ed al suo presbiterio per raccogliere insegnamenti simili.  

Alla Louvesc si confessò e ricevette l'Eucaristia. L'aveva accolto un padre gesuita al quale, aprendo il Cuore con piena confidenza, non nasco e che il voto di mendicare durante il cammino gli aveva reso il viaggio molto penoso. Per mantenere la promessa fatta a Dio doveva ancora andare incontro ai medesimi rischi ed ai medesimi affronti anche nel ritorno? Il confessore fu di avviso contrario e gli commutò il voto, colla condizione che durante il ritorno facesse l'elemosina invece di riceverla 18. Fedele a questo indirizzo, rifece il viaggio a piedi, pagando ovunque il suo pane ed il suo  alloggio, e fu generoso verso tutti quelli che imploravano la sua carità. Questo nuovo modo di santificare il suo viaggio gli fu così gradito che un giorno dirà: «Ho esperimentato la verità di quella parola del Vangelo: È meglio dare che ricevere» 19. Ed aggiungeva: «Io non consiglierei mai a nessuno di fare il voto di mendicare» 20.  

Le noie di un tale viaggio gli fecero toccare con mano le miserie della povertà senza rifugio e lo resero sempre più indulgente e più compassionevole verso i poveri erranti della strada 21  
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Canonico FRANCESCO TROCHU 

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