domenica 24 maggio 2020

IL VERO SENSO DELLE APPARIZIONI MARIANE – Perché la Vergine Maria viene in mezzo a noi?



Nel nostro tempo in cui la santità della Chiesa militante è oscurata sia dai peccati interni, sia dalle calunnie esterne, molti battezzati perdono la fede perché perdono di vista la principale ragione di credibilità della Chiesa, che è la santità. Non sorprende, perciò, che a questo deficit di credibilità della Chiesa militante supplisca la Chiesa trionfante, specialmente attraverso gli interventi apparizionistici della sua Immacolata Regina, in virtù della sua funzione di Madre e Mediatrice universale della grazia.

Le apparizioni mariane non solo confermano nella fede cattolica chi è già credente, ma vi possono anche condurre – quali strumenti della grazia divina – coloro che non credono più. Lo testimoniano le migliaia di conversioni, alcune delle quali anche “spettacolari”, che costantemente avvengono nei luoghi dove appare la Santa Vergine.

Chi, dunque, può impedire allo Spirito Santo, per mezzo della sua Immacolata Sposa, di infondere la Fede nel cuore di molti battezzati che l’hanno persa? Chi può impedire alla Sede della Sapienza di esortare i suoi figli all’obbedienza della Fede, conformando la propria vita a tutto ciò che la Chiesa propone come rivelato da Dio?

Le apparizioni mariane sono non solo la conferma dei dogmi mariani – come Lourdes è l’esplicita conferma del dogma dell’Immacolata – ma sono anche la loro più bella e attraente attualizzazione nella vita della Chiesa. Sono la via pulchritudinis per giungere alla pienezza di Cristo. I dogmi mariani, in atto o in potenza, a loro volta, rimandano tutti all’immacolata persona della Madre universale, nel cui mistero è contenuta e quasi riflessa tutta la Fede della Chiesa.

Le mariofanie (apparizioni mariane), come mi sembra, diventano oggi come una sorta di “lente d’ingrandimento” attraverso cui guardare il nostro tempo; aiutano ad orientarsi per i sentieri tortuosi della nostra difficile epoca storica e sono, allo stesso tempo, come “un portale” attraverso cui si accede alla maestosa cattedrale del complesso dei principali misteri e verità della nostra santa Fede.

Attraverso le sue manifestazioni ed i suoi messaggi, Maria Santissima ci prende per mano, ci ri-catechizza, ci conduce per la via della salvezza, ci svela il mistero delle Scritture e ci fa penetrare nei segreti del Cuore di Dio e del suo Immacolato Cuore.

È mia profonda convinzione che, con lo studio e la meditazione delle apparizioni mariane, sia possibile riscoprire tutta intera la fede cattolica attualizzata oggi da Colei che ne è l’Arca, la Custode e la perfetta Interprete.

Considerando questa prospettiva, coloro a cui sembra che questa devolta attenzione al mistero del manifestarsi di Maria Immacolata nel mondo rischi di far scadere in una visione della fede troppo ridotta e settoriale, scoprirà che in effetti non è così: le epifanie di Maria Santissima sono, infatti, una modalità particolare e avvincente attraverso cui riportare in auge gli splendori della fede rivelata, capire cosa dobbiamo fare per farci santi e salvarci l’anima, prendere coscienza del perché di ciò che accade e di come accade nel mondo e nella Chiesa, prepararci a ciò che il futuro ci attende senza eufemismi né falsi ottimismi, appoggiati alla sola Fede e Speranza teologali che ci assicurano che, presto, il Regno di Maria verrà sulla terra, dopo il predetto tempo della dolorosa purificazione. Eh si, perché in effetti non pare proprio che gli uomini intendano interrompere il percorso di distruzione che sta portando alla rovina di tutto quanto Dio ha creato con la sua potenza e redento con la sua sofferenza.

Quali scuse potremo mai accampare noi, visto che, per farci rinsavire, l’eterno Re ci ha mandato addirittura Sua Madre? Quanti, nelle fila del clero, han preso davvero sul serio – per esempio – il messaggio di Fatima, attuandolo di persona e divulgandolo fra i fedeli? Quanti si applicano con zelo alla preghiera e alla penitenza? Quanti si son fatti ripetitori di ciò che ordina il Cielo, piuttosto che di quel che pretende il mondo? Quanti riconoscono l’inevitabilità del castigo imminente e si rifugiano invece in sicurezze umane apparentemente inattaccabili, ma in realtà puramente illusorie?

In questo tempo di universale crisi toccante ogni settore della vita sociale ed ecclesiale, il diavolo trova oggi abbondantissimo materiale per tentarci contro la speranza; ma non dobbiamo certo prestarci al gioco, bensì rinnovare continui atti di fede che corroborino l’attesa, infiammino il desiderio e alimentino la carità. Un vivo amore di Dio e del prossimo, concretamene praticato nella preghiera e nell’intercessione, rafforza a sua volta la fede e la speranza: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano». Quant’è attuale ed efficace la preghiera insegnata dall’angelo ai pastorelli di Fatima! La sua urgenza non si spiega adeguatamente se non al pensiero dell’ultimo giudizio, dell’eterna dannazione che rischiano increduli e peccatori, per scongiurare la quale la Vergine benedetta viene in nostro soccorso da molto tempo.

Dai messaggi di Nostra Signora apprendiamo il ruolo decisivo di tanti aspetti oggi trascurati della vita cristiana e che invece vanno riaffermati, rispolverati, riscoperti, rivissuti: l’Eucaristia, il Santo Rosario, la preghiera del cuore, i Sacramenti tra cui soprattutto la Confessione, la partecipazione frequente e attiva alla Santa Messa, il valore e la necessità della riparazione, il sacrificio e la penitenza per purificarsi ed espiare i propri ed altrui peccati…Tutto ciò e molto altro ci viene raccomandato della Vergine Benedetta.

Il compianto Mons.René Laurentin (†2017), massimo esperto di apparizioni mariane, individuava due filoni contenutistici fondamentali nei messaggi mariani moderni, potremmo definirli le due “macrocategorie” delle apparizioni mariane:

- Da una parte l'annuncio profetico del futuro, i suoi pericoli, le sue urgenze più attuali;

- dall’altra il ricordo del messaggio evangelico (2).

Un messaggio evangelico sempre più dimenticato, disatteso, disprezzato. Come a Cana, la Vergine Maria, con i suoi insistenti appelli, non fa altro che dire a tutti: “Fate quello che (cristo) vi dirà” (Gv 2, 5).

Poche ed essenziali le parole di Maria, che dicono tutto ciò che è necessario. Sono rivolte ai servi, e sono le uniche parole che la Santissima rivolge a semplici uomini in tutte le narrazioni evangeliche. Dettaglio non secondario, questo. Sono parole a taglio unico: di spinta e adesione a Cristo. Sono parole imperative, le uniche che i vangeli ci testimoniano. In sostanza Maria dice una cosa sola, quella veramente fondamentale: bisogna ascoltare e fare tutto ciò che dice suo Figlio Gesù.

Da notare che la Madre del Signore, nei Vangeli, parla soltanto 6 volte ma, dei verbi da Lei usati, soltanto uno è all'imperativo: “fate” (Gv 2, 5), per l'appunto. Il che significa che il suo comando è unico: Ella vuole, senza condizione, che facciamo la volontà di Dio nella nostra vita e ce ne viene perciò a riproporre e attualizzare le esigenze perché possiamo trovare Pace e Salvezza per le anime nostre.

Solo in Cristo Gesù, infatti, c’è tale Pace e Salvezza perché Egli è stato costituito “unico Mediatore tra Dio e gli uomini” (1 Tm 2, 5), solo Lui ha “parole di via eterna” (Gv 6, 68) perché esse sono in verità “spirito e vita” (Gv 6, 63).

Gli appelli e le apparizioni della Madre Celeste sono, allora, una opportuna e commovente declinazione di quell'imperativo, una sua estensione, puntualizzazione, precisazione, attualizzazione.

Facciamone tesoro!

Tempi di Maria

sabato 23 maggio 2020

AVVERTIMENTO



Atei e Scienziati diranno che l‟Avvertimento fu un‟illusione. 

Figlia mia carissima è necessario andare avanti, guardare dritto e seguire le mie istruzioni. Non voltarti quando vieni assalita dal Male ogni minuto della giornata. Concentrati solo su di Me. Devi imparare e capire che il tempo trascorso in Mia compagnia, soprattutto nell‟Adorazione, è essenziale per tenere il passo in questa missione. Anche il periodo di tempo trascorso in preghiera è importante perché più passi del tempo in stretta comunicazione con Me, più saranno le grazie che riceverai. In caso contrario, significherà che stai lasciando aperte le porte agli attacchi del Seduttore. 

La Mia parola, figlia Mia, è stata ignorata da molti che non vogliono ascoltare. Molte sono le cause di questo. Molti Miei figli oggi hanno chiuso i loro occhi alla verità della loro esistenza spirituale. Essi abbracciano il mondo e tutto ciò che offre come un sostituto del pane della vita. Molti diffidano anche dei falsi profeti, poiché questa è l‟età in cui i falsi profeti emergeranno in tutto il mondo. Questa è la confusione che satana vuole provocare, in modo che quei Miei messaggeri autentici passino inosservati. A causa dell‟umiltà richiesta ai Miei visionari scelti, essi non possono innalzarsi agli occhi del mondo, perché non è nella loro natura. I falsi veggenti si spingeranno nelle luci della ribalta. Il loro obiettivo sarà focalizzato su loro stessi. I loro messaggi possono sembrare autentici e pieni di un linguaggio fiorito, con brani estratti dalla Sacra Bibbia, laddove fa comodo; ma ci saranno due punti chiave nei loro messaggi a rivelare le falsità che essi impartiscono. Il primo è che saranno loro a essere il centro dei messaggi e a beneficiare di tutte le attenzioni che ricevono. Poi finalmente escono fuori questi messaggi. Saranno confusi, difficili da leggere e non lasceranno un ricordo indelebile nell‟anima. Purtroppo, figlia Mia, la Chiesa tende a ignorare i veggenti autentici perché deve dare prova di responsabilità in questa materia. 

Sarebbe, quindi, molto più facile per la Mia Chiesa sostenere quei messaggi che includono estratti della Sacra Bibbia e dichiarare che essi siano autentici. Non è così facile per loro accettare la semplicità dei Miei insegnamenti, soprattutto quando oggi gran parte delle verità si nascondono dietro la maschera della tolleranza . Non è facilmente accettata neanche l‟annotazione sulla Fine dei Tempi in cui, a causa della paura e l‟ignoranza, quei Miei Servi Sacri si rifiutano di prendere il Mio calice e agire in modo responsabile. 

Questo è il momento più importante nella storia del mondo. Tutti i segni sono stati dati ai Miei veggenti per tutto il secolo scorso, ma vengono ignorati e messi da parte come a voler nascondere la testa sotto la sabbia. È proprio in questo momento che i Miei servi consacrati dovrebbero predicare l‟importanza del Mio ritorno sulla terra . Essi devono preparare le anime, ricordando loro le conseguenze del mancato riscatto mentre sono ancora su questa terra. Perché essi non possono chiedere perdono dopo la morte. Faccio appello ai Miei Servitori Sacri ora. Perché non sottolineare questo al vostro gregge? Perché non parlare in modo pratico delle ripercussioni sui Miei figli durante il grande castigo? Non sapete che molti dei Miei figli perderanno la loro anima per l‟Anti-Cristo, che è già qui su questa terra pronto a scattare, mentre aspetta dietro le quinte? I Miei figli devono capire che l‟Avvertimento, se da un lato è un grande atto di Misericordia, dall‟altro è solo la prima fase di quello che sarà un momento molto difficile e impegnativo per tutti i Miei figli. Infatti sarà subito dopo che i peccatori induriti e i seguaci di satana negheranno la Mia esistenza. 

Gli atei diranno che è stata un‟illusione di massa. Gli scienziati cercheranno una spiegazione logica, ma non ce ne sarà una. Nel frattempo i Miei seguaci saranno divisi in due. Molti milioni si convertiranno ma saranno confusi dalle menzogne diffuse dal Gruppo del Male, l‟organizzazione mortale dell‟Ordine Mondiale il cui obiettivo è quello di distruggere il piccolo popolo per il loro tornaconto finanziario. 
Figlioli, se non resterete in tanti sul sentiero della verità allora non sarà possibile evitare l‟impatto del Castigo. Perché sarà allora che Dio Padre entrerà in azione per fermare i peccatori dal distruggere la Sua creazione e i Suoi figli. Egli scatenerà terremoti di una magnitudo mai sperimentata prima, vulcani nei luoghi più improbabili e la terra sarà gettata come una nave in acque tempestose senza un‟ancora che possa tenerla ferma in un luogo. 

Vi prego, figlioli: lasciate che l‟Avvertimento possa salvare tutti voi. Accettate che questo miracolo aiuti a salvare milioni di anime che, altrimenti, potrebbero andare perdute. Ma coloro che non vogliono cambiare le loro vite avranno scelto la casa di satana. Senza preghiera non c‟è speranza per loro, poiché essi perderanno le chiavi del Nuovo Paradiso sulla terra. Bruceranno, invece, tra le fiamme dell‟Inferno. Se sapessero dove questo Sentiero del Male li sta conducendo, non pensate che cambierebbero direzione? Figlioli, vi prego, aiutateli dicendo loro la verità. Pregate per salvare le loro anime, se non ascoltano. Perché questo è tutto quello che potete fare. 

Il Vostro amato Salvatore, 

Giudice Giusto e Re di Misericordia, Gesù Cristo. 

3 Luglio 2011

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


Caterina Labouré 

Santa Caterina Labouré vide la Madonna, nella cappella di rue du Bac, a Parigi, nel 1830. 

Caterina parlò delle apparizioni solo al padre Aladel, suo confessore. 

Qualche anno più tardi, la Medaglia che riproduce l'effigie dell'Immacolata vista da Caterina, era già conosciuta a  livello mondiale come miracolosa. 

René Laurentin scrive: "Monsignor de Quélen (arcivescovo di Parigi, n.d.r.) apre dunque un processo per avallare il  movimento di grazie alla sua origine. Apparizioni, Medaglia e  miracoli vengono esaminati secondo i metodi stabiliti dal Papa Benedetto XIV fin dal secolo XVIII. 

Ma sorge un ostacolo: la testimonianza essenziale, cioè  quella della stessa veggente. Fino ad oggi Caterina ha parlato  solo protetta dal segreto confessionale... 

L'arcivescovo aveva domandato di vederla, magari col volto coperto, e senza cercare di scoprirne l'identità, ma ha  ceduto dinanzi al rifiuto della veggente. Il canonico Quéntin,  che l'arcivescovo ha incaricato del processo, urta contro il  medesimo ostacolo... 

Il padre Aladel aveva rinnovato le sue insistenze chiedendole, questa volta, di fare personalmente la sua dichiarazione al  promotore, ma Caterina vi si era formalmente rifiutata. 

Per uscire dalla difficile situazione, monsignor Quéntin  fece un ultimo tentativo, certamente nel gennaio 1836, prima di  iniziare gli interrogatori. Ma su questa ultima insistenza, Aladel  ha dichiarato: "Cosa degna di stupore, questa Suora non ricorda  ora quasi nessuna circostanza della visione e, di conseguenza,  qualsiasi tentativo per ottenere da lei delle informazioni,  sarebbe del tutto inutile". Quest'ultimo argomento effettivamente meraviglia perché la strana dimenticanza non era una  ragione per sottrarre Caterina a comparire dinanzi all'autorità  ecclesiastica" (v. Vita di Caterina Labouré, Edizioni Vincenziane, Roma 1982, pp. 83-85). 

Quindi Caterina si è rifiutata di testimoniare davanti  all'arcivescovo di Parigi e nel processo canonico. Che cosa si  sarebbe detto o fatto se la bambina Adelaide Roncalli avesse  agito nello stesso modo? 

Severino Bortolan

Geremia



I Babilonesi conquistano Gerusalemme
(vedi 52, 4-16; 2 Re 25, 1-12)

Ecco come avvenne la conquista di Gerusalemme.

1Il re di Babilonia Nabucodonosor aveva schierato tutto il suo esercito per assediare la città. Era il decimo mese del nono anno del regno di Sedecia re di Giuda. 2Dopo un anno e mezzo, nell'anno undicesimo del regno di Sedecia, nel giorno nove del quarto mese, i Babilonesi aprirono una breccia nelle mura della città. 3Vi entrarono tutti gli ufficiali del re di Babilonia e stabilirono il comando vicino alla porta Centrale: erano Nergal-Sarezer, Samgar Nebo, Sarsechim capo dei funzionari, Nergal-Sarezer capo degli indovini e altri ufficiali del re di Babilonia. 4Appena il re Sedecia e i suoi ufficiali se ne accorsero, cercarono di fuggire dalla città durante la notte. Attraversarono il giardino del re e, passata la porta fra le due mura, si diressero verso la valle del Giordano. 5Ma i soldati babilonesi li inseguirono, e raggiunsero Sedecia nella pianura vicino a Gerico. Lo fecero prigioniero e poi lo condussero da Nabucodonosor re di Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui, Nabucodonosor pronunziò la sentenza contro Sedecia 6e la fece eseguire sul posto: ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece uccidere anche tutte le persone importanti di Giuda. 7Poi fece cavare gli occhi al re Sedecia e ordinò di legarlo con una doppia catena per condurlo a Babilonia. 8Intanto a Gerusalemme i Babilonesi avevano incendiato il palazzo reale e le case della gente, e avevano demolito le mura della città. 9Poi il comandante generale Nabuzaradan fece deportare a Babilonia la popolazione rimasta in città e tutti quelli che si erano arresi. 10Invece lasciò nel territorio di Giuda la gente più povera, quelli che non possedevano nulla, ed assegnò loro, in quell'occasione, vigne e campi.

I Babilonesi liberano Geremia

11Il re di Babilonia, Nabucodonosor, aveva dato al comandante generale Nabuzaradan le disposizioni seguenti nei confronti di Geremia: 12'Va' a cercarlo e abbi cura di lui. Bada che nessuno gli faccia del male, anzi concedigli tutto quel che vuole'. 13Così Nabuzaradan si mise d'accordo con Nabusazban capo dei funzionari, con Nergal-Sarezer capo degli indovini e con gli altri ufficiali del re di Babilonia: 14diede l'ordine di andare a liberare Geremia dall'atrio della prigione. Lo affidarono a Godolia, figlio di Achikam e nipote di Safan, perché lo accompagnasse a casa sano e salvo. Così Geremia tornò a vivere tra la sua gente.

Promessa di salvezza per Ebed-Melech

15Al tempo in cui Geremia si trovava ancora rinchiuso nell'atrio della prigione, il Signore l'aveva incaricato 16di riferire a Ebed-Melech, l'Etiope, queste parole: 'Ascolta il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Avevo annunziato la distruzione e non il benessere per questa città. Tra poco porterò a compimento le mie minacce e tu stesso potrai vederle attuate. 17Infatti io, il Signore, ti proteggerò e non ti lascerò cadere nelle mani degli uomini che ti fanno tanta paura. 18Sta' tranquillo, ti salverò da una morte violenta. Avrai salva la vita perché hai avuto fiducia in me. Te lo prometto io, il Signore'.

CRISTO, VITA DELL'ANIMA



IL DISEGNO DIVINO NELLA NOSTRA PREDESTINAZIONE ADOTTIVA IN GESÙ CRISTO

Riprendiamo ora l'esposizione particolareggiata, seguendo il testo dell'apostolo. Questa esposizione porterà   inevitabilmente con sé qualche ripetizione, ma io confido che la vostra carità le sopporterà in ragione dell'elevazione e dell'importanza di queste questioni così vitali. Noi non possiamo penetrare bene la grandezza di questi dogmi e la loro fecondità per le anime nostre che prolungandone un po' la contemplazione.  
   
In ogni scienza, come sapete, ci sono dei principi primi, dei punti fondamentali, che bisogna conoscere subito, perché su di essi riposano tutti gli sviluppi ulteriori e le ultime conclusioni. Questi primi elementi vogliono essere tanto più approfonditi e reclamano tanto più attenzione in quanto le loro conseguenze sono più importanti e più estese. Il nostro spirito, veramente, è così fatto che si disgusta facilmente dell’analisi e della meditazione delle nozioni fondamentali.  

Ogni iniziazione ad una scienza, come le matematiche, ad un'arte, come la musica, ad una dottrina, come quella della vita interiore, esige un'attenzione, alla quale il nostro spirito si sottrae volentieri. Nella sua impazienza naturale "esso vorrebbe correre subito agli svolgimenti per ammirarne l'ordine, alle applicazioni per coglierne e gustarne i frutti.  
   
Ma è da temere che, se non approfondisce i principi con cura, non manchi poi di solidità negli sviluppi che potrà trarne in seguito, per quanto questi sembrino brillanti.  

Le conclusioni saranno spesso instabili e le applicazioni avventate.  
   
Perciò io non esito a ritornare con voi su queste verità fondamentali, a rischio di fare delle ripetizioni. Non sentite voi stessi, d'altronde, che solamente restando nel cuore del dogma, potremo attingervi vita, gioia e fecondità per le anime nostre.  
   
Secondo il pensiero di S. Paolo, di cui, cominciando, vi ho citato le parole, questo disegno può riassumersi in tre grandi linee: - Dio vuol comunicarci la sua santità. «Dio ci ha scelti per essere santi ed irreprensibili»; - questa santità consiste in una vita di figli adottivi, vita di cui la grazia è il principio ed il carattere soprannaturale: «Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi»; - infine, e soprattutto, questo mistero ineffabile non si effettua che «per opera di Gesù Cristo».  

Dio ci vuole santi. È la sua volontà eterna; perciò ci ha eletti. (1) «La volontà di Dio è la vostra santificazione», dice ancora S. Paolo (2).  
   
Dio desidera, con volontà infinita, che siamo santi. Lo vuole perché è santo egli stesso (3); perché ha posto in questa santificazione la gloria che aspetta da noi (4) e la gioia di cui desidera saziarci (5).  
   
Ma che cosa vuol dire «essere santo»? Noi siamo creature, la nostra santità non esiste che per mezzo di una partecipazione a quella di Dio; per comprenderla, noi dobbiamo dunque risalire fino a Dio. Egli solo è santo per essenza, o, piuttosto, è la stessa santità.  

La santità è la perfezione divina, che forma l'oggetto dell'eterna contemplazione degli angeli. Aprite il libro delle Scritture. Voi constaterete che, due volte soltanto, il cielo si è aperto davanti a due grandi profeti, l'uno dell'Antica Alleanza, l'altro della Nuova, Isaia e Giovanni. E che cosa hanno veduto? Che cosa hanno inteso? Tutti e due hanno veduto Dio ella sua gloria, tutti e due hanno veduto gli spiriti celesti circondare il suo trono, tutti e due li hanno sentiti cantare senza posa, non la bellezza di Dio, né la sua grandezza, ma la sua santità: Sanctus, Sanctus Sanctus, Dominus Deus exercituum, plena est omnis terra gloria eius (6). 

Beato Dom COLUMBA MARMION 

La battaglia continua



LA LINGUA LATINA

***

Sono parole di autentici vaneggiamenti conciliari!.. Pio XII, sempre nella sua “Mediator Dei”, lo ebbe a dire:

«... Si deve osservare che sono fuori della verità e del cammino della retta ragione coloro i quali, tratti da false opinioni, attribuiscono a tutte queste circostanze tale valore da non dubitare di asserire che, omettendole, l’azione sacra non può raggiungere lo scopo prefissosi. 
Non pochi fedeli, difatti, sono incapaci di usare il “Messale Romano”, anche se è scritto in lingua volgare, né tutti sono idonei a comprendere rettamente, come conviene, i riti e le cerimonie liturgiche!
L’ingegno, il carattere e l’indole degli uomini sono così vari e dissimili che non tutti possono egualmente essere impressionati e guidati da preghiere, da canti, o da azioni sacre, compiute in comune. I bisogni, inoltre, e le disposizioni delle anime, non sono uguali in tutti, né restano sempre gli stessi nei singoli!

Chi dunque potrà dire, spinto da tale preconcetto, che tanti cristiani non possono partecipare al Sacrificio Eucaristico e goderne i benefici? Questi possono certamente farlo in altra maniera che ad alcuni riesce più facile, come, ad esempio, meditando piamente i misteri di Cristo, o compiendo esercizi di pietà, e facendo altre preghiere che, pur differenti nella forma dei sacri riti, ad essi, tuttavia, corrispondono per la loro natura!».

Quale grande sapienza “pastorale”, psicologica, penetrante le più intime fibre dell’animo umano in queste parole di Pio XII!
Purtroppo, invece, un altro frutto del Modernismo in atto è anche la “mutilazione della Messa”, il cui creatore fu il framassone mons. Annibale Bugnini che riuscì a strappare il consenso a Paolo VI. 
E così, adesso, abbiamo una Messa bugniniana-massonica col “Dio dell’Universo”, col “panis vitae”, col “potus spiritualis”... Nella “traduzione tedesca”, sempre nel testo latino, la parola “hostia” (= vittima, sacrificio cruento) è tradotta sempre come “dono” (Gabe), mentre la traduzione italiana, qualche volta, conserva la parola “sacrificio”.
Ancora: mentre nella traduzione italiana del nuovo mini Offertorio (detto anche “preparazione dei doni”!) conserva la preghiera “Orate, frates”, in cui, oltre al concetto di “sacrificio”, c’è anche una traccia di differenza tra sacerdote e popolo (“il mio e vostro sacrificio”!), nella traduzione tedesca, invece, si fa dire al sacerdote: “Preghiamo che Dio onnipotente accetti i “doni” della Chiesa come lode e per la salute del mondo intero”!.. e poi, più sotto, si legge: “ovvero un altro invito idoneo alla preghiera”; il che significa:
piena libertà per invenzioni fantastiche!

Ma anche lo stesso “Messale nuovo” è un grande scandalo! Bisognerebbe leggere, qui, il “Breve esame critico del Novus Ordo Missae” dei cardinali Bacci e Ottaviani, in collaborazione con grandi “esperti”, pubblicato nel 1969, che contiene un grave giudizio da parte dell’allora Prefetto del Sant’Uffizio!..
Cominciamo dalla definizione di Messa (paragrafo 7: “De structura missae”, nella “Istitutio generalis”, o preambolo del Messale:

«La “Coena dominica”, o Messa, è la sacra assemblea del popolo di Dio che si raduna sotto la presidenza del prete per celebrare la cerimonia del Signore. Per questa assemblea locale della Sancta Ecclesia vale in modo eminente la promessa di Cristo: “dovunque due o tre persone sono riunite nel mio nome, Io sono in mezzo a loro»!..

Ed ecco il commento del card. Ottaviani:

«la definizione di “Messa” è dunque limitata a quella di “cena”, il che è poi continuamente ripetuto. Tale cena è inoltre caratterizzata dall’assemblea, presieduta dal sacerdote, e dal compiersi il “memoriale del Signore”, ricordando quello che egli fece il giovedì santo. Tutto ciò non implica né la “presenza reale”, né la “realtà del sacrificio”, né la sacramentalità del sacerdote consacrante, né il valore intrinseco del sacrificio eucaristico, indipendentemente dalla presenza dell’assemblea; non implica, in una parola, nessuno dei valori dogmatici essenziali della Messa che ne costituiscono, pertanto, la vera definizione. Qui, -conclude il cardinale - l’omissione volontaria equivale al loro superamento, quindi, almeno in pratica, alla loro negazione!».

Ce n’è abbastanza per dire che quella definizione di “Messa” era “eretica”! E il Papa Paolo VI, leggendo quello scritto dei due cardinali, ne ebbe paura e fece cambiare quel “paragrafo 7”, correggendolo;4 ma lo si fece in parte, però, perché il “testo della Messa” è rimasto ancora tale e quale! Non fu cambiata una parola!
Con quella “furba” riparazione, gli “errori” di quel paragrafo sembrerebbero riparati. Invece, no! La “Messa” rimane “cena”, come prima; il “sacrificio” è solo un “memoriale”, come prima; la “presenza di Cristo” nelle due specie è qualitativamente uguale alla sua presenza nell’assemblea, nel prete e nella sacra Scrittura. I laici (e molto clero!) non hanno notato la sottile distinzione del “sacrificio dell’altare”, detto, adesso, “duraturo”; ma la “mens” dei compilatori è quella, spiegata da Rahner nel suo commento al “Sacrosanctum Concilium”, art. 47:

«L’art. 47 contiene - era già nel Concilium! -una descrizione teologica dell’Eucarestia. Due elementi sono specialmente degni di attenzione: si parla di lasciar “durare” il sacrificio di Cristo, mentre le espressioni “repraesentatio” (Concilio di Trento) “renovatio” (testi papali più recenti) sono state evitate di proposito. La celebrazione eucaristica è caratterizzata con una parola, presa dalla recente discussione protestante, e cioè: “memoriale della morte e della risurrezione di Gesù”».

***
sac. dott. Luigi Villa 

“Signore, insegnaci a pregare!”



PREGHIERE  DI  LUISA PICCARRETA CHE  SI  TROVANO  NEI  SUOI  SCRITTI 

“In tutti i momenti, in tutte le ore voglio sempre amarti con tutto il cuore. 
In tutti i respiri della mia vita, respirando Ti amerò; in tutti i palpiti del mio cuore, amore,  amore (io) griderò; in tutti i movimenti del mio corpo, solo l’Amore abbraccerò. 
Solo d’amore voglio parlare, solo l’amore voglio guardare, solo l’amore voglio ascoltare, sempre all’amore voglio pensare. 
Solo d’amore voglio bruciare, solo d’amore (mi) voglio consumare, solo l’amore voglio  gustare, solo l’amore voglio contentare. 
Di solo amore voglio vivere e nell’amore voglio morire; in tutti gli istanti, in tutte le ore, tutti all’amore voglio chiamare. 
Sola e sempre con Gesù ed in Gesù sempre vivrò, nel suo Cuore m’inabisserò ed insieme con  Gesù, col suo Cuore, Amore, Amore, Ti amerò”. (Vol. 10°, 28.11.1910). 

a cura di D. Pablo Martín

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



L’ANTICRISTO


Messa nera, cos’è?

La cosa più blasfema, sacrilega del mondo!
Il giornale, Il Tempo (15 aprile e 9 giugno 1975) parlava già di 50.000 messe nere celebrate ogni anno a Parigi, circa 136 ogni giorno e qualcosa di simile in altre città. E’ il principale atto di culto della Chiesa di Satana, fondata il 30 aprile 1960 dallo zingaro Anton
Szandor La Vey. Nel 1972 contava già più di 10.000 iscritti.
E’ il rito centrale della Chiesa di Satana, un complesso assurdo, patologico, diabolico “una sintesi di idiozie, di malvagità e aberrazioni mentali”.
Sulla falsa riga della Messa anteriore alla riforma di Paolo VI, in lingua latina, francese o inglese. E’ celebrata sopra un corpo femminile nudo col crocifisso a rovescio e un calice pieno di liquore.
Prima era celebrata da un prete apostata, ora con Ostie consacrate e pagate. Viene evocato, invocato Satana, cantato il Gloria e il Sanctus in onore del dio dell’Inferno. Alla fine il celebrante butta l’Ostia sul pavimento, la calpesta con tutto l’odio e parodie oscene.
A un certo punto, pare, si nota la presenza di Satana per accettare l’omaggio di adorazione dei suoi devoti. L’esperienza convertì una giovane che si fece suora.
Nella sua opera The Satan Seller (1972), Mike Warnke, ex-supremo Pontefice della setta, racconta il suo proselitismo con la droga, sesso e danaro soprattutto tra universitari per conquistarli al satanismo.
“Tanto più presto e grande darò la pace dopo l’ora della prova, quanto più numerosi, tra le torme dei folli, saranno i giusti travolti nel comune castigo, non per la loro punizione, ma per la vostra redenzione. Il Bene, per fiorire, ha sempre bisogno delle lacrime dei Santi e degli olocausti dei redentori. Beati questi Cristi che voi ignorate, questi purificatori dell’aria inquinata dalle vostre colpe” (Quad. ‘43, p. 564).
“O voi, precursori di Cristo, antitesi dei precursori dell’Anticristo che preparano, nel suo nome, il tempo della desolazione, preparatemi le vie col vostro olocausto. I procursori dell’Anticristo hanno vesti di dignità umana. I precursori del Figlio di Dio hanno lo stesso trono del loro Re; la croce, il dolore che redime e salva, specialmente ora in cui bisogna vincere il male. Per salvarsi, il mondo ha bisogno di eroiche vittime di carità per preparare col loro esempio, sacrificio, il ritorno del Signore” (Quad. ‘43, p. 24).

René Vuilleumier

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



Uno sguardo d'insieme 

1. Per i Santi, dunque, l'inferno è una terribile realtà e non una favoletta per bambini! In pratica è il tragico fallimento di creature, che, create per la felicità e la vita eterna, si ritrovano - e per di più eternamente - nell'infelicità più totale. Uno sciagurato fallimento, e per di più irreparabile, nessuno più può annullare o modificare. Come si fa a vivere lontano da Dio, nel fuoco e in mille altri tormenti?... E come si fa a vivere, sapendo che questa tremenda situazione sarà sempre così, senza mai mai mai mutare?... Mistero sconcertante! Alle barzellette e ironie sciocche, i Santi oppongono descrizioni che fanno fremere di terrore e di spavento. Ed essi, senza dubbio, sono infinitamente più credibili di tutti gli sciocchi che popolano il mondo. Credibili per la loro santità che è dirittura di anima e di mente, che mai si presterebbe ad ingannare qualcuno. E credibili per il favore che godono presso Dio, che si serve volentieri di loro per operare meraviglie e inviare agli uomini i suoi messaggi di salvezza e di misericordia. Se si riflettesse un pochino soltanto, molto probabilmente tanti sfuggirebbero a questo supremo e definitivo fallimento della vita. 

2. Per tutti i Santi, passati qui in rassegna, l'inferno è l'esatto opposto del paradiso. L'inferno è il carcere di eterna ira, dove si sprofondano cavernose prigioni, si estendono orrendi deserti e si scorgono smisurati laghi rigurgitanti di mostri paurosi, orribili. Là dentro si dibattono esseri discordi e disperati, vi ferve cioè l'eterna e terribile discordia dei dannati. In cielo invece si gode la gioia e si adora l'Altissimo dentro giardini ricchi di bellissimi fiori e di frutta squisiti che comunicano la vita. E qui tutto è gioia, ordine, bellezza, incanto per gli occhi e per l'anima. Qui regna l'unione dei Santi eternamente beati. Ed è questa la ricompensa data da Dio ai suoi fedeli servitori. 

3. Per tutti i Santi l'inferno è qualcosa di sì orrido da superare ogni umana immaginazione. In esso vi regna - come si deduce dall'insieme delle visioni - il mostruoso, tutto ciò che fa paura e atterrisce (l'arido deserto, abissi senza fondo, mostri, serpenti, ecc.). Le pene dei dannati, quelle del danno e del senso, - inesprimibili e tali da non poter trovare, per esse, paragoni o analogie - sono presentate in tutta la loro crudezza in una certa varietà che, però non crediamo porti danno agli elementi essenziali che, come si è detto, sono in perfetta e totale sintonia con la Rivelazione. Qui interessano soprattutto i contenuti delle visioni con tutte le conclusioni e conseguenze che se ne possono trarre. Tutti parlano di fuoco e di altri orrendi castighi. Esse sono quelle elencate dalla Menendez e che si ritrovano, più o meno in tutte le altre apparizioni, e cioè: La perdita di Dio: la pena che costituisce propriamente 1'infemo, I continui rimorsi di coscienza, La consapevolezza che quella sorte non cambierà mai, Il fuoco che penetra l'anima senza annientarla, un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio, L'oscurità continua e un fetore soffocante, La compagnia continua di Satana, La disperazione con l'odio a Dio, e con le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. I dolori che vi si soffrono sono spaventosi e intollerabili. Al confronto i dolori più atroci della terra, come dice la stessa S. Teresa "non sono nemmeno da paragonarsi con quanto allora ho sofferto, specialmente al pensiero che quel tormento doveva essere senza fine e senza alcuna mitigazione. Ma anche questo era un nulla innanzi all'agonia dell'anima. Era un'oppressione, un'angoscia, una tristezza così profonda, un così vivo e disperato dolore che non so come esprimermi. Dire che si soffrano continue agonie di morte è poco..." (S. Teresa d' Avila). 

Ma il supplizio maggiore è il fuoco e la disperazione interiore, che non si sa descrivere. 

4. Tutti parlano pure dei supplizi riservati ad alcuni vizi. "Queste sono pene che tutti i dannati soffrono - aggiunge la Menendez ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro". S. Teresa parla, in merito, di "spaventosissimi castighi". Ogni vizio ha i suoi castighi particolari. C'è chi accusa le mani che hanno rubato, o la lingua e gli occhi con i quali hanno peccato. Tra le pene del dannato ci sono ancora quelle inflitte dallo stesso satana e dai diavoli. Perché? Perché il dannato, consapevolmente o inconsapevolmente, li ha scelti in vita e li ha serviti come suoi signori e padroni. E il diavolo, il maligno per essenza, non può dare e non sa dare che umiliazioni e sofferenze. Stando così le cose viene da chiedersi: come è possibile che ci sia chi adori il diavolo e ad esso si appoggi? È pazzesco confidare nel proprio acerrimo nemico che vuole solo la dannazione eterna di tutti. Come è ugualmente incomprensibile che si possa diffidare di Dio, che ha dato mille prove del suo amore, e che per salvare l'uomo dalla schiavitù di satana e dal rischio tremendo dell'inferno, si è incarnato e ha dato il proprio sangue in riscatto. 

5. In piena conformità al Vangelo e al Magistero della Chiesa, in tutte le visioni si insiste sull'eternità dell'inferno e sulla disperazione che la certezza di tale terribile realtà provoca nei dannati. Nessuna mitigazione, quindi, o evasione, tanto meno una loro soppressione. Purtroppo alla unanimità espressa dai Santi sulle verità dell'inferno, non sembra che vogliano sempre adeguarsi teologi, letterati e opinionisti anche di grido. Anche se, ad onore del vero, è, forse, la stessa grandezza del mistero che spinge a "sognare" uscite e soluzioni impossibili. A riguardo scelgo solo due esempi. Il primo riguarda i dannati all'inferno. Tutti i Santi vedono innumerevoli dannati all'inferno. Vari di loro anzi affermano di averli visti cadere nell'abisso. Così, per es., S. Veronica Giuliani: "La montagna viva era un clamore di maledizioni orribili. Essa era l'inferno superiore, cioè l'inferno benigno. Infatti la montagna si spalancò e nei suoi fianchi aperti vidi una moltitudine di anime e demoni intrecciati con catene di fuoco. I demoni, estremamente furiosi, molestavano le anime le quali urlavano disperate. A questa montagna seguivano altre montagne più orride, le cui viscere erano teatro di atroci e indescrivibili supplizi. E in quell'abisso, ella vide precipitare una pioggia di anime... ". S. Giovanni Bosco vede precipitare nell'inferno giovani da lui conosciuti, ecc. Non potendosi negare l'esistenza dell'inferno - una verità così chiaramente espressa dalle Scritture e dai Santi -, si è ipotizzato che esso sia vuoto. L'inferno, perciò, di cui tante volte ha parlato soprattutto il Signore in persona, non sarebbe che uno spauracchio da non prendere troppo sul serio o uno spaventapasseri che fa paura solo agli ignari e ingenui! È chiaro che, con tutto il rispetto e la stima che abbiamo soprattutto per i teologi, preferiamo credere ai Santi che, prescindendo anche dalla concordanza con le Scritture, sono, come già detto, immensamente più credibili degli stessi grandi teologi e letterati. Altro esempio riguarda l'eternità dell'inferno e delle sue pene. Tutti i Santi citati ci parlano di eternità delle pene con l'esclusione anche di qualsiasi attenuazione. Ed ecco che, oggi, anche dopo la condanna dell'apocatastasi di Origene, viene a dirci il contrario il Maritain in un volumetto dell'età senile dal titolo Le Cose del cielo, a cura di Nora Possenti Ghiglia, ediz. Massimo, Milano. I dannati nell'inferno - dice il Maritain - lavorano a costruire edifici che crollano a causa delle loro divisioni e odi. "Essi faranno delle città nell'inferno, delle torri, dei ponti, vi condurranno battaglie... nel male stesso manifestano i doni e le energie ontologiche di cui la creatura non sarebbe sprovvista se non quando cessasse di essere" (p. 77). C'è il fuoco, ma "poiché l'anima resta rivolta contro Dio e fissata nell'odio, il fuoco non le serve a nulla e le brucia eternamente" (p. 75). Eternamente di sicuro, dal momento che le anime sante protestano contro l'eternità dell'inferno. Il nostro amore, questo amore che (Dio) ci ha dato, come potrebbe essere soddisfatto di vedere Dio odiato senza fine, e senza fine bestemmiato da esseri usciti dalle sue mani? Vedere il crimine aggiungersi al crimine? E tra i maledetti ce n'è di quelli che amiamo [...]. "No, noi non cesseremo mai, continueremo a pregare e a gridare per il Sangue del Salvatore, ah!, senza avere, lo sappiamo bene, il minimo diritto di essere esauditi, e lasciando solamente la follia dell'amore esalare da noi liberamente, gratuitamente" (p. 78). Maritain spera che Dio cambi la volontà dei dannati "fissata nel male in virtù dell'ordine della natura in maniera assoluta e immutabile", con un "miracolo". Per farla breve, ogni dannato viene "perdonato (sempre dannato ma perdonato)" e così "lascia i luoghi bassi, viene fuori dal fuoco, è trasportato nel limbo. Egli gioirà, benché rimanga ferito, di quella felicità naturale" di cui godono i bimbi morti senza battesimo, "e che è ancora un inferno rispetto alla gloria" (p. 79). "Il fuoco dell'inferno resta eterno in se stesso, continua a bruciare senza fine (...) ma coloro che vi erano stati immessi ne sono stati tratti fuori per miracolo" (p. 80). Resta per Maritain, che "questi perdonati sono dei perduti. Non sono stati salvati, non sono riscattati"; solo, "la loro anima è tratta fuori dalla pena del senso in quanto causata dal fuoco" (ibidem). Commenta il Blondet: "Spero si capisca l'enormità di quel che viene qui elucubrato. E che si veda la radice torbida di quella malattia del cattolicesimo che - in mancanza di migliori approfondimenti - s'è chiamata buonismo, e di cui Maritain è stato uno dei massimi diffusori". Il buonismo che è una forma del sentimentalismo, rivela qui che la radice di ogni sentimentalismo è la sensualità, il materialismo sensuale. Maritain infatti suppone che il destino dei dannati possa essere migliorato sottraendoli al fuoco; è il dolore fisico, la "pena del senso" quello che per lui pesa davvero. La pena del danno, è qualcosa che si può sopportare, non è vero? Tutto ciò è ovviamente insensato. Se, come dice Maritain, "la giustizia di Dio è la sua pazienza" (p.74), ossia se fosse vero che Dio "soffre che delle creature formate a sua immagine lo rifiutino... eternamente", sarebbe più coerente ipotizzare che, per porre fine alla propria sofferenza, Dio concedesse anche ai dannati la salvazione, ossia la visione di sé; perché il `fuoco' non è che un ‘simbolo’ del dolore della mancata visione: anche se un simbolo radicalmente concreto, che realmente brucia ogni fibra dell'essere umano, anima e corpo. Ma pretendere la salvazione finale dei dannati è palesemente eretico, e Maritain se ne astiene". Come si vede, proprio perché le visioni dei Santi qui presentate, non sono immaginazione o pura fantasia, offrono tutte un quadro sostanzialmente identico dell'inferno, perché riflettono verità oggettive. Ciò che le Sacre Scritture, i Santi Padri ci dicono sinteticamente o anche velatamente, viene qui squadernato e approfondito nei suoi particolari, anch'essi differenti solo in dettagli che non distruggono affatto una omogenea visuale d'insieme. 

Padre Antonio Maria Di Monda

Con l'istituzione del governo unico, l'umanità in generale si ritroverà alla mercé dei capricci degli alti governanti



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA


SANTISSIMA VERGINE MARIA

Miei amati, dietro la pace illusoria e gli apparenti sforzi di pace, si nasconde il governo unico che verrà imposto dai potenti del mondo. Con l'istituzione del governo unico, l'umanità in generale si ritroverà alla mercé dei capricci degli alti governanti, s’imporrà una moneta unica e una sola religione.

29.10.2013

Il Dio dei vivi



“ L’uomo morto è un essere vivo: Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui (Luca 20, 38). L’anima vola invisibilmente presso il corpo, ed i luoghi dove amava trovarsi. Se è morta nei peccati, non può disfarsi dei loro legami ed ha un grande bisogno delle preghiere dei vivi e soprattutto della Chiesa di Cristo. Preghiamo, così, sinceramente per i morti, questo beneficio immenso è per loro più grande della beneficenza per i vivi ”.

(s. Giovanni di Kronstandt)

LETTERE D'UN EREMITA



L'ANTICRISTO

 di J. E. DE CAMILLE


Insegnami che cosa vuoi che ti dica. - Niente, se non queste parole:



Un giorno in cui il desiderio di ricevere Nostro Signore mi tormentava, gli dissi:
- Insegnami che cosa vuoi che ti dica. - Niente, se non queste parole:

Mio Dio, mio Unico e mio Tutto,
tu sei tutto per me e io sono tutta per te!

Esse ti custodiranno da ogni specie di tentazione e suppliranno tutti gli atti che vorrai fare e ti serviranno di preparazione all'azione.

di Santa Margherita Maria Alacoque


Il Nuovo Ordine Mondiale è pronto ad attaccare tutti i Miei figli.



 18 maggio 2020 

 Maria De Jesus Coelho.

Figlia mia, io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore, scrivi. Sono venuto con il mio amore per darvi un altro messaggio che viene dal mio Cuore Paterno al vostro. Sono venuto per parlarvi perché conosciate la verità e perché diate tutto ai miei figli che non conoscono la verità che viene dal cielo sulla terra. Molti si spaventeranno perché non hanno mai sentito quello che sono venuto a dire attraverso di voi, figlia mia, che ho scelto. Tutto vi sarà detto perché un Padre ama parlare ai Suoi figli e voi siete graditi ai Miei occhi, così qui Io Sono per darvelo. Perché tutto vi è dato? Perché molti non riconoscono il mio grande amore per coloro che ho scelto dal grembo della loro madre.

Sì, figlia mia, quello che sono venuto a dire a tutti è che molto presto verrò a prendere tutti coloro che mi servono e metterli in un luogo sicuro, perché ciò che verrà ai miei figli sarà una tristezza immensa, che farà impazzire molti. Non temere, figlia mia, non sei sola, perché ti ho sempre dato i miei segni perché tu potessi vedere che non sei abbandonata, perché un Padre vuole dare tutto a chi Lui sceglie, tu non sarai mai abbandonato. Sì, cara figlia, il mio gregge è disperso, ho bisogno di riunirli e portarli in un luogo sicuro dove il male non verrà a contaminare coloro che credono in me e mi rispettano con amore.

Quindi verrò tranquillamente, in modo che non se ne accorgano, perché il diavolo vuole distruggerti, ma non permetterò che questo accada. Coloro che vogliono accompagnarvi devono prepararsi, perché molto presto tornerò come un fulmine, in modo che essi non pasticcino con quelli che voglio salvare dalla presa di Satana. Ora state attenti, non voglio che i vostri cuori siano turbati, ma preparatevi, perché il vostro rifugio è pronto ad accogliervi e chi vuole andare deve prepararsi perché tutto è pronto. Figli Miei, per coloro che non lo sanno, ci sarà una grande tribolazione nella Mia Chiesa che non potete immaginare, il Nuovo Ordine Mondiale è pronto ad attaccare tutti i Miei figli.

Non avete tempo Miei figli perché la bestia nera è pronta ad agire, pronta a portarvi via tutto ciò che avete e a lasciarvi senza nulla, nemmeno nulla da mangiare, perché quello che vogliono fare è darvi il marchio della bestia. Allora dovrete prendere voi stessi il marchio se non fate quello che vi sto dicendo, perché tutto è pronto per loro per darvi quello che vuole (Satana), allora sarete portati a essere macellati, portati al boia come un animale. Figli miei, vi amo e voglio portarvi fuori da questo mondo in un posto sicuro, ma dovete aprire gli occhi in modo che il nemico non vi prenda di sorpresa perché sta già agendo e poi dovrete fare tutto quello che vi dice di fare.

Devi stare attento e fare tutto quello che ti è stato detto di fare (in questi messaggi). Tutti sono chiamati, ma ognuno di voi è libero di scegliere. Io mi sono dato sulla croce, ma non tutti quelli che dicono: Signore, Signore. entreranno nel Regno dei Cieli perché se il diavolo ti coglie può mettere le cose nella tua testa in modo che tu non abbia la possibilità di pentirti, perché solo allora (per pentimento) posso darti tutto perché tu possa entrare nel luogo permesso. Dovete purificarvi dai vostri peccati e purificarvi, perché io vi amo, ma sono un Padre che vuole amare tutti con il suo Cuore. È tempo di chiedere perdono dei tuoi peccati. Ti ho chiamato, perché tu sappia che Io Sono che Io Sono. Tutti sono chiamati, ma pochi sono scelti.

Amen.