domenica 29 agosto 2021

CRISTO, VITA DELL'ANIMA

 


Nostro Signore è dunque il nostro modello come Figlio di Dio e come figlio de ll’uomo., ma lo è in primo luogo come Figlio di Dio; questo stato di Figlio di Dio è propriamente ciò che c'è di fondamentale in Cristo e noi dobbiamo rassomigliargli in questo prima di tutto.  

   E come rassomigliargli in ciò? La filiazione divina di Cristo è il tipo della nostra filiazione soprannaturale; la sua condizione, il suo essere di Figlio di Dio e l'esemplare di uno stato nel quale deve stabilirci anzitutto la grazia santificante. Cristo è il Figlio di Dio per natura e per diritto, in virtù dell’unione del Verbo eterno con la natura umana (3); noi lo siamo per adozione e per grazia, ma lo siamo realmente e ad un titolo molto vero. Cristo ha in più la grazia santificante; egli ne possiede la pienezza.  

In noi, essa deriva da questa pienezza più o meno abbondantemente ma nella sua sostanza, la stessa grazia che riempie l'anima creata di Gesù ci divinizza. S. Tommaso dice che la nostra filiazione divina è una somiglianza della filiazione eterna (4).  

Tale è il modo primario e sopraeminente, col quale è il nostro modello: ne ll’Incarnazione egli è costituito, per diritto, Figlio di Dio. Noi dobbiamo divenirlo con la partecipazione alla grazia, che deriva da lui e che, divinizzando la sostanza dell'anima nostra, ci costituisce nello stato di figli di Dio. Questa è la linea prima e fondamentale di rassomiglianza, che dobbiamo avere con Gesù Cristo, il quale regola tutta la nostra attività soprannaturale. Se non possediamo in noi, prima di tutto, questa grazia santificante che è il segno fondamentale di somiglianza con Gesù, il Padre Eterno non ci riconoscerà per suoi. Tutto ciò che facciamo nella nostra esistenza, senza questa grazia, non è di nessun merito per farci partecipare all'eredità eterna: non saremo coeredi di Cristo, se non saremo fratelli suoi per la grazia (1).  

Cristo è modello anche nelle sue opere. Abbiamo veduto con quale verità è stato uomo; bisognerebbe dire anche con quale verità ha agito da uomo.  

   Anche in questo Nostro Signore è per noi un modello completo, e pertanto accessibile, di ogni santità. Egli ha praticato, in un grado incomparabile, tutte le virtù che possono ornare la natura umana, tutte quelle almeno che erano compatibili con la sua natura divina.  

   Voi sapete che con la grazia santificante, è stato dato all'anima di Cristo il magnifico corteo di virtù e di doni dello Spirito Santo; queste virtù scaturivano dalla grazia  come da una sorgente; esse si sono manifestate nel corso de ll’esistenza di Gesù in tutta la loro perfezione.  

    Certamente, egli non ha avuto la fede. Questa virtù teologale esiste soltanto nell'anima che non gode ancora della visione di Dio. L'anima di Cristo contemplava Dio faccia a faccia ed essa non poteva credere in questo Dio che vedeva; ma ha avuto quella sottomissione di volontà, che è necessaria alla perfezione della fede, quella reverenza, quella adorazione di Dio, verità prima ed infallibile. Tale disposizione era nell’anima di Cristo in un altissimo grado.  

Beato Dom COLUMBA MARMION 

GESÙ E SATANA

 


COSÌ É LA VITA! 

Alcune navi avevano attraversato lo Stretto di Messina e costeggiavano l'estremità delle Calabrie. Il mare tranquillo ed il cielo sereno non lasciavano intravvedere alcuna prossima sciagura. Ma si era già dichiarata la guerra, nel 1940, e bisognava stare preparati alle sorprese. 

Nelle vicinanze di Capo Stilo, dall'alto della torre di comando della nave fu avvistata la flotta nemica. Fu dato l'ordine: Accorciare le distanze ed aprire il fuoco! - Durante il combattimento una bomba nemica colpì la Santa Barbara di una nave italiana, cioè il reparto del deposito delle munizioni. 

Lo scoppio fu tremendo! Esplosione di bombe, pioggia di proiettili, incendio della nave. 

Quelli che sfuggirono alla morte, feriti più o meno gravemente, furono trasportati a Messina e ricoverati nel grande Istituto Don Bosco. 

Andai a far visita a quegl'infelici. Che pena! ... Soldati nel fior degli anni ridotti come cenci! Le facce bruciate, quasi nere; chi era privo di una gamba, chi di un braccio, chi aveva la spina dorsale rotta. La nave ospedaliera in un secondo tempo, di notte, portò a Messina sessanta casse funebri. In ognuna c'erano le ossa appartenenti a più soldati. 

La cittadinanza, commossa, accompagnò al cimitero la lunga fila di bare. Al passaggio del Viale San Martino si ebbe la delicatezza di osservare l'assoluto silenzio, dovendo il corteo passare davanti all'Istituto Don Bosco. Non si riuscì allo scopo. Fu avvistato il corteo e la notizia subito si sparse tra i ricoverati. Grida, pianti, esclamazioni dolorose. - Passano i nostri fratelli! Vogliamo vederli!... Addio, fratelli!... Consoleremo noi le vostre mamme!... - 

Una guerra dichiarata, combattimenti, morti e feriti, vinti e vincitori! Così la vita! La vita dell'uomo sulla terra è un combattimento. 

Il mondo è un mare agitato, spesso in tempesta; noi dobbiamo attraversarlo nel corso della vita. Conviene stare vigilanti per non farci sorprendere dal nemico ed andare incontro alla morte eterna. 

La guerra morale è la lotta tra il bene - ed il male; due grandi eserciti sono schierati l'uno contro l'altro: l'esercito dei buoni e quello dei cattivi. Chi ne sono i comandanti? 

Don Giuseppe Tomaselli 

Spirito Santo

 


SPIRITO SANTO guidami tutti i giorni per fare la VOLONTA' DEL PADRE MIO.


GUIDAMI nella PREGHIERA..

GUIDAMI nel vedere nel prossimo il VOLTO DI GESU'.

GUIDAMI ad aiutare chi si trova in DIFFICOLTA'.

GUIDAMI ad alleviare i dolori al MALATO.

GUIDAMI nella pace con i miei FAMILIARI.

GUIDAMI nell'amore verso il POVERO.

GUIDAMI a superare le difficoltà con i miei NEMICI.


AIUTAMI AD AMARE SEMPRE IL PADRE LA MADRE E IL FIGLIO.

TI RINGRAZIO PER I CONSIGLI CHE MI DAI TUTTI I GIORNI

TI AMO E TI VOGLIO BENE.

Siate in ogni momento pronti per la fine perché non sapete quando essa busserà alla vostra porta!

 


Abbiate fiducia, figli Miei, abbiate fiducia perché la vostra fiducia sarà messa alla prova e soltanto se siete fortemente ancorati a Mio Figlio, riuscirete a superare questa prova.

Mantenete viva la preghiera giorno e notte! Pregate il vostro Santo Angelo Custode affinché continui a pregare per voi quando dovete svolgere le vostre attività quotidiane o quando siete molto stanchi. Anche di notte egli continua a pregare con la vostra anima, ma per favore voi dovete chiederGli di farlo. Preparatevi anche voi, perché TUTTI i Nostri figli saranno messi alla prova ancora una volta.

Abbiate completa fiducia in Mio Figlio e non abbiate in voi né paura né preoccupazione. Mio Figlio provvederà per voi. EGLI è presente per voi ed EGLI vi eleverà.

Siate in ogni momento pronti per la fine perché non sapete quando essa busserà alla vostra porta.

Con amore,

La vostra Mamma Celeste.

Oltre la morte

 


Tu sei cittadino dell’infinito, pellegrino dell’eternità. Sei stato creato con l’amore e per amare. Non ti fermare nel cammino. Continua ad andare avanti, cercando sempre il meglio e il più bello, L’amore sarà luce al tuo cammino. E non dimenticare che un angelo di Dio ti accompagna e ti guida.

Ricorda sempre che l’amore è ciò che ti dà vita, perché senza amore sarai morto nella vita. un amore povero dovrà esere purificato in purgatorio, Un vuoto totale d’amore sarà il tuo inferno eterno. Per questo chiedi a te stesso quanto amore hai nel tuo cuore.

Non accontentarti di qualsiasi cosa, aspira sempre al più alto e al più profondo, aspira sempre alle altezze della divinità e così conseguirai una vera santità e un cuore pieno di Dio.

Vivi per l’eternità, cammina verso l’infinito. Non ti fermare. Cammina verso Dio.

L’Eucaristia sarà per te il “pane di vita”, il pane per la tua vita. Lì, nel tabernacolo di ogni chiesa, incontrerai Gesù che sempre ti aspetta, che sempre ti ama, che sempre ti ascolta.

Maria ti porterà verso di lui: non la dimenticare.

E procura di essere sempre preparato. Che il momento della morte di trovi “pronto”. E in quel momento supremo, prendi la tua vita con dolcezza nelle tue mani e offrila con tutto il tuo amore a Dio Padre.

Magari ti elevassi direttamente al cielo, alla pienezza della vita, dell’amore e della felicità. E questa stessa sorte sia concessa anche a tutti i tuoi familiari.

 

“Che le anime dei tuoi familiari defunti, per la misericordia di Dio, riposino in pace.

Amen”

 

P. Angel Peña


GESÙ BAMBINO NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA

 


- «Stando molto afflitta per la privazione del mio sommo Bene e avendo fatta la Comunione, nel ricevere la santa Particola si è fermata alla gola ed io, succhiandola per mandarla giù, vi succhiavo un umore dolce e squisito e, dopo avere molto succhiato, se ne è andata in basso e vedevo la Particola cambiata in Bambino, che diceva: “Il tuo corpo è il mio Tabernacolo, la tua anima è la pisside che mi contiene, il palpito del tuo cuore è come particola che mi serve per trasformarmi in te come in una particola; con questa differenza, che nella particola, consumandosi, sono soggetto a continue morti; invece, nel palpito del tuo cuore simboleggiato nel tuo amore, non essendo soggetto a consumarsi, la mia vita è continua. Dunque, perché tanto affliggerti delle mie privazioni? Se non mi vedi mi senti, e se non mi senti mi tocchi, ora con la fragranza dei miei profumi che spando intorno a te, ora con la luce di cui ti senti investire, ora col far scendere in te un liquore che sulla terra non si trova, ora col solo toccarti, e poi [in] tanti altri modi a te invisibili”. (Vol. 9°, 08.07.1910) 

POTERE MONDIALE, CHI LO MERITA?

 


"ASCOLTA, ISRAELE!"


1) – Seconda domanda: “Chi merita di dominare la Terra?” 

La Chiesa crede, e noi con lei, che Dio soltanto meriti di regnare sull’umanità. Da questo credo nasce la certezza cristiana che il Bene prevarrà sul Male, non solo in cielo ma anche in terra. Tuttavia la lotta persiste, anzi … oggi sembra più furiosa di sempre anche perché è vicina la sua conclusione. In questa lotta le armi per attaccare o difendersi sono anche i libri, e tra questi ce n’è uno intitolato: Protocolli dei Saggi di Sion. Esso insegna ciò che bisogna fare per giungere al controllo mondiale. I suoi autori – che sono Ebrei dalla mentalità elitista – non lo vogliono riconoscere, e pagano degli "esperti" affinché lo definiscano "un falso".  

È evidente che questo libro mette in imbarazzo coloro che in sua presenza si sentono smascherati. Alle volte la polemica è talmente viva, che uno finisce per pensare che non esista al mondo un libro più contestato di questo. 52 

Il contenuto dei “Protocolli” .  

Per fare un esempio, le pagine di questo documento spiegano che se un gruppo di persone vuole intervenire all’interno di una nazione o di una zona prescelta, allo scopo di farvi regnare i propri interessi, occorre che l’operazione di intervento abbia per base un motivo giudicato valido dall’opinione pubblica. Se il motivo non esiste bisogna crearlo artificialmente. Come? Il modo migliore, il più efficace, consiste nel fomentare disordini all’interno della regione prescelta. Senza questa azione preventiva sarebbe impossibile giustificare agli occhi del mondo un intervento diretto destinato a ‘sistemare’ gli affari degli altri, e per di più sul loro stesso territorio. Vi si legge pure che per proteggere la vita è necessario all’occorrenza saper infliggere la morte (di preferenza ai più deboli), e che i disordini provocati deliberatamente sono necessari se risulta che ci sia un ordine “superiore” che meriti la precedenza.   

Il numero degli articoli “protocollari” è di 24. Gli ese mpi qui sotto citati hanno per scopo di mostrare al lettore quali sono i metodi che detto libro prevede per far cadere una nazione. La lettura completa del libro spiegherebbe ancora meglio il perché dei disordini che fanno tanto soffrire il mondo attuale. 53 

Il primo articolo “protocollare” spiega l’importanza di controllare la produzione dei soldi di una nazione per arrivare al controllo intero di tale nazione.  

Il secondo articolo sottolinea la necessità di controllare la stampa.  

Il terzo articolo insegna i trucchi e le strategie che permettono di prendere in mano le redini del potere in modo progressivo.  

Il quarto articolo parla della necessità di far diminuire la fede che il popolo ripone in Dio: il popolo ha bisogno di noi uomini, non di Dio.  

Il quinto articolo dice che all’occorrenza bisogna saper provocare artificialmente la confusione. Per esempio: “...Per impadronirci dell’opinione pubblica dobbiamo creare l’imbarazzo generale. Questo si ottiene facendo uscire opinioni contraddittorie da tutti i lati. Le opinioni contraddittorie devono essere numerose, e mostrate a lungo, quanto basta per far perdere la testa ai ‘Goym’. Questi devono sentirsi come in un labirinto, e concludere che la cosa migliore per loro è di rimanere senza opinione in politica.”  

Il sesto articolo mostra la necessità di creare il desiderio del lusso e delle comodità nell’uomo comune.  

Il settimo articolo spiega come procedere per guadagnare il controllo dei governi nazionali.  

L’ottavo articolo mostra in che modo si devono addestrare e controllare i presidenti e i capi delle nazioni.  

Il nono articolo mostra il vantaggio che c’è a sfruttare le debolezze umane per arrivare a un super Governo internazionale. Dice: “E le armi a nostra disposizione sono le ambizioni illimitate, le bramosie ardenti, l’istinto di vendetta implacabile, l’odio, la malizia. Siamo noi che controlliamo il terrore che tutto sommerge. Nei nostri servizi abbiamo persone di tutte le opinioni, di tutte le dottrine, abbiamo i nostalgici della monarchia, i demagoghi, i socialisti, i comunisti, e abbiamo i sognatori, fabbricanti di utopie di ogni genere. Sono tutti all’opera: Ognuno di loro agisce a nome proprio, con l’idea di sbarazzarsi al più presto di quanto rimane di autorità legittima. Ognuno si sforza di rovesciare l’ordine stabilito. A causa di questi atti sovversivi tutti gli stati sono nell’angoscia. I loro governi invitano alla pace, e pur di avere un po’ di pace e di tranquillità sacrificherebbero tutto, ma noi non daremo loro pace finché non riconosceranno apertamente il nostro super Governo internazionale, e con sottomissione.”   

Le espressioni citate dimostrano che il testo dei “Protocolli” è stato preparato da un pugno di Farisei, che sono Ebrei dalla mentalità elitista. Il Governo mondiale da essi agognato non preconizza la libertà per tutti ma solo per i dominatori. 54  

Siccome i dominatori vogliono essere loro, hanno deciso che per adesso è preferibile che nessuno conosca la loro identità. Come risultato, molta gente pensa che essi non abbiano mai esistito. 55 

  

2) – “Novus Ordo Sæculorum”. 

L’immagine esoterica qui riportata viene chiamata in inglese The great Seal. Si trova sul retro del dollaro americano, ma pochi sanno ciò che significa, e più nessuno ci fa attenzione.  

Il "Nuovo Ordine Mondiale" (ovvero: Novus Ordo Sæculorum) pubblicizzato dal dollaro americano sarebbe un qualcosa di artificiale, deciso in privato da questo gruppetto di Ebrei, gli Illuminati , persone convinte che la sola razza capace e degna di condurre gli affari della terra è la loro. Questa loro convinzione sarebbe il risultato di una falsa interpretazione delle Scritture sacre, le quali promettono ai figli d’Israele la guida (spirituale) del mondo futuro. La promessa c’è, ma ha un senso opposto a quello che gli viene solitamente attribuito dallo spirito farisaico. 56 La spiegazione è triplice.  


Primo : Il linguaggio delle Scritture è essenzialmente spirituale, non materiale. Il ruolo di guida delle Nazioni che Dio promette agli Ebrei non è lo stesso se viene interpretato in senso materiale anziché spirituale. Gli Ebrei elitisti lo interpretano in senso materiale, allorché Dio si esprime in senso spirituale. Secondo: il discorso delle Scritture sacre non è rivolto a una dozzina di famiglie ebraiche isolate ma a tutto il Popolo ebraico, cioè all’insieme degli Ebrei. 57 Terzo: L’uomo non deve rubare a Dio assolutamente nulla, ma aspettare che Dio stesso elargisca i doni che ha deciso di concedere. Il prestigio del Popolo ebraico sarà accordato agli Ebrei su iniziativa divina, non su iniziativa umana, e quando Dio lo vorrà, non quando l’uomo lo vorrà. 58 

3) – Hitler, occultismo, e “Protocolli”.  

Chi è Adolf Hitler, a prescindere da quello che di lui già sappiamo dai libri di storia? Si dice che Pio XII tentò di esorcizzarlo a distanza, convinto che fosse posseduto dal demonio. Esistono prove che Pio XII non era l'unico a pensarla in questo modo. Il generale Alexander von Faikenhausen, comandante delle truppe tedesche stanziate in Belgio dal 1940 al 1944, non credeva troppo ai pregi del nazismo, e più di una volta confidò i suoi dubbi a Leopoldo III, re del Belgio. Il monarca belga rispose al generale che prima ancora che scoppiasse la guerra gli era capitato una volta di incontrare Hitler nella città di Berchtesgaden. E parlando sempre di Hitler raccontò al generale il fatto seguente: “Fui impressionato dal suo sguardo, in netto contrasto col fisico insignificante del personaggio. Sembrava che fosse abitato da uno spirito che non era il suo. In certi momenti sembrava vuoto del tutto, e assente. Poi sembrava ritornare alla vita solo perché il suo doppione lo riprendeva in mano. Ma non era lui veramente. Lui è un essere senza importanza, una nullità quasi assoluta”.  

Oltre a questo episodio, c’è anche quello del sacerdote cattolico della città di Schonstatt, che un giorno si trovò in mezzo alla folla, a qualche metro da Hitler. Il sacerdote aveva in tasca un flaconcino d’acqua benedetta, e data l’occasione volle usarla discretamente in direzione di Hitler, recitando una formula di esorcismo. La reazione di Hitler fu immediata. Cominciò ad agitarsi e a guardare attorno in modo strano, allucinato, come se avesse voluto proteggersi da un’oscura minaccia. 

Per quanto riguarda i Protocolli, Hitler ha finito per considerarli uno specchio della mentalità ebraica in generale. Nel suo Mein Kampf dichiara: “Ciò che numerosi ebrei fanno forse inconsapevolmente si trova sistematicamente esposto nei ‘Protocolli dei Saggi di Sion’. Poco importa di sapere quale cervello ebraico sia l’autore di queste rivelazioni. Ciò che conta è che i Protocolli rivelano la natura e le attività degli ebrei, e lo fanno in modo irrefutabile, descrivendo molto bene la loro logica interiore e i loro scopi finali”.  

L’autore Ildebrando Santangelo, nel suo libro L’ultima battaglia, dice che Hitler scelse di annientare gli Ebrei quando scoprì le smisurate ambizioni ebraiche rivelate dai Protocolli. Dato che gli autori dei suddetti Protocolli sono Ebrei, e che un Ebreo si considera di norma un prescelto da Dio al dominio della Terra, tra il Führer tedesco e gli Ebrei fu la guerra aperta. Apparentemente Hitler era convinto che gli Ebrei fossero tutti complici dei presunti autori dei Protocolli, i quali, lui pensava, volevano dominare il mondo al posto suo, al posto della razza ariana. 59  

Accanto a questa prima tesi ce n’è pure un’altra, secondo la quale il nazismo e il Führer sarebbero stati “creati” da un minuscolo gruppo di Ebrei elitisti a mentalità farisaica, banchieri di professione, persone convinte di essere tra le più sagge ed illuminate del Globo. Sono loro che avrebbero fatto il necessario per trasformare il caporale Adolf Hitler da persona ultra- mediocre in un grande Führer. Secondo questa tesi Hitler si rese reperibile perché era un appassionato di occultismo. Gli piacevano le sedute spiritiche e i riti satanici.  

Queste cerimonie erano frequentate da persone di vario genere, Ebrei compresi. Il caporale Hitler fu intercettato, motivato, “educato”, “invasato”, e poi manipolato come una marionetta. 

Da chi? I banchieri ebraici che lo hanno intercettato, motivato, “educato”, “invasato”, e poi aiutato a scavalcare a tutta velocità i gradini del potere, e che in seguito lo hanno finanziato allo scopo di servirsi di lui per i loro interessi, sono rimasti sempre nell’ombra, nascosti dietro emissari pagati per eseguire i loro ordini. Questi banchieri, esperti sicuramente di occultismo, avrebbero agito in questo modo per far scoppiare la seconda guerra mondiale, suscettibile di incrementare all’estremo il commercio delle armi, fonte principale dei loro strabilianti profitti. Oggi i figli o i nipoti di questi banchieri utilizzano la loro potenza finanziaria per convincere il mondo, tramite i mass-media di cui hanno il monopolio, che sono i Romani che hanno crocifisso Cristo, e non i loro padri, che è stato Hitler ad eliminare sei milioni di Ebrei innocenti e non i capitali che gli sono stati forniti affinché questo grande sacrificio d’olocausto fosse messo ad esecuzione, e che la terza guerra mondiale, che dovrà distruggere tutto per aprire la via al Governo mondiale (alias : Impero Giudaico Universale), è l’opera di fantomatici terroristi. 60 

È possibile che le due tesi suddette si completino a vicenda. Al lettore di giudicare. Quando i finanzieri ebraici trasmisero le loro allettanti proposte al “grande prescelto” (Hitler), lo spirito alieno dell’ex-caporale 61 fu pronto ad accoglierle, tanto più che l’oro che le accompagnava rendeva immediatamente realizzabile ogni progetto, sia politico che razziale. 62 

  

4) – “Israele” contro Israele?  

“Israele” è uno stato politico, mentre Israele (scritto senza le virgolette) è una famiglia di anime elette, una famiglia grande quanto lo può essere il Popolo eletto nel suo insieme.  

La storia sacra dimostra che una lotta incessante sussiste tra Ismaele e Isacco, tra Esaù e Giacobbe, tra Giuseppe e i suoi fratelli, tra Erode e i santi Innocenti di Betlemme, tra Erode Antipas e il Battista, tra il Sinedrio e Cristo, tra S. Stefano e i suoi lapidatori, tra gli Ebrei martirizzati per Cristo ed i loro esecutori, tra l’apostolo Paolo e i suoi ex-correligionari, tra la mentalità di Yitzhak Rabin e quella di Yigal Amir, suo assassino ... Di fronte a questi esempi qualcuno forse dirà, magari a titolo di commento personale, che quando si tratta di nuocersi reciprocamente e di ammazzarsi gli uni gli altri gli Ebrei sono capaci di fare come tutti. Che sia vero che gli Ebrei sono capaci di nuocersi, di ammazzarsi, di vendersi gli uni gli altri? Di tradirsi, di rubarsi, di perseguitarsi gli uni gli altri? Che cosa dicono gli esperti?   

Gli esperti dicono che umanamente parlando gli Ebrei sono come tutti gli altri esseri umani, ma S. Paolo specifica che essi sono i primi nel bene e i primi nel male. Gli esperti di storia mistica segnalano che davanti a Dio gli Ebrei rappresentano il resto dell’Umanità. Se ciò è vero, risulta che l’Umanità è un riflesso di ciò che sono gli Ebrei, e gli Ebrei un riflesso di ciò che è l’Umanità. Siccome l’Umanità ha finora dimostrato di essere divisa in due grandi categorie: i complici del male da una parte, le vittime del male dall’altra, ciò significa che gli Ebrei sarebbero anch’essi divisi – come lo è l’Umanità – in due grandi categorie: complici del male da una parte, vittime del male dall’altra, con la sola differenza che sarebbero i primi sia da un lato che dall’altro. 63 

Interrogando la storia ci accorgiamo che gli Ebrei venduti al male non sono mai mancati, ma chi esamina il mondo attuale si accorge che gli Ebrei che oggi servono il male sono più numerosi di sempre. È come se il “Principe di questo mondo” – Satana – fosse destinato a trionfare su tutto e su tutti. La brava gente si chiede, non senza un pizzico di apprensione: “Che fine faremo se la malvagità ebraica dovesse d’avvero trionfare?” 

 Su questo punto i messaggi che Dio ci manda tramite i suoi Profeti sono chiari. Dicono che sulla Terra il male continuerà a “vincere” il bene, ma che questa situazione non durerà molto. Il periodo attuale è come quello che l’Umanità ha esperimentato alla morte di Cristo. Allora la terra fu invasa da un’estrema desolazione che durò “tre giorni”. Che cosa rappresentano questi tre giorni? I tre anni (e mezzo) che durerà sulla Terra il potere dell’Anti-Cristo? (Chi vivrà, vedrà).      

Dei nuovi Farisei, dei nuovi Erode, dei nuovi Pilato, dei sacerdoti simili a quelle che due mila anni fa vollero la morte di Cristo ce ne sono ancora sulla Terra. Ma dov’è Gesù? Dov’è l’Agnello di Dio destinato al grande Sacrificio? In questo momento Gesù non è più tra noi in maniera corporea, visibile, come due mila anni fa. Al posto suo c’è la sua Chiesa. “È vero che i nuovi Farisei e le nuove caste sacerdotali riusciranno nuovamente a mettere a morte Cristo nella figura del suo Corpo mistico, la Chiesa?” 64 Sì, è vero. Gli attuali Profeti dicono di sì, che ci riusciranno. Dio permetterà che ciò avvenga perché tale “sconfitta” fa parte del suo Piano di Salvezza. Tuttavia, anche se la Chiesa morirà, e per un certo tempo apparirà morta e sepolta, gli attuali Profeti ci assicurano che essa non rimarrà a lungo nella sua tomba, non più a lungo di quanto Gesù sia rimasto nella sua. Passati i “tre giorni” la Chiesa risorgerà fulgida di splendore. Il destino della Chiesa di Cristo è di camminare sulle tracce del suo Fondatore, non solo nella morte ma anche nella risurrezione. 65 

Ancora una domanda: “Visto che per volere di Dio la Chiesa di Cristo è destinata a risorgere fulgida di splendore, come andranno le cose quando si produrrà tale risurrezione?”  

La Bibbia dice che gli esseri umani che risorgeranno per formare la nuova Chiesa avranno un corpo paragonabile a quello di Cristo risorto. Questa risurrezione è quella che S. Giovanni definisce: Prima Risurrezione. (Ap, 20, 5). Quindi il tempo che seguirà la morte della Chiesa e la sua risurrezione sarà all’immagine del Paradiso terrestre iniziale.  

I Profeti cristiani contemporanei dicono che ci sarà un secondo Paradiso terrestre. Ciò corrisponde alle promesse che Dio ha fatto agli eletti dell’umanità fin dall’inizio. Dio ci dice e ci ripete che prima della fine del mondo la Terra gioirà di un meraviglioso periodo di pace, identificato dalla Scrittura col titolo di Millennio felice (Ap, 20, 1-6), e dai messaggi profetici più recenti col titolo di Nuova Era di Pace. 66 

5) – Gli Ebrei fedeli alla Torah dicono che “Israele” (lo Stato d’Israele) è moralmente illegittimo. 

Gli Ebrei fedeli alla Torah dicono che “Israele” è illegittimo come nazione, perché è stato voluto dall’uomo anziché da Dio, e perché si presenta come uno stato laico anziché religioso.  

La comunità mondiale degli Ebrei fedeli alla Torah oggi forma un’associazione chiamata: Jews united against Zionism. Nel leggere il sito Internet di questa associazione, la Neturei Karta International (www.nkusa.org), ci si accorge che questa comunità ebraica non è per nulla d’accordo col sionismo che è all’origine dello Stato d’Israele. Questa comunità esprime chiaramente la sua opposizione alla fondazione e al mantenimento dello Stato d’Israele, di cui essa preconizza lo smantellamento pacifico, affinché il territorio venga restituito ai Palestinesi che da esso sono stati espulsi con la forza.  

Il principale motivo di questa presa di posizione è di natura religiosa. Nell’anno 70 d. C., quando il Tempio di Gerusalemme fu distrutto dai Romani, gli Ebrei avrebbero fatto un giuramento triplice davanti a Dio: 1) Di non immigrare mai in massa in Terra d’Israele; 2) di non ribellarsi mai contro le altre nazioni; 3) di non cercare di mettere fine al loro esilio fino al giorno in cui Dio stesso non vi avesse posto un termine in maniera diretta. 67 

Al motivo religioso di obbedienza alla volontà divina (che interdice agli Ebrei di fondare per se stessi uno stato laico) si aggiunge anche un motivo morale. Gli uomini, Ebrei per primi, hanno il sacro dovere di obbedire ai dieci Comandamenti. Ora i suddetti Comandamenti ordinano di rispettare la vita altrui, la reputazione altrui, i beni altrui. Gli Ebrei fedeli alla Torah si sforzano di ricordare ai loro fratelli che il mondo ebraico ha il sacrosanto dovere di rispettare questi principi fondamentali della religione. Essi esprimono il loro disappunto dicendo ai loro confratelli ebrei quanto dispiaciuti essi siano nel constatare le gravissime derive morali che il movimento sionista ha generato:  

«Noi deploriamo le tragedie che la ribellione sionista ha provocato tra gli Ebrei. Deploriamo in modo particolare il fatto che la suddetta ribellione sionista abbia fatto dimenticare ad essi il precetto fondamentale della Torah che dice di agire verso gli altri con sentimenti di compassione. Noi deploriamo le tragedie che la ribellione sionista ha provocato tra i Palestinesi. Deploriamo in modo particolare le deportazioni e l’oppressione che sono state inflitte loro. Deploriamo le perdite non necessarie di migliaia di vite umane che sono sopravvenute nel corso dei conflitti – inutili e crudeli – che hanno condotto alla proclamazione e al mantenimento dello Stato sionista.» 

A proposito dei Palestinesi, gli Ebrei fedeli alla Torah si esprimono in questo modo: 

«I Palestinesi sono vittime della brutalità e dell’arroganza dei sionisti. Sono vittime di una specie di narcisismo sionista che non vede nulla e nessuno al di fuori di se stesso. Noi diciamo che il popolo palestinese ha diritto alla propria patria, ed al risarcimento finanziario dei danni e delle perdite subite. I profughi palestinesi hanno il diritto di ritornare al più presto in quella che è la loro patria, la Palestina storica.» 

Johannes De Parvulis


DAVANTI ALLA TUA MORTE

 


Noi ti adoriamo, Cristo Gesù.

 Ci mettiamo in ginocchio

 e non troviamo parole sufficienti 

 per esprimere quel che proviamo 

 davanti alla tua morte in croce.

  

Noi desideriamo, o Cristo,

 gridare oggi verso la tua misericordia

 più grande di ogni forza e potenza

 alla quale possa appoggiarsi l 'uomo.

  

La potenza del tuo amore

 si dimostri ancora una volta più grande 

 del male che ci minaccia.

 Si dimostri più grande dei molteplici peccati 

 che si arrogano in forma sempre più assoluta 

 la cittadinanza nella vita degli uomini.

  

da una preghiera di Giovanni Paolo II

 


Messaggio di Nostra Signora Madre della Divina Consolazione (La Protettrice degli Afflitti)


14 agosto 2021

"Cari bambini,

Ecco la serva del Signore!

Figli miei, pace nei vostri cuori!

Farò piovere sulle vostre vite una straordinaria pioggia di grazie!

Rallegratevi con me!

Ecco, il mio Cuore è pieno di gioia nel vedervi qui, davanti a questa Croce! Questo momento è importante per voi e per il mondo intero! Mio Figlio Gesù vuole stabilire tra voi la devozione alla Divina Consolazione e, da qui, espanderla al mondo intero! Tutti saranno graziati dal potere di questa Santa Devozione.

IO SONO LA SIGNORA, MADRE DELLA DIVINA CONSOLAZIONE, è così che voglio essere chiamata qui, in questo luogo, d'ora in poi, perché il mio grande desiderio è di consolare i vostri cuori in questi tempi di tante afflizioni. Nelle vostre afflizioni, desidero consolarvi con la mia presenza. Accetta, con umiltà, i desideri di mio Figlio Gesù, perché solo allora il mondo e le famiglie avranno la vera pace. Mi presento oggi come la Madre della Divina Consolazione affinché tutte le promesse divine si compiano tra i miei figli. Vi amo molto e voglio che tutti i miei figli siano felici. Voi sapete che tutte le promesse si realizzeranno, nel tempo di Dio. In questo momento qualcosa di straordinario sta accadendo qui in questo luogo: è la presenza e la forza dell'Amore del Cuore di Gesù! Aprite i vostri cuori e ricevete queste grazie dal Signore. Sono felice di quello che sta succedendo qui, in quest'ora amata e sacra. Grazie figli miei, da ogni parte, per i vostri sforzi. Che Dio vi benedica sempre, perché beati i poveri in spirito, coloro che piangono, i miti, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace e coloro che soffrono persecuzioni. Dovete avere un cuore santificato, perché è da esso che provengono i doni della vita, cioè i vostri più grandi sentimenti e desideri sono conservati dentro.

Io sono la Madre della Divina Consolazione!

Che Dio vi benedica e vi conceda la Sua pace!

Ti amo! Restate tutti nel nome della Santissima Trinità".


LETTERA DEL MESSAGGERO

Miei cari e amati fratelli e sorelle, devoti della Madonna!

Ave Maria Immacolata!!!

Oggi, 14 agosto 2021, nel Santuario delle Apparizioni della Madonna, ha avuto luogo, come sempre, una bella apparizione della Beata Vergine.

Come si legge nel Suo messaggio, trasmesso nella data odierna, Ella si è presentata, con molto amore, come Nostra Signora Madre della Divina Consolazione. È stato un momento molto bello! Tutti coloro che erano presenti potevano sentire qualcosa di diverso. Ci ha chiesto di diffondere il suo desiderio e quello di suo figlio Gesù di questa nuova devozione: a Nostra Signora Madre della Divina Consolazione, facendone una devozione in più tra le tante già dedicate a Lei.

Accogliamo nei nostri cuori questo momento di grande pace. La Madonna è apparsa splendente e con molta bellezza. È la Madre della Divina Consolazione, la Protettrice degli afflitti, che ci invita alla conversione. Apriamo i nostri cuori alla Grazia di Dio. Continuiamo a pregare e le Grazie del Signore si riverseranno nelle nostre vite, rendendo così più felice il Cuore della Madonna!

Grazie a tutti! Che Nostra Signora Madre della Divina Consolazione vi benedica tutti!

L'ENTRATA NELLE TENEBRE DELL'AL DI LÀ - Non dimenticare, figlia mia, che tutto quello che accade rientra sempre nei disegni di Dio

 


L'ENTRATA NELLE TENEBRE DELL'AL DI LÀ 

4 marzo - 15 aprile 1922

Non dimenticare, figlia mia, che tutto quello che accade rientra sempre nei disegni di Dio (S. Maddalena Sofia a Josefa - 14 marzo 1922).


Ed eccoci ora ad un periodo che è forse il più misterioso di tutta la vita di Josefa. Sembra a prima vista che la sua resistenza alla chiamata di Nostro Signore le abbia attirato un castigo. Ma su questa oscura trama si delinea ben presto un disegno ben diverso, che manifesta la predilezione divina intenta a profittare di un istante di debolezza per far progredire rapidamente l'opera sua in lei e per mezzo di lei. Mentre viene concesso al demonio un più ampio potere e gli stessi abissi infernali sembrano aprirsi davanti a Josefa, immersa in una sofferenza mai provata finora, Gesù la stritola nel dolore e, nello stesso tempo, scava nell'anima sua profondità di fede, di abbandono, di umiltà, che nessuno sforzo personale avrebbe mai realizzato. Il Maestro divino si è riservato questo compito nell'ora da Lui voluta e con mezzi che oltrepassano ogni umana previsione. * * * Santa Teresa, in una pagina mirabile, ha descritto la sua discesa nell'inferno che le lasciò nell'anima tracce incancellabili. Josefa ha più volte steso per obbedienza la relazione delle sue lunghe discese nell'abisso del dolore e della disperazione. Questa documentazione, altrettanto impressionante che semplice, si ricollega, dopo quattro secoli, alla descrizione classica della grande contemplativa di Avila. Ha la medesima risonanza di sofferenza e di contrizione, di amore riparatore e di zelo ardente. Il dogma dell'inferno, così spesso combattuto o semplicemente taciuto da una spiritualità incompleta, con danno reale delle anime e perfino con pericolo della loro salvezza, viene così rimesso in luce. Chi potrà dubitare dell'esistenza di una potenza infernale accanita contro Cristo e il suo Regno leggendo in queste pagine ciò che Josefa ha visto, inteso e sofferto? Chi potrà inoltre, misurare il merito riparatore di quelle lunghe ore trascorse in quella prigione di fuoco?... Josefa, che vi si crede imprigionata per sempre, testimone degli sforzi accaniti del demonio per rapire eternamente le anime a Gesù Cristo, sperimenta il dolore dei dolori, quello di non poter più amare. Qualche estratto dei suoi scritti potrà giovare a molte anime, che debbono risalire un pendio e, soprattutto, sarà un richiamo dell'amore per quelle che decideranno di non risparmiare nulla per strappare le anime alla perdizione... Fu nella notte dal mercoledì al giovedì 16 marzo che Josefa conobbe, per la prima volta, questa misteriosa discesa nell'inferno. Già fin dal primo lunedì di Quaresima, 6 marzo, poco dopo la scomparsa di Nostro Signore, voci infernali l'hanno a più riprese dolorosamente impressionata. Anime cadute nell'abisso vengono, senza che ella le veda, a rimproverarle la sua mancanza di generosità. Ne rimane sconvolta... Ode grida di disperazione come queste: «Sono per sempre là dove non si può più amare... Quanto breve è stato il piacere! e la disgrazia è eterna... Che mi resta?... Odiare con odio infernale e questo per sempre!». «Oh, - scrive - sapere la perdita di un'anima, e non poter ormai far nulla per lei!... Sapere che per tutta l'eternità un'anima maledirà Gesù e che non c’è più rimedio!... neppure se potessi soffrire tutti i tormenti del mondo... Che terribile dolore!... Sarebbe meglio mille volte morire che essere responsabili della perdita di un'anima». La domenica 12 marzo scrive alla sua Superiora, lontana per qualche giorno dai Feuillants per un viaggio verso Roma. «Madre mia, se sapesse con quanta pena vengo a lei! Dal 2 marzo non ho più nessuno dei miei gioielli (così chiama la corona di spine e la croce di N. Signore) perché un'altra volta ho ferito Gesù, tanto buono per me. Tuttavia spero che anch'Egli un'altra volta avrà compassione di me: ma intanto ora la pago ben cara perché dalla notte del primo venerdì la più grande sofferenza ha sostituito il demonio, dopo avermi battuta, è scomparso e mi ha lasciata libera... Non posso esprimere ciò che ho provato nell 'anima mia quando mi sono accorta di essere viva e di poter ancora amare Dio! «Per evitare quest'inferno, quantunque abbia una gran paura di soffrire, non so che cosa sarei pronta a sopportare! Vedo chiaramente che tutti i patimenti terreni sono un nulla a paragone del dolore di non poter più amare, poiché laggiù non si respira che odio e sete della perdita delle anime». Da allora Josefa sperimenta spesso questo strazio misterioso in quei lunghi soggiorni nel tenebroso «al di là». Le discese vengono ogni volta preannunziate dai rumori di catene e dalle grida lontane che si avvicinano, la circondano, l'assediano. Essa tenta di fuggire, di distrarsi, di lavorare per sottrarsi a questa furia diabolica che finisce però con abbatterla. Ha appena il tempo di rifugiarsi nella sua cella, e tosto perde coscienza delle cose circostanti. Dapprima, si trova gettata in quello che chiama «luogo buio» di fronte al demonio, che trionfa su di lei e sembra credere di averla in suo potere per sempre. Egli ordina imperiosamente che sia gettata al suo posto e Josefa, legata strettamente, cade nel caos di fuoco e di dolore, di odio e di disperazione. Riferisce tutto questo semplicemente e oggettivamente, come ha visto, inteso, sperimentato. All'esterno solo un leggero sussulto dava indizio di tali misteriose discese. Nell'istante stesso il corpo di Josefa diventava del tutto floscio, senza consistenza, come quello di chi, da pochi momenti, non ha più vita. Il capo, le membra, non si sostengono più, mentre il cuore batte normalmente: essa vive come senza vivere! Questo stato si prolunga più o meno, secondo la volontà di Dio che l'abbandona così all'inferno, e tuttavia la custodisce nella sua sicurissima mano. Nel momento da Lui voluto un altro impercettibile sussulto, e il corpo accasciato riprende vita. Ma non è ancora liberata dalla potenza del demonio in quel luogo buio dove la ricolma di minacce. Quando infine la rilascia ed essa a poco a poco riprende contatto con i luoghi e le persone che la circondano: «Dove sono... e voi chi siete? vivo ancora?», chiede. I suoi poveri occhi cercano di ritrovarsi in un ambiente che le sembra così lontano nel passato. Talvolta grosse lacrime scorrono dai suoi occhi silenziosamente, mentre il volto porta l'impronta di un dolore che non si può esprimere. Riconquista alla fine il senso pieno dell'attuale realtà e non è possibile esprimere l'emozione intensa da cui viene pervasa quando, ad un tratto, comprende di poter ancora amare! Lo ha narrato più volte con semplicità incomparabile: «Domenica 19 marzo 1922, terza domenica di Quaresima. Sono nuovamente discesa in quell'abisso e mi è sembrato dimorarvi lunghi anni. Vi ho molto sofferto, ma il maggior tormento è di credermi per sempre incapace di amare N. Signore. Cosicché quando ritorno alla vita sono pazza di gioia. Mi pare di amarLo come mai L'ho amato e di essere pronta a provarglieLo con tutte le sofferenze che Egli vorrà. Mi sembra soprattutto di stimare ed amare pazzamente la mia vocazione». E, un po' più sotto aggiunge: «Quello che vedo laggiù mi dà un gran coraggio per soffrire. Comprendo il valore dei minimi sacrifici. Gesù li raccoglie e se ne serve per salvare anime. Accecamento grande è quello di evitare la sofferenza, anche nelle cose più piccole, poiché, oltre ad essere molto preziosa per noi, serve a preservare molte anime da così grandi tormenti». Josefa ha tentato, per obbedienza, di narrare qualche cosa di quelle discese all'inferno, così frequenti in quel periodo. Tutto non può essere raccontato qui, ma qualche altra pagina servirà d'insegnamento prezioso. Esse inciteranno le anime a consacrarsi ed a sacrificarsi per la salvezza di quelle che ogni giorno e ad ogni ora sono sull'orlo dell'abisso. «Quando arrivo in quel luogo - scrive domenica 26 marzo - odo grida di rabbia e di gioia satanica perché un'anima di più viene a sprofondarsi tra i tormenti... In quel momento non ho più coscienza di essere scesa altre volte nell'inferno: mi sembra sempre che sia la prima volta e mi sembra di esservi per l'eternità, ciò che mi fa tanto soffrire, poiché ricordo che conoscevo ed amavo Nostro Signore... che ero religiosa... che Dio mi aveva fatto grandi grazie e dato numerosi mezzi per salvarmi. Che cosa ho dunque fatto per perdere tanti beni?... Perché sono stata così cieca?... Ed ora non c’è più rimedio... Mi ricordo pure delle mie comunioni, del mio noviziato. Ma ciò che mi tormenta di più è il ricordo che amavo tanto il Cuore di Gesù! Lo conoscevo ed era tutto il mio tesoro... Non vivevo che per Lui... Come vivere ora senza di Lui?... senza amarLo?... circondata da tante bestemmie e da tanto odio? «L'anima mia rimane oppressa e schiantata a tal segno da non potersi esprimere perché è indicibile». Spesso anche assiste agli sforzi accaniti del demonio e dei suoi satelliti per strappare alla misericordia divina qualche anima che Dio è sul punto di conquistare. Si direbbe che, nei disegni di Dio, le sue sofferenze siano il riscatto di quelle povere anime, che le dovranno la grazia vittoriosa dell'ultimo istante. «Il demonio scrive giovedì 30 marzo è più furioso che mai perché vuole perdere tre anime. Ha gridato rabbiosamente agli altri: «- Che non sfuggano!... se ne vanno... su! su! tenete fermo!». «Udivo grida di rabbia che rispondevano di lontano». Per due o tre giorni consecutivi Josefa fu testimone di questa lotta. «Ho supplicato Nostro Signore di fare di me tutto ciò che vorrà perché quelle anime non vadano perdute -scrive di ritorno dall'abisso sabato 10 aprile. - Mi sono rivolta anche verso la Madonna che m'infonde una gran pace, perché mi sento disposta a soffrire qualsiasi cosa per salvarle. Credo che Ella non permettera al demonio di riportare vittoria». Il 2 aprile, domenica di Passione, scrive nuovamente: «Il demonio gridava: «- Non lasciatele andare... State attenti a tutto quello che può turbarle... che non sfuggano!.. fate in modo che si disperino...» «Era una confusione orribile di grida e di bestemmie. Improvvisamente, emettendo urla di rabbia, gridò: «- Poco importa! Me ne restano ancora due! Togliete loro la fiducia!». «Compresi che una di quelle anime gli era sfuggita per sempre!». «- Presto, presto! - ruggiva; - che le altre due non vi sfuggano! Afferratele... che si disperino! Presto... ci scappano!». «Allora nell'inferno si udì un digrignare di denti e con un furore indescrivibile il demonio ruggì: «- Oh, potenza... potenza di questò Dio!... che ha più forza di me... Me ne resta una; e quella non me la lascerò scappare!...». «L'inferno non fu più che un grido solo di bestemmia, confusione di gemiti e di lamenti. Compresi che quelle anime si erano salvate! Il mio cuore ne fu pieno di gioia, benché nell'impossibilità di fare un solo atto di amore... Tuttavia non provo quell'odio verso Dio che hanno le anime infelici che mi circondano, e quando le odo bestemmiare e maledire, ne sento un tale dolore che sopporterei qualsiasi patimento perché Dio non sia così offeso e oltraggiato. Soltanto ho paura di diventare anch'io, col tempo, come quegli altri. Ciò mi tortura, perché ricordo quanto L'ho amato e quanto era buono verso di me! «Ho molto sofferto - continua - specialmente in questi ultimi giorni. Sentivo come un rivolo di fuoco passarmi dalla gola e attraversarmi tutto il corpo, mentre avevo la persona stretta tra assi infuocate, come ho già detto altra volta. Mi sembra allora sentirmi uscire gli occhi dall'orbita come se fossero strappati, i nervi stirati; il corpo piegato in due non può muoversi e un odore fetido invade tutto 1~~ E tuttavia questo è nulla in paragone di quello che prova l'anima che conoscendo la bontà di Dio si trova obbligata ad odiarlo, sofferenza tanto più grande se essa lo ha molto amato». Altri misteri dell'al di là stanno per rivelarsi a Josefa. In questa stessa epoca, Quaresima 1922, mentre giorno e notte porta il peso di tali persecuzioni, Dio la mette in contatto con un altro abisso di dolore, quello de purgatorio.

NOTA: Questo intollerabile odore avvolgeva Josefa al termine di queste discese all'inferno, come pure nei rapimenti e nelle persecuzioni diaboliche: odore di zolfo e di carne putrida e bruciata, che restava percepibile attorno a lei, dicono i testimoni, per lo spazio di un quarto d'ora o mezz 'ora: essa però ne serbava molto più lunga.

Molte anime vengono ad implorare i suoi suffragi e i suoi sacrifici con espressioni di  profonda umiltà. Dapprima ne resta impressionata: poi si abitua poco a poco alle confidenze di quelle anime penanti. Le ascolta, domanda il loro nome, le incoraggia e si raccomanda con fiducia alla loro intercessione. I loro insegnamenti sono preziosi e degni di essere raccolti. Una di esse, venendo ad annunziarle la sua liberazione dice: «L'importante non è l'ingresso in religione, ma l'ingresso nell'eternità!». «- Se le anime religiose sapessero come bisogna scontare qui le piccole carezze prodigate alla natura...», diceva un'altra chiedendo preghiere. «- Il mio esilio è terminato, ora salgo all'eterna patria». Un sacerdote diceva: «Quanto infinita è la bontà e la misericordia divina che degna servirsi delle sofferenze e dei sacrifici di altre anime per riparare le nostre grandi infedeltà. Quale alto grado di gloria avrei potuto conquistare se la mia vita fosse stata diversa!». Un'anima religiosa, entrando in cielo, confidava ancora a Josefa: «- Come si vedono diversamente le cose terrene, quando si passa all'eternità! Le cariche non sono niente agli occhi di Dio: solo conta la purità d'intenzione con cui vengono adempiute, anche nelle più piccole azioni. La terra e tutto ciò che contiene sono poca cosa... tuttavia quanto è amata!... Ah, la vita, per lunga che sia, è nulla in paragone dell'eternità! Se si sapesse ciò che è un istante solo passato in purgatorio e come l'anima si strugge e si consuma per il desiderio di vedere Nostro Signore!». Anche altre anime, sfuggite per misericordia divina all'estremo pericolo, venivano a supplicare Josefa di affrettare la loro liberazione. «Sono qui per l'infinita bontà di Dio, - diceva una di esse - perché un orgoglio eccessivo mi aveva portata sull'orlo dell'inferno. Tenevo sotto i piedi molte persone: ora mi precipiterei ai piedi dell'ultimo dei poveri! «Abbi compassione di me, fa' degli atti d'umiltà per riparare il mio orgoglio. Così potrai liberarmi da questo abisso. «- Ho passato sette anni in peccato mortale - confessava un'altra - e sono stata tre anni ammalata. Ho sempre rifiutato di confessarmi. Mi ero preparato l'inferno e ci sarei caduta se le tue sofferenze di oggi non mi avessero ottenuto la forza di rientrare in grazia. Sono ora in purgatorio e ti supplico, poiché hai potuto salvarmi: liberami da questa prigione tanto triste!» «- Sono in purgatorio per la mia infedeltà non avendo voluto corrispondere alla chiamata di Dio, veniva a dirle un'altra anima. - Dodici anni ho resistito alla vocazione e ho vissuto in gran pericolo di perdermi, perché per soffocare il rimorso mi ero data in braccio al peccato. Grazie alla bontà divina che si è degnata di servirsi delle tue sofferenze ho avuto il coraggio di tornare a Dio... e ora fammi la carità di liberarmi di qui!». «- Offri per noi il sangue di Gesù - diceva un'altra nel momento di lasciare il purgatorio. Che sarebbe di noi se non ci fosse nessuno per sollevarci?». I nomi delle sante visitatrici, sconosciuti a Josefa, ma accuratamente annotati, con la data e il luogo della morte, furono a sua insaputa controllati minuziosamente più di una volta. La Quaresima stava per terminare in queste alternative di dolori e di grazie austere. Come avrebbe potuto Josefa, senza un aiuto speciale di Dio, sostenere tali contatti con l'invisibile e condurre nello stesso tempo la sua consueta, uniforme vita di lavoro e di dedizione? Eppure era questo lo spettacolo di virtù che il suo amore eroico offriva quotidianamente al Cuore di Colui che vede nel segreto, mentre chi la circondava non poteva non ingannarsi circa il valore di quelle giornate sempre uguali all'esterno, spese tutte nel compimento del dovere. Due fatti sono da segnalarsi negli ultimi giorni di quella settimana santa. La sera del giovedì santo, 13 aprile 1922, Josefa scriveva: «Verso le tre e mezzo mi trovavo in cappella quando davanti a me vidi qualcuno vestito come Nostro Signore, ma un poco più alto di statura, molto bello, con un'espressione di pace nella fisionomia che attraeva. Indossava una tunica di colore rosso violaceo scuro. In mano aveva una corona di spine simile a quella che Gesù mi portava nel passato». «- Sono il Discepolo del Signore - disse. - Sono Giovanni l'Evangelista e ti porto uno dei gioielli più preziosi del divino Maestro». «Mi diede la corona ed egli stesso me la posò sul capo». Josefa lì per lì fu turbata da questa apparizione inaspettata, ma a poco a poco si rassicurò sentendosi pervasa da una dolce pace. Si fece ardita e osò confidare al celeste visitatore l'angoscia che l'opprimeva per tutto ciò che il demonio le faceva soffrire. «- Non temere. L'anima tua è un giglio che Gesù custodisce nel suo Cuore», le risponde l'Apostolo vergine. Poi continua: «Sono stato mandato per rivelarti qualcuno dei sentimenti che traboccavano dal Cuore del Maestro in questo gran giorno. «L'amore stava per separano dai suoi discepoli dopo di averlo battezzato con un battesimo di sangue. Ma l'amore lo spingeva a rimanere con essi e l'amore gli fece inventare il sacramento dell'Eucaristia. «Quale lotta sorse allora nel suo Cuore!! Come si sarebbe riposato nelle anime pure! Ma quanto la sua passione si sarebbe prolungata nei cuori contaminati! «L'anima sua esultava all'avvicinarsi del momento in cui sarebbe ritornato al Padre, ma come fu stritolata dal dolore vedendo uno dei Dodici, scelto da lui, tradirlo a morte e, per la prima volta, rendere inutile il suo sangue per la salvezza di un'anima! «Il suo Cuore si consumava di amore, ma la poca corrispondenza delle anime da Lui tanto amate immergeva questo stesso amore nella più profonda amarezza... E che dire dell'ingratitudine e della freddezza di tante anime consacrate?» «Così dicendo, disparve in un lampo». Questa celeste apparizione consolò Josefa un istante, ricordandole l'invito alla riparazione che dall'Eucaristia si rivolge alle anime consacrate. Ma la sera stessa la corona di spine spariva, lasciandola in un'ansiosa perpiessità. Il demonio semina il dubbio e l'inquietudine nell'anima della sua vittima. Una domanda assillante si presenta al suo spirito: sono zimbello d'illusione e menzogna? Tutte queste visioni dell'al di là sono fantasmagorie delle mia immaginazione?... il prodotto di una natura squilibrata o di una incosciente suggestione? Tali punti interrogativi non si presentavano soltanto a lei. Niente in questa creatura può, neppure da lontano, fisicamente o moralmente, dare motivo a incertezze. Tuttavia la prudenza che la circonda veglia senza posa e aspetta un segno autentico che permetta di discernere e di affermare in lei l'azione diretta del demonio. Dio sta per darlo, troncando ogni dubbio. Il sabato Santo, 15 aprile, verso le quattro del pomeriggio, dopo aver trascorso i due giorni precedenti in dolorosi combattimenti, ode, mentre è occupata nel cucire, i rumori che preannunziano l'inferno. Sostenuta dall'obbedienza resiste con la più grande energia per sottrarsi al demonio che si avvicina e infine l'atterra. Allora, come sempre, il suo corpo sembra restare inanimato. Inginocchiate vicino a lei, le Madri pregano chiedendo al Signore di non lasciare incertezze sul mistero che si svolge sotto i loro occhi. Improvvisamente, al lieve sussulto abituale, si accorgono che Josefa sta per riprendere vita. Il suo viso disfatto lascia intuire ciò che ha visto e sofferto. Ad un tratto, portando vivacemente la mano al petto grida: «Chi mi brucia?». Ma non vi è nessun fuoco lì. L'abito religioso è intatto. Si spoglia rapidamente; un odore di fumo acre e fetido si diffonde nella cella e si vede bruciarle addosso la camicia e la maglia! Una larga ustione resta «vicino al cuore», come dice lei, attestando la realtà di quel primo attentato di Satana. Josefa ne è sconvolta: «Preferisco partire - scrive nel primo momento - che essere più a lungo lo zimbello del demonio!». La fedeltà divina nel manifestare tangibilmente la potenza diabolica sarà di conforto nei mesi seguenti. Dieci volte Josefa sarà bruciata: questo fuoco lascerà tracce non solo sugli abiti, ma ancor più sulle sue membra. Piaghe vive, lente a chiudersi, imprimeranno sul suo corpo cicatrici che ella porterà con sé nella tomba. Vari oggetti di biancheria bruciati si conservano ancora e attestano la realtà della rabbia infernale e il coraggio eroico che sostenne quegli assalti per rimanere fedele all'opera di Amore.

 

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso # 11: Il finto assassinio di Osama bin Laden

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando la Casa Bianca ha  affermato d’aver “eliminato” con successo il presunto e famigerato  arci-terrorista Osama bin Laden. Bin Laden, un vecchio amico di casa  Bush, già alla fine degli anni ’90 era malato terminale di Sindrome  di Marfan (una malattia genetica degenerativa per la quale non esiste  alcuna cura definitiva). Uno studio accurato della sua vita e delle sue  azioni dimostra come bin Laden recitasse in realtà la parte del terrorista  arci-nemico dell’occidente e che per farlo, lui e la sua famiglia venivano  pagati profumatamente dalla CIA, che infatti considerava bin Laden un  collaboratore prezioso. 

Subito dopo la notizia dell’uccisione di bin Laden, apparvero  sui principali quotidiani (come il Daily Telegraph di Londra ed il The  Washington Post, nonché sulle principali testate online come la BBC  News, ABC News e Fox News) le prime fotografie che mostravano bin  Laden ferito a morte alla testa. La stessa Casa Bianca fece credere che  fosse stata quella ferita ad uccidere bin Laden. Quando si seppe che quelle fotografie erano false (erano state infatti pubblicate ben quattro  anni prima), i giornali provarono a discolparsi attribuendone la colpa a  “teorici della cospirazione” non meglio precisati.

Cominciò anche a girare una foto in cui si vedevano Barack Obama,  Hillary Clinton e altri funzionari della Casa Bianca nell’atto di guardare  l’uccisione di Bin Laden in diretta, su una televisione a circuito chiuso.  Questa fu la spiegazione della foto che venne pubblicata dai maggiori  quotidiani. Poco dopo, il direttore della CIA, Leon Panetta, rivelò che  nessun filmato era stato mandato in onda alla Casa Bianca. È chiaro,  quindi, che Obama e i suoi sottoposti avevano inscenato il tutto al fine  di trasmettere quell’idea, posando per una foto in modo da sembrare  assorti mentre osservavano l’uccisione del famigerato bin Laden in  diretta, quando in realtà non avevano visto un bel niente. Inizialmente,  Obama affermò che bin Laden era stato ucciso dopo un conflitto a fuoco  durato 40 minuti, ma poi venne cambiata versione e di quel conflitto  non si parlò più. Inizialmente dissero che bin Laden aveva usato sua  moglie come scudo umano, salvo poi ritrattare tutto e negare che bin  Laden avesse mai fatto una cosa simile. La Casa Bianca affermò infine  che il cadavere di bin Laden era stato gettato nell’oceano; una mossa  molto conveniente, perché senza alcun corpo né foto dell’evento non ci  potevano essere più prove che potessero negare l’uccisione del nemico  numero 1 da parte dell’esercito Americano, come affermato dalla Casa  Bianca. 

Alcune persone che abitavano vicino a dove si nascondeva bin  Laden, specialmente il suo vicino Jahangir Kahn, hanno affermato  davanti alle telecamere di Al-Jazeera, il 2 maggio 2011, che non c’era  nessuno che vivesse nella casa che il governo degli Stati Uniti aveva  indicato come nascondiglio di bin Laden. Non solo, secondo Kahn  nessun residente della zona aveva mai avuto neanche il sospetto che  bin Laden potesse abitare vicino a loro. Kahn ha smentito l’intera storia  dell’uccisione di bin Laden, affermando: “Ad essere sincero, la trovo una  cosa incredibile, non è vera.” Kahn ha spiegato inoltre che si trattava di  un’area ad alta sicurezza, nella quale i residenti locali dovevano fornire  regolarmente i propri documenti agli ispettori del governo pachistano.  Altri testimoni oculari, intervistati dalla televisione pachistana, hanno  affermato che gli elicotteri coinvolti nell’operazione erano stati tre, ma  che solo uno di questi era effettivamente atterrato. 

L’ex funzionario al Tesoro dell’Amministrazione Reagan, Paul Craig  Roberts, ha riportato sul sito www.prisonplanet.com il 22 maggio 2011,  che un’Agenzia Stampa Pachistana ha mandato in onda l’intervista ad un  testimone oculare di nome Mohammad Bashir, il quale ha confermato  che nell’area c’erano tre elicotteri, ma “che solo uno di questi ha fatto  scendere i suoi uomini a terra, e quando è tornato per riprenderli è  saltato in aria, in fiamme.” Il testimone ha raccontato che non c’erano  sopravvissuti, solo cadaveri: “Abbiamo visto l’elicottero bruciare e  abbiamo visto i cadaveri, poi hanno rimosso tutto e ora non c’è più niente.” Erano sbarcate un totale di 12 persone da quell’elicottero,  erano entrate nell’edificio (dove si supponeva vivesse bin Laden) e dopo  un po’ erano uscite, per rientrare quindi sull’elicottero. A questo punto  il mezzo si è alzato in volo e si è schiantato subito dopo, scoppiando  in fiamme e uccidendo tutti quelli che si trovavano a bordo (Vedi  Paul Craig Roberts, “Pakistan TV Report Contradicts US claim of Bin  Laden’s Death”, 8 agosto 2011, su http://www.infowars.com/pakistantv-report-contradicts-us-claim-of-bin-ladens-death/). Tutti i testimoni  erano stati eliminati, ed è per questo che Barack Obama non ha potuto  appuntare nessuna medaglia d’onore sul petto di quei Navy SEALS, o di  chiunque si trattasse: erano tutti morti! 

È chiaro che questa farsa non è stata opera della Marina  Militare  degli Stati Uniti, ma ha tutte le caratteristiche di un’operazione segreta  condotta dalla Blackwater, la società di sicurezza privata assoldata dalla  CIA, i cui agenti probabilmente sono stati considerati sacrificabili. Il  problema di fondo è che in tutta questa faccenda non c’è un cadavere  di bin Laden, non ci sono più i Navy SEALS, non ci sono fotografie  e neanche un testimone diretto (a parte i pachistani, che nelle loro  dichiarazioni hanno contraddetto completamente la versione ufficiale)  – in sostanza, abbiamo solo la parola dell’amministrazione Obama, priva  di una qualsiasi prova credibile, mentre al contrario esiste un’enorme  quantità di prove secondo le quali Osama bin Laden sarebbe morto  molti anni fa. 

L’’ex capo dei Servizi Segreti Pachistani [ISI], il Generale Hamid  Gul, in un’intervista rilasciata a Russia Today del 1 giugno 2011, ha  affermato che: “Osama non è stato ucciso, è morto di morte naturale”  – mentre l’ex vice Assistente Segretario di Stato, Stephen Pieczenik, ha  affermato la stessa cosa all’Alex Jones Show nel 2002, e l’ha ripetuto  in un’intervista rilasciata la prima settimana di maggio 2011. L’unico  modo in cui gli operativi Americani avrebbero potuto sparare a bin  Laden, era quello di disseppellire il suo cadavere e piantargli qualche  proiettile addosso. 

Padre Paul Kramer

 


Ricorrete ai raggi della mia Misericordia e quando l'attacco è molto forte, dite: ‘Gesù, confido in Te’. La potenza della Mia Misericordia, insieme alla vostra fede e fiducia in Me, vi libererà da ogni male.

 


26 agosto 2021 - Appello di Gesù della Misericordia al suo Popolo Fedele. Messaggio a Enoc.

“Amati Figli, la mia Pace e la mia Misericordia, vi accompagnino sempre.

Figli miei, siete nei tempi della purificazione, rimanete in allerta e vigilanti perché le forze del male vi tendono trappole in ogni momento. Non abbassate la guardia con la preghiera e siate sempre in grazia di Dio per poter combattere la buona battaglia. Mortificate il vostro corpo, l’anima e lo spirito, con la preghiera, il digiuno e la penitenza, affinché possiate respingere i dardi incendiari che gli spiriti mentali vi inviano per rubarvi la mia Pace.

Riprendete ogni dardo incendiario del maligno che giunge alla vostra mente affinché non si rafforzi e finisca per tormentarvi e privarvi della pace dello Spirito. Di nuovo vi dico: portate tutti i pensieri prigionieri (del male) all'obbedienza a Cristo Gesù (2 Corinzi 10,5) affinché possiate distruggere gli inganni ei dardi incendiari degli spiriti maligni. Ricorrete ai raggi della mia Misericordia e quando l'attacco è molto forte, dite: ‘Gesù, confido in Te’. La potenza della Mia Misericordia, insieme alla vostra fede e fiducia in Me, vi libererà da ogni male.

Amati miei, sono il vostro Gesù della Misericordia, che aspetta come un mendicante d'amore, che Mi accogliate; pregate con fede la mia Coroncina e vi assicuro che qualunque cosa chiederete nel mio Nome al Padre mio, Egli ve la concederà se sarà per il vostro bene e per la salvezza della vostra anima. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa gli sarà aperto (Matteo 7,7,8). Chiedete con fede e in Grazia di Dio, e se perseverate nella preghiera nella Divina Volontà, tutto vi sarà concesso. Ricordate: fede, perseveranza e fiducia in Dio sono le chiavi che aprono le porte della Misericordia. Non dimenticatelo.

Figli miei, sto effondendo abbondantemente la mia Misericordia sull'umanità, specialmente su coloro che non Mi conoscono o si sono allontanati da Me per il peccato. Ogni volta che i miei figli fedeli fanno la mia Coroncina con fede e in grazia di Dio, il torrente della mia Misericordia copre l'intera umanità. Vi chiedo, miei devoti della mia Misericordia, di accompagnarmi con la preghiera della mia Coroncina alle 3 del mattino, affinché la sorgente della mia Misericordia e i suoi Raggi di Luce, distruggano in quell'ora santa le preghiere, gli incantesimi, le invocazioni, le maledizioni, le messe nere e altri riti satanici, che gli emissari del male compiono all'alba per invocare gli spiriti maligni e consacrare la creazione e la stragrande maggioranza dell'umanità lontana da Me, al principe delle tenebre.

Amati figli, rispetto molto il vostro libero arbitrio, ma se mi chiederete di svegliarvi alle 3 del mattino, per pregare insieme la mia Coroncina della Misericordia, vi ringrazierò e vi colmerò di abbondanti benedizioni per voi e le vostre famiglie. Vi dico: tutti quelli che sono devoti della mia Coroncina della Misericordia e che la estendono alla loro famiglia e al mondo intero, vi assicuro la gioia della vita eterna. La mia infinita Misericordia libererà dal fuoco eterno tutti quei peccatori che sono coperti dalla preghiera della mia Coroncina nelle ore sante delle 3:00 e delle 15. Accompagnatemi dunque piccoli miei nelle ore della mia Misericordia, pregando con fede la mia Coroncina, affinché i miei Raggi misericordiosi coprano voi, i vostri parenti e il mondo intero.

La mia Pace vi lascio, la mia Pace vi do. Pentitevi e Convertitevi, perché il Regno di Dio è vicino.

Il vostro Gesù dell’Infinita Misericordia.

Fate conoscere figli miei i messaggi di salvezza a tutta l'umanità.”