Il Mistero dell’Iniquità
Caso # 11: Il finto assassinio di Osama bin Laden
Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando la Casa Bianca ha affermato d’aver “eliminato” con successo il presunto e famigerato arci-terrorista Osama bin Laden. Bin Laden, un vecchio amico di casa Bush, già alla fine degli anni ’90 era malato terminale di Sindrome di Marfan (una malattia genetica degenerativa per la quale non esiste alcuna cura definitiva). Uno studio accurato della sua vita e delle sue azioni dimostra come bin Laden recitasse in realtà la parte del terrorista arci-nemico dell’occidente e che per farlo, lui e la sua famiglia venivano pagati profumatamente dalla CIA, che infatti considerava bin Laden un collaboratore prezioso.
Subito dopo la notizia dell’uccisione di bin Laden, apparvero sui principali quotidiani (come il Daily Telegraph di Londra ed il The Washington Post, nonché sulle principali testate online come la BBC News, ABC News e Fox News) le prime fotografie che mostravano bin Laden ferito a morte alla testa. La stessa Casa Bianca fece credere che fosse stata quella ferita ad uccidere bin Laden. Quando si seppe che quelle fotografie erano false (erano state infatti pubblicate ben quattro anni prima), i giornali provarono a discolparsi attribuendone la colpa a “teorici della cospirazione” non meglio precisati.
Cominciò anche a girare una foto in cui si vedevano Barack Obama, Hillary Clinton e altri funzionari della Casa Bianca nell’atto di guardare l’uccisione di Bin Laden in diretta, su una televisione a circuito chiuso. Questa fu la spiegazione della foto che venne pubblicata dai maggiori quotidiani. Poco dopo, il direttore della CIA, Leon Panetta, rivelò che nessun filmato era stato mandato in onda alla Casa Bianca. È chiaro, quindi, che Obama e i suoi sottoposti avevano inscenato il tutto al fine di trasmettere quell’idea, posando per una foto in modo da sembrare assorti mentre osservavano l’uccisione del famigerato bin Laden in diretta, quando in realtà non avevano visto un bel niente. Inizialmente, Obama affermò che bin Laden era stato ucciso dopo un conflitto a fuoco durato 40 minuti, ma poi venne cambiata versione e di quel conflitto non si parlò più. Inizialmente dissero che bin Laden aveva usato sua moglie come scudo umano, salvo poi ritrattare tutto e negare che bin Laden avesse mai fatto una cosa simile. La Casa Bianca affermò infine che il cadavere di bin Laden era stato gettato nell’oceano; una mossa molto conveniente, perché senza alcun corpo né foto dell’evento non ci potevano essere più prove che potessero negare l’uccisione del nemico numero 1 da parte dell’esercito Americano, come affermato dalla Casa Bianca.
Alcune persone che abitavano vicino a dove si nascondeva bin Laden, specialmente il suo vicino Jahangir Kahn, hanno affermato davanti alle telecamere di Al-Jazeera, il 2 maggio 2011, che non c’era nessuno che vivesse nella casa che il governo degli Stati Uniti aveva indicato come nascondiglio di bin Laden. Non solo, secondo Kahn nessun residente della zona aveva mai avuto neanche il sospetto che bin Laden potesse abitare vicino a loro. Kahn ha smentito l’intera storia dell’uccisione di bin Laden, affermando: “Ad essere sincero, la trovo una cosa incredibile, non è vera.” Kahn ha spiegato inoltre che si trattava di un’area ad alta sicurezza, nella quale i residenti locali dovevano fornire regolarmente i propri documenti agli ispettori del governo pachistano. Altri testimoni oculari, intervistati dalla televisione pachistana, hanno affermato che gli elicotteri coinvolti nell’operazione erano stati tre, ma che solo uno di questi era effettivamente atterrato.
L’ex funzionario al Tesoro dell’Amministrazione Reagan, Paul Craig Roberts, ha riportato sul sito www.prisonplanet.com il 22 maggio 2011, che un’Agenzia Stampa Pachistana ha mandato in onda l’intervista ad un testimone oculare di nome Mohammad Bashir, il quale ha confermato che nell’area c’erano tre elicotteri, ma “che solo uno di questi ha fatto scendere i suoi uomini a terra, e quando è tornato per riprenderli è saltato in aria, in fiamme.” Il testimone ha raccontato che non c’erano sopravvissuti, solo cadaveri: “Abbiamo visto l’elicottero bruciare e abbiamo visto i cadaveri, poi hanno rimosso tutto e ora non c’è più niente.” Erano sbarcate un totale di 12 persone da quell’elicottero, erano entrate nell’edificio (dove si supponeva vivesse bin Laden) e dopo un po’ erano uscite, per rientrare quindi sull’elicottero. A questo punto il mezzo si è alzato in volo e si è schiantato subito dopo, scoppiando in fiamme e uccidendo tutti quelli che si trovavano a bordo (Vedi Paul Craig Roberts, “Pakistan TV Report Contradicts US claim of Bin Laden’s Death”, 8 agosto 2011, su http://www.infowars.com/pakistantv-report-contradicts-us-claim-of-bin-ladens-death/). Tutti i testimoni erano stati eliminati, ed è per questo che Barack Obama non ha potuto appuntare nessuna medaglia d’onore sul petto di quei Navy SEALS, o di chiunque si trattasse: erano tutti morti!
È chiaro che questa farsa non è stata opera della Marina Militare degli Stati Uniti, ma ha tutte le caratteristiche di un’operazione segreta condotta dalla Blackwater, la società di sicurezza privata assoldata dalla CIA, i cui agenti probabilmente sono stati considerati sacrificabili. Il problema di fondo è che in tutta questa faccenda non c’è un cadavere di bin Laden, non ci sono più i Navy SEALS, non ci sono fotografie e neanche un testimone diretto (a parte i pachistani, che nelle loro dichiarazioni hanno contraddetto completamente la versione ufficiale) – in sostanza, abbiamo solo la parola dell’amministrazione Obama, priva di una qualsiasi prova credibile, mentre al contrario esiste un’enorme quantità di prove secondo le quali Osama bin Laden sarebbe morto molti anni fa.
L’’ex capo dei Servizi Segreti Pachistani [ISI], il Generale Hamid Gul, in un’intervista rilasciata a Russia Today del 1 giugno 2011, ha affermato che: “Osama non è stato ucciso, è morto di morte naturale” – mentre l’ex vice Assistente Segretario di Stato, Stephen Pieczenik, ha affermato la stessa cosa all’Alex Jones Show nel 2002, e l’ha ripetuto in un’intervista rilasciata la prima settimana di maggio 2011. L’unico modo in cui gli operativi Americani avrebbero potuto sparare a bin Laden, era quello di disseppellire il suo cadavere e piantargli qualche proiettile addosso.
Padre Paul Kramer
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