UN SOLO OVILE
Nella Dichiarazione “Nostra Aetate” sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, vediamo che anche l’ebraismo vi é stato incluso, ma non si comprende se si tratta del “Popolo ebreo” o della sua religione, così divisa in tanti Riti, dopo l’affaraggine talmudica! Certo, il Vaticano II voleva adeguarsi alla attuale situazione mondiale, ravvicinata dai numerosi mezzi di comunicazione, da pianificanti sistemi di industrializzazione e di commercio, sotto la mano pesante delle Multinazionali. Per questo non poteva non pensare all’unico ovile con un solo pastore, vicario di Cristo. Il problema, comunque, non era e non è tuttora facile, come lo sognava, invece, il vecchio Papa Giovanni XXIII. E così, Egli finì col dare via libera ad ogni divisione ed errore, cercando di minimizzare ogni ideologia ed ogni contrasto. E così siamo caduti in una confusione e in una crisi senza precedenti nella nostra storia, e senza alcuna via d’uscita. Vediamo, ad esempio, il problema del Giudaismo.
Il cosiddetto “Ebraismo” non è più considerato religione non cristiana, bensì una “religione sorella”, anzi la radice, la fonte, la maestra, alla quale il Cristianesimo deve ritornare per comprendere la sua reale identità. Ma così, si viene a fare una confusione tra Cristo e Anticristo, tra Messia già venuto e quello che mai verrà, tra Chiesa e Sinagoga, tra Vangelo e Talmud. Ma noi, però, continuiamo a ricordare quella implorazione: «Gerusalemme, Gerusalemme, convertiti al Signore Iddio tuo!», come lo diciamo anche per le sterminate masse pagane e paganeggianti! Questo lo facciamo ancora noi della Tradizione, ma la Chiesa post-conciliare, invece, ha rinunciato a predicare Cristo ad Israele e, secondo i “Sussidi per una corretta presentazione dell’Ebraismo”, vorrebbe che noi “assumessimo la nostra responsabilità per preparare il mondo alla venuta del Messia” (sic). Povera Chiesa del Vaticano II, che ci fa dire quella strampalata formula consacratoria del vino con quella non meno strampalata “acclamazione”: «Annunciamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta». Una formula che pare neghi – se le parole hanno ancora il loro significato! – la reale, mistica presenza eucaristica e il Messia già venuto!.. E che, certo, ignorano le parole profetiche di Isaia: «Balza in piedi e rivestiti di luce, o Gerusalemme, pere è venuto il Messia, e la moltitudine delle nazioni si incamminerà verso di te con tutto il vigore delle genti!». Sarà bene, allora, ricordare, qui, quanto sia carente e contraddittoria la “Dichiarazione” conciliare “Nostra Aetate”, dove si cita la Lettera ai Romani che chiama gli ebrei “carissimi, in grazia dell’Elezione”, ma dimentica di citare quell’altra espressione paolina: “odiosi a Dio in quanto nemici accaniti del Vangelo”! Ma il cardinale Bea invitava tutti a rileggere, assieme ai Rabbini, le Scritture, sentenziando che la Passione di Cristo «non può essere imputata a tutti gli ebrei del tempo di Gesù e tanto meno a quelli del nostro tempo». Già! Ma chi erano, allora, i “Principi dei Sacerdoti” e gli “Scribi e Farisei ipocriti” che dopo aver loro “condannato a morte” Gesù, incitavano le folle a chiedere la Sua morte a Pilato, per ratificare la loro sentenza deicida? Questo falso e caotico “ecumenismo”, che niente ha a che fare con il “solo ovile e un solo pastore”, voluto da Gesù, ci ha fatto perdere la nostra identità cristiana nella divina liberazione di “redenti” da Cristo, per dar via libera ai fanatismi delle varie sètte, come a quella coranica, e ai paranoici misticismi panteisti e parassitari, come quelli buddisti e induisti! Capirli, aiutarli a risollevarsi dalla loro miseria morale e religiosa, è un dovere cristiano, ma parlare dei Musulmani come intimi nostri “fratelli”, pere “adoratori dell’unico Dio e figli di Abramo”, è un assurdo. Forse che dai loro minareti, da secoli, non stanno gridando a squarciagola, che “Non vi è altro Dio al di fuori di Allah”, il quale, però, è tutt’altro che il nostro Dio-trinitario, compresa, quindi, anche la divinità di Cristo? Un “Allah” anticristiano, quindi, perché negazione assoluta dei due principali “misteri” cristiani, di origine giudaizzante e dalle secolari logomachie delle eresie pseudo-cristiane. Un Allah, per l’Islam, che assicura, nell’al di là, “un giardino di delizie” con molte concubine e, dove la visione beatifica di Dio non ha alcun interesse! Un Allah che vuole “la spada e la guerra santa” per sottomettere gli “infedeli” – cristiani compresi! – alla venerazione della “Pietra nera”, che libera da ogni peccato! Anche nell’Induismo c’è una esaltazione unica: «Con questa religione (ma non è affatto una religione, ma solo una imbecille filosofia!) gli uomini scrutano il mistero divino e cercano la liberazione attraverso forme di vita ascetica, nella meditazione profonda (in che cosa?..), nel rifugio verso l’onnipotente». Ma quale onnipotente, quando si cerca il Nirvana, ossia il “nulla”, sprofondando nell’assurda Timurti, “nella ruota delle nascite”, nella deficiente divisione delle caste e nella pratica adorazione panteistica dei fiumi (che rigenererebbero l’anima!) e delle mucche sacre, e dei loro “dèi” d’ogni forma e qualità, una vera idolatria!
Non potevano sapere queste cose i reverendi Vescovi e gli illuminati “periti” del Vaticano II, prima di dire quelle strambe adulazioni su quella più stramba “religione”?.. Altrettanto dovevano sapere anche del Buddismo, che i Padri conciliari hanno liquidato in altre poche righe: «Esso insegna (?!) una via per mezzo della quale gli uomini siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta (?!), nell’elevazione continua della mente e nella purezza della volontà, scelta da ogni bramosia immonda di passione, per raggiungere la “illuminazione” suprema nella felicità del Nirvana». Anche questo è un altro ditirambo verso una presunta “religione” (ma che non è altro che una filosofia terra terra!) e un rifugio di tanti “omosessuali” e di facile sesso, per soddisfare ogni loro vizio, alienati in una ideologia pregna di materialismo, rinchiusi in se stessi in una inerte passività che nega, in pratica, Dio e il valore dell’intelligenza umana, protesi verso un Nirvana, ossia un “Nulla”, che stupisce in una parassitaria inazione! Povero “Concilio” farneticante, che conclude affermando: «Ugualmente, anche le altre religioni si sforzano di superare l’inquietudine del cuore umano, e la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero (?) é santo (?) in esse»! Così, invece di elevarsi nella conversione cristiana, li si lascia nel loro materialismo, camuffato di connaturato misticismo trascendentale, incapaci, perciò, di ricevere la vera “illuminazione” dello Spirito Santo, tramite i suoi “doni” sapienziali. Forse, i “Padri conciliari” non ricordavano, in quei tempi, che l’Islam, per esempio, ci ha tagliato la strada, proprio per il suo imperante fanatismo religioso, sia in Asia che in Africa. Se fossero stati loro stessi “illuminati” dalla storia della Chiesa, non si sarebbe, poi, mandato a Pechino, dopo Mao, il massone card. Köenig, né il giudaizzante card. Etchegaray a trattare, per la Chiesa, coi nuovi governanti, pere avrebbero compreso che stavano per abbandonare i nostri Martiri, dal sangue ancora fumante, alla sconfitta!
E allora perché quell’insistere, nel Decreto “Ad Gentes”, sull’adattamento del missionario “alla diversità di costume, di storia, di strutture sociali e consuetudini dei vari popoli”?.. Non è, questo, in qualche modo, un ripetere il consiglio «di mettersi in ascolto del mondo»? Può anche sembrare giusto, ma i “Misteri evangelici” non sono coperture di “culture” bensì “spirito e vita”, mentre quei costumi primitivi e tribali sono lontani dalla unificante fratellanza nell’unica immagine del Padre Celeste! Mentre, al contrario, quella voluta identità umana non è altro che “ecumenismo” sciocco, senza valore e, sopratutto, senza salvezza!
sac. dott. Luigi Villa
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