Ducam eam in solitudine.
1. Eccomi, o Signore, di ritorno ai vostri piedi! Si sta tanto bene qui con Voi! Oggi spero di essere da Voi compatito più a lungo del solito: perchè ho tante cose da comunicarvi. Che volete?! Ho tanto bisogno d’essere ammaestrato nella condotta che devo osservare verso di Voi, verso di me, e verso il prossimo mio, che vi prego ad avere la pazienza di tollerarmi, e di farmi capire tuttociò che mi conviene per riuscire discepolo degno di Voi, che vi faccia onore, e vi dia piacevole soddisfazione.
2. Caro mio Divino Maestro, mio buon Gesù; Voi già conoscete ch’io sono di testa dura, e di difficle comprendimento. Compatirete per ciò se anche dopo la nostra conversazione non riuscirò così felicemente, come vorrei ad onor vostro, nella pratica di quei precetti e di quelle regole divine che vi degnerete dettarmi da questo altare. Mi ricordo di avere letto, che un giorno essendo Voi seguito da numerosissime turbe, ascendeste sopra a un monte solitario, e le arringaste con accenti cotanto istruttivi, da renderle beate in modo d’avviarle alla beatitudine celeste. Deh! se non v’è discaro, giacchè vi trovo sopra quest’altare che mi rappresenta anche a me quel Monte santo, parlate al mio cuore, replicando anche a me quel sermone della vostra benedetta e santa dottrina. Voi mi avete tirato a pie’ di questo altare solitario, appunto affinchè potessi ascoltarvi con più quiete ed attenzione, e perchè meglio potessi apprendere la sublimità e profondità delle vostre lezioni. Da questa Cattedra di amore diffondete dunque i vostri lumi sopra alla mia mente, e le vostre grazie nel mio cuore, e poi parlate all’anima mia: beatus homo, quem tu erudieris, Domine! Ecco, l’anima mia vi ascolta!…
3. O Gesù mio vi veggo tutto acceso dal vostro zelo divino, e vi odo a ripetere enfaticamente quel – Beati pauperes spiritu!… Beati i poveri di spirito, perchè ad essi sarà dato il regno de’ Cieli!…
4. Vuoi tu gustare anche in terra i frutti di questa beatitudine?…
Abbraccia la povertà e l’umiltà con intimo studio e trasporto di spirito. Allora il tuo cuore, trovandosi libero e sciolto da ogni sollecitudine terrestre e mondana, potrà ricevere la piena affluenza dei celesti tesori di grazia. Lo spirito e il cuore si è che importa tenere distaccato dai beni della terra, e dall’ambizione degli onori: quindi anche il ricco può e dev’esser povero nel senso della mia dottrina; povero di spirito! Guarda a me, che quantunque tuo Dio e Signore di tutto e di tutti, pure godo di starmene quì per amor tuo tra lo squallore e la povertà di questo altare…
5. Ah sì, Gesù mio, dite bene! L’esempio vostro mi fa intender meglio com’io debba imitarvi con la pratica del vostro consiglio. Aiutatemi a metterlo subito in esecuzione. Povertà ed umiltà, che ci fa ricchi e grandi.
6. Ma vuoi tu, seguita a dire Gesù, avere il bene di una felicità tranquilla e soddisfacente anche sopra la terra? – Sii mite e mansueto verso i tuoi simili! – Cosi suggerii alli miei seguaci: Beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram! Beati misericordes, quoniam ipsi misericordiam consequentur! Ricordati che io misericordiam volui, et non sacrificium: per cui comprenderai da te stesso ciò che più ti conviene per assicurarti la misericordia divina in questa e nell’altra vita.
7. Beati qui lugent, quoniam ipsi consolabuntur! Se tu sarai misericordioso col tuo simile sicut Pater vester misericors est, non potrai dispensarti dal piangere sopra i tuoi e gli altrui peccati e sopra i mali che per essi incolgono ed affliggono l’umanità, punita per essi da un Dio offeso, non senza prendere parte con affettuosa e caritatevole compassione a placare la provocata giustizia divina e non senza implorare da lui perdono, sollievo, conforto e consolazione all’istesso tuo prossimo, come vorresti tu essere da me aiutato e consolato… O mio buon Maestro, datemi grazia di attenermi costantemente ai vostri slutari insegnamenti!…
8. Bene, ripiglia Gesù; se farai così, sarai aggregato tra coloro che essendo pacifici con se stessi e col prossimo, meriteranno di essere nominati figli di Dio. Beati pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur! Ma per conseguire questa pace inalterabile, che è il carattere più marcato dei veri figli di Dio, ti bisogna virtù maschia, il sacrificio della tua volontà e l’abbandonamento intero di te nella volontà del Padre celeste: fiat voluntas tua sicut in cœlo, et in terra. Allora godrai pace con te, co’ tuoi fratelli, con me e con il mio Divin Padre.
9. Col Padre mio e con me astenendoti da qualsivoglia azione, ed omissione che ci possa dispiacere: non est pax impiis. Col tuo prossimo, rispettandone le persone, senza mai contendergli le preminenze e gli onori, senza contraddirlo con insulse opposizioni e sistematiche negative. Vedi com’io da questo Sacramento non contraddico, nè mi oppongo, come potrei, neppure a quegli empî peccatori, che dovrei mortificare e punire, specialmente quando con labbra sacrileghe mi fanno discendere dal cielo sull’altare, con mani sacrileghe si avventano sul mio Corpo e sul mio Sangue, e con più sacrilego cuore m’introducono e seppelliscono nella pestifera loro anima. Ego autem non contradico! lo sono il Re della pace: Rex pacificus; e la pace portai dal cielo agli uomini di buona volontà: pax hominibus bonae voluntatis: e per ciò voglio che pacifici sieno i miei discepoli e seguaci. Nè tu ti altererai neppure teco stesso in modo disordinato, nè con moti d’impazienza per qualunque evento contrario alli tuoi desiderii, ai tuoi progetti, ed alle tue previsioni, ancorchè dirette a sfogo di zelo per la tua ed altrui santificazione, e per la maggior gloria di Dio. Questa pace genererà all’anima tua una gran fame e sete della giustizia, che è la moderatrice di tutte le virtù: justitia et pax osculatae sunt; per cui Beati qui esuriunt, et sitiunt justitiam; quoniam ipsi saturabuntur! Ma bada bene di animare e di accompagnare con la giustizia pura tutte le tue operazioni, perchè un giorno ad huc justitias ego judicabo. Se allora troverò il cuor tuo mondo da ogni peccato e difetto, oh sta certo che io stesso t’introdurrò alla visione beatifica di Dio Padre! Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt!
10. Finalmente, se per vivere piamente e da giusto, incontrerai per amor mio mortificazioni, divisioni, disprezzi, ingiurie e persecuzioni, godine ed esulta, perchè desse ti saranno di caparra e passaporto al Regno de’ cieli, e lassù n’avrai copiosissima e gloriosissima mercede. Così sono stato trattato io; così la Madre mia, ed il mio Padre putativo; così li miei discepoli, e tutti i Santi e Beati che ti hanno preceduto, ed ora se ne stanno a godere eterno il premio nel mio Regno: Beati qui persecutionem patientur; quoniam ipsorum est regnum coelorum! Intellexisti haec omnia?
11. Sì, o sapientissimo mio Maestro, ho compreso tutto! Adesso però Voi comunicatemi tutto lo spirito vostro, da cui riceva fortezza a praticare fedelmente ed esattamente la vostra dottrina sino all’ultimo mio respiro. Datemi il vostro amore, giacchè questo mi farà operare alacremente e perfettamente, essendo vero che: probatio dilectionis, exhibitio est operis. Non mi lasciate partire di qua senza avermi infuso nell’anima questo amore, il quale mi trasformerà in voi e mi renderà uno de’ vostri più fervorosi discepoli. Sì, Gesù mio, esauditemi! exaudi orationem meam!
12. E voi, eterno Divin Padre; Voi Maria di Gesù Dolcissima Madre; Voi Giuseppe di Gesù e di Maria fedelissimo ed amantissimo Custode; e Voi tutti Santi miei Avvocati e Protettori; io chiamo Voi a rattificare la donazione che feci di tutto me stesso al mio Sacramentato Signore. Vi prego di fomentarla e di rendere la mia unione con lui indissolubile sino al giorno che a lui piacerà di eternarla in Paradiso! Oh quel dì sarà pur beato e benedetto! Adveniat regnum tuum! Allora sentirò che cosa è Amor di Dio. Allora gusterò quel che non seppe spiegare neppure San Paolo rapito fino al terzo cielo. Allora vedrò in ben altro trono, cioè nel trono della sua gloria, il mio Re e Signore Gesù Cristo circondato dalla Madre Sua e Regina mia Maria, da San Giuseppe, e dalle schiere di tutti gli Angeli e Beati del Paradiso, udirò le armonie e i cantici degli Spiriti celesti, ed intuonerò anch’io inni di lode e di grazia alla gloriosa Divinità Umanata del mio Redentore che adoro quì adesso Sacramentato. Allora, anima mia, sarai ristorata dal tuo Gesù dalle sofferenze e battaglie sostenute e dei pericoli per lui superati. Allora sarai stabilita in una pace e beatitudine sempiterna con sicurtà di non perderla, nè sminuirla mai più. Così sia, Gesù mio e presto! Cioè più presto che a Voi piacerà. Addio! A rivederci! Beneditemi!…
Francesco Spinelli
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