Santa Caterina da Bologna
Considerazioni sugli inganni diabolici
Ora è utile riguardare attentamente l'esperienza patita per le tre diaboliche apparizioni.
Il nemico operò secondo questo schema: per prima cosa, la ingannò comparendo nelle false forme della Vergine Maria e di Gesù Cristo e predicando la virtù da lei amata sommamente, cioè la obbedienza; poi, la indusse al contrario insinuandole, con grande insistenza, pensieri che la disponevano a mal giudicare l'operato della sua abbadessa; infine, le diede a intendere che la mal disposizione d'animo nasceva dal cuore di lei, mentre senza dubbio procedeva da lui, e sotto forma di contrizione le mise tanto dolore di quelle suggestioni, da farla precipitare nella fossa di una indicibile sofferenza spirituale e corporale, fino alle soglie della disperazione, alla quale si sottrasse solo con grande sforzo e grazie alla sua ferma fede in Dio. Inoltre il nemico, per più tempo, la tentò alla bestemmia: né con la confessione, né in alcun altro modo trovava rimedio a questa tentazione, e non aveva il benché minimo sospetto dell'azione diabolica, perché mai aveva posto in dubbio l'origine divina delle apparizioni; finché una notte, mentre dormiva, il diavolo si avvicinò al suo orecchio e le stette accanto a sussurrarle di bestemmiare Dio, mentre lei, pur dormendo, opponeva resistenza e diceva: - Questo io non lo farò mai! - e il maligno, allora, si disdegnò tanto, che fece un così grande strepito da svegliarla, e nello svegliarsi lo sentì partire da presso.
Vide allora con chiarezza da chi fossero causate le sue afflizioni e comprese, anche, che il nemico le metteva in cuore le bestemmie e la induceva a credere che nascessero in lei, per farla cadere nella disperazione.
Solo dopo aver compreso questo fu in grado di vincere la tentazione; e cosi se una di voi, dilettissime sorelle, fosse trascinata in una simile battaglia, non si confonda e non si contristi nel pensiero di un moto ribelle della propria anima, perché essa procede solo dalla invidia diabolica, la quale non può sopportare che Dio sia adorato e lodato. Ma in eterno e senza sosta Dio sia benedetto, lodato, magnificato e in modo assoluto esaltato, a dispetto e derisione di Lucifero, con tutti i suoi compagni e tenebrosa brigata. Amen. Amen.
Mi sforzerò di mettere ancora più in evidenza ciò che le accadde in conseguenza degli inganni diabolici: la sua buona volontà di operare il bene pareva quasi assopita e anche il minimo fuscello, posto innanzi, le sembrava una trave insostenibile; la sua vita monacale pareva priva di senso e aveva quasi perduto il gusto della devozione, che solo dopo alcuni anni poté riacquistare; inoltre, era forte la tentazione al vizio di vanagloria, perché il nemico la spingeva a divulgare la notizia di quei fatti straordinari per essere considerata e stimata, ma lei li celava, proprio per questo. Si consideri, ancora, con quanta astuzia il nemico le insegnava la via della obbedienza, per poi spingerla al contrario, e come la ingannava sulla origine di quei pensieri, facendole credere che procedessero da lei: così operò il maligno, per farla precipitare in una angoscia mortale che, per lei, fu comunque penosissima, tanto che se qualcuno, quando ne fu liberata, le avesse fatto scegliere fra il tornare a quella angoscia e il taglio della testa, senza alcun dubbio avrebbe scelto, piuttosto, una tale morte e con grandissimo piacere.
Per questo, anche se mi sembra presunzione, prego con tutto il cuore le future abbadesse di questo monastero di avere in massima considerazione la cura del gregge loro affidato, perché il lupo infernale incessantemente opera per divorarlo; è necessario stare sempre in guardia e non aspettare di soccorrere la pecorella quando è già in bocca al lupo, ma, con prontezza e vera pietà, sovvenire le infermità delle anime e dei corpi: è tanto gradito a Dio, e più giovevole alla suddita, l'aiuto della superiora dato prima della domanda, perché cosa domandata è meno grata e mezzo pagata. Chi sarà mai quella insensata che, ferendosi anche il più piccolo dito, subito non abbassi il capo per guardare la ferita e non si affretti a medicarla? In questo modo ogni capo si comporti con tutti i suoi sudditi membri, perché operare il contrario è medicina mortale non solo per i membri, ma anche per lo stesso capo; e se non basta tutto ciò che ho detto per aprire gli occhi alle semplicità colombine, le raccomando a Quello che eternamente tutto vede.
Ricordo a quelle con incarico di responsabilità di tenere in maggior stima la più piccola anima loro affidata, che non l'intero mondo col suo ornamento e questo, a ben considerarlo, è un grandissimo peso; si sforzino anche, con vera prudenza, di dare più amore a quelle tentate di inobbedienza e di infedeltà che non alle altre, perché, quando il nemico muove contro la serva di Cristo, la virtù della obbedienza è più meritevole, se cercata con desiderio; e beata la religiosa che con pazienza sosterrà un tale abbaiamento e vincerà sé stessa, perché non riceverà la corona della obbedienza chi non sosterrà battaglia di contraddizione, così come disse l'infinita bontà di nostro Signore Gesù Cristo, e cioè che il vincitore di sé stesso rapirà il Cielo.