domenica 5 gennaio 2020

Ciò che i Miei profeti predicarono migliaia di anni fa, avviene ora!



Figlia Mia. Mia cara bambina. Siediti vicino a Me, figlia Mia. Ascolta cosa Io, tuo Padre, che ti ama tantissimo, ho da dire:

Oggi, la festa dell’Epifania, voi festeggiate l’adorazione della nascita del Mio Santo Figlio, infatti, i saggi d’oriente Gasparre, Baldassarre e Melchiorre sapevano che cosa significasse questa nascita e così si misero in cammino verso il Salvatore del mondo. Lo trovarono che giaceva da piccolo innocente e purissimo bambino nella mangiatoia di una stalla circondato dai Miei santi Angeli, che Lo lodavano e Lo rallegravano con canti gioiosi, vicino ai Suoi genitori Maria e Giuseppe e a tutti gli animali della stalla.

Figli Miei. Mio Figlio nacque per voi affinché voi ritrovaste la strada verso di Me a Casa, ma a moltissimi di voi questo non interessa. Vivete lontani dalla fede e dalla fedeltà e in molti luoghi la venerazione di Mio Figlio, incarnato per voi, è diventata soltanto una fonte di commercio.

Figli Miei. Riflettete sulla nobiltà di questi tre saggi che vennero da lontano per visitare questo bambino, così indifeso e piccolo, che giaceva in un poverissimo ambiente, in una mangiatoia, e LO adorarono, Lui il re del mondo, Figlio di Dio e Salvatore dell’umanità, portandoGLI i doni più pregiati.

Essi, i re di terre lontane, si umiliarono davanti a LUI, al piccolo nascituro, perché sapevano e lo dimostrarono, che EGLI era il più grande di tutti i re, il Figlio del Signore, l’Onnipotente Padre, COLUI CHE È, e s’inginocchiarono davanti a LUI, a questo piccolo bimbo, Lo apprezzarono e Gli resero omaggio e GLI dimostrarono riconoscenza e rispetto!

Figli Miei, dove sono finite le vostre buone maniere? Avete dimenticato e rimosso tutto? Onorate Mio Figlio! Rendetegli omaggio e vivete con LUI! EGLI nacque per voi! Per voi EGLI morì di una morte atroce! Per voi EGLI visse! E per voi EGLI ritornerà! Preparatevi dunque per LUI, il vostro unico vero re ed entrate con LUI nel Suo Nuovo Regno. RegalateGLI il vostro SI e lasciate che EGLI vi guidi sulla via verso di Me, verso vostro Padre, che vi ama moltissimo!

Figli Miei, attendo ciascuno di voi con cuore e braccia aperte, perché il Mio amore per voi non conosce limiti! Voi però dovete regalare a Mio Figlio il vostro SI e ora vi dovete preparare, altrimenti non potrete cominciare la via verso Casa nella pace e nell’amore, perché il vostro libero arbitrio vi è d’ostacolo e v’impedisce l’ingresso nell’Eternità con Me!

Convertitevi ora e preparatevi adesso! La data per La Seconda Venuta di Mio Figlio è stata fissata, ma soltanto Io, vostro Padre Onnipotente la conosco, e Mio Figlio si prepara per essa. I Mie preparativi sono terminati e comunicherò la data del ritorno di Mio Figlio non appena sarà il momento giusto. Credete e abbiate fiducia e siate completamente con Me e con Mio Figlio!

La vostra preghiera può impedire e lo farà, molto male; per questo Io vi supplico di continuare a pregare le Nostre preghiere. Voi non sapete quanto male voi siete già riusciti a fermare e ad allontanare grazie ad esse.

Figli Miei, Io vi amo dal profondo del Mio onnipotente cuore paterno e v’incito a venire tutti verso Mio Figlio. In questo modo anche voi potrete essere vincitori sul male e la vostra anima potrà entrare nella Mia Gloria!

Non perdete l’occasione di tornare a Casa con Me, perché a chi non viene a Me, resta solo il diavolo, anche se questo moltissimi lo negano veementemente. Il diavolo è astuto, intelligente e subdolo e nulla gli da più soddisfazione che rubare i Miei figli! Egli pensa che ogni anima che egli cattura sia una vittoria su di Me, però egli non sarà mai il vincitore.

Mio Figlio Gesù è superiore a lui, così come anche la Sua Santissima Madre, la vostra Vergine Maria e l’Arcangelo Michele. Maria schiaccerà la testa del serpente, la spada dell’arcangelo lo farà cadere e Gesù, il Mio dilettissimo Figlio, lo getterà nell’inferno. Là sarà incatenato per 1000 anni ma attenti, perché nell’inferno egli si muoverà liberamente.

I suoi seguaci e tutte le anime innocenti, da lui rubate, cioè quelli che non si sono dichiarati per Mio Figlio, egli, il diavolo, le torturerà per 1000 anni, infatti, all’inferno non ci sarà né apparenza, né splendore, né una “bella vita”. Egli distruggerà la bolla di sapone del mondo dell’apparenza inscenato per voi e al suo posto, la vostra esistenza sarà caratterizzata da atrocità e bugie, da umiliazione e disprezzo, da pena e dolore, miseria e tormento.

Convertitevi quindi, perché non è, ancora troppo tardi e condividete anche voi la vostra vita con Gesù insieme ai Nostri fedeli figli. In questo modo vi saranno donati 1000 anni di pace, dove non vi mancherà nulla. Là non esisteranno più invidia, odio, né avidità e brama. Non dovrete più vivere e sopportare tutto ciò che il diavolo vi ha inculcato come importante. Sarete felici, guariti nel corpo e nell’anima. Il vostro cuore riderà dalla gioia e dalla felicità e Mio Figlio si occuperà di tutto e di tutti voi.

Figli Miei, il Nuovo Regno sarà più bello, più glorioso e più meraviglioso di tutto ciò che abbiate mai sognato. E’ unico! E’ pienamente appagante! È in stretto collegamento con il Cielo. Gioite! Preparatevi, perché chi non si prepara ora, perderà l’ingresso in questo meraviglioso mondo e ne resterà escluso per sempre.

Figli Miei. La vostra unica via in questo Nuovo Mondo è Mio Figlio, il vostro Gesù! Dite SI a LUI! Dichiaratevi per Me! Cominciate a vivere con NOI e con i vostri Celesti Aiutanti! Siate consapevoli dell’esistenza dei vostri Angeli, soprattutto dei vostri Angeli custodi! Per amore, nei vostri confronti, ho affiancato a ogni figlio umano un Angelo che vi protegge, vi mostra la strada e la regola! I Miei Angeli sono sempre presenti nella vostra vita, ma voi non ve ne rendete conto! E i vostri Santi aspettano soltanto che voi comunichiate con loro, ma purtroppo molti figli non credono nella loro viva esistenza!

Figli Miei! Svegliatevi! La vera vita non è ancora cominciata! Voi credete di vivere soltanto qui su questa terra, oh quanto vi sbagliate! Questa vita ve l’ho regalata per amore e come preparazione all’eternità con Me, ma voi perdeste la fede e per questo vi mandai il Mio Santissimo Figlio in carne e ossa per riportarvi sulla via giusta. E di nuovo la maggioranza di voi ha perso la fede, oppure nemmeno la conosce e ora il vostro mondo si avvicina alla sua fine, ma voi ancora non credete!

Ciò che i Miei profeti predicarono migliaia di anni fa, accade ora. Voi lo vedete, ma cercate di rimuoverlo! È scritto, ma voi non lo volete vedere! Lo leggete, ma non lo volete comprendere! Lo sentite, ma vi chiudete!

Figli Miei, guardate, ascoltate e osservate ciò che succede! Le profezie si realizzano e voi continuate a dormire!

Figli Miei! Avrete un brutto risveglio se non aprite i vostri occhi e le vostre orecchie! Dovete pregare lo Spirito Santo e ascoltare i vostri cuori! Io, il vostro Santo Padre, parlo a voi in modo che voi vi svegliate e v’innalziate dalla nebbia diffusa dalla bestia, perché chi continua a lasciarsi inebriare, e non comincia ad alzarsi, soccomberà nella palude dello smarrimento e non troverà mai la via per Mio Figlio.

Alzatevi quindi, muovetevi, ascoltate e vedete! Allora vi sveglierete e riconoscerete gli avvenimenti dei tempi e la Verità! Pregate per ricevere chiarezza e purezza dallo Spirito Santo in questo modo diventerete forti e vigorosi e vi accorgerete delle bugie della bestia e dei suoi seguaci!

Riconoscerete la Mia luce e comincerete a donare a Mio Figlio il vostro SI, perché chi si rende conto della Verità, trova la via verso Mio Figlio; chi trova la via verso Mio Figlio avanzerà da vincitore, perché Mio Figlio sarà con lui e toglierà alla bestia ogni potere su di lui. Finché EGLI, Gesù vincerà definitivamente il diavolo e tutti quelli che sono fedeli a Gesù verranno da LUI portati nel Suo Nuovo Regno.

Così sia.

Io vi amo,

Il vostro Padre Celeste.

Creatore di tutti i figli di Dio e Creatore di tutto ciò che è.

sabato 4 gennaio 2020

Il più triste abbandono



Apostata è colui che si stacca completamente dalla Fede, dopo averla ricevuta nel Battesimo e averla professata per molti anni. A differenza dell'eretico, non rifiuta soltanto uno o qualche dogma, ma la Rivelazione nella sua totalità. Se manifesta in pubblico questo suo sentimento, incorre nelle pene previste dalla legge della Chiesa: se lo trattiene nel suo intimo, è apostata di fronte alla sua coscienza e davanti a Dio.
Egli non arriva ad una così radicale decisione tutto d'un colpo, ma dopo aver cominciato con l'indifferenza nelle cose della Fede e proseguito con una condotta moralmente disordinata. Può arrivarvi attraverso vie diverse: o passando ad una falsa religione, o perdendo ogni convincimento religioso, o negando direttamente Dio, o conservando una religione assolutamente naturale e quindi priva di ogni valore o riferimento al Soprannaturale. Nella maggior parte dei casi l'apostata si distingue per il fatto di negare l'esistenza di un Dio personale e la divinità di Gesù Cristo.
Una tale presa di posizione è di eccezionale gravità, essendo uno degli atti umani più carichi di conseguenze sulle vicende del tempo e sulla sorte dell'eternità, soprattutto per l'ostentato disprezzo dell'autorità divina.
Renan scrisse nei suoi "Souvenirs" una definitiva dichiarazione protestando di voler morire senza ritornare alla Fede e di ripudiare in anticipo l'eventuale confessione che la vecchiaia gli avesse lasciato sfuggire, e giunse al punto di supplicare i familiari a non dargli retta qualora, nell'agonia, avesse espresso desiderio di riconciliarsi con la Chiesa.
Lamennais, già celebrato a Roma come l'ultimo dei Padri della Chiesa, volle morire senza sacerdote ed essere sepolto in una fossa comune, senza croce.
Franceso Chabot era stato sacerdote francescano apostolo della città di Rodez e finì dissoluto, rivoluzionario e ghigliottinato.
Si adattano agli apostatì le severe parole di San Pietro che scrive nella sua seconda lettera (2,21-22): "Era meglio per loro che non avessero conosciuto la via della giustizia anziché, dopo averla conosciuta, rinnegare il santo comandamento che era stato loro trasmesso. È accaduto ad essi quel che dice così bene un proverbio: "Il cane è tornato a mangiare ciò ché aveva vomitato", e quest'altro proverbio: "La scrofa, lavata, torna a rivoltarsi nel brago". Veramente "chi perde la Fede non può perdere di più" (Publio Siro, Sentenze).
L'apostasia è un peccato, il più grave contro la Fede, tale ritenuto sin dagli inizi del cristianesimo, quando, insieme con l'omicidio e l'adulterio, veniva punito con l'esclusione dalla comunità ecclesiale.
La defezione dalla Fede cattolica non libera dal vincolo di sottomissione alla Chiesa contratto con il ricevimento del Battesimo, e pertanto gli apostati rimangono pur sempre dei battezzati, come i soldati che fuggono vigliaccamente dal campo di battaglia, non cessano per questo di essere soldati, ma diventano soldati disertori. La Chiesa ha le sue buone ragioni per infliggere sentenze e pene agli apostati, ma è sempre pronta ad accogliere chi l'abbandonò; ancor di più, ha beatificato un ex-apostata, Antonio Ney, un frate passato nel 1450 all'islamismo e due mesi dopo ritornato alla Fede finendone martire, a Tripoli.
Sull'esempio di questo Beato, ogni battezzato deve far proprio per la professione di Fede il motto attribuito all'edera: "O aderisco, o muoio".

LA VITA DELLA MADONNA



Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick


Sacrificio di purificazione della Santa Madre Anna 

Alcune settimane dopo la cerimonia battesimale, Anna e Gioacchino con la Figlioletta  intrapresero un viaggio verso il tempio per offrire il sacrificio di ringraziamento.  Condussero la Neonata nel tempio come atto di devozione e di gratitudine verso Dio che li aveva liberati dalla lunga sterilità. Il giorno seguente al loro arrivo offrirono il  sacrificio e promisero di consacrare per alcuni anni la loro Bimba al servizio di Dio nel tempio. Quindi ritornarono a Nazareth con Maria. Così pure farà la Santa Vergine,  quando, obbedendo alla Legge, offrirà nel tempio il bambino Gesù. 

Preghiera per la Chiesa Cattolica



Oh Dio Padre, in nome del tuo Figlio diletto,  
Ti prego di dare la forza e le grazie necessarie 
per aiutare i sacerdoti a sopportare la persecuzione che subiscono. 
Aiutali ad aderire alla verità degli Insegnamenti 
di Tuo Figlio, Gesù Cristo, senza mai negare, indebolire o falsare  
l’esistenza della Santa Eucaristia. 
Amen. 

I giorni delle macchinazioni del maligno sono contati!



La fine dei tempi giunge al termine, infatti, i giorni delle macchinazioni del diavolo sono contati e tutti i figli che già ora si sono dichiarati per Mio Figlio e non seguono ciecamente e ubbidienti il falsario, quindi quelli che hanno realmente invitato Gesù nel loro cuore, nella loro vita, vedono con grandissima chiarezza. Vedono cioè grazie  alla chiarezza e alla purezza dello Spirito Santo. Questa chiarezza è regalata a ciascun figlio che si abbandona a Mio Figlio, che vive con LUI e si consacra a LUI. Vedete, Figli Miei, quanto è importante la consacrazione a Gesù, perché a questi figli saranno regalate: gioia, speranza, amore e grazie per superare questi ultimi giorni ed entreranno pieni di gioia nel Nuovo Regno di Mio Figlio!

Figli Miei, convertitevi a Gesù e sperimentate anche voi questa meravigliosa gioia in voi stessi! Vivete questi restanti giorni terreni pieni di speranza e felicità, perché i giorni del male sono contati e Gesù verrà presto e regalerà la pace, nel Suo Nuovo Regno, a tutti quelli che LO seguono senza seguire -LA GUIDA DELLA CHIESA CHE NON È FEDELE ALLA PAROLA DI DIO-. La gioia dei Suoi figli fedeli sarà grande e lo sarà altrettanto la sofferenza degli infedeli e dei figli smarriti. Venite quindi a LUI, al vostro Gesù e regalate alla vostra anima la gioia eterna al fianco al Signore.

Figli Miei. Alzatevi e regalate a Gesù il vostro SÌ. Molto presto sarà troppo tardi, perché chi non si prepara per Gesù e per il tempo attuale, che diventerà sempre più violento e difficile, sarà trascinato nel vortice dello smarrimento e andrà perso nell’oscurità.

Vi avviso quindi, preparatevi! I giorni del male sono contati e poi verrà la reggenza di Mio Figlio. Così sia.

Io vi amo.

La vostra Mamma Celeste.

TESORI DI RACCONTI



Il fine dell'uomo.  

Laura Bonaventura era una nobilissima donzella romana dotata di rara bellezza, di straordinari talenti, di gran vivacità di spirito e affabilità di maniere. Si era ritirata nel celebre monastero di Torre di Specchi più per capriccio e bizzarria, che per spirito di vera vocazione, e viveva quindi in esso più da mondana che da monaca. Senza ritiratezza, senza divozione, senza osservanza delle regole, ella non pensava che a comparire, ed attirarsi le lodi pel suo spirito, per la sua avvenenza, e a menare una vita geniale e di bel tempo.  

Avendo determinato quelle monache di fare alcuni giorni di ritiro per meditare seriamente le massime eterne nei santi Esercizi Spirituali, Laura si pose in aperta contradizione colle compagne, e protestò altamente, che ella non voleva saperne di tanti ritiri e meditazioni. Nascondetevi pure, diceva loro beffandole, rintanatevi nelle vostre celle; io non voglio tanti scrupoli, né tante malinconie: mi basta di esser monaca, non voglio farmi romita. A voi, tutte spirituali, lascio le contemplazioni e le estasi, io, terrena e mondana, mi rimango nelle mie solite occupazioni.  

Contuttociò, cominciati gli Esercizi, si sentì mossa quasi per forza da una voce interna ad assistere almeno alla prima meditazione che veniva proposta. Era la meditazione del fine dell'uomo. Ne provò un'impressione vivissima; e profondandosi sempre più in quella grande verità che siamo stati creati da Dio e posti qui in terra per servirlo, amarlo e farci salvi, che questa è l'unica cosa necessaria, e tutto il resto vanità, si recò subito ai piedi del Direttore, e gli disse poche ma risolute parole: - Padre, non bisogna più scherzare con Dio: io voglio ad ogni costo farmi santa, anzi gran santa e presto. Voleva più dire, ma fu impedita da un profluvio di lagrime.  

Fece poi una confessione generale di tutta la sua vita, e scrisse e pose ai piedi del Crocifisso un'intera donazione di sé stessa. Rinunziò a tutte le vanità, e con somma meraviglia ed edificazione delle compagne, intraprese davvero una vita ritirata, devota, umile, mortificata, penitente ed esemplare, che continuò santamente fino alla morte: lasciando un bell'esempio a tutti del come giovino i SS. Spirituali Esercizi, e di quanto sia proficuo il meditare sul fine dell'uomo. 

DON ANTONIO ZACCARIA

ILLUSTRAZIONI DI UNA SERVA DI DIO SULL'APOCALISSE DI S. GIOVANNI





signor Le Maitre de Sancy

venerdì 3 gennaio 2020

PREGHIERA PER I GIOVANI



O Maria, Madre di Dio e nostra, ti presentiamo i giovani. Tutte le età hanno bisogno  della tua protezione, ma oggi soprattutto i giovani.  
Oggi sono esposti a tanti pericoli e tentazioni. Sono la speranza della Chiesa e del  mondo.  
O Madre, che hai sofferto per tre giorni lo smarrimento del tuo  Figlio, quante madri piangono oggi per i loro figli: giovani  sbandati, travolti dalla droga, dal vizio, da falsi ideali o privi di  ogni vero ideale.  
O Vergine pura e santa, fa' che il clima delle nostre case sia  adatto alla crescita dei figli in saggezza e in grazia.  
Fa' che le scuole siano luoghi di vera formazione dei nostri figli, che gli insegnanti  siano veri educatori dei giovani per la professione e per la vita.  
Fa' che i giovani trovino in Gesù e nel suo Vangelo il progetto per la loro vita e così  diventino costruttori di un mondo migliore.  
Per questo, o Madre di Dio e Madre nostra, prega per noi il tuo Gesù.  

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


Seconda apparizione, domenica 14 maggio 

In quella domenica le apparizioni furono due, ma si è  soliti riunirle sotto l'appellativo di seconda apparizione. 
A Ghiaie, si parlava un po' dappertutto dell'apparizione della Vergine alla figlia di Rico Roncalli. 
Adelaide si recò, come al solito, all'oratorio tenuto dalle Suore Sacramentine. 
Fu subito circondata dalle amiche, dalle giovani dell'oratorio e dalla suora assistente, curiose di sentire il suo racconto che le più accompagnarono con frizzi e canzonature. 
Giunta l'ora dell'incontro con la Vergine, Adelaide è presa dal grande desiderio di andare al luogo delle apparizioni. 
La porta d'ingresso dell'oratorio era chiusa e le suore non intendevano lasciarla uscire. 
Adelaide cominciò ad insistere che voleva andare dalla Madonna, e poi agitò talmente l'ambiente da costringere il parroco a farle aprire la porta. 
Giunta sul posto con le compagne, Adelaide guardò in alto e vide passare due colombi bianchi. 
Era la prima volta che li vedeva e li vedrà nei giorni seguenti. 
Adelaide entrò subito in estasi. 
Le sue amiche non videro, né udirono nulla. 
Bettina dirà: "Adelaide si mise a parlare con la bocca soltanto, ma io che ero lì vicina, non ho sentito niente delle sue  parole" (v. Achille Ballini, Andiamo alle Ghiaie a vedere, Boltiere  1951, p.26). 
Adelaide, come il giorno prima, vide il punto luminoso  che si avvicinava diventando sempre più grande fino ad apparirle come un globo di luce, in cui scorse la Sacra Famiglia. 
Ma, leggiamo il breve e semplice racconto della duplice apparizione del secondo giorno, sul quaderno di Adelaide: 
"14 maggio - Ero all'oratorio con le mie compagne, ma verso le ore sei sentii un grande desiderio di correre al luogo dove  la Madonna mi aveva invitato. Partii di corsa con alcune mie  compagne, giunta sul luogo istintivamente guardai in alto e vidi  passare due colombi bianchi poi più in alto vidi il punto luminoso  che si avvicinava e che delineava chiara e maestosa la figura della  Sacra Famiglia. Al primo momento mi sorrisero poi la Madonna  mi ripeté quanto aveva detto ieri: "Devi essere buona ubbidiente  sincera e pregare bene, rispettosa verso il prossimo. Tra il quattordicesimo e quindicesimo anno ti farai Suora Sacramentina.  Soffrirai molto, ma non piangere, perché dopo verrai con me in Paradiso". 
Poi lentamente si allontanò e scomparve come la sera prima. 
Sentivo in cuore tanta gioia per le brevi parole della Madonna e nella mia mente era chiaro preciso il ricordo della sua dolce presenza. Ritornai con le mie compagne verso l'oratorio: a metà strada incontrammo un buon ragazzo che mi interrogò. Alla  mia affermazione di aver visto la Madonna egli ansioso mi disse:  "Prova ad andare ancora a vedere se ti appare e domandale se io  potrò essere sacerdote consacrandomi a Lei". 
In fretta ritornai sul posto, guardai in cielo con la speranza che la Madonna ritornasse. Infatti dopo pochi minuti si manifestò  di nuovo la bella presenza della Madonna alla quale espressi il  desiderio di Candido presente alla sua nuova visita. 
Essa con voce soave e materna mi rispose: "Sì, egli si farà Sacerdote Missionario secondo il mio Sacro Cuore, quando la  guerra sarà terminata". 
Detto questo lentamente scomparve. 
Terminata la visione sentii tirarmi il grembiule dal ragazzo  il quale mi chiese cosa aveva risposto la Madonna. Quando gli  ripetei le parole della Madonna, egli corse felice a dirlo a sua  mamma. Ritornai a casa con le mie compagne e nel mio cuore  sentivo una grande gioia. 
La Madonna prima di allontanarsi mi disse di ritornare per altre sette sere". 
Adelaide si sente spinta da una forza interiore al luogo delle apparizioni, come Bernardetta Soubirous a Lourdes e i tre pastorelli a Fatima. 
I colombi bianchi precedono l' apparizione di Ghiaie. A Lourdes il vento e a Fatima il lampo precedettero la venuta della  Vergine Maria. 
Nella seconda apparizione, nel primo tempo, diciamo così, apparvero ad Adelaide: Gesù Bambino, S. Giuseppe, la Vergine  Maria: fu Lei a parlarle, come il giorno prima, mentre gli altri due  le sorrisero soltanto. 
La Vergine le disse due profezie: a) si sarebbe fatta suora sacramentina tra i quattordici e i quindici anni; b) avrebbe sofferto molto. 
È l'annuncio di una vita di grandi prove, legate alla sua condizione di veggente. 
Nel secondo tempo, quando Adelaide tornò sul luogo delle apparizioni, su richiesta di Candido Maffeis, le apparve la Vergine sola, che fece la terza profezia: Candido sarebbe diventato sacerdote secondo il suo Cuore. 
Adelaide non tarderà a sperimentare la verità della seconda profezia. La sera stessa, Catì (Caterina), sorella maggiore di Adelaide, tornata a casa, la rimproverò aspramente dinanzi ai  genitori, dicendo: "Ecco l'impostora, che disonora la nostra  famiglia. Tutti la deridevano all'oratorio. Dicevano che aveva  visto la Madonna perché aveva fame". 
Quando intervennero la mamma ed il papà, parendole di sentirsi protetta, Adelaide aprì la bocca per concludere: "E invece  è vero che ho visto la Madonna. Catì ha rabbia perché lei non l'ha  vista". 
Padre Bonaventura M. Raschi, nel libro Questa è Bonate, A.G.I.S., Genova 1959, p. 30, narra il seguente episodio, che  definisce curioso e gustoso. 
Le due sorelle Vittoria e Caterina portano Adelaide a dormire con loro, la mettono nel mezzo del letto matrimoniale, e poi Vittoria dice alla piccola: "Impostora, girati di là, perché ho paura  di guardarti in faccia". 
Adelaide si gira impressionata, ma anche Caterina le dice: "Impostora, girati di là, perché ho paura di guardarti in faccia". 
Adelaide rattristata si pone supina, per non guardare nessuno. 
Candido Maffeis ricorda che quando riferì le parole dette dalla Madonna ad Adelaide, riguardanti la sua vocazione, la sorella lo picchiò e lo condusse alla casa della bambina, per sentire come stessero le cose. 
Il papà di Adelaide si adirò: Candido fuggì e chi le prese fu la piccola veggente. 
Adelaide è sola: in famiglia riceve insulti, percosse; all'esterno è circondata dallo scherno e da malevoli insinuazioni. 

Severino Bortolan

L’UOMO NEL DISEGNO DI DIO



3a MEDITAZIONE

***
La sessualità possiede un mistero. È vero che si possono fare tutte le analisi che si vogliono, dai  rapporti Kings in poi, sui comportamenti sessuali delle persone; è vero che la si può analizzare dal  punto di vista psicologico, dal punto di vista sociale e tutte queste cose; però la sessualità custodisce  in sé un mistero che è irriducibile, e il suo mistero sta essenzialmente nella capacità che la sessualità  possiede di suscitare amore.
Lʼamore è immensamente di più del sesso, ma la sessualità lo suscita, perché quella percezione  dellʼessere incompleto che è propria della sessualità – la sessualità dice incompletezza, gli organi  sessuali sono mezzi organi, che funzionano solo nel completamento dellʼaltra metà – proprio questa  percezione della propria incompletezza, apre al desiderio e quindi allʼamore: fa chiedere amore ed  esprimere amore. È capace di esprimere amore.
Cʼè evidentemente una dimensione biologica della sessualità: questo non ha niente di misterioso,  è quella che abbiamo in comune con tutti gli animali. Ma cʼè una dimensione umana propria della  sessualità che comprende conoscenza, affetto, progettualità, scelta, amore, dono, condivisione. Credo che il grande compito che allʼuomo viene chiesto è quello di riempire il significato della bio- logia sessuale con una ricchezza di valori umani, con una ricchezza di affetti (non solo di emozioni),  di sentimenti, di esperienza di dono, di amore, di offerta e impegno della propria vita.
Quando il Cantico dei Cantici racconta quella esperienza di ricerca, di amore dello sposo e della  sposa, usa alcune espressioni che sono significative. La prima è quella formula famosa (Ct 2,16): “Il  mio amato è per me e io per lui” che dice la relazionalità e dice la percezione della propria esistenza  come una esistenza “per”: la sessualità deve condurre lì, a percepire la vita così. Ma la cosa interessante  è che questa formula non è altro che la formula di Alleanza, tradotta nel rapporto tra uomo e donna.  La formula dellʼAlleanza è “Io sono il vostro Dio e voi siete il mio popolo”, io sono per voi e voi per  me. Il Signore è per noi e noi per il Signore. Ma il legame delle due formule è significativo perché  vuole dire che la esperienza di comunione tra lʼuomo e la donna ha il suo modello in quella relazione  dʼamore che Dio ha stabilito con gli uomini: è quello il modello.
Si può interpretare lʼuomo a partire dal mondo animale – ricordavo ieri quel libro famoso di Morris, 
“La scimmia nuda” –; si può partire dallʼetologia e interpretare il comportamento dellʼuomo a partire  da lì. La Bibbia, come ho detto più volte, parte al contrario, parte da Dio: se vuoi capire lʼuomo lo  devi vedere sullo sfondo del mistero di Dio, è immagine e somiglianza di Dio. E anche lʼamore uma- no è collocato sullo sfondo dellʼAlleanza tra Dio e gli uomini. Il motivo della fedeltà, il motivo della  dedizione di sé, dellʼamore, etc., ha lì la sua radice ultima.
Il ché evidentemente ci pone davanti ad un compito che è immenso, uno può dire superiore alle nostre  forze (e per molti aspetti lo è). Credo però che perlomeno si possa dire che affascinante lo è: il riuscire  a dare forma allʼesistenza umana e alla sessualità, a dare una forma che sia di spirito umano, anzi di  rivelazione del mistero di Dio, dellʼamore di Dio; è un modo straordinariamente stimolante di pensare  e di vivere i rapporti umani, fino a quella conclusione. 

Ricordate il Cantico:

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è lʼamore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere lʼamore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dellʼamore, non ne avrebbe che dispregio. (Ct 8,6-7)

Ricordate cosa sono i sigilli nellʼantichità: generalmente sono dei cilindretti incisi che si fanno  passare sopra lʼargilla come firma, come segno di appartenenza. La firma si fa facendo passare il ci- lindretto sopra allʼargilla in modo che lasci la sua impronta. E, evidentemente, il sigillo è personale.  Non sono fatti in serie; ciascuno è fatto con lʼimmagine che uno sceglie e che è la sua. Non è fatto in  serie perché il sigillo è la mia firma, quindi deve essere personale. E proprio perché è personale, non  lo lascio mica in giro, lo porto con me, lo porto attaccato al collo, o al polso, in una catenina, in una  cordicella, dove volete, perché è mio, altrimenti se uno me lo porta via può firmare i documenti come  se fossero miei.
“Mettimi come sigillo sopra il tuo cuore, come sigillo sopra il tuo braccio”: la mia identità è unita  indissolubilmente con te, portami con te dovunque, perché ti appartengo e appartengo a te solo.
“Perché forte come la morte è lʼamore, tenace come gli inferi è la passione”; “Le grandi acque  non possono spegnere lʼamore”. Le grandi acque sono quelle dellʼoceano, di quellʼoceano che cir- conda la terra: nemmeno queste, le acque primordiali, le acque della morte, nemmeno queste possono  spegnere lʼamore.
Cʼè dentro un desiderio che accompagna questa esperienza di comunione e cʼè dentro una vocazione a  rendere lʼamore umano ad esserne espressione. Povera, piccola, fragile, limitata; non cʼè bisogno che  ce lo diciamo, anzi, sì perché non pensiamo queste cose qui come semplicemente sogni. Sappiamo che  la realizzazione è faticosa, però è una realizzazione che dà il senso vero alla realtà della sessualità. Faticosa come è faticoso per unʼartista mettere la sua intuizione di bellezza dentro alla materia: un  Michelangelo deve essere capace di mettere lʼintuizione di bellezza dentro alla materia, deve farci  venire fuori “La pietà”. Credo si faccia fatica, bisogna fare molte prove, bisogna purificare, riprovare,  correggere, inventare.
Poi può darsi che non venga fuori un capolavoro perfetto, e che venga fuori con tanti limiti. In realtà a  volte anche quella che sembra imperfezione o incompletezza è, dal punto di vista artistico, uno spet- tacolo: “La pietà Rondanini” non è meno bella, meno espressiva della “Pietà” di San Pietro, anche se  dà lʼimpressione dellʼincompleto, del non realizzato. Ma può darsi che nella vita dellʼuomo, proprio  lì, nellʼincompleto e nel non realizzato ci sia quello che riesce ad alludere meglio alla pienezza di  significato che è quella di Dio.
Lʼuomo, per fortuna, ha questo di bello: che non ci sono delle situazioni così sbagliate nella sua vita  che non possano esprimere, almeno sotto forma di desiderio, sotto forma di pentimento, sotto forma  di anelito, il mistero grande di Dio di cui lʼuomo è fatto a immagine e somiglianza.

Ci fermiamo qui. Lʼesercizio è quello di rivedere, ripensare il modo in cui pensiamo e viviamo la  nostra identità nella dimensione anche della polarità sessuale.
Evidentemente, per quello che riguarda gli sposi lʼesame di coscienza è da fare e si capisce bene,  ma credo che il discorso riguardi un poʼ tutti: quello che è il significato della relazione che noi vi- viamo con lʼaltro sesso, con lʼaltra polarità dellʼesperienza umana, e il verificare se il modo in cui la  pensiamo (già il modo in cui la pensiamo) e il modo in cui la viviamo entra dentro a questa vocazione  che la Parola di Dio ci presenta.

S.E. Mons. LUCIANO MONARI

Un Mondo secondo il Cuore di Dio



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L’autentica rigenerazione dell’uomo non può venire che da parte di Dio, aprendosi alla sua grazia. Qualcosa come ciò che accadde nella Redenzione: siccome nessun uomo poteva redimere gli altri uomini, perché tutti erano immersi nel peccato, Dio, nel suo grande amore, si fa uomo per redimerli tutti. Così pure, nessuna forza interiore dell’uomo può rigenerarlo, perché tutte si trovano contaminate. La soluzione divina dell’Incarnazione e Redenzione si prolunga per mezzo della sua grazia. È come se Dio si “incarnasse” di nuovo per redimere ogni uomo dalle forze disordinate che combattono nel suo interno. A ciò manca un elemento decisivo a che si attui quel “rinascere” dell’uomo: la sua accettazione. Quella rinascita spirituale non può avvenire se non avvengono prima due cose: il riconoscimento della propria impotenza e il ricorso umile al potere di Dio. Alla base della vera rinascita c’è un’umiltà vissuta e sincera. Essa ci porterà segretamente al Paradiso dell’Eden, quello stato d’unione con Dio in cui vivevano i nostri progenitori prima di peccare. Là sentiremo la gioia di un triplice amore: l’amore di essere stati creati, l’amore di essere stati redenti e l’amore di aver potuto cooperare alla nostra propria redenzione. Non avremo più pretese: l’umiltà ci avrà dato quelle disposizioni che Gesù esigeva per entrare nel suo regno: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». 

Dopo aver raggiunto questa statura spirituale, non si può dimenticare un nuovo ostacolo: coloro che si decidano per quella rigenerazione, riceveranno i colpi dello spirito del mondo. L’umiltà di “bambini forti”, secondo Dio, sarà da quello spirito giudicata come un’impotenza e un’incapacità. Facciamo qui un altro passo: il “rinato” nello Spirito di Dio deve affermarsi davanti al mondo con un nuovo gesto di umiltà: deve accettare il fallimento piuttosto che servirsi della menzogna o della forza. Queste non sono le armi di Dio, benché le abbiano usate alcuni che si dicono figli di Dio. Naturalmente è duro accettare questo fallimento, ma ciò cui noi ci riferiamo non è un ordine naturale, bensì un ordine soprannaturale. Quella rinascita esige uno sguardo d’aquila, che non tenga in conto i valori stimati dal mondo: «Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo : la nostra fede». Se l’umiltà è la base della nostra “rinascita”, la fede, infiammata dalla speranza e dalla carità, è la forza motrice che ci spinge ad agire secondo la nuova vita in Dio. 

Perché niente mancasse, ci è stato dato un modello di vita perfetta, Gesù. Lui è il modello al quale devono conformarsi tutti i “rinati” per entrare nel regno di Dio. Orbene, che fece questo Uomo per accogliere nel suo seno il Figlio di Dio? Scomparire. La persona umana di Gesù “scomparve” affinché in lui apparisse il Dio vivo. L’“io” umano che in Adamo si riaffermò contro la volontà di Dio, in Gesù scomparve fino alla non-esistenza. Allora Dio, il Figlio, vive in questa Umanità di Gesù, santificandola fino all’infinito. Così pure, man mano che il nostro “io” vada scomparendo, andrà apparendo il Figlio di Dio in noi, Cristo Gesù. La stessa parola, “scomparire”, non vorrà significare apparizione di Dio? 

Tutto questo porta con sé un’opera di logoramento, qualco- sa di simile a ciò che avviene per l’apparire della bella immagine che si nasconde in un blocco di marmo o di pietra. Ma in questa opera di logoramento spirituale c’è una differen- za: lo Scultore è dentro di noi. La grazia opera in noi come la linfa, che fa crescere la pianta dandole la forma che la sua natura richiede. Quante forme hanno dovuto scomparire perché la pianta conseguisse la sua forma definitiva e così dia il suo frutto! Se il seme non rinuncia alla sua forma, “rendo”, la vita non “appare”. Qual è la forma definitiva della nostra natura umana? La troviamo espressamente indicata nel piano divino: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza» . La nostra “forma”, dunque, è un modo di essere divino. Gesù è non solo modello, ma incarnazione di quella forma divina, che lo fa essere il “primogenito di molti fratelli”. Gesù è lì, non come un quadro che dev’essere semplicemente ammirato, ma come un impegno ad identifi- carci con Lui. Poiché, se Lui è il Primogenito, vuol dire che devono esistere altri che partecipino in qualche modo della sua stessa forma e della sua stessa natura. 

Pochissimi si decidono a scomparire perché in loro appaia la vita di Dio. Manca questa oblazione al Padre, come la fece Gesù, per accogliere nel proprio seno il Figlio di Dio. Noi vogliamo essere innanzi tutto noi stessi; Dio ha forse il secondo posto. Bisogna tener presente questa verità fonda- mentale: finché non avremo immolato questa “priorità personale” in tutte le sue forme, l’epifania di Dio non si realizzerà in noi. Una convinzione profonda deve sconvolgere tutti i “centri”, intorno ai quali ha girato l’antica vita, per “centrarsi” in Colui che è, fu e sarà il centro della creazione intera: il Dio umanato. 
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 JOSÉ BARRIUSO

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



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Un piccolo pastore sotto il Terrore (1793-1794).  

La Convenzione aveva sperato di distruggere il culto divino, chiudendo le chiese; ma non aveva potuto sopprimere una delle più belle manifestazioni della religione, cioè la carità, la quale continuò sempre a fiorire nella casa dei Vianney. Era ivi una virtù quasi ricevuta per eredità, e l'apostolo di questa virtù tutta divina fu appunto il nostro Santo.  
Uno dei suoi compagni di Dardilly, Andrea Provin l'ha visto dirigersi col suo asino carico di legna verso la casa dei poveri, col volto raggiante. «Metti due o tre pezzi di legna», gli diceva dapprima il padre, poi aggiungeva: «Mettine quanto puoi!» 20.  
Gli infelici erranti trovavano facilmente asilo a Dardilly. I Vincent, genitori di Maria, erano venuti ad un accordo, dal quale traspare tutta la loro buona intenzione, insieme al loro sentire delicatamente cristiano: i Vincent accoglierebbero le donne povere, mentre gli uomini dovrebbero indirizzarsi ai Vianney 27. In questo caso, era Giovanni Maria che indicava la porta della casa paterna ai mendicanti. Questi infelici qualche volta avevano con sé figli piccoli: e Giovanni Maria, vedendoli, si commuoveva fino alle lagrime, li prendeva per mano, li accompagnava in casa e li raccomandava: alla madre. Ve n'erano di quelli che mancavano di zoccoli, di vesti, di pantaloni, della camicia, e la pia e caritatevole madre aumentava la gioia del figlio, correndo all'armadio in cerca di questi doni desiderati.  23  
Senza soggezione i poveri dovevano sedersi alla tavola dei padroni ed erano serviti per i primi. Una sera, così guidati dalla Divina Provvidenza, arrivarono ben venti di questi ospiti.  
- Non c'è brodo per tutti - disse qualche volta la massaia al marito.  
- Starò senza io - rispondeva il brav'uomo 28.  
Fra questi erranti della strada vi erano forse dei preti proscritti, ma anche dei miscredenti, imbevuti delle idee dell'epoca, e fu per una speciale benedizione di Dio su questa famiglia, se i Vianney non furono traditi: certo correvano un bel rischio! S'immagini, che dopo la refezione, sia pure a porte chiuse, gli ospiti erano invitati ad inginocchiarsi, intanto che una voce pura e fresca di bimbo si elevava a dire, in nome di tutti, la preghiera della sera: finita la prece, era ancora, Giovanni Maria, che, coi suoi fratellini, conduceva i poveri al riposo, nella stanza o nel fienile, ove li attendeva un buon strato di paglia. Ed allora la grande pace di Dio avvolgeva la casa della carità.  

 Prima di coricarsi Giovanni Maria faceva quello che aveva visto tante volte fare da suo padre, e che prima aveva già. fatto suo nonno, Pietro Vianney, cioè scopava il focolare al quale si erano assisi i poveri, prendeva i loro mantelli, inzuppati di acqua e li avvicinava al fuoco, perché potessero più facilmente asciugare. Infine, prima di andare al riposo, si intratteneva ancora con sua madre e con sua sorella, parlando di Religione, in omaggio alla sua pietà, che ogni giorno cresceva; con loro recitava qualche preghiera per le anime del Purgatorio, questi mendicanti dell'al di là, e si ritirava dopo avere scambiato l'augurio della buona notte.  
Fin da questo tempo, Giovanni Maria Vianney aveva tenera devozione alle anime del Purgatorio. Durante il 1793 «ci morì una zia, - racconta Margherita, - e tra di noi dicevamo: È un nuovo fastidio, perché bisognerà aggiungere un Pater ed un'Ave di più; ne avevamo già abbastanza». Ma Giovanni Maria che aveva allora sette anni ci riprese: «Mio Dio, che cosa è mai un Pater ed un'Ave di più? È subito detto» 29.  
Ben presto il nostro Santo, che non fu un fanciullo avvezzato mollemente, dovette dormire, secondo l'uso della campagna, in un angolo della stalla, ove era stato preparato un letto per lui e per Francesco. «Siamo buoni, - diceva a suo fratello maggiore - per non essere sorpresi come i peccatori».   
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Canonico FRANCESCO TROCHU

Preghiere per la benedizione del donare



Vi è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20:35). 
              Do, e mi sarà dato; mi sarà versata in seno una buona misura, pigiata, scossa e traboccante. (Lc 6:38). 
              Io semino generosamente, e con larghezza raccoglierò (2 Cor.9:06). 
              Ricordati, Signore, di tutte le mie offerte (Sal 20). 
              Io Ti onoro con le primizie di ogni mia rendita; quindi, fa che i miei granai siano ricolmi di abbondanza(Prov. 3:9-10). 
              Non mancherò di nulla; Sono un donatore. 
              Fa che abbondanza e ricchezze siano a casa mia, poiché io sono un donatore (Sal 112:3). 
              Io porto la decima e le offerte al magazzino.Fa che le cateratte del cielo siano aperte sulla mia vita (Malachia 3,10). 
Io porto la decima e l'offerta alla casa del tesoro.Rimprovera il divoratore per amore mio (Mal.3: 11) 
              Ho seminato nella buona terra, e mieto un raccolto abbondante (Gal. 6:7). 
              Credo nella semina e nella raccolta finchè la terra durerà (Gen. 08:22). 
              Io do, quindi rilascia i Tuoi ammassi nella mia vita (2 Cron. 31:8) 
              Ho un occhio generoso, e dono; e proprio qui ho ricevuto la tua benedizione (Prov. 22:09) 
              Io dono; quindi dammi riccamente ogni cosa per goderne (1 Tim. 6:17). 
              Io porterò un' offerta e verrò nei tuoi cortili (Sal 96:8). 
              Fa che le mie preghiere e le mie donazioni vengano come un memoriale davanti a Te (Atti 10:04). 
              Sosterrò ministri consacrati, e le mie esigenze sono soddisfatte in base alle Tue ricchezze nella gloria (Fil 4,18-19) 
              Io ti servirò, o Signore, con la mia concretezza (Lc 8,23). 
              Sono uno che osserva la Parola, e io obbedisco alla Tua Parola, donando (Luca 6:38). 

Non vi accorgete che siete sotto l’influenza del diavolo!



Figli Miei. Ciò che è ancora arriverà sarà inumano, satanico e crudele. Molte catastrofi continueranno a sconvolgere la vostra terra. Saranno tremende per molti e prenderanno vite umane. Vivete in un tempo che la Bibbia vi ha predetto da molto tempo, ma voi non lo volete ammettere.

Figli Miei. Aprite i vostri occhi e guardate ciò che sta accadendo! Leggete la Sacra Scrittura e imparate a comprendere le rivelazioni! Tutto ciò che vi fu predetto ora avviene, ma voi vi allontanate dicendo che non vi riguarda e vivete una vita nell’illusione e nell’incredulità!

Voltate le spalle alla Verità e vi siete allontanati da Mio Figlio. Non rispettate i Comandamenti di Dio e vivete secondo il vostro piacere e la vostra volontà e non vi rendete conto di essere sotto l’influenza del diavolo! In questo modo non vedete cosa egli, il male dei mali compie sulla vostra terra, non vedete chi si è unito a lui e chi voi  seguite!

Vi avverto, figli Miei, perché il giorno della “Verità” verrà presto, però allora è troppo tardi per molti di voi! Per troppo tempo vi siete lasciati ingannare dal diavolo e avete bandito Mio Figlio dalla vostra vita. Avete seguito il falso e avete scacciato chi realmente vi ama.

Convertitevi, prima che la sofferenza eterna si abbatta su voi e regalate a Mio Figlio il vostro SÌ! Allora sarete preservati dal male e dalla disgrazia e la vostra anima guarirà e sarà salvata!

Io vi amo, Mia amata schiera di figli e prego per voi presso il trono del Padre Onnipotente.

In profondo amore,

la vostra Mamma Celeste e Dio Padre l’Altissimo.

La Croce!



La Croce! Eccoti un libro nel quale, se saprai leggervi, apprenderai più che in qualunque altro libro!

di Madre Maria Candida dell’Eucaristia