lunedì 28 settembre 2020

GIUSEPPE MAZZINI E ALBERT PIKE



 «Il Nubius promosse troppa azione politica a detrimento dell’azione rivoluzionaria della grande congiura. Fu così che si elevarono spiriti ambiziosi che iniziarono a pensare che l’Alta Vendita bloccasse troppo l’azione rivoluzionaria. Questo disagio divenne generale quando l’Alta Vendita rifiutò l’ingresso a Giuseppe Mazzini, che desiderava divenire uno dei suoi 40 membri invisibili (...) Poco tempo dopo, il Nubius moriva in modo misterioso ... e lo storico Crétineau-Joly ritenne più che sicuro trattarsi di morte per avvelenamento»35. Il Nubius, talvolta, per proteggere la sua pericolosa posizione a Roma, o per punire alcune Logge di carbonari ritenute troppo “tiepide”, le denunciava al Governo Pontificio. (...) Ed è molto probabile che fu proprio da una di queste denunce che la Chiesa venne in possesso delle “Istruzioni Segrete” dell’Alta Vendita36. «Nel 1837, nello stesso periodo in cui il Nubius era stato avvelenato, Giuseppe Mazzini, che con tutta probabilità causò la sua morte, fissò la sua dimora a Londra e divenne il Capo del Partito d’Azione. «Eckert, dimostra che (...) tutte le società segrete sono divise in due partiti: il “Partito Intellettuale” che ha i compito di congiurare, cospirare, escogitare soluzioni e il “Partito d’Azione”, detto anche “Partito della guerra”, che deve mettere in opera, reclutare, provocare le insurrezioni e combattere. I membri del “partito d’azione” sono, contemporaneamente, sempre anche membri del “partito intellettuale”, ma non viceversa. Il “partito d’azione”, quindi, è sempre al corrente di quanto viene congiurato»37. Il politico inglese più influente, a quel tempo, fu indubbiamente Lord Palmerston, fino alla sua morte (1866). «Lord Palmerston aveva relazioni di carattere delicato con Mazzini, Cavour, Napoleone III, Garibaldi, Kossuth e con altri spiriti rivoluzionari dell’Europa di quel tempo, ma non fu mai sospettato, neppur minimamente che egli fosse il successore del Nubius, sacrificando abilmente il benessere della sua stessa nazione ai piani di quel terribile e segreto conclave (di Wilhelmsbad 1781) i cui atti e scopi erano a lui ben noti»38. Per Lord Palmerston il nemico da combattere era sempre lo stesso: la Chiesa Cattolica e gli Stati cattolici.

«I piani di Lord Palmerston per far procedere il programma di Weishaupt erano: 1. con i regni di Polonia e Ungheria, separare l’Austria dalla Russia, in attesa di annientarle separatamente; 2. indebolire l’Austria in attesa della sua futura rovina; 3. creare un Impero tedesco, al centro dell’Europa, in contrapposizione all’Austria cattolica; 4. abolire il potere temporale dello Stato Pontificio, con la creazione di un Regno d’Italia, sotto i Savoia»39. Tornato al potere, col governo di Lord John Russel, nel 1846, Lord Palmerston guidò e assistette Mazzini nell’organizzare le sue sètte rivoluzionarie: la Giovane Italia, la Giovane Polonia, la Giovane Europa, ecc., dalle quali nacquero tutte le altre. Ma dopo anni di stretta collaborazione, Mazzini, che era con tutta probabilità odiato e temuto dal Palmerston, per il suo ruolo nell’assassinio del Nubius, vide declinare la sua influenza.40 Alla morte di Lord Palmerston, avvenuta nel 1866, Mazzini prese contatti con uno strano personaggio, il generale sudista e schiavista Albert Pike che, nei decenni precedenti, si era conquistato la fama di massimo esperto e gran sacerdote delle forme occulte più esoteriche e sataniche. «Nato nel 1809 a Boston, Albert Pike divenne uno degli avvocati più famosi del Sud. Egli parlava e scriveva 16 lingue. Entrato in massoneria nel 1850, nel 1859 divenne Gran Maestro del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e cioè il Capo supremo della Massoneria americana»41. «Albert Pike è uno degli individui fisicamente e moralmente più repellenti della storia americana. Orribilmente obeso (pesava più di 140 chili), Pike era conosciuto nel suo Stato dell’Arkansas come un professionista del satanismo. Alcuni anni prima, nel 1854, uno stretto collaboratore di Albert Pike, un certo Judah Benjamin, creò i “Cavalieri del Circolo d’Oro”. Le prime operazioni di questi “Cavalieri” consistettero nell’addestramento paramilitare di terroristi in tutta l’America Centrale, con lo scopo di provocare una guerra tra gli Stati Uniti e la Spagna, che governava quei paesi dell’Amercia Centrale. (...) Eletto Lincoln, Albert Pike, dalla sua posizione di Capo della Massoneria americana, diresse l’insurrezione del Sud che sfociò nella sanguinosa Guerra di Secessione americana (1860-1865).

Gli uomini del R.S.A.A. e dei “Cavalieri del Circolo d’Oro” di Albert Pike e della “Giovane America” di Mazzini fecero votare la secessione in diversi Stati, con una partecipazione che non superò mai il 10% della popolazione: – Carolina del Sud e Mississipi (20 dicembre 1860); – Florida (22 dicembre 1860); – Alabama (24 dicembre 1860); – Georgia (2 gennaio 1861); – Louisiana (7 gennaio 1861); – Nel Texas il governatore Sam Houston rifiutò il voto dichiarandolo illegale. Migliaia di “Cavalieri del Circolo d’Oro” armati lo deposero e fecero votare la secessione (febbraio 1861).

 Gli oppostori alla secessione riportarono vittorie in Virginia, Arkansas, Carolina del Nord, Tennessee, Missouri, Kentucky, Maryland e Delaware, ma ad eccezione della Virginia, tutti questi stati furono trascinati nella Guerra di Secessione dagli uomini di Albert Pike.42 «Il 14 aprile 1865 in Washington D.C., l’assassinio di Abramo Lincoln fu perpetrato dall’estremista ebreo John Wilkes Booth, un massone del 33° grado. (...) Izola Forrester, nipote di Booth, nel suo libro “This One Mad Act” (1937), scrisse che Booth apparteneva ai “Cavalieri del Circolo d’Oro” e alla “Giovane America”43. Nella seconda metà del 19° secolo, i vertici della Massoneria Universale: Lord Palmerston, Albert Pike e Giuseppe Mazzini idearono un piano il cui scopo era la distruzione della Chiesa Cattolica e della Civiltà cristiana, su scala planetaria, da raggiungersi con tre guerre mondiali che dovevano avvenire nell’arco di un secolo. Dopo aver letto i testi di questo piano, si rimane sbalorditi nel riscontrare la strana coincidenza con la quale gli eventi, determinati dalle decisioni degli uomini di “Skull & Bones”, cadevano entro i dettami di questo oscuro, ma preciso disegno, al di là delle contraddizioni d’una visione politica di “destra” e “sinistra”, o dei due poli “comunista” e “capitalista”. La linearità della successione di questi eventi storici si riassume nelle parole del “Motto”: “Ordo ad Chao” del 33° del R.S.A.A. e cioè la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale tratto da un “Caos”, ottenuto con il conflitto di parti contrapposte, sapientemente e occultamente create, dirette, finanziate e... armate!

“Chiesa viva”   ***   Giugno  2020

Cristo in me ed io in Lui.

 


La nostra vita cristiana inizia con “Cristo in me” e finisce con “me in Cristo”. 

La nostra vita sia nascosta in Lui: questa è la nostra mèta. Si tratta di un processo. Tutti noi iniziamo la vita cristiana con Gesù nel nostro cuore, ma noi dobbiamo finire con “io sono nel suo Cuore, sono in Cristo”. Ma cosa significa “essere in Cristo”? 

Significa entrare nella sua storia, nella sua vittoria, nelle sue conquiste. Come un liquido si adatta alle dimensioni e alla forma del recipiente che lo contiene, così per   noi significa adattarci ai gusti di Gesù, ai suoi pensieri, ai suoi modi. Fare nostra la sua vita interiore, il suo dolore, il suo amore, il suo rapporto con il Padre. Che Gesù possa dirmi le parole che disse al Padre: “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e Io sono glorificato in te” (cfr  Gv 17,10).  

Nella sua Vita ha scritto la mia vera vita, come doveva essere. La potenza dello Spirito Santo mi unisce a Cristo, alla sua Opera, e rende vivo in me quello che Gesù ha fatto per me. Lo Spirito Santo lo realizza. San Paolo dice una cosa importantissima: “Chi si unisce al Signore diventa un solo spirito con Lui (…) Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi  non appartenete a voi stessi, poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1ª Cor 6,17-19). 

“ Tempio dello Spirito Santo”. Il nostro corpo è tempio, è “dimora santissima di Dio”, come un velo che lo copre, è per Cristo come “un’umanità aggiunta, nella quale Lui possa rinnovare il suo Mistero” (dice la Bta. Elisabetta della Trinità). Ed è per quella Divina Presenza dello Spirito Santo, che abita in noi, che Gesù viene reso reale.   

Gesù ha detto: “Io in loro ed essi in Me; ed Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché sia con voi per sempre, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché dimora  con voi e sarà in voi” (Gv 14,16-18). Questo è meraviglioso! “Quando verrà lo Spirito Santo conoscerete che Io sono nel Padre e voi in Me” (Gv 14,20). Non è solo unione, ma unità. Questo è lo scopo di Dio, il suo sogno d’amore, il suo Regno: “Io in voi e voi in Me”. Quando lo Spirito Santo agisce in noi, si compie. Quindi la nostra mente, il nostro corpo, la nostra anima, il nostro spirito diventano la dimora di Dio, per opera  del suo Spirito! Ogni cellula appartiene a Lui, ogni respiro, ogni palpito, ogni istante. L’opera dello Spirito Santo è quella di consacrarci, trasformarci, realizzare in noi una sorta di transustanziazione. Il prodigio dell’Eucaristia è il modello, il segno e il mezzo di ciò che intende fare di noi, e questo è il suo vero Regno. 

Noi totalmente suoi. Ma c’è anche il viceversa, Lui totalmente nostro: “…Ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina” (2 a Pietro, 1,4). 

 “Io sono la Vite e voi i tralci” (Gv 15). Questa è un’unione vitale che non dipende da noi stabilirla, è già una realtà divina: non possiamo noi renderci tralci, ma possiamo solo intralciare. Da noi dipende solo staccarci dalla Vite. E Gesù dice alla sua “piccola Figlia”: “Figlia mia, quando nell’anima non c’è nulla di estraneo a Me o che a Me non appartiene, non ci può essere separazione tra Me e l’anima, anzi, ti dico che se non c’è nessun pensiero, affetto, desiderio, palpito, che non sia mio, Io ci tengo l’anima con Me in Cielo, oppure rimango con lei in terra. Solo questo mi può dividere dall’anima: se ci sono cose a Me estranee. E se questo non avverti in te, perché temi che Io mi possa separare da te?” (Vol. 11°, 02-06-1912). 

Senza i tralci rimane solo il ceppo. Per farsi vedere, per farsi ascoltare, Gesù vuole noi. Per arrivare agli altri, per produrre frutto, Gesù vuole noi. È un’unione, anzi, è una unità! “Poiché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col. 3,3). Questo è appunto il cuore del patto. È l’incredibile unione che il Signore vuole fare con noi. La nostra vita in Lui. Tutto quello allora che si vede è Cristo. C’è un solo corpo, non due corpi. La matematica del nuovo Patto è questa: non più 1+1=2, ma 1+1=1. Uno più uno uguale a Uno, non a due.  

Viene ripetuto più volte che la vita cristiana ha a che fare con il “rimanere in Lui”. Difatti, nella 1 a Gv 2,6, San Giovanni dice: “Chi dice di rimanere in Lui, deve comportarsi come Egli si è comportato”. Ha a che fare con l’unità, con l’uno più uno uguale a Uno: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. La vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio” (Gal 2,20).   

E Gesù così lo dice a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, sperditi in Me. La tua preghiera sperdila nella mia, in modo che la tua e la mia siano una sola preghiera e non si conosca quale sia la tua e quale la mia. Le tue pene, le tue opere, il volere, il tuo amore, sperdilo tutto nelle mie pene, nelle mie opere, eccetera, in modo che si mescolino le une con le altre, da formare una sola cosa, tanto che tu possa dire: «ciò che è di Gesù è mio», ed Io dica: «ciò che è tuo è mio».  

Supponi un bicchiere d’acqua, che versi in un recipiente d’acqua grande: sapresti  tu distinguere dopo l’acqua del bicchiere dall’acqua del recipiente? Certo che no. Perciò, con tuo guadagno grandissimo e con sommo mio contento, ripetimi spesso in ciò che fai: «Gesù, lo verso in Te, per poter fare, non la mia volontà, ma la Tua», ed Io subito verserò il mio agire in te” (Vol. 12°, 31-01-1918). 

Questa è l’unità di cui parlava San Paolo. Si tratta di un’unità, che è l’unione di due volontà in un unico volere, il Suo: Tu in me, io in Te, “ciò che vuoi Tu lo voglio anch’io; se Tu non lo vuoi, nemmeno io”. San Paolo in Galati 4,19 dice: “Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché Cristo sia formato in voi”. 

Perciò, quando Gesù occupa solo una piccola parte di noi, il resto appartiene a noi stessi, ma quando Lui viene formato in noi, come il corpo di un bambino che viene formato nel grembo di sua madre, così Cristo viene formato in noi fino alla sua piena maturità, e avviene allora che i suoi occhi sono i nostri occhi, la sua bocca è la nostra bocca, le sue mani le nostre mani, il suo Cuore il nostro Cuore… Come dice il Servo di Dio Mons. Luis María Martínez (che fu l’Arcivescovo primate del Messico): “Alcuni mi diranno che non sono mite ed umile di cuore come Te; questo è il mio cuore vecchio, ma che diciamo del nuovo?” 

Perdiamo così realmente la nostra vita (innanzi tutto la perdiamo di vista) e al suo posto si realizza la Vita di Gesù, e allora, se cammino, è Gesù che cammina. Chi mi tocca, tocca il Verbo. Così Lui vuole essere realmente presente, nascosto in noi e noi nascosti in Lui. Come Egli dice a Luisa: “Figlia mia, per poter l’anima dimenticare se stessa, dovrebbe fare in modo che tutto ciò che fa e che le è necessario, lo facesse come se Io lo volessi fare in lei. Se prega, dovrebbe dire: «è Gesù che vuole pregare ed io prego insieme con Lui». Se deve lavorare: «è Gesù che vuole lavorare», «è Gesù che vuole camminare», «è Gesù che vuole prendere cibo, che vuole dormire, che vuole alzarsi, che vuole divertirsi», e così di tutto il resto della vita, [esclusi gli errori]. Solo così l’anima può dimenticare se stessa, perché non solo farà tutto perché lo voglio Io, ma, perché lo voglio fare Io, necessitano Me  proprio” (Vol. 11°, 14-08-1912). 

Concludendo: Gesù, ti do per tanto la mia corrotta volontà umana, per far posto a Quella Tua Divina, che ardentemente desideri che regni nel mio essere e nella mia vita, per essere entrambi veramente felici, per vivere momento per momento Tu la mia vita ed io la tua Vita: Tu in me, io in Te! 

P. Pablo Martin Sanguiao

Ah… Mio povero “Gloria dell’Ulivo”… presto Pietro e Paolo ti faranno visita, presto raccoglierò i frutti del tuo sacrificio

 


Messaggio di nostro Signore Gesù Cristo ricevuto da Discipulo in Jalisco, Messico. 8 novembre 2017.


Chi vede Me, vede il Padre, 

Chi conosce Me, conosce anche il Padre.

Il Padre ed Io Siamo Una Cosa Sola.

 

Mio Padre opera ed anch’Io opero, il Figlio fa quello che vede fare al Padre.  

Mio Padre gioisce molto quando “voi date frutti ed in abbondanza, soprattutto frutti di Vita Eterna.”

Amata umanità, il grano è maturato ed è pronto per il raccolto. Quello che è stato seminato con dolore, si raccoglierà in grande gioia. 

Un Incendio d’Amore avvolgerà il cuore di ciascuno dei Miei figli.

I Miei profeti di fuoco si uniranno alla Mia Volontà, perché loro compiono la Mia Volontà. Sono torce che si sono accese nel Fuoco Vivo del Mio Cuore, quel Fuoco che sta già cominciando ad ardere nelle anime. 

 

Questo Fuoco abbraccerà l’anima del Mio Popolo e lo purificherà, è il Fuoco Vivo dello Spirito Santo, che porterà con sé la Fiamma Viva e tenera del Cuore Immacolato della Mia Santa Madre. 

 

Oh figli Miei, Mia Madre è la Madre del Resto Fedele e di tutti gli uomini sulla terra, lo volete riconoscere ed accettare questo, oppure no? 

Lei si sta facendo in quattro, lotta, implora, supplica con il Suo dolore di Madre, nel vedere che molti dei Suoi figli si stanno dimenticando le Verità del Mio Vangelo, che molti stanno calpestando il Mio Sangue, stanno rendendo nullo il Sacrificio della Croce e l’alto prezzo che ho pagato per ciascuno di voi.

Il giudizio delle nazioni avvolgerà la terra, allora, Io Gesù, l’Agnello senza macchia stabilirò nel mondo e nel cuore di ciascuno di coloro che credono in Me, abbandonati pienamente alla Mia Volontà, il Mio Giudizio perfetto, secondo la Legge dell’Amore.

                                       

Gli elementi per il giudizio sono stati raccolti, ho i veri testimoni, la causa è giusta e santa ed il processo è stato aperto, non ci saranno appelli, né protezioni.

Io Sono Gesù il Giusto Giudice, oltre ad essere il Re. Il Mio Regno è stato convocato.

Emetterò un giudizio riguardo alla paga per ciascuno dei peccati commessi con l’aggravante della premeditazione, per le colpe commesse con perfidia e per ottenere un vantaggio. Avete capito bene, sì, in termini umani, un processo di giudizio umano sarà quello che utilizzerò per ogni lingua, popolo, tribù o nazione. 

Il Tribunale Supremo verrà stabilito su questa terra contaminata da ciascuna delle cattive azioni degli uomini, inspirati dalla malvagità astuta, che regna nelle tenebre. 

Il mistero dell’iniquità sta davanti a voi e presto si manifesterà. Allora il Katejon sarà rimosso, sarà tolto, ma il male non trionferà mai più, non regnerà mai più, mai più farà danno al Mio Resto Fedele. ​

 

Il Mio Nuovo Israele, la Mia Nuova Patria, la Mia Nuova Terra, sarà governata dal Mio Pietro Romano.
 

Ah… Mio povero “Gloria dell’Ulivo”… presto Pietro e Paolo ti faranno visita, presto raccoglierò i frutti del tuo sacrificio (e una parola illeggibile).

I Miei nemici hanno già tutto pronto e si sono impossessati indebitamente del Sacro Deposito della Fede, inventando ed introducendo astutamente dottrine false ed eretiche.

Ah Discipulo… e il mondo applaude queste vili azioni, perché gradisce molto il peccato e che questo sia approvato.

​Discípulo, scrivi questo Mio avvertimento per gli Stati Uniti, dove il Mio avversario ha la sua terza sede. 

Presto riceverete un avvertimento doloroso, un evento inatteso: si è già messo in azione quello che scatenerà le forze distruttive della natura. Non ci sarà modo di fermarlo, se non presterete attenzione ai Miei avvertimenti. 

 

Dirò il Mio messaggio per questa nazione, tramite il Mio servo Discipulo. 

 

È necessario che qualcuno lo dica, bisogna che qualcuno faccia qualcosa, sì, urgentemente, ora!

 

Ascoltate: il Mio Discipulo, lui solo è il Mio Portavoce. 

So che non ha cambiato la sua penna, né il suo quaderno di appunti, ma Io gli parlo, lui scrive solo per Me, quello che Io desidero far sapere. 

 

È necessario che questo messaggio sia tradotto in tre idiomi e che si conosca urgentemente, come cosa di estrema urgenza!!!


Oh Mio Discipulo, questa penna non va proprio bene e hai terminato lo spazio, ma Io continuerò su questo tema, rimani attento, adesso l’aereo decolla, Io vengo con te.

 

Io Sono Gesù, Giudice Forte e Vivo. 


Ricevete benedizione e pace.

Shalom

Spietata usanza sospesa in onore a Cristo.

 


LA CITTÀ   DI DIO

E tutto ciò che nella recente sconfitta di Roma è stato commesso  di rovina, uccisione, saccheggio, incendio e desolazione è avvenuto  secondo l'usanza della guerra. Ma si è verificato anche un fatto  secondo una nuova usanza. Per un inconsueto aspetto degli eventi  la rozzezza dei barbari è apparsa tanto mite che delle spaziose  basiliche sono state scelte e designate per essere riempite di  cittadini da risparmiare. In esse nessuno doveva essere ucciso, da  esse nessuno sottratto, in esse molti erano condotti da nemici  pietosi perché conservassero la libertà, da esse nessuno neanche  dai crudeli nemici doveva esser condotto fuori per esser fatto  prigioniero. E chiunque non vede che il fatto è dovuto al nome di  Cristo e alla civiltà cristiana è cieco, chiunque lo vede e non lo  riconosce è ingrato e chiunque si oppone a chi lo riconosce è malato  di mente. Un individuo cosciente non lo attribuisca alla ferocia dei  barbari. Animi tanto fieri e crudeli ha sbigottito, ha frenato, ha  moderato fuori dell'ordinario colui che, mediante il profeta, tanto  tempo avanti aveva predetto: Visiterò con la verga le loro iniquità e  con flagelli i loro peccati ma non allontanerò da loro la mia  misericordia 23. 

I mali della storia e la Provvidenza (8-28) 

S. Agostino

ORACOLI CONTRO GIUDA E GERUSALEMME

 


1. AL TEMPO DI GIOSIA 

***

Vocazione di Geremia

8Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.

Ora il Signore gli chiede di non aver paura di fronte a coloro presso i quali Lui lo avrebbe mandato. Il Signore è con lui per proteggerlo, custodirlo.

Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti. Oracolo del Signore. Dio si impegna solennemente con Geremia.

L’oracolo è parola irreversibile del Signore. È parola che il Signore manterrà sempre. Dio con Geremia si impegna a proteggerlo in ogni momento.

Mai per un solo istante lo lascerà da solo. Sempre sarà al suo fianco. Sempre lo coprirà con la sua forza, lo avvolgerà con la sua luce. Oracolo del Signore.

Ora Geremia può liberarsi dalla sua paura, dal suo timore. È con lui come è stato con Mosè, quando lo ha mandato dal Faraone.

E in quella notte gli apparve il Signore e disse: "Io sono il Dio di Abramo, tuo padre; non temere perché io sono con te. Ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza per amore di Abramo, mio servo" (Gen 26, 24).

Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto" (Gen 28, 15).

Ma io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra (Sal 72, 23).

Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa (Is 41, 10).

Non temere, perché io sono con te; dall'oriente farò venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò (Is 43, 5).

Non temerli, perché io sono con te per proteggerti". Oracolo del Signore (Ger 1, 8).

Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti". Oracolo del Signore (Ger 1, 19).

Poichè io sono con te per salvarti, oracolo del Signore. Sterminerò tutte le nazioni, in mezzo alle quali ti ho disperso; ma con te non voglio operare una strage; cioè ti castigherò secondo giustizia, non ti lascerò del tutto impunito" (Ger 30, 11).

Tu non temere, Giacobbe mio servo, - dice il Signore - perché io sono con te. Annienterò tutte le nazioni tra le quali ti ho disperso, ma di te non farò sterminio; ti castigherò secondo equità, ma non ti lascerò del tutto impunito" (Ger 46, 28).

Aggeo, messaggero del Signore, rivolto al popolo, disse secondo la missione del Signore: "Io sono con voi, oracolo del Signore" (Ag 1, 13).

Ora, coraggio, Zorobabele - oracolo del Signore - coraggio, Giosuè figlio di Iozedàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese, dice il Signore, e al lavoro, perché io sono con voi - oracolo del Signore degli eserciti (Ag 2, 4).

insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20).

perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città" (At 18, 10).

Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre (Gen 26, 3).

Il Signore disse a Giacobbe: "Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te" (Gen 31, 3).

Rispose: "Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte" (Es 3, 12).

Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire" (Es 4, 12).

Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare (Es 4, 15).

Poi il Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: "Sii forte e fatti animo, poiché tu introdurrai gli Israeliti nel paese, che ho giurato di dar loro, e io sarò con te" (Dt 31, 23).

Il Signore gli disse: "Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo" (Gdc 6, 16).

Se ascolterai quanto ti comanderò, se seguirai le mie vie e farai quanto è giusto ai miei occhi osservando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide mio servo, io sarò con te e ti edificherò una casa stabile come l'ho edificata per Davide. Ti consegnerò Israele (1Re 11, 38).

Ed io, per questo popolo, ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore (Ger 15, 20).

Non temete il re di Babilonia, che vi incute timore; non temetelo - dice il Signore - perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano (Ger 42, 11).

E disse loro: "Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato con me (Gen 31, 5).

Se non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro" (Gen 31, 42).

Poi alziamoci e andiamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia e che è stato con me nel cammino che ho percorso" (Gen 35, 3).

Ma se, quando sarai felice, ti vorrai ricordare che io sono stato con te, fammi questo favore: parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa (Gen 40, 14).

Perché il Signore tuo Dio ti ha benedetto in ogni lavoro delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il Signore tuo Dio è stato con te in questi quaranta anni e non ti è mancato nulla (Dt 2, 7).

Nessuno potrà resistere a te per tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; non ti lascerò né ti abbandonerò (Gs 1, 5).

Come abbiamo obbedito in tutto a Mosè, così obbediremo a te; ma il Signore tuo Dio sia con te come è stato con Mosè (Gs 1, 17).

Disse allora il Signore a Giosuè: "Oggi stesso comincerò a glorificarti agli occhi di tutto Israele, perché sappiano che come sono stato con Mosè, così sarò con te (Gs 3, 7).

Tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre (1Sam 20, 13).

Sono stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro distruggerò davanti a te tutti i tuoi nemici e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra (2Sam 7, 9).

Il Signore nostro Dio sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci abbandoni e non ci respinga (1Re 8, 57).

Sono stato con te in tutte le tue imprese; ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te; renderò il tuo nome come quello dei più grandi personaggi sulla terra (1Cr 17, 8).

Ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa (Sal 17, 24).

Canto delle ascensioni. Di Davide. Se il Signore non fosse stato con noi, - lo dica Israele – (Sal 123, 1).

Se il Signore non fosse stato con noi, quando uomini ci assalirono (Sal 123, 2).

È la sola certezza della riuscita della missione: il Signore che è con colui che Egli chiama e manda. La missione si fa in due: il chiamato e il Signore.

Questa unità mai si potrà sciogliere. Se essa viene sciolta, non vi potrà mai essere alcuna missione. Manca colui che dona la Parola, protegge, salva.

9Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.

***

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


Salvaci, Signore!

 


Salvaci, Signore!

  Dio onnipotente, che hai creato il cielo e la terra

  e tutto quello che è in essi,

  vieni in mio aiuto ed abbi pietà di me,

  perdona i miei peccati; salvami nell'ora presente

  e nell'avvenire per il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo.

  Per lui ti sia resa gloria e potenza nei secoli dei secoli.

  Amen.

  

Preghiera su papiro, dall'Egitto

Nulla figli miei tornerà come prima, siate certi, presto vedrete cambiare il mondo, è finito tutto e voi ancora non capite.

 


Trevignano Romano, 26 settembre 2020

Messaggio di Gesù  a Gisella ricevuto in stato di estasi durante la recita del Santo Rosario.
Fratelli miei, grazie della preghiera, sono felice di ritrovarvi in questa casa benedetta. Figli miei, oh! quanta indifferenza!
Avete fatto passare il bene per il male ed il male per il bene. Guardate ciò che accade, ma con indifferenza, ma il tempo è finito. Figli miei, aprite i vostri cuori a me, perché solo con me potrete avere la salvezza, non abbiate paura di me, non abbiate paura di questi messaggi, niente vi potrà salvare se non Io, non posso lasciare che i miei figli possano adorare un Dio che non sia Io, satana sta provando in tutti i modi a prendere le anime dei miei bambini, dei miei ragazzi, dei miei figli. Ah! gli aborti, l'eutanasia, tutto viene dal male, ma voi siete tranquilli come se tutto dovesse tornare come prima, nulla figli miei tornerà come prima, siate certi, presto vedrete cambiare il mondo, è finito tutto e voi ancora non capite. Perché non ascoltate mia Madre, che ancora, dà la grazia di starvi accanto. Oh! come mi piace questa preghiera insieme, Io sarò sempre qui con voi, ma datemi questa gioia tutti i sabati, questa è la casa del Padre Mio, Benedetta da Me, Consacrata da Me. Figli miei, Io vi amo più di ogni altra cosa, sono morto per voi e per i vostri peccati, non lasciatemi solo, Io vi voglio salvi, tutto ciò che accadrà è opera del Padre mio, ormai non vede nessun uomo che si rivolge a me e che si rivolge al Padre per chiedere aiuto, forse sarà arrivato il momento di farlo, guardate cosa accadrà, presto, molto, molto presto. Io vi benedico figli, uno per uno, passerò tra voi per darvi tutto il mio amore, aprite il vostro cuore a me e Io vi darò la grazia, l'amore, la gioia e la speranza di un mondo nuovo.
Il vostro Gesù, Amen


 

NEOCHIESA: A CHE SERVE GESU'?

 


Se vale ancora l’antica Alleanza, a che serve Gesù?



di Francesco Lamendola


Più si riflette sulla questione; più si studiano e si meditano i testi; più si ricostruisce il percorso storico che ha portato alla situazione attuale, e più ci si persuade che tutto quanto è accaduto dal conclave del 1958 in poi, e soprattutto dal Vaticano II, in seno alla Chiesa cattolica, e che sta continuando ad accadere, e anzi col pontificato attuale ha assunto un ritmo vertiginoso, altro non è che la conseguenza di un preciso atto di sottomissione della Chiesa stessa all’ebraismo rabbinico e talmudico, anticristiano per storia e per vocazione, e perciò, necessariamente, una strategia di auto-demolizione controllata, alla fine della quale è previsto che non sopravviva più nulla della vera dottrina cattolica e del vero insegnamento di Gesù Cristo. Tutto il resto: l’ecumensimo coi protestanti; il dialogo con l’islam; il cedimento progressivo, sul piano etico, alle rivendicazioni della cultura moderna, di matrice massonica e illuminista; e da ultimo la resa al migrazionismo e all’omosessualismo trionfante, vale a dire agli aspetti più spettacolari e devastanti della globalizzazione massonica e anticristiana, non è che la necessaria conseguenza e, per così dire,  l’effetto collaterale, o meglio la somma degli effetti collaterali, di quell’atto fondamentale. Intendiamo dire che i contro-teologi, i contro-vescovi e i contro-preti della sinagoga di Satana, cioè della falsa chiesa rappresentata da Bergoglio e Soci, ma iniziata sotto il pontificato del cosiddetto “papa buono”, Giovanni XXIII (modernista fin dalla giovinezza, e che scelse, guarda caso, il nome di un antipapa del periodo medioevale) non sarebbero arrivati dove sono arrivati, su ciascuno di questi fronti, se non avessero dovuto, per la forza stessa delle cose, allargare la breccia aperta con quell’atto fondamentale: la resa all’ebraismo, la genuflessione davanti ad esso, non tanto l’ebraismo come religione storica, ma come nuova religione dell’Olocausto. E l’ammissione piena e convinta che c’è salvezza anche fuori della Chiesa, dunque che Gesù Cristo ci interpella in maniera elastica e non impegnativa, non essendo più vero, di fatto, quel che dice il Vangelo, ossia che nessuno può venire al Padre se non per mezzo di Lui.

 

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La resa all'ebraismo inteso come "Nuova religione dell’Olocausto"? Dalla Nostra Aetate alla nuova dottrina ebreo-cattolica: il percorso storico che ha portato alla situazione attuale.


Il fatto è che noi tutti siamo abituati, fin da piccoli, a sentir magnificare le virtù eccelse del dialogo interreligioso, a vedere la scomunica come uno strumento assolutamente improponibile e relegato nelle nebbie del passato (salvo, s’intende, se si tratta di colpire i tradizionalisti, a partire da monsignor Lefebvre e arrivando a don Minutella: allora la scomunica torna ancora buona!); ci è così familiare l’idea che la Chiesa è aperta a tutti, non manda via nessuno, non proclama più dogmi, non difende più una verità non negoziabile, e soprattutto non riconosce più l’esistenza dei suoi nemici (anche se i nemici di Cristo ci sono, eccome), che diamo quasi per scontato che gli ebrei siano i nostri fratelli maggiori, che l’islam sia una religione di pace, che anche i massoni siano i nostri cari fratelli, e che i protestanti siano gli amati fratelli temporaneamente separati. E così facendo, ci siamo scordati, un po’ tutti, che una casa non può esistere se non ha dei muri che la proteggano dall’esterno, e una porta che consenta di entrare solo a chi viene in pace, mentre tiene fuori i lupi travestiti da agnelli; che una religione senza dogmi è una barzelletta, una combriccola di amici al bar ove ciascuno afferma o nega quel che gli pare e piace; e che vedere ovunque solo degli amici desiderosi di dialogare, e disconoscere che esistano anche i nemici, è il modo migliore per offrirsi, inermi ed imbelli, alle aggressioni di chiunque voglia imporsi con la forza.


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Se vale ancora l’antica Alleanza, a che serve Gesù? Oggi non è più vero quel che dice il Vangelo, ossia che nessuno può venire al Padre se non per mezzo di Lui!


Ora, in cima a questi nemici c’è l’ebraismo: non le persone degli ebrei, che, in quanto persone, vanno rispettate e anche amate, secondo l’insegnamento evangelico; ma l’ebraismo in quanto religione post-esilica, talmudica e rabbinica, millenarista e fortemente anticristiana. Non stiamo parlando, si badi, dell’ebraismo dell’Antico Testamento, ossia di quello predicato da Mosè e dai Profeti, credenti nel Salvatore venturo; stiamo parlando dell’ebraismo successivo all’assassinio di Gesù Cristo (che, a quanto ci risulta, non è morto di raffreddore, ma condannato alla crocefissione per volontà caparbia del Sinedrio). E dunque stiamo parlando di una religione che ha conosciuto ma rifiutato il Salvatore venuto; che ne ha voluto la morte; che ha perseguitato, fin dall’inizio, i suoi Apostoli; che ha istigato gli imperatori romani a perseguitare i loro successori e tutti i credenti in Gesù; che ha coltivato per secoli, nel corso del Medioevo e fino ai nostri giorni, l’odio e il disprezzo nei confronti del Signore Gesù e della sua Santissima Madre, e l’avversione implacabile contro i suoi seguaci, concentrando su di essi il rancore per la loro attesa delusa di un salvatore politico, un guerriero che li ponesse a capo del mondo. E che gli ebrei, peraltro, continuano ad aspettare; anzi, che ritengono essere ormai giunto, non sotto la forma di un singolo personaggio, ma come realtà collettiva del popolo d’Israele, che ormai reclama i suoi diritti mondiali in quanto popolo eletto da Dio.


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Il dialogo con l'ebraismo non è un dialogo, ma una sorta di monologo a senso unico, dove la Chiesa concede praticamente tutto e viceversa non riceve alcunché!


Ha affermato, fra le altre cose, l’ottimo professor Matteo D’Amico, nel corso della conferenza su Cattolicesimo ed ebraismo postata il 2/3/19 (https://www.youtube.com/watch?v=ZDCxKZdY7hM):

Ci sono siti che elencano tutti gli incontri, le conferenze, le visite, di delegazioni ebraiche presso la Santa Sede, in particolare presso il Santo Padre: si contano a decine, e decine, e decine, e decine, solo dal 2005 a oggi; se risalgo prima, al lungo pontificato di Giovanni Paolo II, sono praticamente innumerevoli. Io penso nessun altro gruppo ha avuto accesso così costantemente e frequentemente a Roma, al Santo Padre. Queste delegazioni sono anche, spesso, delle organizzazioni massoniche, para-massoniche ebraiche: alludo alla loggia del B’nai B’rith che è una loggia riservata, sostanzialmente, solo a esponenti del popolo ebraico, che sono fra le più ricevute, e che fra l’altro hanno avuto un ruolo fondamentale nella genesi della «Nostra aetate». E queste delegazioni vengono salutate… vi dico solo un saluto posto a queste delegazioni della loggia massonica ebraica B’nai B’rith. Lunedì 18 dicembre 2006, il Pontefice si congeda da un gruppo del B’nai B’rith internazionale con questo saluto: «Durante questo tempo santo [siamo nell’Avvento] invoco cordialmente su di voi e sulle vostre famiglie un’abbondanza di divine benedizioni. Shalom aleikhem». Questo è il saluto alla delegazione dei massoni ebrei. Ora, la massoneria – lo ha detto anche prima qualche altro relatore – è la contro-chiesa, la sinagoga di Satana, il nemico della Chiesa; è difficile pensare che il buon Dio dia abbondanza di divine benedizioni sulla contro-chiesa; questo è difficilmente credibile da parte dei cattolici. E notiamo anche che in questi saluti non compare, ovviamente, mai il Nome del nostro Signore, Gesù Cristo; e tanto meno l’invito, per esempio, a convertirsi, o riferimenti al grande rabbino Eugenio Zolli, o  ai fratelli Ratisbonne, che sono esempi straordinari di conversioni, in questi due casi, miracolose. Questo è un esempio della grave crisi che segna il rapporto con l’ebraismo. Il primo atto del Pontefice regnante [Bergoglio], in assoluto, formalmente risultante agli atti, è il saluto al rabbino capo di Roma. Di Segni. E anche qui si potrebbe dire: «Va bene, in fondo è il saluto al capo di un’altra religione». Sì, però questo capo di un’altra religione, fra le sue più recenti pubblicazioni, in quel momento aveva una edizione da lui curata delle «Toledot Yesu», un racconto ricco di bestemmie e blasfemie a danno di nostro Signore e della sua Madre, la Santissima Vergine, che circolava nei ghetti durante il Medioevo.


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22 marzo 1984, Giovanni Paolo II riceve la delegazione della Massoneria ebraica del B'nai B'rith.


Quindi voi capite che salutare e rendere onore a un rabbino che si fregia di pubblicazioni, di testi, di  bestemmie, blasfemie e offese di ogni tipo a nostro Signore, è indubbiamente  qualcosa ha un sapore non particolarmente buono. Visite alla sinagoghe non si contano più; concessioni dottrinali crescenti, che – questa è la cosa più importante – non prevedono alcun tipo di contraccambio, cioè non risulta agli atti una sola, una ammissione, di un qualunque tipo, da parte dei rabbini, degli studiosi ebrei, verso la Chiesa cattolica o verso il cristianesimo; mentre risultano, ahimè, come vedremo, moltissime concessioni, viceversa, fatte dalla Chiesa al mondo ebraico. Abbiamo poi altri aspetti: per esempio la visita ad Auschwitz, che sembrerebbe lentamente assumere il valore quasi di un atto rituale che sembra far parte dell’insegnamento ufficiale del nuovo pontefice. Cioè sembrerebbe quasi, lentamente, una serie di omaggi a certi luoghi, come il Muro del Pianto, entrare in una sorta di nuova ritualità che viene imposta, o sembra essere imposta, alla Chiesa. Il dialogo non è un dialogo, ma, come vedremo una sorta di monologo a senso unico, dove la Chiesa concede praticamente tutto, ahimè, viceversa non riceve alcunché dall’altra parte. Un dialogo, quindi, che ci ricorda il dialogo coi protestante. Se voi andate un qualunque centro studi protestante, guardate: quello che dicono sono esattamente le stesse cose che dicevano prima del’ecumenismo. Non si sono spostati di una virgola, su niente, assolutamente niente. Non è che sia cambiato qualcosa, nella teologia protestante: anzi, c’è solo un grande compiacimento per come la Chiesa cattolica, diciamo, si sta avvicinando alle posizioni protestanti. Inoltre, i gesti spettacolari – ho citato prima la visita al Muro del Pianto, col rituale di infilare un bigliettino dentro il Muro del Pianto, mimando, appunto, il gesto che fanno i rabbini ortodossi, o le visite alle sinagoghe  sono gesti che rappresentano in sé, anche per lo scenario in cui si svolgono – per esempio: il Papa è solo; l’assenza di qualunque accompagnamento o di atti che esaltino la sua regalità; la sua figura è sempre molto umile, nel modo in cui si accosta a questi luoghi rituali – be’, sembra di essere di fronte a una sorta di regia. Una regia, un copione, un canovaccio, che segue tappe precise, che sono dettate e, in un certo senso, imposte, al Supremo Pontefice.


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Il cardinale Augustin Bea, qui nella foto con il rabbi Abraham Joshua Heschel durante il meeting del 1963 con la rappresentanza dell'American Jewish Committee, fu uno dei protagonisti del Concilio Vaticano II, impegnandosi in prima persona alla stesura della dichiarazione Nostra Aetate.


Non è possibile qui, per motivi di spazio, prolungare ulteriormente la già lunga citazione: invitiamo però il lettore a prendere visione dell’intero testo, e specialmente della seconda parte, nella quale si delinea una vera e propria strategia di ebraizzazione del cattolicesimo (come contestualmente c’è una sua protestantizzazione), strategia che è già in atto e che trova nel Cammino Neocatecumenale la sua punta di diamante – quasi certamente, aggiungiamo, nella piena inconsapevolezza della maggior parte dei suoi aderenti - e che culmina, a livello dottrinale, nell’esplicita affermazione che l’Antica Alleanza è sempre valida e che perciò gli ebrei non hanno alcun bisogno di convertirsi per giungere alla salvezza. Noi stessi abbiamo già ripetutamente affrontato questo argomento, individuando appunto nella Nostra Aetate il momento decisivo della auto-demolizione cattolica, ossia il cuneo mediante il quale l’insegnamento tradizionale della Chiesa è stato sgretolato, pezzo a pezzo, per la logica implacabile insita nella premessa, che smentisce clamorosamente duemila anni di teologia - passando per il Nuovo Testamento, i Padri, la Scolastica e la Tomistica - e di autentico Magistero della Chiesa, gli uni e l’altro assolutamente concordi su questo punto, ossia che gli ebrei devono riconoscere la nuova Alleanza (vedi il nostro articolo: Un segnale di resa preciso e inconfondibile, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 17/06/18; cfr. anche: Ma cosa significa dialogo inter-religioso?, il 21/11/17). Il professor D’Amico ha il merito di mostrare con estrema chiarezza ed evidenza, sulla base sia di argomenti storici che logici, e al tempo stesso con grande pacatezza e senso dell’equilibrio, che una volta fatta quella incredibile affermazione, la quale ha il sapore di una concessione a senso unico, se non di una resa a discrezione del cattolicesimo all’ebraismo, senza alcuna contropartita sul piano del tanto sbandierato dialogo interreligioso, si apre una serie di fatali conseguenze che conduce necessariamente ad un auto-annichilimento del cattolicesimo e della Chiesa. Ed ecco, allora, che aver soppresso la preghiera per la conversione degli ebreiOremus et pro perfidis Judaeis, non è stato in alcun modo un atto di riparazione verso presunte sopraffazioni del cattolicesimo nei loro confronti, perché quella parola, “perfidi”, nell’accezione latina e nel suo contesto liturgico-teologico, ha un significato tutt’altro che spregiativo, ma è un anello coerente della catena volta a sostituire alla dottrina cattolica di sempre, nulla salus extra Ecclesiamuna dottrina nuova, ebreo-cattolica e perciò gnostica, quindi anticattolica, frutto della cosiddetta stagione conciliare e del tanto, troppo magnificato “spirito” conciliare (cfr. il nostro articolo: La pietra che, rimossa, fa vacillare la Chiesa, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 15/1017).  


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Perchè nessun rabbino ha mai detto di rammaricarsi per la condanna di Gesù voluta dal Sinedrio?


E allora, chiederà qualcuno, dove vuoi arrivare con questi discorsi: a rinnovare l’accusa di deicidio rivolta agli ebrei nel passato? Certo che sì: non agli ebrei in quanto popolo (nessun popolo è collettivamente responsabile di quanto fecero i suoi avi), ma in quanto seguaci della religione talmudica, tutt’oggi intrisa di odio anticristiano. E se è vero, come ricorda il professor D’Amico, che innumerevoli sono state le concessioni fatte dalla Chiesa agli ebrei a partire dal Vaticano II, e innumerevoli sono stati e sono tuttora i segni di afflizione e contrizione per le sofferenze di quel popolo, con tanto di visite papali ad Auschwitz e al Muro del Pianto, è altrettanto vero che nessun rabbino ha mai detto di rammaricarsi per la condanna di Gesù voluta dal Sinedrio. A proposito: se non conoscete il Talmud e il Toledot Yesu, leggeteli. Sarà una lettura istruttiva e salutare, con buona pace dei buonisti. Vedrete quanto disprezzo trabocchi da essi contro Gesù e Maria Vergine; e quale odio implacabile, tramandato nei secoli, contro tutti i cristiani.