mercoledì 2 giugno 2021
CHIESA
martedì 1 giugno 2021
Messaggio della Madonna sulla Sfera della Redenzione
Avola, domenica 24 settembre 2000, ore 23:30
Anche Salomone sa che ogni sapienza discende dal Signore. E per questo non solo la chiede per sé, rivela la sorgente perché tutti vi possano accedere.
LIBRO DEL PROFETA DANIELE
Anch’io sono un uomo mortale uguale a tutti, discendente del primo uomo plasmato con la terra. La mia carne fu modellata nel grembo di mia madre, nello spazio di dieci mesi ho preso consistenza nel sangue, dal seme d’un uomo e dal piacere compagno del sonno. Anch’io alla nascita ho respirato l’aria comune e sono caduto sulla terra dove tutti soffrono allo stesso modo; come per tutti, il pianto fu la mia prima voce. Fui allevato in fasce e circondato di cure; nessun re ebbe un inizio di vita diverso. Una sola è l’entrata di tutti nella vita e uguale ne è l’uscita.
Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. Ho gioito di tutto ciò, perché lo reca la sapienza, ma ignoravo che ella è madre di tutto questo. Ciò che senza astuzia ho imparato, senza invidia lo comunico, non nascondo le sue ricchezze.
Ella è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini; chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio, è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione. Mi conceda Dio di parlare con intelligenza e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti, perché egli stesso è la guida della sapienza e dirige i sapienti. Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa.
Egli stesso mi ha concesso la conoscenza autentica delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza dei suoi elementi, il principio, la fine e il mezzo dei tempi, l’alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, i cicli dell’anno e la posizione degli astri, la natura degli animali e l’istinto delle bestie selvatiche, la forza dei venti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose.
In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili.
La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà.
Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza (Sap 7,1-30).
La sapienza si estende vigorosa da un’estremità all’altra e governa a meraviglia l’universo. È lei che ho amato e corteggiato fin dalla mia giovinezza, ho bramato di farla mia sposa, mi sono innamorato della sua bellezza. Ella manifesta la sua nobile origine vivendo in comunione con Dio, poiché il Signore dell’universo l’ha amata; infatti è iniziata alla scienza di Dio e discerne le sue opere.
Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita, che cosa c’è di più ricco della sapienza, che opera tutto? Se è la prudenza ad agire, chi più di lei è artefice di quanto esiste? Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Ella infatti insegna la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini durante la vita.
Se uno desidera anche un’esperienza molteplice, ella conosce le cose passate e intravede quelle future, conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi, comprende in anticipo segni e prodigi e anche le vicende dei tempi e delle epoche.
Ho dunque deciso di dividere con lei la mia vita, certo che mi sarebbe stata consigliera di buone azioni e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore. Per lei avrò gloria tra le folle e, anche se giovane, onore presso gli anziani. Sarò trovato perspicace nel giudicare, sarò ammirato di fronte ai potenti. Se tacerò, resteranno in attesa, se parlerò, mi presteranno attenzione, e se mi dilungo nel parlare, si tapperanno la bocca.
Grazie a lei avrò l’immortalità e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me. Governerò popoli, e nazioni mi saranno soggette. Sentendo parlare di me, crudeli tiranni si spaventeranno; mi mostrerò buono con il popolo e coraggioso in guerra. Ritornato a casa, riposerò vicino a lei, perché la sua compagnia non dà amarezza, né dolore il vivere con lei, ma contentezza e gioia.
Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c’è l’immortalità e grande godimento vi è nella sua amicizia e nel lavoro delle sue mani sta una ricchezza inesauribile e nell’assidua compagnia di lei c’è la prudenza e fama nel conversare con lei, andavo cercando il modo di prenderla con me.
Ero un ragazzo di nobile indole, ebbi in sorte un’anima buona o piuttosto, essendo buono, ero entrato in un corpo senza macchia. Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo, se Dio non me l’avesse concessa – ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono – mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il mio cuore: (Sap 8,1-21).
«Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l’uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla.
Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie; mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora, immagine della tenda santa che ti eri preparata fin da principio.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito.
Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria. Così le mie opere ti saranno gradite; io giudicherò con giustizia il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre.
Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza» (Sap 9.1-18).
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
La testimone viene nascosta e messa a tacere
La Battaglia Finale del Diavolo
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Quasi quarant’anni dopo la nuova “primavera” iniziata col Vaticano II, la Consacrazione della Russia – non il mondo, non i “giovani in cerca di un significato”, non i “disoccupati”, ma la Russia – rimane incompiuta. Il mondo è sconvolto da guerre regionali, dal terrorismo islamico e dalla piaga dell’aborto, mentre diventa sempre più evidente il fatto che ci stiamo avvicinando sempre di più verso una vera e propria apocalisse. I fondamentalisti islamici, che i diplomatici Vaticani ora definiscono “i nostri fratelli Musulmani”, ci odiano e desiderano soggiogarci od ucciderci, in accordo con i dettami del loro Corano. Dopo quarant’anni di “dialogo ecumenico” del tutto inutile, le sette Protestanti sono ancora più decrepite di prima e gli Ortodossi sono sempre più fermi nel rifiutare la sottomissione al Vicario di Cristo in terra. La Chiesa è gravemente ferita dalle eresie e dagli scandali che emergono nelle diocesi di tutto il mondo e ha perso tutta la sua credibilità per colpa della corruzione del suo elemento umano. Il nuovo orientamento del Vaticano II è una debacle totale, un fallimento disastroso. Tuttavia, in mezzo a tutte queste morti, a questo caos, alle eresie, agli scandali ed all’apostasia, tutte cose in procinto di raggiungere il proprio culmine, il Vaticano aveva ritenuto fondamentale – proprio adesso! – mettere in guardia il mondo contro la “minaccia” costituita da Padre Nicholas Gruner.
Pertanto, il giorno dopo l’11 settembre 2001, Padre Gruner – che non ha mai commesso alcuna offesa contro la fede o la morale, che ha mantenuto i voti per tutti i suoi 25 anni di sacerdozio, che non ha mai molestato alcuna donna o alcun chierichetto, che non ha mai rubato o predicato alcuna eresia – venne condannato pubblicamente di fronte a tutta la Chiesa, con una Dichiarazione che non forniva neanche i motivi per la sua condanna e che citava come “mandato” quello di un‘anonima “più alta autorità”, che tra l’altro non aveva neppure il coraggio di firmarsi. A memoria d’uomo, nella Chiesa non si era mai visto un simile trattamento nei confronti di un suo fedele sacerdote. L’ossessione distruttiva del Segretario di Stato nei confronti di Padre Gruner – simbolo della resistenza alla Linea del Partito – aveva raggiunto livelli che rasentavano l’oscenità!
Perché tutto questo? Può essere giustificato solamente dalla più profonda e totale avversione al Messaggio di Fatima e a tutto ciò che implica per il nuovo orientamento della Chiesa, che il Cardinale Sodano (amico di Gorbacev) e i suoi collaboratori hanno incessantemente implementato per anni e anni. Sembra che Fatima li metta in allarme molto più delle attuali condizioni in cui versano la Chiesa e il mondo. Ma queste condizioni cambierebbero nettamente, e per il meglio, se solo i persecutori di Padre Gruner facessero ciò che la Madonna aveva chiesto loro a Fatima: “Se le Mie richieste verranno esaudite, molte anime verranno salvate e vi sarà la pace”.
Tuttavia, il Cardinale Sodano aveva fatto male i suoi conti, perché rilasciare una simile condanna contro il “Sacerdote di Fatima”, del tutto infondata e a poche ore di distanza dal crollo delle Torri Gemelle, fu un atto così improvvido e meschino da far riflettere sull’inadeguatezza di un simile gesto persino coloro che avrebbero normalmente accettato quella “Dichiarazione” senza fiatare. In una Chiesa minata alle sue fondamenta e gettata in disgrazia da sacerdoti traditori in ogni paese, perché mai l’apparato Vaticano si era preso la briga di condannare quest’unico prete, che non era nemmeno accusato di una specifica trasgressione?
Ma usare Padre Gruner come vittima sacrificale si sarebbe rivelato un insuccesso, proprio come gli altri stratagemmi impiegati contro Fatima. Contrariamente alle speranze di alcuni prelati vaticani, infatti, la controversia su Fatima non poteva ridursi allo status di un singolo sacerdote. Nelle settimane successive alla “Dichiarazione” su Padre Gruner, altre importanti personalità Cattoliche avrebbero cominciato ad esporre i propri dubbi sulla Linea del Partito di Sodano sul Terzo Segreto. Madre Angelica non sarebbe stata più sola nel credere che “non ci sia stato detto tutto”.
Il 26 ottobre 2001 la notizia “rimbalzò”, come si dice in gergo mediatico, allorché l’agenzia stampa Inside the Vatican (insieme ad altri giornali italiani) pubblicò un articolo intitolato “Il Segreto di Fatima: c’è dell’altro?”. Ecco cosa riferiva l’articolo: “Sono giunte notizie che Suor Lucia dos Santos, ultima sopravvissuta dei veggenti di Fatima, qualche settimana fa abbia inviato al Papa una lettera, con la quale lo avvertiva chiaramente che la sua vita era in pericolo. Secondo fonti vaticane, la lettera afferma che gli eventi descritti nel ‘Terzo Segreto’ di Fatima non si sarebbero ancora verificati, ed è stata consegnata poco tempo dopo l’11 settembre a Giovanni Paolo II dal vescovo emerito di Fatima, Alberto Cosme do Amaral”.
Quando gli vennero chieste notizie in merito a quella lettera, l’attuale Vescovo di Fatima Serafim de Sousa Ferreira e Silva “non ha negato che Suor Lucia abbia inviato una lettera al Papa, ma ha detto (in una distinzione tipica dei Gesuiti) che ‘non vi sono lettere da parte della veggente che esprimano il pericolo per la vita del Papa’”. L’Inside the Vatican riportò inoltre che “alcune fonti hanno suggerito che la lettera di Suor Lucia abbia incoraggiato il Papa a rivelare integralmente il Terzo Segreto”, e che quella lettera di Suor Lucia al Papa “sembra contenere il seguente avvertimento: ‘presto vi saranno grandi sconvolgimenti e castighi’”.
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Padre Paul Kramer
Quando il momento sarà troppo difficile, allora, allora, vi concederò l’oblio…
Gesù 30-08-2001
Gesù 05-09-2001
Non temere, nel Mio Regno non è presente il dolore, concederò l’oblio che con il suo velo spesso cancellerà tutto ciò che va cancellato.
Vivi gioiosa in Me, considera che è immenso il Mio Amore per ogni anima, concedo a tutte ciò che serve per la loro salvezza, dipende poi da ciascuna cogliere il Dono o rifiutare il Dono.
Gesù 20-07-2001
Non temere nulla, fedele sposa, resta nel Mio Cuore Ardentissimo che
ti farà vedere solo ciò che il tuo cuore può sopportare e stenderà un velo su ciò che sarebbe troppo duro per te.
Ti farò vedere quello che puoi sostenere e ti nasconderò quello che l’anima tua non potrebbe sopportare; alla fine, quando ci sarà la conclusione di tutto, avrai l’oblio che ti nasconderà quello che è troppo doloroso.
La battaglia continua 3
LA CHIESA DI SEMPRE
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Dopo aver visto che la Chiesa adempie la sua missione di insegnare la verità e predicare e professare la Carità, non teme nessuna persecuzione fidando nelle promesse infallibili del suo Fondatore divino, non può temere nessuna persecuzione, sicura delle parole di Gesù: «Abbiate fede, perché Io ho vinto il mondo» (Giov. XVIII); «Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo e poi non possono fare altro» (Lc. XII); «Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti, dagli amici e sarete in odio a tutti per il nome mio, ma non perirà un capello dal vostro capo» (Lc. XX). Ed in realtà, la Chiesa ha veduto passare contro di sé, apostasie, perfidie, tradimenti, ma la Chiesa, ricordando con Davide che “Dio ride di loro” (Sal. II), e l’altro detto dal Signore: «Ho veduto l’empio elevato ed esaltato sopra i cedri del Libano; sono passato e non era più» (Sal. XXXVI). Anche per la Chiesa, con i giorni di calma e di pace, succedono, poi, giorni di lotta e di lutto, e ignominie di oggi vengono le glorie di domani e, quando Essa sembra abbattuta e vinta, arrivano, allora, le vendette di Dio sui suoi avversari. La Chiesa continua a svelare all’uomo la sua celeste origine: tu vieni da Dio. La Chiesa svela all’uomo il suo destino immortale: la tua patria è il Cielo. La Chiesa combatte il male, il peccato, e insegna tutto ciò che è bene; condanna tutti i vizi e insegna tutte le virtù. Tutto questo ha ispirato a Sant’Agostino la famosa apostrofe alla Chiesa: «Tu, o santa Chiesa cattolica, verissima madre dei cristiani, senza posa vivifichi tutti e ti fai piccola con i fanciulli, forte coi giovani, dolce con i vecchi. Tu, alla donna comandi casta e fedele all’obbedienza all’uomo e metti l’uomo a capo della donna, non perché si prenda gioco della debolezza del sesso, ma perché serbi verso di lei le leggi del santo amore coniugale. Tu tieni uniti i figlioli ai genitori per mezzo dell’obbedienza e a capo dei figli metti i genitori con pietoso dominio. Tu, unisci tra loro i fratelli. Col vincolo della religione più durevole di quello del sangue. Tu, insegni ai servi l’affetto verso i padroni e vuoi che i padroni, tenendo presente che Dio è il loro comune padrone, comandino ai servi senza alterigia, in forma di consiglio piuttosto che di impero. Tu, insegni ai regnanti di giovare ai popoli e ai popoli di essere soggetti ai regnanti. Tu, ricordando a tutti la comune origine, la discendenza dagli stessi progenitori, affratelli i cittadini, i popoli, le nazioni» (De moribus, Ecc. XXX-60). Ecco quello che vi si deve ispirare a non venire mai meno alla gioiosa speranza di sentirvi dire un giorno l’ineffabile invito a Gesù: «Siete voi che foste con Me nell’ora della prova, sedete alla mia mensa nel mio regno eterno!». Ma perchè questo avvenga, dobbiamo camminare dietro le orme dei veri soldati di Cristo, sorretti e confortati in ogni prova dalle divine parole dello Spirito Santo all’angelo della Chiesa di Smirne: «So che la tua tribolazione e la tua povertà… e che sei bestemmiato da quelli che si dicono giudei e non lo sono, ma sono la sinagoga di Satana. Non temere nulla di ciò che sei per patire. Ecco che il Diavolo caccerà in prigione alcuni di voi perché siete provati e sarete tribolati per dieci giorni; sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap. 2). Concludendo questo scritto, vorrei ricordarvi di tenere sempre accesa la vostra lucerna, perché splenda di luce evangelica le virtù e vi abbia a guidare dalla notte di questo mondo ai fulgori della luce eterna!
I tempi tremendi si avvicinano perché voi non li avete fermati né li avete diminuiti con la vostra donazione, con la vostra preghiera, con la vostra sofferenza offerta.
Messaggio della Beata Vergine Maria a JV
lunedì 31 maggio 2021
"La Mia Santissima Madre"
Avola, 15 agosto 1999, ore 06 - Messaggio del Signore Gesù
Messaggio inserito in aprile 2018
GUARIGIONE DELL'ALBERO GENEALOGICO
Gesù, ci hai rivelato che dal peccato commesso dall'uomo all'origine del mondo è venuto ogni male e che anche il peccato di ciascuno ha influenza negativa sugli altri, specialmente il peccato dei genitori sui figli e discendenti.
Attraverso la generazione si trasmettono gli stessi caratteri fisici e psichici, i buoni frutti delle virtù e le tristi conseguenze dei vizi, la salute e le malattie, il bene e il male degli antenati.
Per il bene che genitori e antenati ci hanno trasmesso, li ringraziamo e ringraziamo Te, perché con la tua grazia hanno agito bene.
Per il male che ci hanno trasmesso, li perdoniamo e li affidiamo alla tua misericordia, chiedendo per loro il tuo perdono e facendo suffragi.
Gesù, perdonali.
Gesù, sei venuto a salvare tutta l'umanità passata, presente e futura. Tu sei l'Eterno. Ogni generazione è a Te contemporanea.
Ora ti preghiamo per le nostre generazioni passate e presenti, sia di ramo paterno che di ramo materno.
Ti preghiamo di guarire il nostro albero genealogico, di cui noi siamo un frutto.
Per il loro bene e il nostro bene, tronca ogni influenza negativa che ci hanno trasmesso attraverso le generazioni.
Il tuo Sangue Prezioso scenda a purificare, risanare, liberare, perché oggi la nostra generazione sia sana e santa, unita e felice così che possa trasmettere solo cose positive, essere canale soltanto di salute e di santità.
Gesù, guarisci il nostro albero di famiglia.
Ripeto: dovete essere consapevoli e orgogliosi di avere il dono della vita e che Nostro Padre Dio vi ha scelto per vivere questi momenti di cambiamento per l'umanità.
Messaggio della Beata Vergine Maria a JV
SULLA PREGHIERA
La Contemplazione attiva e passiva
La contemplazione attiva (o acquisita) è come uno stadio intermedio tra la meditazione e la contemplazione passiva (o infusa). La seconda è mistica di carattere, e viene considerata come contemplazione sensu stricto.
Citiamo un brano di san Massimo il Confessore che mette a confronto questi due tipi di preghiera considerandoli come i due ‘stati supremi della preghiera’: il primo è ‘uno [stato] proprio degli uomini impegnati nella vita ascetica, l’altro appartiene ai contemplativi. Il primo nasce nell’anima dal timore di Dio e dalla santa speranza; l’altro dall’amore di Dio e dalla perfetta mondezza del cuore. I segni del primo stato sono: l’unificazione della mente mediante la liberazione da tutti i pensieri mondani, la preghiera libera da distrazioni e da turbamenti mediante la sensazione della presenza effettiva, com’è in realtà, di Dio. I segni del secondo stato sono: il rapimento in ispirito nell’infinita luce divina durante l’elevazione della preghiera, e la perdita di ogni sensazione sia di sé stessi come di ogni altra creatura nell’immersione cosciente in Dio che, mediante l’amore, opera questa illuminazione. In questo stato l’orante, sollecitato a comprendere le parole che concernono Dio, riceve una conoscenza pura e luminosa di Lui’.
San Bonaventura segue Ugo e Riccardo di San Vittore considerando la contemplazione acquisita come un tipo di speculazione. Padre Tommaso di Gesù OCD espone il suo pensiero nel modo seguente: ‘La contemplazione infusa trae quasi direttamente dalla loro fonte i raggi della Divina Luce, e di conseguenza gode di una maggiore chiarezza e dolcezza che la contemplazione acquisita. La contemplazione acquisita si dovrebbe piuttosto chiamare ‘speculazione’, in quanto non riceve la luce da Dio Stesso in modo diretto, bensì come per mezzo di uno specchio (speculum), cioè attraverso scritti o dottrine. Per questo la verità non sembra così pura, così limpida, e pare essere vista come attraverso le nuvole… La contemplazione infusa porta con sé una grande pienezza di luce e dolcezza, e ci fa dare uno sguardo più potente e penetrante in Dio’.
Guardiamo più da vicino prima la contemplazione attiva, poi quella passiva.
a) La contemplazione attiva
La contemplazione attiva richiede una certa attività da parte del soggetto, come preparazione all’opera della Grazia. Ha diversi nomi. Santa Teresa d’Avila la chiama ‘orazione di raccoglimento’, Bossuet ‘orazione di semplicità’; altri la chiamano ‘orazione di semplice sguardo’, ‘di semplice abbandono in Dio’, ‘semplice vista di Fede’ o ‘orazione di semplice presenza di Dio’. Ne parleremo nell’ultima sezione del libro come metodo per pregare sempre.
Questo tipo di preghiera può essere il premio per la fedeltà nella meditazione, spiega santa Teresa d’Avila. ‘Per trovare Dio’, scrive nel Cammino di Perfezione (28, 3-4), ‘l’anima non ha bisogno di impennare le ali, basta che si ritiri nella solitudine e Lo contempli in sé stessa. Alla vista della bontà di tale Ospite, non si spaventerà, ma Gli parlerà umilmente e Gli chiederà aiuto come a un padre, Gli narrerà le sue pene, e Gliene chiederà il rimedio riconoscendosi indegna d’essere considerata sua figlia…
Questo modo di pregare, sia pure vocalmente, raccoglie lo spirito in brevissimo tempo e porta con sé molti beni. Si chiama “orazione di raccoglimento”, perché l’anima raccoglie tutte le sue potenze e si ritira in sé stessa col suo Dio… Coloro che in questo modo possono rinchiudersi nel piccolo cielo della loro anima, ove abita Colui che li creò, come creò pure tutto il mondo, e si abituano a distogliere lo sguardo e fuggire tutto ciò che può distrarre i sensi esterni, si persuadono che camminano per la retta strada ed in breve giungeranno a bere alla fonte dell’acqua viva’.
b) La contemplazione passiva
La contemplazione passiva comprende in sé vari gradini 4 :
i) l’orazione di quiete: quella arida, e, preceduta dal raccoglimento passivo, quella soave;
ii) l’orazione di unione piena;
iii) l’unione estatica: soave ed arida;
iv) l’unione trasformativa.
Diciamo una parola su ciascun tipo di contemplazione 5 .
i ) L’Orazione di quiete
L ’Orazione di quiete arida
Questa orazione costituisce l’inizio della contemplazione infusa. Viene descritta come la ‘Notte dei sensi’ e consiste in malattie, calunnie, violente tentazioni, e contraddizioni, accompagnate da sofferenze interne come aridità e oscurità. Dice san Giovanni della Croce: ‘Dio pone l’anima in questa notte sensitiva, al fine di purificare il senso della parte inferiore e, assoggettandolo, adattarlo e unirlo allo spirito, scurandolo e facendolo cessare dai discorsi’.
Il Raccoglimento passivo
‘L’ anima purificata da queste prove si stacca dalle creature, dai piaceri e da sé stessa, sente il bisogno di fissarsi in Dio, di starsene sola con Lui, di contemplarLo con amorosa attenzione senza più occuparsi della cose che la circondano, segni tutti che indicano chiaramente che l’anima è stata introdotta nei primi gradi della contemplazione’. Santa Teresa dice 6 : ‘L’anima pare voglia, ritirandosi in sé stessa, appartarsi dai tumulti esteriori; e sentendoseli venir dietro qualche volta, sente il bisogno di chiudere gli occhi e non vedere, né udire, né intendere se non quello di cui allora si occupa, ossia di poter trattare con Dio da sola a solo’.
L’Orazione di quiete soave
Una pace profonda e la gioia più deliziosa immergono l’anima in un soave riposo sovrannaturale, per cui l’amore si dilata ed ingigantisce. La volontà è quella che più vi partecipa, anzi si trova come prigioniera, ben felice però di essere schiava di Colui che ama e di godere della presenza del suo Maestro come santa Maria Maddalena. In una forma più completa di questa orazione (chiamata ‘sonno delle potenze’) anche l’intelletto viene afferrato da Dio, lasciando la memoria e l’immaginazione libere di agire. Esse divagano come ‘farfalle notturne’ (Vita di santa Teresa 17) importunando e turbando l’anima.
ii) L’Orazione di unione piena
In questa fase di contemplazione, tutte le facoltà (comprese l’immaginazione e la memoria) rimangono sospese ed immerse in Dio. Commenta santa Teresa (Castello, Mansione quinta): ‘Tanto ferma sede pone Dio nell’interno di quell’anima che, quando essa torna in sé, le è impossibile dubitare di esser stata in Dio e Dio in lei’, e si sente inondata da un’estrema tenerezza amorosa e piena di coraggio. È il tempo per risoluzioni eroiche e per ardenti desideri accompagnati dall’orrore più vivo per il mondo e le vanità terrene. Questa orazione può essere pure accompagnata da estasi.
iii ) L’Unione estatica (il Fidanzamento spirituale)
Soave
In questa fase, tutte le facoltà dell’anima vengono sospese, non solo quelle interne ma anche quelle esterne. Due elementi costituiscono quest’unione: l’assorbimento dell’anima in Dio, che nasce dall’ammirazione e dall’amore, e la sospensione dei sensi, che ne è la conseguenza. L’effetto dell’unione estatica è una grande santità di vita, un perfetto distacco dalle creature, un immenso dolore dei peccati, una vista frequente della sacratissima Umanità del Signore e della Madonna, assieme ad un ammirabile pazienza nel sopportare le nuove prove che manderà il Signore.
Arida (la Notte dello spirito)
Per purificare e riformare l’anima, Dio lascia l’intelletto nelle tenebre, la volontà nell’aridità, la memoria senza ricordi, e gli affetti immersi nel dolore e nell’angoscia. Questa purificazione più profonda e più radicale prepara l’anima per le gioie del matrimonio spirituale. Ha come oggetto le imperfezioni abituali ed attuali della persona. Le prime consistono negli affetti ed abiti imperfetti, come le amicizie troppo vive e la fiacchezza spirituale; le seconde nell’orgoglio e nell’eccessiva arditezza nei confronti di Dio. I santi effetti di questa notte sono: un ardente amore di Dio, un vivissimo lume, un gran sentimento di sicurezza, una mirabile forza per salire i dieci gradi di amore di Dio descritti da san Giovanni della Croce.
iv) L’Unione trasformativa (lo Sposalizio spirituale)
L’unione trasformativa è l’ul timo termine dell’unione mistica e la preparazione immediata alla visione beatifica. Abbiamo già fatto notare che il progresso nella preghiera va pari passo col progresso morale in collaborazione colla Grazia. Nelle parole di monsignor Brunero Gherardini: ‘La vita mistica è un’efflorescenza della Grazia; quando l’efflorescenza perviene all’ultimo grado del suo possibile sviluppo, è segno che Dio, saturato ogni possibile grado di ricettività del mistico, gli è tanto presente da fargli ‘sentire dentro’ questa Sua presenza, all’interno di quel singolare e così ‘dolce amplesso’ che porta Dio a ‘riposare nel suo seno’ e realizza l’ʻunione divinizzante’.
Appoggiandosi sulla dottrina di san Giovanni della Croce, monsignor Gherardini descrive quest’unione come ‘una condizione non tanto di coesistenza, quanto di reciproca partecipazione, con la conseguenza che una sola è la voce dello Sposo e della Sposa, uno solo l’amore grazie al quale la Sposa ama con l’amore stesso dello Spirito Santo, uno e reciproco è il possesso’.
L ’unione viene descritta da santa Teresa a sua volta nei termini seguenti: ‘È come l’acqua del cielo che cade nell’acqua di un fiume… e che con lei talmente si confonde da non poter più dividerle né distinguere quale sia l’acqua piovana e quella del fiume’ (Castello, Mansione settima).
I caratteri principali di questa unione trasformativa sono: l’intimità, l’indissolubilità, e la serenità. L’intimità e l’indissolubilità sono proprie del genere matrimoniale, mentre la serenità si manifesta nel fatto che non ci sono quasi più estasi o ratti, bensì l’anima gode di una calma dolce, in cui vivono gli sposi sicuri del loro mutuo amore.
Santa Teresa descrive questa unione con due apparizioni: la prima di Nostro Signore Gesù Cristo; la seconda della Santissima Trinità.
La prima apparizione è duplice: sia immaginaria che intellettuale. La visione immaginaria avvenne dopo la Santa Comunione quando Egli apparve alla santa ‘con forma di grande bellezza e maestà, come dopo risuscitato’. ‘E le disse ch’era ormai tempo che ella prendesse le cose di Lui per sue, e che Egli si sarebbe dato pensiero di quelle di lei’… ‘D’ora in poi tu ti darai pensiero del Mio onore, non solo perché tu sei Mia vera sposa. L’onor Mio è onor tuo e l’onor tuo è onor Mio’ (Relaz. 25).
Venne quindi la visione intellettuale: ‘Quello che allora Dio comunica all’anima in un istante è un così grande arcano e una grazia tanto sublime ed è sì forte e soave il diletto che ella sente, che io non so a che paragonarlo. Dirò soltanto che in quell’istante il Signore si degna manifestarle la beatitudine del cielo in maniera più sublime di qualsivoglia visione o godimento spirituale. Non si può esprimere quanto intimamente l’anima, o piuttosto lo spirito dell’anima, diventi, per quello che si può conoscere, una cosa sola con Dio’ (Castello, Mansione settima).
La visione della Santissima Trinità è una visione intellettuale dove le tre Divine Persone si mostrano a lei con una rappresentazione della Verità ed in mezzo ad una fiamma che, a guisa di fulgidissima nube, viene diritta al suo spirito. L’anima intende con assoluta certezza che tutte e tre non sono che una sola sostanza, una sola potenza, una sola scienza, un solo Dio. ‘Così, quello che noi teniamo per fede, l’anima ivi l’intende, si può dire, per vista, benché non sia vista di occhi corporali, non essendo questa una visione immaginativa. Qui si comunicano tutte e tre le Divine Persone e le parlano e le svelano il senso di quel passo del Vangelo in cui Nostro Signore disse che verrà col Padre e con lo Spirito Santo ad abitare coll’anima che l’ama e che ne osserva i comandamenti’. La santa aggiunge poi che l’anima ‘vede chiaramente’ in modo spirituale la presenza delle tre Persone Divine nel profondo intimo dell’anima (Castello, Mansione settima).
Gli effetti di questa ultim a unione sono l’assenza di desideri, di pene interiori e di ratti; uno zelo ardente per la santificazione delle anime e per patire; un santo abbandono nelle mani di Dio.
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La dottrina di santa Teresa e di san Giovanni della Croce sulla contemplazione e tutte le tappe di preghiera che la costituiscono non è solo mistica ma anche ascetica, in quanto, come abbiamo già accennato, il progresso nella preghiera corrisponde al progresso morale. Per questo i due dottori della Chiesa insistono sempre sulla pratica delle virtù: sull’abnegazione, sul distacco, sulla Carità, ed in modo speciale sull’umiltà.
Padre Konrad zu Loewenstein